Ultimamente mi sembra
di dover sempre iniziare i disclaimer con una piccola spiegazione…..sto
diventando complicata!^^ Scrivere questa fic è stata una faticaccia, non
per i tesorini Hana e Ru, ovviamente, ma perché c’è l’orrido porcospino
che subisce una mutazione, non fisica, ma di ruolo…da terzo incomodo a
bastardo direttamente, contente?!^^ Sul porcospino dovrei discutere a
lungo, ma vi basti sapere che in realtà non lo vedrei così male, ma il
fatto è che a me è sempre sembrato così falso con i suoi sorrisi sempre
stampati in faccia, ma che nasconderà dietro quell’espressione?! Questa è
la mia risposta, che, per correttezza, devo precisare che mi è stata
ispirata da una dj, trovata su un sito, che mi è stata segnalata da
Greta, per questo si merita una dedica speciale!!^^ Un bacione grande va a
Ria, con le mie scuse per la sofferenza che ogni tanto le procuro con le
mie trame ^^ , a Nausicaa e Greta.
Vision of love
Di Calipso
Perché Hanamichi deve
essere così testardo?!
Abbiamo appena concluso
il nostro allenamento supplementare e siamo negli spogliatoi: io sto finendo
di vestirmi, mentre lui è ancora in accappatoio tanto è preso dai suoi
discorsi! Il ‘problema’ è che lui stasera va alla festa di compleanno di
Yohei: andrà a casa sua con gli altri componenti della ‘banda ’ e dormiranno
tutti lì. Hanamichi è agitatissimo per questa cosa, perché io ho deciso di
non andare con lui, anche se sono stato invitato, e non riesce a capire il
perché di questa mia decisione anche se io glie l’ho spiegato più volte, con
il risultato che sono due giorni e sottolineo DUE, che continua a farmi la
stessa domanda: se sono sicuro di non voler andare con lui! Cioè, non mi
sembra che io possa essere facilmente definito una persona indecisa e che
cambia idea venti volte sulla stessa cosa! Quando prendo una decisione è
QUELLA, ma lui niente! Continua a chiedermelo…..
“Sei proprio sicuro di
non voler venire?!”
Appunto……
Sbuffo leggermente
irritato, insomma non ho voglia di ripetere sempre le stesse cose! Sto per
rispondere quando le sue braccia mi cingono la vita da dietro e la sua testa
si posa sulla mia spalla.
“Mi mancherai tanto, non
so più dormire senza di te….”
Hn, sta provando con un
altro metodo, anche se so che è sincero e in fondo, come dargli torto? Lui
ed io stiamo insieme da più di un anno ormai, dall’inizio del secondo anno
di scuola e conviviamo da un bel po’, quindi ci siamo ormai indispensabili
l’uno all’altro, ma si tratta soltanto di una notte!
“Mi mancherai anche tu,
do’aho, però non riesci mai a stare con i tuoi amici come vorresti, tra gli
allenamenti, la scuola e me…..” Hana apre bocca per contraddirmi e dirmi che
lui non si lamenta di passare quasi tutto il tempo libero con me e lo so
benissimo, anzi vorrei pure vedere che dopo tutto il tempo che abbiamo perso
prima di capire che cosa provassimo l’uno per l’altro non fosse così, ma non
è questo il punto…..
“Hana, sto solo dicendo
che non c’è niente di male se tu vai a casa di un tuo amico per festeggiare
il suo compleanno e io non vengo con te, inoltre…..voi avete un rapporto
d’amicizia di lunga data, tanti ricordi che io non posso condividere con
voi….è meglio così.”
Hanamichi mi fa girare
verso di sé e mi guarda con gli occhi socchiusi.
“Dì un po’ volpe, tu non
vedi l’ora di spedirmi a quella festa per goderti la tua amata solitudine,
vero?!”
Io lo abbraccio,
passando le braccia intorno al suo collo.
“Do’aho!” gli tiro i
capelli per punirlo della domanda sciocca, lui mi stringe forte e mi parla,
passandomi le mani tra i capelli.
“Non mi piace saperti
solo in quella grande casa.”
Sorrido contro il suo
petto per la dolcezza che mi trasmettono le sue parole.
“Ci sono stato per tanto
tempo, Hana, perché non dovrei sopportare una sola notte?”
“Perché prima non avevi
me……”
Mi lascia andare dopo
aver depositato un bacio sul mio collo e comincia finalmente a vestirsi. Io
ripenso alle sue parole e a quel ‘prima ’…..come era la mia vita prima di
innamorarmi di lui? Sicuramente meno caotica, ma anche tanto vuota, non
triste, questo no, a me andava bene, ma non tornerei mai indietro, non ci
riuscirei neanche volendolo, non dopo aver conosciuto l’amore bruciante di
Hana. Sì, devo ammettere che sarà una lunga notte senza il mio do’aho…..usciamo
dagli spogliatoi mano nella mano, attraversando la palestra ormai vuota, che
così silenziosa ha un aspetto quasi sacrale.
“Ehi, Hanamichi, datti
una mossa, siamo in ritardo!!!!”
Gli amici del mio do’aho
appaiono sulla porta reclamandolo, ma lui non si muove da vicino a me! Volta
le spalle a Takamiya, Okuso e Noma ( cavoli, mi ricordo anche i loro nomi! )
le nostre dita ancora intrecciate.
“Io devo andare, kitsune.”
“Lo so.”
“Ti telefono più tardi,
ok?”
“Non ce n’è bisogno e……”
“E io voglio chiamarti,
va bene?! Vedi di sentire il telefono piuttosto e stai attento tornando a
casa, attraversa con il verde e non dare confidenza agli estranei e …..”
“HANAMICHI MUOVITI!!!!!”
“UN ATTIMO GRANDISSIMI
ROMPISCATOLE!!!!” agita minaccioso un pugno verso di loro, poi torna a
guardarmi.
“Allora, hai capito?”
Uhm, il do’aho sta
prendendo la cosa troppo seriamente…..
“Ma te ne vuoi andare,
do’aho?!” il tono è brusco, ma glie lo dico sorridendo.
“Ti aiuto a chiudere
qui, eh?” propone lui speranzoso, ma io scuoto la testa e lui fa un faccino
dispiaciuto.
“I tuoi amici ti
aspettano, vai, ci penso io qui.” Lui sbuffa, bofonchiando qualcosa contro
le volpi stupide e testarde.
“E va bene, ci sentiamo
più tardi.”
Trattiene le mie dita
finchè gli è possibile, allontanandosi dopo essersi chinato sulle mie labbra
per un bacio veloce.
“Ciao, kitsune.”
“Ciao, do’aho.”
Seguo il mio Hana con lo
sguardo fino al cancello della scuola, lo vedo ridere e scherzare con i suoi
amici, ad un certo punto rincorre Takamiya, reo evidentemente di aver detto
qualcosa che il tensai ha giudicato non degno di lui, ho proprio un ragazzo
un po’ pazzo, ma che ci volete fare? Lo amo anche per questo……
Infilo la chiave nella
serratura della porta della palestra e mi accerto che sia tutto chiuso.
Prendo lentamente la strada di casa, pedalando con calma, la mia musica
preferita nelle orecchie che come al solito mi porta a un passo dal sonno,
ma gli ammonimenti di Hana riescono a tenermi sveglio! Quando arrivo poso il
borsone in camera mia, lo svuoto del suo contenuto e mi cambio, indossando
la tuta che porto sempre per casa e, visto che, la mia sarà una serata
solitaria dopo tantissimo tempo, mi riapproprio delle mie abitudini: cena
presto, partita registrata stanotte dal campionato NBA e letto! Scendo in
cucina e comincio a prepararmi da mangiare, anzi, a prepararci perché il mio
gatto mi segue da quando sono entrato, miagolando ogni volta che mi avvicino
alle sue ciotole: è evidentemente affamato! Accendo la radio mentre cucino e
in quel silenzio la mia mente torna continuamente al mio Hanamichi, a quello
che starà facendo con la sua banda di pazzi, chissà come si sono fidati i
genitori di Yohei a lasciargli la casa, quelli sono capaci di distruggerla!
Bè, però ha resistito a anni di compleanni, forse non sono così scatenati
come sembrerebbero! I miei pensieri vengono interrotti dal suono del
campanello: chi può essere?! Guardo istintivamente l’orologio appeso sulla
parete della cucina, segna le sette e trenta, un po’ troppo presto perché
sia Hanamichi che alla fine torna a dormire a casa e poi lui ha le chiavi!
Hn, sarà il caso di andare a vedere chi diavolo è, che scocciatura!! Mi
sciacquo le mani e vado alla porta, trovandomi davanti la faccia di Akira
Sendoh! Sono decisamente irritato nel constatare che è lui, perché credevo
di essere stato chiaro l’ultima volta che ci siamo parlati, avevo
sottolineato che non volevo più vederlo!
“Ciao, campione!”
Perché continua a
chiamarmi in questo modo odioso?! Eppure glie l’ho detto che non lo
sopporto!
“Bè, non mi fai
entrare?”
Lascio andare il
respiro, aprendo leggermente di più la porta e indicandogli il salotto con
la mano, lui ci si dirige con il suo solito sorriso che mi lascia sempre più
interdetto. Sì, insomma non ho mai capito se sia esibito per nascondere la
vacuità o se è solo terribilmente falso! Non io che io abbia mai speso molto
tempo a pensare a lui, ma devo ammettere che a me lui non è mai piaciuto,
sotto ogni punto di vista, sin dalla prima volta che l’ho visto: quella sua
aria indolente con cui si è presentato, in ritardo per giunta,
all’amichevole mi ha dato subito l’impressione che lui fosse un tipo che non
prende mai niente seriamente e che consideri il basket come un gioco, un
passatempo dove sì gli piace vincere, ma che non si strappa i capelli,
odiosamente slanciati verso l’alto, se questo non succede. Quando abbiamo
sconfitto il Ryonan, conquistando noi il posto per il campionato nazionale,
io ricordo benissimo il dispiacere dei suoi compagni, ma non il suo. L’unica
diversità nel suo atteggiamento usuale è che non sorrideva, ma ci mancava
pure che lo facesse! E poi…..insomma, lui come giocatore è bravo e pensavo
che perlomeno cercasse di entrare alla Shintai, la prestigiosa università
del Giappone per continuare a giocare a basket ad un certo livello, invece
si è accontentato di continuare gli studi presso la sua scuola nella
università annessa! Bè, fatti suoi…..mi volto verso di lui che si è seduto
sul divano di fianco a me e lo trovo incantato a fissarmi……qui cominciamo
male!
“Che sei venuto a fare?”
gli chiedo bruscamente sperando di scoraggiare qualunque tentativo di
discorso molesto da parte sua.
“Volevo parlare con te.”
“Se sei venuto per la
solita cosa, puoi anche fare a meno di cominciare ed andartene subito! Non
ho voglia di sentirti ripetere che sei tu la persona giusta per me e tutto
quello che ne consegue!” io non avrei alcuna voglia di parlare di questo, ma
DEVO, perché lui non perde occasione per infastidirmi con i suoi ‘ ti amo ’
che mi suonano ancora più falsi dei suoi sorrisi sempre perenni sulla sua
faccia , inoltre se fosse veramente questo che dice di provare per me, non
dovrebbe aver problemi a lasciarmi in pace con l’unica persona che IO amo,
ossia Hanamichi. L’ultima volta ha avuto anche la sfacciataggine di dirmi
che lui sarebbe disposto ( oh, che graziosa concessione!! ) a stare con me
pur sapendo che io non lo ricambio, perché saprebbe come suscitare il mio
amore…..a parte che io sto con Hana e non capisco perché dovrei lasciarlo,
ma dovrei essere proprio disperato per poter accettare una proposta simile!
E io non lo sono, perché sono felice con il mio do’aho.
“No, volevo farti sapere
che io parto e ……” la sua voce si interrompe, sentendo il suono del
telefono. Io mi alzo e vado in corridoio a prendere il portatile.
“Pronto.”
“Ehi, stupidissima
volpe, quanto cavolo ci metti a rispondere?! Dove eri?! Che facevi?! Va
tutto bene?” mi sposto in cucina per parlare liberamente.
“Do’aho, il telefono ha
fatto solo due squilli, mi dai il tempo di arrivare?”
“Sì, sì va bene……che
stavi facendo?”
“Cercavo di prepararmi
la cena, ma prima è arrivato Sendoh, ora mi telefoni tu…..”
“Volpe cretina, che ci
vuole a prep…….CHICCAVOLO HAI DETTO CHE C’E’ LI’ CON TE???!!!!!”
Sono costretto a
scansare il telefono perché Hana urla al punto che oltre a sovrastare il
frastuono prodotto dai suoi amici che sentivo fino ad un attimo fa, riesce
quasi a stordirmi!
“Do’aho.” gli sibilo,
massaggiandomi l’orecchio offeso dalla sua voce.
“Che diavolo ci fa quel
deficiente appuntito con te?! Che vuole quello stronzo?!”
“Stavo per scoprirlo
quando tu hai chiamato.”
“Kitsune, ma stai bene?
Vuoi che venga un attimo a casa, lo cacci a calci e poi me ne rivada? Arrivo
subito!”
Hana è partito nel suo
sproloquio preferito dopo quello del ‘ sono un tensai ’, l’antiporcospino
maledetto! Sento la voce di Yohei chiedere che stia capitando.
“Niente, niente quel
bastardissimo di Sendoh ha osato andare da Kaede……allora, kitsune, che
faccio arrivo?”
“Non ce n’è bisogno, se
è necessario lo prendo a calci io!”
“Io non sto tranquillo,
Kaede, non sapendoti solo con una iena ridens! Io non posso restare qui,
adesso ti raggiungo….”
“No, tu non ti muovi di
lì: è la festa del tuo migliore amico, non puoi andartene per venire a darmi
un aiuto di cui non ho bisogno e tu lo sai bene!” una volta Yohei mi disse
che io ero stato l’unico a restare in piedi dopo aver ricevuto un pugno di
Hanamichi e ora dovrei preoccuparmi di uno come Sendoh?!
“Ma, Kaede….”
“Niente ‘ ma Kaede ’ !
Tu ora torni dai tuoi amici e ti calmi – mentre parlo torno in corridoio
per riporre il telefono sulla sua base – ci vediamo domani a scuola, come
stabilito.”
“Grrrr, sei una volpe
testarda e imbecille! E va bene, ma stai attento a quel coso!”
“Sì, Hana, buonanotte.”
“Buonanotte, Kaede.”
Quando mi volto per
tornare in salotto, Sendoh è davanti a me.
“Sakuragi non torna
stasera?” non so perché la sua domanda, fatta con apparente tono innocente,
mi fa venire involontariamente i brividi!
“No.” nei suoi occhi per
un attimo ho visto un lampo strano, come se questa notizia fosse
inaspettatamente piacevole…..hn, mi sto facendo influenzare dalle
fissazioni del do’aho! Mi siedo sul divano subito imitato da lui e decido di
liberarmi della sua presenza nel minor tempo possibile, quindi riprendo il
discorso interrotto dalla telefonata di Hana.
“Stavi dicendo che
parti….”
“Sì, mio padre ha avuto
una promozione nella ditta in cui lavora ed è stato trasferito in una
filiale all’estero, negli Stati Uniti e mia madre ed io andiamo con lui.
Tenterò l’ammissione in una università americana.”
Mi rivolge uno sguardo
aspettandosi forse da me una qualche reazione, ma che mi importa dove va
lui?!
“Sono contento per te.”
gli dico in tono asciutto e a questo punto mi auguro che lui se ne vada, ma
non sembra avere questa intenzione, continua a fissarmi e mio malgrado mi
innervosisco.
“Non ti mancherò neanche
un po’? A me tantissimo!”
Già la sua domanda mi fa
venire i nervi, immaginate che ha pure posato la sua mano sulla mia coscia!
La scanso senza nascondere il fastidio che la sua azione mi ha suscitato e
mi alzo.
“A me non frega nulla di
dove vai e perché, Sendoh e no, non sentirò affatto la tua mancanza se non
altro perché almeno non dovrò più ripeterti che non voglio che mi parli dei
tuoi sentimenti per me né tantomeno che tu ti prenda simili libertà con me!”
glie lo sibilo con la mia voce più gelida, ma su di lui sembra non avere
alcun effetto, solo il suo sorriso si fa più tirato e le mani si stringono a
pugno.
“Perché ti devo essere
così indifferente?! Io non capisco……nessuno mi ha mai trattato come fai tu,
nessuno mi ha mai rifiutato con tanto accanimento come tu continui a fare!”
“Magari sto con un
altro?” gli chiedo in tono sarcastico.
“Ah già, tu hai Sakuragi……Sakuragi
il genio……ma fammi il favore!” scrolla le spalle con evidente disprezzo
parlando del mio ragazzo, ma chi ti credi di essere ‘ grande Sendoh ’ ?!
“E’ solo un buono a
nulla, un teppista capace solo di mettersi continuamente nei guai e ne
procurerà anche a te se non te ne liberi al più presto!”
Avrei una gran voglia di
tirargli un bel pugno sul naso e fargli ingoiare tutte le sue parole, ma mi
impedisco di farlo, perché questo è capace di pensare che lo faccio perché
sconvolto dalla sua verità! Comunque, non gli permetto di parlare in questi
termini del mio ragazzo né tantomeno di venirmi a dire quello che IO devo
fare nella mia vita!
“Non sono cose che ti
riguardano: sto con Hanamichi e ho intenzione di restarci a dispetto delle
tue idee su di lui e, lasciati dire una cosa, tu non sai niente di lui.”
“Ne so abbastanza per
capire che ti stai buttando via, per qualcuno che non ti merita e che non ha
niente da offrirti, cosa potrebbe darti che io non saprei fare meglio, eh?!”
“Io ho tutto quello che
voglio e tu non rientri nei miei desideri! Non c’è niente in te che sia
migliore di Hanamichi, tu non hai niente che io voglia, inoltre tu non sarai
MAI come lui, vuoi capirlo una buona volta?!”
Riesco a malapena a
finire di parlare che lui mi afferra per le spalle, prendendomi totalmente
alla sprovvista e mi addossa alla parete con violenza. Sbatto la testa
nell’urto e per attimo non vedo niente intorno a me, è diventato tutto nero,
poi rimetto finalmente a fuoco su di lui e incontro i suoi occhi accesi
d’ira e di furia, ma allo stesso tempo lucidi e consapevoli. Le sue mani
stringono i miei polsi con una forza tale da strapparmi un gemito di dolore
quando provo a divincolarmi, Sendoh mi allontana dal muro portandomi le
braccia dietro la schiena, mi strattona verso il divano e io mi sento
assalire da una vertigine che mi fa barcollare, ma lui non mi fa cadere,
mantiene la sua stretta sui miei polsi.
“Io non volevo arrivare
a questo punto, ma tu non mi lasci scelta, continui a rifiutarmi, a non
capire quello che fai alla gente…..”
Lo vedo prendere
qualcosa dalla tasca del suo giaccone e legarmici le mani, con un senso di
nausea che mi attanaglia lo stomaco, mi rendo conto di quali siano le sue
intenzioni e a questo punto sospetto che la cosa fosse premeditata, ecco il
perché di quella soddisfazione nel constatare che Hana non era a casa e non
sarebbe arrivato……tutto il mio essere si ribella all’idea di subire
un’umiliazione simile, ma sono intorpidito e ancora stordito per il colpo in
testa, non riesco a coordinare le idee con i movimenti, il mio corpo non
ubbidisce….devo fare qualcosa, ne ho la piena consapevolezza senza per
questo riuscirci! Provo a muovere le mani, ma non ottengo granchè, soltanto
di sentire la pelle andarmi a fuoco per lo sfregamento e un gran senso di
frustrazione! Con l’ennesimo strattone finisco sdraiato sul divano e prima
che io possa tentare alcunché, Sendoh è sopra di me che mi schiaccia con il
suo peso: mi apre la giacca della tuta che io ho indossato senza niente
altro sotto, le sue mani che mi toccano mi fanno venire il voltastomaco……si
accanisce con violenza contro il mio collo, tormentandomi con baci e morsi.
Quando torna a guardarmi gli riservo la mia migliore espressione di schifo,
ma lui non si scompone minimamente, sorridendo come se niente fosse.
“E’ inutile che mi
guardi con tutto questo disgusto, bel ragazzino – con un dito mi sfiora una
guancia, ma io giro il viso di scatto – vedi, tu non puoi andare in giro a
provocare la gente con questo bel faccino ed essere poi così sdegnoso…..”
Mi costringe a girare
nuovamente il viso verso di lui, afferrandomi con forza il mento e lo vedo
chinarsi su di me: bè, almeno questo posso impedirtelo, bastardo! Come la
sua bocca tocca la mia, gli mordo il labbro e lui si tira indietro con un
lamento stizzito, leccandosi la ferita. Per un attimo assaporo la
soddisfazione di avergli procurato dolore, ma è appunto solo un attimo,
perché Sendoh in risposta al mio morso, mi assesta uno schiaffo violento,
che mi fa girare la testa di lato e io mi sento assalire nuovamente dalle
vertigini.
“Posso anche fare a meno
di baciarti, ma….come hai detto prima? Io non sarò mai come lui? Oh bè, per
una volta mi prenderò quello che tu sconsideratamente hai riservato a lui
finora!”
Sento le sue mani sul
bordo dei pantaloni, anche se non sono perfettamente lucido e il contorno
delle cose a tratti sparisce, riesco a percepire i suoi movimenti e mi
accorgo benissimo della mia pelle che viene messa a nudo e provo un attimo
lunghissimo di rabbia, perché lui non dovrebbe vedermi così! Il battito del
mio cuore è assordante mentre cerco di prepararmi a quello che sta per
succedere, ma è tutto perfettamente inutile perché non sono pronto a sentire
il mio corpo posseduto con tanta deliberata violenza, Sendoh non si fa
scrupoli a riguardo, probabilmente prova anche piacere nel vedere che mi
mordo a sangue un labbro per impedirmi di urlare di dolore. Chiudo gli occhi
per non incontrare la sua espressione soddisfatta e non mostrargli le
lacrime che fuoriescono al di là della mia volontà, ma lui chiude una mano
sui miei capelli della nuca, obbligandomi a riaprirli con un singhiozzo che
esce incontrollato dalle mie labbra.
“Sei fantastico, lo sai?
Proprio come immaginavo.”
Vorrei riuscire a
mandarlo al diavolo, ma mi sento sempre più debole e pare proprio che gli
dei si ricordino di me, perché è l’ultima cosa che penso mentre scivolo nel
buio dell’incoscienza……
…..riapro gli occhi su
una realtà un po’ confusa: sento freddo e la testa mi pulsa in maniera
spaventosa. Mi sembra di essermi svegliato da un incubo, ho un vago senso di
inquietudine…..metto a fuoco di essere sdraiato sul divano e cerco di
rimettere insieme i pensieri, mi muovo leggermente, scoprendo il mio corpo
indolenzito come dopo aver fatto l’amore con Hana e sorrido, pensando alla
passione con cui mi ama il mio do’aho e…..ma Hana non è qui stasera, è da
Yohei! Mi alzo a sedere di scatto, ignorando le proteste del mio corpo, in
un attimo mi ricordo che Sendoh è venuto qui, che abbiamo discusso e
poi….con un brivido mi riapproprio di quanto è successo, ogni particolare mi
torna in mente……porto le mani davanti al viso, scoprendo sui polsi i segni
lasciati dalle sue dita, la pelle è arrossata per essermi cercato di
liberare. Mi stringo addosso la giacca della tuta, i miei pantaloni e i miei
boxer sono arrotolati intorno ad una caviglia, a testimoniare che quanto mi
ricordo è realmente accaduto, ci sono anche tracce di sangue, ovviamente
mio, sulla stoffa del divano che non possono che confermarlo. Con mia grande
sorpresa non è la rabbia il primo sentimento che avverto, ma incredulità:
come è potuto succedere a me?! Sono sempre stato in grado di badare a me
stesso, mi sono bastato per diciassette anni e ora……ora ho permesso a quel
bastardo di…..di…….non riesco neanche a formulare quel verbo, quella parola
che porta con sé umiliazione e sottomissione ottenuta con la violenza. Il
mio stomaco si contrae, mentre vengo assalito dalla nausea e dall’istinto di
dare di stomaco, anche se so benissimo che dipende solo dal nervoso. Riesco
ad alzarmi anche se la testa mi gira non appena lo faccio, con la mano cerco
e trovo il punto in cui ho sbattuto e trovo del sangue sulle dita, devo aver
urtato lo spigolo della cornice del quadro quando Sendoh mi ha spinto contro
il muro. Ho un nodo dentro che mi stringe sempre di più man mano che
recupero ulteriori dettagli: stento ancora a credere che questi ricordi
appartengano a me, che riguardino me! La mia forza fisica e di volontà sono
stati insufficienti, non sono stato capace di impedire che succedesse
questo proprio a me e il mio orgoglio si contorce, stridendo ferito nella
mia anima. Salgo in camera, mi disfo dei vestiti, gettandoli in un angolo;
entro in bagno ed apro l’acqua della doccia, infilandomici sotto. Voglio
cancellare tutto lo schifo che mi sento addosso, cancellare ogni minima
traccia di lui, perché è come se sentissi il suo odore sulla mia pelle e io
non lo sopporto, continuo a strofinarmi la spugna addosso e man mano che
passano i minuti prendo maggiore consapevolezza di quello che ho subito.
Praticamente non mi ricordo moltissimo dell’atto in sé, soltanto l’inizio,
è vero, ma questo non mi rende la cosa meno traumatica, perchè io so cosa è
successo, quel bastardo, quel maledetto bastardo, si è preso qualcosa che
non gli spettava, quello che io avevo promesso per sempre ad un altro e io
lo ODIO!!!! Sferro un pugno contro le piastrelle, ma non sento alcun dolore,
perché quello della mia anima è ben più forte e pulsante. Lacrime cominciano
a rotolarmi lungo le guance, ma non sono di autocommiserazione, sono lacrime
di rabbia e di frustrazione…..mi lascio scivolare a terra e rimango sotto
l’acqua finchè non comincio a tremare per il freddo, allora mi decido ad
uscire dalla doccia e indosso il mio accappatoio, asciugandomi il viso con
una manica. Quando mi volto, mi trovo davanti alla mia immagine riflessa
dallo specchio, mi avvicino maggiormente e scosto la spugna dal collo: la
pelle ha numerosi segni rossastri, qualcuno comincia a sfumare verso il blu
e i miei polsi non sono ridotti molto meglio. Come caspita faccio a
nasconderli a scuola e, peggio, agli allenamenti?! Hanamichi capirà subito
tutto e…..già, Hanamichi……che dirà quando gli racconterò tutto? Avrei dovuto
ascoltarlo, avrei dovuto permettergli di tornare e tutto questo non sarebbe
successo, ma io ero così sicuro di non aver nulla da temere, che comunque
sarei riuscito a difendermi……torno in camera nostra, mi siedo sul letto, sul
nostro letto e meccanicamente prendo il telefono sul mio comodino,
compongo lentamente il numero del cellulare di Hana per chiedergli di
tornare a casa, subito.
“Kaede, che succede?!”
la sua voce mi arriva preoccupata.
“Io….” non riesco a
continuare, perché dall’altra parte sento un tonfo seguito dallo scroscio di
risate dei suoi amici.
“OI, MA VOLETE STARE
ZITTI, GRANDISSIMI IMBECILLI??!! IO STO PARLANDO CON IL MIO AMORE!!!”
Quella singola parola
pronunciata dalla sua voce con una nota dolce anche se sta urlando, mi fa
stringere qualcosa dentro e venir voglia di piangere, ma mi mordo un labbro
per impedirmelo, perchè ad Hana prenderebbe un colpo e poi mi rendo conto
che ho bisogno di un po’ di tempo per riconquistare un minimo di lucidità e
per poter parlare di quello che è accaduto…..
“Oi, amore, ci sei?!”
“Sì….”
“Ma va tutto bene?
Perché mi hai chiamato?”
“Volevo sentire la tua
voce……” in fondo è una mezza verità, ma quanto mi costa non dirgli tutto,
soprattutto in termini di orgoglio, perché il timore per la sua reazione mi
pungola l’anima anche se io mi fido di Hana totalmente……..
“Sei sicuro?”
“Sì, certo…..ci vediamo
domani, ok?”
“Ok….ehi, volpe!”
“Hn?”
“Ti voglio un sacco di
bene!”
Riesco ad attaccare
prima che un singhiozzo scappi al mio controllo…..mi sento terribilmente
stupido a piangere così, ma non posso farci proprio niente……mi sdraio sotto
il piumino, raggomitolandomi sul lato dove dorme sempre lui, respiro il suo
profumo sul cuscino e cerco di immaginarlo qui con me che mi stringe tra le
sue braccia forti e sussurra il mio nome come solo lui sa fare, facendomi
sentire immensamente amato e felice……passo la notte praticamente in uno
stato di dormiveglia, non riuscendo mai veramente a dormire, anche il mio
gatto si accorge della mia agitazione e viene a sdraiarsi vicino a me,
facendo le fusa e accoccolandomisi addosso. Quando la sveglia suona, mi
alzo, eseguendo meccanicamente le mie azioni quotidiane, cerco anche di
cancellare le tracce di sangue sulla stoffa del divano, ma senza far
colazione: il pensiero di mangiare mi fa star male e poi ho lo stomaco
chiuso. Arrivo volutamente in ritardo a scuola, perché so che ad Hanamichi
basterebbe un’occhiata per capire che qualcosa non va, con lui non ha senso
provare a fingere. Invento un fantomatico colloquio con un professore per
sfuggire all’ora di pranzo con lui che inevitabilmente già sospetta, ‘dopo
mi spieghi, eh kitsune?!’ mi ha detto mentre mi dileguavo nel corridoio, e
riparo in quell’angolo di terrazza dove non va mai nessuno. Non sto evitando
di restare solo con lui per vigliaccheria né tantomeno perché voglio
tenergli nascosto quello che è successo ieri sera, ma soltanto perché voglio
farlo stasera con calma, quando saremo da soli a casa. Il momento peggiore
arriva con gli allenamenti: devo cambiarmi per primo e in fretta, prima che
arrivino gli altri e devo indossare la giacca della tuta per sperare che
nessuno noti i segni che ho addosso. Inoltre, comincio a sentirmi più
debole ogni momento che passa e mentre sto cercando di liberarmi dalla
marcatura di una matricola, sento il sudore gelarmisi sulla pelle, la vista
appannarsi e i suoni sparire intorno a me. Riesco a sedermi sul parquet
prima che le ginocchia mi cedano. Hana è subito da me.
Io lo sapevo che c’era
qualcosa che non andava!!! È da stamattina che il volpacchiotto è strano: è
pallido da far spavento e poi oggi, durante le lezioni, faceva finta di
dormire, ma appunto, faceva finta e questo non è normale e poi, non so,
chiamatelo istinto, sesto senso, come vi pare, ma ho avuto per tutto il
giorno la sensazione che in Kaede qualcosa non andasse e adesso quasi mi
sviene in palestra! Mi precipito subito da lui non appena lo vedo sedersi
sul parquet: gli tocco le mani, che scopro essere ghiacciate, per indurlo a
guardarmi negli occhi.
“Che ti succede, Kaede,
ti senti male?”
Lui annuisce lievemente,
passandosi una mando sugli occhi e io decido il da farsi in pochi secondi,
il tensai entra in azione! Approfitto della presenza di Mitsui e Kogure che
sono passati a trovarci dopo le lezioni all’università.
“Ehi, Quattrocchi, non
ti sei dimenticato come si fa il vicecapitano, no? Fagli continuare gli
allenamenti, io accompagno Rukawa in infermeria. La cosa ottimale ora
sarebbe che io mi caricassi la volpe, ma non oso, prevedendo perfettamente
la sua reazione, quindi, mi limito ad aiutarlo ad alzarsi, gli cingo la vita
con il mio braccio e mi faccio passare il suo intorno al collo. Quando
arriviamo lo faccio distendere sul lettino e gli sfioro la fronte: non
sembra avere la febbre, allora cos’ha?!
“Che ti è preso, volpe?!
Vuoi che vada a chiamare il dottore?”
“No, non è niente….è
solo un calo di zuccheri, ora mi passa…..”
“Vado a prenderti un
integratore vitaminico, non muoverti di lì!”
Prendo una delle
bottiglie che Haruko, la nostra manager tiene negli spogliatoi e torno da
Kaede che sembra essersi addormentato: decido che è meglio togliergli la
giacca della tuta ( perché se la sarà messa poi? Lui non è mai freddoloso!
Mah…… ), ma come tocco la chiusura lampo, i suoi occhi si spalancano e la
sua mano blocca la mia.
“Che stai facendo?!”
“Kitsune, che ti
piglia?! Volevo toglierti questo affare bagnato di dosso!” mentre parlo, mi
accorgo che una manica della tuta è scivolata indietro, rivelando dei segni
sul polso di Kaede, come se qualcuno glie lo avesse stretto con violenza e
tenuto stretto con qualcosa che ha fatto escoriare la pelle. Sento un
brivido gelato scendermi lungo la schiena, il sospetto che sia capitato
qualcosa di brutto si affaccia nella mia mente, ma io lo scaccio, magari non
è niente, però…..
“Cosa sono questi
segni?! Perché non vuoi toglierti la giacca?! Cos’altro non devo vedere?!”
il mio tono risulta aggressivo e quasi accusatorio, ma conosco bene Kaede e
so che è capace di tacermi qualcosa di importante solo per non farmi
preoccupare, con il risultato che adesso vado ai matti se non mi da subito
una spiegazione. Lui non risponde alle mie domande, abbassa solo la testa,
mentre fa scendere la lampo, mettendo a nudo il collo. Il respiro mi si
mozza in gola, mentre i miei occhi scoprono i numerosi segni rossi e
bluastri che deturpano la sua pelle candida……chi è stato?! Chi ha potuto
fare una cosa del gen.…..Sendoh!! Quel bastardo maledetto ieri sera è andato
da lui e…..prendo delicatamente il mento di Kaede con le dita, lo invito a
guardarmi e forse mi basterebbe il suo sguardo tormentato e triste per
capire cosa gli sia successo, ma non voglio neanche pensarlo…..
“E’ stato Sendoh?” lui
annuisce stancamente.
Prendo il coraggio di
formulare quella domanda che chiarirà finalmente tutto.
“Kaede, dimmi la verità,
fino a che punto è arrivato?” la voce mi esce strozzata, mentre prego
silenziosamente che tutto quello che vedo sia solo il risultato di un
tentativo e niente più. Aspetto una risposta da Kaede, una risposta che non
arriva, perché lui si limita a voltare la testa di scatto con gli occhi
chiusi e io capisco, capisco perché oggi mi era sembrato sfuggente e capisco
quella telefonata di ieri sera, che non aveva avuto senso, almeno finora…..sento
la rabbia montarmi dentro, una rabbia così cupa e violenta che devo
stringere forte i pugni per impedirmi di schizzare via di qui in cerca di
quell’essere maledetto, ma non ora, non subito, Kaede viene prima di ogni
cosa. Chiudo nuovamente la sua giacca, poi prendo una delle sue mani tra le
mie e ne bacio il dorso, il palmo, i polpastrelli…..ora non trovo altro modo
per stabilire un contatto con lui, sento che ogni parola sarebbe inadeguata,
di circostanza. Credo che la cosa migliore in questo momento sia fargli
avvertire la mia presenza, bisogna che si calmi perché io possa andare a
fare quello che deve essere fatto……..mi siedo sul lettino accanto a lui,
continuando a posare dei baci sulla sua mano.
“Abbracciami, amore….”
Glie lo sussurro, ma so che lui mi ha sentito, infatti si tira su a sedere e
appoggia la testa sul mio torace, stringendo forte la mia maglietta tra le
dita. Io lo premo contro di me, abbracciandolo, passando le mani tra i suoi
capelli lentamente e delicatamente, lo sento così teso…..pian piano però le
mie carezze leggere lo rassicurano, sento il suo corpo rilassarsi e allora
lo faccio nuovamente sdraiare, tornando a sfiorargli i capelli, la guancia
come se lo stessi cullando…..alla fine cede al sonno e io continuo a
vegliarlo per qualche secondo ancora, poi lo copro ed esco dalla stanza.
Vado velocemente negli spogliatoi, indosso la tuta sopra la tenuta da
allenamento e rientro in palestra. La mia espressione non è delle migliori,
perché Mitsui subito si avvicina serio in volto.
“Hanamichi, che succede?
Rukawa sta bene?”
“Sì, dorme….Kogure,
vieni un attimo qui per favore?”
Il nostro ex vice
capitano stava facendo esercitare a squadra ai tiri da tre, con un sorriso
si allontana e mi raggiunge.
“Che c’è, Hanamichi?”
“Devo chiederti un
favore, lo chiedo ad entrambi…..Rukawa sta dormendo in infermeria, mandate
tutti a casa e poi svegliatelo, con calma, e accompagnatelo a casa nostra.
Imponetevi se necessario, ma non lasciatelo solo, andate con lui e aspettate
il mio ritorno. È importante che non mi venga a cercare, posso contare su di
voi?”
“Certo.” Dicono insieme
guardandosi negli occhi.
“Hanamichi, ma tu dove
vai?” chiede Kogure preoccupato.
“Devo sistemare una
faccenda e al più presto.” Mi volto per andarmene, ma Mitsui posa una mano
sul mio braccio.
“Vuoi che venga con te?”
Mitsui ha capito che c’è qualcosa che non va e probabilmente intuisce che
sto andando a cercare qualcuno anche se ignora il chi e il perché.
“Grazie, ma tocca a me
occuparmi di questa cosa.”
Lui annuisce e io me ne
vado. Mentre raggiungo il Ryonan sento la rabbia aumentare ad ogni passo, la
strada dalla stazione alla scuola la percorro praticamente correndo. Entro
nella stessa palestra dove disputammo la nostra amichevole quasi tre anni
fa, tanto anche l’università annessa si allena qui… con un colpo di fortuna
trovo solo Sendoh e Uozuni che stanno finendo di sistemare. Quando la mia
figura si staglia sulla porta, si voltano entrambi verso di me e negli occhi
di quello stronzo dai capelli a punta, vedo passare un lampo di
preoccupazione: allora non è completamente cretino come pensavo, perché è
evidente che mi teme e fa bene, un gran bene!! Annullo la distanza tra di
noi con pochi passi e lo afferro per la maglietta.
“Io ti ammazzo,
bastardo!” gli sibilo ferocemente sulla faccia.
“Sakuragi, che
succede?!” Uozumi si avvicina a noi. Io volto leggermente il viso verso di
lui.
“Devo parlare con lui,
DA SOLO!” “Esci fuori di qui, bastardo, sempre che tu ne abbia il
coraggio!” questo è solo per Sendoh, non è necessario che senta anche Uozumi.
“Ehm, Uozumi, aspettami,
quando ho finito torniamo a casa insieme.”
Che vigliacco che sei,
razza di rifiuto umano!
“Se speri che questo
possa fermarmi – stringo maggiormente la presa sulla sua maglietta – ti
sbagli di grosso!” lo lascio andare, spintonandolo verso l’uscita. Raggiungo
l’angolo più nascosto del cortile prima di farlo fermare e sbatterlo senza
tante cerimonie, contro il muro.
“Dovresti intuire perché
sono qui, no?!”
“Veramente mi aspettavo
che venisse lui a cercarmi, non certo che mandasse il giustiziere della
notte!” il deficiente ridacchia pure della sua battuta, questo non ha
capito proprio niente!!! Per tutta risposta gli assesto un bel pugno sulla
sua faccia da idiota, facendogli uscire il sangue dal naso e sbattere la
testa al muro, con mia grande soddisfazione, aggiungo. Forse lui crede che
io tolleri che scherzi in questa circostanza?! Bè, per sua somma sfortuna
non mi ha mai visto arrabbiato, arrabbiato veramente e questo forse gli fa
sperare che io mi limiti a spaccargli la faccia….si accorgerà presto che non
mi basta!
“Non c’è bisogno che
Kaede si sporchi le mani per ammazzarti, per un animale come te basto io!”
Sendoh si pulisce il
sangue con la manica della maglietta.
“Vediamo di non essere
tragici, ok? Non è il caso di rovinarsi la vita….”
“Ah, non è il caso?! –
lo afferro per le spalle, sbattendolo nuovamente contro il muro – tu hai
fatto del male alla persona a cui tengo di più al mondo e non dovrei
ammazzarti?!” Sottolineo ogni parola con uno scossone violento, ma lui
reagisce con un mezzo sorriso che mi fa capire che lui si illude di
cavarsela a buon mercato, magari con qualche ammaccatura, ma niente di più,
il buon Sakuragi fa sempre un sacco di storie per tutto, ma in fondo
sbraita solo…..bè, non quando c’è in ballo qualcosa di così importante, non
quando si tratta di Kaede!!
“Allora il problema è
che ti scoccia che me lo sia fatto anch’io, eh?!”
Ok, Sendoh, sei morto……
Comincio a picchiarlo
violentemente e lui prova a difendersi, glie ne do atto, ma con scarsi
risultati, lui è solito risolvere tutto con i suoi irritanti sorrisi e una
pacca sulla schiena, non è abituato a fare a botte, non è il tipo da
lasciarsi coinvolgere in una rissa, non ha le palle per farlo, anche se
avrebbe l’altezza e i muscoli. Comunque, in questo scontro non può che avere
la peggio…..mi accanisco con cattiveria e metodo nel picchiarlo e ben presto
la sua maglietta e la sua faccia sono piene di sangue, del suo sangue e ad
ogni colpo che gli infliggo, ripenso agli occhi di Kaede, tormentati e
tristi, immagino il suo dolore e la sua frustrazione nell’aver dovuto cedere
a questo essere abietto e la mia furia aumenta, come la violenza dei miei
pugni e dei miei calci che per la legge del contrappasso si concentrano su
un punto in particolare, con la speranza di renderlo finalmente e per sempre
inoffensivo!! Sono accecato dalla voglia di fargli male, di infliggergli
dolore e non , perché come ha detto questo maledetto, oltretutto parlando
senza alcun rispetto di Kaede, ha fatto sesso con il mio ragazzo
obbligandolo, no, è perché ha fatto del male al mio amore e io non lo
perdonerò MAI!!! Io ti odio Sendoh, ti odio al punto di volerti morto ed è
un sentimento assoluto, totalizzante……quando al mio ennesimo colpo, crolla a
terra senza riuscire ad alzarsi, sono io stesso a riportarlo in piedi,
addossandolo al muro e stringendo le mani intorno al suo collo e provo un
brivido di piacere perverso nel leggere il terrore nei suoi occhi: ora sai
qual è la tua sorte, maledetto, per aver osato alzare le mani su chi per me
è più sacro di qualunque cosa, più importante della mia stessa vita! Prova
ad allontanare le mie mani da sé, ma è perfettamente inutile, lui è allo
stremo delle forze, mentre io potrei continuare per ore a pestarlo!
“Sakuragi, fermati!!”
avverto queste parole e due braccia forti che cercano di allontanarmi da
lui, contemporaneamente e riconosco Uozumi, evidentemente venuto a vedere
perché ci mettessimo tanto a tornare. Riesco a liberarmi al suo primo
tentativo, ma lui non demorde, torna ad afferrarmi per cercare di staccarmi
dal suo compagno di squadra.
“Che vuoi fare, Sakuragi?!
Così lo ammazzerai!!”
“E’ proprio quello che
voglio!” gli dico io di rimando, aumentando la stretta delle mie dita sulla
gola di Sendoh.
“Tu non sai quello che
dici, non ti rendi conto!”
Veramente io mi rendo
benissimo conto: voglio che questa bestia paghi per aver violentato il mio
amore…..
“Sai cosa vuol dire
veder morire una persona?!” mi incalza lui e un flash illumina la mia mente,
un flash lungo e doloroso in cui rivivo quegli attimi terribili in cui
tornai a casa e vidi mio padre riverso a terra sofferente e pallido.
Riaffiorano in me i sentimenti di allora e impercettibilmente allento la
presa su Sendoh.
“Lascialo andare,
Sakuragi, non vuoi rovinare la vita tua e di Rukawa, no?!” Uozumi sa della
relazione tra Kaede e me, la usa per cercare di farmi tornare alla realtà e
ci riesce, facendo presa sulla mia coscienza con le uniche due cose che mi
possono far tornare alla ragione: io ho visto com’è la morte, inoltre non
voglio e non posso far soffrire ulteriormente Kaede, non posso lasciarlo
solo, nè ora né mai.…..allontano le mie mani dal collo di Sendoh, che crolla
per terra, sputando saliva e sangue, cercando di ritrovare il respiro.
Inspiro aria anch’io per snebbiare la mente dalla rabbia e calmare il mio
cuore che mi rimbomba nelle orecchie per lo sforzo di esser dovuto alla fine
tornare alla ragione…..prima che Uozumi si chini su di lui per prestargli i
primi soccorsi, sono io a farlo: “Dì a qualcuno quello che hai fatto a Kaede
per vantartene e ti giuro che vengo a finire quello che ho cominciato oggi,
ti è chiaro?!” per sottolineare il concetto, gli assesto l’ennesimo calcio
al basso ventre seguito da un rantolo di questo misero essere ai miei piedi!
Uozumi a questo punto mi afferra saldamente e mi allontana.
“Vattene via, Sakuragi,
ora basta!” lo sguardo che mi rivolge è duro e carico di riprovazione per le
mie azioni, ma lui non sa che cosa ha fatto il suo compagno di squadra!
Lascio il Ryonan con un sapore amaro in bocca, perché anche se Sendoh ha
avuto il fatto suo, per il mio amore non è cambiato nulla….
Entro a casa
silenziosamente, mi tolgo le scarpe e Kogure mi viene incontro nel corridoio
che porta in salotto.
“Kaede?” gli chiedo come
prima cosa.
“Sono riuscito a
convincerlo ad andarsi a sdraiare sul letto, ora riposa, mi sono affacciato
in camera vostra pochi minuti fa ed era tranquillo.”
Annuisco un po’
sollevato e sono grato a Kogure per la premura.
“C’è voluta tutta la
pazienza di Kimi – kun per riuscire a mandarlo a riposare…….. era agitato
come non lo avevo mai visto e pensato di vederlo, inoltre era preoccupato
per te, non ha fatto che chiederci dove fossi andato……Hanamichi, ma che
cavolo è successo, si può sapere?!”
Mitsui ci ha raggiunti
in corridoio, ma io gli faccio segno con la testa di tornare in salotto, non
voglio correre il rischio che le nostre voci sveglino il mio amore. Ci
sediamo sul divano e scruto i loro volti tesi e attenti.
“Kaede non vi ha detto
niente?” la mia è una domanda retorica, lo so, ma sto valutando cosa sia
meglio fare, se raccontargli o meno cosa è accaduto: io vorrei potermi
sfogare con loro e magari ottenere qualche consiglio da Kogure, il più
adatto in questo, sul modo migliore per aiutare il mio amore a superare
questo momento, ma Kaede probabilmente non vuole che qualcuno sappia e non
posso biasimarlo…..simili violenze hanno il potere di abbattere chiunque, ma
credo che su un’indole orgogliosa come la sua, la ferita sia ancora più
profonda…..
“Rukawa non ci ha detto
nulla, si è limitato a chiederci dove tu fossi e poi non ha più aperto
bocca!” questo è Mitsui che parla.
“Ragazzi, io non so se
posso dirvelo – ammetto alla fine – non riguarda soltanto me e prima dovrei
parlarne con lui per sapere se posso farlo, spero comprendiate se ho chiesto
il vostro aiuto senza darvi nessuna spiegazione.”
Loro si scambiano
un’occhiata, poi è Kogure a parlarmi.
“Ascolta, Hanamichi, noi
crediamo di aver capito cosa possa essere accaduto a Rukawa, ben poche altre
cose potrebbero giustificare la tua reazione e capiamo benissimo la tua
posizione e francamente io sento di condividerla pienamente, quindi non ti
chiederemo nulla. Voglio solo che tu sappia che puoi contare sulla nostra
discrezione e sul nostro aiuto.”
Io mi sento commosso
dalla sue parole, perché è la dimostrazione di quello che ho sempre pensato:
abbiamo giocato nella stessa squadra, condiviso tante esperienze ed emozioni
che ci hanno unito e ora non siamo più solo ex compagni di squadra, ma
amici, amici con la A maiuscola!
“Grazie, ragazzi, grazie
per l’aiuto e la disponibilità e, a questo proposito, avrei un ultimo favore
da chiedervi: potete aspettare che io mi faccia la doccia, prima di
andarvene? Nel caso squillasse il telefono o cose simili, non vorrei che
Kaede si svegliasse.
“Sì certo, così dopo do
una sistematina alla tua faccia!” Kogure mi rivolge un’occhiata fintamente
arrabbiata.
“Ok.”
Sotto l’acqua realizzo
anche di avere qualche escoriazione sulle nocche delle mani, oltre a qualche
ferita sul viso: il bastardo ha provato a difendersi. Ho fatto uno sforzo
enorme per non ammazzarlo con le mie mani, se non fosse intervenuto Uozumi
non credo che ci sarei riuscito e non so se maledirlo o ringraziarlo per
avermi impedito di fare quello che la mia anima reclamava come riparazione
per il male fatto a Kaede, ma è anche vero che è stato proprio il suo
pensiero a farmi desistere dal mio intento, è stato il desiderio di non
lasciarlo solo e la consapevolezza che lui ha solo me…..
Dopo la doccia, indosso
i jeans sbiaditi e la maglietta un po’ stretta dai bordi slabbrati che porto
sempre per casa e che è la preferita del mio amore….
Kogure mi medica sotto
gli occhi di Mitsui che lo fissa con un’adorazione tangibile e
all’improvviso sposta lo sguardo su di me, passando una mano tra i capelli
del suo ragazzo.
“Se qualcuno avesse
osato farlo a Kimi – kun, non so cosa avrei potuto fare!”
Le sue parole mi
convincono che hanno intuito giusto circa quanto successo a Kaede, ma so che
non ne parleranno mai davanti o con lui.
“Quello che stavo per
fare anch’io, Mitsui.” Con un’occhiata capiamo entrambi di cosa stiamo
parlando. Quando Kogure finisce di medicarmi, se ne vanno ed io posso andare
da Kaede……la nostra stanza è avvolta dalla penombra, ma vedo bene la sua
sagoma sul letto: è raggomitolato su un fianco e mi dà le spalle, distinguo
i contorni del suo corpo….lo stupido volpacchiotto non si è coperto con il
piumino. Riesco a non fare alcun rumore avvicinandomi al letto e
sdraiandomici sopra; mi accosto a lui e con estrema cautela lo prendo tra le
braccia, facendo attenzione a non svegliarlo, mi chino su di lui scostando
una ciocca dei suoi bellissimi capelli scuri dalla fronte e posandoci un
lieve bacio. Kaede anche nel sonno avverte la mia presenza e mi si
rannicchia contro, la sua mano che si stringe sulla stoffa della mia
maglietta, in un gesto così dolce che mi fa salire le lacrime agli occhi
perché anche se il ragazzo che stringo contro di me è sempre il solito Kaede
Rukawa, forte e sicuro di sé, vedo affiorare in lui il lato più fragile del
suo carattere e so che quanto accaduto lo cambierà in un modo o nell’altro.
Lo stringo maggiormente a me, passando le mani tra i suoi capelli e mi
maledico mille volte per non aver insistito con lui ieri sera e non averlo
convinto che la cosa migliore fosse che io tornassi a casa. Avrei dovuto
fregarmene del suo ammonimento a restarmene a casa di Yohei e precipitarmi
qui….io avevo giurato a me stesso che lo avrei protetto da ogni male e
invece……se fossi tornato……una semplice decisione diversa e questo non
sarebbe mai successo!! Mi sento così triste per il dolore che non sono
riuscito ad impedirgli di provare e poi, sto male, male fisicamente al
pensiero della sua innocenza violata: Kaede non era più vergine, ma lo aveva
fatto sempre e solo con me, tutto quello che sapevamo sul sesso lo avevamo
scoperto ed imparato insieme e poi tra me e lui è stato sempre e solo per
amore, qualcosa di dolce e di pulito, non per soddisfare dei bassi istinti!
Come ha potuto quel maledetto prendersi il suo corpo senza pensare a quello
che stava facendo alla sua anima?! Ha scambiato l’amore con il possesso,
senza alcun rispetto per il ragazzo per cui ha sempre detto di tenere…..lui
non sa neanche che vuol dire vivere anche solo per un suo sorriso, per
vedere i suoi occhi accendersi di gioia……le mie dita indugiano, scorrendo
leggere sul suo viso, sulla sua pelle liscia e delicata. Seguo il contorno
dei suoi lineamenti perfetti, sfioro la bocca piccola e piena, tutto in lui
richiama la pura bellezza, al punto che a dispetto della forza e del carisma
così evidenti in lui, quando lo guardo non posso che pensare che non esiste
niente di altrettanto etereo e puro……come si può fare del male ad una
creatura simile?! Come si può farlo solo per soddisfare un desiderio, un
capriccio?!
Kaede si muove nel mio
abbraccio, mugolando come un gatto e i suoi occhi si aprono, offuscati dal
sonno e dolcissimi……
“Hana….”
“Sì, sono qui, come
stai?” le mie labbra premono sulla sua fronte un po’ calda, deve essergli
salita un po’ di febbre. Lui si rannicchia maggiormente contro di me, il suo
respiro contro la mia gola.
“Sei tornato….” Mi
sussurra lui con la sua voce con cui sembra soffiare le parole, in cui mi
pare di avvertire un senso di sorpresa, come se avesse in qualche modo
creduto……creduto cosa?! Che io potessi ritenerlo in qualche modo colpevole e
avercela in qualche misura con lui per quello che ha subito?! Probabilmente
sì e so che questo non ha niente a che vedere con l’avere più o meno fiducia
in me, è solo normale dopo aver vissuto la sua esperienza e deve fare
maledettamente male…..
“Da te io tornerò
sempre, amore, per me sei tu la mia casa…..” la sua mano sale ad
accarezzarmi il viso, incontrando i cerotti che mi ha applicato Kogure. Alza
gli occhi su di me, ritirandosi di poco nel mio abbraccio per poterlo fare.
“Ti ha fatto del male?”
ovviamente ha capito dove sono stato e per fare cosa.
“Lui sta molto peggio,
te lo assicuro.” Sorrido in modo sinistro, perché credo che quello stronzo
ne avrà bisogno di tempo per riprendersi.
“Ne sono contento.” Mi
dice lui mentre le sue labbra si distendono in un flebile sorriso, tirato e
triste. Quando lo sento tremare leggermente, mi decido a recuperare il
piumino dal fondo del letto e a coprircelo per bene, poi prendo la sua
mano, intrecciandone le dita con le mie.
“Avrei voluto dirtelo,
ma volevo farlo stasera quando saremmo tornati qui, a casa nostra, invece….”
“Lo capisco, amore mio,
ma ora non pensarci…….l’unica cosa che conta sei tu, quindi, dimmi, cosa
vuoi che faccia per te?”
“Stringimi forte a te…”
Naturalmente faccio come
mi chiede, premendolo maggiormente contro il mio corpo e baciandogli di
tanto in tanto i capelli e una guancia.
“Cosa hai detto a Kogure
e Mitsui?” mi chiede all’improvviso, evidentemente preoccupato che io possa
aver rivelato loro qualcosa.
“Non gli ho detto nulla
e loro non hanno chiesto niente – mi affretto a rassicurarlo – li conosci,
non sono tipi da domande indiscrete, si sono limitati a fare quello che
avevo chiesto loro di fare: accompagnarti qui e aspettare il mio arrivo.” In
fondo non si tratta di una bugia vera e propria, ma di una mezza verità,
perché loro hanno intuito e io non ho smentito, ma questo Kaede può anche
ignorarlo, tanto di loro mi posso fidare totalmente.
“Non voglio che lo
sappia nessuno, non lo voglio leggere negli occhi di chi mi guarda né
tantomeno voglio compassione, non lo sopporterei. Io voglio cercare di
dimenticare quello che mi è successo e non posso riuscirci se tutti me lo
ricordano!” si è puntato su un gomito per guardarmi negli occhi e i suoi mi
appaiono offuscati.
“Non lo saprà nessuno,
amore.”
“Promettimelo, Hana.”
Alzo una mano verso il
suo viso e lui vi strofina contro la guancia, chiudendo gli occhi.
“Promettimelo…..” mi
chiede nuovamente con un sussurro.
“Te lo prometto, Kaede.”
Si lascia andare con un
respiro sul mio petto e io lo abbraccio. Dopo pochi minuti sono io a
parlare, per sapere almeno una cosa di ieri sera. Non vedendo il suo viso
non so se si è addormentato, così lo chiamo.
“Kaede?”
“Hn.”
“Io lo so che ora non me
ne vuoi parlare e ti comprendo, ma vorrei chiederti una cosa di ieri,
posso?”
Sento il suo corpo
irrigidirsi tra le mie braccia.
“Cosa?” mi chiede dopo
un attimo di assoluto silenzio in cui sento solo il suo cuore battere contro
il mio.
“Ti ha fatto molto
male?” le mie parole aleggiano sospese nella stanza, mentre io sento
nuovamente la rabbia crescere dentro di me contro chi ha osato alzare le
mani sul mio preziosissimo amore.
“Sì.” Ammette lui in un
soffio e io mi sento male al pensiero della sua sofferenza, al suo corpo
stupendo violato senza alcun riguardo e il sapere di non poterci fare più
nulla mi riempie di angoscia. Gli bacio con dolcezza il viso, non sapendo
che dire per dare sollievo alla sua pena e spero che la mia presenza e il
mio amore possano dargli un po’ di tranquillità.
Visto che nessuno di noi
due ha molta fame, preparo dei panini che ci mangiamo a letto e, dopo aver
sistemato, ci sdraiamo per dormire e Kaede per tutta la notte resta stretto
a me, nel mio abbraccio. Il giorno seguente non andiamo a scuola, perché lui
ha ancora un po’ di febbre e io non lo lascio di certo solo a casa, non lo
farò mai più! Mi sono alzato presto, Kaede dorme ancora, ma io mi sono
deciso ad uscire dal letto perché non riesco a stare sdraiato. Ripenso a
ieri sera, a quello che è successo e sento di avere bisogno di parlarne con
qualcuno: so di aver promesso a Kaede che avrei mantenuto il silenzio, ma
mia madre è un’altra cosa! Le telefono al lavoro e le chiedo di passare qui
a fine turno, ossia tra poco e mi metto ad aspettarla vicino la finestra per
vedere quando arriva e impedirle di suonare il campanello e svegliare così
Kaede. Quando arriva le spiego che è una cosa molto importante quello di cui
devo parlarle e la faccio andare in giardino per maggior sicurezza, io
intanto vado a controllare il sonno di Kaede: lui dorme tranquillo e io
rischio un bacio tra i suoi capelli, sistemando il piumino intorno a lui.
Raggiungo mia madre, seduta su una delle sedie.
“Mi dispiace di averti
fatto venire fin qui adesso, sarai stanca.”
Lei mi fa uno dei suoi
sorrisi da ‘ mamma ’.
“Non ti preoccupare,
Hanamichi, ma prima che tu mi spieghi, volevo dirti che ieri pomeriggio è
stato portato in ospedale un ragazzo che conosci anche tu, mi sembra che me
ne hai parlato a volte, si chiama Akira Sendoh. Sembra che abbia fatto a
botte con un altro ragazzo.”
“Spero che sia crepato
quel bastardo!” dico con un livore talmente evidente che mia madre mi fissa.
“Hanamichi, ma sei stato
tu a ridurlo così?!”
“Sì.” Ammetto con
decisione. Lei fa un sospiro.
“Raccontami.” Mi esorta
lei, sapendo bene che ci deve essere un motivo grave per avermi indotto a
comportarmi così.
“Prima dimmi che ne sarà
di quell’animale.”
“Bè, è piuttosto
malconcio, ci sei andato giù pesante, ma non corre pericolo di vita, anche
se forse la parte contro cui ti sei accanito in particolar modo, avrà
qualche problemino, se capisci cosa intendo.”
Oh sì, almeno questo!
Renderlo inoffensivo…..
“Perfettamente mamma e
lascia che ti dica che è giusto così!”
“Sembra che tu lo odi.”
Mi dice lei un po’ sorpresa, perché io in fondo non sono tipo da provare
odio, quello vero, intendo, quello che ti porta a sperare che una persona
soffra le pene dell’inferno.
“Senza sembra, mamma!”
dico risoluto.
“Vuoi dirmi che cosa è
successo?!”
Le racconto brevemente
quello che Sendoh ha fatto al mio adorato Kaede, tanto il seguito ormai lo
sa; si fa seria in volto mentre le confido l’umiliazione che gli ha inflitto
quel bastardo, la vedo rimanerne turbata, anche se ovviamente con il suo
lavoro non è la prima volta che viene a contatto con una violenza come
questa, ma quando si conosce chi ne è stato vittima, è più difficile da
accettare.
“Kaede come sta?” mi
chiede alla fine del mio scarno racconto con voce preoccupata.
“Fisicamente si
riprenderà e fortunatamente ricorda poco della violenza vera e propria, ma
lui sa cosa è stato fatto al suo corpo e non so nemmeno io quali conseguenze
avrà questo sul suo futuro. Lui ha un carattere forte, ma è anche molto
orgoglioso e questa cosa per lui deve essere tremenda da accettare….. non
vuole che qualcuno lo sappia, mi ha fatto promettere che nessuno lo guarderà
mai con compassione perché sarebbe troppo da sopportare per lui, io sto
mancando alla parola data per parlarne con te, ma tu sei la mia mamma e gli
vuoi bene come se fosse anche lui figlio tuo. Io ho bisogno di aiuto, di
aiuto per lui …..sono preoccupato da morire, vorrei fare qualcosa, dire
qualcosa, ma ho paura di sbagliare….è così facile ferirlo adesso……” guardo
speranzoso mia madre, confidando nella sua esperienza, nel suo buon senso e
nella sua obiettività, perché io mi rendo conto di essere troppo preso da
questa cosa……
“Tu non puoi fare molto,
Hana.”
“Ma come?!” replico
sconsolato.
“Fammi parlare……volevo
dire che la ferita che gli è stata inflitta ha colpito un punto dentro di
lui che può essere raggiunto solo da lui, sarà doloroso per lui fare i conti
con il proprio orgoglio calpestato e con lo smarrimento che la violenza gli
avrà portato e purtroppo nessuno può farci niente, nemmeno tu. Se lui non ti
chiederà esplicitamente aiuto e non ti spiegherà ‘ come ’ farlo, non devi
far altro che stargli vicino come hai sempre fatto, dagli il tuo amore, il
tuo sostegno, fagli sentire che ci sei, per qualunque cosa, ma non dargli
l’idea che ora tu lo vedi in modo diverso, gli farebbe troppo male sapere
che ai tuoi occhi lui non è più lo stesso. Devi essere attento ai segnali
che anche inconsciamente lui ti invierà.”
“Quindi lui ha bisogno
soprattutto di normalità, ho capito bene?” chiedo attento.
“Sì, esattamente e non
forzarlo a parlare, sii solo pronto ad ascoltarlo quando lui te lo
chiederà.”
“Ho capito, mamma –
annuisco – farò come tu dici.”
Sto per alzarmi ed
andarle a preparare un po’ di tè che non le ho ancora offerto, ma lei mi
ferma posando una mano sulla mia.
“C’è un’altra cosa, Hana,
ma voglio che mi ascolti per bene, non farti subito prendere dalla
preoccupazione, io parlo per esperienza professionale e forse è anche un po’
egoismo da madre, ma tu sei il suo ragazzo e….”
“Che c’è, mamma? Che
vuoi dire? Se fai così mi spaventi!”
“Kaede dovrebbe fare
delle analisi, non credo che sia stato un rapporto protetto, no?”
Le sue parole hanno il
potere di seccarmi le labbra e gelarmi il sangue, sono spaventato da
morire…..
“A cosa stai pensando,
mamma? C’è il rischio di qualcosa secondo te?!”
“Hana, è solo la prassi
in questi casi e basteranno delle semplici analisi del sangue per stare più
tranquilli, se non ricordo male mi hai sempre detto che quel ragazzo ha fama
di essere esuberante, no? E’ solo per precauzione e poi io già domani
controllerò la cartella clinica di questo Sendoh per una prima conferma e
poi ti faccio sapere, ma sono sicura che è tutto a posto, quindi ora non
cominciare a vedere cose che non esistono, intesi?!”
“Sì certo, ma come
faccio a dirlo a lui?! Come posso andare da lui e dirgli che forse quel
porco…..io non posso nemmeno pensarci, mamma, se succede ancora qualcosa a
Kaede per colpa di quello stronzo, io lo ammazzo sul serio!” io non ho il
coraggio di parlargli di una cosa simile!
“E’ per il suo bene,
Hana, e anche per il tuo. Kaede è un ragazzo intelligente e capirà, ma tu
non farti prendere dal panico, non puoi certo essergli d’aiuto se sei
isterico!”
Io annuisco, ma sono
agitatissimo perché ho paura che Kaede la prenda per il verso sbagliato e io
combino sempre un gran pasticcio con le parole!
Dopo aver salutato mia
madre, ringraziandola per i consigli e per il tempo che ha sottratto al suo
riposo per me, mi dirigo in camera nostra, deciso ad affrontare subito
l’argomento non appena il mio amore si sarà svegliato. Quando entro però lui
non è più a letto e sento una strana inquietudine impadronirsi di me finchè
non lo vedo uscire dal bagno con indosso l’accappatoio.
“Eri uscito? Ti ho
chiamato, ma non mi hai risposto.” mi chiede lui con voce calma.
“Ero in giardino.” Mi
affretto a rispondergli, ringraziando mentalmente gli dei che non mi abbia
visto parlare con mia madre!
“Hn.”
Aspetto che si vesta,
poi quando lo vedo prendere il walkman e sedersi nuovamente sul letto, mi
decido a parlargli, prendendo prima fiato un paio di volte. Fermo una delle
sue mani che sta portando la cuffietta all’orecchio e la stringo.
“Aspetta, ascolta…..ho
pensato che….insomma….forse è meglio che ti veda un dottore, che ne dici?”
lui abbassa gli occhi un attimo, ma non è lui a disagio, sono io, costretto
a parlargli di queste cose! Kaede rialza gli occhi su di me e fortunatamente
non vi leggo irritazione per le mie parole.
“Ho capito cosa vuoi
dire e ci avevo pensato anch’io, domani ci andrò.”
Non ho il tempo di
aggiungere altro, perché accende la musica e si ritira nei suoi pensieri. Io
resto a guardarlo per qualche minuto, poi mi chino a baciare le mani che ha
appoggiato sulle ginocchia tirate al petto e lo lascio solo, andando a
preparare il pranzo. Il giorno seguente, di prima mattina, andiamo in
ospedale da mia madre per fare le analisi: Kaede non era molto sicuro che
fosse la cosa migliore per via delle spiegazioni che avremmo dovuto darle,
ma io l’ho convinto, dicendogli che si tratta di analisi banali che non
comportano chissà che sospetti…..alla fine ha accettato ed è andato tutto
bene, mia madre stessa ha fatto il prelievo del sangue, conversando e
scherzando con lui naturalmente e mettendolo così a suo agio. Prima che ce
ne andassimo è riuscita anche a parlarmi e a rassicurarmi, perché al 99% non
ci sarebbero state sorprese sgradevoli, aveva controllato le analisi di
Sendoh. Usciti dall’ospedale sono riuscito a convincere Kaede a non andare a
scuola, ma a farci una bella passeggiata sul lungomare e regalarci ancora un
po’ di riposo, ma è stato irremovibile sugli allenamenti e in fondo lo
capisco, noi siamo, lui, il capitano, e io il vice capitano, e abbiamo delle
responsabilità verso la squadra. Quando torniamo a casa, è ancora presto per
pensare alla cena, così gli propongo di guardarci un film comodamente
avvinghiati sul divano, ma lui rifiuta.
“E dai, ti faccio anche
scegliere quello che vediamo, eh?” provo a convincerlo, ma lui scuote la
testa.
“Lì non ci voglio stare,
Hana.” Se ne va in cucina dopo aver lanciato uno sguardo al salotto e io lo
seguo dandomi mentalmente dell’idiota, come ho fatto a non pensarci?! Lo
trovo intento a bere un bicchiere di latte.
“E’ successo lì, vero? È
per questo che non vuoi starci…..” lui si limita ad annuire, posando il
cartone del latte in frigo. Quando mi si avvicina, io mi siedo e lo invito a
fare altrettanto sulle mie ginocchia, Kaede si sistema, poggiando la testa
sulla mia spalla e io me lo stringo addosso con tenera possessività. Ho
tanta voglia di baciarlo, sono due giorni che non lo faccio e deve essere lo
stesso per lui, perché alza il viso, premendo le sue labbra morbide e
fresche, dal sapore di latte, sulle mie. Approfondisco il bacio con
delicatezza, esortandolo ad aprire la bocca, accarezzando il suo viso e il
suo corpo con reverenza, per fargli capire quanto sia importante e prezioso
per me; ci separiamo in cerca d’aria, ma restiamo abbracciati.
“Stavo pensando una
cosa…..”
“Hn?”
“Bè, tuo padre ti manda
sempre più soldi di quelli che usiamo.”
“Allora?”
“Possiamo comprare un
altro divano e poi possiamo cambiare la disposizione dei mobili, dare un
nuovo aspetto al salotto, magari possiamo anche dare un nuovo colore alle
pareti, che ne dici?” così non ti sembrerà più il posto dove hai subito
violenza…..Kaede ci pensa un attimo, io intreccio le nostre dita e bacio le
sue.
“So che è ben poca cosa
per farti dimenticare quello che è successo in quella stanza – gli mormoro –
però è un modo per passare un pomeriggio diverso, facendo qualcosa di
divertente…..”
“L’idea mi piace, Hana.”
Dice alla fine lui, stringendo le braccia intorno al mio collo e
carezzandomi la nuca.
“Allora che aspettiamo?!
Cominciamo a progettare il nostro nuovo salotto!!”
E’ così che pochi giorni
dopo rimiriamo la nostra ‘opera ’ sporchi di vernice un po’ ovunque, ma
soddisfatti. Ci facciamo la doccia, poi Kaede prova il nuovo divano,
sdraiandocisi sopra, incrociando le braccia sugli occhi, io mi chino su di
lui, baciandogli la fronte, quando squilla il telefono. Impiego qualche
minuto a trovare il portatile che era finito dietro il barattolo della
vernice, lo sentivo suonare, ma non lo vedevo! È mia madre che mi comunica
che le analisi di Kaede sono pronte che possiamo andarle a ritirare. Quando
lo comunico al mio volpacchiotto semi addormentato, lui mi chiede di andare
al posto suo, perché non vuole ritornare in quell’ospedale e io oltre a non
dargli torto, lo preferisco, perché Sendoh è ancora ricoverato lì e io non
voglio per nessuno motivo che lo possa vedere! In poco tempo mi preparo ed
esco, intenzionato ad impiegarci il minor tempo possibile per tornare a casa
dal mio amore. Cerco mia madre e mi faccio consegnare le analisi,
chiacchieriamo un po’ e poi faccio per andarmene, ma all’improvviso un
pensiero mi attraversa la mente: fare una visitina a quel porco bastardo!!
Percorro il corridoio e arrivo davanti alla sua stanza, spalancando la porta
con malagrazia e appoggiandomi allo stipite con un sorriso sarcastico a
tirarmi le labbra: “Come va, maledettissimo bastardo?! Ancora vivo?!”
“TU che cavolo ci fai
qui?! Che cosa vuoi ancora?!” un sibilo mi fa girare verso destra e mi fa
accorgere della presenza di due persone vicino al suo letto: Uozumi e
Koshino e le parole rivoltemi provengono da lui. Viene verso di me con i
pugni chiusi e un’espressione arrabbiatissima sul volto.
“Non ti basta quello che
gli hai fatto?! Cos’è, sei venuto a finire il lavoro?!”
In tutto questo Sendoh
si limita a fissarmi decisamente spaventato e io provo una grande
soddisfazione.
“Sakuragi, che cosa
vuoi?” questo è Uozumi che parla.
“Oh, niente – dico con
calma – solo ricordare al nostro caro Sendoh che io non lo perderò mai di
vista fin quando non si toglierà definitivamente dalle palle!!”
“VATTENE DI QUI!!!!”
strepita Koshino, cercando di mettermi le mani addosso. Io lo spintono
indietro prendendolo per la maglietta, non ce l’ho con lui, ma deve darsi
una regolata: perché non ragiona e si interroga sul perché il suo amico è in
un letto di ospedale?!
“Oi, moscerino, datti
una calmata, ok?!”
“Voglio che tu te ne
vada da qui, non tollero la tua presenza dopo quello che hai fatto ad Akira!
Io ancora non capisco perché non voglia denunciarti! Dovrebbero rinchiuderti
e buttare la chiave, sei peggio di un animale! Sei solo un teppista e della
peggior specie!”
Ok, ora mi ha rotto, che
cazzo ne sa lui di quello che ha subito il mio Kaede?! Io ero venuto solo
per rinverdire la memoria a Sendoh, per non fargli dimenticare che deve
tenersi lontano da me e soprattutto da Kaede e per ricordargli che deve
tacere su quanto avvenuto, ma non ho proprio voglia di sentire la lagna di
Koshino! Mi è fin troppo evidente la cotta che ha per Sendoh o forse ne è
proprio innamorato, ma a me non interessa, non si può permettere di parlarmi
così!
“Vedi, Koshino, il
fatto è che lui potrebbe anche denunciarmi, solo che poi lui dovrebbe
spiegare qualche altra cosetta circa il suo comportamento che non credo sia
propriamente legale!”
Chiudo la porta alle
mie spalle, fissando lo sguardo prima su Sendoh, poi su Koshino.
“Quello che sto per
dire deve rimanere chiuso qui dentro, è chiaro?! Ma tanto non credo che vi
verrà voglia di raccontare in giro cosa è capace di fare il vostro amico.
Tu non gli hai detto nulla, vero Sendoh?” lui annuisce, ma non dice una
parola, bè è abbastanza terrorizzato da me, la qual cosa mi soddisfa da
morire!!
“Che vuoi dire, Sakuragi?”
mi chiede Uozumi.
“Già, voglio proprio
sentire che diavolo vuoi intendere!”
“Non vi dovrebbe essere
difficile da capire che il motivo per cui lui è su questo letto di ospedale,
non può che essere Kaede.”
“Ah, ecco – ride
sprezzante Koshino – cos’è, l’ha guardato un minuto di troppo, o ha osato
rivolgergli la parola?!”
Non so cosa mi impedisca
di prenderlo a calci, forse la sicurezza che tra un po’ perderà tutta la sua
baldanza e il suo astio.
“No, l’ha solo
violentato!” lo dico con una voce insolitamente calma per me, ma credo che
abbia la forza di un’esplosione: Koshino ammutolisce e sgrana gli occhi,
Uozumi sospira pesantemente.
“Ora sapete perché lo
volevo morto e ancora adesso mi chiedo perché mi sia fermato!”
Il silenzio nella stanza
è pesante come un macigno, finchè Koshino pallidissimo, non si gira verso
Sendoh.
“Akira, dimmi che non è
vero! Tu non puoi aver fatto una cosa del genere, NON PUOI!”
Sendoh si limita a
fissarlo, ma non può negare la realtà, non con me pronto a fargli ingoiare
ogni parola falsa. Non ottenendo alcuna risposta, Koshino torna a guardarmi,
prova a dire qualcosa, ma non ci riesce, con uno scatto esce dalla stanza.
Uozumi si alza dalla sedia su cui era seduto e guarda severamente Sendoh,
c’è anche del disprezzo nella sua espressione e quel figlio di un cane, si
limita ad abbassare lo sguardo.
“Ora capisco.” Mi dice
Uozumi prima di tornare a sedersi con lo sguardo nel vuoto e io me ne vado.
Fuori dalla stanza, trovo Koshino seduto sui divanetti, il viso nascosto tra
le mani. Mi avvicino a lui, posandogli una mano sulla spalla e lui mi guarda
con gli occhi umidi di lacrime in fretta asciugate per non farmele vedere.
“Non vergognarti per
lui, non se lo merita.”
Lui tira su con il naso
prima di rispondermi. “ Non lo credevo capace di fare una cosa del genere,
non riesco ancora a capacitarmene, è terribile!”
“Per te è meglio
scoprirlo adesso che razza di persona sia, puoi liberartene prima che faccia
del male anche a te.” Sono sinceramente dispiaciuto per lui, anche se non
l’ho mai trovato simpatico e non siamo mai andati d’accordo quando ci siamo
incontrati su un campo da basket, perché immagino che scoprire che la
persona a cui tieni sia capace di una cosa simile, sia un brutto colpo.
“Scusami per prima - mi
sussurra arrossendo imbarazzato – non avevo il diritto di parlarti in quel
modo.”
“Non fa niente.”
“Hana sei ancora qui?”
mi volto verso la voce di mia madre che sta passando.
“Sì, mamma, ma stavo
andando.” La saluto con la mano, poi mi volto verso Koshino.
“Ora devo andare, ciao.”
“Ciao….ah, senti…..mi
dispiace per Rukawa….io spero che riesca a dimenticare un giorno.”
Annuisco voltandogli le
spalle, anch’io lo spero………
Sono passati due mesi da
quel pomeriggio in cui sono stato violentato.
Ora riesco anche a
pensarlo senza sentirmi assalire dal disgusto o dalla rabbia, ma non posso
ancora parlarne; le parole, quelle odiate nemiche anche nei discorsi
piacevoli, diventano veleno al solo pensiero di usarle per raccontare quello
che è successo quel giorno. Non trovo il modo per farle uscire da me e
continuano a ferirmi nel loro vorticare e purtroppo non è l’unica cosa che
mi impedisce di riappropriarmi della mia vita, che esteriormente è tornata
quella di prima, e di gettarmi alle spalle tutto quanto: è il sentirmi
sporco e inadeguato ogni volta che Hana mi abbraccia o mi bacia…..lui è
stato meraviglioso durante questo periodo: è affettuoso, tenero,
presente….non mi ha mai chiesto niente di quel pomeriggio, tranne quella
domanda iniziale ‘ ti ha fatto molto male ’, fatta mentre mi stringeva tra
le braccia…mi fa sentire immensamente amato, eppure questo sentimento mi
crea assurdamente una contrazione al cuore ogni volta che ci penso o lui mi
guarda con quei suoi occhi caldi e innamorati, perché è come se sentissi di
non meritarlo più….mi do mentalmente del cretino ogni volta che indugio in
simili pensieri, perché razionalmente non ha senso tutto questo, ma anche se
so di non aver tradito il mio Hanamichi, non posso dimenticare che il mio
corpo è stato posseduto da un altro e io mi sento inevitabilmente colpevole.
Se solo potessi cancellare questo assurdo risentimento nei miei confronti!!
Ma non è così e allora, a volte, come adesso, vengo assalito da pensieri
strani che si sovrappongono e che mi confondono, gettandomi in uno stato di
grande angoscia….immagino che forse anche Hanamichi pensa che un po’ sia
anche colpa mia, che io abbia in qualche modo provocato quello che è
accaduto…..è un pensiero così tremendo, intenso e doloroso che mi sembra di
soffocare e allora esco in giardino, respiro a pieni polmoni e aspetto che
passi questo momento di follia, perché poi, a mente fredda, mi rendo conto
che lui mi ama e che me lo dimostra in tanti modi, con le parole e con i
gesti e io sono profondamente ingiusto a reputarlo capace di imputarmi la
colpa per una violenza subita, la peggiore, e mi detesto ancora di più!
Forse tutto questo finirebbe se tornassimo a fare l’amore, sì perché da due
mesi tra noi non c’è più stato niente di così intimo, solo baci e carezze.
Durante i primi tempi ho apprezzato che Hanamichi non ne facesse parola, io
non ero certo nella condizione d’animo adatto, non mi sentivo pronto, ma
ora…..ora vorrei che tornasse la fisicità nel rapporto con il mio ragazzo,
per sentirlo più vicino, per riavere quell’unicità che eravamo noi due
insieme, quell’unione di anime e corpi che mi inebriava i sensi e lo
spirito, invece Hanamichi non ha mai provato ad andare oltre quando passiamo
anche minuti interi a baciarci e magari siamo sdraiati sul letto! Quando si
allontana da me nel bel mezzo di un bacio appassionato e sorridendo dice che
è ora di cena, o che è tardi o banalità simili, io ci rimango malissimo, mi
sento rifiutato e ricomincio a torturarmi con l’idea che lui mi creda
colpevole ed è tremendo…..
“Kitsune, che stai
facendo lì fuori? Ho preparato la merenda, dai, rientra in casa!”
La figura di Hanamichi
si staglia sulla porta finestra, un sorriso caldo sulle labbra, mi sento
investire da una tale onda di malinconia e amore, che deglutisco a fatica,
cercando di scacciare quel nodo che mi si è formato in gola. Annullo la
distanza tra di noi, portandomi di fronte a lui: sfioro la sua guancia con
la mano, guardandolo fisso nei suoi occhi nocciola luminosi, cercando le
risposte ai miei tormenti e quell’amore che ha il potere di scaldarmi il
cuore e il sangue.
“Ehi, Kaede, che ti
succede? Sembri strano….”
Io non rispondo alle sue
domande, ma mormoro il suo nome mentre gli bacio le labbra, il mento e le
guance, poi poggio la testa sulla sua spalla, lasciando le braccia intorno
al suo collo e le sue mi avvolgono protettive.
“Ti amo, Hana, ti amo
tantissimo. Ti amo più di quanto tu possa immaginare….” lo stringo forte a
me mentre glie lo dico, chiudendo gli occhi. Sento le sue carezze sulla mia
testa, le dita che scivolano tra i miei capelli.
“Sembra che tu voglia
convincermene, ma io lo so che mi ami, amore mio e anch’io ti amo, ti amo da
impazzire.” Hana posa baci delicati sui miei occhi chiusi ed io provo un
istante di felicità anche se non ho il coraggio di chiedergli perché, se mi
ama, non fa l’amore con me…..
I giorni si ripetono
monotoni e quel malessere che speravo si diluisse in me, aumenta di
intensità ogni giorno di più o più precisamente per brevi attimi scompare
per poi tornare più doloroso di prima. Talvolta ho paura che sarà così per
sempre da ora in poi e mi sento assalire dallo sconforto, vorrei chiedere
aiuto, ma non ci riesco…..Hanamichi e l’amore con cui mi circonda mi danno
le motivazioni per cercare di superare tutto questo, so che senza di lui mi
sarebbe impossibile affrontare tutto questo e ne ho l’assoluta certezza oggi
più che mai. Rientro a casa dopo una passeggiata sulla spiaggia, oggi è
stata una giornata molto calda e quando mi sono seduto ho immerso le mani
tra la sabbia ancora tiepida di sole: mi piace andarci, soprattutto quando è
deserta e restare a fissare l’immensità del mare, è rilassante. Hanamichi è
semi sdraiato sul tappeto e sta giocando con il gatto che lo guarda
malissimo, gli deve aver fatto qualche dispetto! Non appena mi vede, si
mette a sedere con le spalle contro il divano e mi guarda.
“Hai le guance
arrossate, tirava vento sulla spiaggia?”
“Un po’….” gli rispondo
toccandomi il viso con il dorso di una mano.
“Dai, volpetta, vieni
qui che ti stropiccio tutto, ho proprio voglia di coccolarti!”
Vengo tirato giù con la
famosa delicatezza del tensai e mi ritrovo seduto tra le sue gambe, avvolto
dalle sue braccia e soffocato dai suoi baci! Con la bocca percorre il mio
collo e con le mani scosta la camicia lasciata aperta sulla canottiera,
mordicchiandomi una spalla.
“Come sa di buono la tua
pelle, quasi quasi ti mangio!” e questo pazzo fa sul serio, addentandomi! Io
gli tiro i capelli per staccarlo da me e punirlo della sua idea da
cannibale.
“Molla stupido, così mi
fai male!” gli sibilo gelido, ma non sono assolutamente arrabbiato, uno dei
miei rari sorrisi in questi tempi, mi increspa le labbra e stringo Hanamichi
forte a me con la meravigliosa sensazione che almeno questo non cambierà
mai…Hana tiene la mia testa premuta contro il suo petto, giocando con il
lobo del mio orecchio.
“Scusa – mi mormora – è
che non ti resisto, sei così bello….”
Io mi irrigidisco,
perché, anche se c’era un tono scherzoso nel suo tono, io non posso
impedirmi di rievocare il ricordo di quella sera orribile, la sensazione che
allora lui aveva ragione, che sono io il problema, io e questa bellezza che
tutti vedono in me, che tutti vogliono per sé……io sono svagato per tutto
quello che mi riguarda, lo sono sempre stato, non ho mai tenuto troppo al
mio aspetto esteriore eppure anch’io a volte ho sentito gli sguardi
indugiare su di me e Sendoh non è l’unico ad avermi accusato di attirare
troppo l’attenzione; ancora ricordo i commenti malevoli dei miei compagni
delle medie, quando qualche ragazzina li rifiutava perché invaghita di me,
più di uno fece a botte con me per questo e anche al liceo all’inizio è
stato così, in fondo con Hanamichi è cominciata nello stesso modo, no?
Perché deve essere così?! Che cosa c’è in me da suscitare simili reazioni?!
Io non ne posso veramente più…..
“Hana, ma secondo te, io
provoco la gente?” gli domando impulsivamente, staccandomi da lui e
guardandolo negli occhi, riuscendo a cogliere nel suo sguardo l’ultimo
strascico di puro desiderio con cui mi stava fissando fino a poco fa.
“Eh?!” mi chiede
incredulo, non capendo bene la mia domanda.
“Sì, insomma, in quel
senso….” Gli chiarisco io e nei suoi occhi passa un’ombra, si stringono
quasi minacciosi.
“Chi ti ha fatto venire
in mente una cosa tanto stupida, Kaede?!”
Rimango un po’ perplesso
dal livore con cui vibrano le sue parole.
“E’ stato lui, non è
vero?!” incalza Hanamichi
“Sì – gli confermo io –
e magari ha ragione: tu poco fa mi hai detto che sono bello e che non
resisti….”
“CHE CAZZO STAI DICENDO,
KAEDE??!!”
Sussulto al tono di
Hanamichi, non è certo la prima volta che mi urla contro, ma stavolta è
diverso, avverto una nota di frustrazione in lui…..Hana si morde un labbro,
poi mi prende il viso tra le mani.
“Scusa, non dovevo
urlare in quel modo – la sua voce ora è dolce – è che mi dispiace sentire
che quel verme schifoso possa averti fatto credere che la tua bellezza possa
suscitare il desiderio di averti con la violenza, perché non è così! La tua
pelle pallida, i tuoi lineamenti perfetti sono qualcosa di puro, nei tuoi
occhi non c’è ombra di malizia o volgarità……io sono sicuro che chi ti
guarda, veda in te solo qualcosa di perfetto e di assolutamente innocente,
perché è quello che vedo io ogni qual volta poso gli occhi su di te.”
“Magari faccio qualcosa
senza accorgermene.” Insisto io e soffro da morire a rivelare questa
fragilità che ho scoperto dentro di me. Questa esperienza mi ha mostrato i
miei limiti, mi ha sbattuto in faccia tutte quelle incertezze che credevo di
non avere. Mi ritrovo a cercare dei punti fermi che mi aiutino a guarire il
mio orgoglio infranto e ridarmi quella sicurezza che avevo prima…
“Io non voglio vedere
che ti tormenti in questo modo, Kaede, non è giusto! È lui che ha sbagliato,
è lui che non ha avuto alcun rispetto di te, perché anche se tu lo avessi
provocato in qualche modo, e io so che non è così, lui non aveva alcun
diritto di metterti le mani addosso, nessuno!!”
Io non rispondo, perché
anche se intuisco che lui ha ragione, che le sue motivazioni sono giuste, io
non riesco a darmi pace e, mentre il Kaede di due mesi fa, non avrebbe
indugiato in questi pensieri neanche un secondo, ma si sarebbe limitato a
scrollare le spalle e a continuare per la sua strada, ora mi risulta
impossibile: l’io di allora si è smarrito e sto cercando disperatamente di
ritrovarlo, perché questo non sono io, non mi ci riconosco più e non è una
bella sensazione……sono così stanco, stanco di svegliarmi nel pieno della
notte con il cuore in gola, con ancora nelle orecchie la risata soddisfatta
di Sendoh e sulla pelle la sensazione delle sue mani che mi toccano con
violenza e bramosia. A volte il ricordo è così vivido che mi alzo e vado a
farmi la doccia o peggio le lacrime mi rotolano incontrollate lungo le
guance e il petto mi fa male per lo sforzo di trattenere i singhiozzi per
non far svegliare Hanamichi…..io, IO, che non piangevo neanche da bambino
perché poi mi sentivo umiliato dalle mie stesse lacrime, ora che sfioro il
1.90 di altezza, piango abbracciando il cuscino e raggomitolandomi su me
stesso! Tutto questo è assurdo, ASSURDO!!!!! I baci delicati di Hanamichi mi
distolgono dai miei dolorosi pensieri, le sue mani che mi stringono delicate
e forti fanno calmare il mio cuore e io con un sospiro mi lascio andare
contro il suo petto e mi abbandono alle sue carezze, lasciandomi consolare
dal suo amore…
Con una velocità
impressionante arrivano le vacanze estive, ma non so se esserne contento,
perché se da un lato Hana ed io possiamo dedicarci al basket senza doverci
preoccupare anche a conservare dei voti decenti, dall’altro tutto il tempo
libero che mi rimane è solo un’occasione in più per poter pensare e
ricordare…..chiudo con uno scatto la rivista di basket che stavo cercando di
leggere e decido che forse oggi potrei dedicarmi a fare qualcosa per Hana,
qualcosa che possa fargli piacere, un po’ per ringraziarlo di tutto quello
che fa per me e poi per vedere il sorriso sul suo volto che ultimamente è
sempre tirato, inoltre vorrei che questa cosa potesse riavvicinarci un po’,
perché ultimamente lo sento un po’ distante e non so se è solo una mia
impressione, un riflesso di questa insicurezza che continua a tormentarmi o
se…..mah, in fondo Hana è sempre con me e non ha mai detto o fatto qualcosa
che possa farmi pensare che qualcosa non vada bene, però……il suono del
telefono mi fa abbandonare il filo dei pensieri, sento la voce di Hana che
risponde e dalle sue parole capisco che la madre lo sta invitando per questo
pomeriggio: perfetto! Ricapitolo rapidamente quello che devo fare: ho deciso
di preparare del sushi, uno dei tanti piatti preferiti di Hana e ho bisogno
di tempo per realizzarlo, è piuttosto elaborata come preparazione. Hana mi
raggiunge in camera nostra e mi invita ad andare con lui da sua madre per
un tè, sua nonna è venuta a trovarli. Io naturalmente rifiuto, appellandomi
alla mia proverbiale inclinazione ad evitare posti troppo affollati.
“Kitsune, ma sono solo mia
madre e mia nonna!” replica lui con enfasi.
“Hana, non ne ho voglia,
preferisco andare al campetto o magari ne approfitto per avvantaggiarmi
qualche compito che ci hanno dato per le vacanze” (questo è completamente
campato per aria, perché io ignoro se in Giappone ci sia questa usanza, ma
voi datemelo per buono, eh?^^ ndC ) quest’ultima mia considerazione lo
lascia ancora più stranito.
“Dici sul serio?!”
“Certo!” mento io con
convinzione, ma lui tentenna ancora e io so il perché, il vero motivo per
cui, pur avendone voglia sta valutando la possibilità di non andare: non
vuole lasciarmi solo come quella sera, ma io non posso permettere che le
nostre vite continuino ad essere influenzate da quell’episodio, soprattutto
la sua. Mi dispiace quando lo sento rifiutare un invito dei suoi amici per
una serata in sala giochi o ad andare a mangiare da qualche parte perché so
che lo fa per non lasciarmi solo e poi mi preoccupo, perché temo di finire
per diventare un peso per lui e non voglio che questo avvenga! È vero che
lui lo fa volentieri, ma vederlo così condizionato dalle mie scelte non mi
piace, così il nostro amore rischia di trasformarsi per Hanamichi nella
necessità di rinunciare a quello che più gli piace per stare con me.
“Non mi piace per niente
l’idea di lasciarti nuovamente solo, allora resto anch’io.” Ed è proprio
quello che stavo dicendo: vuole rinunciare a vedere sua nonna solo perché io
non resti solo, ma non può essere!
“No, Hana, adesso basta!
Non voglio che tu non vada solo per questo! Io so quanto tieni a tua nonna e
non la vedi mai, ora che è qui non vuoi andare?!”
“Io lo faccio per te e
ne sono contento!” ribatte lui deciso.
“Lo so, Hana, ma non è
solo per questo che lo fai, vero? C’è dell’altro…..”
“Sì – ammette alla fine
lui, sedendosi sul letto – è perché non riesco ancora a perdonarmi di averti
lasciato solo quella sera e non riesco a non pensare che se io fossi stato
qui con te, non ti sarebbe successo niente! Io mi sento responsabile ed in
colpa, perché non c’ero quando avevi più bisogno di me….” La sua voce si
esaurisce in un soffio e io sento un moto di affetto immenso nei suoi
confronti, è così dolce il mio amore nei suoi sentimenti….
“Tu non hai mancato in
nulla – lo rassicuro – non hai niente da rimproverarti e in fondo, se io ti
avessi chiesto di tornare…..ma i ‘ se ’ ormai non hanno molto senso, non
trovi? Quanto accaduto non può più essere cambiato ormai….
Lui mi abbraccia di
slancio, premendo la mia testa contro il suo petto.
“Ma io, io vorrei tanto
poterlo fare, Kaede, farei qualunque cosa…”
Anch’io lo vorrei, ma
non puoi farlo, nessuno può farlo……
Lo guardo seduto sul
letto vestirsi e prepararsi ad uscire, mentre io richiamo alla mente tutti
gli ingredienti che mi occorrono per il sushi. Hana esce di casa dopo un
bacio veloce e un sorriso un po’ tirato, nei suoi occhi leggo il rammarico
nel lasciarmi a casa, ma non aggiunge nulla a riguardo e dalla finestra lo
seguo con lo sguardo, mentre si avvia verso la stazione. Io mi cambio
velocemente, abbandonando la tuta per jeans e camicia bianca e,
approfittando della bella stagione, prendo la bicicletta e raggiungo il
supermercato. Nel giro di un’ora sono in cucina a preparare il sushi per la
cena, sperando che la madre e la nonna, rimpinzandolo per merenda, gli
lascino un po’ di spazio nello stomaco! Mentre eseguo l’operazione più
difficile di tutta la ricetta, il taglio del pesce in sottilissime
listarelle, mi tornano in mente ricordi sbiaditi dal tempo e che credevo
dimenticati, riemergono immagini sfocate dalla mia infanzia, quando mi
sedevo qui in cucina e osservavo la mamma fare le stesse cose che sto
facendo adesso io. Non so da dove mi vengano questi miei pensieri né perché
si decidano a riaffiorare proprio adesso, forse perché da quando ho subito
la violenza, ho preso maggiormente coscienza del fatto che la mia vita ruota
solo intorno a me stesso e ad Hanamichi, non c’è nessun altro a preoccuparsi
per me….dopo moltissimo tempo, mi ritrovo a pensare che anch’io vorrei avere
ancora una madre e poter contare sul suo affetto incondizionato……oh che
meraviglia, ora divento anche malinconico! Bè, ad essere sincero credo di
essere nato con questa inclinazione, la nascondo bene, ma almeno a me stesso
posso confessarlo! Metto a cuocere il riso e intanto mi dedico alla salsa,
pensando, per alleggerire il mio umore, all’espressione che farà Hanamichi
quando gli presenterò il risultato del mio pomeriggio! Mentre mescolo
immerso nei miei pensieri, il campanello trilla, facendomi sobbalzare e
sporcare la camicia con la salsa. Maledico con un paio di imprecazioni la
mia sbadataggine e la mia reazione spropositata, anche solo per impedirmi di
constatare la somiglianza con un’altra scena simile……mi ripulisco alla bene
e meglio, tamponando la macchia con un tovagliolo e mio malgrado percorro il
corridoio con il cuore in gola e apro la porta dopo un attimo di
indecisione, fermo con la mano sulla maniglia. Mi trovo davanti
l’espressione sorridente di Kogure e dietro a lui, c’è ovviamente Mitsui.
“Ciao, Rukawa, ti
abbiamo disturbato?”
“No, prego, entrate.”
Andiamo in salotto e ci
sediamo sul divano.
“Volete del tè, un succo
di frutta? Hanamichi dovrebbe aver lasciato qualcosa in frigo!”
“No, grazie, non
preoccuparti.” Dice Kogure, Mitsui scuote la testa, ma è lui a parlare:
“Hanamichi non c’è?” mi
chiede, guardandosi intorno.
“No, è a casa da sua
madre…..dovevate dirgli qualcosa di particolare?”
“Veramente siamo passati
per restituirgli un gioco della playstation che aveva prestato ad Hisashi.”
“Già, eccolo qui.”
Mitsui tira fuori dalla tasca del giubbetto di pelle una scatola e me la porge.
“Riferiscigli, per
favore, che era divertente come diceva, ma che ho anche superato il suo
record personale, anzi no, non dirglielo, voglio che sia una sorpresa, tanto
io me ne accorgerò quando sentirò degli urli stile balena arenata arrivare
fino a casa nostra! Diceva che il suo record era degno di un tensai, quindi
imbattibile! Che scemo…..” Mitsui ride, tirandosi addosso Kogure e
baciandolo tra i capelli con evidente affetto. Io provo un po’ d’invidia nel
notare l’allegria con cui si stringono, tra Hanamichi e me non è più così
spensierato lo stare insieme….
“Come vanno le cose allo
Shohoku?” mi chiede Kogure dopo essere riuscito a staccare l’altro da sé.
“Al solito, la scuola è
una noia, ma la squadra mi dà delle soddisfazioni, conto di non far notare
che anche Miyagi ha lasciato il suo posto e di confermare il primato al
campionato.”
“E Hanamichi some se la
cava nelle vesti di vice capitano? Scommetto che racconta alle matricole le
sue imprese con voce enfatica, eh? Ovviamente, aggiungendo particolari tanto
spettacolari quanto assolutamente inventati!”
“Effettivamente –
ammetto io – però il suo modo di fare è contagioso, le matricole cercano
tutte di impegnarsi al massimo, vedendo con quanta energia si dedica agli
allenamenti e poi, Hanamichi ci sa fare con le persone, quando non fa lo
scemo!”
Kogure e Mitsui ridono
di questa mia affermazione e io sono contento che siano passati anche se
all’inizio mi sentivo un po’ disagio all’idea di essere solo con loro, sono
stati proprio Mitsui e Kogure ad accompagnarmi a casa quando mi sono sentito
male in palestra ed anche se non hanno mai chiesto niente esplicitamente, so
che hanno intuito che doveva essere successo qualcosa di grave e ho sempre
temuto che finissero con il farmi qualche domanda, invece si comportano come
hanno sempre fatto e glie ne sono molto grato per questo, mi dimostrano
un’amicizia che io non pensavo di saper suscitare….
Chiacchieriamo ancora
per qualche minuto, poi si alzano, manifestando la loro intenzione di
andarsene.
“Stasera siamo invitati
a cena dai genitori di Hisashi.” Mi confida Kogure e il suo compagno sbuffa
spazientito.
“Che strazio!” è il suo
commento sull’argomento. So da Hanamichi che tra lui e i suoi genitori i
rapporti non sono mai stati idilliaci e dopo la parentesi come teppista,
credo che stiano cercando un nuovo equilibrio, ma intuisco che sia difficile
ristabilire la fiducia reciproca, perché da quanto so, Mitsui rimprovera ai
suoi di non essere stati presenti nella sua vita, permettendogli qualsiasi
cosa senza mai rimproverarlo o intervenire in maniera decisa. Immagino che
si sia sentito abbandonato a se stesso, o peggio, non così importante da
meritare la loro attenzione, ma sono sicuro che con Kogure accanto, tutte
queste sensazioni stiano mutando in positivo.
“A proposito di cena –
mi chiede Mitsui – cos’è questo odorino che viene dalla cucina? E’
delizioso.”
“Stavo preparando del
sushi.”
“Ma allora devi farti
consigliare da Kimi – kun, il suo sushi è delizioso.” si esalta Mitsui,
facendo arrossire il suo ragazzo.
“Hisashi, noi dobbiamo
andare! Non è per scortesia, Rukawa, ma oggi non posso proprio.”
“Non c’è problema – lo
rassicuro io – e poi ci tengo a farlo io, è una sorpresa per Hanamichi.”
Mitsui è un po’ deluso,
credo che stesse cercando il modo di ritardare l’incontro con i suoi.
“Allora noi andiamo,
buona serata.”
“Anche a voi.”
“Ah, Rukawa, salutami
tanto l’idiota, ok?”
“Certo, lo farò.” li
accompagno alla porta e li guardo allontanarsi, mentre sento la risata di Kogure. Ritorno alla mia salsa e dopo circa mezz’ora è tutto pronto, così
apparecchio la tavola. Hanamichi è in ritardo, sono quasi le otto, così
decido di chiamarlo sul cellulare, ma mi risponde sua madre. Vengo così a
sapere che Hana ha dimenticato lì il suo telefono e che è andato via da casa
sua da più di un’ora!
“Pensavo che fosse lui
che chiamava per sapere se lo aveva lasciato qui – mi dice sua madre –
quando è andato via ha detto che tornava a casa da te, magari è passato da
Yohei. Comunque, fammi chiamare quando arriva, per favore.”
“Sì certo, arrivederci.”
Abbasso il telefono con
una sgradevolissima sensazione: sono preoccupato, ma soprattutto deluso,
dove diavolo è finito Hanamichi?! Se andava da Mito lo avrebbe detto a sua
madre, ma allora con chi è?! No, che cavolo c’entra, che vado a pensare?!
Eppure…..non è la prima volta che sparisce per delle ore e io ho sempre
pensato che fosse dove diceva di essere e con ‘ chi ’ diceva di essere, oggi
è la prima volta che ho incidentalmente saputo che invece di venire subito a
casa lui…..
“Kaede, sono a casaaaa!!”
Hana è tornato e subito mi chiama, io mi affaccio dal salotto verso il
corridoio, lui mi viene incontro sorridendo e mi bacia una guancia,
scompigliandomi i capelli, poi mi supera entrando in salotto e buttando il
giubbetto jeans sul divano.
“Oh, finalmente quello
sdentato di un teppista ha avuto la decenza di riportarmi il mio videogioco!
Quell’incapace si vanta di essere un campione, tze! Scommetto che non ha
finito neanche il primo livello, ahahahah!!!”
Io resto a guardarlo da
vicino la porta, assalito da un’improvvisa tristezza che non riesco a
spiegarmi e che mi fa dimenticare del fatto che volevo che stasera fosse
speciale, avevo pensato che dopo cena avrei potuto chiedergli perché non
accenna a voler fare l’amore con me, ora invece credo di aver paura di
scoprirlo!
“Kaede, ma mi ascolti?!”
“Eh?! No, ero distratto,
che stavi dicendo?”
“Ti ho chiesto se Mitsui
è venuto da solo.”
“No, con Kogure…..senti,
ma dove sei stato? Ho provato a chiamarti sul cellulare, ma lo hai
dimenticato da tua madre, mi ha chiesto di dirti di chiamarla quando
tornavi.” La butto lì con semplicità, cercando di mantenere un tono leggero,
ma mi costa tantissimo dovergli fare questa domanda, chiedergli dove era
invece di stare qui con me. Io non sono tipo da scenate di gelosia, anche se
il mio Hanamichi è MIO e basta e non ho mai dubitato di quanto mi dicesse,
ma troppe cose sono sfuggite al mio controllo ultimamente.
“Ah, ecco, sono tornato
a piedi….avevo voglia di camminare……bè, chiamerò mia madre.”
Va in corridoio a
prendere il telefono e lo sento parlare brevemente, quando torna sta ancora
ridacchiando.
“Che c’è?” gli chiedo.
“Niente…è che mia madre
mi ha chiesto se ho il coraggio di cenare stasera, figurati! A proposito,
che ci prepariamo?”
“Ho preparato il sushi.”
Dico in tono asciutto, il mio entusiasmo ormai praticamente volatilizzato e
con una gran voglia di andarmene a letto…..
“Veramente?! E allora
che aspettiamo ad andare a mangiarcelo?! Hai avuto una splendida idea!”
“Già.” Mormoro
dirigendomi in cucina, lui mi abbraccia alla vita.
“Kaede, ma va tutto
bene? È successo forse qualcosa?”
“No, niente – mento io,
mettendoci quella convinzione che non ho – è tutto ok.” Che dovrei dirti?!
Che non so se credere o no alla storia di te che te ne torni a casa a
piedi?! Mi sento talmente cretino a pensare una cosa simile, però….durante
la cena, Hana mi racconta del pomeriggio passato con sua madre e sua nonna e
questo fatto, invece di distrarmi mi provoca angoscia: quanto tempo è
passato dall’ultima volta in cui l’ho visto così allegro?! Possibile che sia
solo merito di poche ore con la famiglia che gli resta?! Io cerco di non
dare ascolto a quella voce malefica nella mia testa, ma mi risulta così
difficile! Quando finiamo di sistemare in cucina, Hanamichi va in salotto e
carica il gioco che gli ha riportato Mitsui alla playstation: sento
distintamente i borbottii di protesta quando scopre che il nostro ex
compagno di squadra ha superato il suo record. Io resto seduto a guardarlo
giocare per un po’ raggomitolato sul divano, continuo a fissarlo e nella mia
mente lo vedo alzarsi e voltarsi verso di me con i suoi begli occhi accesi
di desiderio ed è come se veramente le sue braccia si stringessero intorno a
me e la sua voce mi mormorasse nell’orecchio che mi desidera, ma lui non
dice o fa niente di tutto questo……sospiro, alzandomi dal divano.
“Hana, io comincio ad
andare di sopra.”
“Eh? Ah, ok…..tra un po’
arrivo anch’io…..MUOVITI DI LI’, STUPIDO COSO!!!!”
E certo, vuoi mettere un
videogioco con il seguire il tuo ragazzo a letto?! Questo però a lui non lo
dico di certo, continuo a tenermi tutto dentro….dopo una decina di minuti
sento i suoi passi sulle scale e vedo la sua sagoma sulla porta restare
ferma per qualche secondo e intuisco che mi stia guardando senza esserne
però sicuro, perché il gioco di ombre e luci che crea la piccola lampada sul
comodino me lo impedisce, nascondendomi i suoi occhi. Si avvicina dopo
essersi liberato di jeans e maglietta, si sdraia sotto le lenzuola. Io mi
volto su un fianco e allungo una mano verso la sua guancia, lui la copre con
la sua e la sposta verso la bocca baciandone il palmo.
“Buonanotte, Kaede.” Mi
mormora, sporgendosi verso la lampada per spegnerla.
“Aspetta!” lo blocco io
e prima che possa dire qualcosa, mi stringo a lui, premendo la mia bocca
sulla sua. Hanamichi mi abbraccia e mi bacia succhiandomi dolcemente le
labbra, ma io le schiudo cercando la sua lingua con la mia per un bacio
caldo e umido che mi fa accelerare i battiti del cuore. L’incanto però dura
troppo poco, quando le mie mani cominciano a vagare sul suo torace,
carezzandogli i capezzoli attraverso la stoffa della maglietta del pigiama,
Hanamichi si stacca da me. Si passa la punta della lingua sulle labbra, come
a cercare ancora il mio sapore, ma non accenna a volermi baciare ancora.
“Kaede, è tardi e io
sono stanco, ora dormiamo, eh?”
Non so dove io riesca a
trovare la forza per annuire, perché è come se mi avessero lanciato contro
un secchio di acqua gelata. Mi stendo nuovamente al suo fianco, Hana spenge
la luce e io devo mordermi un labbro per ricacciare indietro le lacrime. Che
cavolo sta succedendo?! Fino a pochi giorni fa non avrebbe agito così, mi
avrebbe baciato e coccolato tenendomi stretto contro il suo corpo, non più
tardi di una settimana fa, abbiamo passato quasi tutta la sera su questo
letto a baciarci e toccarci, le sue carezze intime mi hanno fatto
raggiungere il piacere e ora, ORA?! Quella voce dentro di me, quella che
continua a tormentarmi su come Hana non sia più lo stesso con me, torna a
farsi strada prepotentemente, mi ripete in una litania senza fine tutte le
mie incertezze, i miei dubbi che culminano nel sospetto più terribile: è
tornato tardi, dice di essere stanco, non vuole approfondire i contatti
fisici tra di noi, allora forse…..forse…..c’è un altro. Lo so che è un po’
poco per giungere a questa conclusione, ma io meglio di chiunque altro
conosco l’esuberanza di Hanamichi nei confronti del sesso e ora dovrei
credere che ne ha perso l’interesse?! Non è possibile e se non fa l’amore
con me, allora…..non sto mettendo in discussione i suoi sentimenti per me,
so che quelli non sono cambiati, il suo cuore ancora mi appartiene, ma forse
il resto……MA IO NON VOGLIO!!! NON VOGLIO CHE PROVI PIACERE TRA LE BRACCIA DI
UN ALTRO CHE NON SONO IO!!! La sola idea mi fa diventare matto, il pensiero
che possa cercare qualcun altro per avere quello che non chiede più a me mi
fa star male!!! E se…se stessi sbagliando tutto?! Se fosse solo frutto
della mia fantasia?! No, qualcosa tra noi non va più, questo è certo: dov’è
finita quella passione per me che lo bruciava?! Che posso fare?! Far finta
di niente o affrontarlo, dirgli quello che penso? E se poi le sue risposte
non mi piacessero? Che farei, se mi dicesse che mi ama, ma non può tornare a
fare l’amore con me? Non accetterei mai di non saperlo completamente mio, ma
mi è insopportabile anche l’idea di lasciarlo, questo è impensabile! Non
voglio perdere Hanamichi, lui è troppo importante per me e maledico tutte le
volte in cui non glie l’ho detto, in cui non l’ho fatto sentire come avrebbe
voluto……mi sporgo su di lui ormai profondamente addormentato, gli carezzo i
capelli, i lineamenti rilassati nel sonno e mi sento in colpa perché dubito
di lui, ma il fatto è che sono così confuso e insicuro che, anche se mi
faccio rabbia da solo, ugualmente non posso farci niente, solo sperare che
mi stia sbagliando e che tutto tornerà come prima di essere scaraventato in
questo incubo……..
La situazione si fa ogni
giorno più complicata e io sto rischiando seriamente di perdere il
controllo! Anche oggi sto facendo un luuuungo giro per tornare a casa dal
supermercato, cerco di impiegarci più tempo possibile, perché stare nella
stessa stanza con Kaede mi risulta sempre più difficile, così cerco di
starci poco e di trovarmi sempre qualcosa da fare, ultimamente vado spesso
anche da Yohei. So di trascurare Kaede e di lasciarlo solo troppo spesso, ma
in questo momento la mia presenza può fargli più male che bene e io penso a
lui prima di qualunque altra cosa, è lui il mio primo pensiero….all’inizio è
stato più facile, ero talmente concentrato su di lui, al punto da
dimenticarmi di me stesso, ma secondo l’ordine naturale delle cose, c’è
stato il momento in cui i miei sensi hanno reclamato la giusta attenzione e
mi è stato impossibile non accorgermene. Il punto fondamentale, se ancora
non lo aveste capito!, è che io desidero Kaede da morire e vorrei fare
l’amore con lui, solo che non oso chiederglielo, perché non voglio che pensi
che io sia un insensibile che non capisce quello che sta passando dopo la
violenza subita e poi ho sempre paura di dire o fare la cosa sbagliata con
lui, qualcosa che possa ricordargliela, perché io non so niente di più di
quello che conoscevo due mesi fa su quella maledetta sera. Kaede continua a
tenersi tutto dentro, non ne parla mai e ultimamente ho notato che si sta
chiudendo sempre di più in se stesso, non permettendo neanche a me di
raggiungerlo. Lui non è mai stato espansivo per quanto riguarda le sue
emozioni, ma con me era cambiato da quando stavamo insieme, aveva trovato il
modo di rendermi partecipe della sua interiorità, mentre da qualche tempo
sembra essere ricaduto nella sua apatia emozionale che scompare solo quando
gioca a basket. Io non so che fare e questo senso di impotenza è
terribilmente frustrante! Sono arrivato al punto di avere paura a toccarlo,
perché se comincio a baciarlo e ad accarezzarlo, non so se riesco a
fermarmi! Qualche settimana fa, per esempio, eravamo sdraiati sul nostro
letto e abbiamo cominciato a baciarci, le nostre lingue che si cercavano e
si intrecciavano, io stavo andando letteralmente a fuoco, così con estrema
delicatezza e cautela, ho fatto scivolare una mia mano oltre l’elastico dei
suoi boxer e visto che lui non si ritraeva, ho cominciato ad accarezzarlo
fino a sentire il suo piacere scivolarmi tra le dita e a quel punto io non
resistevo più! Sentire i suoi gemiti, vederlo inarcarsi sotto di me, al
ritmo delle mie carezze mi aveva eccitato all’inverosimile e ho dovuto
combattere con tutte le mie forze contro me stesso, perché quello che ho
desiderato in quel preciso istante è stato possederlo! Se ripenso a quel
momento mi sento ancora ribollire il sangue e non so neanche quanto sia
giusto tutto questo! Lui sta attraversando un periodo terribile, il dover
affrontare le conseguenza della violenza che ha subito, è una dura battaglia
e io sto qui a pensare che vorrei fare l’amore con lui per tutta la sera!
Eppure non riesco a sentirmi pienamente in colpa, perché nel mio desiderio
di lui, c’è solo la volontà di potergli dimostrare il mio amore, donargli
tutto me stesso……però forse se lui venisse a conoscenza di questi miei
pensieri, penserebbe che anch’io voglio da lui solo il piacere che il suo
corpo può offrire, in questo momento sarebbe più che lecito che lui pensasse
questo di me, anche se non è vero, perché per me lui conta più di qualsiasi
altra cosa, solo che non riesco a spiegarlo al mio corpo che è attirato dal
suo come una calamita e che reagisce in maniera imbarazzante alla sua
vicinanza! Così mi trovo costretto a stargli più lontano di quanto vorrei,
aspettando che sia lui a farmi capire che è nuovamente pronto per donarsi a
me. Sospiro pesantemente aprendo il cancello e percorro con pachi passi il
vialetto che conduce alla porta: in casa regna il silenzio.
“Kaede?” chiamo,
avvicinandomi alle scale. Lui non mi risponde e dopo aver lasciato le buste
della spesa in cucina, raggiungo la nostra camera per vedere se è lì. Dal
bagno adiacente mi arriva distintamente il rumore della doccia e scuoto la
testa un po’ preoccupato da questa mania di Kaede di farsi docce in
continuazione, ne ha fatta una quando abbiamo finito gli allenamenti non più
di due ore fa! Purtroppo credo che anche questo sia una ‘piacevole’
conseguenza di quello che è accaduto quella sera……ma perché non l’ho
ammazzato quell’essere abietto?! L’unica cosa che leggermente mi consola, è
il pensiero che ora è a migliaia di km da qui e che non c’è possibilità che
io incontri la sua faccia! Lo so perché, qualche tempo fa, ho incontrato
Koshino: io ero sul lungomare con Yohei ed eravamo andati a prenderci un
gelato, lui camminava verso la stazione. Mi ha detto che il bastardo si è
trasferito negli Stati Uniti, a Chigago mi pare, con la sua famiglia e che
non lo sentiva da diverso tempo. Io non gli ho chiesto come stesse o se
pensasse ancora a lui, perché c’era un ragazzo con lui, non l’avevo mai
visto prima, evidentemente non è né del Ryonan né della squadra, e da come
si guardavano era impossibile non capire che erano molto presi l’uno
dall’altro, ne ho avuto poi la conferma da lui stesso quando l’altro si è
allontanato per andare a prendere un gelato e lasciandoci così liberi di
parlare. Koshino mi ha raccontato brevemente che dopo la nostra discussione
in ospedale, non ne ha voluto più sapere di Sendoh e di aver cercato rifugio
nell’amicizia con Fukuda e tramite lui di aver conosciuto questo ragazzo,
il cui nome è Yuki e che è un amico d’infanzia di Fuku – chan. Ha concluso
arrossendo, che si trovano bene insieme e io ne sono stato contento, almeno
lui si è salvato da quel bastardo che, come è giusto che sia, alla fine si è
ritrovato solo!
Entro in bagno e, come
immaginato, Kaede è sotto la doccia.
“Hana sei tu?”
“Sì, kitsune, sono
appena tornato. Cosa vorresti per cena?”
“Quello che ti pare.” È
la sua incoraggiante risposta, perché ovviamente era già inappetente prima,
figurarsi ora! Si alimenta giusto il necessario per reggersi in piedi in
campo! E questa è un'altra fonte di preoccupazione per me, perchè so
benissimo dove potrebbe portare questo suo sempre maggiore disinteresse per il
cibo. Sto per scendere nuovamente di sotto, cercando di farmi venire in
mente qualcosa da preparare che possa fargli venire voglia di mangiare, ma
commetto un errore, uno stupidissimo errore, fisso il mio sguardo sulla sua
sagoma che i vetri smerigliati della cabina doccia non possono nascondere: i
contorni del suo corpo sono visibili in tutta la loro perfezione e la sua
posizione con le braccia piegate dietro la testa e il viso rivolto verso
l’acqua, è di un sensuale pazzesco! Abbasso lo sguardo sui miei pantaloni
diventati improvvisamente stretti e urlerei dalla frustrazione, accidenti!
Naturalmente opto per una ritirata strategica.
“Ehm, Kaede, io scendo
in cucina, ci vediamo lì, eh?”
”Hn.”
Mentre scendo i gradini,
sento il cellulare squillare e mi affretto ad andarlo a recuperare dal
divano dove l’ho lanciato appena entrato in casa. È mia madre che chiama per
sapere come stiamo e fare due chiacchiere, mi chiede anche quando vogliamo
andare a cena da lei, visto che è riuscita a prendersi qualche giorno di
ferie dal lavoro. Rimaniamo d’accordo per la settimana prossima, ho bisogno
di tempo per convincere una certa volpe ritrosa a uscire dalla sua tana,
ormai va raramente anche al campetto, preferisce protrarre gli allenamenti
in palestra con me.
“Allora ci sentiamo.”
Concludo la telefonata e, quando mi giro per andare finalmente ad occuparmi
della cena, mi accorgo della presenza di Kaede che mi fissa imbronciato e
nero come un temporale.
“Che c’è?”
“Con chi diavolo stavi
parlando al telefono?!” mi domanda in tono aggressivo.
“Con mia madre.”
“E perché non ti chiama
direttamente qui?!”
“Perché prova sempre sul
cellulare prima, se è spento sa che sono a casa, altrimenti le rispondo, che
c’è di male?!” chiedo mio malgrado sulla difensiva.
“Sei rientrato tardi
anche stasera!”
E questo che c’entra
adesso?!
“Sono passato al
supermercato, ma posso sapere che ti piglia?!”
Lui non mi risponde e si
chiude nel suo mutismo.
“Kaede insomma, vuoi
spiegarmi?! Anzi no, lascia perdere, è meglio preparare la cena!”
passandogli accanto, lo afferro per la vita e lo porto in cucina con me.
“Ora il tuo tensai
personale ti prepara una cenetta degna di un re.” Dico per alleggerire la
tensione che ho sentito crearsi tra noi e Kaede sembra rilassarsi, però
quando io ho finito di mangiare, lui è ancora lì che cincischia con il cibo
nel piatto!
“Cosa ha che non va, non
ti piace?”
Kaede alza il viso dal
piatto.
“Sì, è buono, ma non mi
va.” E scrolla le spalle, io però mi innervosisco, ecchecavolo!!
“Senti, non è possibile
che tu continui così! Ma non lo vedi che i pantaloni che hai cominciano a
starti larghi?! Mangi pochissimo e nel caso tu te ne fossi scordato, sei un
giocatore di basket che disperde un sacco di energie che in qualche modo
deve recuperare!” lui ovviamente non gradisce questa mia osservazione,
sbatte le mani sul tavolo con una rabbia a stento trattenuta, alzandosi.
“Io non ho bisogno della
balia, ma di un compagno!” mi sibila con occhi ardenti.
“Io invece dico di sì!
Ti stai comportando in modo irresponsabile verso te stesso e io ho il DOVERE
di fartelo notare, anche se a te la cosa non piace!”
“Io me ne vado a letto.”
conclude lui, dirigendosi verso la porta.
“E certo, è meglio
andarsene pur di non ammettere che ho ragione, non è vero?! Gli urlo dietro
mentre lui supera la porta.
“Vattene al diavolo!” è
la sua amichevole risposta!
“MALEDIZIONE!” impreco
io calando il pugno sul tavolo e facendo tintinnare le stoviglie. Se avevo
l’intenzione di convincerlo a finire di mangiare, ho fallito miseramente, ma
io non so veramente più come prenderlo! Voglio essere paziente e
comprensivo, intuisco perfettamente il conflitto interiore che sta
affrontando e sono disposto a dargli tutto il mio sostegno, ma non quando lo
vedo mettere a repentaglio la sua salute! Quanto crede di poter continuare
prima di crollare?! Mi decido a sistemare la cucina, a lavare i piatti senza
ricorrere alla lavastoviglie per scaricarmi i nervi e tenere occupata la
mente. Quando ho finito, raggiungo la nostra camera e, dopo essermi liberato
dei vestiti, poggiandoli su una sedia, mi sdraio a letto. Kaede è ancora
sveglio, il suo respiro non è lento e leggero come quando dorme, ma non dice
una parola, quando sente che mi sdraio accanto a lui, si volta su un fianco,
dandomi le spalle. Mi dispiace andare a dormire in questo modo, ma ormai le
cose sono arrivate ad un punto in cui non posso continuare a far finta di
niente, quindi non aggiungo nulla a quanto successo in cucina né cerco di
fare la pace. Mi limito a chinarmi su di lui per un attimo, sfiorando con un
bacio i suoi capelli e ad augurargli la buonanotte, ma lui non dice nulla.
Questo episodio diventa
il primo di una lunga serie, ormai non riusciamo più a trovare un po’ di
pace e di serenità quando siamo soli. Kaede è sempre più taciturno e
nervoso, scatta per ogni piccola cosa e non è da lui, che è sempre stato
moderato nelle reazioni, ora invece basta un mio piccolo ritardo, anche di
pochi minuti, che ne pago lo scotto per tutta la serata! E la cosa che mi fa
diventare matto è che se almeno mi chiedesse spiegazioni, io proverei a
spiegargli, invece non fa alcuna recriminazione, diventa solo gelido e mi
lancia delle occhiate incredibilmente severi e tristi……io non ci capisco più
niente! È come se non ci comprendessimo più e tutta questa tensione mi rende
nervoso quanto e più di lui, perché non riesco a trovare niente che ci possa
aiutare a superare questo momento?! Vorrei poter tornare a vivere
serenamente con Kaede, ad affrontare ogni giorno con lui accanto, invece…..l’altro
giorno volevo invitare a cena Yohei , magari farci portare delle pizze, non
era certo la prima volta che succedeva, bè, voi non ci crederete, ma mi ha
fatto capire senza tanti giri di parole che non voleva il mio amico qui! Io
non ho insistito né mi sono lamentato, in fondo questa è casa sua, ma ci
sono rimasto malissimo, anche perché lui non mi ha detto niente più di
questo e io non ho potuto fare a meno di ritenerlo geloso! Mi viene da
ridere per la ridicolaggine di un pensiero simile, anche se la situazione è
tutt’altro che allegra, perché è tutto così assurdo! Primo: Kaede non ha
alcun motivo per essere geloso, secondo: Yohei?! Cioè, io spero che non sia
in quel senso, perché insomma, lui è il mio miglior amico!! Non l’ho mai
guardato in un modo men che meno amichevole neanche una volta in vita mia!
Tra noi c’è un rapporto da fratelli mancati, ma questo è quanto! Comunque,
queste sono tutte mie teorie, sicuramente campate per aria e al di là di
ogni logica, ma non so veramente più a cosa aggrapparmi, ogni volta che
tento di parlare con lui, si fa sfuggente e storna il discorso non
rispondendomi nemmeno! A volte è così lontano…….che posso fare?! Cosa che lo
convinca ad abbandonare questo atteggiamento?! Non possiamo continuare come
stiamo facendo, questa non è vita per noi, non con me sempre fuori per
evitare discussioni, nervoso perchè provo la voglia struggente di stringerlo
a me, di baciarlo e di fare l’amore con lui e dover invece reprimere tutto
dentro di me, non con lui sempre più isolato da me e dal mondo. Tutto questo
deve finire, ma come, COME?! Sbuffo spazientito schiacciando a canestro con
più forza di quanta ne servirebbe. Sono uscito diretto qui al campetto
davanti al mare per scaricare i nervi, quello dove cercai di imparare a
giocare senza commettere falli aiutato da Haruko, quanto tempo è passato…..sembra
una vita……non ho neanche chiesto a Kaede se volesse venire con me, tanto già
conoscevo la risposta, la sua preferita degli ultimi tempi e che si ripete
quasi ossessiva: no, no a qualunque proposta di dialogo e fatti, no a cene a
casa di mia madre o a una semplice passeggiata…..scuoto la testa nuovamente
preda dello sconforto, mi giro verso la strada per riprendere fiato e
godermi un po’ di vento che a quest’ora comincia a soffiare dal mare. Vedo
passare Mitsui dall’altro lato del marciapiede: è in calzoncini e maglietta,
uno zainetto sulle spalle, deve essere di ritorno dalla spiaggia.
“EHI, TEPPISTAAAAAAAA!!!!”
lo chiamo io inducendolo a voltarsi verso di me. Lui mi vede e attraversa la
strada per raggiungermi.
“Come mai ti giri quando
senti chiamare ‘teppista’, Mitchi?!” lo provoco io come ai bei vecchi tempi,
quando ogni allenamento alle Shohoku rischiava di trasformarsi in una bella
rissa di tutti contro tutti…….
“Perché riconoscerei la
tua vociaccia da cornacchia tra mille, testa rossa!!”
Ci stiamo scambiando
simpatici ‘convenevoli’, ma ci diamo il cinque mentre ci insultiamo
allegramente!
“Che ci fai da queste
parti, hai marinato le lezioni, eh? E Kogure dov’è, non ti controlla?”
“Che cavolo dici,
Hanamichi, io non ho bisogno di essere controllato e Kimi – kun lo sa bene!
Per tua informazione, ho un esame la prossima settimana e studiare sulla
spiaggia mi aiuta a trovare la concentrazione! Tu piuttosto, che ci fai qui
da solo?”
Scrollo le spalle.
“Avevo voglia di
giocare, ma non c’è nessuno che voglia sfidare il tensai, oggi!”
“E ci credo – ribatte
lui – chi vorrebbe giocare con una schiappa come te, scusa?!”
“CHECCOSAAAAA????!!!!
Gioca tu allora, campione sdentato!”
“Con molto piacere!”
Passiamo una buona
mezz’ora a giocare tra insulti, risate e canestri, alla fine ci sediamo
sotto al canestro e divido con lui il succo di frutta che mi ero portato
dietro. Il sole sta per tramontare, tingendo tutto di rosso e noi ci
rilassiamo grazie alla frescura di quest’ora.
“Kogure come sta?” gli
chiedo dopo aver ripreso fiato.
“Oh, benissimo, grazie!
Il mio Kimi – kun è un angelo, si impegna tantissimo nello studio, ma non mi
trascura mai, sa sempre trovare un po’ di tempo per me soprattutto la sera e
io cerco di fare lo stesso, destreggiandomi anche con il lavoretto che mi
sono trovato. È una persona stupenda…….pensa che è riuscito a far
riavvicinare me e i miei genitori, non che ora ci saltiamo al collo dalla
gioia quando ci incontriamo, ma almeno non ci ignoriamo più, gli sono molto
grato per questo e anche i miei genitori, lo adorano! Credo che non gli
chiederò mai che figlio avrebbero voluto, perché tanto so già la risposta!
Comunque, dicono che ho finalmente imparato a scegliermi gli amici!
Amici….se sapessero delle nostre notti bollenti……”
Mitsui ridacchia, ma io
non riesco a fare altrettanto, provo un attimo di invidia bruciante nei loro
confronti e deve purtroppo essersi letto bene sulla mia faccia, perché
Mitsui sembra dispiacersi della sua uscita, ma non c’è niente di male nella
loro felicità, è solo che la loro situazione stride tremendamente con quella
mia e di Kaede…..
“Sono un cretino! Io sto
qui a parlarti di noi e non ti ho neanche chiesto di Rukawa, come sta lui?”
“Non bene.” Rispondo
amaramente.
“Ah, mi dispiace, ma non
ci sono stati miglioramenti?” chiede speranzoso.
“Va sempre peggio direi
e il nostro rapporto comincia a risentirne inevitabilmente.”
“Addirittura?! Insomma,
immaginavo che avreste avuto dei problemi, che non sarebbe stato facile per
Rukawa superare facilmente lo choc per quello che ha subito né per te
dovergli stare accanto senza poter fare molto, ma non credevo che avrebbe
danneggiato il vostro stare insieme.”
“Il fatto è che noi ci
amiamo ancora sia chiaro, io non posso fare a meno di lui e anche lui tiene
a me, questo non è cambiato, non è in discussione, è solo che non riusciamo
a trovare una via comune per uscire da questo tunnel. A questo punto io
speravo che potessimo riuscire a voltare pagina, tornare alla nostra vita
insieme e pensare solo a noi, al nostro futuro…..so che sembra fin troppo
facile per me parlare così, in fondo non sono io ad aver subito una
violenza, ma non è neanche accettabile che lui si sia lasciato sopraffare da
quanto è successo, al punto di aver smesso di vivere la vita che faceva
prima di quella sera! Ultimamente poi sembra avercela con me, non chiedermi
perché, ma è così! Almeno mi dicesse cosa c’è che non va, ma no! lui
continua a tacere, io non posso certo leggergli nella mente…..un gran
casino!!! E sai qual’ è la cosa peggiore tra virgolette?! Il fatto che lui
diventi ogni giorno più bello, come se paradossalmente la sofferenza patita,
gli abbia conferito maggior fascino e mistero, la sua bellezza è come
esaltata e anche se immagino che sia l’ultimo dei suoi pensieri, io non
riesco a smettere di desiderarlo, di voler fare l’amore con lui!”
Mitsui segue in silenzio
e attentamente il mio sfogo, avevo una gran voglia di parlare con qualcuno,
perché con Yohei ho mantenuto il segreto e ho dovuto anche fingere, non so
con quanto successo, che tutto andasse bene, ma ora ho la possibilità di
farlo, perché lui sa tutto dall’inizio.
“Cavoli……” bisbiglia
lui.
“Già – ribadisco – la
situazione sta diventando insostenibile e mi fa venire certi nervi! Insomma,
noi siamo innamorati l’uno dell’altro forse più che il primo giorno in cui
ci siamo messi insieme, ma non siamo più felici per colpa di un lurido verme
schifoso! Non è giusto, Mitsui, non è assolutamente giusto!! So che è una
domanda banale e forse è anche egoistica, ma perché a noi?! Perché?! Io non
lo capisco, niente comincia ad avere senso e io….io…..” ho paura di
perderlo, di perdere Kaede, che tutto questo ci porterà a una separazione,
che alla fine lui decida di affrontare tutto questo da solo, ma questo non
lo dico a Mitsui, non ho il coraggio di pronunciare ad alta voce parole del
genere, perché io voglio ancora sperare di essere in grado di trovare una
soluzione! Lui è tutto per me…..
Mitsui sembra riflettere
su qualcosa, rigira tra le mani la bandana che aveva messo sulla testa per
ripararsi dal sole mentre giocavamo, poi mi guarda.
“Senti, io non posso
essere sicuro che sia la cosa migliore da suggerirti, ma forse….se non
riesci a parlargli di tutto quello che hai detto a me, non farlo, magari un
gesto può avere più valore per lui, può essere più facilmente comprensibile.
Fagli capire che vorresti portare la vostra relazione nuovamente su un piano
fisico, con delicatezza, eh genio! Se lui non è ancora pronto te lo dirà e
proverete più avanti, ma così lui saprà che almeno tu sei pronto e poi…..insomma,
ci sono tante cose prima di ‘quello’, potreste cominciare per gradi, lui ne
sarebbe rassicurato, o così credo….”
“Quello che dici
potrebbe avere senso, lo sai, Mitchi?!” gli dico dandogli una pacca sulla
spalla.
“E piantala di chiamarmi
in quel modo!”
Mi riparo la testa da un
suo pugno piuttosto leggero.
“No, dico sul serio,
potrebbe funzionare e poi questa situazione va sbloccata in qualche modo,
spero solo di non peggiorare le cose, anche se francamente queste ultime
settimane sono state molto pesanti: a casa c’è tensione e ti ripeto, Kaede
ce l’ha con me per qualcosa….bè, stasera proverò con quanto dettomi da te,
chissà….”
Restiamo qualche altro
minuto a parlare, poi ci separiamo diretti entrambi dai nostri compagni.
Prima di rientrare, passo a fare una visita a mia madre: so che oggi aveva
un giorno di riposo e ho voglia di fare quattro chiacchiere con la mia
mamma. Purtroppo non posso fermarmi molto, non vorrei indispettire Kaede con
un ritardo ancora maggiore di quello che già farò. Quando la lascio è ormai
ora di cena e lei mi dà dei sandwich che aveva preparato proprio nella
speranza che io passassi: sono un regalo per Kaede, sa che è piuttosto
inappetente in questo periodo e ha pensato che magari mangia più volentieri
qualcosa che gli piace, che madre fantastica che ho! Entro in casa, mi tolgo
le scarpe e dal rumore di stoviglie capisco dove sia Kaede. Mi affaccio in
cucina e lo vedo intento a preparare la tavola.
“Ciao, Kitsune.”
“Hn.”
Non alza neanche gli
occhi su di me, sintomo che il suo umore non è migliorato da quando sono
uscito, anzi……mi chiedo quale sia il momento giusto per azzardare un
approccio e decido che magari dopo essermi dato una lavata è meglio!
“Oi, volpetta, io vado a
farmi la doccia, eh?”
“Hn.”
Sono un po’ esasperato
da queste sue risposte monotematiche, ma non credo proprio sia il caso di
farglielo notare e poi, in fondo, questa è l’unica cosa che non è cambiata
affatto, solo che questi monosillabi prima erano intercalati da delle frasi!
Raggiungo il bagno, mi rinfresco sotto l’acqua fresca che dà sollievo alla
mia pelle sudata e cerco di trovare il modo migliore di cominciare il
‘discorso’ con Kaede…..il punto è che non voglio essere frainteso: non sto
cercando la maniera di portarmelo a letto, non voglio solo sesso da lui, ma
quell’insieme di anime e corpi che ci univa, quel modo tutto nostro di
donarci l’un l’altro con passione e amore……chissà che non lo voglia anche
lui…..
Quando torno da lui in
cucina lavato e cambiato, non ho ancora avuto un’idea, ma quando mi fermo
sulla porta a guardarlo, è l’istinto a farmi procedere. Kaede mi dà le
spalle e la mia attenzione è calamitata dalla sua nuca, carezzata appena dai
capelli scuri che ombreggiano la pelle di porcellana, dal collo e da una
parte delle spalle che la maglietta dallo scollo slabbrato ad arte lascia a
nudo….anelo dal desiderio di poterlo baciare……con un’ultima esitazione, mi
avvicino e gli passo un braccio intorno alla vita, mi chino sul suo collo,
posando le labbra sulla nuca, aspirando il profumo della sua pelle e dei
suoi capelli. Una scarica di emozioni violente investe i miei sensi da
troppo tempo sopiti a forza, solo che la reazione di Kaede non è quella che
avrei voluto: si divincola, respingendomi con furia cieca, togliendosi le
cuffiette dalle orecchie che solo ora mi accorgo avesse, non mi ha sentito
arrivare, ecco perché! Eppure non riesco a non sentirmi ferito dal suo
ritrarsi da me…..si volta con il respiro veloce, il viso contratto,
l’espressione alterata, ma nei suoi occhi leggo chiaramente che è anche
spaventato, sono di un blu profondo e torbido, poi si rende conto che sono
io.
“Ma sei diventato
scemo?!” le sue parole vibrano di rabbia.
“Non volevo
spaventarti.” Provo a giustificarmi nonostante tutto.
“Ah no?! E’ per questo
che mi arrivi di soppiatto alle spalle?!” posa il walkman sul tavolo facendo
rotolare un bicchiere per terra, il rumore del vetro infranto spaventa il
gatto che corre via da noi e dalle nostre voci concitate.
“Non mi ero accorto che
stessi ascoltando la musica, volevo solo abbracciarti e ….. – lascio andare
il respiro: insomma io non ho fatto niente di male, volevo solo….. – ma chi
poteva essere, scusa?! Ci siamo solo noi a casa e non ti ho di certo
aggredito!” concludo io innervosito dall’ennesima situazione assurda che mi
trovo a fronteggiare.
“Tu non puoi capire…..”
dice lui in tono piatto, uscendo dalla cucina diretto in salotto, deciso a
finire qui la conversazione, ma stavolta no! Stavolta non può finire così, è
ora che qualcosa cambi, non sono più disposto ad ingoiare amaro!
“Non ci riuscirò mai se
tu non condividi con me quello che ti è successo! – l’ho raggiunto e lui ne
sembra addirittura sorpreso – non hai mai voluto raccontarmi niente di
quella sera e io all’inizio ho capito, ma ora?! Ora che questa cosa ci sta
dividendo, che non ci capiamo più e che rifiuti persino un abbraccio
innocente, anche ora hai intenzione di continuare a tacere?! Come puoi
pretendere che io comprenda appieno il tuo stato d’animo, quello che si
agita nella tua anima, se mi tieni fuori da quello che ti è successo?! Non
so più che fare con te, lo capisci?! Diventi ogni giorno più complicato!”
magari non sono le parole giuste per potergli trasmettere la mia
frustrazione nel vedermi scivolare la felicità tra le mani, nel non poterlo
abbracciare e baciare senza la paura che per lui sia un ennesimo trauma, ma
è quello che fuoriesce dal mio cuore sofferente. Del resto solo ora mi rendo
conto che non poteva che andare a finire così, considerando quello che è
accaduto in questi mesi, era inevitabile: il muro tra noi si è fatto troppo
alto per essere scavalcato, ora non può che essere abbattuto…..
“Complicato?! Io
sono….COMPLICATO???!!!!! Hai capito cosa mi è stato fatto?! Io sono stato
umiliato nel modo peggiore, il mio orgoglio è stato deriso e calpestato,
riesci a capirlo questo?!”
“Se tu me lo spieghi sì,
Kaede posso farlo, ma non puoi chiedermi di leggerti dentro così in
profondità, non posso farlo da solo, devi aiutarmi….. - fidati di me, amore
mio, io voglio solo il tuo bene, fidati di me! Prego dentro di me con queste
parole, nella speranza di vedere finalmente la luce in fondo al tunnel –
spiegami perché non riesci ad aprirti con me, perché ultimamente mi tieni
così a distanza, che ti ho fatto? Dimmelo, per favore……”
Lui esita, torcendosi
nervosamente le mani, mordicchiandosi il labbro inferiore con i denti, tutto
in lui tradisce nervosismo e angoscia. Mormoro il suo nome in un soffio,
avvicinandomi a lui in attesa delle sue parole.
“Tu non mi vuoi più….”
Dice alla fine con evidente sforzo e io sbarro gli occhi per l’incredulità
di quanto appena sentito.
“Io cosa?!” riesco a
chiedere completamente spiazzato dalla sua risposta.
“Sei sorpreso che io lo
abbia capito?! Non hai fatto molto per continuare ad illudermi del
contrario!” riprende lui in tono anche troppo sprezzante per essere vero, vi
ricorre per non cedere di fronte a me, come ha fatto finora.
“Io sono qui, Kaede,
vivo con te! Come puoi pens….”
“SI’, MA FAI SOLO
QUESTO, TE NE RENDI CONTO?! TI LIMITI A MANGIARE E A DORMIRE CON ME!!”
Faccio istintivamente un
passo indietro, completamente impreparato alle sue parole urlatemi contro e
grondanti sofferenza.
“Stai sempre meno tempo
con me – riprende lui con voce più bassa – torni sempre più tardi e quando
sei qui sei sfuggente, prima non eri così, mentre ora….ora….hai un altro non
è vero?!”
Non ci posso credere,
ditemi che non è vero! La sua non era una domanda, era fatta in tono
retorico come se sapesse già che è così, ma….ma…..che diavolo ho combinato?!
Cosa gli ho fatto credere?! Provo ad avvicinarmi a lui, voglio poterlo
abbracciare, ma lui me lo impedisce, facendo un passo indietro e
allontanando le mie mani protese verso di lui.
“Rispondimi
sinceramente: vai a letto con qualcun altro?” la sua voce esce sottile e
tremante, non ho mai visto Kaede così fragile ed insicuro ed è tutta colpa
mia, razza di cretino che non sono altro!
“Ascoltami, io ti amo
più della mia vita, vivo di ogni tuo respiro, non potrei mai fare sesso con
qualcun altro!”
“E allora perché mi hai
fatto credere di non essere più degno di essere il tuo amante?! Perché non
hai più voluto fare l’amore con me, PERCHE’???!!!”
Scoppia a piangere,
coprendosi il volto con le mani, le spalle scosse dai singhiozzi…..alla fine
gli hanno ceduto i nervi.
“Io non…..non ce…..la
faccio….più…” singhiozza Kaede, prima di lasciare il salotto e fuggire via
da me. Sono così sconvolto dalla piega che hanno preso gli eventi da non
riuscire a muovermi, la mente in subbuglio…..quando recupero un minimo di
autocontrollo gli vado dietro, facendo i scalini delle scale due a due, ma
quando arrivo davanti alla nostra stanza, sento la chiave girare nella
serratura. Batto violentemente i pugni contro la porta chiedendogli di
aprire, maledicendo la mia ottusità: ho procurato altro dolore al mio
preziosissimo amore, volevo proteggerlo anche da me e ho finito per farlo
solo stare peggio! Ogni singolo singhiozzo che sento provenire da oltre la
porta, mi sconvolge il cuore di tristezza.
“Kaede, lasciami
spiegare, per favore……io non ho smesso di desiderarti un solo attimo, tu sei
la cosa più bella e preziosa che io abbia, ed è per questo, SOLO per
questo che mi tenevo distante da te……non volevo far niente che potesse farti
ricordare quello che hai subito….se….se mi sono allontanato da te, l’ho
fatto solo per questo…..nessuno, NESSUNO potrebbe indurmi a tradirti!”
Mi lascio scivolare fino
sul pavimento e poggio la guancia contro la porta, la mano contro il legno
come se così facendo potessi toccare il mio amore, sento i suoi singhiozzi
in maniera così distinta da farmi capire che anche lui è nella mia stessa
posizione, a soli pochi centimetri da me…..avverto la sua disperazione in
maniera così tangibile da lacerarmi l’anima, perché so che un po’ è anche
colpa mia, del mio non aver saputo capire quali fossero le sue esigenze e
gli ho involontariamente fatto del male….l’ho addirittura indotto a credere
di avere una relazione con altro, lui, LUI che mi ha sempre
rimproverato la mia eccessiva gelosia perché diceva sempre che in un amore
come il nostro non c’era posto per nessun altro! Quanto deve aver sofferto
per il mio voluto disinteressamento a lui per quanto concerneva il sesso,
perché solo ora mi risulta chiaro?! Io non volevo, maledizione, non volevo
che lui si sentisse non desiderato, non amato…..tutto quello che ho fatto, è
stato solo per lui, SOLO PER LUI!! E invece……mi prenderei a sberle da
solo per la mia idiozia! Io non volevo, non volevo…..
“Amore….ti prego….ti
supplico, apri questa porta….per favore…..” continuo a ripeterlo mentre
calde lacrime cominciano a rotolarmi lungo le guance, ma trattengo i
singhiozzi, in una sorta di rispetto per il dolore di Kaede che è
infinitamente più grande del mio……non percepisco il rumore della chiave che
viene nuovamente girata nella serratura, soltanto quando la sento cedere
contro di me, mi rendo conto che è stata aperta. Mi alzo in piedi
asciugandomi il viso con la manica della maglietta ed entro con il cuore che
mi pulsa dolorosamente nelle tempie. Kaede è seduto sul letto e non ha
smesso di piangere, è come se stesse sfogando tutto quello che si è tenuto
dentro finora: l’angoscia perché credeva di non meritare più il posto che
occupava precedentemente al mio fianco, i ricordi terribili di quella sera…..mi
inginocchio davanti a lui, gli prendo con delicatezza i polsi, facendogli
spostare le mani sul volto, forse solo io posso realmente immaginare cosa
significhi per lui mostrarsi in questo stato, quanto gli costi in termini di
orgoglio, quello stesso orgoglio già duramente provato…..lui mi lascia fare,
ma non alza gli occhi su di me, io gli sfioro il viso con le dita e poi mi
sporgo su di lui, asciugandogli le lacrime con le labbra.
“Calmati, amore – gli
sussurro mentre gli bacio teneramente le guance – smetti di piangere,
adesso…..”
Quando i singhiozzi si
diradano, gli passo un braccio intorno la vita e me lo tiro contro,
facendogli posare la testa sulla mia spalla, le mie dita che scorrono tra i
suoi capelli.
“Perdonami, Kaede,
perdonami…..è tutta colpa mia….ti ho fatto credere quello che non era
possibile solo per il mio sciocco comportamento….perdonami…..”
Lui mi stringe forte a
sé, lo sento deglutire prima di avvertire la sua voce contro il mio collo.
“Io lo sapevo che mi
amavi ancora….non ho mai dubitato di questo……voglio che tu lo sappia….solo
che…..mi….mi sentivo inadeguato per te e non……non ce l’avevo con te per
questo……ce l’avevo con me stesso perché ti avevo promesso che tu saresti
stato il primo e l’unico e non ho potuto mantenerlo……” la sua voce sempre
morbida e vellutata, ma resa malferma dai resti del pianto, mi fa stringere
qualcosa dentro: devi esserti sentito così solo, amore mio e così in colpa
per qualcosa di cui tu sei stato solo la vittima, che stupido sono stato a
non comprenderlo!
“Mi dispiace……non avevo
capito niente di quello che ti tormentava, sono proprio un idiota, hai
ragione tu quando me lo dici!”
Lui per tutta risposta
mi bacia una guancia.
“Se rimani il MIO
do’aho, non mi importa…..”
Sento una risata leggera
salirmi lungo la gola mentre replico alle sue parole. “Perché conosci
qualcuno che mi si piglierebbe?!”
“Effettivamente…..”
“Ehi!” o dei, quanto è
bello sentire nuovamente quel tono ironico e allegro nella sua voce, quanto
mi sono mancate tutte quelle sfumature del nostro rapporto che rendevano tanto
speciali il nostro ‘noi’! Poggio gentilmente le mani sulle sue spalle,
tirandolo indietro, incontrando i suoi occhi resi liquidi e scintillanti
dalle lacrime versate.
“Tu sei tutta la mia
vita, Kaede, tu e questo adorabile musino da volpe che hai.” Sottolineo le
mie parole baciandogli la punta del naso e sul suo viso si apre un sorriso
luminoso e felice che mi fa traboccare il cuore di gioia, quel senso di
incompletezza che mi pizzicava l’anima in questi mesi, finalmente sparito,
perché per me un suo sorriso è il regalo più bello e per vedere illuminargli
gli occhi, farei qualunque cosa, qualunque…..ci teniamo stretti l’uno
all’altro, come se ci incontrassimo dopo un lungo periodo in cui siamo stati
costretti lontani l’uno dall’altro e un po’ è così, perché per molto tempo,
troppo, nessuno di noi due è stato veramente se stesso, per motivi diversi,
ma il risultato è stato il medesimo. Rimarrei così abbracciato a lui per
l’eternità, se non fosse che la mia attenzione è calamitata da un odore
strano…..comincio ad annusare l’aria, poi mi viene un sospetto.
“Kaede, ma stavi
cucinando qualcosa?!”
Lui si tira indietro con
gli occhi sbarrati e un’espressione assolutamente stupita e divertentissima
sul viso.
“La cena!”
Seguendo l’inevitabile
odore di carne bruciata, arriviamo in cucina e rimiriamo i miseri resti di
quelli che in origine erano due hamburger e che ora formano un tutt’uno con
la padella annerita! Kaede sospira sconsolato chiudendo finalmente il gas e
io azzardo una battuta del tipo che a me la carne piace poco cotta. Lui si
volta verso di me, ma invece di replicare, scoppia semplicemente a ridere e
io lo seguo: non smettere, amore mio, lascia che tutta la tristezza e la
sofferenza se ne vadano con questa risata…..
Dopo essere arrivati
alla soglia delle lacrime per il troppo ridere, ci decidiamo a buttare
hamburger e padella nella spazzatura.
“Non credo che ci sia
molto altro di commestibile in casa, Hana.”
“Bè, per stasera
possiamo arrangiarci: sono passato da mia madre prima di tornare a casa e mi
ha dato dei sandwich preparati da lei, erano per te, però se tu vuoi
dividerli con me….”
Kaede mi abbraccia
posandomi un lieve bacio sul collo.
“Certo che voglio…..”
“Ok, allora vatti a
lavare il musetto che io li prendo, devo averli lasciati in corridoio…..ah,
che ne dici di mangiarceli sul divano?”
“Hn, ti raggiungo lì…”
Quando ci ritroviamo in
salotto, Kaede ha portato due lattine di Coca Cola che posa sul tavolinetto
davanti a noi e si siede accanto a me sul divano. Tiro fuori i sandwich dal
tovagliolo in cui li aveva avvolti mia madre e sto per porgergliene uno,
quando invece ne stacco un pezzetto portandolo alle sue labbra. Lui mi
lascia fare e commenta con un ‘buono’ il primo assaggio. Questi non sono
gesti soliti per noi, insomma Kaede non ha bisogno di essere imboccato,
visto che può farlo benissimo da solo e neanche a me era mai venuto in mente
di fare quello che ho appena fatto, ma stasera ha qualcosa di speciale per
noi, ci stiamo lasciando andare a quei momenti di abbandono e tenerezza di
cui entrambi sentiamo la mancanza. Quando finiamo di mangiare, io torno a
stringerlo possessivamente contro di me e non conosco parole per esprimere
la ritrovata armonia che nuovamente scorre tra noi, posso solo dirvi che
provo un gran senso di pace e che ho finalmente la certezza che tutto andrà
bene, perché ho nuovamente il mio unico amore tra le braccia. Ce ne stiamo
accoccolati qui a ricreare quel ‘noi’ che si era sbiadito ed è strano che mi
renda conto di non aver bisogno di alcuna parola di Kaede su quello che lo
ha tormentato finora, so quello che mi basta: quanto accaduto alla fine non
ci ha diviso, ci ha fatto soffrire molto, ma potremo dimenticare, il nostro
amore è più forte di tutto! Bacio la sua guancia morbida, chinando la bocca
sul suo viso annidato nell’incavo del mio collo.
“Sei stanco, Kaede?”
“Un po’.” risponde lui
in un sussurro e io non mi meraviglio, è stato un periodo molto duro per
lui, prima la violenza, poi la convinzione che non lo volessi più…..ha
tenuto duro per troppo tempo e ora che finalmente almeno tra noi è chiarita
ogni cosa, può rilassarsi, lo sento abbandonato a me come mai forse fino ad
ora…..
“Riuscirai a perdonarmi,
amore mio?” gli chiedo facendo scorrere le dita tra i suoi splendidi capelli
corvini. Potrei aspettare a parlare dell’enorme equivoco che io stesso ho
creato, ma voglio dissipare ogni ombra tra noi, adesso…..inoltre, so di aver
mancato nei suoi confronti, anche se in buona fede e voglio chiedergli scusa
per questo……
“Tu non hai fatto nulla,
Hana.”
“Appunto! Non ho fatto
quello di cui avevi bisogno, non ho saputo capire e ti ho fatto del male…..”
Kaede alza gli occhi su
di me e si sistema meglio contro di me.
“La colpa è un po’ anche
mia, Hana, non riuscivo a parlarti, a chiederti esplicitamente aiuto…..ultimamente
poi, ti ho trattato spesso male, ho scaricato su di te le mie paure e le mie
insicurezze e poi…..non avrei dovuto pensare quelle cose di te, solo
che….io…..” si interrompe, abbassando lo sguardo, lo sento a disagio e non
voglio.
“Lo so, amore mio,
ora lo so……” perché solo adesso mi accorgo che il mio modo di fare
poteva essere frainteso?! Eppure io conosco quanto lui sia attento a queste
cose e avrei dovuto capire che soprattutto adesso, lui aveva bisogno di
certezze, di sentire che i miei sentimenti per lui non erano mutati, anche
mia madre mi aveva avvertito e io invece…….sì, lui dice di non aver mai
dubitato del mio amore per lui, però gli ho lasciato credere di non voler
più fare l’amore con lui e non è meno grave, considerando quello che ha
sempre significato per noi quell’atto: sentimenti che si trasformano in
gesti, in passione…….ma rimedierò, giuro che rimedierò! Kaede strofina la
guancia contro il mio collo, accoccolandosi meglio contro di me e questa sua
ricerca di conferme mi intenerisce tantissimo, se già non lo adorassi, credo
proprio che comincerei da questo preciso istante!! Mi lascio andare contro
lo schienale del divano, godendomi questa sensazione bellissima di
appartenenza e di rilassatezza: è stato un periodo durissimo e stressante e
ora che volge al termine, avverto la stanchezza che ne consegue……se
rimanessimo qui, so che finiremmo per risvegliarcici domani mattina, decido
quindi che è arrivato il momento di raggiungere la nostra stanza.
“Amore – lo chiamo – che
ne dici di andarcene di sopra? È stata una lunga giornata e abbiamo bisogno
entrambi di riposare…..” Kaede mugola un po’ indispettito e abbandona
malvolentieri la sua posizione praticamente in braccio a me, e si alza in
piedi stropicciandosi un occhio. Non resisto alla visione del mio volpino
semi addormentato e lo afferro con la chiara intenzione di prenderlo in
braccio.
“Che vorresti fare?!” mi
chiede lui, lasciandomi allo stesso tempo fare.
“Portarti a letto.” gli
dico d’impulso, senza pensare all’evidente doppio senso della mia
esternazione, cosa che alla volpe, sebbene insonnolita non sfugge.
“Non perdi tempo, eh?”
chiede maliziosamente sistemandosi meglio in braccio a me.
“Non dicevo in quel
senso!!” mi difendo io, perché almeno questa volta volevo solo dire quello
che ho detto! Kaede tira su il viso dalla mia spalla e mi posa una mano
dietro la testa carezzandomi i capelli con le sue dita lunghe e fissando i
suoi splendidi occhi, due pozze blu cobalto, nei miei.
“Se non lo avessi ancora
capito, Hana, se sei TU a desiderarmi io sono felice, perché per te
io non sono mai stato il ragazzo bello da portarsi solo a letto…….” la sua
voce morbida e carezzevole si esaurisce in un bacio sulla mia guancia e a me
diventa improvvisamente difficile deglutire, so di non avere fatto nulla di
particolare per aver meritato lui nella mia vita eppure lui mi ama e
nonostante i miei errori degli ultimi tempi, scoprire che non ha mai smesso
di credere nel nostro amore, mi fa riempire gli occhi di lacrime……
“Sei la cosa migliore
che mi sia capitata nella vita, Kaede e io ti amo, ti amo……” affondo il viso
tra i suoi capelli, poi con lui ancora in braccio, raggiungo la nostra
camera, il nostro letto. Sappiamo entrambi che stasera non andremo oltre
questo e ci lasciamo andare a baci dolcissimi alternati ad altri più
passionali, dati finalmente senza più paure e dubbi, solo per il piacere di
sentirci vicini e con il desiderio di esternare l’amore che ci unisce……..mentre
cerchiamo di riprendere fiato, mi perdo nella contemplazione del mio amore,
sui suoi occhi chiusi dalla lunghe ciglia, la bocca socchiusa, gonfia ed
arrossata di baci…..gli sfioro il mento con le dita, attirando la sua
attenzione.
“Non tenermi più fuori
dai tuoi pensieri, amore, mi hai spezzato il cuore…….” non glie lo dico per
farlo sentire in colpa, ma solo perché sappia quanto sia grande il mio
bisogno di sentirmi parte di lui, della sua vita, quanto desideri dividere
tutto…….Kaede mi fa un sorriso dolcissimo. “Non succederà più, Hana e…… -
esita un attimo prima di concludere – tu sei troppo importante per me e non
voglio più farti soffrire…….”
Torno a baciare la sua
bocca, perché sono talmente emozionato per le sue parole che potrei mettermi
a piangere…..quanto ho desiderato in questi mesi di poter tornare a questa
nostra meravigliosa normalità, a passare minuti interminabili e speciali
insieme al mio preziosissimo amore e, dopo averlo visto ferito e triste, non
c’è niente che mi dia più gioia che il vederlo finalmente tornare a
sorridere a me e che non mi ero sbagliato, il nostro amore è stato
più forte della violenza, dell’umiliazione, del nostro stupido silenzio…..quello
che ci lega, quel sentimento profondo e stupendo, ha vinto, nonostante
tutto…….
I nostri baci si fanno
sempre più lenti e so con certezza che Kaede sta lentamente scivolando nel
sonno, così lo faccio sistemare meglio tra le mie braccia e aspetto che si
addormenti, cullato dalle mie carezze, dai tocchi gentili tra i suoi
capelli……..
Credo che non
dimenticherò mai la giornata di ieri, neanche tra cinquant’anni! Era
cominciata nel peggior modo possibile: essendo estate e non avendo la
scuola, abbiamo passato la mattinata in casa…..Hanamichi ed io nello stesso
posto, ma mai così lontani……c’era una tensione così palpabile tra noi, da
riempire l’aria di elettricità. Non saprei dire quale è stato il momento
preciso in cui questa situazione si è creata, è stato un processo lungo e
graduale, che si è concretizzato in me nella convinzione che ormai il mio
rapporto con Hana fosse irrimediabilmente compromesso e la sensazione e la
paura che lui potesse avere un altro, ha fatto il resto, rendendoci quasi
due estranei, noi che non riuscivamo a stare per troppo tempo lontani l’uno
dall’altro……erano giorni che avvertivo crescere dentro di me la sofferenza
di vedere Hanamichi allontanarsi ogni giorno di più da me, la delusione di
veder fallire un rapporto, l’unico!, su cui avevo puntato tutto me stesso.
L’amara considerazione che potevo dare la colpa unicamente a me stesso e che
in fondo mi meritavo quello che stava succedendo, rendeva ogni giorno più
difficile, più disperato……..non potevo recriminare con Hana se, come
sospettavo, aveva un altro, anche se la sola idea mi spezzava il cuore in
mille pezzi, perché sentivo di aver infranto la nostra promessa: essere per
sempre il primo e l’unico l’uno per l’altro e per me non era più così. Avrei
fatto qualunque cosa per cambiare questa realtà, ma mi era
impossibile……sapevo che Hana non mi avrebbe mai lasciato, questo mai, anche
se così lontani e taciturni, sentivo ancora il suo amore per me, pur
sembrando una follia, è proprio questo che avvertivo quando il suo sguardo
si posava su di me, credendo che io non me ne accorgessi, ma non potevo
convivere con la sensazione di inadeguatezza che ormai cresceva a dismisura,
ogni giorno di più……mi tormentavo in questo stato d’animo e sono tornato a
chiudermi in me stesso, sempre di più, inesorabilmente e poi ieri sera…..ero
intento a preparare la cena, più per tenermi impegnato che per reale voglia
di mangiare, Hana tornava dopo aver passato il pomeriggio fuori, al
campetto, e non mi aveva chiesto se volessi andare con lui quando era
uscito, io avevo passato le medesime ore raggomitolato sul letto, cercando
di non pensare a niente. Quando Hana mi ha abbracciato da dietro, posando le
sue labbra sul mio collo, non lo avevo sentito arrivare e mi sono spaventato
a morte!! Razionalmente sapevo che non poteva essere che lui, però
ugualmente un gelo innaturale mi ha invaso il sangue e la mente e preso dal
panico, ho allontanato Hana in malo modo, reagendo con rabbia verso di lui e
scaricando così la tensione. Ho messo ancora più distanza tra noi con quel
‘tu non puoi capire’. Il fatto è che egoisticamente pretendevo che lui lo
facesse da solo, senza costringermi ad ammettere i miei limiti, i miei
sospetti, senza dovergli confessare che da solo non ce l’avrei mai fatta,
che se avessi perso lui mi sarebbe restato solo il basket, ma che ora non mi
è più sufficiente per riempire la vita. Ho provato a far cadere il discorso
lasciando la stanza, preferendo quello stato di cose a una situazione nuova
che inevitabilmente si sarebbe creata protraendo la discussione, ma Hana ha
insistito, mi ha seguito, chiedendo spiegazioni e io non ho più resistito,
non ce l’ho fatta più: gli ho detto che avevo capito che c’era un altro tra
noi, gli ho esplicitamente chiesto se andasse a letto con un altro e la sua
risposta…….le sue parole mi hanno sconvolto, ancor più che se avesse ammesso che
era la verità, perché vedevo che era sincero, Hana ha gli occhi talmente
limpidi, però non capivo, perché io ero stato male per il suo comportamento
e ho finito per credere davvero di non poter più essere il suo amante e
lui…..lui dice di amarmi più della sua vita e che non potrebbe mai fare
sesso con qualcuno che non sia io….. a quel punto sono crollato, scoppiando
a piangere come mai prima d’ora, travolto dalla confusione e dalla tensione,
senza più forze per andare avanti un solo secondo in più con quel dolore
nell’anima e allora ci siamo ritrovati, ho ritrovato il mio dolce passionale
Hanamichi: lui che solitamente fa un gran pasticcio con le parole, ha
trovato quelle più appropriate per farmi sentire il suo amore, sentirlo in
modo così intenso e pulsante da desiderare solo abbandonarmi tra le sue
braccia e lasciarmi travolgere dalle sue coccole e così è stato fin quando
non mi sono addormentato con la sua bocca sulla mia.
Non l’ho mai detto ad
Hanamichi, e mi riprometto di farlo al più presto, che lui ha sempre saputo
farmi sentire amato: solo lui riesce a darmi quel calore e quella gioia che
provo da quando siamo insieme. Ultimamente mi sono ritrovato spesso a
pensare a quel giorno in cui venne a cercarmi sulla terrazza durante l’ora
per il pranzo: io non ne fui meravigliato, aveva preso l’abitudine di farlo
spesso in quegli ultimi tempi e la cosa a me faceva molto piacere, anche se
non lo avrei mai ammesso con lui!! Quel giorno non si limitò a sedersi
accanto a me, ma mi puntò negli occhi uno sguardo serio, dicendomi ‘kitsune,
dobbiamo parlare!’, io mi limitai ad alzare un sopracciglio, guardandolo
interrogativo e aspettando che lui continuasse. Hanamichi dimostrò fin da
allora di avermi in qualche modo compreso e non aspettò una mia ipotetica
domanda, ma continuò, rivelandomi di essersi innamorato di me e lo disse con
un tono così dolce e sicuro da farmi aumentare i battiti del cuore e allora
capii anch’io quello di cui stava parlando e non solo con la testa…….ricordo
ancora il nostro primo bacio che profumava di innocenza, Hana mi rimproverò
perché io non chiusi gli occhi, ma io volevo vedere il suo volto mentre
scoprivo il suo sapore……e poi ci fu la nostra prima volta: conservo ancora
ogni particolare di quella sera, eravamo entrambi sicuri di volerlo, ma
eravamo così impacciati! Eppure non desiderai niente di diverso per quel
momento, perché era con la persona che amavo, amo e amerò per sempre e
questa non è una frase fatta per me, è la pura semplice verità! Hana
è stato l’unico che sia riuscito a leggermi dentro, l’unico a cui
l’abbia permesso e lui mi ha fatto innamorare in un modo tale da farmi
desiderare, per la prima volta in vita mia, di donarmi a qualcuno
completamente. Amo Hanamichi per quello che è e per quello che mi dà e
niente cambierà mai questo stato di cose!
“A cosa stai pensando,
amore mio?” le braccia di Hana mi stringono e io, intento a guardare il
cielo di un azzurro scintillante e pensando a lui, non lo avevo sentito
arrivare. Stavolta però, invece di spaventarmi, mi lascio andare contro di
lui, premendo le sue mani sul petto e intrecciando le nostre dita.
“Che ho proprio voglia
di giocare un one on one e batterti, come sempre…..”
Lui ridacchia contro il
mio collo.
“Volpaccia presuntuosa!”
mi apostrofa senza alcun disappunto nella voce.
“Hn.” Strofino la
guancia contro i suoi capelli, respirando il suo profumo.
“Non te ne approfittare
solo perché oggi è la ‘giornata della volpe’, intesi?!”
Eh sì, Hanamichi ha
indetto una giornata solo per me! Si può essere più matti?! E così dolci……..stamattina
quando ci siamo svegliati, ha insistito perché rimanessi a letto mentre lui
preparava la colazione e poi se ne è uscito con questa storia della
‘giornata della volpe’! In sintesi, oggi si fa tutto quello che voglio io…..mi
piace!! Visto che è tantissimo tempo che lui ed io non andiamo insieme al
campetto davanti al mare, ho proposto ad Hana una sfida che ho tutta
l’intenzione di vincere! Mi sento in forma e non solo fisicamente, sono
pieno di energie che, fra l’altro, non ho intenzione di usare solo per il
basket! Finiamo di prepararci e usciamo di casa prendendo le biciclette e,
pedalando lentamente, raggiungiamo il campetto, posiamo gli asciugamani e le
bottigliette d’acqua sulle altalene vicine e cominciamo a giocare. Anche se
ultimamente non ho avuto molte occasioni di impegnarmi in sfide personali
con il mio do’aho, non ho perso l’abitudine di vincere e così anche questa
volta, seppure per un solo canestro! Lui bofonchia contrariato più per darsi
un contegno che per altro, perché lo vedo contento, come lo sono io, di
essere finalmente tornati a vivere la nostra storia, la nostra vita. Ora
manca solo una cosa perché tutto sia veramente a posto…….
“Non avere quella faccia
compiaciuta solo perché hai vinto, capito kitsune?!”
Hana assesta una botta
all’altalena dove mi sono seduto e le catene a cui è attaccata cigolano,
facendomi dondolare lievemente. Se sapessi a cosa pensavo realmente che
diresti?! Probabilmente arrossiresti in quel modo così….tuo! Poi
cominceresti a darmi della volpe hentai, per poi baciarmi in quel tuo modo
così passionale togliendomi il respiro…..comincia a fare caldo qui!
“Che hai adesso da
sventolarti?! Ah, ho capito! È stancante battere il tensai, eh?!”
“Hn.”
“Un complimento mai,
eh?! Per carità!”
Hanamichi si siede
sull’altalena a fianco la mia, bevendo dalla bottiglietta, poi me la porge,
solo che io, invece di berla, me la rovescio sulla testa! Agito i capelli
pieni d’acqua per eliminare quella in eccesso e Hana ride.
“L’ho sempre detto che
sei una volpe spelacchiata, ora sei anche una volpe bagnata!”
“Do’aho.”
“Kaede, perché non
andiamo sulla spiaggia? Ti va?”
Hn, sì, mi sembra una
buona idea…..annuisco, alzandomi, e attraversiamo la strada, camminando
nella sabbia fino al bagnasciuga. Respiro a pieno polmoni l’odore salmastro
del mare, il sole che mi batte sulla pelle e lo stridio dei gabbiani nelle
orecchie…..mi siedo sulla sabbia bollente imitato subito da Hanamichi che ha
capito le mie intenzioni ed entrambi ci slacciamo le scarpe: voglio
camminare nell’acqua fresca, ma dovrei tener conto che Hana non ha mezze
misure! Ovviamente propone di farci direttamente il bagno, perché
limitarsi?!
“Non abbiamo il
costume.” Gli faccio notare io, ma lui non si lascia certo abbattere da
questi particolari.
“Possiamo farlo con i
pantaloncini.” Commenta con un gran sorriso, cominciando a sfilarsi la
canottiera. Io non sono molto convinto di questa cosa e potrei appellarmi
alla giornata della volpe e rifiutarmi, però accantono subito l’idea, sono
stato troppo tempo senza fare nient’altro che pensare e stare chiuso in
casa, ora ho proprio voglia di rifarmi! Se non bastasse questa mia
convinzione, Hana comincia a tirarmi l’acqua per indurmi a spogliarmi, la
mia maglietta finisce lanciata sulla sabbia e ingaggiamo una di quelle lotte
cretine, cercando di bagnarci a vicenda! Mentre sto rincorrendo Hana, lo
vedo praticamente sprofondare davanti ai miei occhi, deve essere scivolato
in qualche buca che si è formata sotto l’acqua. Riemerge che ride come un
cretino.
“Cavoli che botto!”
commenta divertito, poi mi guarda in modo strano e, prima di finire di
pensare che ha qualcosa in mente, mi afferra per un polso facendomi cadere
addosso a lui e nell’acqua: alla fine abbiamo fatto il bagno! Visto che
ormai ci siamo, nuotiamo un po’ nell’acqua fresca e la voglia di farci degli
scherzi si trasforma in qualcos’altro…..all’ennesimo contatto tra i nostri
corpi, Hana mi attira a sé, mi accarezza i capelli, le guance, facendo
accelerare i nostri respiri e poi, si china sulla mia bocca con dolce
avidità. Non mi importa nulla che qualcuno possa vederci dalla spiaggia, per
me non ha mai significato nulla l’opinione di gente estranea e poi, ora
voglio solo perdermi tra le sue braccia……Hana chiede l’accesso alla mia
bocca, succhiandomi le labbra e io le socchiudo andando incontro alla sua
lingua che cerca la mia. Assecondiamo entrambi questo nostro desiderio l’uno
dell’altro, stringendoci convulsamente, carezzando quanta più pelle
possibile…..le mani di Hana scendono lungo la mia schiena con studiata
lentezza e superano l’elastico dei pantaloncini. Mi avvicina maggiormente a
lui, facendo aderire i nostri corpi e rendendoci dolorosamente consapevoli
della nostra eccitazione. Istintivamente mi tendo contro di lui, gettando la
testa indietro e offrendo ad Hana la mia gola che viene tormentata con baci
e piccoli morsi che mi fanno impazzire e desiderare di più, molto di
più……ormai restare in equilibrio nell’acqua è diventato impossibile, così
afferro la sua mano e lo conduco sul bagnasciuga, facendo cadere entrambi
sulla sabbia.
“Kaede…….qui…..ci
possono…….vedere…” mi ansima lui, mentre torturo il suo lobo con le labbra e
con i denti.
“Non mi importa niente…..baciami….non
ti fermare.” So anch’io che qui non possiamo fare molto di più,
purtroppo……le dita di Hanamichi affondano nella mia pelle e io ormai
singhiozzo di piacere senza alcun ritegno, le sue mani su di me mi fanno
impazzire, dimenticare me stesso…….ad un certo punto ci stacchiamo, consci
che un altro secondo ancora e perderemmo il controllo. Mi specchio negli
occhi caldi e scintillanti del mio ragazzo e gli sorrido, Hana mi dà
un bacio leggero, prima di mormorarmi: “Stanotte voglio fare l’amore con te, Kaede.”
Chiudo un attimo gli
occhi per ritrovare la capacità di parlare, perché il desiderio che ha
acceso in me con le sue parole, mi fa mancare il respiro e seccare le
labbra.
“Non vedo l’ora che sia
stanotte.” Riesco a dire prima di tornare a cercare la sua bocca…..
Alla fine riusciamo a
tornare a casa, prendendo vie laterali, ci teniamo per mano per tutto il
tragitto, trascinandoci dietro le biciclette. Procediamo lentamente,
godendoci un bel tramonto che tinge tutto di rosso, come i capelli di Hana…..abbiamo
passato tutto il pomeriggio fuori e ora ci accingiamo a tornarcene nella
nostra casa per finire questa giornata nella maniera migliore, amandoci.
Durante la strada, Hana mi chiede di aspettarlo mentre entra a comprare
qualcosa in un negozio che vende vari articoli, così io non capisco cosa sia
andato a prendere di preciso, ma ho l’impressione che tanto lo scoprirò…….ne
esce con un sacchetto che lega al portapacchi e riprendiamo a camminare.
Decidiamo di mangiare rimandando a dopo la doccia, ci limitiamo a lavarci le
mani e il viso. Durante tutto il tempo in cui ci prepariamo, si crea
un’atmosfera carica di aspettativa, c’è un silenzio tornato complice tra noi
e finiamo per mangiare poco entrambi, da parte mia sento l’emozione per
quello che sta per succedere e, a malincuore, una fitta di tensione……a dirla
tutta, pur desiderando con tutto il cuore di tornare ad essere l’amante di Hana, in me c’è ancora il ricordo del dolore di quando sono stato violentato
e spero che vada tutto bene……
Carichiamo la
lavastoviglie e sento l’aspettativa crescere ulteriormente, la mano di Hana
mi sfiora una guancia.
“Tutto ok, Kaede?” il
tono della sua voce è così dolce e rassicurante che faccio subito di sì con
la testa e lui mi sorride contento.
“Allora, se per te va
bene, andrei a preparare il bagno, così ci rilassiamo un po’……”
“E’ una buona idea.” Sì,
credo proprio che ci voglia e conoscendo il mio Hana, so che questa cosa è
stata lungamente pensata e che vuole creare l’atmosfera giusta…….glie l’ho
sempre detto che è uno sdolcinato!! Approfitto della sua mancanza per
riempire la ciotola del mio gatto che, felice, si struscia contro le mie
gambe facendo le fusa, io mi abbasso grattandogli il mento e il mio amico
felice gradisce.
“Amore, il bagno è
pronto.” La voce di Hana mi chiama e quando mi volto, mi porge una mano
invitandomi a prenderla…..con le dita intrecciate raggiungiamo la nostra
camera e lì ci liberiamo dei vestiti. Quando entro nella stanza da bagno,
non quella a cui si accede direttamente dalla mia camera, ma quella con la
grande vasca da bagno, vengo accolto dalla tenue luce di alcune candele e
dall’odore di mandarino che emanano sempre queste e finalmente scopro cosa
era andato a fare Hana in quel negozio!
“Eri andato a comprare
le candele prima, vero?”
“Sì, ma….ti piacciono?”
Mi avvicino all’acqua,
osservo le fiammelle che si riflettono e si rincorrono sulla superficie…..
“Molto…..” mi limito a
rispondergli e vengo circondato dalle sue braccia.
“Stasera deve essere
tutto perfetto….è come una nuova prima volta per noi……” la sua voce mi
solletica il collo prima che le sue labbra mi bacino una spalla.
La nostra nuova prima
volta…….è proprio un pensiero tipicamente tuo, amore mio…..talvolta hai la
delicatezza di un elefante nell’esporre le cose, ma poi ci sono delle volte,
come questa, in cui usi la tua sensibilità e allora sei fantastico…..Mi
immergo nella vasca subito imitato da lui e il mio olfatto coglie un altro
odore: fragola. Raccolgo un po’ d’acqua nel palmo della mano, portandola al
naso e scopro che è il bagnoschiuma che Hana ha disciolto nell’acqua, ma non
c’era in casa fino ad oggi…..
“E’ il tuo frutto
preferito, no?”
…..anche questo è stato
acquistato oggi! Non sarebbe il momento adatto e la domanda di Hana
meriterebbe una risposta più dolce, ma mi piace provocarlo un po’, rendendo
la mia voce maliziosa e chiedendogli: “cos’altro hai preparato per la
serata?”
“Aspetta e vedrai….”
Una cascata di brividi
mi serpeggia lungo la schiena, perché è stato ampiamente al gioco con questa
risposta e metteteci anche che mi sta succhiando il collo e passandoci la
lingua in modo sensuale…….ma io lo voglio veramente fare questo bagno?!
“……però ora ho in
programma solo coccole!”
“Hn” non è che mi
lamenti, tuttavia……
Ridacchiando, afferra la
spugna e vi versa del bagnoschiuma cominciando a passarmela sulla schiena
con tocchi leggeri e dopo un po’ la lascia andare, posandomi le mani sulle
spalle e iniziando a massaggiarmi i muscoli: questa attitudine l’ha scoperta
poco dopo che ci mettessimo insieme e forse era un modo come un altro per
mettermi le mani addosso, ma è effettivamente bravo……mi rilasso al punto di
chiudere gli occhi e accorgermi a mala pena di appoggiarmi contro il torace
di Hanamichi, la testa contro la sua spalla. A questo punto si ferma e mi
abbraccia, mi bacia una guancia.
“Posso lavarti io anche
i capelli, Kaede?” sorrido lievemente annuendo, perché anche se lui
negherebbe, l’ho sentito esitare un attimo nel farmi una richiesta simile:
effettivamente mi piace farmele da me queste cose, ma so che Hana ci tiene,
così…….le sue dita scorrono leggere tra i capelli e per facilitargli i
movimenti mentre li sciacqua, mi volto nuovamente verso di lui. Hana è
presissimo, ma quando mi guarda negli occhi, leggo un amore così caldo e
splendente…..l’acqua sgocciola nella vasca con un lento ed ipnotico rumore…..tutto
il mondo è rimasto chiuso oltre la porta, non c’è niente in questo momento a
parte noi e sono felice, felice dopo tanto tempo…..
Il tempo di sciacquarci
dal sapone ed usciamo dalla vasca, Hana mi avvolge nell’asciugamano,
passandomelo sul corpo, sui capelli e mi schiocca un bacio sulla fronte,
tenendomi il viso tra le mani.
“Va tutto bene, Kaede?”
Sembra una domanda senza
senso a questo punto, ma io capisco il significato vero, quello che mi sta
realmente chiedendo ed è l’ennesima dimostrazione dell’amore che prova per
me e io voglio fargli capire quanto lui conti per me e quanto lo ami per
quello che sta facendo.
“E’ tutto perfetto, Hana.”
Lo abbraccio prima di seguirlo in camera nostra ancora avvolto
nell’asciugamano che lui mi fa scivolare dai fianchi, lasciandolo cadere sul
pavimento. Mi ritrovo così nudo davanti al suo sguardo che, senza voler
essere presuntuoso, è quasi estatico. Cominciamo a baciarci lentamente,
piccoli tocchi leggeri tra le nostre labbra, mani che sfiorano la pelle…..nella
stanza c’è solo il suono dei nostri baci che diventano via via più
passionali ad ogni nostro contatto……gli circondo le spalle con le braccia e
all’ennesimo bacio inclino la testa per offrirgli la bocca….il sapore delle
sue labbra…..il tocco della sua lingua……mi sento bruciare sotto le sue mani
che percorrono il mio corpo……ho il cuore a mille, il respiro che mi manca,
ma non sono mai stato meglio. Hana abbandona la mia bocca, scende lungo il
collo, le spalle, mi succhia lentamente e sensualmente un capezzolo.
Trattengo a stento un gemito, mordicchiandomi un labbro…..la lingua di Hana
continua a scendere……chiudo gli occhi ormai incapace di trattenere i miei
sospiri di piacere. Quando Hana chiude la bocca sulla mia intimità, il mio
gemito assomiglia più a un grido strozzato e ho una decisa difficoltà a
restare in piedi! Mi tormenta un po’ senza smettere di accarezzarmi ovunque
arrivino le sue mani e ‘stufo’ di essere l’unico ad essere già completamente
andato, decido di ripagarlo con la stessa moneta! Intercetto una delle sue
mani e me la porto alle labbra, facendo scorrere la lingua sulle dita,
succhiandole…..Hana si stacca da me, lampi di desiderio negli occhi, e si
alza: abbiamo entrambi il respiro accelerato, riprendiamo a baciarci e
lentamente, senza mai staccarci, Hana mi guida vicino al letto, facendomi
sdraiare. Lui si stende al mio fianco, poggiato su un gomito segue il mio
profilo con un dito, io gli mordicchio il polpastrello……sfioro il suo corpo
con lo sguardo, poi con la mano…….accarezzo la sua pelle dorata, i muscoli
delle braccia, i capelli umidi ed arruffati, scendo lungo il ventre piatto,
sfiorando ‘casualmente’ la sua eccitazione…..
“Kaede….” Mormora
rocamente il mio amore socchiudendo gli occhi. Stavolta sono io a cercare la
sua bocca per un bacio umido ed intenso, di quelli che tolgono il fiato……lo
attiro su di me, la nostra pelle, finalmente a contatto, che si sfiora, le
gambe intrecciate…..potrei perdermi in questo momento per sempre, ma so cosa
accadrà dopo e lo voglio ardentemente…….i gemiti di Hana sono soffocati
nella mia bocca, contro le mie labbra che mordicchia……sto per chiedergli di
prendermi, ormai preso dal desiderio di lui, di amarmi come solo lui sa
fare, quando, con evidente sforzo, si solleva da me, rivolgendomi uno
sguardo dolcissimo.
“Il sapore della tua
bocca mi fa impazzire Kaede, ma se hai un ripensamento su quello che…..”
Lo tacito con un bacio:
“Nessuno, Hana, nessuno……lo voglio anch’io….”
Lui posa una mano sul
mio petto all’altezza del cuore.
“Batte così forte…..” mi
mormora ed io imito il suo gesto per sentire il suo battito contro il palmo
della mano.
“Anche il tuo.”
Ci fissiamo un attimo
seguendo l’uno il ritmo del cuore dell’altro, poi Hana mi sfiora un fianco,
io apro maggiormente le gambe per offrirmi con fiducia a lui……le sue dita
preparano il mio corpo a ricevere il suo con gentilezza ed esperienza,
conosce ogni centimetro di me, sa come darmi piacere, come farmi amare ogni
singolo attimo di quando facciamo l’amore……si attarda nei preliminari per
me, perché io sia pronto, ma non mi importa dell’inevitabile sofferenza che
mi procurerà, perché so che viene dall’amore. Sento che spinge piano contro
di me, mentre mi carezza i capelli con le sue mani forti, ma così delicate
su di me, le sue labbra si posano in baci dolcissimi sul mio viso. Io lo
abbraccio tirandomelo contro, mentre entra poco a poco in me, mi fa un po’
male, ma è normale considerato anche quanto tempo sia passato dall’ultima
volta in cui abbiamo fatto l’amore, però non riesco a soffocare un gemito di
dolore quando Hana mi penetra completamente. Cerco di normalizzare il
respiro, mentre comincia a muoversi lentamente senza mai smettere di
accarezzarmi ed io ritrovo le bellissime sensazioni che mi dà l’essere unito
a lui, l’idea che ora siamo veramente una cosa sola…..il mio corpo si
rilassa, si apre completamente a lui, assecondando i movimenti del mio
amore che cerca e trova quel punto in me che mi fa vibrare di desiderio. È
un crescendo di gemiti e sospiri e il piacere mi travolge sempre di più ad
ogni spinta di Hanamichi…….il mio mondo è fatto solo di respiri sulla pelle
bollente, di frasi spezzate e sussurrate, di passione che brucia……quando una
mano di Hana comincia ad accarezzare la mia virilità, grido di ulteriore
piacere. Stringo più forte le sue spalle, sentendomi sommergere da
sensazioni fortissime e dopo qualche attimo il mio corpo si tende contro il
suo e raggiungo il culmine, invocando il nome del mio unico amore e dopo
poche altre spinte, Hana viene dentro di me….
Per alcuni minuti
restiamo semplicemente così: abbracciati ed esausti tra le lenzuola sfatte,
il respiro veloce……io non riesco a smettere di toccare la sua pelle umida,
che ora profuma deliziosamente di sesso. Hana esce da me con un sospiro e
inverte le nostre posizioni, facendomi poggiare la testa sul suo torace e
stringendomi forte contro il suo fianco.
“Kaede…..è stato
meraviglioso, TU sei stato meraviglioso…..hai saputo donarti nuovamente a
me….hai avuto la forza e il coraggio di farlo anche dopo quello che ti è
stato fatto…..non posso che sentirmi un privilegiato per il dono di te che
sai farmi…….”
Sento le sue parole
sussurrate tra i miei capelli, un’onda di emozioni mi avvolge e la prima che
avverto in me è la gioia di avere un compagno simile al fianco, capace di
farmi sentire amato e soprattutto unico e prezioso……
“Ti amo, Hana.” Sono le
uniche parole che possono vagamente rendere quello che lui è per me.
“E io ti adoro, Kaede.”
Ci rilassiamo, lasciando
che la leggera brezza che entra dalla finestra soffi su di noi, ma restiamo
svegli entrambi perché la nostra notte non è ancora finita……..
……Sono sveglio da un
po’, ma ho solo socchiuso un occhio per assicurarmi che sia veramente
giorno, la luce soffusa che investe la stanza me lo conferma. Mi agito
leggermente tra le lenzuola per trovare un posizione migliore……hn, credo
proprio che oggi non potrò assumere una posizione diversa da quella che ho
in questo momento!! Stanotte lo abbiamo fatto talmente tante volte, ma
avevamo tanto tempo da recuperare e non eravamo mai stanchi l’uno
dell’altro…..mi volto su un fianco, abbracciando il cuscino e allungando un
braccio alla ricerca della pelle di Hana, ma non trovo niente….uff, dove
diavolo si sarà cacciato?! Sbuffo indispettito, quando sento la porta della
nostra stanza aprirsi e dei passi avvicinarsi. Hana si siede sul letto
vicino a me e le sue dita mi accarezzano la guancia.
“Buongiorno, amore….” Mi
sussurra vicino all’orecchio. Mi stiracchio tra le lenzuola e mi volto verso
di lui, aprendo gli occhi con un sorriso.
“Buongiorno, Hana.”
“Ti ho preparato un
frullato di fragole, Kitsune.”
Mi accorgo solo ora di
un bicchiere grande poggiato sul mio comodino colmo di liquido rosa. Mi
sporgo a baciare le labbra di Hana, ma lui approfondisce il bacio, una mano
premuta sulla mia nuca……sì, è proprio un buongiorno!! Con un po’ di cautela
e tra le occhiate maliziose e divertite di Hana, mi metto a sedere e assaggio il
frullato, delizioso! Lui si è sistemato dietro a me e bevo appoggiato contro
il suo petto…..è bello dividere la vita con te, lo sai, do’aho? Alzo gli
occhi sui suoi che sento fissi su di me e sento un brivido corrermi sulla
pelle davanti all’evidente desiderio che mi comunicano le sue iridi calde e
profonde.
“Hana….” Mormoro con
voce roca, posando nuovamente il bicchiere. Passo le braccia intorno al suo
collo, sfiorando con il respiro le sue labbra invitanti: ne esce un bacio
profondo e coinvolgente, mi ritrovo sdraiato con lui sopra di me che mi
stringe in maniera forsennata……usciamo dal bacio senza respiro e rimaniamo
stretti l’uno all’altro.
“Kaede?” mi chiama lui
dopo un po’.
“Hn.”
“Credi che potremmo
andare da qualche parte tu ed io? Solo qualche giorno magari, in fondo credo
che ne abbiamo bisogno, non credi? Abbiamo affrontato un periodo molto
difficile, anzi orribile, e ho voglia di buttarmi tutto definitivamente alle
spalle, che ne pensi?”
“Dove vorresti
portarmi?” chiedo curioso.
“Bè…..che ne dici di
tornare in quel posto dove abbiamo festeggiato il nostro anniversario?
Questa volta festeggiamo la vittoria del nostro amore e anche sui nostri
stupidi errori……”
Già, questa esperienza
ci ha mostrato che abbiamo ancora molto da imparare su noi stessi, che il
nostro rapporto per quanto pieno di amore, ha bisogno ancora di crescere.
Anche dopo più di un anno che stavamo insieme, non abbiamo saputo
comprenderci in un momento di difficoltà…….
“Abbiamo rischiato di
rovinare tutto, di non trovarci più…….”
“E non deve succedere
più……”
“No, ma avremo bisogno
di stare moooolto vicini per questo, abbiamo bisogno di tempo per
raggiungere una comprensione totale, ma tanto abbiamo tutto il tempo che
vogliamo, no Hana?”
“Oh sì, ho intenzione di
starti in mezzo ai piedi per molto, moltissimo tempo….”
“E’ una minaccia, do’aho?!”
“No, Kitsune, è una
promessa…….”
Epilogo
Quando torniamo dalla
nostra vacanza, esco per andare a comprare qualcosa per la cena, mentre
Kaede mette a posto i bagagli. Spinto dalla curiosità di sapere che cosa è
successo durante la nostra assenza in Giappone e nel mondo compro un
giornale. Non che dove fossimo non arrivassero, ma noi eravamo impegnati in
tutt’altre cose per preoccuparci del resto del mondo, anche la terza guerra
mondiale avrebbe potuto tranquillamente aspettare per quello che ci
riguardava!! Sul treno cerco e trovo la pagina sportiva e la mia attenzione
viene attirata da un trafiletto che parla di un incidente accorso a un
giocatore di basket giapponese e residente negli Stati Uniti. Ho come la
sensazione che questa notizia mi riguardi e comincio a leggere: ‘tragico
incidente accorso ad un giovane giapponese che militava in una squadra
universitaria di Chigago. Per motivazioni ancora in corso di accertamento,
la moto su ci viaggiava si è schiantata su un palo della luce e il ragazzo è
deceduto sul colpo. Si chiamava Akira Sendoh e il 28 marzo scorso aveva
compiuto diciannove anni.’
Ok, so che il mio ghigno
quasi soddisfatto non è adatto all’occasione, non è sicuramente bello che io
stia qui a pensare che la sua morte non mi provoca alcuna emozione né
positiva né negativa, però lasciatemi dire che è umano dopo quello che Kaede
ed io abbiamo passato a causa sua. Non dirò che se lo meritava, ma non
riesco nemmeno a provare pena per lui, mi dispiace solo per i suoi genitori
che devono soffrire molto. Sono indeciso se far leggere la notizia a Kaede,
ma alla fine credo che sia giusto e non appena a casa gli mostro il
giornale: emette un impercettibile sospiro quando finisce di scorrere con
gli occhi le poche righe, poi piega il giornale e lo butta nella spazzatura,
riprendendo quello che stava facendo. Non mi dice niente né io chiedo cosa
voglia significare questa notizia per lui, abbiamo deciso di andare avanti
con la nostra vita, con il nostro amore, il resto non conta più…………
( E giustizia è
fatta!!!!!!!! ^___________________^ ndC. )
fine
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