Ormai si sa che i personaggi appartengono solo a Inoue e che non ci possiamo fare niente, purtroppo. Attendo commenti e critiche, Ash.

Nota: prima di leggere questo cap è meglio che diate un'occhiata a "Solo ieri", perché parlo anche di quel giorno all'inizio di questa storia.

 


 



Vattene!

parte II

di Ash


 

Ieri ho passato la serata con Mitsui. L'ho incontrato nella palestra dello Shohoku mentre tornavo a casa dopo essere stato ad osservare il mare e a pensare ad Akira. Mi ha sfidato a basket e, naturalmente, ha vinto. Io che gioco a basket! Chi l'avrebbe mai detto, soprattutto dopo che questo sport mi ha allontanato da mio fratello quando più avevo bisogno di lui. Adesso anche molte delle persone che conosco e colle quali esco giocano a basket, e tra di esse c'è Hanamichi. Ma neanche lui conosce la storia della mia famiglia nei dettagli e non sa nulla del perché io sia stato abbandonato. Questo lo sa solo la donna che si è occupata di me fino ad oggi, dandomi un posto dove dormire dopo che avevo abbandonato la casa lasciatami da mio padre: non potevo permettermela. La signora Nizue era una amica di famiglia e mi ha ospitato molto volentieri. Ma era vecchia e colla sua pensione non poteva comprarmi tutto ciò di cui avevo bisogno, perciò dovetti cominciare a lavorare da subito.

Dopo aver giocato a basket con Mitsui, siamo andati in un bar a bere e abbiamo incontrato Akira e Koshino assieme. Ho capito tutto: mi ha mollato per stare con lui. Gli ho fatto fare una clamorosa figura di merda e me ne sono andato a casa. Mitsui, invece, dopo essere uscito dal bar, ha deciso che era presto e che voleva fare un giro. Perciò ci siamo divisi.

Adesso sono le sei e mezza di mattina. Fisso il soffitto del salotto nel quale dormo da quasi 4 anni. Per tutta ieri il mio unico pensiero era stato Akira, mentre tentavo di dimenticarmi di mio fratello. Oggi, invece, la sua immagine non fa che rimbalzarmi nel cervello come un'ossessione. Va bene, mi ha salvato due sere fa, ma non per questo dovrei perdonarlo. É da allora che non lo vedo. Me ne sono andato subito senza ringraziarlo e lui non mi ha seguito. In quanto al tizio che voleva violentarmi, non ho più visto neanche lui. E, comunque, se dovessi incontralo, mi farei trovare pronto.

"Eikichi, perché diavolo hai deciso di tornare? Non potevi rimanertene in America e lasciarmi in pace? Come se fosse stato facile per me dimenticarvi tutti dopo che ve ne siete andati! Soprattutto te, il mio fratello maggiore. All'epoca eri una delle persona ai cui volevo più bene..."

La sveglia suona svegliandomi dai miei pensieri e mi appresto a spegnerla per non svegliare Nizue, che dorme nella camera accanto. Mi alzo e velocemente mi preparo per andare a scuola.         

Appena esco di casa incontro Hanamichi. Ha l'aria di uno che è appena stato buttato giù dal letto, con due occhiaie che fanno concorrenza a quelle di Rukawa la mattina presto. Sottobraccio, oltre alla cartella, tiene una rivista. Appena mi vede si ferma e alza il braccio per salutarmi, poi mi raggiunge.

-          Ehilà, Hanamichi, dormito bene 'sta notte?

-          Fa meno lo spiritoso: non ho dormito per niente! Tutta colpa di Rukawa!

-          É rimasto a dormire da te!?- immagino già le scene...

-          Ma che diavolo hai capito!? Certo che no!- ma lo vedo diventare un po' rosso in viso- Ho avuto molto da fare, tutto qui.

-          E cosa avresti fatto, re degli sfaticati?

-          Studiato. Il gori  ha detto che chi non avrebbe preso almeno la sufficienza nel test di storia di oggi non avrebbe giocato domenica. Un centinaio di pagine!

-          E che c'entra Rukawa?

-          Dal momento che lui di certo non passerà senza di me la squadra sarà perduta!

-          Intendi dire che non troverebbero qualcun altro che riesca a far impallidire gli avversari grazie alla sua incredibile idiozia? Si, sono d'accordo!

-          Come osi!?

Sta per assestarmi una delle sue solite craniate quando una bici blu arrivata da chissà dove e guidata da uno dei sopravvissuti di Kripton, lo investe, lasciandogli uno striscio nero lungo tutta la schiena e la testa, per poi andarsene via senza nemmeno fermarsi.

-          MALEDETTA KITSUNE! TE LA FARO' PAGARE!- urla il mio amico rialzandosi da terra, 

La rivista che prima portava colla cartella è finita sui miei piedi e la raccolgo. In prima pagine c'è la foto di un giocatore di basket mentre esegue un dunk. Non ho la più pallida idea di chi sia, e non mi interessa. Ad attirare la mia attenzione è, invece, un titolino, in basso a destra, che dice: "Intervista alla stella della Hamazaky: quali sono i veri motivi che l'hanno spinto a ritirarsi?" Non posso crederci! Mi sta perseguitando! Questa sicuramente sarà una giornata "no".

-          Da quando in qua leggi "Basketball"?- domando.

-          Da oggi. Le matricole dicono sempre che è un gran giornale e io volevo vedere se effettivamente è così.

-          Guarda che sei anche tu una matricola. Comunque, non è che puoi prestarmelo? Te lo ridò alla fine delle lezioni.

-          Non so...

-          Grazie, sei un vero amico- me lo ficco in cartella prima che possa dirmi di no.

 

-    Che ne dici, andiamo a vedere gli allenamenti di Hanamichi, Yohei?

-          Che domande fai, Takamiya? Ovvio che ci andiamo!- risponde Okuso- ormai siamo sempre là.

-          Credo che se entrassimo in squadra non ci sarebbe differenza- aggiunge Noma.

-          Io non ho intenzione di giocare a basket!- esclama Takamiya.

-          Tranquillo: te al massimo puoi fare la palla!- scherza Okuso.

-          Ehi, io sono solo robusto!

-          Si, si, come no!

Rido con loro mentre andiamo a vedere gli allenamenti del club. Veramente non è che abbia molta voglia di andarci, ma ho ancora la rivista di Hanamichi e penso che vorrebbe riaverla indietro. Non so bene perché gliela ho chiesta, forse ero solo curioso, però non l'ho nemmeno tirata fuori dalla cartella. Non ho più intenzione di leggere quell'articolo, non voglio sapere le motivazioni di Eikichi. Ci ho pensato: anche se è tornato non vuol dire che cambierò la mia vita. In fondo non ho avuto un fratello per anni e, anche se non è stato il massimo, voglio continuare così. Per orgoglio, probabilmente. Perciò meno lo vedrò meglio starò.

Eppure, andando in palestra, comincio ad essere attanagliato da un senso di…sospetto…non so bene neanche io. É come se sentissi che stesse per accadere qualcosa di non troppo piacevole. A confermare questa mia sensazione è un gruppo di ragazze, del flan club di Rukawa, che mi chiamano, correndo nella mia direzione.

-          Tu sei Yohei Mito, vero?- chiede la prima ad arrivare, quella che ha la faccia come un'orata.

-          Si- rispondo incuriosito e *molto* sospettoso.

-          In palestra c'è un tizio che ha battuto Rukawa e dice di chiamarsi come te. Lo conosci?

Ho un forte presentimento. Possibile che tutta la sfiga mondiale si precipitata su di me riuscendo a riempirmene fino a questo livello? Da 1 a 10, con tutta la mia fortuna, quante possibilità ci sono che in palestra ci sia la stella della Hamazaky?

-          Si chiama Eikichi.

25? Non minimizziamo...

-          Allora, lo conosci?- chiede insistente.

-          No- mento, ma non ho voglia di parlare con questo essere.

-          Ah...- deluse se ne tornano in palestra, senza più degnarci di uno sguardo.

-          Eikichi Mito...sei sicuro di non conoscerlo?- chiede Noma.

-          Andiamo a vedere. Se ha battuto Rukawa, Hanamichi vorrà sfidarlo!- afferma elettrizzato Takamiya.

I tre corrono verso la palestra con una agilità che non credevo loro, ma io me la prendo comoda. Sono, anzi, combattuto tra il desiderio di rimanere e quello di andare a casa. Però, in fondo, sono curioso, molto curioso, e ogni sfida di Hanamichi è uno spasso. Deciso: se Eikichi dovesse rivolgermi la parola lo ignorerò del tutto.    

Arrivato all'entrata sento chiaramente le voci dei ragazzi della squadra e il rumore del pallone sul parquet, ma non vedo nulla, solo una massa uniforme di teste di ragazze sbavanti.  Comincio a farmi largo tra di loro nel tentativo di entrare. Porto a termine vittoriosamente la mia impresa non senza prendermi qualche calcio, ginocchiata o roba varia dalle scimmie urlatrici. I ragazzi della banda sono ridotti peggio di me in quanto a lividi, ma stanno ridendo piegati in due: Hanamichi e Rukawa si stanno azzuffando come al solito e il gori sta arrivando alle loro spalle, pronto al suo mitico pugno in testa. Questa scena l'ho vista un migliaio di volte, sta diventando un po' monotona. Sposto l'attenzione al resto del campo. Gli altri ragazzi si stanno diligentemente allenando ai fondamentali, tranne Mitsui, che sta parlando con Ayako e un terzo ragazzo. Mi da le spalle, ma non posso non riconoscerlo: capelli neri abbastanza lunghi e lisci, fini, raccolti in una coda, molto alto e muscoloso. E' Eikichi. Rimango a fissarlo per un po' chiedendomi cosa diavolo ci sia venuto a fare in palestra.

Hanamichi mi si avvicina tenendosi la testa con una mano.

-          Quello è tuo fratello vero? Quello partito per l'America 4 anni fa?

-          Si, è lui.

-          É la prima volta che lo vedi?

-          No, l'ho incontrato due notti fa tornando a casa da lavoro. Gli ho detto circa una decina di parole e non molto belle. Che ci fa qui?

-          Pare che sia l'aiuto allenatore del nonno.

-          Allora credo che non verrò più così spesso ai tuoi allenamenti. Cosa sta dicendo a Mitsui?

-          Non ne ho la più pallida idea. Piuttosto, come va tra te e l'altro?

-          Ci siamo mollati due sere fa.

-          Accidenti, che razza di giornata!

-          Puoi ben dirlo. E anche oggi non è delle migliori. Mi è andata bene ieri che il locale era chiuso, ma oggi sento che sarà un inferno.

-          Non ti invidio per niente.

-          SAKURAGI! VUOI VENIRE AD ALLENARTI!?- il gori compare nella nostra visuale e gli tira l'ennesimo pugno in testa, portandoselo via per un orecchio.

-          Allora ci vediamo domani- lo saluto.

Non ho la ben che minima intenzione di rimanere qua un secondo di più, perciò mi giro e mi addentro tra le selvagge.

L'ennesima giornata rovinata. Vorrei coricarmi a letto e non rialzarmi per le prossime 24 ore. Peccato che non sia possibile. Esco dall'edificio scolastico e passo la strada, rischiando di essere preso sotto da una macchina, ed entro nel supermarket duecento metri più avanti. Nizue 'sta mattina mi ha lasciato sul tavolo i soldi per la spesa, colla lista. Comincio a girare per le corsie alla ricerca degli alimenti, prendendomela molto comoda. Sale...scatolette di cibo per gatti...riso...carne...pesce...acqua...

-          Perché non sei rimasto a vedere l'allenamento?

Una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare. Nel giro di mezzo secondo, però, capisco chi è senza voltarmi e continuo ad occuparmi della spesa. Cerotti...chissà dove li tengono qua.

-          La vuoi smettere di ignorarmi?- mi chiama Eikichi, senza però tentare di fermarmi- Io devo parlarti.

-          E allora fallo, ma che sia una cosa veloce- concedo senza guardarlo e mettendo i cerotti nel cestino della spesa.

-          Non qui. Che ne dici di venire a casa mia, così possiamo parlare tranquillamente?

-          Ho da fare.

-          E non puoi rimandare?

-          No: lavoro. 

-          In quel night-club?

-          Esatto.

-          Non mi sembra il posto giusto per un ragazzino di 15 anni.

-          Non parlarmi come se fossimo una famiglia- riesco a rispondere senza perdere la calma.

Non ho voglia di arrabbiarmi, ma neanche di parlargli, perciò mi dirigo verso la cassa. Eikichi mi segue, ma nessuno apre bocca fino a quando non siamo fuori dal supermarket.

-          Non ti interessa sapere cosa ho da dirti?

-          No- faccio l'indifferente.

-          Ascolta- questa volta mi prende per un braccio e mi costringe a guardarlo negli occhi: sembra arrabbiato- so di non essere stato il fratello migliore del mondo, ma credo di meritare una seconda possibilità. Vorrei recuperare la nostra famiglia, ma non posso farcela da solo. Sei mio fratello e io ti voglio bene. Ti prego, basta con gli screzi.

-          Gran bel discorso, peccato che sia un po' troppo tardi per rimediare- mi libero dalla sua presa e mi dirigo verso casa.

-          NON VUOI NEMMENO SAPERE CHE FINE HA FATTO NOSTRO PADRE?- mi urla dietro.

Sinceramente sono un po' curioso, ma non così tanto da mettere da parte il mio orgoglio e tornare indietro. Non voglio più la famiglia di un tempo, voglio solo stare in pace, trovarmi un ragazzo e vivere dei momenti indimenticabili.

 

Arrivo a casa in meno di cinque minuti e comincio a sistemare la roba che ho comprato. É ancora presto per andare a lavoro perciò me la prendo molto comoda. Nizue non c'è: probabilmente è andata da una delle sue amiche a chiacchierare. "Non vuoi nemmeno sapere che fine ha fatto nostro padre?" queste parole che rimbombano in testa. Non so se voglio davvero saperlo. Sono confuso. Ormai mi ero convinto di non avere una famiglia, però, anche dicendomi di non averne bisogno, non riesco a convincermene. Col ritorno di Eikichi mi sembra di poter riavere una famiglia come tutti, ma non credo di volerla. Perché dovrei volere una famiglia che già una volta mi ha abbandonato? Come faccio a sapere che non lo farà di nuovo? Mio padre...è quello con maggior colpa di tutti. Posso odiare Eikichi per essersene andato, ma odio ancor di più mio padre perché più degli altri mi sarebbe dovuto stare vicino. Lo odio perché mi ha chiaramente dimostrato di non contare nulla per lui. Odio Eikichi perché mi ha dimostrato che il suo sogno era più importante di me. Tornare quando ormai si sa di non poter più giocare significa essere approfittatori. Se fosse tornato perché sul serio gli mancavo, perché veramente mi vuole bene, allora lo avrebbe fatto anche senza essersi infortunato. Per lui sono solo la seconda possibilità. É per questo che non lo lascerò avvicinare.

DRINN, DRINN

Il telefono. Sempre a rompere nei momenti peggiori.

-          Si, chi è?- rispondo.

-          Mito? Sono Hisashi Mitsui.

-          Ciao. Come mai questa telefonata?- chiedo sorpreso

-          Ascolta...non è che sei libero domani sera?

-          Solo fino alle sette. Perché?

-          Perché...mi chiedevo se ti andasse di fare un giro con me.

Un attimo! Mitsui mi sta forse chiedendo un appuntamento?

-          Io e te soli?

-          S...si.

Ha titubato? Significa forse che è imbarazzato? Allora è davvero un appuntamento! Che faccio?

-          Prima di rispondere, però, voglio che tu ci pensi bene, perché non sono il secondo di nessuno! Tantomeno di uno del Ryonan.

Signore grazie! Sa che sono gay. Non ci sono equivoci. Mi sta chiedendo davvero di uscire con lui come una coppia. Si, però...io non so cosa provo per lui. Amicizia o qualcosa di più? Certo, è un bel ragazzo e pure simpatico, ma non vorrei prendere in giro entrambi. In ogni caso lui non sarà mai il secondo di Sendo...

-          A che ora ti va bene?- chiedo.

-          Se sei libero fino alle sette allora è meglio trovarci nel pomeriggio. Magari andiamo a mangiare insieme a pranzo e poi a fare un giro.

-          Va bene. Allora ci vediamo dopo le lezioni mattutine fuori dalla scuola.

-          Fantastico.

-          A domani.

-          Si. A domani.

Attacco il telefono e cerco di calmare il cuore. Non ci posso ancora credere. Mitsui che mi invita e io che accetto! Se è un sogno non svegliatemi.

Mentre esco di casa per andare a lavoro non posso fare a meno di pensare che non tutte le giornate iniziate male debbano finire allo stesso modo!

 

Continua...

 

 


 

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