Velvet sky
Parte IV
di Hymeko
Kaiba
si staccò lentamente dalla stazione spaziale, impostando con
calma la rotta. Non voleva che nessuno notasse la sua impazienza,
nonostante fosse ansioso di allontanarsi. Le sue rassicurazioni sulla sicurezza di quel luogo erano
servite a tenere calmo il principino, non corrispondevano esattamente
alla realtà, in quel caso. La taglia che gli pendeva sulla
testa avrebbe portato qualsiasi sbandato a osare l’inimmaginabile
in altri tempi, e di sicuro Kierce & Co. avevano dei complici
lì. Prima si fossero spostati, più spazio ci sarebbe
stato fra loro e gli inseguitori.
Sbirciò il ragazzo seduto vicino a lui, che seguiva la manovra
sgranocchiando pop-corn. Dopo averli provato la prima volta era impazzito
per quei fiocchi bianchi, preferendo la versione salata a quella dolce.
Oltretutto la sua timidezza nei confronti del volo spaziale sembrava
essersi dissolta assieme all’atmosfera del suo pianeta, perché
bastava che non ci fossero vibrazioni, e lui rimaneva calmo e rilassato.
”Kaiba, adesso entreremo nell’iperspazio?”
”Sì, ma percorreremo pochissima strada, solo per coprire un
po’ di distanza. Usciremo quasi subito”
”E perché?”
gli domandò, ingurgitando una manciata di pop-corn.
”Per confonderli. I sensori qui rileveranno che abbiamo fatto il salto,
e lo comunicheranno ai complici che ci inseguono. Molti penseranno
che stiamo andando direttamente da Pegasus, e ci correranno dietro…invece
noi usciremo prima e arriveremo con una rotta più lunga, cogliendoli
di sorpresa”
L’altro gettò in aria un fiocco bianco e lo ingoiò al
volo:
”Ma così non rischiamo di trovarli là ad attenderci?”
Lo disse con leggerezza e noncuranza, quasi fossero in gita scolastica.
”No. A Pegasus non piacciono quelli che stazionano attorno al suo
pianeta. E loro sanno che troverei comunque un modo per passare, quindi
si muoveranno”
”Ah! Li ho finiti! Aspetta, vado a prendere qualcos’altro”
Kaiba sospirò. Si stava ingozzando di dolci e schifezze, a
quella velocità non sarebbero durati per tutto il viaggio.
’Ma non posso certo fargli la predica…’
Un po’ perché non era compito suo, un po’ perché nessuno
aveva idea di cosa Pegasus gli avrebbe fatto…forse non avrebbe più
avuto la possibilità di mangiarli. Inoltre sembrava che non
avesse mai assaggiato molti di quei dolci in vita sua. Era un bambino
che scopriva la vita, e dato che in fondo a lui non recava alcun disturbo,
aveva deciso di lasciarlo fare. Stava smettendo di vederlo come un
prigioniero…più lo guardava, più vedeva una farfalla
che si avvicinava alle grinfie di una bestia, le ali fatte a pezzi
dai suoi artigli. Era meglio lasciarlo divertire finché poteva…
”Vuoi provare del mango candito?”
”Sì”
Si divisero le scaglie di polpa morbida e soda, la bocca invasa dal
sapore di frutta esotica. Era buono, anche se un po’ dolce.
”E poi? Dopo che saremo usciti dall’iperspazio?”
”Passeremo attraverso una cintura di asteroidi, giusto per far perdere
ulteriormente le tracce”
Yugi lo guardò dubbioso:
”Ho sentito che è pericoloso navigare fra gli asteroidi”
L’altro rispose con un sorriso storto:
”Sì…se non si ha me ai comandi”
”…che ego smisurato”
lo punzecchiò il principe, gettandogli una lattina di limonata.
”E non mi hai mai visto duellare”
sottolineò Kaiba, impostando i dati.
”Già, mi ricordo che ti sei autoproclamato miglior duellante
dell’universo”
”Lo sono…e appena ce ne sarà la possibilità ti sfiderò”
Una luce passò negli occhi viola:
”No…non duellerò con te”
”Eh?”
Il principe girò il viso dall’altra parte, nascondendogli la
sua espressione:
”Non duellerò più con nessuno. Ho smesso”
”Perché?”
gli domandò contrariato…quello sarebbe stato uno dei pochi
lati buoni della faccenda!
”Perché…non sono più in grado di farlo. Fa…troppo male”
”Yugi…”
L’altro lo sfiorò con gli occhi:
”Magic & Wizard mi ha portato alla caduta…e ho perso ciò
che di più importante avevo. Che il regno aveva. Per questo
non duello più…e per lo stesso motivo mi sono lasciato portare
via da te. È il modo di espiare la mia colpa”
”Ma…”
”No…per favore, non mi chiedere più nulla”
Kaiba rimase in silenzio, leggendo in quello sguardo sfuggente una
profonda determinazione. Ormai aveva deciso, con la stessa fermezza
di quando gli si era offerto.
”E poi…”
continuò con un sorriso tirato, tentando di addolcirlo spiegandogli
un po’ le sue ragioni…
”…i ricordi del mio fallimento occupano la mia mente ogni volta che
sfioro una carta, non sarei in grado di battermi con tutte le mie
forze, e immagino che tu vorresti un duello vero”
”Hn…”
’Il suo dolore è più forte dell’orgoglio del duellante’
Non lo soddisfaceva come spiegazione, ma a quanto pareva non aveva
scelta. Non avrebbe duellato con lui, con sua grande irritazione. Moriva
dalla voglia di misurarsi con lui, scontrarsi con un duellante dal
grande valore, sentire le vene colme di passione per il combattimento…lui,
grande giocatore di M&W, aveva accanto a sé un rivale,
finalmente qualcuno di degno con cui gareggiare…e il passato lo costringeva
a rinunciarvi.
Sospirò, mentre i motori andavano a pieno regime. Forse, pensandoci
su, un modo per convincerlo l’avrebbe trovato…
”Tieniti. Stiamo per saltare…tre, due…uno”
Le stelle divennero una serie di strisce luminose, lo spazio venne
mangiato dall’energia, la luce fu trascinata con loro oltre la sua
stessa velocità, il tempo rallentò e si contrasse al
loro passaggio…pochi attimi, e tutto fu di nuovo normale.
”Eh?”
Il principe guardò Kaiba impostare la rotta sul computer di
bordo e alzarsi, andando a raggiungere un’altra postazione nel centro
della nave, vicino al salottino.
”Te l’avevo detto che sarebbe durato poco”
gli spiegò mentre lo raggiungeva, compilando un registro di
bordo.
”Ah…ma non è stato troppo poco?”
”No…siamo proprio dove avevo deciso saremmo usciti”
Yugi mordicchiò una rotella nera e succosa, di cui non ricordava
il nome:
”E…dove siamo?”
L’altro creò una mappa olografica tridimensionale di una porzione
di universo…al centro palpitava un puntolino rosso, in basso a sinistra
uno giallo:
”Il rosso è dove siamo noi ora, il giallo il tuo pianeta”
Attratto da quella mappa blu, il principe si alzò:
”E…dove mi stai portando?”
Kaiba lo guardò. Era perso nella contemplazione dell’universo
profondo lì riprodotto, dalle stelle che pulsavano e dalle
comete che nascevano e precipitavano nei soli, dalla forza gravitazionale
dei pianeti alla curvatura dello spazio stesso.
”Qui”
Ingrandì la proiezione fino a riempire quell’ambiente, lasciando
che li avvolgesse entrambi. Una nuova luce pulsava, un puntino d’oro
dall’altra parte di una galassia.
”Ecco…è quello”
Yugi tese una mano, ma non riuscì a raggiungerlo:
”Lo puoi abbassare?”
”Sì”
Reimpostò i dati e cambiò di visuale, portando il pianeta
di Pegasus a livello dei suoi occhi…il principe lo circondò
con le mani, stringendolo a sé.
”Kaiba…che persona è Pegasus?”
Con un sospiro, l’altro si avvicinò a lui:
”È un uomo potente, abituato ad avere ciò che vuole.
Non so come ma ogni tanto sembra che riesca a leggerti nella mente…certe
volte risulta inquietante, altre spaventoso. Ma complessivamente è
un idiota, lui e quella sua passione per Funny Rabbit”
”…il personaggio dei fumetti?”
”Sì. Ne va pazzo…personalmente lo detesto. Ma lui è
pur sempre l’inventore di M&W, nonché grande industriale,
quindi non lo sottovalutare”
”…potrebbe chiedermi di duellare?”
Kaiba si mordicchiò l’interno di un labbro…sarebbe servito
dirgli la verità?
’Sì…forse si preparerà'
”Possibile…e fossi in te non rifiuterei”
”Uhm…se rifiutassi non la prenderebbe bene, vero?”
”Yugi, tu sarai suo prigioniero, e sul suo pianeta lui ha potere
sulla vita, sulla morte, sugli spiriti…si dice che possa chiudere
le anime dei suoi avversari in carte vuote di M&W, lo capisci?”
Gli occhi viola lo scrutarono leggermente sorpresi:
”Non pensavo tu fossi il tipo da crederci”
mormorò.
Kaiba scrollò le spalle, tornando in postazione e ritirando
la mappa:
”Dopo aver assaggiato il tuo potere credo a molte più cose,
anche se ancora fatico a farlo”
”Hn…vado a farmi una doccia”
Chiedendosi se non si fosse spinto troppo oltre in quella conversazione,
il principe di chiuse nella stanza. Era orribile da ammettere, eppure
lui stava iniziando ad aver paura.
”Questi sono asteroidi?”
”Sì”
Kaiba pilotò dolcemente la nave fra le rocce vaganti in quella
porzione di spazio, volteggiando senza difficoltà fra i massi
grossi come montagne.
”C-Cosa accadrebbe se…ci colpissero?”
Negli occhi viola si specchiavano i frammenti di pietra che sfrecciavano
accanto a loro, pericolosamente vicini, a una carezza dallo scafo.
”Non accadrà. Non con me alla guida”
”Ah…”
Ancora quell’orgoglio smisurato…ma sperava comunque di potersi dichiarare
d’accordo, e di poter incensare le sue doti di pilota. Poterlo fare
significava che sarebbero usciti interi di lì…
”Non ti preoccupare, i pezzi grossi non sono un pericolo”
”E per quelli piccoli?”
Kaiba poteva esser davvero il miglior pilota dell’universo, ma non
poteva star dietro a tutto…
”Ci sono il radar e la barriera”
”Quella che Kierce voleva passare?”
”Quasi. Questa è a circa mezzo centimetro dallo scafo”
rispose senza più aggiungere nulla. C’era qualcosa che non
andava. Il radar aveva individuato una strana formazione che proveniva
da di fronte a loro, fra gli asteroidi. Navigava come fosse uno di
loro, ma Kaiba aveva notato subito la sua stranezza. Si spostava come
alla deriva, seguendo il naturale galleggiare delle rocce nel nulla
cosmico, ma…aveva qualcosa che non andava. Non seguiva l’orbita come
tutti gli altri, anzi…certe volte sembrava andare contro il senso
di rotazione della fascia, spostandosi leggermente nella direzione
contraria. E soprattutto evitava di un soffio gli scontri, non veniva
mai, mai colpito da nulla. Nemmeno lui, nonostante i suoi proclami, riusciva a schivare tutti i
sassi che incontravano sul loro cammino, e solo la barriera d’energia
impediva loro di bucare lo scafo. Ma li poteva vedere sul radar, e
cercare l’angolazione migliore per l’impatto e renderli inoffensivi…l’altro no. Li evitava
e basta, come se avesse un deviatore magnetico…
”Merda”
borbottò, virando e impostando una rotta più lunga,
ma che li avrebbe portati lontano da quell’oggetto non identificato.
O, se avesse virato anch’esso, gli avrebbe consegnato una
certezza: qualcuno li aveva trovati.
”C-Cos’è successo?”
gli chiese il principe, aggrappandosi al sedile.
”Aspetta…”
La rotta dell’altro oggetto si mantenne stabile…continuò per
parecchi secondi secondo una propria linea…poi si spostò leggermente
verso di loro. Impercettibilmente. Se il computer di Kaiba non fosse
stato quello che era, probabilmente non l’avrebbe rilevato. Ma era
uno dei più potenti calcolatori al mondo, l’unico del genere
montato su una nave spaziale, quindi segnalò subito la variazione
di rotta.
”…ci hanno trovato. Preparati”
”Eh? Chi? Cosa devo fare?”
L’altro strinse gli occhi, il morbido blu velluto delle iridi divenuto
freddo come ghiaccio.
”Nulla. Tieniti e non gridare, mi daresti solo fastidio”
Il principe annuì, chiuse le palpebre e iniziò a respirare
profondamente. Non doveva farsi prendere dal panico, al fianco di
Kaiba era al sicuro, doveva solo provare a star calmo, non sarebbe
successo nulla…
…anche se la nave girava come le lancette dell’orologio, anche se
i motori ruggivano, anche se vibrava tutte le volte che qualcosa si
schiantava contro la barriera…
”Kaiba…”
pigolò, terrorizzato dal buio ma incapace di aprire gli occhi.
”Stai tranquillo…sei prezioso, mi servi per liberare Mokuba!”
Già. Lui era merce di scambio. Non c’era altro da fare o da
dire. Non aveva nulla da temere, sarebbe stato dolcemente protetto
sino alla fine del viaggio. Kaiba l’avrebbe portato verso il suo destino…su
quello era d’accordo, se l’era scelto da solo, in fondo. Solo una
cosa lo rattristava…avrebbe tanto voluto esser considerato un compagno
di viaggio, almeno una volta.
”…lo so”
Che misera risposta. Sembrava lo specchio della sua breve esistenza.
”E poi…”
Yugi socchiuse gli occhi. Sul suo viso c’era un sorriso soddisfatto,
che stonava contro il pericolo.
”…non mi farò mai battere da Kierce”
”È lui?!”
”Sì”
”…mandalo a schiantarsi”
Kaiba ridacchiò. Quella sì che era un’idea:
”Ai tuoi ordini”
mormorò, iniziando una serie di avvitamenti, dando vita a un
pericoloso nascondino fra le rocce del cielo.
………
”È ancora dietro di noi!”
”Lo so”
ringhiò irritato Kaiba. Quel maledetto era peggio di un moscerino
sulla frutta marcia!
”C-Che cosa farai ora?”
L’altro strinse i denti…aveva un’ultima carta da giocare, una manovra che avrebbe definitivamente messo fuori gioco Kierce, ma…era
pericolosa. Davvero pericolosa.
”Lo manderò a schiantarsi”
borbottò piano.
Non aveva scelta, lo sapeva. O si lasciava abbordare, o lo mandava
contro un asteroide.
Nel primo caso avrebbero dovuto combattere contro un numero imprecisato
di avversari. Non era certo che Kierce fosse da solo, né cosa
avrebbe usato durante l’arrembaggio. Conoscendolo, aveva una scorta
di gas letali nella stiva, o peggio…il principino ne sarebbe uscito
vivo, anche se probabilmente non indenne.
’Io invece…’
Quella iena lo avrebbe senza dubbio ucciso, sarebbe stato pericoloso
lasciarlo in giro. Il suo avversario conosceva l’affetto profondo
che provava per Mokuba, e sapeva che in caso di sconfitta lui sarebbe
tornato alla carica. No, non sarebbe sopravvissuto ad un abbordaggio.
Kierce non aveva nulla da perdere, lui invece…
Ricambiò lo sguardo del principe. C’erano preoccupazione e
dolore nei suoi occhi, si era reso conto della situazione. Sperava
solo che non proponesse di nuovo di ridargli il Puzzle. Non voleva
che venisse coinvolto nello scontro, Kierce probabilmente era preparato
anche a quello. Lui, nella radura ove tutto era iniziato, aveva pensato di trovarsi davanti ad
un impostore, quindi era stato imprudente. Kierce non sarebbe stato
altrettanto avventato, era malvagio ma non idiota, aveva calcolato
anche il potere del Puzzle. In caso di scontro fra loro due, probabilmente
la vittoria sarebbe andata a chi avesse agito per primo. E conoscendo
il principe, la sua propensione a convincere piuttosto che a imporre,
il risultato era scontato.
No. Non l’avrebbe lasciato salire sul suo Drago Bianco. Non avrebbe
permesso che la sua nave venisse insudiciata. Avrebbe preso quello
schifoso e l’avrebbe mandato contro un asteroide!
”Kaiba…”
”Tieniti, principino. Fra poco si inizierà a ballare”
”Yugi, mi chiamo Yugi!”
”Quello che è”
ribatté Kaiba ghignando…aveva sul viso un cipiglio fiero, ma
si stava tenendo forte al sedile.
”Guarda davanti Kaibaaaaaa!!!!!!”
”Tranquillo…fa tutto parte del piano”
L’altro lo guardò male:
”Schiantarci prima noi di lui?”
”No. Fargli credere che sono in difficoltà”
”Sarà…ma preferivo prima”
Il principe chiuse gli occhi…non ce la faceva più a guardare.
I massi stellari sfrecciavano vicino allo scafo, molto vicino, troppo
vicino…sussultò quando Kaiba deviò la nave all’ultimo
momento, facendola sbandare.
”…Kaiba…”
pigolò…
”Tranquillo…non ti accadrà nulla”
Se avesse saputo chi pregare, il principe l’avrebbe fatto. Ma non
aveva memoria degli antichi dei, e quelli del regno di Yugi non gli
appartenevano. A cosa avrebbe potuto aggrapparsi? A Kaiba, che lo
reputava solo merce di scambio? A Pegasus, che chissà perché
lo voleva? Ai duellanti giunti dagli universi, per averlo?
Scrollò forte la testa, non era il momento di andare in crisi,
un asteroide si stava dirigendo verso di loro…così velocemente…
”Kaiba!!!”
”L’ho visto!!!”
SBAM
La nave tremò e le luci si spensero, lasciando l’ambiente illuminato
solo dagli schermi di comando.
Il principe vide il viso di Kaiba diventare bianco come un cadavere,
mentre improvvise gocce di sudore gli scorrevano sulla pelle. L’aveva
visto, ma non era riuscito ad evitarlo.
”Niente paura…”
sussurrò roco, controllando il quadro comandi…
”…se ci fossero dei danni il computer lo segnalerebbe”
”Ah…ah”
Entrambi avevano ancora davanti agli occhi le schegge di roccia che
sfrecciavano davanti agli schermi, come proiettili affilati che avrebbero
potuto tranciare in due un’ala della nave, se non ci fosse stata la
barriera protettiva.
Il principe chiuse gli occhi. Era quella la morte? Yugi aveva provato
quella sensazione? Sperava di no, che per lui fosse stato tutto più
dolce.
BIP BIP
”Merda”
Quell’uscita gli piaceva poco. Se Kaiba imprecava, i guai erano certi.
”Che c’è?”
L’altro si passò una manica sul viso…stava iniziando ad avere
davvero caldo.
”Il generatore è stato danneggiato dall’urto, la barriera sta
perdendo potenza”
Un brivido corso lungo la schiena di Yugi:
”…e…questo significa che…”
”Che gli urti minori saranno assorbiti senza troppi problemi. Ma non
riusciremo a sopravvivere a un altro impatto come quello di prima”
”Kaiba…”
Era pronto a morire- più o meno- ma almeno voleva arrivare
da questo Pagasus, e scoprire il perché di tutto quello. E
salvare Mokuba, compiendo un piccolo passo verso la propria redenzione.
Ma andarsene senza nemmeno essere giunto a metà strada era
uno scherzo troppo crudele da parte del destino.
”C’è un lato positivo”
”E quale?”
Cosa poteva esserci di buono in una barriera che non teneva più?
”Anche Kierce è stato centrato in pieno. Penso stia peggio
di noi”
SBAM
”…Kaiba”
Tutti quei tremori gli facevano una paura tremenda, e gli allarmi
che suonavano non l’aiutavano a mantenere la calma. Una serie di spie
rosse lampeggiavano nel buio, pulsando al ritmo del suo cuore atterrito.
Il rombo che sentiva nelle orecchie era diverso da prima, non più
il docile, basso ronzio dei motori a velocità di crociera,
né l’esaltante senso di potenza che sprigionavano quando dovevano
far staccare il mezzo da terra. C’era qualcosa che non andava, un
rantolo strano, come un ingranaggio rotto…
”Tieniti”
”C-Cosa vuoi fare?”
Kaiba strinse gli occhi:
”Finirla qui. Non ne posso più”
’Eh? Cosa? Non vorrà suicidarsi?!’
Di fronte a loro stava arrivando un altro asteroide…era grosso, molto
grosso…e sembrava fatto di roccia dura…non sarebbero sopravvissuti
a uno scontro…non ci sarebbero mai riusciti…
”Kaiba!!!”
L’altro non gli diede retta e schiacciò con violenza un pulsante.
Il principe venne sbalzato in avanti, solo le cinture gli impedirono
di sbattere contro il pannello di controllo.
Poi un botto, e di nuovo il principe sbatté violentemente sul
sedile quando le cinture lo frenarono, mentre la nave gemeva e i metallo
sembrava accartocciarsi. Vide Kaiba schiacciare un altro pulsante,
e i motori ruggirono, mentre sopra di loro un bagliore illuminava
la nube di asteroidi.
”Kaiba!!!”
”Ti ho detto di tenerti!!!”
Il principe emise un urlo e si aggrappò alle cinture. Di fronte
a loro era comparso un altro asteroide. Stavano per andare a schiantarsi.
Fine parte IV
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