DISCLAMER: date alla Rowling quello che è della Rowling e a Tes quel che è di Tes.. DEDICHE:tutti i riferimenti a Ron/Hermione sono puramente voluti e dedicati interamente a Taty XD, santa donna che mi sopporta… l’Harry/Draco è per Silvia T. che ha fortemente voluto questo seguito J… Ta-daaaaan! E per Amanda J: un bacione immenso, tesora! Spero solo che non vi sentiate male dopo averlo letto O_O’’’…
NOTA IMPORTANTE: non ho ancora letto il sesto libro e non so assolutamente nulla su di esso e non voglio sapere nulla su di esso finchè non finisco questa maledetta fic, o potrei rimanerne TROPPO influenzata, e la storia come l’ho creata andrebbe a farsi benedire-_-… -_- la storia è nata 2 estati fa mentre aspettavo Seimei da Spizzico; ci ho lavorato sopra due anni e si prospetta la cosa più lunga e complicata che io abbia mai scritto o immaginato… ora se riesco a scriverla sarebbe una cosa stupenda XD, perciò Harry, Draco, Blocco dello Scrittore: collaborate-_-, vi prego!
RINGRAZIAMENTI: Grazie a Ninnichan *_* e Kieran*_* e la Nipo love love *_* di esistere, a Pam e Saku per le risate ,a Crius del suo stupendo commento su SFIDA *_*!
RINGRAZIAMENTO SPECIALE: a tutte le persone che stanno commentando VISIONS: grazie mille di cuore (_ _), siete gentilissimi/e !
”buona” lettura!...^^’’’’ spero…
VISIONS
di Tesla capitolo II di ?
*** IL SERPENTE E IL SOGNO Harry impiega parecchio tempo a calmasi e tornare ad avere un aspetto normale, e quando lui e Ron salutano Fiorenzo per dirigersi da Ruff, scoprono che mancano solamente cinque minuti al termine della lezione. Ron fa spallucce e indica col capo la Sala d’Ingresso. - Vieni, ci conviene iniziare ad andare a Difesa Contro le Arti Oscure. Risalgono le scale fino al primo piano e si piazzano accanto alla porta dell’aula. Da dentro, la voce tremula del professor Tofty, l’anziano mago che li aveva esaminati ai G.U.F.O. e loro nuovo insegnante contro le Arti Oscure, elenca ai suoi studenti le caratteristiche dei lupi mannari. Il pensiero di Harry corre a Lupin. Aveva atteso con ansia le vacanze di Pasqua, perché il bisogno di parlare con Lupin si era fatto sempre più pressante nel suo cuore… la confusione nei suoi sentimenti, le necessità di sfogarsi sull’intera faccenda di Malfoy e ricevere consiglio da una persona con più esperienza di lui e che non lo avrebbe giudicato- Un’attesa inutile, alla fine, visto che con il suo atteggiamento Malfoy ha messo le cose in chiaro un’ora prima. - Ehi, Harry!- lo richiama Ron, ed Harry riporta lo sguardo sull’amico. Ron sembra esitare un attimo, poi chiede: - Prima, nella Sala d’Ingresso… con quei bastardi di Malfoy e Piton… che ti è preso? D’improvviso sei diventato bianco come un lenzuolo… Al nome di Malfoy il cuore di Harry fa una piccola capriola dolorosa. Scaccia la visione di Draco sorridergli nudo sotto la doccia negli spogliatoi di Corvonero; il viso di Draco contrarsi in una smorfia di dolore mentre Harry lo penetra per la prima volta; il volto di Draco seccato e preoccupato mentre attende davanti all’ufficio di Piton, prima che loro due finiscano avvinghiati a fare sesso sulla scrivania dell’aula di Pozioni… … vede la schiena di Draco sbeffeggiarlo ostentatamente nella Sala d’Ingresso, ignorarlo, come fosse una nullità, come se Harry non esistesse per lui. - Mi sono sentito male. Penso… penso a causa di Voldemort- mente Harry fissando con sguardo vacuo l’arazzo di Adalbert l’Ustionato, impegnato a fare trecce ai cavalli Guartan dalle criniere di fuoco. Per un attimo o due cerca veramente di autoconvincersi che quella morsa al petto e il suo malessere siano dovuti a Voldemort. Sarebbe un tipo diverso di dolore,un qualcosa a cui lui è abituato e che saprebbe come affrontare. Ma qui Voldemort non centra nulla; è una questione tra lui e Draco, ed è un qualcosa a cui non riesce a dare nome. Ron rabbrividisce. - C-credi che sia nelle vicinanze?- gli domanda con un piccolo tremolio nella voce- Credi che s-stia per attaccare?
(Come le stelle avevano predetto… così la Guerra ha inizio)
- F-forse dovresti avvertire Silente- insiste Ron lanciando occhiate preoccupate lungo il corridoio, quasi si aspettasse di vedere Voldemort saltare da dietro un’armatura urlando “BUH!”. Harry fa per rispondere brusco, ma vede con la coda dell’occhio la mano di Ron risalire inconsciamente ad accarezzare l’avambraccio, nei punti in cui, Harry sa, sono ancora visibili le cicatrici lasciategli dai tentacoli del cervello nell’Ufficio Misteri. Cicatrici che ha per colpa sua. Harry riporta lo sguardo su Adalbert che urla nel suo arazzo con i vestiti in fiamme e si affretta a rispondere evasivo all’amico. - No, non penso sia così importante. - Ma Harry, devi dirglielo! E se poi… - Piantala con questa storia, mi sembri Hermione!!!- sbotta nuovamente seccato Harry.
(Ho scopato te per arrivare a fare l’amore con lei, Potter)
- Beh, non sarebbe allora una cattiva idea starmi a sentire, visto che il 99% delle volte ha ragione lei!- risponde Ron altrettanto brusco. Rimane pensieroso qualche istante, poi aggiunge: - Ehm, non dirle che ho detto così, però, o non farebbe altro che rinfacciarmelo quando litighiamo. Il pensiero di Ron ed Hermione che litigano calma notevolmente Harry, anche se accompagnato da una leggera fitta di senso di colpa. - Senti- cerca di tranquillizzarlo Harry, - sono più di due anni che ormai mi fa male… e allora? Non vuol dire nulla, è tutto nella norma. Ti prometto che se dovesse ricapitare andrò dritto da Silente… o chiederò a Lupin, non so. Ma non capiterà più, Harry ne è certo. “Draco non ha più potere su di me” pensa deciso. Ron non sembra particolarmente convinto, ma la campana che segnala il cambio dell’ora suona, e le porte che si aprono e gli alunni che escono dalle classi e si riversano nei corridoi gli impedisce di aggiungere qualcosa. Harry si tuffa in classe e si sistema in seconda fila; prima che Ron possa riprendere il discorso, apre il libro di testo a caso e finge di essere particolarmente interessato all’argomento, che si rivela un saggio sugli aculei avvelenati dei piccoli di Torliopa Uncinata. Harry ripensa al cucciolo di Torliopa che Hagrid ha smarrito nel suo orto il giorno in cui Ron aveva lottato con Draco, e deglutisce a fatica. Si ripromette mentalmente di infilarsi i guanti di drago ogni volta che si trova nei paraggi del capanno di Hagrid… così, tanto per sicurezza. Neville e gli altri compagni di Grifondoro entrano nell’aula e si sistemano ai loro posti. Hermione è una delle ultime; appena fuori la porta continua a fissare il corridoio, finchè non scorge con la coda dell’occhio Harry e Ron già seduti in classe. Si affretta a raggiungerli, con un cipiglio sul viso degno di Mamma Weasley. - Si può sapere che fine avete fatto?- sibila a voce così bassa che Harry a stento la sente. – Siete letteralmente scomparsi, ero preoccupata da morire! Siete fin troppo fortunati che Ruff non si sia accorto della vostra assenza, vi sareste meritati entrambi una bella punizione!!! - Harry si sentito male- la informa Ron a voce altrettanto bassa, cercando di placarne la furia; l’espressione di rimprovero di Hermione si ammortizza un po’, si mischia con preoccupazione. - Stai bene, Harry? Harry si limita a fare un cenno di sì col capo, forse con modi
(Vado a fare l’amore con lei, Potter)
un pochino troppo bruschi. Non che Hermione si meriti di meglio.
- Sì, sì, sta bene. Dopo ti spieghiamo tutto - la tranquillizza Ron accarezzandole amorevolmente la mano; Hermione fa un sospiro paziente e ricambia la carezza di Ron, poi la rilascia ed entrambi prendono i loro libri di testo. Una fitta di INVIDIA attraversa Harry, forte, da mozzargli il fiato.
(Non mi merito forse un po’ di amore, Potter?)
Stringe i denti, chiude gli occhi per un istante e scaccia via tutto. Non è il momento, questo.
( E NON ME NE MERITO UN PO’ ANCHE IO? ALMENO… UN PO’? )
Durante le due ore successive Harry prova a seguire più volte, ma tutto ciò che riesce ad intercettare dell’intera lezione è che l’argomento riguarda i giganti. Ben presto Harry si ritrova a fissare ipnotizzato i giochi di luce dei raggi del sole sul cranio calvo e lucido del professor Tofty… poi la sua concentrazione scivola oltre, e si ritrova a pensare a Draco. Ok, è finita, un capitolo chiuso della sua vita… ma davvero ha sbagliato a leggere quelle iniziali e quel nome sulla pergamena che gli aveva dato Piton? Potrebbe pensare ad uno scherzo tiratogli da Piton stesso, se il suo professore di Pozioni non avesse il senso dell’umorismo di uno Schiopodo Sparacoda. Alla fine, rimuginandoci sopra, Harry torna sempre davanti allo stesso dubbio: davvero aveva desiderato così tanto che … “Ammettilo, Harry” pensa amaro, “che Draco ti amasse”. È chiaro che Malfoy non prova nulla per lui, visto il suo comportamento menefreghista nei confronti di Harry… ma perché è stato così importante illudersi? Perché ha letto “HP” e non “HG”? Perché era così certo che fosse un “Harry” e non “Hermione”? Deve ritenersi un arrogante per aver creduto possibile far innamorare di sé Draco Malfoy?
(Beh, Harry, non è di questo che ti accusano sempre?)
Cerca di scacciare il pensiero e tornare a seguire la lezione, ma Tofty è tutto intento a parlare delle caratteristiche fisiche e linguistiche dei giganti, e che diavolo può interessare questo, ad Harry, quando può andare nella Foresta Proibita a studiare Grop? Gli viene in mente che ai G.U.F.O. Tofty lo aveva esaminato sia in Difesa Contro le Arti Oscure che in Incantesimi… e in quest ultimo esame non si era ritrovato in classe con Malfoy? E Malfoy lo aveva guardato, e subito aveva fatto cadere il bicchiere che stava facendo levitare…
(Che nome era scritto su quel foglietto?)
Si ritrova a desiderare
(HP)
per l’ennesima volta
(HG)
di non aver mai gettato quel foglio tra le fiamme.
(Quale nome?)
Si ritrova a desiderare per l’ennesima volta di non aver mai accettato la sfida di Malfoy.
(Harry. Hermione)
Si ritrova a desiderare con tutto il suo cuore di non aver mai incontrato Draco Malfoy.
(QUALE NOME?)
***
Al termine dell’ultima lezione del giorno – Erbologia con i Tassorosso- Harry approfitta di un attimo di distrazione di Ron ed Hermione per filarsela indisturbato ed andare a farsi una volata per schiarirsi le idee. È partito con l’idea di farsi solamente un paio di giri, ma rimane a sfrecciare sul campo di Quidditch per ore, inebriato dalla sensazione di assoluta libertà che lo avvolge nel vento freddo della sera. È anche piuttosto allegro, tanto che inizia a fischiettare mentre si affretta a rientrare. Vicino al portone intravede Daphne Greengrass e Zacharias Smith baciarsi con molto entusiasmo in un angolo, ma ormai è troppo tardi per cambiare strada o far finta di nulla, Zacharias lo ha sentito e si è scostato bruscamente dalla sua ragazza. Quando scorge Harry e lo riconosce , gli lancia un’occhiata antipatica, lo ignora e si riavvicina a Daphne. Daphne Greengrass, ricorda Harry, è nel suo stesso anno, nella Casa di Serpeverde, come… … come… La voglia di fischiettare gli passa di colpo. Ignora nella maniera più vaga possibile Smith e la sua ragazza e si dirige a passo spedito verso la Torre di Grifondoro, furioso con se stesso. Deve cancellare dalla testa quegli stupidi pensieri, sono inutili, Inutili, INUTILI!!! Scopre che è più tardi di quanto potesse immaginare; quando entra nella Sala Comune, sono rimasti solamente un gruppo di studenti del quinto anno intenti nei ripassi per i loro G.U.F.O.. Fa un cenno di saluto a Ginny, intenta a consolare una sua compagna di classe in preda ad una crisi isterica davanti al camino, ma quando scorge Colin Canon nel mucchio di teste chine a studiare, si affretta a salire nel suo dormitorio. Si richiude la porta alle spalle e, accolto dal russare sonoro di Neville, Harry si cambia in fretta, si infila sotto le coperte e lì rimane, rigido di rabbia. È troppo nervoso per dormire, anche solo per poter sperare di rilassarsi. “Smettila di pensarci, era solo uno stupido pezzo di carta!!!” si rimprovera mentalmente, ma questo non riesce neanche lontanamente a calmarlo; si gira e rigira sbuffando nel letto almeno una cinquantina di volte; poi sente un piccolo cigolio di molle, qualcuno dei suoi compagni si deve essere alzato dal letto… cammina verso di lui. - Tutto bene, Harry?- sente la voce di Ron bisbigliargli vicino. “O mio Dio!” urla frustato Harry nella sua testa, “ ma non altro da fare che chiedermi la stessa cosa mille volte al giorno?!?”
(Perché non ti dicono mai “ti amo”, Harry? Il massimo a cui sei arrivato è stato un “mi piaci un sacco” da parte di Cho, ma anche in quel caso è dovuto morire Cedric per ottenerlo. Per sentire un “ti amo” cosa dovrà succedere, dovrà bruciare l’intera scuola?)
Harry strizza gli occhi e non risponde, finge di dormire, sperando che Ron si arrenda e se ne torni a dormire. Ma Ron non si muove. - Non prendermi per il culo, Harry, lo so che non stai dormendo! È troppo per Harry. - COSA CAZZO VOLETE DA ME?!?- urla Harry esasperato mettendosi le mani tra i capelli. – EH? COSA CAZZO VOLETE?!? LASCIATEMI IN PACE!!! Sente i sussulti di Dean e Seamus nel buio, e il russare di Neville si interrompe di colpo; sente la voce di Dean mormorare “Lumos”, e la stanza viene rischiarata da una luce che illumina in pieno l’espressione furiosa sul volto di Ron e quella sgomenta sul viso degli altri. - Da Prefetto tolgo dieci punti a Grifondoro per avermi mancato di rispetto – ringhia Ron a denti stretti, - e da amico, Harry, ti mando a fanculo. Fai quello che vuoi, non mi riguarda più! Ron gli lancia un’ultima occhiata disgustata e se torna a letto, rosso fino alle orecchie dalla rabbia “Bene, con qualcuno sono riuscito a chiudere! Bene… bene, PERFETTO!!!” pensa furioso Harry. Tira le tende intorno al suo letto senza degnare di uno sguardo Neville e gli altri e rimane disteso a tremare dal nervosismo… presto sostituito dai sensi di colpa. Ron non centra nulla, Hermione è innocente… la colpa è solo sua , Harry, e di quel bastardo di Draco, ma ormai non ha più importanza. “Torna ad odiarlo, non c’è spazio per altro”. E non c’è. Non deve esserci. La situazione con Ron ed Hermione la risolverà. Risolverà tutto. Tutto. Fa due profondi respiri per calmarsi, ma è solo dopo molte ore che Harry riesce ad addormentarsi. E non è il solo.
***
Sogna di nuovo Draco. Malfoy fermo in mezzo alla sala comune lo guarda beffardo, mentre nel camino il foglietto di pergamena brucia tra le ceneri portandosi via ogni certezza. - Ho scopato te per arrivare a fare l’amore con lei, Potter - mormora con un ghigno maligno dipinto sulle labbra… …e poi Draco sale le scale… si spoglia… entra nel dormitorio delle ragazze del sesto anno, per fare l’amore con Hermione… Harry cerca di inseguirlo, la porta si chiude… le fiamme nel camino esplodono… ecco, cade, e … Harry si risveglia di scatto soffocando un urlo contro la stoffa del cuscino; il cuore gli batte così forte in petto che impiega cinque minuti buoni a riprendere contatto con la realtà , a riconoscere dove di trova, a capire che, come ogni notte negli ultimi due mesi, si è trattato unicamente di un incubo orrendo. Quando si sente di nuovo pronto, spinge da parte le tende e scende dal letto, solo per vedere Ron uscire chiudendosi la porta del dormitorio alle spalle. Si è accorto del suo risveglio busco? Anche se fosse, riflette Harry, non andrebbe certo a chiedergli come si sente, dopo la scenata della sera prima. Harry ha un primo impulso di seguirlo, scusarsi subito per la sua reazione… ma rimane fermo nel suo letto. Sa fin troppo bene che per affrontare Ron e le sue domande ha bisogno di essere lucido e razionale; non è questo il momento, non come si sente ora, gli strascichi dell’incubo ancora freschi in mente, così… duri. “Passerà” riflette Harry frizionandosi gli avambracci per eliminare la pelle d’oca che li ricopre. “Il vecchio Malfoy sarà fin troppo facile da tornare ad odiare”.
***
Nonostante i buoni propositi che Harry si è imposto, riuscire a parlare con Ron si rivela una impresa. A colazione Harry manca l’amico di pochi minuti, e alle lezioni del mattino Ron ignora tutti i suoi tentativi di approccio in maniera così palese che Harry comincia ad arrabbiarsi a sua volta. Cos’è, è diventata la moda del momento ignorarlo? All’ora di pranzo il nervosismo di Harry raggiunge il punto di zittire con un’occhiataccia Hermione, che continua a rivolgersi all’uno e all’altro nel tentativo di farli parlare. Lui, Harry, lo avrebbe fatto molto volentieri, se Ron non si fosse comportato come un bambino idiota e avesse smesso di ignorarlo. DETESTA essere ignorato, lo ODIA. - Ma insomma, che cosa vi è preso?- sbotta furiosa Hermione quando Ron divora di corsa il pasticcio di rognone e le patate arrosto e se ne esce dalla Sala Grande senza dire una sola parola. –Ieri tu, oggi lui! Harry, è … - Non è colpa mia!- si affretta a difendersi Harry con le guance porpora dall’imbarazzo e rabbia. - Harry, è il tuo migliore amico!!! Inseguilo , bloccalo, fai qualunque cosa, ma parlate! ODIO quando voi maschi vi impuntate sul vostro STUPIDO… e SCHIFOSO… ed INUTILE orgoglio- aggiunge Hermione furiosa a denti stretti, spappolando con la forchetta le patate nel suo piatto e fissandole con aria truce. Harry sa bene che Hermione ha ragione, e forse più per quello che per le occhiate truci che lei distribuisce equamente tra lui e le patate, scatta in piedi ed insegue Ron; lo trova subito, nel corridoio delle aule… e non è da solo. Tiger, Goyle ed un altro paio di Serpeverde del settimo anno hanno inchiodato Ron al muro; Tiger e Goyle sono intenti ad accarezzarsi minacciosi le nocche grosse come bulloni, mentre i due ragazzi del settimo anno, che Harry trova somiglino in maniera sorprendente a Grop, stringono i polsi di Ron, che rosso fino alle orecchie cerca di liberarsi. Da un angolo della bocca gli cola un filo di sangue. Dietro tutti, appoggiato al muro, c’è Malfoy, intento ad osservare estatico lo spettacolo con le mani in tasca; l’espressione che gli illumina il volto Harry l’ha già vista… negli spogliatoi di Corvonero, affondato nel suo corpo, un attimo prima di essere travolti dall’orgasmo. - Picchiatelo con tutte le vostre forze- mormora Malfoy dolcemente,- riducetelo in modo che neanche quella sporca Mezzosangue possa riconoscerlo. Prima di rendersene conto, Harry si scaglia contro Draco; Tiger, Goyle si sono a malapena accorti della sua presenza che Harry ha già ficcato la punta della bacchetta contro la gola di Draco e ringhia: - Lasciatelo stare o giuro che ti ammazzo, Malfoy. Il viso pallido di Malfoy si arrossa appena, lo sguardo avido sostituito da un’espressione di terrore… e qualcos’altro
(Ma cosa?);
ma Draco riprende subito il controllo. Stringe le labbra e scosta lo sguardo da Harry, il respiro un po’ affannato, lanciando un’occhiata beffarda con un ghigno incurante che potrebbe risultare convincente se solo Harry non sentisse il corpo di Draco tremare abbondantemente. - Andiamo, ragazzi, non vorrei vi infettaste a toccare quell’idiota. Si scrolla di dosso bruscamente Harry senza degnarlo di un’occhiata e si allontana, mani in tasca e aria tronfia, seguito da Tiger, Goyle e gli altri due Serpeverde. Ron si avvicina ad Harry massaggiandosi i polsi arrossati e seguendo Malfoy e gli alti finchè non scompaiono dietro l’angolo. “Ora o mai più” pensa Harry. - Mi spiace essermi comportato da stronzo, Ron. Ron sussulta e si volta a guardarlo, dubbioso. - Mi dispiace veramente- dice Harry con il cuore pesante. E se Ron non lo avesse perdonato? – La mia vita è stata parecchio complicata ultimamente, e ho perso il controllo con te ed Herm ed io.. scusami, scusami ancora. Ron lo guarda serio per un paio di secondi, ma infine sorride. - Non fa niente, amico. Bentornato. Il resto della giornata passa tranquillo, ed è solo quando Harry si infila a letto, in attesa di addormentarsi, che si accorge che in effetti qualcosa è cambiato: da due mesi non si era mai trovato così vicino a Malfoy, premuto contro il suo corpo e capace di vedere ogni singola sfumatura dei suoi occhi pallidi… eppure non ha provato nulla per lui, solo rabbia. “ È finita, finalmente”pensa rilassato, e l’attimo dopo si addormenta.
***
Harry sorride mentre sente il coltello stretto tra le sue lunghe dita sottili tagliare la carne indifesa… ascolta i gemiti della sua vittima, un ragazzo con il viso invaso dalle lacrime, e i gorgogli acquosi mentre fiotti di sangue cupo e venoso sgorgano dal collo reciso e ricadono in piccoli tonfi sordi contro il fondo della coppa stretto nell’altra mano di Harry. …PLICK… …PLICK… Il sorriso di Harry si amplia osservando le gocce di sangue lasciare sul metallo argenteo piccole macchie grandi quanto zellini bruniti. … PLICK… … plick… Quando i fiotti di sangue scemano, Harry getta via il corpo del ragazzo, ormai privo di vita, nel canale di scolo a lato dell’altare e si volge verso Bellatrix. La Mangiamorte di rivolge uno sguardo di pura adorazione fanatica attraverso le palpebre pesanti e gli passa un fagottino di tessuto grezzo. Dalla stoffa spuntano un paio di braccine tonde e rosee. Un vagito. Harry procede con il secondo sacrificio, il respiro affannoso. Quando le ultime gocce di sangue cadono nel calice, getta via il secondo cadavere e si gira verso i suoi seguaci, stretti nella grande cappella buia. Hanno dipinto sui loro volti lo stesso sguardo di frenesia fanatica che ha Bellatrix. Anche Codaliscia, nonostante i mugolii di terrore, gli rivolge occhiate adoranti; tra la mano d’argento e la mano di carne stringe un grosso tomo antico, aperto su una pagina pieno di scritte a mano e disegni. L’odore dolciastro del sangue ha invaso la sala, ma è odore di nuova vita per l’Oscuro Signore. Harry annusa a pieni polmoni. Bellatrix si fa avanti e prende la coppa dalle dita sottili di Harry; intinge indice e medio uniti nel sangue fresco e disegna sul viso di Harry i simboli raffigurati sulla pagina aperta del libro che Codaliscia stringe… sulle guance, sul collo, sulla fronte, sul cranio liscio. Quando termina, Bellatrix fa avanzare Harry di un paio di passi; inclina la coppa abbastanza perché cali un filo di sangue denso oltre il bordo e sul pavimento e gira intorno ad Harry, tracciando un grosso cerchio. Gli altri Mangiamorte raggiungono Bellatrix e si dispongono lungo la circonferenza del cerchio; ad un cenno di Harry, sporgono il braccio con il Marchio Nero all’interno del cerchio e passano la punta della bacchetta sul polso, tagliandosi. Nuovo sangue scorre. Le fiamme delle candele che illuminano la sala oscillano bruscamente, come se aggredite da una improvvisa e potente corrente d’aria; qualche Mangiarmorte si lancia occhiate intorno, smarrito, ma quando Harry inizia a parlare, uniscono le loro voci al resto del coro che segue Harry. - Sanguis mortalus ut sanguis aternus. Sanguis debilus ut vis magnis. Le fiamme delle candele si spengono e si accendono con guizzi verdi accecanti, il terreno sotto i piedi di Harry inizia a tremare, il sangue sul pavimento a ribollire quasi le placche di marmo crepato fossero incandescenti … L’attimo dopo l’aria è invasa da una serie di scoppiettii, e all’interno della sala si materializzano una ventina di maghi, le bacchette sguainate; l’apparizione è così improvvisa che i Mangiamorte continuano la loro litania qualche altro istante; i maghi puntano le bacchette verso Harry e urlano: - Stupeficium! Harry riesce appena in tempo ad urlare “Protego!” .Alle sue spalle sente il tonfo di un Mangiamorte accasciarsi a terra, colpito in pieno petto da una scarica di Schiantesimi. In un attimo… il caos. I maghi del Ministero sono ovunque, l’aria si riempie di scintille rosse e verdi e di voci che urlano incantesimi e di grida di dolore. Harry ruggisce di rabbia e respinge un paio di incantesimi che un gruppo di Auror ha tentato di scagliargli contro; recupera un attimo il fiato e cerca di calmarsi.
(Così poco! Mancava così poco!!!)
- Bella, il libro! Recuperalo! - urla Harry con voce gelida. Bellatrix gli rivolge uno sguardo da folle, gli occhi fuori dalle orbite e si lancia verso il libro, gettato accanto ai cadaveri delle due vittime sacrificali. L’orlo delle pagine è macchiato di sangue brunastro, e riflette in maniera sinistra la luce degli incantesimi là dove non si è ancora seccato. Un urlo di dolore accanto ad Harry: Codaliscia; subito dopo un clangore metallico. Harry si volta di scatto e si accorge della coppa ormai vuota a terra, rotola lontano da lui lasciandosi dietro strisce di sangue, quasi temesse di perdersi. Harry punta la bacchetta verso la coppa e urla: - Accio cop… - Impedimenta! Harry viene sbalzato indietro e colpisce con forza l’altare dietro di lui; con la coda dell’occhio scorge delle bacchette puntate verso di lui. - Incarcerous! - Protego!- urla ancora Harry. Lancia uno Schiantesimo contro un Auror calvo e dalla pelle scura e senza neanche assicurarsi di averlo colpito si volta a cercare con gli occhi il calice… finito tra le mani di un mago del Ministero. Pessima scelta. - Avada Kedavra! L’aria è invasa da un lampo verde e senza un gemito il mago cade a terra, lasciando cadere la coppa. - Accio cop…- prova di nuovo, e di nuovo un sortilegio lanciato dal mucchio trattiene la coppa. Harry urla ancora, furioso; lancia un’occhiata alla sala, ma la situazione si sta facendo disperata, i maghi del Ministero sono troppi, non riusciranno a ricacciarli indietro… …La coppa, devono trovare la coppa… .. lì, a terra. Scorge Codaliscia che si avvicina strisciando tra i corpi verso il calice. - Incarcerous!- gridano un gruppo di Auror , e Harry fa appena in tempo ad urlare “Diffindo!”. Pezzi di corda animata si contorcono a terra; Harry le supera e scaglia un altro “Avada Kedavra!!. Un altro tonfo di un corpo nemico ormai privo di vita. Avanza. Codaliscia è sempre più vicino al calice. Harry cerca con lo sguardo Bellatrix, e la vede duellare con un mago del Ministero, il tomo stretto sotto un braccio. - Bella, vattene!- le urla; sente Bellatriox urlare “Impedimenta” e la vede lanciare un ghigno beffardo e folle al mago, un attimo prima di smaterializzarsi. Codaliscia è più vicino alla coppa… allunga la mano d’argento per afferrarla… - Accio coppa!- urla una voce, e il calice si sfila dalle dita di Codaliscia e finisce tra le braccia di un mago dal viso scarno con un grosso taglia che attraversa in verticale l’occhio sinistro, da cui abbondante sangue. Conosce quel viso, nonostante la ferita: è il seguace di Silente, il lupo mannaro. Pagherà. Harry gli punta la bacchetta contro e urla : - Avada Kedavra! Il mago si scaglia a terra e la maledizione colpisce una colonna serpentina dietro di lui, facendola esplodere. Harry urla di frustrazione, ma si accorge appena in tempo della decina di bacchette puntate verso di lui. “E sia… ma pagherà”. L’attimo dopo si smaterializza.
Ed Harry, nuovamente nel suo corpo, si risveglia urlando nel suo letto, la cicatrice in fiamme.
*** - Harry! HARRY! Svegliati, Harry!!! Offuscato dal dolore alla cicatrice, Harry si accorge appena di un paio di mani che lo scrollano; apre gli occhi offuscati dalle lacrime e vede il volto preoccupato di Ron chino su di lui; la tenda è tirata da parte, e dietro le spalle dell’amico può vedere i visi cerei di Neville, Dean e Seamus atterriti dalla paura. - Devi dirlo alla McGrannitt!- biascica Harry digrignando i denti per non urlare e cercare di recuperare il respiro; Ron lo stringe forte per le spalle in un vano tentativo i calmarlo e gli chiede a mezza vo ce: - Calmati, Harry… cosa devo dirle? - La guerra è iniziata. La guerra è iniziata, io l’ho visto! Un’ultima fitta, così lancinante da squarciargli l’anima. Urla… e poi il buio. Sviene.
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^^’’’ siete ancora svegli? Complimenti a chi è arrivato fino a qui ^^’’’’… eventuali critiche costruttive o commenti possono essere fatte all'indirizzo tesla_vampire@yahoo.it ^^, grazie!
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