Questa fic è
interamente dedicata alla mia adorabile sorellina Yurika per il suo
compleanno! Auguri soriii!!!^*****^
I personaggi
ovviamente (e purtroppo) non sono miei ma della sensei Minekura però…..siccome
sori Yu adora Gojio ed io adoro Hakkai…beh…la coppia ovviamente è
scontata!^___^
Verità o
menzogna?
parte V
di Miyuki
Gojio stava correndo a
perdi fiato per le strade ormai buie di Rodesia. Non appena si era reso
conto di quello che era successo si era fiondato fuori dalla locanda per
andare a recuperare i suoi compagni alloggiati dall’altra parte della
città, maledicendoli per aver scelto una sistemazione così lontana dalla
loro.
Il cuore gli batteva
forte nel petto, tanto che credeva sarebbe scoppiato da un momento all’altro
ma non per lo sforzo di raggiungere Sanzo e Goku il prima possibile, bensì
per la paura di arrivare troppo tardi per salvare Hakkai…..per il terrore di
poterlo perdere prima che avesse avuto il tempo ed il coraggio per
dichiararsi.
Era tutta colpa sua.
Avrebbe dovuto essere più
prudente. Avrebbe dovuto accorgersi della trappola….dannazione! Era compito
suo proteggere Hakkai ed impedire che gli accadesse qualcosa! Era la
promessa che si era auto-imposto all’inizio di questa stupida missione…..ed
aveva fallito miseramente….
Era furioso, furioso con
sé stesso oltre ogni limite….e lo era ancora di più con quel demone che
aveva osato rapire il suo Hakkai. Se osava torcergli anche solo un capello
era morto….non che non sarebbe morto comunque….ma avrebbe sofferto mille
volte tanto! Questo era un giuramento che non avrebbe infranto
Se solo ripensava a
quello che era successo quella mattina gli venivano le lacrime agli occhi.
Sembrava passata un’eternità da quando si erano scambiati quei baci
carichi….carichi di cosa? Amore? Passione? Amicizia? Qualche sensazione
passeggera del momento? Non poteva parlare per Hakkai ma lui era certo di
quello che aveva provato quando le loro labbra si erano sfiorate.
Era stato come respirare
per la prima volta, quasi fosse stato in apnea fino a quel momento.
Si era sentito invaso da
un calore unico ed intossicante, quasi i raggi del sole fossero stati, fino
ad allora, solo una sua pallida imitazione.
Era stato come
risvegliarsi da un lungo letargo rinchiuso nell’oscurità e scoprire la luce.
Nessuna parola del mondo
era in grado di descrivere quello che aveva provato poiché erano tutte
validissime e nessuna allo stesso tempo.
Strinse i denti e si
costrinse a correre più velocemente. Non era quello il momento di perdersi
nei ricordi, per quanto dolci fossero. Dovevano trovare Hakkai prima che
fosse troppo tardi.
Nessuno di loro poteva
sapere quale sarebbe stata la reazione del demone una volta che avesse
scoperto la vera identità di Hakkai. Se gli fosse successo qualcosa…..o
peggio, se non fossero arrivati in tempo…..non se lo sarebbe mai perdonato e
si sarebbe ucciso per raggiungerlo dopo averlo vendicato.
Sapeva di non poter
vivere senza di lui…..e non poteva sopportare l’idea di perderlo per una
seconda volta. A quel tempo, quando Sanzo gli aveva detto che Gonou era
morto, aveva sentito qualcosa andare in frantumi dentro di lui ma non era
ancora in grado di capire a cosa fosse dovuto.
Ora lo sapeva.
Nella tasca dei pantaloni
il ciondolo che aveva regalato ad Hakkai sembrava ardere contro la sua pelle
attraverso la stoffa degli indumenti, bramoso di tornare al collo del suo
padrone…e lui era più che intenzionato di esaudire il suo desiderio.
Nel giro di mezzora era
finalmente giunto alla locanda scelta dai suoi due compagni e, dopo essersi
fatto indicare la loro stanza, non perse tempo a raggiungerli, facendo
irruzione al suo interno senza troppe cerimonie.
Quell’improvvisa
intrusione mise subito in allerta Sanzo, che estrasse con rapidità la
pistola puntandola contro il loro inaspettato ospite. Fortunatamente si
accorse che era Gojio prima di premere il grilletto.
Poco dopo dalla porta del
bagno comparve Goku, piuttosto allarmato e con indosso solo i pantaloni ed
un asciugamano attorno alle spalle.
“Cos’è successo Sanzo?”
chiese il giovane demone.
Il bonzo non lo degnò di
uno sguardo mentre regalò al rossino un’occhiata assassina.
“Che cavolo ti è preso
idiota di un kappa!? Entrare a quel modo….avrei potuto spararti!! E poi che
cosa ci fai qui? Non dovevi es…”
“Hakkai è stato rapito!!”
disse infine dopo aver raccimolato fiato a sufficienza per parlare.
“Rapito? Come sarebbe a
dire?”
“Il demone ci ha teso una
trappola nella nostra camera alla locanda! Quando Hakkai vi è entrato io
sono stato sbattuto fuori da una forza invisibile…e quella stessa forza ha
sigillato la stanza in modo da impedirmi di andare in suo soccorso. Quando
finalmente sono riuscito ad entrare Hakkai era sparito, lasciando segni
evidenti di lotta!”
Sanzo imprecò sottovoce.
Non doveva andare in questo modo…..possibile che non si riuscisse mai a
concludere una missione senza intoppi o imprevisti? Dannato demone
guastafeste!
“Dobbiamo andare a
cercarlo Sanzo!” disse Goku vestendosi con rapidità mentre Hakuryu
svolazzava agitato attorno alla testa di Gojio.
Il bonzo lanciò
un’occhiata ai suoi compagni, soffermandosi in particolar modo a fissare il
rossino, il cui sguardo era indecifrabile, poi sospirò e si alzò dalla sedia
posta sotto la finestra. A quanto sembrava era arrivato il momento di una
bella caccia notturna.
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I suoi occhi non vedevano
niente.
I suoi orecchi non
sentivano niente.
Il suo corpo non
percepiva niente.
Era come se stesse
fluttuando nell’aria.
Si sentiva leggero.
Era una strana
sensazione…insolita…ma non spiacevole.
Gli embrava quasi di
dormire ma essere sveglio allo stesso tempo…..cosciente ma privo di corpo.
Per quanto si trovasse
bene in quel misterioso oblio, sapeva che quello non era il suo posto. Prima
di essere trascinato laggiù era certo di stare facendo qualcosa di
importante…ma non riusciva a ricordare cosa.
Una fitta nebbia
circondava i suoi ricordi.
Poi, come se una presenza
esterna si fosse accorta dei suoi pensieri, si sentì trascinare fuori mentre
l’oscurità che lo circondava cominciava a schiarirsi.
Hakkai aprì lentamente
gli occhi….ma fu costretto a rifare questo processo un paio di volte prima
di riuscire finalmente a mettere a fuoco le immagini che vorticavano
frenetiche davanti a lui. La testa gli doleva terribilmente e cosa peggiore
non sapeva assolutamente dove si trovava….o per lo meno come ci era finito
laggiù.
Quella era senza dubbio
una caverna. L’umidità gli penetrava fin nelle ossa facendolo rabbrividire
mentre una luce scarsa, generata da un paio di torce appese alle pareti,
limitava la sua visione. Poteva scorgere solo un corridoio alla sua
sinistra, la cui entrata era bloccata da una porta in metallo. Sotto di lui
era stato steso un misero pagliericcio con la pretesa di rendere un po’ più
‘ospitale’ quella sistemazione…ma con risultati davvero scarsi.
I suoi polsi erano
incatenati alla roccia sopra la sua testa e le caviglie erano legate tra di
loro. Provò a dare alcuni strattoni alle catene ma non si smossero
minimamente, allora tentò a richiamare il suo potere nelle mani per forzare
il metallo ma non accadde nulla.
Il suo potere si
rifiutava di emergere…e ciò poteva solo significare che quelle non erano
delle semplici restrizioni….dovevano essere state forgiate con la forsa
spirituale in modo da sigillare qualsiasi tipo di potere. Dovevano per forza
essere opera di un demone…piuttosto in gamba oltretutto.
Fu in quel momento che
gli affiorarono alla mente tutti i ricordi delle ultime ore.
Il demone!! Se l’era
ritrovato davanti non appena aveva messo piede nella loro stanza. Aveva
visto Gojio volare fuori dalla porta mentre quest’ultima si richiudeva alle
sue spalle….e poi non aveva più avuto tempo di preoccuparsi per il suo
compagno perché si era ritrovato il demone addosso.
Questi non sembrava
aspettarsi una resistenza così tenace al suo rapimento….beh, in fondo lo
riteneva una ragazza indifesa…..in ogni caso era convinto di averlo preso
almeno di striscio con una delle sue sfere di energia.
Ad un certo punto si era
sentito terribilmente pesante ed aveva perso i sensi….probabilmente il
demone doveva aver sparso nell’aria una qualche droga….ed ora sembrava
essere stato portato nella tana del lupo.
Sospirò sistemandosi un
po’ più comodamente contro la fredda parete. A pensarci bene la situazione
aveva un che di ironico….si era fatto giocare come uno sciocco tutto perché
il suo cuore aveva preso il sopravvento sulla sua mente e sui suoi sensi.
Era così agitato per
quello che si sarebbero detti lui e Gojio una volta raggiunta la loro camera
e rimasti da soli che non aveva percepito la presenza del nemico al suo
interno. Era stata una cosa davvero stupida da parte sue, lo doveva
ammettere….però gli era stato impossibile sopprimere quello che sentiva.
Oltre all’ansia nel suo
cuore albergavano anche gioia e speranza….aveva pregato tutte le divinità
del cielo affinchè Gojio dicesse di amarlo davvero. Perché lui era sicuro
che il compagno provasse qualcosa per lui, non poteva sbagliarsi, lo aveva
sentito chiaramente nei baci che si erano scambiati…..così dolci e
passionali allo stesso tempo.
Purtroppo sembrava che
avrebbe dovuto attendere prima di poter ricevere una risposta da lui. Era
intrappolato in quella grotta in balia di un demone le cui intenzioni erano
ovvie e non sapeva neppure se Gojio stava bene, visto che aveva perso i
sensi dopo il combattimento ed ignorava se anche lui fosse stato attaccato.
“Una situazione davvero
magnifica” mormorò con un sorriso cupo sulle labbra.
A migliorare il tutto
giunsero dal corridoio alla sua sinistra alcuni passi. Siccome quello non
doveva essere un luogo molto frequentato il suo misterioso visitatore poteva
essere una sola persona.
Poco tempo dopo la porta
in metallo si aprì e nel tenue cono di luce delle torce comparve il suo
rapitore.
Il demone era alto e con
il fisico robusto che nascondeva un’agilità non da poco. Aveva i capelli
verdi non troppo lunghi ma sparati in aria nelle direzioni più assurde. Due
occhi neri lo fissavano divertiti, come dimostrava lo strano sorriso che
aveva sulle labbra. Il braccio destro portava una fasciatura macchiata di
rosso dove lo aveva di sicuro colpito con una delle sue sfere.
Il demone si avvicino con
passo lento verso di lui.
“Bene bene….noto che la
mia piccola ribelle si è già svegliata….non mi aspettavo di trovarti
cosciente prima di un altro paio d’ore.”
“Felice di averti
sorpreso.”
“Oh si…..così posso
cominciare prima a divertirmi…..se non urli non c’è nessun gusto ad
ucciderti!” rise.
“Posso sapere perché hai
rapito proprio me? Che ti ho fatto?” chiese Hakkai fingendosi ignorante
sulla situazione.
“Perché voi donne siete
la specie peggiore degli esseri umani…voi con le vostre parole dolci, con le
vostre promesse fasulle….siete solo delle bugiarde e delle traditrici!!” il
suo volto si era in un’espressione di rabbia e disgusto.
Hakkai sembrava aver
intuito qualcosa….ma, in ogni caso, non gli piaceva la piega che aveva preso
la situazione. Stava cercando in qualche modo di temporeggiare ma non era
certo che fosse stata una buona idea.
Ad occhio e croce
dovrebbero essere passate alcune ore dal suo rapimento….sperava che gli
altri si fossero già messi sulle sue traccie altrimenti sarebbero stati guai
grossi.
“Non ti sembra di
generalizzare un po’ troppo….non tutte le donne sono così..”
“Invece si!! Nessuna di
voi è diversa!! Siete subito pronte a pugnalare alle spalle alla prima
occasione!!” disse sbattendo un pugno contro la roccia.
Per alcuni istanti nella
prigione regno il silenzio. Hakkai voleva perdere tempo sì, ma non adirarlo
maggiormente. Poi fu il demone a ricominciare a parlare mentre si avvicinava
a lui con un sorriso indecifrabile.
“Pensi davvero che il tuo
matrimonio possa durare in eterno? Che tu ed il tuo adorato maritino
possiate vivere per sempre felici e contenti come nelle favole? Mi spiace
deluderti ma è solo una stupida illusione.” e gli fece alzare il volto,
afferrandolo per il mento “Prima o poi il tuo amore si affievolirà e tu
cercherai soddisfazione nel letto di un altro uomo….lo tradirai oppure gli
renderai la vita impossibile….”
Hakkai allontanò il volto
da quella mano disgustato.
“Come puoi dirlo?”
“Perché lo so.”
“Allora non devi aver
fatto una grande scelta se quella donna ti ha trattato così!” disse
cogliendo di sorpresa il demone, che si allontanò di scatto quasi fosse
stato scottato. Poi uno schiaffo lo colpì facendogli sbattere la testa
contro la parete dietro di lui ed aumentando le fitte già presenti da quando
si era risvegliato.
“Zitta tu! Non credere di
essere diversa da lei!!”
“Ma….si può sapere cosa
ti ha fatto per spingerti ad odiare così le donne?” chiese stringendo i
denti nella speranza che il dolore alla testa si affievolisse un poco.
“Lei era un’umana,
proprio come te….ci amavamo tantissimo e stavamo progettando di sposarci.
Eravamo felici e presto ci saremmo uniti per l’eternità. Un giorno però
giunsero strane voci al villaggio in cui abitavamo…voci riguardanti demoni
che erano impazziti ed avevano assalito gli umani…all’inizio nessuno ci fece
caso ma con il passare del tempo le voci divennero più preoccupanti e si
cominciò a creare una certa tensione tra la popolazione. Anche la mia
ragazza cominciò a comportarsi in modo strano con me….fino a quando non mi
lasciò una settimana prima delle nostre nozze per sposarsi con un suo
vecchio amico d’infanzia che le si era dichiarato l’anno prima, ma che lei
aveva rifiutato.”
La sua voce si era fatta
rauca dalla rabbia mentre i suoi occhi neri scintillavano come tizzoni
ardenti. Apriva e chiudeva le mani, stese lungo i fianchi, con movimenti
rapidi quasi stesse immaginando di avvolgerle attorno al collo di qualcuno
che solo lui vedeva.
Hakkai si mosse a disagio
contro la parete, desiderando di avere più possibilità di movimento.
“In poche parole ha
preferito sposarsi con un altro invece che con me per non…’cadere in
disgrazia’ o risentire della disapprovazione della gente. Per lei si è
rivelata più importante l’opinione degli altri rispetto al nostro amore!”
ringhiò mentre i suoi occhi tornarono a fissare Hakkai, che rabbrividì “Ora
sai il motivo del mio odio! Ed il motivo per il quale tu morirai come le
altre prima di te!”
Senza che il moretto
potesse fare qualcosa per evitarlo, il demone estrasse le unghie lunghe una
quindicina di centimetri e gli artigliò il petto, strappando la camicetta
lavanda che aveva indossato quella mattina ed il reggiseno
imbottito….rivelando ciò che era realmente.
Il demone fissò sorpreso
due sottili linee di sangue che si crearono sul suo torace muscoloso e ben
proporzionato.
“Tu…tu non sei una
donna!!!”
“Oh-oh…..a quanto pare il
mio piccolo segreto è stato svelato!” disse con un sorriso ironico.
Adesso si che erano guai
seri.
“Come…cosa….allora la
vostra era tutta una messa in scena!! Volevate ingannarmi per portarmi allo
scoperto!! Ora mi spiego i tuoi poteri!!” ringhiò furioso.
“Chi lo sa!” cantilenò.
Un altro schiaffo lo
colpì al volto ma questa volta, con le unghie sguainate, lasciò alcuni
graffi sanguinanti dietro di sé.
“Te la farò pagare pagare
maledetto per avermi ingannato! Ti ucciderò facendoti soffrire lentamente!!”
“Pensavo che le tue prede
preferite fossero le donne?” chiese mantenedo costante la sua ironia anche
se non ne vedeva molto l’utilità.
“Oh certo, trovo
eccitante ed appagante uccidere quelle puttane…soprattutto perché hanno la
carne tenera….ma non disdegno di certo gli uomini anzi, mi diverto di più a
torturarli perché hanno più resistenza fisica…” rise sadicamente “Potrei
giocare con te una settimana facendoti soffrire le pene dell’inferno ed
urlare fino a quando non ti sanguinerà la gola senza ucciderti…e ti
garantisco che dopo tre giorni di quello che ho intenzione di farti mi
implorerai in ginocchio di darti la morte!”
“Posso sapere almeno il
nome del mio boia?”
“Jaleb” sussurrò mentre
si leccava con sguardo folle le unghie affilate.
Hakkai pregò allora che
Gojio e gli altri lo trovassero in fretta.
Intanto i suoi tre
compagni stavano perquisendo in lungo ed in largo la città ed il bosco
circostante ma ogni ricerca era vana. Non avevano ancora trovato nessuna
traccia che indicasse loro il luogo dove era stato condotto.
Gojio era pallido e
preoccupato all’inverosimile. Non aveva proferito parola da quando erano
usciti dalla locanda, ovvero cinque ore prima. Ormai fuori era completamente
buio e si stava avvicinando la mezzanotte….e più il tempo passava più
sembravano diminuire le possibilità di ritrovare il loro amico vivo.
Ma Gojio non voleva darsi
per vinto ed essere così pessimista…..sapeva che stava bene, per quanto uno
potesse stare bene tra le grinfie di un demone folle ed assassino. Lo
sentiva, quindi non si sarebbe fermato fino a quando non lo avesse trovato.
Avevano visitato tutti i
luoghi dove erano stati ritrovati i cadaveri delle precedenti vittime,
sperando che il rifugio del demone si trovasse vicino ad uno di loro….ma
anche quel tentativo era andato a vuoto.
“Cosa facciamo adesso?
Non abbiamo altre piste da seguire!” disse Goku con espressione accigliata.
“A questo punto non ci
resta che affidarci al caso. Sinceramente non pensavo che si sarebbe fatto
vivo così presto…e neppure che la situazione prendesse questa piega!” disse
Sanzo accendendosi una sigaretta per calmare i nervi.
“Allora diamoci da fare!”
disse Gojio con voce bassa ma decisa mentre il suo sguardo vagava perso
nell’oscurità della notte.
Con questo i tre
ricominciarono a setacciare il bosco.
Gojio pregò
silenziosamente che non accadesse nulla di male ad Hakkai e che gli fosse
concesso tempo per trovarlo.
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Non sapeva quanto tempo
fosse passato. Quaranta minuti…un ora….tre…..non aveva importanza. Tutto era
trascorso con una lentezza assurda che lo stava uccidendo…nel vero senso
della parola.
Non si trovava più
incatenato alla parete bensì al soffitto. I suoi piedi non toccavano neppure
il suolo, che ormai era macchiato del rosso del suo sangue.
Era stato frustato ed
artigliato fino a quel momento e Jaleb non sembrava aver ancora finito con
lui. Si stava limitando a fissare i risultati del suo operato a qualche
passo di distanza, con la frusta in mano ed un sorriso perfido sulle labbra.
Hakkai doveva ammettere
che il demone sapeva rispettare bene le sue minaccie. Non si era lasciato
sfuggire un solo gemito per tutta la durata della tortura, non volendo
dargli questa soddisfazione, ma era ad un passo dall’incoscienza e
l’eccessiva perdita di sangue lo stava indebolendo sempre di più, un po’
alla volta.
Sosteneva con sguardo
duro e determinato quello divertito del suo rapitore ma non aveva
possibilità di fuga. Poteva soltanto rimanere lì a penzolare, con il petto
nudo dilaniato e la gonna ridotta a brandelli, in balia del demone.
“E’ bello vederti fare
tutta questa resistenza….mi sto divertendo un sacco ad infrangere pezzo dopo
pezzo il tuo autocontrollo…..sono pronto a scommettere che presto
crollerai!”
“Non ci contare…” sibilò
Hakkai.
Jaleb rise e si avvicinò
al moretto fino a sollevargli il volto con l’impugnatura della frusta.
Hakkai era troppo debole per opporre la minima resistenza.
“Oohh…vuoi fare ancora il
duro vedo. Non so se ti conviene sai?” detto questo fece comparire dal nulla
un pugnale, che prese forma nella sua mano libera.
Il demone gli girò
attorno, sempre con quel suo solito sorrisetto, fino a giungergli alle
spalle. Si avvicinò al suo corpo e posò con la delicatezza di una farfalla
la lama del pugnale contro la sua gola.
“Come ci si sente ad
essere così impotenti da non potersi difendere? Basterebbe un semplice gesto
della mia mano per eliminarti…e tu non potresti impedirmelo.”
Fece scorrere con
lentezza snervante la lama contro la candida pelle del suo collo, una delle
poche parti intatte del suo corpo, lasciandosi alle spalle una sottile linea
rossa, dalla quale non uscì più di qualche goccia di sangue. Poi mosse
rapidamente la mano e tagliò di netto la lunga coda all’altezza delle
spalle.
“Sono belli sai? Penso
che me li terrò come trofeo una volta che ti avrò ucciso!” disse
giocherrellando con i capelli appena tagliati prima di appenderseli al
fianco con un lungo nastro nero.
“Fallo allora…”
“Sta tranquillo che lo
farò…..ma non troppo presto.” e con questo riprese a torturarlo.
Hakkai stava cominciando
lentamente a cedere. La testa gli girava e le immagini cominciavano a farsi
sfocate….presto avrebbe perso conoscenza, lo sapeva, ma continuava
ostinatamente a non emettere suono nonostante le frustate, anche a costo di
mordersi a sangue le labbra.
Non gli avrebbe concesso
nessuna soddisfazione quindi gli sarebbe convenuto farlo fuori subito.
Hakkai ovviamente non ci teneva a morire ma non vedeva nessuna possibilità
di fuga visto che lui era privo dei suoi poteri e gli altri non sapevano
dove si trovasse il nascondiglio del demone. Quindi perché non farla finita
in fretta?
Però quel pensiero gli
generò una fitta al petto. Non voleva lasciare Gojio….voleva vederlo,
parlargli un’ultima volta almeno….voleva dirgli che lo amava come non aveva
mai amato prima e che i suoi sentimenti non sarebbero mai cambiati, neppure
se lo avesse rifiutato e continuato a considerare solo un amico.
Queste non erano parole
facili o ingannevoli come avrebbe potuto ribattere Jaleb. Non avrebbe saputo
come spiegarlo ma lui sentiva che le cose stavano proprio in quel modo.
Nulla sarebbe cambiato….neppure a distanza di secoli….ne era convinto.
A questo non riuscì a
trattenere una risatina divertita. Era buffo come il ‘vero amore’, nel quale
il demone stesso non credeva più, infondesse forza e coraggio proprio alla
persona che stava per uccidere.
“Cosa c’è di tanto
divertente? Il dolore ti ha forse reso pazzo?” chiese Jaleb fermando la mano
prima che partisse l’ennesimo colpo.
“No, sono solo…arrivato
a…ad una conclusione piuttosto buffa...” ansimò reso quasi incosciente dal
dolore.
“E quale sarebbe
sentiamo?”
“Hai ragione a dire che
quella ragazza ti…ti ha ingannato e tradito…ma non nel modo che intendi
tu….lei fin dall’inizio non ti amava veramente….altrimenti non ti avrebbe
lasciato alla prima…difficoltà. Il vero amore esiste…ma tu…tu non l’hai mai
sperimentato….quindi non puoi generalizzare in base a quello…c-che ti è
accaduto….”
“E tu come lo sai?”
“Lo so”
“Non ti credo!” urlò con
rabbia.
“Allora mi fai pena….”
Jabel non ci vide più e
come risposta lo percosse con una serie di colpi, se possibile, più forti
dei precedenti. Da parte sua Hakkai era già troppo debole per resistere
ulteriormente quindi si lasciò scivolare lentamente nell’oblio.
Gojio…a questo punto non credo di poterti
rivelare i miei sentimenti…mi spiace…
Gojio si fermò di colpo
in mezzo alla strada.
“Hakkai?” sussurrò con
voce incerta.
Gli era sembrato di
sentire una voce….la voce di Hakkai che lo chiamava….se l’era solo sognata
oppure era vera?
Cominciò a guardarsi
attorno con il cuore che batteva all’impazzata. Qualcosa dentro di lui gli
stava dicendo che il compagno aveva bisogno del suo aiuto e che doveva fare
in fretta a trovarlo.
Nel frattempo anche Sanzo
e Goku si erano fermati e lo stavano fissando perplessi.
“Gojio? Si può sapere che
stai facendo?” chiese secco Sanzo.
Il rossino non si degnò
di ascoltarlo, troppo concentrato ad osservare la vegetazione che lo
circondava nella speranza di trovare un segno che lo portasse dal suo amato.
Sapeva che ci doveva essere.
Poi il suo sguardo cadde
su un piccolo ed insignificante sentiero leggermente occultato da alcuni
cespugli. Non era lì l’ultima volta che aveva guardato, ne era certo.
Un brivido gli attraversò
il corpo ed in quel momento ne ebbe la certezza.
Hakkai era vicino….e
stava proprio alla fine di quel sentiero.
Senza esistare un secondo
scattò in quella direzione, seguito poco dopo dagli altri due.
“Dove stiamo andando
Gojio? Che succede?” chiese Goku.
“Hakkai è vicino”
“E tu come lo sai?”
chiese Sanzo.
“Non chiedermelo….”
Corsero con quanta
energia avevano in corpo ed alla fine i loro sforzi e la loro tenacia furono
ripagati. Davanti a loro la vegetazione scomparve lasciando spazio
all’entrata di una grotta.
Sanzo inarcò un
sopracciglio sorpreso.
Ora sentiva l’aura
maligna del demone, anche se debolmente. La zona doveva essere protetta da
una bariera che impediva a chiunque dotato di poteri di rintracciare il
nascondiglio del demone….solo ora che erano ad un passo da esso potevano
percepire la sua presenza.
I tre ragazzi si
scambiarono una rapida occhiata ed entrarono nella caverna. Nessuno fiatò.
Era tutti allerta e pronti ad agire….in fondo erano appena entrati nella
tana del lupo, chissà quale tipo di benvenuto li attendeva.
Gojio era sempre in testa
al gruppo. La stessa sensazione che lo aveva guidato fin lì, ora lo stava
guidando attraverso i cunicoli di quella galleria. Nessuno dall’esterno
avrebbe mai scommesso che quel luogo potesse essere così intricato una volta
dentro.
Ogni suo passo era mosso
dalla certezza che presto avrebbe ritrovato Hakkai e tutto sarebbe
finito….ma una vocina gli diceva che nulla era mai facile come sembrava…ed
in quella ci si poteva aspettare di sicuro qualcosa di brutto.
Sanzo gli toccò una
spalla e gli fece notare che poco più avanti si intravedeva una luce.
Sembrava filtrare attraverso le sbarre di una porta.
Rallentarono il passo e
si avvicinarono con cautela alla porta, poi Gojio sbirciò discretamente al
suo interno. Rimase paralizzato sul posto. Il suo cuore smise di battere…il
sangue gli si gelò nelle vene….se non fosse stato appoggiato alla parete
sarebbe di sicuro crollato a terra.
Non poteva credere a
quello che stava vedendo….voleva distogliere lo sguardo per cancellare
quell’incubo, perché non poteva essere altro che quello, ma non ci riusciva.
Hakkai….il suo Hakkai era
appeso al soffitto in catene……ferito e sanguinante in modo quasi
disumano….la testa ciondolante sul petto…gli occhi chiusi….
“No….” sussurrò assalito
da terrore allo stato puro “Oh mio dio…no…..Hakkai……Hakkaiii!!!!!!”
Non poteva essere morto.
Non poteva!
Gojio afferrò le sbarre
della porta e le strattonò con forza, tentando di aprirla, ma era chiusa a
chiave. Stava per sfondarla quando Sanzo lo trattenne per un braccio e lo
fulminò con lo sguardo.
“Fatti da parte!” sibilò
gelidamente mentre estraeva la pistola e la puntava contro la serratura, per
poi farla saltare con un colpo.
L’attimo dopo Gojio si
fiondò nella cella seguito dai compagni e raggiunse Hakkai. Lo fissò
attentamente e gli vennero le lacrime agli occhi. Ora che lo aveva così
vicino poteva giudicare con precisione la gravità delle sue ferite e la cosa
non era per nulla rassicurante. Era così sporco di sangue…..
“Hakkai….” sussurrò con
voce tremante mentre appoggiava le mani sul suo volto e lo sollevava un poco
“Che cosa ti ha fatto quell’essere? Come ha potuto……”
“Gojio….è vivo….vero?”
chiese Goku con tono apprensivo.
“Si……”
“Ma non lo rimarrà a
lungo se non lo tiriamo giù da lì e non lo curiamo presto! Ha perso troppo
sangue e le ferite sono molto brutte!” osservò Sanzo “Reggilo Gojio…io mi
occuperò delle catene.”
Il rossino circondò con
delicatezza la vita del compagno ferito mentre il bonzo, con un altro colpo
di pistola, frantumò le catene che lo imprigionavano.
Subito Hakkai si
afflosciò contro Gojio, che lo sorresse senza troppa fatica prima di
adagiarlo con cura a terra. Fece scorrere lentamente una mano sul suo volto
e spostò alcune ciocche di capelli scuri che erano stati tagliati senza
troppe cerimonie all’altezza delle spalle.
Ogni muscolo del suo
corpo, ogni cellula, stava tremando di rabbia e preoccupazione.
Se non fosse stato per il
lieve alzarsi e abbassarsi del suo petto, segno che stava respirando anche
se a fatica, lo avrebbe creduto morto. Era così pallido…così
immobile…sofferente…doveva essere stato torturato per ore mentre loro lo
cercavano disperatamente.
Tutte quelle ferite…..per
colpa sua……a quel pensiero non riuscì a trattenere una lacrima, che scivolò
sulla sua guancia.
“E’ colpa mia…” sussurrò
stringendo le mani a pungo “Perdonami Hakkai…..avrei dovuto proteggerti io…è
colpa mia….”
“Piantala di lagnarti
idiota. Ora lo abbiamo trovato ed è vivo…riportiamolo alla locanda per farlo
curare….e poi torneremo qui per far fuori quel demone. Deve pagare per il
tempo che mi ha fatto perdere….odio correre a vuoto!” disse Sanzo
accendendosi una sigaretta. Il suo era un modo come tanti per non ammettere
che era stato preoccupato per Hakkai e che era felice di averlo ritrovato…in
fondo doveva mantenere integra la sua immagine.
“Ma perché non si è
difeso? Da come è ridotto sembra che abbia subito senza lottare!” chiese
Goku furioso che qualcuno avesse fatto del male al suo amico.
“Non poteva….i suoi
poteri erano stati sigillati da quelle catene.”
“Che vigliacco! Se solo
lo avessi tra le mani gliele suonerei di brutto!”
Gojio intanto si era
tolto la camicia color lavanda che indossava e l’avvolse attorno al corpo
maltrattato del compagno. Quelle ferite si sarebbero di sicuro rimarginate
senza lasciare alcuna traccia della loro precedente presenza…..ma ci sarebbe
voluto molto tempo, potere e cure tradizionali.
Stava per prendere in
braccio Hakkai per andarsene quando una voce dal corridoio li fece voltare
tutti.
“Ehi voi! Come siete
arrivati fin qui!? E come avete osato toccare il mio giocattolo!?” disse
Jaleb, fermo sulla soglia della cella con la frusta in mano.
“Beh…a quanto sembra
prima uccidiamo il demone e poi ce ne torniamo alla locanda….un viaggio in
meno” disse Sanzo, rettificando l’affermazione precedente senza scomporsi.
“Siamo venuti a salvare
il nostro amico! Te la faremo pagare cara per quello che gli hai
fatto….combatti!!!” disse Goku mettendosi in posizione d’attacco con il suo
bastone in mano, pronto a scattare verso l’avversario. Una mano, però, lo
afferrò saldamente per una spalla, fino a quasi fargli male, e lo bloccò.
Goku si voltò e vide
Gojio fermo alle sue spalle con un’espressione che non gli aveva mai visto
sul volto ma che lo fece rabbrividire.
“Fatti da parte. Lui è
MIO!” sibilò come una lama di ghiaccio affilata.
Goku non osò ribattere.
Lanciò una rapida occhiata a Sanzo, che gli fece un cenno d’assenso col
capo, e si allontanò di qualche passo per lasciare libertà d’agire a Gojio.
Il rossino avanzò con
passo lento ma deciso. I suoi occhi non vedevano altro che quel demone, la
sua concentrazione era rivolta totalmente ad esso, la sua mente era
concentrata su una sola parola.
Giocattolo.
Giocattolo…..il SUO
Hakkai…..giocattolo….giocattolo…giocattolo…….Hakkai…giocattolo….
Hakkai non era un
oggetto….era una persona….una persona che amava più della sua stessa vita…..
“Come osi chiamare Hakkai
a quel modo? Come hai osato fargli del male? Come hai osato anche solo
sfiorarlo con quelle tue manaccie luride!” disse con voce bassa e
minacciosa, mentre nella sua mano destra compariva dal nulla la sua arma ed
i suoi occhi bruciavano di rabbia e ferocia.
“Faccio e dico quello che
mi pare!! Io sono il signore di queste caverne!”
“Sbagliato…” fece uno
scatto in avanti e scomparve, per poi riapparire a pochi centimetri da Jaleb
e colpirlo allo stomaco con l’asta dell’alabarda, lasciandolo sorpreso e
senza fiato “Tu sei morto…anche se non lo sai ancora.”
Sia Goku che Sanzo
rimasero particolarmente colpiti da quella sua improvvisa forza e
abilità….probabilmente non se ne rendeva conto neppure lui. Stava mostrando
un lato di sé che era sempre stato tenuto sopito.
“Ma…cosa…che è successo a
Gojio? Non l’ho mai visto combattere così?” chiese Goku sorpreso.
“Quel demone ha commesso
l’errore di danneggiare qualcosa di sua propietà a cui teneva molto” rispose
Sanzo, lasciando il compagno con un’espressione interrogativa sul volto.
Il bonzo lo aveva intuito
da tempo ma ora ne aveva la conferma. Tra Gojio e Hakkai c’era molto di più
di quello che lasciavano ad intendere. Migliori amici un corno! Quello
stadio lo avevano entrambi oltrepassato da tempo….ed allo stesso modo in cui
aveva intuito i loro sentimenti, poteva mettere la mano sul fuoco che
nessuno dei due si sarebbe mai fatto avanti senza una piccola spintarella. (
io non ne so niente….NdSanzo con cornetti e codina scodinzolante da
diavoletto ) Erano piuttosto irritanti in certi momenti con quel loro
attegginamente ‘osservo da lontano ma non tocco’.
Con quella missione
sperava di sistemare due piccioni con una fava….ma il finale non era
esattamente come lo aveva pensato. Ci doveva essere un demone morto, che non
lo era…anche se per poco ancora….e due idioti fidanzati o quello che
volevano loro…….vabbè, anche i piani delle menti geniali come la sua non
sono sempre perfetti.
Gojio intanto stava
giocando con la sua preda, la colpiva senza ucciderla mentre schivava
abilmente i suoi attacchi, senza fare la minima fatica. Voleva gustarsi
l’attimo in cui avrebbe trafitto con la lama della sua arma il corpo di quel
demone.
Voleva insidiargli nel
cervello la paura e la certezza che sarebbe morto in ogni istante.
Voleva farlo soffrire
come aveva fatto soffrire Hakkai.
“Maldetto bastardo…..”
grugnì Jaleb mentre si puliva un rivoletto di sangue dalle labbra “Smettila
di scappare!”
“Io non sto scappando,
sei tu che sei lento….” disse colpendolo in volto per l’ennesima volta “….ma
è tempo di farla finita. Preparati a morire.”
“Se credi che ti lascerò
fare sei un’illuso!”
Jaleb estrasse gli
artigli, che cominciarono a brillare di una luce violacea, poi con movimenti
rapidi scagliò lame d’energia contro Gojio. Il rossino non si mosse. Alzò
l’alabarda e la fece roteare velocemente davanti a sé. Le lame vi sbatterono
contro e si frantumarono in mille pezzi, facendo piovere ovunque schegge
color ametista.
“Ma come….” disse ma non
riuscì a terminare la frase poiché si trovò trafitto, da parte a parte,
dalla lama di Gojio, che lo fissava duramente con il volto a pochi
centimetri dal suo.
“Hai attaccato briga con
la persona sbagliata.” e l’attimo dopo il demone si dissolse nell’aria.
Il ragazzo si spostò una
ciocca di capelli da volto e si diresse senza commentare verso i suoi
compagni. S’inginocchiò e prese in braccio Hakkai con una delicatezza ed una
cura struggenti.
“Andiamo!” disse
avviandosi a passi veloci verso l’uscita.
_________________________________________________________
Erano passate alcune ore
dal salvataggio ma Hakkai non dava ancora nessun segno di ripresa. Ora
giaceva disteso a letto, con le ferite pulite e bendate.
La prima cosa che avevano
fatto una volta tornati alla locanda era stata chiamare un medico per farlo
curare. Meg stessa si era presa l’incarico di uscire e buttare giù dal letto
il pover uomo.
La donna aveva preso
un’infarto quando li aveva visti entrare…specialmente quando Gojio aveva
fatto irruzione nel salone ormai deserto con in braccio un Hakkai
sanguinante e privo di sensi.
Appena si era capacitata
di quello che era successo, era subito accorsa in loro aiuto e non era
rimasta neppure tanto sorpresa quando aveva scoperto che l’adorabile
signorina Kai in realtà era un ragazzo e gli era stata raccontata tutta la
storia dall’inizio.
Il medico, dopo che aveva
visitato e curato il moretto, aveva riferito ai compagni che le sue
condizioni non erano delle migliori ma che non correva pericoli seri.
Avrebbe dovuto riposare minimo quattro giorni e nutrirsi di cose sostanziose
ma leggere per compensare l’eccessiva perdita di sangue subita.
Tutta quella confusione
si dissolse poco prima dell’alba ed a quell’ora non c’era una sola faccia
sveglia in tutta la stanza. Sanzo e Goku si congedarono per tornare alla
loro locanda per dormire come minimo fino a metà giornata, Meg era scesa per
organizzare la colazione per i suoi ospiti e Gojio fu lasciato da solo con
il suo dormiente compagno.
Era stanco, si, ma non
aveva alcuna intenzione di addormentarsi. Avrebbe vegliato su Hakkai fino a
quando non si fosse svegliato e non si fosse assicurato che stesse davvero
bene. Così prese una sedia, la portò vicino al letto e vi si sedette sopra.
Dovette aspettare la sera
prima di notare qualche segno di ripresa nel ragazzo.
Meg era appena entrata
nella stanza con in mano un vassoio stracolmo di cibo e con la ferrea
intenzione di far mangiare Gojio anche a costo d’imboccarlo. Non si era
voluto muovere dal letto per più di un minuto, senza contare che non si era
neppure riposato un attimo.
“Gojio, ora vieni qui, ti
siedi e mangi qualcosa!” ordinò la donna appoggiando il vassoio sul tavolo.
“Non ho fame” fu la
risposta.
“Non voglio sentire
storie! Pensi che Hakkai sarà contento di vederti così sciupato quando si
sveglierà!?”
“Ma non l’ha ancora
fatto”
Il tono avvilito della
voce di Gojio, strappò un sospiro a Meg, che si avvicinò al rossino e gli
appoggiò una mano sulla spalla.
“Non ti devi preoccupare
per questo. Presto tornerà a sorriderci e a fissarci con quei suoi occhioni
verdi….” sorrise “…specialmente perché sarà ansioso di rivederti dopo i
brutti momenti che ha passato.”
“Non ne sono certo. E’
stata colpa mia se è stato rapito…avrei dovuto proteggerlo…”
“Oh sciocchezze!! Posso
aver creduto nella vostra messa in scena ma non sono completamente stupida!
Voi due vi amate e su questo non ho dubbi! I vostri sentimenti non erano una
finzione quindi credimi se ti dico che sarà felice di rivederti.”
Gli appoggiò una mano
sulla guancia e sorrise dolcemente.
“Anzi, sono pronta a
mettere una mano sul fuoco che ha tenuto duro solo per te….perché sapeva che
saresti andato a salvarlo.”
Gojio fissò sorpreso la
donna. Possibile che riuscisse a capire così bene i loro pensieri? Lei era
stata la prima ad insinuargli il dubbio che Hakkai, forse, lo potesse
ricambiare….ed anche se non aveva ancora ricevuto una conferma vera e
propria, sembrava aver avuto ragione. Ed ora questo….
“Allora, adesso ti va di
assaggiare il mio famoso spezzatino?” disse infine Meg, assestando una
sonora pacca sulla schiena al ragazzo e cambiando argomento.
“Credo che un boccone
potrei condermelo.” rispose con un accenno del suo vecchio sorriso, prima di
alzarsi. Ma proprio mentre si stava dirigendo verso il tavolo imbandito un
gemito proveniente dal letto lo fece bloccare.
Si voltò subito verso di
esso e notò un lieve vibrare delle palpebre di Hakkai, segno che si stava
finalmente svegliando. Senza perdere tempo tornò verso il compagno e si
sedette sul materasso accanto a lui.
Gli strinse una mano
nella propria mentre appoggiava l’altra contro il suo viso e gli spostava
una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Hakkai…dolcezza…mi
senti?” sussurrò speranzoso con il cuore in gola.
Il moretto mosse
leggermente il capo mentre le palpebre cominciavano a schiudersi. All’inizio
fece fatica a mettere a fuoco. Vedeva solo ombre scure e sfocate…ma non
temeva fosse di nuovo Jaleb, pronto ad un altro round…..si sentiva al sicuro
e protetto.
Alla fine le immagini
presero forma e si ritrovò davanti il volto preoccupato di Gojio, che si
tramutò subito in un meraviglioso sorriso appena lo vide cosciente.
“Hakkai…”
“G…Gojio?”
“Si, sono io….come ti
senti? Stai bene?”
“Si…credo….mi sento solo
molto stanco..e dolorante…ma dove mi trovo?”
“Sei alla locanda…Sanzo,
Goku ed io ti abbiamo salvato ed abbiamo eliminato il demone…ora sei al
sicuro…” rispose accarezzandogli una guancia mentre i suoi occhi
cominciavano a riempirsi di lacrime.
Meg intanto era
sgattaiolata fuori dalla stanza senza farsi notare. I due avevano bisogno di
restare da soli a chiarirsi.
Hakkai rimase sorpreso
nel vedere Gojio in quelle condizioni. Non gli era capitato spesso di
vederlo piangere…e quelle poche volte erano sempre dovute a ricordi del suo
passato…come le sue del resto.
Avrebbe voluto fare
qualcosa per tranquillizzarlo ma era troppo debole e dolorante per riuscire
a muoversi, così si dovette limitare a stringere la mano del rossino che
avvolgeva la sua.
“Gojio…che hai?” chiese
preoccupato.
“Perdonami…è stata tutta
colpa mia…..avrei dovuto proteggerti, non avrei dovuto permettere che
accadesse tutto questo…”
Hakkai sorrise. Il suo
cuore si sentì avvolgere dal calore di quelle parole. Non avrebbe mai
sperato di rivedere Gojio e di risentire la sua voce.
“Non hai nessuna colpa
credimi….caso mai io sarei dovuto stare più attento…però mi sono lasciato
distrarre…non ti affliggere per questo….”
“Avresti potuto morire!”
“Lo so, ma non è
successo…mi hai salvato….”
“Ma sei stato ferito..”
“Non ha importanza…ho
potuto rivedere il tuo volto, è questa l’unica cosa che conta per me…”
Il cuore di Gojio
accelerò di battito. I suoi occhi s’incatenarono a quelli di Hakkai mentre
una forte determinazione faceva strada in lui. Quello era il momento.
“Anche per me l’unica
cosa che conta è averti di nuovo qui al mio fianco….perché non me lo sarei
mai perdonato se ti fosse accaduto qualcosa….specialmente senza averti detto
una cosa importantissima…” disse avvicinandosi lentamente al volto di Hakkai.
“Co…cosa?” sussurrò
sentendosi avampare.
“Ti amo” e finalmente le
sue labbra incontrarono quelle del compagno.
Hakkai si sentì morire e
rinascere. Tutta l’ansia e la paura di quei giorni volarono fuori dalla
finestra lasciando spazio alla gioia e felicità più assolute. Tutto quello
che di assurdo e doloroso era successo nella sua vita sembrava trovare un
senso se lo si collegava a questo momento. Era come se avesse vissuto solo
per trovare Gojio e amarlo…..ed essere ricambiati.
Ora aveva raggiunto la
perfezione.
Lentamente ed a fatica
riuscì a sollevare le braccia fino a circondare il collo del compagno. Aveva
bisogno del calore che quel corpo sapeva trasmettergli.
Continuarono a baciarsi
con passione per qualche minuto ma poi si dovettero separare.
Gojio appoggiò la fronte
a quella di Hakkai e lo fissò adorante, in attesa di una risposta. Il
moretto si passò la lingua sulle labbra e sorrise, con gli occhi lucidi.
“Ti amo anch’io….e non
sai quanto!”
Gojio sorrise raggiante e
lo avrebbe stritolato in un abbraccio se non fosse stato per le sue
condizioni. Invece si limitò a baciarlo di nuovo e di nuovo.
“Ah…aspetta….stavo
dimenticando una cosa!” sussurrò il rossino allontanandosi quel tanto che
bastava per mettere una mano in tasca. Hakkai lo fissò incuriosito.
“Ecco….credo che tu abbia
perso qualcosa…” ed estrasse finalmente il ciondolo che gli aveva regalato e
che aveva perso durante lo scontro con Jaleb “Non vedeva l’ora di tornare al
collo del suo padrone”
Hakkai gli regalò
un’espressione adorante mentre l’osservava scorrere le mani fino al retro
del suo collo ed agganciare la catenina attorno ad esso, lasciando cadere il
pendente sul suo petto. Gli sarebbe dispiaciuto immensamente di averlo
perduto veramente.
Portò una mano fino ai
cerchietti in argento e li accarezzò sorridendo per poi fondere lo sguardo
con quello del rossino.
“Mai quanto il suo
padrone era ansioso di tornare dal suo amato.”
Nessuno dei due, poi,
trovò null’altro da dire. Le parole non uscivano loro di bocca tanta era la
felicità che provavano…ed in ogni caso non erano più necessarie.
Ora sapevano quello che
provavano l’uno per l’altro…e se proprio avessero voluto parlare lo
avrebbero fatto il giorno dopo, più tranquilli e riposati.
Hakkai fece cenno a Gojio
di stendersi al suo fianco per riposare con lui. Se lo conosceva bene come
credeva non aveva chiuso occhio…..e poi lui stesso era così stanco….sapere
di avere accanto la persona amata gli avrebbe fatto fare sogni meravigliosi.
Il rossino non se lo fece
ripetere due volte. Gli si distese a fianco e lo attirò a sé in un modo che
non desse fastidio alle sue ferite.
E così si
addormentarono….mentre due figure del passato li osservavano con
approvazione.
Fine Quinta Parte
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