Vendesi marito
di Jivri'l
Capitolo 1
“M- ma almeno ti rendi conto di cosa stai dicendo?!” il ragazzo alzò la voce, era sorpreso, turbato, scandalizzato. “Si, mi rendo conto, mica sono scema. Ti sto chiedendo di sedurre mio marito” rispose una ragazza bionda accavallando le gambe. Narciso chiuse gli occhi cercando di non strillare dai nervi. L’unica spiegazione plausibile era che la sua amica o fosse matta o lo stesse prendendo in giro. “Bene, ora smettila di scherzare, dimmi perché mi hai chiamato qui, ho da lavorare io, al contrario di te che giri tutto il giorno” le disse cercando di sembrare irritato, ma la sua voce tremava. Solo il pensiero del marito di Angelina lo metteva in subbuglio, però cercò subito di scacciare dalla mente quelle immagini e sensazioni riprovevoli: era l’uomo della sua migliore amica! “Se tu lo chiami lavorare…” commentò lei. “Si, è la- vo- ra- re!” ribatté il ragazzo con forza. Anche fare il pittore era un lavoro! E che cavolo! Lei non aveva mai guardato di buon occhio l’arte, neanche quando lui aveva vinto un importantissimo premio artistico. Sbuffò cercando di calmarsi. “Va bene, Angelina, torniamo a noi. Cosa ti salta in mente per farmi una… proposta del genere? Hai di nuovo litigato con lui?” chiese bevendo un sorso di caffè. “No, assolutamente” rispose lei con aria innocente che lo fece insospettire. “Ti conosco troppo bene, cosa stai tramando?”. “Uffa! Non ti posso nascondere nulla… io mi sono stancata di lui, ho trovato un altro uomo con cui voglio stare; si, ok, ok, lui è davvero un bell’uomo, ricco, intelligente e bla bla bla, ma io non lo amo, sai bene che il nostro è stato un matrimonio di interesse, però io non ce la faccio più cosi, non voglio più ingannarlo perché lui è veramente un uomo meraviglioso- anche il sesso con lui è meraviglioso- e merita di più” sputò tutto e poi sfoggiò il suo miglior sorriso da vampira. Narciso rimase a bocca aperta. Solo dopo alcuni attimi, quando ebbe compreso il significato di quelle parole, arrossì e si mise sulla difensiva. “Però perché chiedi a me di fare questo?! Lui è un uomo!” la accusò. “Beh, anche tu lo sei, qual è il problema?”. “Proprio perché siamo due uomini!”. “Tu sei gay” fece lei fingendo di non capire. “Ma lui non lo è! Dio, non posso fare una cosa del genere, sai come mi prende a calci in culo?! E poi è anche mio amico, equivarrebbe a tradire la sua fiducia” cercò di farla ragionare, ma lei sbuffò nuovamente spostandosi con la mano una ciocca invisibile di capelli dal bel viso abbronzato. “Quanto la fai lunga! Tu seducilo, io scatto una piccola foto per averla nel caso in cui lui neghi per non accordarmi il divorzio e la cosa è fatta! Contento tu, che ti porti a letto uno come lui, e contenta io che finalmente sarò libera!” Angelina balzò su e si avvicinò pericolosamente verso di lui allungandosi sul tavolo. “Angelina…” sibilò il ragazzo. “Ti prego, ti prego, ti prego” lo implorò esibendo i suoi bellissimi occhioni verdi.
“Ecco! Il solito idiota che fa sempre tutto ciò che vuole quella strega! E ora che faccio? Di sicuro, se solo proverò a baciarlo, sai come mi ammazza di botte! E sia, cosi almeno farò una bella vacanza in ospedale e non mi torturerà più con le sue richieste assurde!” mormorò piano premendo su un pulsante dorato. Si udì un suono all’interno dell’enorme villa, dei passi- il suo cuore era ormai a mille- e, infine, la porta si aprì, e, là, sulla soglia, un dio: Raphael, scalzo, solo con un paio di jeans, a petto nudo ed i capelli bagnati, lo guardava sorpreso. Il più sorpreso, però, era Narciso che non si era di certo aspettato di trovarlo in quel modo. Lo aveva sempre visto con lo smoking, e raramente, a casa, con dei pantaloni sempre eleganti e polo bianche, ma non si era neanche mai sognato di vederlo cosi! Dovette arrossire, poiché l’altro alzò un sopracciglio e sorrise facendogli cenno di entrare. Una volta all’interno si salutarono e Raphael, da perfetto padrone di casa, lo condusse nel vasto salone dove gli disse di mettersi a proprio agio. “Mi dispiace, ma Angelina non c’è”, lo informò subito porgendogli un bicchiere di succo naturale, infatti sapeva che non beveva alcolici, poi si versò del whisky. “Ah… ma mi aveva assicurato che l’avrei trovata a quest’ora…” bofonchiò cercando di trattenere il tremito della propria voce. Che diavolo gli prendeva! Quello era il marito della sua migliore amica! Il marito! MARITO! Il quale marito, però, lui doveva sedurre. Si passò una mano sugli occhi. Come faceva a fare una cosa del genere, se neanche poteva guardarlo? Cielo, non si era mai accorto di quanto fosse attratto da quell’uomo fino ad allora. L’uomo si sedette sul divano accanto a lui, che si spostò di un centimetro; Raphael se n’accorse e sorrise sotto i baffi mentre portava alla bocca il bicchiere. La tentazione di fissarlo, di guardargli le labbra era forte, tuttavia tentò di trattenersi. “Va tutto bene? Sei pallido” gli disse dopo un po’. “Certo, scusami…” rispose alzandosi e prendendo la giacca “Allora io vado, tanto non penso che Angelina tornerà presto, è tipico di lei stare fuori per ore” cercò di ridere, ma gli uscì solo un gracidio. Quanto era stupido! Ecco che se ne andava, non aveva nemmeno tentato di fare quello che l’amica gli aveva chiesto, ma come poteva farlo?! Quell’uomo lo paralizzava, aveva paura della sua reazione, non voleva fargli tradire la moglie, non voleva ingannarlo. Non se lo meritava. Si passò una mano fra i capelli, stava raggiungendo la porta per uscire, quando sentì una forte stretta al polso che lo fece girare su se stesso e trovarsi fra un muro e il corpo forte di Raphael. Si fissarono a lungo e nel momento in cui l’uomo gli si avvicinò, pensò che volesse baciarlo, ma poi sentì il suo caldo alitò nell’orecchio. “Resta a farmi un po’ di compagnia” lo pregò, dopo lo guardò negli occhi. I suoi occhi di ghiaccio non erano freddi, ma, anzi, sembravano fiammeggiare. Il ragazzo si morse il labbro inferiore annuendo piano. “Bene, allora vado su a prendermi una maglietta, ti va di fare una partita di tennis?” gli chiese salendo sulle scale. “Si” rispose semplicemente. Tornò nel salone e si mise una mano sul petto, il cuore doveva smettere di rumoreggiare cosi tanto! Dopo qualche minuto si ritrovò nel giardino immenso dove c’era anche un campo da tennis. Raphael aveva indossato una canottiera nera che metteva in risalto i muscoli del corpo, i jeans erano tagliati sulle ginocchia e sotto una natica che lasciava intravedere i boxer neri, i capelli chiari erano scompigliati e ancora umidi. Calma Narciso, devi solo riprendere il controllo. Si ripeteva. Allora decise di non guardarlo più, doveva semplicemente evitare di fissarlo e tale tattica funzionò, poiché, nel mezzo della partita, ormai non sentiva più alcuna tensione e si stava pure divertendo anche se stava schifosamente perdendo. E infatti fu Raphael a vincere che rise di gusto vedendo il suo viso imbronciato, allora andò da lui e lo prese per le spalle buttandolo per terra, all’ombra di un ciliegio, dove si riposarono un po’. All’improvviso l’uomo si mise su un fianco e lo fissò. Si sorrisero dolcemente. “Dimmi, Narciso, come va? E’ da molto che non ci vediamo” gli chiese con voce roca che lo fece rabbrividire. “Bene, le solite cose” rispose inumidendosi le labbra. “Uhm… ho sentito che hai aperto una galleria, un giorno o l’altro verrò a visitarla, sai mi piacciono molto i tuoi lavori, sono molto… suggestivi” finì di dire sorridendo malizioso. Narciso sapeva bene a cosa si riferiva; l’uomo alludeva ad un quadro di chiaro stampo omosessuale, quadro che, nonostante suscitò molte polemiche e fu il più criticato, vinse il premio nazionale. “Grazie…allora ti aspetterò!” cercò di levare l’atmosfera tesa che si impossessava nuovamente di lui. “Contaci, quindi al lavoro va bene, e in amore? Stai ancora insieme a quel tipo… Matt, mi sembra?” volle sapere. Narciso lo guardò cercando di capire se lo stesse prendendo in giro, ma sul suo volto lesse solo sincero interesse misto a qualcos’altro che non riuscì a decifrare. Scosse la testa. “No, è già un mese che non stiamo più insieme” rispose sospirando piano. “Perché? Mi pare che andavate d’accordo” insistette lui. “Perché lui voleva solo una storia di sesso” alzò le spalle girando il capo dalla parte opposta a Raphael, che però gliela fece rigirare verso di lui per guardarlo negli occhi. Sorrise lentamente passandogli una mano fra i capelli castani. “Invece a te non interessano questo tipo di storie, vero?” sussurrò l’uomo specchiandosi negli occhi grigi di Narciso che inghiottì un po’ di saliva, succube a quella lenta carezza. “No… non fanno per me” mormorò ormai senza fiato. Raphael sorrise avvicinandosi a lui. Quello che seguì fu un bacio lungo e dolce, quasi casto. Quando, però, Raphael lo abbracciò possessivamente, il ragazzo cadde prigioniero della passione, una passione ardente che in pochi istanti divorò i due. Ormai i baci si susseguivano sempre più profondi, più impazienti, più ardenti. L’uomo portò una mano sul fondoschiena di Narciso che cercò di soffocare un gemito, ma questo bastò ai due per oltrepassare il limite della sopportazione. Raphael si alzò prendendo per mano Narciso. Lo condusse nella sua stanza, dove lo buttò con ben poca delicatezza sul letto e gli si stese sopra continuando a baciarlo. In pochi secondi c’era solo un intreccio di mani, di gambe, di respiri, di battiti cardiaci. Narciso vedeva, udiva, sentiva solo il suo amante: Raphael che gli toglieva la maglietta e la buttava per terra, Raphael che lo baciava sul collo, che gli mordicchiava i lobi delle orecchie, che gli tormentava i capezzoli turgidi; Raphael che gli sbottonava i pantaloni, che lo denudava, Raphael che gli toccava piano il membro e poi cominciava a masturbarlo, che gli gemeva nell’orecchio eccitandolo oltre ogni immaginazione. Narciso non ce la faceva più; lo aiutò a spogliarsi e gli si avvinghiò baciandogli il collo, ma era troppo impaziente per dedicarsi a certi giochetti e gli premette le mani sulle natiche spingendolo verso il proprio bacino. Nell’attimo in cui i loro membri s’incontrarono, gli sfuggì un brivido subito soffocato dalla bocca di Raphael che, dopo il bacio, gli intromise due dita nella cavità orale. Ormai sapeva bene cosa stava per succedere e non vedeva l’ora. Raphael, infatti, lo preparò e subito dopo, piano, cominciò ad invadergli il corpo. Narciso gli strinse la schiena e, con un movimento del bacino, si fece penetrare per intero. Una lacrima scivolò sulla sua guancia. Raphael parve riprendersi. “Narciso…” sussurrò con voce emozionata. Il ragazzo lo guardò. Si fissarono. Dio! Ora se ci ripensava… se non voleva più fare l’amore con lui? Senza rendersi conto, le sue mani cominciarono a tremare e lo incatenò con le gambe al proprio corpo. Questo disperato tentativo di tenerlo legato a sé non sfuggì a Raphael, che alzò un sopracciglio, ma subito dopo sorrise e gli premette le labbra sulle sue. “Come va?” gli domandò ansioso, Narciso gli sorrise guardandolo con occhi adoranti mentre cominciava a muoversi. Non gli importava più se quella era solo un’avventura, un orrido inganno, se l’uomo con cui stava facendo l’amore fosse il marito di Angelina, se Raphael lo avrebbe odiato. Si strinse con maggior forza al corpo dell’altro; un piacere di un’intensità che lo sconcertava lo stava invadendo. Fuori, si alzò un vento impetuoso. Gli alberi si piegavano alla sua forza. Una bufera improvvisa. Narciso carezzava piano il braccio di Raphael che gli cingeva la vita. Dopo aver fatto l’amore l’uomo lo aveva preso in braccio stringendosi a lui. “Raphael…?” domandò con voce incerta. “Mmh?”. “Dormi?”. “No”. “Questo…” cominciò a dire, ma s’interruppe sentendo un groppo alla gola. “Che abbiamo fatto l’amore? Ti dispiace?” mormorò l’altro baciandogli il collo. “No”. “E allora?” chiese stirandosi come un gatto, poi tornò a stringerlo a sé, più forte. “Non doveva succedere perché io… Angelina… mi aveva chiesto… cioè no…” si balbettò quasi in preda a una crisi isterica. Calò il silenzio. Dopo alcuni momenti Raphael gli diede un bacio sulle labbra e tornò con la testa sul cuscino. “Lo so. Ne discuteremo domani”.
Capitolo 2
Il suo sonno fu agitato, sentiva un forte dolore all’altezza del petto; già i sensi di colpa cominciavano a far presa su di lui. Tormentato, si girò nel grande letto e un colpo di vento lo fece rabbrividire e, quindi, svegliare. Con la mano tastò il posto accanto a lui, ma era vuoto, sgranò gli occhi comprendendo che l’altro non ci fosse. Che fosse stato solo un sogno? No, non era possibile, poiché egli si trovava proprio nel letto del marito di Angelina. Volle rinchiudere gli occhi, quando una voce di uomo lo raggiunse facendolo balzare a sedere. Raphael, appoggiato al muro, con le braccia conserte, lo osservava con sguardo severo. “Ti sei svegliato? Bene, vestiti e vieni di sotto” gli ordinò con tono che non ammetteva repliche e, senza neanche guardarlo, uscì di fretta. Dio cos’aveva fatto? Si mise la mano fra i capelli; era arrabbiato, era normale. Cosa si era aspettato? Che il suo sarebbe stato un dolce risveglio fra le braccia dell’uomo che amava? Una candida lacrima gli solcò la guancia. Lo amava.
Raphael si dimostrò talmente freddo che, se nelle vene di Narciso non fosse scorso sangue caldo, gli avrebbe ghiacciato il cuore. Non parlò, si limitò a pochissime parole. Nel momento in cui il ragazzo era sceso gli gettò sulla tavola di vetro tre fotografie alquanto compromettenti. “Che significa? Sapevo che Angelina ti aveva chiesto di portarmi a letto- e ti ho dato una mano per rispettare la tua promessa- ma la faccenda delle fotografie me la devi spiegare. Ora” gli comandò sedendosi sul davanzale e accendendosi una sigaretta. Narciso si morse il labbro inferiore prendendo le fotografie e osservandole; si portò una mano davanti alla bocca arrossendo fino alla punta dei capelli. “M- ma che accidenti…?!” gridò imbarazzato. Una foto li ritraeva mentre si baciavano, un’altra nel momento in cui Raphael gli stava dando piacere con la mano e la terza- quella più inaccettabile- in un momento in cui stavano facendo sesso. “E’ quello che mi domando anch’io” replicò sarcastico l’uomo “E non dirmi che tu non ne sapevi nulla. Cosa volete fare con quelle foto? Ricattarmi? Forse sottrarmi soldi?” incalzò spegnendo la sigaretta e accendendone un’altra. Narciso, invece, lo guardava a bocca aperta, senza neanche rendersi conto gli fu accanto e gli mollò un violento schiaffo. Raphael rimase immobile, però subito dopo gli prese i polsi facendolo rigirare su se stesso e se lo avvicinò. “Non farlo mai più o te ne pentirai amaramente” sibilò controllandosi a stento. “Come ti permetti?! Sei uno stronzo!” urlò, invece, Narciso senza neanche curarsi delle parole dell’uomo “Come puoi dire che voglio ricattarti? Che… che voglio i tuoi soldi?! Non sono venuto a letto con te per questo!” gridò tentando inutilmente di liberarsi. “Ah no? E allora perché sei venuto? Non ci credo che sia solo per il mio cazzo! Cosa state tramando tu e Angelina?” continuò incurante delle lacrime del ragazzo che ormai correvano sul suo viso nonostante lui volesse trattenersi, ma era troppo arrabbiato e ferito per farlo. “Lasciami!”. “Non sei nelle condizioni di darmi degli ordini. Rispondimi e ti lascio. Allora? Io sto aspettando” fece impaziente. Narciso fece vari sospiri cercando di calmarsi. Era inutile, in fondo cosa si era aspettato? Sapeva bene che con le sue stupide azioni si sarebbe attirato solo il suo odio. “Non te lo posso dire. Chiedilo ad Angelina, è lei ad aver architettato tutto” gli rivelò finalmente e l’uomo lo lasciò. “Va bene, me la vedrò con lei. Adesso vattene” fece dandogli le spalle e versandosi del whisky in un bicchiere. Narciso avrebbe voluto ribattere, ma ormai non sapeva più cosa dire, come difendersi e si sarebbe ucciso piuttosto che dirgli di amarlo. Raphael gli avrebbe riso in faccia. Si avvicinò alla porta e nel momento in cui stata per uscire, Raphael lo richiamò piano. “E non farti più rivedere”, la sua voce era dura, severa, tagliente. Quelle parole penetrarono nel suo cuore come lame affilate; gli squarciarono l’anima, gli tolsero il fiato dai polmoni, gli annebbiarono la mente. Si era sempre chiesto come avrebbe reagito ad un eventuale rifiuto da parte della persona che amava. Ora lo sapeva.
Dopo che Narciso uscì, Raphael prese il bicchiere pieno di whisky e lo scagliò contro il muro facendolo infrangere in mille pezzi. Si sedette sul divano prendendosi la testa fra le mani. Se Angelina fosse entrata in quel momento in casa, come minimo, l’avrebbe sbranata.
Due mesi. Due lunghi mesi durante i quali aveva sofferto terribilmente. Non faceva che pensare a lui, a ricordarsi dei momenti passati insieme quando credeva che fossero semplici amici, a quella notte, al suo bel sorriso, ai capelli morbidi, agli occhi mozzafiato, alla sua pelle inebriante. La notte era un inferno e il giorno vagava per la casa come uno zombie, neanche la pittura riusciva più a riscuoterlo. Passava le sue giornate sul divano a guardare il vuoto oppure vagabondava per la città senza alcuna meta. Si era ridotto ad uno straccio. Sospirò piano entrando nel bar- caffè doveva lo stava aspettando Angelina che si alzò per farsi vedere. La salutò con un cenno della testa sedendosi davanti a lei e ordinando un caffè. “Tesoro, che hai fatto? Dio, sembri un fantasma!” esclamò mettendogli una mano sotto il mento per vederlo in viso. Quello che vide non le piacque: era pallido, gli occhi infossati, un’espressione triste. “Sei dimagrito, sei solo pelle e ossa! Come hai fatto a ridurti cosi?! E’ per Raphael?” gli chiese dolcemente, lui scosse la testa leggermente. “Piuttosto dimmi cosa c’è, perché mi hai chiamato qui?”. “Perché sono secoli che non ti fai più vedere! Non rispondi al telefono e non mi lasci entrare in casa, ero preoccupata, sai?” lo rimproverò. “Scusami” rispose lui senza dare una minima spiegazione del proprio comportamento. “Ti volevo dire che ho parlato con Raphael” lo osservò, ma constatando che quello non diceva nulla, continuò “Lui pensava che volessi ricattarlo o qualcosa del genere, ma io gli ho detto che non è cosi e che volevo solo il divorzio. Lui non mi ha creduto, cosi sulle prime, ma poi ha capito che dichiaravo la verità e mi ha rivelato che potevo dirglielo semplicemente senza implicare anche te nell’intera faccenda”. “Quindi ti ha concesso il divorzio?” le domandò senza interesse sorseggiando il caldo caffè. “Si, mi ha assicurato che neanche lui mi ama, anche se ci tiene a me, ma solo come una sorella minore, nulla di più. Comunque lui sapeva che io ti avevo chiesto di sedurlo” lo informò morsicandosi le labbra. “Si? E come?”. “Mi ha sentito mentre parlavo al telefono con Karl- il mio amore- e per questo si è lasciato ammaliare da te” sorrise piano prendendogli una mano. Il ragazzo dovette combattere contro l’impulso di ritrarla. Da allora non sopportava essere toccato da nessuno. “E’ stato lui a sedurmi” commentò semplicemente. “Eh?”. “Io me ne volevo andare, però lui mi ha chiesto di restare” mormorò guardando la pioggia fuori da una grande finestra. “Davvero? Oddio, lo dicevo io che ti guardava sempre con troppo interesse! Perciò voi due adesso…?!” insinuò, però si azzittì quando fu raggiunta da uno sguardo omicida di Narciso. “No! Lui mi odia”. “Non è vero. Cosa dici? Ti pare che se ti odiava…”. “Basta! Se hai finito io vado” affermò ritirando la mano e alzandosi. Anche la donna balzò su dalla sedia e lo abbracciò forte. “Me ne vado. Vado con Karl in Provenza. Non so quando ritornerò, ti prego scrivimi Narciso e non mi dimenticare e, se puoi, non odiarmi per quello che ti ho fatto, ti prego. Sono mortificata, tu stai soffrendo per la mia stupidaggine!” cominciò a piangere piano. Narciso sospirò e ricambiò finalmente l’abbraccio. “Stai tranquilla, non sono arrabbiato con te, anzi… voglio solo la tua felicità, scrivimi anche tu. Addio”.
Con motto di stizza guardò l’orologio. Chi poteva rompere alle tre di notte?! Si alzò insonnolito e andò ad aprire, tuttavia dovette sbattere le palpebre diverse volte per rendersi conti di essere sveglio. Raphael, bagnato dalla testa ai piedi, gli stava sorridendo. “Non mi fai entrare?” gli chiese quasi sottovoce, perciò lui si scansò facendogli spazio. Andarono nel salone dove Narciso si fermò a fissarlo senza rendersi conto se stava ancora sognando o se fosse lui in carne e ossa; solo quando Raphael scoppiò in una risata leggera, capì di essere perfettamente sveglio e che quello fosse l’unico uomo che amava. “Cosa ci fai qui? Non avevi detto di non volermi più vedere?” gli domandò tagliente cercando di controllare il tremito della propria voce. “Ero arrabbiato” replicò con lo stesso tono facendolo sbuffare, perciò andò in bagno e tornò con una vestaglia e gliela tirò addosso. “Spogliati altrimenti mi sporchi tutto il pavimento” gli intimò andando in cucina da dove tornò con due bicchieri fumanti “E’ cioccolata calda, non avevo più tè” gli riferì. Si sedettero e bevvero in silenzio le bevande calde. Narciso improvvisamente si sentì soffocare, non sapeva se fosse il cioccolato o la presenza di Raphael a sciogliergli il cuore; nonostante ciò doveva dimostrarsi duro. “Ebbene? Cosa vuoi?”. “Sei arrabbiato? Hai ragione, ti ho accusato ingiustamente” disse Raphael alzandosi. “Si, sono a dir poco oltraggiato delle parole che mi hai rivolto, ma ormai non m’importa, dimmi cosa sei venuto a fare qui e vattene” sibilò, ma tutto ciò che ottenne fu un sorriso sornione. “Sono venuto per vendicarmi”. “Eh?”. Raphael gli prese i polsi e lo fece alzare in modo che il ragazzo andò a sbattere contro il suo petto, perciò si volle scostare, ma non gli lasciò fare e lo strinse a sé. “Mi vendicherò rendendoti la vita un inferno: non ti lascerò stare un attimo, ti starò sempre alle calcagna, farò i capricci, mi comporterò in modo infantile, ti darò un sacco di fastidi, ma non ti lascerò più andare via. Narciso, sposami” gli sussurrò con voce emozionata nell’orecchio. Narciso ormai era impietrito. No, di certo stava sognando. E si doveva svegliare. Non poteva essere, eppure quando gli toccò il viso gli sembrò reale. Era reale! Si baciarono a lungo. Un bacio emozionante, un bacio d’amore. “Allora che rispondi? Mi sposi o no?” gli domandò l’uomo impaziente. “Ehi, ma tu non dovresti darmi un certo anello, mentre sei in ginocchio e mi fai la proposta?!” gli fece presente. “Dio, non pensavo che dovessi fare una cosa del genere. Sei un uomo! Allora perché non la fai tu a me?” gli chiese ironico. “Perché sei tu quello che mi fa la proposta” rispose invece lui con voce angelica. Raphael fece un gesto di arrendevolezza e sfilò dalla giacca bagnata un cofanetto dal quale estrasse una fedina d’oro bianca. Si inginocchiò davanti al suo amato e gli prese la mano. “Narciso Belleirs mi vuoi sposare rendendo tutti i miei giorni, d’ora in eternità, stracolmi di amore e di felicità?” gli propose. Narciso si coprì la bocca con la mano scoppiando a piangere per l’emozione. Cadde in ginocchio davanti a Raphael e lo abbracciò con forza. “A questo punto dovresti dire di si” mormorò Raphael divertito. “Si, si, si! Lo voglio!” annuì con forza prendendo la sua testa fra le mani e baciandolo con labbra tremanti. Sapeva che di certo c’entrava lo zampino di Angelina, e gliene era grato; chissà, forse anche Raphael aveva sofferto come lui poiché anche lui sembrava stanco e dimagrito. Con tenerezza gli scostò i capelli, quello mormorò stringendolo a sé con più forza, poi, aprì lentamente gli occhi. Si sorrisero e si baciarono. “Buongiorno amore” sussurrò Narciso. “Buongiorno signor Russtej” mormorò l’altro baciandolo con passione. Il ragazzo sorrise piano. “Raphael?”. “Si, amore?”. “Stavo pensando che…”. “Ah, tu pensi?!”. “Ehi! Si, penso! E pensavo, appunto, che è come se Angelina ti avesse venduto a me”. “Uhm… si, quella è una volpe, ma sono molto più contento di essere tuo marito”. “E perché?”. “Perché ti amo”. “Ti amo anche io”. “Io di più”. “Certo, come no…” bofonchiò abbracciando il suo caro marito. Da quando era diventato il marito di Raphael, tutto era cambiato. Il mondo era più luminoso, le rose profumavano, gli uccelli cantavano, il vento soffiava portando profumi da terre lontane, la felicità si poteva respirare nell’aria. Finalmente aveva compreso cosa significasse la parola legame. Legame stava a indicare amore. Amore per Raphael. Ora e per sempre. Fine.
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