Questa fic è interamente dedicata alla mia adorabile sorellina Yurika per il suo compleanno! Auguri soriii!!!^*****^

I personaggi ovviamente (e purtroppo) non sono miei ma della sensei Minekura però…..siccome sori Yu adora Gojio ed io adoro Hakkai…beh…la coppia ovviamente è scontata!^___^


 

 


Verità o menzogna?

parte II

di Miyuki


“Oh mio dio” sussurrò Gojio incredulo.

“Accidentiii!! Hakkai! Sei perfetto!!!” urlò Goku meravigliato.

“Già. Un lavoro davvero notevole, non c’è che dire. Complimenti signorina Meiho.” aggiunse Sanzo con una leggera soddisfazione nella voce.

“Grazie! Devo ammettere che ho superato me stessa con lui!” ammise la ragazza sorridendo.

Gli occhi di tutti i presenti nella stanza erano rivolti verso il ragazzo che stava in piedi sulla soglia della porta. Indossava una semplice camicetta bianca sfiancata ed una lunga gonna color smeraldo, che si intonava perfettamente con i suoi occhi. Un reggiseno imbottito era stato utilizzato per costruirgli il seno. I capelli, che ora raggiungevano la lunghezza di metà schiena, erano raccolti in una morbida coda ed appoggiati su una spalla. Il monocolo era scomparso dal suo volto ed un leggero strato i rossetto faceva brillare le sue labbra.

Hakkai giaceva immobile e notevolmente imbarazzato sotto quegli sguardi….specialmente uno.

Gojio lo stava fissando con occhi e bocca spalancati. Sembrava il ritratto di un pesce lesso. Era rimasto letteralmente folgorato dall’immagine di Hakkai. Non avrebbe mai creduto che Hakkai potesse stare così bene anche in abiti femminili. Certo, lo aveva sempre detto che il ragazzo aveva dei tratti molto delicati, ma da lì a quello……era stupendo.

“Allora, cosa dice il marito della sua sposa?” chiese Meiho.

Gojio ci mise un po’ a connettere, apriva e chiudeva la bocca senza emettere suono.

“E’….incredibile….”  concluse alla fine, anche se la sua mente aveva pensato parole del tipo‘Sei la creatura più bella che abbia mai visto’.

“Mi fa piacere sentirlo! Ora signor Hakkai non rimanga fermo sulla porta, venga a farsi ammirare per bene!”

“Certo però….mi sento un po’ goffo vestito così…per non dire imbarazzato…” ammise il moretto avanzando nella stanza.

“Ma perché Hakkai!? Io trovo che tu stia benissimo vestito da ragazza!” urlò tutto eccitato Goku.

“Che razza di complimento scimmia!” borbottò Sanzo.

“Eh? Perché? Che ho detto di male?”

“Lasciamo perdere, sei un caso disperato!”

“Ma Sanzooo!”

“Zitto!”

“Comunque il signor Goku ha ragione, lei sta davvero bene vestito così…senza offesa eh?” confermò Meiho “Nessuno la riconoscerà mai!”

“Grazie” mormorò sempre più imbarazzato mentre raggiungeva il tavolo.

Chi glielo aveva fatto fare di ficcarsi in una situazione del genere!? Più passava il tempo più era convinto di aver commesso un tremendo errore….ed avevano appena cominciato! Purtroppo, però, sapeva anche di non potersi tirare indietro….non poteva permettere a gente innocente di soffrire in quel modo.

Sospirò sconsolato all’evidenza dei fatti. Era stato incastrato per benino. Sanzo l’avrebbe pagata alla fine di questa storia, si ripromise.

Improvvisamente un ombra sfiorò il suo corpo ed uno strano calore invase il suo corpo. Volse la testa verso sinistra e si ritrovò a fissare Gojio, fermo a meno di due passi da lui. I suoi occhi rossi erano puntati su di lui con una tale intensità che lo fece quasi rabbrividire.

“Quelli sono i tuoi capelli vero?” chiese indicando la lunga coda.

“Ehm..si..”

“Come hai fatto a farli crescere così tanto e in così poco tempo?”

“Beh…ho provato ad utilizzare la mia energia per accelerare il ritmo della loro crescita e ci sono riuscito.” disse toccando distrattamente i propri capelli “Sai, portando una parrucca c’era sempre il rischio che potessi perderla e venire scoperto, così ho pensato ad un modo più efficace e duraturo.”

“Hai avuto un’ottima idea” disse Gojio battendogli una mano sulla spalla e sorridendo come al solito. Grazie a questo suo gesto Hakkai si sentì improvvisamente più rilassato e meno imbarazzato.

“Bene, ora che la prima parte del piano è sistemata direi di concentrarci sui dettagli.” disse Sanzo e così fecero.

Visto che non era ancora notte tarda e Rodesia non era molto distante dall’abitazione di Netan, decisero che i due sposini si sarebbero recati in città quella stessa sera ed avrebbero alloggiato per un po’ di tempo, ovvero fino a quando il demone non si fosse fatto vivo, in una delle locande.

Goku e Sanzo sarebbero arrivati il giorno dopo per non destare sospetti, in caso qualcuno li potesse riconoscere, ed avrebbero preso una camera in un’altra locanda. Hakuryu avrebbe fatto da contatto tra i due gruppi portando vari messaggi ed avvertendo i ragazzi in caso di pericolo.

Gojio era stato costretto a cambiarsi d’abito e ad indossare qualcosa di più classico, come un paio di pantaloni marroni ed una camicia, mentre ad Hakkai era stato ricordato di parlare di sé al femminile e di modificare un po’ la voce in modo da renderla più simile a quella di una donna.

Dopo circa un’oretta passata a discutere del loro piano ed a sistemare su di un cavallo alcuni bagagli, facendo si che non dessero fastidio ai due ragazzi durante il viaggio, Gojio e Hakkai uscirono dalla casa di Netan e si prepararono a partire.

“State attenti a non combinare guai e se ci dovessero essere problemi fatecelo subito sapere. E tu Gojio vedi di comportarti bene e non flirtare con ogni donna che incontri!” disse Sanzo con tono ammonitore.

“Tranquilla mammina! Il tuo bimbo farà il bravo!” disse Gojio con un sorriso di scherno, per trovarsi poco dopo una pistola puntata alla tempia.

“Stavi dicendo?” chiese il biondino minaccioso.

“Ehm…niente…”

“Hn…sarà meglio”

“Comunque non ti preoccupare. Mi comporterò da vero gentiluomo e mi occuperò solamente della mia adorabile mogliettina!” disse Gojio sorridendo in direzione di Hakkai, che quando se ne accorse non potè evitare di arrossire.

“Bene, allora andate! Vi manderemo Hakuryu domani sera per dirvi in quale locanda ci troviamo e per avere il primo rapporto da voi!”

“D’accordo”

“Aspettate….prima di partire avrete bisogno di un’ultima cosa per essere credibili” disse Netan comparendo sulla soglia di casa.

I quattro ragazzi lo fissarono perplessi mentre si avvicinava a loro. Che cosa avevano potuto dimenticarsi? Erano convinti di aver pensato a tutto.

“Per essere una vera coppia di sposi avrete bisogno di questi” e con questo aprì il palmo della propria mano, rivelando al suo interno un paio di anelli in argento lavorato.

“Ci siamo dimenticati della cosa più ovvia, le fedi!” ammise Sanzo.

“Infatti…prendete queste”

“Ma…signor Netan…queste appartenevano a voi e vostra moglie…non possiamo davvero accettarle. Lei ha già fatto troppo per noi….questi vestiti, il cavallo…” protestò Hakkai.

“Insisto.” disse afferrando la mano del moretto “A voi saranno di certo più utili che a me. Non mi servono questi due oggettini per ricordarmi della mia Shiori…lei vivrà sempre nel mio cuore quindi teneteli” e li lasciò cadere nel suo palmo.

Hakkai fissò quei due anelli, così leggeri e brillanti, e poi alzò il volto verso il ragazzo mostrandogli uno dei suoi rari sorrisi.

“Grazie”

Netan ricambiò leggermente il sorriso e poi si voltò per rientrare in casa. Gojio si avvicinò ad Hakkai ed afferrò uno degli anelli, quello in apparenza più grande, e se lo provò all’anulare della mano sinistra. Gli entrava.

“Mmm…direi che va benissimo….ora proviamo il tuo Hakkai” disse prendendo l’altro anello ed infilandoglielo al dito. Gli calzava alla perfezione…quasi fosse stato fatto per lui invece che per una ragazza che non conosceva.

Hakkai, durante tutto il processo, si sentì il viso avampare ed il cuore cominciare a battere a mille. Non si accorse neppure di stare trattenendo il respiro fino a quando Gojio non si allontanò da lui con espressione soddisfatta.

“Bene, ora abbiamo tutto o sbaglio?”

“Si, potete andare.” confermò Sanzo.

Con questo Gojio aiutò Hakkai a montare in sella al cavallo, nonostante il moretto avesse protestato per fare da solo, e poi salì anche lui alle spalle del compagno afferrando le redini. Così Hakkai si ritrovò imprigionato tra due braccia robuste che guidavano l’animale lungo la strada per la città, mentre Goku alle loro spalle saltellava salutandoli con la mano.

Per un po’ il viaggio trascorse in silenzio, con l’unica eccezione del rumore degli zoccoli del cavallo e del suo respiro. Hakkai giaceva seduto ed imbarazzato con la schiena appoggiata contro il petto dell’amico, anche se cercava inutilmente di appoggiarsi il meno possibile a lui. Il respiro calmo e regolare di Gojio gli sfiorava dolcemente il collo ed i capelli causandogli brividi lungo tutto il corpo.

Si vergognò di sé stesso per il suo comportamento. Si stava rendendo ridicolo. Continuando così Gojio si sarebbe presto accorto che qualcosa in lui non andava ed allora avrebbe cominciato a fargli domande alle quali non era sicuro di riuscire a rispondere.

Non avrebbe mai potuto ammettere al suo migliore amico di provare per lui qualcosa di diverso dalla semplice amicizia, qualcosa di più profondo….si sarebbe rovinato con le sue stesse mani ed avrebbe perso la sua unica fonte di gioia…e non lo avrebbe sopportato, non dopo un passato tormentato come il suo.

Ancora una volta si domandò come fosse finito in quella situazione assurda.

“Come ti senti?” chiese improvvisamente Gojio.

“Eh? B-Bene…mai sentito meglio” rispose cercando di suonare sincero ma fallì miseramente.

“Di la verità, sei nervoso vero? Per questa situazione intendo.”

“Ecco….effettivamente si, un po’ lo sono” ridacchiò “Come lo hai capito?”

“E’ stato facile. Ti conosco da troppo tempo ed ormai riesco a capire certe cose.”

“Suppongo di si….è solo che questa è una situazione un po’ insolita e non so bene come comportarmi.”

“Come sempre, sii naturale. Lo so che non è facile doverci fingere una coppia ma siamo amici no? Ci conosciamo da parecchio tempo giusto? Allora qualcosa faremo e riusciremo a trovare quel demone….altrimenti, dopo tutte le avvertenze di mammina Sanzo, chi la sente se falliamo!”

Hakkai rise e Gojio fu contento di esserci riuscito. Lui stesso, in verità, si trovava nelle stesse condizioni emotive del compagno ma in questo modo si era creata tra di loro una strana tensione ed a lui non piaceva. Tutto questo discorso era servito per eliminarla e ricreare quella sensazione di tranquillità che di solito aleggiava tra di loro.

“Hai ragione. Ci ucciderebbe.”

“Sempre se prima non gli facciamo la pelle noi per averci ‘aruolato’ in questa stramba missione. E poi perché si sono dovuti tenere loro Hakuryu mentre a noi tocca viaggiare su sto coso a quattro zampe!?”

“Credo che Sanzo abbia detto che Hakuryu avrebbe attirato troppo l’attenzione ed i sospetti del demone e della gente.”

“Ovvero intendeva dire che lui è il pezzo grosso tra noi quattro e voleva viaggiare comodo.”

“Esattamente”

“Bah…lasciamo perdere quel bonzo corrotto, tanto ormai non manca molto alla città. Cerca di rilassarti un po’ ok?” e così Hakkai fece.

Senza più nessun imbarazzo, o quasi nessuno, si sistemò comodamente contro la sua schiena ed appoggiò la testa sulla sua spalla, godendosi il resto del viaggio e pensando che in fondo non poteva essere tanto male fingersi sposati.

 

***********************************

 

Una mezzoretta dopo giunsero finalmente a Rodesia. La città era completamente immersa nel verde e ad ogni angolo si potevano trovare fiori di ogni tipo, in particolar modo quelli da cui prendeva nome la città stessa.

Le strade erano poco affollate, vista l’ora tarda, ma le luci e le voci provenienti dalle locande e dalle taverne sembravano riempire l’aria attorno a loro. Così, ad una prima analisi, sembrava quasi impossibile credere che qualcosa non andasse in quell’adorabile cittadina.

Dopo ancora qualche attimo passato ad osservare i dintorni, i due ragazzi decisero di trovare una locanda in cui alloggiare per i giorni a venire e ne trovarono una non molto lontana dal centro della città.

Gojio scese da cavallo ed aiutò Hakkai a fare lo stesso, poi legò l’animale ad una staccionata, afferrò le due borse che rappresentavano il loro bagaglio ed entrarono nell’edificio. Lanciarono una rapida occhiata alla stanza e notarono che nel salone non c’era quasi nessuno, a parte un paio di ubriachi addormentati sui tavoli  ed una cameriera che stava riordinando. Si avvicinarono al bancone per chiedere una stanza e dietro di esso vi trovarono una donna di mezzetà tutta sorridente.

“Benvenuti ragazzi! Posso fare qualcosa per voi?” chiese quest’ultima con voce gentile ed allegra.

“Buona sera signora! Siamo appena arrivati in città e volevamo sapere se avevate libera qualche stanza.” chiese Gojio.

“Certamente! Che tipo di stanza volete? Due singole? Una doppia, oppure comunicanti?”

“Una matrimoniale sarebbe perfetta” disse il rossino con uno dei suoi migliori sorrisi mentre le parole gli scivolavano di bocca come il velluto ma colpendo come una roccia.

Il volto della donna s’incupì improvvisamente ed i suoi occhi fissarono con apprensione i due ragazzi. Passò attentamente lo sguardo dal ragazzo alla ‘ragazza’, notando solo allora alcuni particolare che, a prima vista, le erano sfuggiti.

“Voi due….siete sposati?” chiese incerta.

“Si, da appena due mesi. Abbiamo lasciato la nostra città per andare a trovare dei parenti e ci stiamo godendo questo viaggio come una specie di ‘viaggio di nozze’!”

La donna li guardò con serietà ed ansia.

“Vi consiglio di lasciare al più presto Rodesia. Non rimanete qui, non è posto per voi!”

“Perché? Qualcosa non va?” chiese con naturalezza Hakkai, alterando la propria voce.

“Questa città è maledetta. Un demone si aggira nei dintorni ed ama attaccare le coppie di giovani sposi come voi. Andatevene via! Porta tua moglie il più lontano possibile da qui se non vuoi perderla!”

I due fecero finta di essere sorpresi dalla notizia e si scambiarono un’occhiata perplessa, poi Gojio tornò a parlare con la donna.

“Noi non possiamo andarcene. Il nostro cavallo è stanco dal lungo viaggio che ha sopportato ed anche noi lo siamo e poi abbiamo bisogno di fare provviste.” spiegò tranquillamente “Noi vogliamo restare per qualche giorno in questa città, demone o non demone….e se proprio questo decidesse di attaccarci, ci penserò io a proteggere la mia sposa. Non permetterò a nessuno di farle del male”

Gojio si voltò verso Hakkai, che arrossì leggermente sotto quello sguardo intenso. Era stato stramaledettamente convincente nel suo discorso. Aveva quasi creduto di sentire davvero la minaccia nella sua voce…ma non era possibile. Gojio sapeva benissimo che era in grado di difendersi da solo, che non era una debole fanciulla da proteggere….quindi doveva essersi immaginato tutto.

“Io insisto che ve ne andiate. Non voglio avere persone sulla coscienza, non due giovani come voi” disse la donna con voce sinceramente preoccupata.

“La ringrazio davvero per la sua premura signora, ma la scelta di rimanere è nostra. Non si dia tanta pena per noi.” disse Hakkai con un sorriso rassicurante.

“Siete davvero sicuri di voler restare?” chiese di nuovo la donna.

“Sicurissimi”

“D’accordo…se siete decisi non mi resta che darvi la stanza che volete. Non posso di certo sbattervi in mezzo alla strada con la forza.” sospirò ma infine tornò a sorridere “E poi voi due mi piacete e mi sembrate delle persone simpatiche! Io sono Meg, la proprietaria della locanda!”

“Io sono Gojio e questa è mia moglie…Kai”

Hakkai lanciò una breve occhiata al rossino. Kai!? Gojio usava spesso quell’abbreviativo del suo nome per chiamarlo, specialmente quando erano tra di loro. Lo aveva sempre trovato…dolce...da parte sua. Beh, non era molto originale ma almeno non avrebbe rischiato di non rispondere se qualcuno lo chiamava.

“Tanto piacere! Ora seguitemi, vi porterò alla vostra camera!” disse uscendo dal bancone e facendo strada su per le scale “Se avete bisogno di qualcosa non esitate a chiedere. I pasti vengono serviti giù nella sala ma se per caso avrete bisogno di – sorrise apertamente – una colazione in camera o che so io, provvederò subito!”

Hakkai non potè evitare di arrossire a quell’allusione scarsamente velata della donna. Stava lasciando ad intendere che se lui e Gojio…una notte avessero fatto…non riuscì a terminare il pensiero perché si sentì avampare e dovette imporre al proprio cuore di rallentare i battiti. Beh…in fondo non era un pensiero insolito da fare…la signora Meg non sapeva che dietro al suo aspetto si nascondeva un ragazzo e che tutto quello era solo una montatura. Gojio invece ridacchiò all’allusione ma non disse nulla….gli era sembrata una risata nervosa.

Alla fine giunsero di fronte alla porta della loro stanza. La donna lasciò le chiavi in mano a Gojio e li salutò, augurando loro la buona notte ed avvertendoli di stare sempre attenti.

I due entrarono e tirarono un sospiro di sollievo.

“Beh dai….non è andata male…” disse il rossino appoggiando le due borse sul baule ai piedi del letto matrimoniale.

“Già, siamo riusciti a passare per una coppia di sposini….mi spiace un po’ per la signora Meg, era vivamente preoccupata per noi.”

“Non pensarci, noi non siamo delle persone normali…non corriamo alcun pericolo.”

“Hai ragione”

Hakkai si guardò attorno. La stanza era ben tenuta ed arredata con gusto e con il minimo indispensabile per viverci: un letto, un armadio, un baule e  tavolino con sedie. Sulla destra notò una porta che probabilmente conduceva al bagno. Tutto aveva un aspetto confortevole che ti faceva sentire a proprio agio.

“Hakkai?”

“Hn?”

“Vuoi farti una doccia prima di andare a dormire o stai bene così?”

“Mmm…una doccia non sarebbe male dopo tutto il tempo che abbiamo passato a dormire all’aperto…”

“Allora vai prima tu….io aspetterò che tu esca.”

“Sei sicuro?”

“Certamente”

“Allora grazie” rispose in fine sorridendo. Si avvicinò alle loro borse, estrasse una camicia da letto, anche quella appartenuta alla moglie di Netan, ed entrò nel bagno.

Poco tempo dopo entrambi i ragazzi giacevano nella stanza, rinfrescati e cambiati per la notte, pronti per andare a dormire dopo una giornata stancante. Solo che Hakkai fu colto da un attimo di indecisione notando che il letto era uno solo. In altre circostanze non si sarebbe fatto certi problemi. Nel loro viaggio con Sanzo e Goku avevano spesso dormito in quattro in una sola stanza, e la vicinanza dei loro giacigli aveva reso quasi l’idea di stare dormendo tutti quanti nello stesso letto. Però tutta quella situazione di doversi fingere una coppia lo stava influenzando in modo sbagliato, facendolo arrossire ed imbarazzare per cose inutili e stupide.

Gojio si sedette sul letto con addosso solo una canotta ed i boxer e si lasciò andare ad un sospiro di pura beatitudine.

“Mmm…finalmente un bel letto comodo! Quanto mi è mancata questa comodità!” poi si voltò verso Hakkai “Tu che fai, non vieni?”

Senza aspettare risposta Gojio sollevò la sua parte di lenzuolo e ci si ficcò sotto, atterrando con la testa sul morbido cuscino.

Poco dopo anche Hakkai lo raggiunse, un po’ titubande, e spense la candela accesa sul comodino prima di  seguire il suo esempio ed entrare sotto le coperte.

“Buona notte Hakkai”

“Buona notte Gojio”

Dopo di questo, il buio ed il silenzio li avvolse. L’unica cosa che percepivano era il loro respiro. I loro corpi non si sfioravano e non erano neppure troppo vicini l’uno all’altro ma Hakkai poteva chiaramente sentire il calore emanato dal corpo del compagno invadere il suo.

Si chiese come sarebbe stato dormire accanto a Gojio, con le sue braccio avvolte attorno al suo corpo ed il suo respiro che gli sfiorava il volto. Addormentarsi con delle mani che accarezzavano e giocavano con i suoi capelli mentre gli venivano sussurrate parole dolci all’orecchio.

Subito cacciò via quei pensieri. Non poteva lasciarsi andare a quel modo. Si mosse leggermente e si accoccolò di più verso la sua parte del letto.

Era sicuro che, in quelle condizioni, non sarebbe mai riuscito a prendere sonno. Invece, un po’ alla volta, il dolce tocco di Morfeo arrivò anche da lui e prima che se ne accorgesse, cadde addormentato.

 

 

Fina Seconda Parte




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