I personaggi appartengono a Lansdale, tutto quello che ci faccio io è sognarmeli la notte. Valgono le stesse avvertenze del primo capitolo, come sempre buona lettura. ^^
Vaniglia e Cioccolata (Ho voglia di te) Parte
IV di
Mia Dopo una scarpinata lunga chilometri, più probabilmente
metri, arriviamo all’ascensore, Leonard lo prenota e si appoggia alla parete
opposta a dove sono io. Per qualche istante evitiamo di guardarci io
guardando interessato i lacci delle sue scarpe lui fissando una macchietta
sul muro poco distante dal mio viso ma è inevitabile che i miei occhi non
resistono e nemmeno i suoi, ci ritroviamo così a studiarci a vicenda e a
notare ogni minima reazione dell’altro. - Ma quanto ci mette sto dannato ascensore!- - Nervoso Hap?- - No, perché dovrei?- Mi sorride malizioso, mi fa andare
fuori di testa… prima mi allontana malamente e poi mi provoca, fortunatamente
l’arrivo dell’ascensore salva la situazione e io mi ci riparo subito. Leonard
osserva divertito la scena poi con una lentezza studiata si trascina dentro
anche lui, incrocia braccia e gambe e nonostante stia appoggiato sui pulsanti
dei piani non accenna a muoversi per spingere quello del pianoterra.
L’ascensore continua ad essere aperto con noi dentro a guardarci come due
statue, cedo e mi decido a spingere quel maledetto pulsante. Fosse così
semplice… Leonard ci si è appoggiato sopra e quindi per avvicinarmi quasi
entriamo in contatto. Alzo il braccio per raggiungere i comandi e troppo
tardi mi accorgo che così facendo l’ho intrappolato tra la parete e me e
subito il mio corpo comincia a reagire. Faccio scorrere lentamente il dito
sui vari pulsanti sfiorando la sua pelle, i nostri sguardi sempre incatenati.
Riduco ancora di più le distanza quasi appoggiandomi a lui, quando arrivo a
metà dei piani stacco la mano e continuo il mio percorso verso il basso
direttamente sul suo corpo, il pianoterra è all’altezza del suo fianco quasi
del tutto nascosto, per coprire la distanza ci metto un’eternità tornando più
volte ad accarezzare la pelle già toccata. Ad un centimetro dal pulsante mi
fermo e ripercorro il percorso al contrario per essere sicuro di non aver
tralasciato nulla. Leonard si appoggia totalmente a me, mi intrappola una
gamba tra le sue e comincia a strusciarsi, in questo magico momento mi viene
da pensare a Bob, la partita è veramente finita piccoletto… Torno con la mano
sul suo fianco per mettere in mostra il pulsante del pianoterra, lo trovo ma
non lo spingo troppo preso ad approfondire le carezze che ora si insinuano
tra il freddo acciaio dell’ascensore e la calda e morbida carne del suo
sedere. Con il dito più inutile premo il pulsante e finalmente le porte si
chiudono. Sbatto Leonard con forza alla parete facendo vacillare l’intera
cabina e comincio a baciarlo, meglio a divorarlo. Lui si stringe a me
rispondendo ad ogni mio bacio senza lasciarmi vincere nessun scontro tra le
nostre lingue e le nostre labbra. Porto le mani sul suo sedere e lo sollevo
da terra per poggiarmelo meglio sulla mia eccitazione. Con lo stesso dito
inutile di prima, ma tanto inutile non è, premo Stop e subito l’ascensore si
ferma e per la forza d’urto mi spingo ancora di più verso il suo corpo.
Trattengo un gemito che assomiglia molto ad un urlo, Leonard strizza gli
occhi e con energia si spinge ancora di più verso di me come se volesse
strapparsi i pantaloni con la pressione che il mio cazzo sta facendo sulla
stoffa. Mentre continuo a baciarlo lo faccio tornare con i piedi per terra,
per mettere bene in chiaro ciò che voglio, ciò che avrò. - Jim Bob può aspettare fino a diventare vecchio ma non
me ne ritorno in Texas senza averti avuto-. - Aspetti un invito scritto?- Tenta di divorarmi di
nuovo le labbra ma lo blocco in tempo. - Sì visto che mi hai chiesto molto gentilmente di
lasciarti stare…- Lo guardo e non credo di essere riuscito a nascondergli
quanto male mi ha fatto. Mi bacia dolcemente, si slaccia i pantaloni che
subito gli calano a terra mostrandolo eccitato più di me, lo accarezzo
stupito di quanto questo gesto non mi procuri nessun fastidio. Mai mi sarei
aspettato che sarei stato in grado di toccare un uomo senza rimanerne
disgustato ma anzi che uno strano piacere potesse guidare la mia mano.
Leonard chiude gli occhi godendosi le mie carezze poi mi prende la mano, la
bacia, la lecca, la succhia. Mi apre i pantaloni, si volta dandomi le spalle
e si piega leggermente in avanti posizionando il suo sedere e la piccola
fessura direttamente sul mio uccello dritto. Mi lecco le labbra mentre lo
accarezzo con adorazione avvicinandomi alla sua entrata, poi mi fermo a
massaggiarla delicatamente. Le dita scivolano dentro di lui fino a rimanere
bloccate nella sua carne bollente che cerca di ostacolare la mia intrusione. - Ti basta questo come invito?- - Come fai ad essere così stretto se è tutta la mattina
che ti sono dentro?- - Non preoccuparti di prepararmi, ti voglio sentire il
più possibile…- Levo le dita e mi posiziono direttamente tra le sue gambe
come lui stesso ha chiesto. - Ti amo Leonard-. Entro in lui con una spinta decisa
non preoccupandomi della pressione che mi stritola, continuo a spingere per
tutta la mia lunghezza cominciando a masturbare Leonard per procurargli un
minimo di piacere in confronto al dolore. Si morde un braccio per impedirsi
di urlare, il suo corpo si stringe ancora di più io mi fermo cercando di
allargarlo per poter uscire e rientrare in lui. Gli bacio la schiena, il
collo; trema lui per il dolore tremo io perché non riesco più a stare fermo
dentro di lui. - Tutto bene?- - Se stessimo su un letto andrebbe meglio…- - Ti avrei dovuto preparare meglio-. - No ti volevo così, ora tutto sta nel non prenderti a
calci in culo-. - Ti sarei molto grado se non lo facessi… Leonard non
riesco più a stare fermo, devo muovermi non puoi immaginare cosa voglia dire
starti dentro…- - Credo di immaginarlo piuttosto bene visto che in
genere mi ci trovo io, non sai cosa darei per trovarmici anche stavolta… sarà
meglio per te che mi faccia provare tanto piacere di quanto dolore sto
provando, ora muoviti-. - Non aspettavo altro…- Gli bacio i capelli, metto un
braccio intorno alla sua vita per tenerlo fermo ed esco da lui poi con
delicatezza lo penetro di nuovo con meno forza di prima e più dolcezza, ora
che è più aperto non mi interessa solo possederlo ma voglio amarlo dandogli
più piacere di quanto possa pensare. Ripeto l’operazione fino a quando la sua
carne interna si arrende e si accontenta di circondarmi rilassata senza più
nessuna pretesa di stritolarmi o di rifiutarmi. Finalmente sono stato
accettato dal suo corpo. - Più veloce Hap…- Non me lo faccio ripetere due volte e
finalmente spingo al ritmo che il mio corpo ha dolorosamente aspirato fino
adesso. I gemiti e le urla strozzate di piacere di Leonard non tardano ad
arrivare, io mi sento talmente completo e felice che mi pare di non avere più
la terra sotto i piedi e di cadere nel vuoto. Un attimo di lucidità
attraversa il mio cervello e il panico prende il sopravvento su tutto il
resto… - Cazzo Leonard! L’ascensore si sta muovendo! E’
ripartito!- Rimango immobile con le mani sui suoi fianchi. - Non è possibile!-. Leonard comincia a prendere a
testate la parete per la frustrazione. - Deve avere lo sbloccaggio automatico questo bastardo!-
Lo abbraccio per farlo smettere di picchiare la testa non mi va di doverlo
portare all’ospedale per ripetuti traumi cranici. - Ma va? A volte la tua intelligenza mi mette paura
Hap-. Con rabbia si libera di me e si rigira nel mio abbraccio furibondo come
se io potessi farci qualcosa. - Ehi non te la prendere con me! Guarda in che
condizioni sto!- Non devo essere un bellissimo spettacolo, sono eccitato al
massimo, ansante, tremante e per poco non ho la bava che mi scende dalla
bocca, credo di assomigliare molto ad un indemoniato… - Non ci posso credere, questa è una congiura-. Leonard
comincia a prendere a calci e a pugni tutta la cabina facendola vacillare
pericolosamente, appena finisco di rivestirmi lo spingo di nuovo contro la
parete tenendolo fermo con il corpo e baciandolo smorzo così tutta la sua
furia. Quando lo sento calmarsi lo lascio andare e stavolta è lui ad
abbracciarmi e appoggia la sua testa alla mia spalla. - Spero di non starmi a dissanguare, se macchio i
pantaloni sono costretto a buttarli-. Dice mentre si tira su i pantaloni
riallacciandoli con maestria. - Vuoi che ti dia una controllatina?- Porto subito una
mano sul suo sedere non perdendo l’opportunità di palparlo di nuovo con un
sorriso da finto innocente sulle labbra. - No grazie faccio da solo-. Mette una mano sopra la mia
per bloccarmela, ma non ha fatto i conti con l’altra mia mano che va a
frizionarlo proprio tra le natiche - Perché?- La mia voce è offesissima, lo sguardo
delusissimo, la mano curiosissima di esplorarlo, maledetti pantaloni però… - Te ne approfitteresti-. Decido di risolvere subito
l’ostacolo pantaloni slacciando i laccetti che lo stringono. Con la stoffa
appena posata sulla sua pelle, niente può più fermarmi dall’intrufolarmi
dentro. - Certo che me ne approfitterei, ma visto che lo devi
fare lascialo fare a me sarà piacevole per entrambi…- Senza aspettare la sua
risposta lo penetro con due dita trovandolo ancora aperto e pronto come se
stesse ancora aspettando di essere riempito nuovamente. E’ stata dura
abbattere le sue difese ma ora è ancora spalancato per me… - Fai una visita accurata Hap…- Aggiungo un terzo dito
al suo interno e comincio a tastarlo in profondità fin quando lo spazio me lo
permette. Le sue pareti iniziano a restringersi avvolgendomi come un guanto
faccio appena in tempo ad arrivare nel massimo punto concessomi che sono costretto
a ritirarmi. Anche senza guardare so di trovarle macchiate, ho sentito al
tatto una piccola abrasione. - Perdi sangue in profondità, non dovrebbe riuscire a
sporcarti-. - Sicuro?- - Sì ne perdi poco e fra non molto dovrebbe smettere di
uscire, ma se vuoi stare più tranquillo mi prendo il compito di darti una
perlustratina ogni tanto-. - Ci credo che lo faresti e molto probabilmente con la
grazia che hai mi riapriresti la ferita-. - No sarò molto delicato, prometto-. - Il problema non si pone usciti da qui non avrai
occasioni di mettere le mani su di me…- - Se sul taxi schiaffiamo Jim Bob davanti il problema è
risolto…- - E rischieresti di farti beccare da lui? Non ci credo-. - Non noterà di certo la mia mano che sarà discretamente
e casualmente sotto il tuo sedere. Potrà fare tutte le perlustrazioni che
vuole senza che Jim Bob si accorga di niente- - Ti faresti beccare comunque, non sei molto silenzioso
quando fai certe cose Hap, e se riesci a stare zitto non riusciresti ad
accontentarti, proprio come stai facendo adesso, se Jim Bob ti guardasse
adesso mentre mi stai torturando il collo credi che potrebbe fraintendere in
qualche modo?- - Starò zitto e fermo… è vero non ci riuscirei mai… ma è
colpa tua Leonard sei così buono che una volta assaggiato diventi una specie
di droga-. - Appunto quindi niente da fare terrai le mani a posto-. - Non credo che riuscirò a farlo…-. - Ci riuscirai visto che tu ti metterai dietro e io
davanti-. - Non ci penso proprio, finché staremo in Messico non mi
staccherò da te-. - … Stiamo al secondo piano hai cinque secondi per
staccarti altrimenti quando le porte si apriranno alle persone giù alla hall
gli prenderà un infarto-. - Per il tuo bellissimo culo?- - No per quello che stai facendo al mio bellissimo
culo-. - Invidiosi…- - Scemo! Esci prima tu, è inutile che mi rivesto se mi
stai vicino, fai prima a spogliarmi che io a rivestirmi-. - Sei già vestito!- - Ma se è la decima volta che mi riallaccio i pantaloni
e tu continui a slegarmi il nodo!- - Ah perché non è affatto apposta per essere slacciato?- - No Hap!- - Io penso proprio di sì-. Fino all’ultimo secondo lo
bacio e me lo spalmo addosso, continuando la mia tortura sul suo corpo.
L’ascensore si ferma mi stacco dandomi un’aggiustata veloce e gli bacio
teneramente le labbra poi mi porto davanti a lui per coprirlo. Quando le
porte si aprono esco lentamente per dare il tempo a Leonard di rivestirsi. Lo
sento seguirmi subito dopo. - Leo dammi la chiave che la consegno-. - La consegno io-. - C’è il mio documento me lo devono ridare-. - Ci penso comunque io-. - Come vuoi ti aspetto vicino le scale-. - Ok-. Mi metto seduto sugli scalini e mi godo lo
spettacolo di Leonard che si dirige verso la reception. Ha una camminata che
è un invito alla violenza. Mi devo ricordare di dirgli di cambiare
assolutamente modo di camminare se vuole davvero che la nostra amicizia
continui senza imbarazzanti incidenti di percorso. Una cosa è sicura ce lo
trascino con la forza dietro con me nel taxi! Dopo avermi fatto desiderare di
fargli di tutto e di più finalmente arriva alla meta, ma qualcosa comincia a
non quadrarmi già da subito. Per esempio che cazzo vuol dire quell’occhiolino
fatto al portiere? E Il sorriso a quarantasei denti che quello gli ha fatto?
Li vedo amichevolmente scambiarsi due chiacchiere come vecchi amici ma gli
occhi di Leonard che percorrono il corpo di quel ragazzo non hanno nulla di
amichevole è come se lo stesse spogliando e scopando con la sola forza dello
sguardo. E’ lo sguardo di Leonard che ho sempre più temuto ma che vorrei che
una volta rivolgesse a me. Già vederlo con John mi fa male, ma lui è il suo
compagno e quindi lo accetto ma ora vederlo con un altro mi fa incazzare
terribilmente. Continua a parlare poi lo vedo dirigersi addirittura dietro il
bancone, abbraccia il portiere, gli sussurra qualcosa all’orecchio e fa un
sorriso che se lo rivolgesse a me me lo scoperei all’istante. Il portiere
rimane senza parole poi sorride imbarazzato, si stringono la mano per un
attimo e poi Leonard finalmente si gira e se ne va alzando il braccio per un
ultimo gesto di saluto. Ora la sua camminata per me non ha più niente di
provocante, ho solo voglia di picchiarlo, di urlare a squarciagola e di
uccidere il portiere. Si ferma davanti a me con un sorriso dolce e affettuoso
che non ha niente di provocante e di simile con quello di prima. - Andiamo?- Non mi muovo rimango seduto, cerco di
addolcire il mio sguardo per non fargli capire quanto mi abbia fatto
incazzare, ma non ci riesco, a malapena tengo il tono della mia voce su toni
relativamente bassi. - Che c’è stato tra te e il portiere?- Spalanca gli
occhi tradendosi subito, qualcosa è successo e si sente in colpa. - Niente-. - Che c’hai fatto?- - Niente-. - C’è qualcosa che dovrei sapere?- - Niente-. - Niente eh? Allora cos’era quell’occhiolino che gli hai
fatto?- - Niente-. - Che gli hai detto quando ti sei avvicinato a lui? - Niente-. - Ovviamente!- - Geloso?- - Servirebbe dire niente? Certo che lo sono!- - Quando tu e Brett siete andati a fare un giro e Jim
Bob non so dov’era sparito, io mi sono chiuso in camera a deprimermi. Julian,
il portiere, sapendo che ero rimasto da solo è venuto da me, l’ho fatto
entrare abbiamo chiacchierato ma sapevamo che non era lì per quello, così
abbiamo dato un calcio in culo all’ipocrisia e siamo finiti a letto… non fare
quella faccia non ho finito di raccontarti…- - Non credo che ci sia molto da aggiungere-. - Invece sì mi hai chiesto che è successo e ora senti
tutto quello che ho da dire. Allora siamo finiti a letto, abbiamo cominciato
a rotolarci e a strusciarci ma poi è finita lì-. - Ti ha scaricato?- - Pensi davvero che qualcuno mi possa scaricare?- - Narcisista!- - No obiettivo Hap!- - Perché non sei andato fino in fondo? Non mi pare
niente male-. - E non l’hai visto nudo! Poi sa fare certi giochetti
quasi meglio di Raul! Mi sono fermato perché mi sentivo in colpa per John-. - Per John eh?- - Mi sarei dovuto sentire in colpa per te quando tu e Brett
nella stanza a fianco avete fatto sesso in ogni momento e posto a vostra
disposizione?- - Beh io mi sono sentito in colpa…-. - Questo però mica ti ha fermato…- - E’ difficile dire di no a Brett-. - Scommetto che non ci hai neanche provato-. - Non posso negarlo-. - Io e Jim Bob ci siamo dovuti tappare le orecchie per
poter dormire e stai sicuro che io non ho chiuso occhio comunque-. - Non mi pare che ti sia demoralizzato così tanto-. - Al contrario, mi sono fatto il portiere proprio per
non pensare a te…- - Avevi detto…- - So cosa ho detto, la notte in cui hai ucciso quel
bastardo è stata una coincidenza se non ti ho incontrato visto che l’ho
passata con Julian-. - Ma l’ho visto al bancone! Era di turno!-. - Già e dietro al bancone da qualche parte ci stavo pure
io-. - Ma se lavorava come avete fatto…- - Non sai quante pause hanno i portieri del turno di
notte e anche quando lavorava… non è che ci sia molto movimento di clienti a
quell’ora-. - Te lo sei fatto allora-. - Sì, ma hai visto che è? Non ho mai visto un uomo più
bello di lui anzi sono fiero di me stesso di essermi fermato la prima volta
che ho avuto la possibilità di farmelo-. - Beh certo in confronto a quello io faccio proprio
schifo…- - Non sai quanto siano sexy la tua pelata, la pancia e
la carnagione mozzarella!- - Stronzo fortuna che ti dichiari innamorato di me…- - Infatti lo sono per questo non me ne frega niente del
tuo aspetto, non faticherei a dire che sei il mio non tipo per eccellenza.
Mentre Julian è la classica scopata che non mi lascerei mai sfuggire, ma
finirebbe lì-. - Infatti non te la sei fatta sfuggire, neanche i sensi
di colpa per John ti hanno fermato…-
- I sensi di colpa non mi hanno fermato neanche per fare
quello che ho fatto con te Hap-. - Beh però è diverso-. - E’ peggio, con il portiere è stato sesso, solo piacere
fisico forse se glielo confessassi John mi perdonerebbe pure ma se gli dico
quello che ho fatto con te se ne andrebbe-. - Gli dirai della tua scappatella?- - Perché dovrei? Voglio bene a John e voglio continuare
a stare con lui, e poi credimi se lo vedesse anche a lui gli passerebbero in
mente certe idee, tanto al più che Julian preferisce stare sopra… non
guardarmi così mica gliel’ho permesso, ci siamo quasi menati ma alla fine ho
vinto io ovviamente-. - Sono contento per te-. - E dai Hap la prossima volta che veniamo abbiamo anche
il soggiorno gratuito che vuoi di più?- Lo scaravento con rabbia contro il
muro, facendogli sbattere malamente la testa. Mentre è ancora intontito dalla
botta lo intrappolo con il mio corpo e gli strattono i capelli per poterlo
guardare bene negli occhi. - Ancora non hai capito una cosa Leonard…- Vado
all’attacco delle sue labbra, gli alzo la canottiera fino alle spalle per
potergli torturare ogni millimetro di pelle, gli slaccio nuovamente i
pantaloni intrufolandomi all’interno. Lo sto quasi violentando davanti a
tutti se non fosse che siamo un po’ nascosti da piante finte e dalla rampa di
scale che ci mette appena in penombra. Una cosa è sicura il portiere ha una
visuale perfetta non c’è bisogno che mi giri a controllare, sento il suo
sguardo puntato sulla mia schiena magari starà rosicando per il fatto che
Leonard mi ha permesso di fargli cose che a lui non ha permesso. Sapere che
non ha potuto godere dei suoi gemiti, di quel corpo bellissimo sotto il suo
mi fa tornare lentamente in me e finisco per trasformare la mia violenza in
baci e carezze dolci. Leonard geme nella mia bocca mi mette le braccia
intorno al collo e le gambe alla vita, poi provocante struscia il suo
bellissimo sedere, già violato dalle mie dita, sulla mia eccitazione, come a
volermi chiedere di sostituire la piccola tortura che gli sto facendo con un
intrusione più grande e soddisfacente per entrambi. Se solo fossimo soli…
Leonard ritorna con i piedi per terra, ci stacchiamo un attimo e io con le
mani ancora nel e sul suo corpo gli sussurro all’orecchio con tono che non
ammette repliche… - Tu sei mio Leonard… solo mio… mio-. Lo guardo per
accertarmi di essere stato abbastanza chiaro, perché se magari non lo sono
stato posso essere ancora più convincente. Ma Leonard appoggia la fronte
sulla mia e annuisce affannato, non l’ho visto così neanche dopo aver fatto
jogging per venti chilometri… Il primo risultato è stato faticosamente
raggiunto, ora tocca al secondo obiettivo. Mi stacco da Leonard gli do una
sistemata veloce e poi mi giro con uno sguardo di sfida puntando i miei occhi
su quelli del portiere che ci sta ancora fissando con la bocca spalancata.
Scandisco bene con le labbra ogni singola parola in modo che se anche non le
sente le può tranquillamente leggere e se poi scopro che è analfabeta risolvo
il problema spaccandogli direttamente la faccia, a pensarci sarebbe molto più
soddisfacente… - Lui… E’… Mio!-. Per essere ancora più esplicito indico
con il pollice Leonard dietro di me e mi porto le due dita che erano dentro
di lui fino a qualche secondo fa alla bocca e le succhio. Godo nel vedere gli
occhi del portiere spalancarsi ancora di più per poi diventare due fessure
che se ne avessero il potere mi fulminerebbero all’istante. Come se non
bastasse Leonard si porta al mio fianco e ci mette il carico da dieci.
Comincia a mimare con le labbra una frase, facendomi quasi il verso… - Io… Sono… Suo-. Dice indicando prima lui stesso, poi
me e infine alza le spalle come se fosse una verità assoluta a cui si è
dovuto rassegnare mestamente. Poi il suo viso si illumina di un bellissimo
sorriso che non è né per il portiere né per me ma solo perché è felice di
sentirsi dire che è mio. - Vedo che hai imparato la lezione Leonard…- - Sono molto recettivo Hap, io-sono-tuo, vedi? Fino
all’aeroporto io sono tuo, è abbastanza facile da ricordare come concetto-.
Il sorriso gli sparisce dalle labbra e si allontana dirigendosi verso
l’uscita. In un attimo gli sono affianco con una mano sul suo sedere. - No tu sei mio comunque e ovunque, non si tratta solo
di possesso fisico-. - Fantastico un amore platonico è proprio quello di cui
ho bisogno! Vorrei farti veramente male in questo momento Hap-. Mentre
camminiamo gli metto un braccio intorno alla vita e me lo avvicino. Con un
gesto di sconforto Leonard appoggia la testa alla mia spalla strusciando la
guancia sulla mia pelle. - Finora sono solo io ad averti fatto male Leonard, in
tutti i sensi…- - In effetti mi stai diventando troppo violento Hap,
sono sempre stato io il violento e tu il diplomatico, mica vorrai fregarmi il
ruolo eh?- - No sei tu che m’ispiri violenza…- - Strano, in genere se non si tratta di razzisti o
omofobi la gente tende a stare tranquilla con me per paura di una mia
eventuale ritorsione-. - Perché non sanno che tasti toccare con te, ora che io
li ho scoperti non mi fai più tanta paura Leonard-. - Quei tasti funzionano solo con te Hap-. - Ci mancherebbe altrimenti dovrei usare di nuovo la
violenza per spiegarti meglio quel sei solo mio…- - Usa le tue energie per combattere il nemico ne avremo
bisogno…- - Quale nemico?- - Jim Bob, esci tu per primo, se mi gira finisco per
ammazzarlo…- - Non ci penso proprio, tu ce la fai ad opporti alla sua
furia a me se mi prende mi travolge-. - Stai chiedendo protezione ad una checca Hap? Che
uomo!- - Se la checca in questione sei tu sì…- - Poi non ti lamentare se finisce in rissa però-. - Infatti devi solo incassare i colpi-. - Ti sembro il tipo?- - No, ok vado io, sono io il diplomatico… ma se prima
non ti appoggi a quel muro e non ti lasci divorare dal sottoscritto non mi
muovo da qui-. - Ok, si può fare…-. Si appoggia al muro, apre le gambe
e con la mano mi invita a raggiungerlo, a prendere tutto ciò che mi offre.
Ogni cosa che faccio la faccio con dolcezza. Gli bacio il viso, il collo, le
labbra e poi gli invado la bocca. Con la mano invece seguo sempre lo stesso
itinerario solo stavolta prima di raggiungere la meta lo accarezzo godendomi
quella pelle liscia e morbida e solo dopo averlo impastato per bene lo
penetro, in profondità con forza tanto quasi da sollevarlo da terra. Leonard
mugugna nella mia bocca un po’ per il dolore ma per la maggior parte per il
piacere, ormai si è abituato alla mia presenza. Quando finisco l’aria nei
polmoni costringo tutto il mio corpo a staccarmi da lui senza allontanarmi
però. Gli bacio a timbro le labbra e mi limito a guardarlo negli occhi. - Spero che non mi hai riaperto la ferita con quelle
manacce che ti ritrovi!- - Se vuoi posso darti un’altra controllatina…- - Stammi lontano Hap, altrimenti prendo a calci il tuo
culo bianco-. - Va bene rimandiamo a dopo il piacere-. Gli riallaccio
i pantaloni sfiorandogli l’uccello ad ogni occasione, quando ho finito sono soddisfatto
del mio lavoro: Leonard terribilmente eccitato e i pantaloni che cadono lenti
sui suoi fianchi che concedono abbastanza spazio alle mie mani per fare
quello che vogliono quando lo vogliono. Ma Leonard pare non apprezzare e dopo
un’occhiata omicida se li aggiusta come li vuole lui, ovvero terribilmente
stretti… non sa che alla prima occasione tanto glieli slaccio nuovamente… - Prima di uscire copriti davanti Hap sei indecente-. - E tu allora?- - Mi coprirò anch’io, hai mandato a puttane tutto il mio
autocontrollo oggi-. Sorrido per essere riuscito in tale impresa ma subito
divento serio quando spalanco la porta e vedo la figura di Jim Bob
torreggiare sul marciapiede, già si capisce che è abbastanza nervoso da
mangiarsi le palle di un uomo. - Ehi siamo arrivati!- Si gira fulminandomi con lo
sguardo, in queste cose è uguale a Leonard… mette un certo timore. - Ho fatto la buca su questo cazzo di marciapiede a
forza di fare avanti e indietro!- - Non ci crederai, ma siamo rimasti chiusi in
ascensore…- - Ma ha lo sbloccaggio automatico!- Ops! Ora non so che
inventarmi fortunatamente interviene Leonard e la sua voce è stranamente
calma… - Si è rotto anche quello, vogliamo perdere tempo in
inutili discussioni o vogliamo andare?-
Riesce a salvare la situazione e senza aspettare una risposta apro il
portabagagli del taxi e ci butto dentro il mio borsone, aspetto che Leonard
faccia altrettanto ma lo vedo mettersi una mano fra i capelli e scuotere la
testa in un gesto di disperazione, poi mi giro verso Jim Bob che sta al mio
fianco e guarda con la bocca spalancata in basso, non ci sto capendo un
cazzo… - Hap, idiota che non sei altro, chiuditi la zip dei
pantaloni prima che a Jim Bob prenda un infarto!- Leonard mi svela
gentilmente l’arcano, sposto il mio sguardo sui miei pantaloni e sì
effettivamente sono aperti e sì sono ancora terribilmente eccitato e sì Jim
Bob non stacca gli occhi di dosso da lì. Finalmente pare che l’incantesimo
che il mio uccello ha fatto su di lui si esaurisce, mi guarda ancora incredulo,
poi guarda Leonard vede che ha i vestiti tutti belli stropicciati, un’aria da
uno che ha appena scopato e alla fine fa due più due e arriva alla soluzione
del mistero. Mi aspetto quasi la fine del mondo… - Tu… Lui… no… non è possibile…- - Infatti…- - Voi… non mi avete fatto aspettare così tanto solo per
poter… dio…- - Infatti…- - Tu sei etero… Leonard è frocio.. quindi non è
possibile-. A quel frocio Leonard ci passa sopra forse perché si rende conto
di quanto è sconvolto in questo momento Jim Bob. - Non è possibile che stavate… mentre io ero qui ad
aspettarvi come un deficiente! E mi avete pure trattato da deficiente!- - Non è vero!- - Basta non ne voglio sapere niente e non me ne frega
niente, andiamo via, chi sta davanti?- Leonard fa per fare un passo ma io lo
trattengo per il braccio. - Quello che sai ti fa così schifo da non essere
abbastanza sveglio da sapere che Leonard e io vogliamo stare dietro insieme?- - Come volete-. Si chiude in un ottuso silenzio, mi
dispiace che si comporti così. Mi piace come persona e non mi aspettavo che
la prendesse così male, insomma mi è sempre sembrato un uomo di ampie vedute…
Entro in macchina seguito subito da Leonard, vista l’atmosfera che c’è non mi
azzardo neanche a sfiorarlo. Lo guardo cercando in lui una possibile
soluzione, ma scuote la testa. Dopo alcuni minuti che siamo in viaggio il
silenzio è diventato veramente pesante, nessuno si sente a proprio agio se
non il tassista che come tutti i tassisti messicani continua a guidare come
un pazzo in mezzo alla folla. Poi finalmente Leonard si rianima… - Se non vuoi che mi divori Hap durante il viaggio
vediamo di fermarci ad un alimentare-. - Hn?- - Ho voglia di vaniglia e Hap ha inavvertitamente usato
il mio bagnoschiuma, quindi in mancanza di altro mi mangio lui-. Jim Bob dà
istruzioni al tassista e poi torna a rifugiarsi nel silenzio, espiro
pesantemente stufo di tutta la situazione, stufo soprattutto di non avere il
coraggio di allungare una mano per toccare Leonard… quanto tempo sprecato! La
macchina frena di botto, classica frenata e quindi nessun spavento, ci
ritroviamo davanti ad un minimarket. A Leonard brillano gli occhi, già si
vede a masticare i suoi meravigliosi biscotti alla vaniglia… - Hap prestami tre dollari, ho lasciato il portafoglio
nella valigia-. - Voglio vedere quando me li ridai-. - Se dovessi tenere un conto di tutti i soldi che mi
devi a quest’ora saresti rovinato. Volete qualcosa? Tanto offre Hap!- - Visto che offro io no!- Jim Bob non si gira neanche a
guadarlo continua nel suo ostinato silenzio, molto presto Leonard si
stancherà del suo atteggiamento e glielo farà cambiare a forza di pugni,
strano che è stato così paziente finora… Il tassista scende a fumarsi una
sigaretta, in macchina rimaniamo solo io e Jim Bob. Non so come rompere questa
atmosfera pesante, che cavolo posso dire? Parlo del tempo? E’ l’unico
argomento neutrale che conosco e che non mi dovrebbe creare problemi… - Hap che cazzo è successo?- Mentre io ero incasinato
con le mie pippe mentali Jim Bob è andato dritto al punto, che cazzo succede?
E che ne so io… Non riesco ancora a definire con me stesso il rapporto che ho
con Leonard… - Lo sai…- - Certo che lo so non sono idiota, voglio dire perché?
Pensavo che a te piacessero le donne, infatti stai con Brett…- - Non sono gay se è quello che mi stai chiedendo-. - Ah sì? Non credo che il corpo reagisca in quel modo
per una partita a monopoli Hap-. - Non ho negato quello che è successo, ma non sono gay
solo Leonard riesce a mandarmi fuori di testa. Lo amo più di chiunque abbia
mai amato in vita mia, è la mia anima gemella e con la sfiga che ho è un
uomo. Stamattina non ce l’ho più fatta a trattenermi era da troppo tempo che
volevo stare con lui… Mi sono detto che almeno una volta me lo potevo
permettere per poi ritornare ad essere solo amici…- - E Brett? E John-. - Una volta tornati a La Borde le cose torneranno come
prima. Non ho il coraggio di stare con lui. Lui lo sa… sa che rinuncio a
quello che provo solo perché è un uomo. Sa anche che mi basterebbe averlo
come amante e questo lo fa incazzare ancora di più. Se confronto l’amore che
provo per Brett con l’amore che provo per Leonard mi sembra così banale da
risultare quasi un insulto. Ci sono troppe cose che dovrebbero cambiare per
poter stare con lui, se avessi venti anni non avrei problemi ad accettare di
stare con un uomo, ma ora mi sento troppo vecchio per un simile cambiamento.
Lui continuerà a stare con John… quanto mi fa male pensarlo. Il problema è
proprio questo vorrei che Leonard fosse solo mio ma non voglio che lui abbia
l’esclusiva su di me. Non riesco ad immaginare un futuro in cui non potrò più
toccare una donna: baciarla, toccarla, possederla-. - Perché riesci ad immaginarti un futuro in cui non
toccherai più Leonard? Hap il desiderio non è mai andato a braccetto con
l’abitudine, non è perché sei stato solo una volta con lui ti sarà più facile
dimenticarlo, anzi probabilmente è il contrario. Ti è difficile staccarti
dalle donne perché sei abituato a stare con loro ma non ha niente a che fare
con il desiderio. Dovresti farti guidare dal desiderio non dall’abitudine…- - Spero che ti sbagli, spero che sia più facile
combattere il desiderio che l’abitudine altrimenti sono fottuto. Ma che sta
combinando là dentro?- - Magari avrà trovato il paradiso della vaniglia e non
sa che prendere-. - Vado a vedere…- - No! Tu non ti muovi da qui, non ho nessuna intenzione
di aspettarvi un’altra mezz’ora mentre scopate come ricci!- - Sono così evidenti le mie intenzioni?- - Cristalline-. - Sono proprio nella merda allora-. - Sì fino al collo amico, ma tu pensi di essere in grado
di contenere il tuo desiderio…- - Non fare il sarcastico-. - Voglio solo farti aprire gli occhi Hap, se ci fosse
stata Brett là dentro avresti avuto voglia di entrare là dentro e
scopartela?- - Beh il pensiero mi sarebbe passato per la testa…- - Con la stessa intensità da fartelo fare davvero?- - No- - E ti verrebbe la voglia di fartela dentro al taxi
mentre ci sono anch’io?- - Come fai a sapere…- - Basta guardarti Hap-. - No non mi verrebbe…-. - E gli faresti tutta quella sfilza di succhiotti sul
collo?- - No-. - Sì sei proprio nella merda Hap-. - Già… Ehi Jim Bob dimmi hai notato uno sconto sul conto
delle camere?- - E tu come fai a saperlo?- - Merito di Leonard si è fatto il portiere…- - Si è dato da fare il piccolo Leonard…- - Ha detto che il portiere era talmente bello che era un
attentato alla pubblica decenza ti viene voglia di scoparlo ovunque e
comunque, un uomo più bello non l’ha mai visto. Questa è un’altra prova che
non sono gay a me non ha fatto nessun effetto, se non quello di ucciderlo
appena l’ho saputo, sia lui che Leonard-. - Sei diventato anche geloso ora?- - Lo sono sempre stato. Ricordi che ti ho detto che una
volta voleva ammazzarmi? E’ stato quando gli ho fatto una scenata di gelosia
e l’ho chiamato frocio-. - Perché se la prende tanto se si usa la parola frocio?
Non sarà piacevole ma addirittura ad arrivare ad ammazzare una persona ce ne
vuole-. - Quando Leonard ha confessato a suo zio, che amava come
un padre, che era gay quella testa di cazzo l’ha chiamato frocio di merda e
l’ha massacrato di botte, l’ha picchiato a sangue fino a quando non ha perso
i sensi e io dico che ha continuato a farlo anche dopo che era svenuto.
Leonard era solo un ragazzino quando è successo, se n’è andato di casa appena
si è rimesso in piedi, si è fatto fare un documento d’identità falso, si è
arruolato nell’esercito ed è partito per il Vietnam. Per questo non gli piace
che si usi la parola frocio ed è per questo che se gli dai un pugno lui ti
spedisce all’ospedale in fin di vita-. - In effetti una cosa del genere ti segna… ecco che
torna la principessa, non mi sembra molto soddisfatto-. - Gli basta poco per incazzarsi…- Ha davvero
un’espressione torva in viso, ma mi basta un’occhiata per capire che non è
niente di preoccupante il suo corpo è rilassato ha il suo solito
ondeggiamento di fianchi che rischia di farmi impazzire di desiderio. Stacco
gli occhi dal suo corpo per guardarlo in faccia, solo così mi torna la
capacità di pensiero… e penso ‘dio quant’è bello’. Sì sto decisamente nella
merda. Mi guarda mi sorride e si mette di nuovo al mio fianco. - Ehi ma dove sei sparito?- Ignora totalmente la mia
domanda mettendo di nuovo su il suo irresistibile broncio, non vorrei fare
altro che baciarlo quando ha quell’espressione… - Anche la cioccolata bianca fa schifo da queste parti!
Chi la vuole?- - Dalla a me rompipalle!- Leonard non riesce a
nascondere lo stupore di trovarsi davanti il vecchio Jim Bob, ma poi sorride
provocante dandogli la tavoletta di cioccolata. - Tieni per oggi mi accontento di mangiare Hap-. - Non sono commestibile Leonard-. - Fatti assaggiare… Dio se sei commestibile sei anche
meglio dei miei biscotti!- - Ehi non provarci sei tu il mio dessert, non mischiamo
le carte in tavola!- - Tu ti sei divertito già abbastanza, lascia giocare me
ora…- - Scordatelo-. Mi stendo su di lui senza trovare molta
opposizione da parte sua, ma il taxi è talmente scomodo e stretto che sono
costretto a ritornare seduto, ma Leonard continuo a tenermelo ben stretto per
potermelo gustare quando voglio… - Non fate cose strane che poi mi distraete il tassista
e finisce che facciamo il botto!- - Se continua a guidare così il botto lo facciamo di
sicuro, almeno morirò contento e con
Leonard tra le braccia-. - Oddio che schifo!- - Tutta invidia, tanto Leonard non te lo lascio mica!- - Ma chi lo vuole!- - Io sicuramente…- Smetto di scherzare e dedico tutta la
mia attenzione a Leonard che da quando è tornato non ha mai smesso di
leccarmi il collo e l’orecchio. Giro la testa per catturare la sua lingua
nella mia bocca, la succhio e poi con lei inizio la danza del bacio. - Finalmente ti sei deciso Hap…- - Sono stato imperdonabile per aver aspettato tanto-. - Allora cerca un modo per rimediare al tempo perduto…- - Se solo potessimo sdraiarci rimedierei subito, non ce
la fai a metterti a cavallo su di me?- - No è troppo basso questo cesso di macchina…- - Allora dovremo accontentarci-. Gli slaccio nuovamente i
pantaloni, ormai sono diventato un maestro a farlo, lo sfioro appena ma
abbastanza da farlo eccitare. Poi ficco la mia mano dentro e comincio a
masturbarlo, Leonard poggia la testa allo schienale godendosi ad occhi chiusi
le mie carezze con la bocca leggermente aperta. Senza fermarmi lo bacio di
nuovo tenendo gli occhi ben aperti per godermi le espressioni di godimento
che gli attraversano il volto ad ogni mio tocco. - Leonard sollevati, ho una mano che non ha niente da
fare e non vede l’ora di rendersi utile-. Sorride appena e fa come gli ho
detto, la mia mano si intrufola accarezzando ogni millimetro della sua pelle,
lo palpo e quando si rimette seduto sta esattamente al suo posto, alla sua
entrata in attesa di nuovi ordini. Ma il mio corpo non ha bisogno di ordini
da parte del cervello per capire come amarlo, così mentre lo bacio, lo
masturbo, la mano lo possiede. Continuo a tenergli chiusa la bocca con la mia
per evitare che gemiti o ansiti attirino l’attenzione di Jim Bob, anche se so
che si immagina quello che stiamo facendo qua dietro. Ho reso Leonard
totalmente inoffensivo attaccandolo in tutti i suoi punti deboli e vederlo
così che si abbandona con fiducia mi fa godere immensamente. Quando sento che
sta per venire rallento le mie carezze, anche se si lamenta sa che non può
liberarsi nell’orgasmo, si sporcherebbe tutto e senza una doccia John lo
scoprirebbe subito. Nonostante questo mi permette di continuare questa dolce
tortura sul suo corpo che me lo fa amare e desiderare sempre di più. Quando
arriviamo all’aeroporto lo bacio con più passione, levo la mano dal suo
uccello per non farlo venire ma continuo ancora ad accarezzarlo e a
possederlo. Se tutto va come deve andare questa è l’ultima occasione che ho
Leonard tra le braccia che mi permette di amarlo, poi per me sarà off-limits.
- Ehi piccioncini siamo arrivati, staccatevi che
altrimenti finiamo per perdere anche questo di aereo-. Ci dividiamo con una
lentezza che farebbe invidia al rallenty in una scena straziante da rendere
Casablanca una commedia. L’immagine di noi due come personaggi di un film
d’amore mi fa talmente orrore che scoppio in una risata sonora che fa
trasalire Jim Bob per la sorpresa. A Leonard basta un’occhiata e comincia a
ridere anche lui. - Hap spostati altrimenti finiremo come quelle coppie da
cinema, a scopare come ricci su di un’isola deserta lontano da tutto e da
tutti-. - Beh mica male però-. - Bleah troppo sdolcinato, non fa per me-. - Sei una checca insopportabile Leonard-. - Lo so sono una checca atipica-. - E’ questo che mi frega, come faccio a staccarmi da
te?- - Incomincia col togliere la mano dal mio culo!-. - Devo cominciare proprio da lì?- - Hap basta che ti sbrighi puoi cominciare da dove
vuoi!- - Jim Bob sei davvero insensibile-. - No sono solo in ritardo per l’aereo e voi con me-.
Comincio con il dire addio al petto di Leonard baciandolo, poi passo
all’orecchio, al collo, alle guance, alla fronte, agli occhi, alla bocca e infine mi abbasso per salutare… - Ok basta così ho visto fin troppo, ora andiamo!- - Se non vuoi vedere girati dall’altra parte o chiudi
gli occhi!- - Finiscila Hap, libera Leonard e muovete i vostri culi
abbiamo un aereo da prendere-. Contrariato levo le mie mani da Leonard e
appena lo faccio mi mette le braccia intorno al collo e mi bacia levandomi il
respiro, la sua lingua quasi me la ritrovo in gola ha giocare con le mie
corde vocali, quando ci stacchiamo il mio viso va letteralmente a fuoco le
labbra mi pulsano e sia Jim Bob che il tassista ci guardano sconvolti. - Questo è il mio modo di salutarti Hap-. Leonard non sa
neanche il significato della parola vergogna, anzi sorride sensuale mettendo
a dura prova il mio scarsissimo autocontrollo. Appena finisce di sistemarsi
scende dalla macchina, seguo ogni suo movimento come se stesse facendo uno spogliarello
e poi in trance esco anch’io. Jim Bob paga il taxi e quello se ne va
sgommando come se stesse partecipando ad una corsa. Alla reception scopriamo
di aver fatto in tempo per il volo, solo Jim Bob tira un sospiro di sollievo.
Senza pensare mi ritrovo di nuovo a leccare le dita che hanno avuto la
fortuna di stare dentro Leonard, il quale appena se ne accorge mi lancia
un’occhiata torva. - Hap smettila, non dovresti fare simili gesti se poi
non hai intenzione di farti violentare dal sottoscritto!- - Sto solo gustandomi il tuo sapore e il tuo
odore…- - No, il tuo è un esplicito invito a scoparti, quello
che stai facendo è la stessa cosa che ti vorrei fare io ma non usando le dita
e tanto meno lo farei alla tua bocca. Oggi mi sono ripromesso di fare il
passivo contrariamente alla mia natura ma se continui a stuzzicarmi ti chiudo
in bagno e non ti faccio uscire da lì vivo-. - Ora non passiamo alle minacce eh?- Dico scherzando ma
Leonard mi guarda scuotendo la testa sconsolato, mi avvicino e gli metto un
braccio sulle spalle. - Ho fatto una cazzata Hap…- - Quale?- - Lasciare che le cose arrivassero a questo. Il nostro
rapporto non sarà più come prima-. - La nostra amicizia non ne risentirà-. - Come fai ad esserne sicuro?- - Perché è stata l’unico punto fermo in tutta la mia
vita e non permetterò a niente e nessuno di rovinarla neanche a me o a te.
Posso rinunciare a te come amante ma non riuscirei mai a fare a meno di te
come amico Leonard. Ti amo e vorrei fare l’amore con te anche adesso ma per
me sei prima di tutto mio fratello-. - Anche tu potresti essere giudicato un pervertito
allora, i rapporti incestuosi non sono ben visti almeno quanto quelli
omosessuali-. - Certo che sono un pervertito, e non sai quante idee
perverse ho in mente…- Mi guardo intorno per vedere se abbiamo un minimo di privacy, mi
stupisco del fatto di non trovare neanche Jim Bob vicino a noi e della
fortuna che ho. Lo abbraccio da dietro con le braccia intorno alla sua vita
per spalmarmelo addosso come una seconda pelle. Mentre gli bacio il collo e
gli succhio l’orecchio Leonard si struscia provocante sulla mia eccitazione,
si allenta i pantaloni e poi con una mano abbassa la zip dei miei. - Che stai facendo Leonard?- - C’è troppa stoffa tra di noi, non riesco a sentire
quanto tu sia perverso Hap!- - Ora riesci a sentirlo…- - Oh sì…- - Non sai che voglia pazzesca ho di leccarti nuovamente
la tua bellissima pieghetta di carne che hai sul tuo sedere ancor più bello,
te la leccherei, bacerei e poi con la lingua la possederei ancora e ancora
proprio come ho fatto stamattina ma di più-. - Dovrai accontentarti di baciarmi in bocca Hap-. - E’ magnifico anche scoparti la bocca Leonard-. - Pensavo che mi stessi baciando…- - Ti pare solo un bacio?- - No…- - Ci mettiamo seduti?- - Aha…- Me lo trascino dietro fino a quando riesco
finalmente a raggiungere la sedia più vicina, poi ci crollo sopra con lui
ancora appiccicato. Mentre ci baciamo Leonard continua a premersi su di me e
nonostante abbia i pantaloni gli sono nuovamente dentro anche se solo
superficialmente. Ho le palle totalmente schiacciate e doloranti ma me ne
frego e con le mani aiuto il suo bacino a venirmi ancora di più in contro.
Con la coda dell’occhio vedo Jim Bob fissarci a bocca aperta, smetto di
baciare Leonard ma non levo né le mani dalla sua vita e né lo faccio alzare,
anche perché se si alzasse allora sì che a Jim Bob gli prenderebbe un
infarto! Il mio uccello svetterebbe libero e ansioso di raggiungere di nuovo
il sedere di Leonard! - Ehi dov’eri finito?- - Al bagno e per fortuna aggiungerei, mi sono
risparmiato uno spettacolo pietoso-. - Quale?- - Voi due, non riesci proprio a stargli lontano eh Hap?- - Siamo carini insieme eh?-. - Disgustosi… muovetevi dobbiamo imbarcarci-. - Già?- - Perché credi che non ci sia più nessuno in giro Hap?- - Vai avanti ti raggiungiamo subito-. Leonard risolve la
questione quando io già stavo in panico a pensare di dovermi alzare con Jim
Bob davanti. Dopo le solite raccomandazioni di non fare tardi ci lascia soli.
Io tiro un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo Leonard si alza per
poter mettersi a cavallo su di me e mi bacia fino a farmi gonfiare le labbra.
Poi si alza appena per sistemarmi i pantaloni senza perdere l’occasione di
farmi impazzire di piacere con carezze per niente casuali sulla mia
eccitazione. Finita la tortura mi da una mano per farmi alzare. Mentre ci
dirigiamo all’imbarco Leonard si risistema i pantaloni fasciando
perfettamente i fianchi e in modo così stretto che il suo sedere lascia ben
poco all’immaginazione… ma io me lo immagino lo stesso e finisco
inevitabilmente per palparlo… - Ancora? Finiscila Hap!- - Ma devi proprio stringerti i pantaloni in quel modo?- - Sì-. - Beh allora non lamentarti, sei tu che sei un invito
alla violenza-. - Sarò io a diventare molto violento se non tieni le
mani a posto-. - Ma è questo il loro posto…- - Hap…- - Ok puoi anche lasciarmi andare e sarei contento se lo
facessi senza rompermi le ossa-. - La prossima volta ti spezzo tutte e cinque le dita-. - Fino adesso non ti ha dato tanto fastidio essere
toccato…- - Mi da fastidio se lo fai mentre sto camminando o se
sto facendo qualcosa-. - Allora quando saremo sull’aereo…-. - … Potrai continuare a fare il pervertito-. Quando
arriviamo rimango un attimo titubante, l’aereo in questione è una supposta
con le ali tanto da chiedermi se sarà in grado di decollare, sperare che voli
è utopia pura. Dopo aver fatto spostare gentilmente un passeggero per sederci
vicini sbuffo indignato per aver scoperto che non potrò fare nulla di molto
perverso visto che sembriamo rinchiusi sottovuoto in una scatoletta di tonno.
Mi giro verso Leonard per farglielo notare quando lo vedo sorridere
furbescamente e capisco che mi ha fregato. Jim Bob si trova nella fila
opposta più dietro di noi tutto intento a leggere un libro. Leonard si è
addormentato sulla mia spalla appena si è seduto, ho fatto in tempo a
mettergli un braccio intorno alla vita e poi è partito. L’unico che non si dà
pace sono io… Durante il viaggio continuo a guardarlo e a toccarlo pensando
al vuoto che proverò quando non potrò più averlo al mio fianco in questo
modo. Mi mancherà talmente tanto che mi sembra insuperabile una simile
privazione. Passo l’intero viaggio a farmi del male immaginando un triste
futuro senza di lui. Quando comincio a riconoscere il paesaggio mi si blocca
il respiro, siamo in Texas. Mi guardo intorno e una volta assicuratomi che
nessuno mi sta prestando attenzione struscio la mia guancia sui suoi capelli
per svegliarlo. Si strofina sulla mia spalla, piano gli sussurro: - Siamo quasi arrivati…-. Credo di aver sopravvalutato
la sua capacità di ripresa… ancora mezzo addormentato si gira e mi bacia come
se non fossimo in compagnia di altri cento passeggeri. Rimango talmente
sorpreso che non ho neanche il tempo di fare qualcosa tipo allontanarlo o
rispondergli. Quando si stacca si stiracchia i muscoli come un gatto. - ‘Giorno Hap-. - Buongiorno? Dove pensi di stare? Apri gli occhi e vedi
che hai combinato!- Appena schiude gli occhi vede decine di sguardi sdegnati
e disgustati puntati verso di noi. - Ops!-. - Ops è tutto quello che hai da dire?- - E’ tutto quello che riesco a dire, sono troppo deluso.
Stavo sognando di aver fatto l’amore con te per tutta la notte in un comodo
letto e quando mi sveglio trovo tutti quest’idioti che continuano a fissarmi,
insomma l’impatto con la realtà è abbastanza deludente!- Ha lo sguardo
puntato su quello di un vecchio che lo continua a fissare come se fosse
l’essere più abbietto sulla faccia della Terra, gli sorride sadicamente e
alza il dito medio provocando l’ira del matusalemme che comincia a
bestemmiare e inveire contro i froci e i negri. Si vede che siamo nella
patria dell’ospitalità dove esiste ancora il KKK che impicca i neri e castra
gli omosessuali! - Bentornato con i piedi per terra e soprattutto
bentornato a casa…- - Già bello schifo, scusa se ti ho messo in imbarazzo
Hap…-. Sistemo il mio braccio per poterlo abbracciare meglio per fargli
capire che me ne frego di quello che pensa la gente. Ma sono curioso di
sapere una cosa… - Non capisco una cosa Leonard, in Messico abbiamo dato
molto più spettacolo eppure non abbiamo scandalizzato nessuno…- - Osservazione intelligente Hap, non è da te!- - La mia intelligenza non è ancora stata contaminata
dalla tua deficienza Leonard!- - Permaloso, assomigli sempre più ad una checca-. - E’ la tua vicinanza, com’è che si dice? Chi va con lo
zoppo impara a zoppicare…- - Io non sono una checca Hap!- - No è vero sei frocio-. - Giusto! Nella tua brillante osservazione ti sei dimenticato
di “osservare” che siamo nei buon vecchi USA, nel profondo Sud, Texas. Quel
matusalemme là che prima ho mandato gentilmente a quel paese mi ha guardato
male appena mi ha visto e non credo di aver scritto in fronte la parola
frocio ma sicuramente ho tatuato su tutta la pelle la parola negro. Quindi
ecco la prima differenza in Texas esiste il razzismo vecchio stampo da KKK.
Poi ho mostrato apertamente la mia sessualità, quel vecchio ha dovuto
sopportare un negro frocio sul suo stesso aereo. E non è finita qui, il negro
frocio si è dato da fare con un culo bianco, che saresti tu, insomma è un
miracolo se quello schiavista del cazzo non è morto di infarto ho commesso
tre peccati capitali davanti ai suoi occhi: sono negro, sono frocio, mi sono
approfittato di un bianco indifeso-. - Sarei io l’indifeso?- - Già quando in realtà sei stato tu ad approfittarti di
me per tutto il tempo-. - Appunto mettiamolo bene in chiaro questo! In Messico
come mai non si è scandalizzato nessuno? Insomma io stesso mi sono scandalizzato
quando ti ho visto scopare con Raul-. - Ancora non ammetti che era gelosia?- - L’ho ammesso una volta di troppo di essere geloso-. - Ma se l’hai fatto una volta sola!- - Appunto… allora mi rispondi?- - Prima metti la mano a posto poi ti rispondo-. Guardo
la mia mano che una volta tanto non sta facendo nulla di male, è appoggiata
sul suo fianco da quando siamo partiti e non si è mai spostata da lì. Alzo un
sopracciglio per mostrami alquanto perplesso. - Che ti sei incazzato Leonard?- - No, perché?- Lo guardo come se stessi guardando un
alieno e lui mi sorride di risposta, poi levo l’intero braccio dalla sua vita
cercando di non dare troppo a vedere quanto sono scocciato. Quando sto per
staccarmi, Leonard mi ferma il polso. - Che fai?- - Mi stai prendendo per il culo Leonard?- - Non mi pare, me ne accorgerei…- - Scemo mi hai detto di togliermi e mi sto togliendo-. - Non ti ho detto di toglierti ti ho detto metti a posto
la mano…- Mentre parla si allenta i pantaloni e guida la mia mano ad
accarezzare la pelle del suo sedere. - …Ovvero qui Hap-. - Proprio qui? O forse è meglio qui…- Libero la mano
dalla sua e mi faccio più spinto portandola direttamente fra le sue natiche
sfregandogli lussuriamente la fessura. - Oh sì è proprio quello il posto che avevo in mente…
voglio dimostrare al vecchio chi si approfitta di chi e quanto mi piace
quando ti approfitti di me…- - Vuoi proprio farlo morire d’infarto eh?- - Quello è il secondo obiettivo …- Mi guarda con occhi pieni di desiderio e
mentre continuo a fissarlo lo penetro delicatamente, godendomi ogni suo
minimo cambiamento di espressione. - Hap a vederle le tue mani sembrano grosse e lunghe
perché non mi dimostri quanto lo sono veramente?- Metto da parte la delicatezza
mettendoci più energie per abbattere le sue difese, Leonard mi aiuta
spingendosi verso le dita. - Vederti muovere così mi fa venire una voglia pazzesca
di fare l’amore con te-. - Pensavo che già ce l’avessi…- - Infatti sei in grave pericolo Leonard…- - Dove eravamo rimasti?- - A questo…- Fermo le dita per poi rigirarle e allargare
maggiormente la sua carne causandogli una scarica di piacere che gli fa
morsicare a sangue il labbro inferiore. Poi gli infilo un terzo dito che a
malapena riesce a entrare e gli provoca un gemito di dolore. Rimedio subito
massaggiandolo dolcemente cercando di rilassarlo per dargli più piacere di
prima. Quando riapre gli occhi mi guarda sorridendomi per assicurarmi che sta
bene ma rimane fermo perché ora ogni movimento gli provoca dolore. - No intendevo dire nel discorso…- - Ah stavi per dire perché in Messico non abbiamo dato
scandalo…- - E’ vero non so perché ma mi sono distratto…- - Sei ampiamente perdonato Leonard-. - Tornando a noi, non so se in Messico il razzismo sia
forte quanto in Texas, anche se non credo, ma sicuramente l’intolleranza per
l’omosessualità è quasi inesistente-. - Come fai ad esserne così sicuro?- - Perché anch’io mi sono stupito di questa cosa e ho
chiesto spiegazioni-. - A chi?- - A Julian-. - Ah avete avuto pure il tempo di parlare!- - Non cominciare Hap…- - Scusa…- - Gli ho chiesto spiegazioni dopo che l’uomo delle
pulizie ci ha sorpreso a scopare in magazzino, non mi è sembrato per niente
sconvolto anzi ha detto ‘Scusa Jù non sapevo che stavi con un cliente’. Poi
quando siamo andati in portineria… fammi essere chiaro… mi stava succhiando
il cazzo quando è venuto un cliente, io gliel’ho fatto notare e sai che ha
fatto? Sì è alzato si è messo seduto su di me e con un sorriso a trentasei
denti l’ha servito quando ancora si stava leccando le labbra. E allora mi ha
spiegato… In Messico la prostituzione maschile ha la stessa percentuale di
quella femminile. C’è talmente povertà che la gente ha problemi più grossi di
stare a vedere chi va a letto con chi. Basta pagare e si può avere tutto
quello che si vuole e nessuno fa domande, infatti si dice che il Messico sia
il paradiso dei criminali, tutti si possono rifare una vita. I turisti spesso
comprano i ragazzi per una notte tanto per divertirsi. Molti bambini
finiscono per la strada per un motivo o per un altro e la gente fa finta che
non esistono e quelli che ci fanno i soldi sopra li vedono solo come
attrazione turistica. Per questo noi due siamo passati inosservati in
confronto a tale schifo non ci hanno calcolato minimamente. Julian mi ha
detto che lui stesso si è prostituito da bambino, gli hanno ammazzato i
genitori quando aveva solo 10 anni e si è dovuto mettere sotto ad un pappone
per poter tirare avanti. Ha continuato quella vita anche da ragazzo fino a
quando si è ripetuta la favola di Cenerentola. Un cliente si è innamorato di
lui, l’ha praticamente comprato e poi gli ha dato un buon lavoro, l’uomo è il
proprietario dell’albergo. In cambio vuole solo che sia carino e disponibile
come quando era una puttana ma stavolta solo con lui, per il resto del tempo
è libero di fare quello che vuole. Così Julian per arrotondare lo stipendio
abborda qualche cliente disposto a pagare, ma mi ha sottolineato che ora si
lascia scopare solo dal suo capo quindi i suoi clienti si devono accontentare
di essere scopati. Quando gli ho chiesto perché continuava a farlo mi ha
detto che era perché voleva andare ad Holliwood e gli serviva mettere da
parte un po’ di soldi, poi mi ha chiesto: ‘secondo te ce la faccio a sfondare
come attore?’ Io gli ho detto che con quella faccia e quel corpo che si
ritrova può fare quello che vuole ed è vero. Si è messo a ridere e mi ha
risposto che posso continuare ad averlo gratis tutte le volte che voglio
anche quando diventerà famoso, e mi ha chiesto il numero di telefono perché
se passa dalle nostre parti gli piacerebbe venirmi a trovare, ma dopo la
scenetta che hai fatto stamattina non credo che sia ancora di
quell’opinione…- - Meglio, se passa poi che fai con John?- - Se lo presento a John Julian è capace di soffiarmelo!- - Quel Julian mi sta ancora sulle palle, ma non pensavo
che avesse avuto una vita così dura. Non mi sembrava così tragica la
situazione in Messico… se penso alla figlia di Brett mi viene voglia di
prenderla a calci in culo, ci siamo fatti quasi ammazzare per potarla via da
quella vita e lei non ha fatto altro che cambiare pappone. Come cazzo fa una
persona a piacergli una simile vita?- - Quello che ho fatto non l’ho fatto per aiutare lei,
già sapevo come sarebbe andata a finire, l’ho fatto solo perché me l’hai
chiesto tu. A Julian non gli è mai piaciuto prostituirsi mi ha fatto vedere
varie cicatrici sul suo corpo, alcune delle quali in posti che solo se li
vuoi prendere ci arrivi…- - Però è come se la continuasse quella vita se va a
letto con i clienti-. - Ora è lui ad avere il controllo del rapporto ed è
sempre lui a scegliersi i clienti. Scoparsi qualcuno non richiede nessuna
perdita di orgoglio, nessuna paura e nessuno ti viola, anzi sei tu ad avere
il comando il potere di dare piacere o di fare del male ti fa sentire
potente… dovresti saperlo bene Hap visto che vuoi scoparmi ma non vuoi che
sia io a scoparti. E lo so bene anch’io visto che non mi piace stare sotto
per gli stessi motivi già elencati. Tra uomini c’è da perdere molto… beh se
poi sei come Raul allora ti basta che qualcuno te lo ficchi dentro e non ti
fai nessun problema, ma in genere è un qualcosa di molto più intimo. Per
esempio prendi John a lui gli piace fare il passivo ma non sai quanto mi ha
fatto sudare prima che mi permettesse di fare l’amore con lui. Le puttane
esistono anche tra gli omosessuali, ne è un esempio Raul, poi ci sono quelli
a cui piace essere dominati ma che hanno rispetto per il proprio corpo, tipo
John, e poi ci sono quelli a cui piace dominare e quando è il momento di
donarsi al proprio partner gli prende un colpo. Io infatti non riesco a darmi
se non sono anche coinvolto sentimentalmente e lo devo essere tanto almeno da
farmi dimenticare quello che sto facendo-. - Tipo come con John?- - Sì, e anche così non è che mi va, fortuna che a John
non gli interessa stare sopra-. - Allora sono solo io il privilegiato a farti desiderare
di essere scopato?- - Il mio primo desiderio è sempre quello di scoparti
Hap, che cosa pensi che stavo sognando prima? Io sotto di te o io sopra di
te?-. - Allora fai dei sogni erotici su di me eh?- - Ne dubitavi? Li faccio da quando ti conosco, solo per
questo sono riuscito a non saltarti mai addosso! E se non faccio sesso al più
presto non ti salveranno più-. - Presto avrai John che probabilmente ti aspetterà nudo
sul letto per cominciare una maratona di una settimana…- - Già…- - Tutto qui il tuo entusiasmo? Pensa a me che dopo il
tuo scherzetto non posso neanche andare a letto con la mia donna! Dovrò far
finta di avere le palle frantumate!- - A questo posso rimediare, ti do un calcio così ce
l’avrai veramente frantumate-. - Oltre a pensare a te avrò Brett mezza nuda che mi gira
per casa, come cavolo faccio?- - Ti fai tante seghe pensando al sottoscritto-. - Le seghe non soddisfano come il sesso, sei stato
crudele-. - No, sono solo geloso e visto che non ho a che fare con
un rivale uomo non so come comportarmi, non posso mica spaccare la faccia a
Brett come ho fatto con l’amante di Raul!-. - Anch’io sono geloso di John però mica mi sono
inventato certe cazzate!- - E’ diverso già te l’ho detto, sei tu che non vuoi
stare con me… La pensi ancora così nonostante quello che c’è stato?- - Sì, solo adesso mi fa più male-. - Non capisco come puoi farti e farmi una cosa del
genere-. Si alza liberandosi della mia intrusione come se non gli facesse
nessuno effetto. Mi passa a fianco senza guardami ed è meglio così non
riuscirei a sostenere il suo sguardo deluso e triste. - Dove vai?- - In bagno, credi che mi voglia buttare dall’aereo per
la disgrazia di avere un coglione come te per anima gemella?- - Sarebbe una soluzione…- - La soluzione sarebbe buttare te dall’aereo e liberare
me e il mondo da un simile morbo-. - Hai ragione sono proprio un morbo-. Se ne va senza
rispondermi ma in fondo non c’è niente da dire gli si legge in faccia ciò che
pensa ovvero che sono uno stronzo senza speranza. Ed è vero… Si ferma a
scherzare con Jim Bob. - Ti è piaciuto lo spettacolo?- Gli dice riferendosi al
bacio di poco prima. - Orribile-. - Anch’io mi chiedo con che coraggio riesco a baciare
Hap, devo proprio essere senza speranza, pensavo di avere gusti migliori in
fatto di uomini e invece… sta attento che potrei innamorarmi anche di te un
giorno, dovrei davvero convertimi e diventare eterosessuale le cose sarebbero
più semplici-. Si gira a guardarmi e io cerco di fare l’indifferente ma ogni
volta che dice di essere innamorato di me mi sento al settimo cielo, un
privilegiato… e mi sento anche più coglione che mai… Se ne va in bagno
lasciando Jim Bob a squadrarmi che con un gesto di esasperazione nei miei
confronti riprende la sua lettura… è abbastanza chiaro che anche lui mi
giudica un caso disperato. Leonard torna a sedersi, passa il resto del
viaggio senza rivolgermi uno sguardo o una parola, non mi azzardo a rimettere
il braccio intorno alla sua vita, percepisco la sua freddezza come se fosse
un congelatore umano. Atterriamo, ci alziamo insieme, sarà Jim Bob a portarci
a casa con la sua familiare. Arriviamo alla macchina, faccio per sedermi
davanti ma Leonard mi anticipa prendendomi la mano e facendo segno di
mettermi dietro con lui. Mi siedo senza parlare e vedo Jim Bob guardarci
stranito, Leonard sorride chiedendogli: - Non ti dispiace farci da tassista vero?- Indicando il
posto vuoto del passeggero. - Certo che no, è il mio secondo lavoro basta che mi
lasci la mancia a fine corsa-. - Contaci, nelle tasche ho una gomma da masticare, un
quarto di dollaro e un preservativo risalente alla preistoria, cosa scegli?- - La gomma da masticare grazie-. - Ah mi sono scordato di dirti che la gomma da masticare
è già masticata-. - Stronzo poi pretendi che non ti offenda-. - Allora come mancia ti do il permesso di offendermi
basta che smetti di piagnucolare-. - Frocio negro-. - Ora non te ne approfittare-. - Frocio negro-. - Ok quando scendiamo dalla macchina me la paghi-. Dopo
questo simpatico siparietto mi sarei aspettato qualche attenzione da parte di
Leonard vista la sua richiesta di stare vicini, invece si limita di nuovo a
guardare fuori dal finestrino ignorandomi completamente. Gli prendo la mano e
l’accarezzo per attirare la sua attenzione, si gira a guardarmi e mi fa un
mezzo sorriso incerto. - Scusami per essere l’idiota che sono Leonard-. - Non puoi pretendere che ti capisca Hap, più ci penso e
più mi pare assurdo ma non sono incazzato con te…- - Non sembrerebbe…- - Perché non facciamo finta che questa macchina sia
ancora territorio messicano? Così ti posso dimostrare che non ce l’ho con
te…-. - Non credo che a Jim Bob faccia molto piacere…-. Con
tempismo Jim Bob risolve il problema mostrando una sensibilità di cui non lo
credevo capace. - Fate come se io non esistessi, non vedrò niente di
quello che succede là dietro basta che non mi sporcate i sedili-. - Grazie Jim Bob-. Faccio sdraiare Leonard e poi mi
stendo su di lui. La macchina è abbastanza ampia da essere comoda ma le
nostre gambe non entrano comunque, così Leonard allaccia le sue alla mia vita
e io le mie le piego contro lo sportello. Il suo corpo caldo di nuovo premuto
sul mio mi riaccende di desiderio e cerco di spogliarlo il più possibile in
modo da poterlo toccare in tutti i posti non visibili. - Adoro il Messico Leonard, credo proprio che chiederò
la cittadinanza-. Lo bacio e nel frattempo gli abbasso i pantaloni quanto
basta da liberarlo e con l’altra mano calo solo la mia zip tenendomi i miei
in modo da coprire il corpo seminudo di Leonard. Lo tocco in luoghi dove
pensavo di non poterlo più toccare, risento i suoi gemiti che ormai ero rassegnato
a sentire solo nei miei sogni più proibiti, sento il suo calore a cui avevo
già rinunciato. Sono di nuovo eccitato, teso al massimo, mi strofino sul suo
sedere per fargli capire quanta voglia ho di fare l’amore con lui e cosa mi
scatena averlo così. Si stringe ancora più a me aiutandosi con le braccia e
le gambe e mi ritrovo quasi dentro di lui. A me manca il respiro a Leonard
sfugge un urlo smorzato. Jim Bob si muove nervoso sul sedile. - Ehi ragazzi vi ho dato il permesso di fare quello che
vi pare ma non sono costretto ad ascoltarvi!-. Accende la radio e alza il
volume fino a coprire le nostre voci. Guarda caso la canzone trasmessa è
Let’s go outside di George Micheal, esasperato poggio la testa sulla fronte
di Leonard che sghignazza senza pudore. - E’ proprio appropriata come canzone non c’è che dire-. - Maledetto Jim Bob questa me la paga!- - Coscienza sporca Hap? Gran bella canzone…-. - Mi sento perseguitato…- - Non credo che te lo meriti ma ho una voglia pazzesca
di baciarti…- Mi bacia e le note della stramaledetta canzone si
perdono tra la nebbia della passione, in preda al desiderio cerco di
penetrarlo più a fondo ma quando vedo il suo dolore mi fermo ritornando in
me, non avevo nessuna intenzione di prenderlo, volevo solo toccarlo e
baciarlo ma mi sono fatto prendere la mano. - Scusami, non so cosa mi sia preso-. - Non scusarti, ero solo impreparato, non pensavo che
volessi andare oltre-. - Infatti non volevo ma tu mi mandi fuori di testa-. Lo
bacio liberandolo delicatamente ma comunque gli provoco dolore, ritorno alla
posizione di prima accontentandomi di rimanere alla sua entrata e violarla
solo con le mie dita. Sentirlo tremare contro il mio corpo mi fa sentire
potente, i suoi gemiti di piacere mi fanno sentire importante. Continuiamo a
strusciarci, a toccarci e a baciarci fin quando il tempo e lo spazio perdono
le loro connotazione, per quanto ci riguarda potremmo davvero trovarci in
Messico in chissà quale giorno in un anno imprecisato. Gli sussurro cento,
mille, un milione di volte che lo amo e che lo voglio, lui mi dichiara il suo
amore lasciandomi giocare con il suo corpo procurando così piacere ad
entrambi. Veniamo bruscamente riportati alla realtà dalla voce di Jim Bob che
per farsi sentire ha abbassato il volume della radio. - Ragazzi siamo a La Borde-. Sposto il mio peso dal
corpo di Leonard per farlo alzare e comunque tenerlo sotto di me. - Cazzo siamo a meno di dieci minuti dal quartiere di
John!- Mi scavalca con abilità. - Per questo vi ho avvertito-. Leonard mi guarda con
intensità io sollevo un sopracciglio. - Tieni alto il volume della radio, se non vuoi rimanere
scioccato per il resto della tua vita-. Jim Bob obbedisce senza aggiungere
una parola, io guardo Leonard stupito dal fatto che voglia continuare, vista
la voglia che ho di lui cerco di farlo stendere nuovamente… - Non vedo dove siamo se mi sdraio, molto meglio così…-
si mette seduto a cavallo su di me riprendendomi a baciare. - Hmmm anche questa posizione non mi dispiace poi
tanto-. - Abbiamo altri dieci minuti di Messico Hap vediamo di
non sprecarli-. Per non perdere tempo neanche gli rispondo e riprendo ad
amarlo in tutti i modi possibili. Non voglio farmi mancare nulla gli levo la
canottiera denudandolo completamente, rimango un attimo in adorazione del suo
corpo e poi mi tuffo a baciarlo anche se non posso morderlo ci sono
moltissime cose che si possono fare con un corpo da favola come il suo. - Ho una voglia pazzesca di te Leonard, vorrei essere in
un comodo letto a fare l’amore e una volta finito rimanerti dentro per
sempre. Mentre dormi, mangi, cammini ogni cosa che tu possa fare continuerei
a possederti e appena recuperata un po’ di energia comincerei di nuovo a fare
l’amore e così per sempre. Il tuo corpo diventerebbe la mia unica casa,
amarti lo scopo della mia vita. Vorrei esserti talmente dentro da diventare
te stesso e perdermi in te… mi stai facendo perdere la ragione-. - Mi sto a malapena trattenendo dall’urlare di scoparmi,
se continui a dire certe cose non ti assicuro di riuscire a tenere la bocca
chiusa ancora per molto…- - Non trattenerti, pregami di scoparti Leonard…- - Se non fossimo in una macchina con Jim Bob al volante
e vicino casa di John lo farei anzi passerei direttamente ai fatti, non ho
mai desiderato tanto una cosa in vita mia. Anche scoparti è passato in
secondo piano in questo momento, voglio sentirti dentro di me, non con le
dita ma tutto te stesso, vorrei sentirti dalla testa ai piedi Hap-. - Solo io posso vederti così vero? Non permetterai a
nessun altro uomo di sentirti pregare di scoparti e con nessun altro sarai
così aperto e pronto come lo sei ora per me…- - No solo tu mi fai venire voglia di pregare…- Strofina
il sedere sulla mia eccitazione mettendo a dura prova il mio autocontrollo,
con la mano che non è dentro di lui gli blocco la vita, impedendogli di farmi
impazzire ulteriormente, perché altrimenti non ci farei solo l’amore ma me lo
violenterei anche se è totalmente consenziente, lo farei con talmente tanta
forza che lo spaccherei veramente in due e lo prenderei talmente in
profondità da rimanerci davvero incastrato per il resto della mia vita. Per
la mia sanità mentale gli impedisco di parlare per non dover più ascoltare le
sue proposte indecenti. Lo bacio, continuando a lavorare sul suo corpo
portandolo quasi all’apice per poi fermarmi per non farlo venire e poi
riprendere per farlo impazzire più di prima. Ha tutti i muscoli tesi, ogni
lieve tocco mette in crisi tutti i suoi nervi sensibilizzati che lo fanno
contorcere di desiderio. Ogni tanto apre gli occhi per controllare la
situazione per poi tornare a concedermi tutta la sua attenzione baciandomi e
toccandomi con più passione di prima. Ho sempre pensato che il tempo fosse
una misura soggettiva, a volte i minuti sembrano ore e altre volte le ore
sembrano minuti, in questo caso i minuti sembrano scivolare come secondi.
Arriva troppo presto il momento in cui Leonard si stacca lentamente da me
guardandomi dritto negli occhi come se volesse fotografare con la mente la
mia immagine, mi fa un’ultima dolce carezza che mi godo ad occhi chiusi, poi
si gira per attirare l’attenzione di Jim Bob. - Ferma la macchina, ci siamo quasi-. Rimane su di me
mentre si rimette la canottiera, le mie dita sono ancora dentro di lui finché
non sarà lui a dirmi di levarmi sono intenzionato a rimanergli appiccicato.
Non lascia il mio sguardo neanche mentre si riveste. Si alza ma continuo a
non lasciarlo andare, mi prende la mano e la sfila dal suo corpo poi me la
cosparge di baci umidi. Si riallaccia i pantaloni e prima di mettersi seduto
al mio fianco mi dà un ultimo bacio. - Ti amo Hap, sarebbe meglio se te lo scordassi ma non
voglio che succeda, anche se torneremo a comportarci come prima te lo
ricorderai?- - Certo per me è lo stesso-. - Sarà meglio non vederci per un po’ se ci vedessimo
domani non credo che riuscirei a fare finta di niente-. - Hai ragione mi farò vivo io o ci vedremo a lavoro, ho
intenzione di prendermi un mese di ferie se me lo concedono-. - Buona idea io farò lo stesso. Puoi anche ripartire!-.
Ora è al mio fianco e appena la macchina riparte si volta a guardare fuori.
Non riesco ancora ad accettare la separazione così lo abbraccio e lo
accarezzo. Se la malinconia avesse una solidità ne saremmo completamente
schiacciati. Lo sento sospirare, si appoggia alla mia spalla e chiude gli
occhi, cerco di farlo rilassare accarezzandogli i capelli. Quando riapre gli
occhi, guardo fuori e mi accorgo di essere neanche a cinquecento metri dalla
casa di John. - Fermati un po’ più avanti della porta d’ingresso, sono
sicuro che John sta alla finestra a guardare ogni macchina che passa. Ho
bisogno di qualche secondo per riprendere il controllo. Puoi anche abbassare
la radio lo spettacolino vietato ai minorenni può dirsi concluso per sempre-.
Sempre è una figlia di puttana di parola, può portarti in paradiso o
all’inferno. Non dovrebbe esistere una parola con un simile potere di distruzione. Jim Bob segue le
indicazioni di Leonard e contemporaneamente vediamo uscire John ma si limita
a rimanere sulla soglia della porta. Leonard si volta nella mia direzione
guardandomi per alcuni secondi poi mi bacia una guancia e quando va per
baciare la sinistra devia verso l’angolo della mia bocca rimanendoci per più
tempo di un bacio normale. - A presto amico-. Mi dice. - Certo amico-. Gli rispondo. E mi sento un idiota
totale. Forse perché sono un idiota totale. Scende dalla macchina e lo vedo
che saluta con la mano il suo compagno poi va a prendere la valigia nel
portabagagli. Seguo tutti i suoi movimenti come se ne andasse della mia vita.
Torna indietro dove sono io. - Ah Hap un’ultima cosa…- - Cosa?- - Ehi Jim Bob voltati un attimo, è una cosa privata-. - Certo-. Leonard rientra nuovamente in macchina
poggiando la valigia dietro di me, poi mi bacia fino a togliermi il respiro e
fino a quando glielo tolgo io. Leva la valigia che serviva per coprirci da
John e mi sorride. - Era abbastanza importante no?- - Direi di sì, addirittura vitale aggiungerei-. - Salutami Brett nonostante tutto non riesco ad
odiarla…- - E tu salutami John, io invece riesco ad odiarlo
benissimo-. - Peggio per te… Jim Bob ti chiedo scusa per stamattina
dopotutto sei un tipo a posto…-. - Certo che lo sono frocio negro-. - Dovrò darti una ripassata un giorno o l’altro per
ricordarti chi è il più forte-. - Tsk stamattina mi hai preso alla sprovvista in uno
scontro leale non avresti speranze!- - Sogna pure!- E se ne va definitivamente, io in vena di
farmi del male rimango a vedere il fatidico incontro tra lui e John. - Che facciamo andiamo?- - Aspetta che passo avanti-. Prima di risalire mi volgo
indietro e come temevo vedo i due piccioncini intenti a risucchiarsi la
lingua. Fa maledettamente male… Abbasso lo sguardo e neanche così ho un po’
di pace vedo Bob, il famigerato armadillo, in completa estasi che si dà da
fare con la gamba di Leonard. La disgustosa coppietta felice si stacca e si
gira per salutarmi. Mi mordo la lingua per impedirmi di urlare e mi costringo
ad alzare una mano in un gesto di saluto amaro più del fiele. Rientro in
macchina, cerco di cancellare l’ultime scene dalla mia mente ma non è così
semplice. - E’ possibile essere gelosi di un armadillo?- - Non per le persone normali amico-. Io dico di sì se si
vieta all’amore di prendere forma si finisce per odiare ogni cosa perché
prima di tutto si odia se stessi… - E’ la risposta che temevo… parti quei due sono capaci
di scopare anche in mezzo alla strada-. L’ultima volta che mi sono girato
John era spiaccicato sulla porta con Leonard che sicuramente non gli stava
facendo una visita di controllo. - Davvero vuoi lasciartelo scappare Hap?- - No che non voglio ma io non sono come lui… sai, vorrei
essere tante cose per Leonard ma non riesco ad essere niente di più di quello
che sono…- - Ovvero un coglione-. - Stavo per dire il suo migliore amico ma forse hai
ragione alla fine tutto si riduce a questo: sono un coglione… presto
riceverai la partecipazione del matrimonio… mi sposo con Brett-. - Condoglianze Hap-. - Fottiti! Riuscirò a rimettere insieme i pezzi della
mia vita e ad essere felice-. - Ci eri appena riuscito, la tua occasione l’hai avuta
coglione-. - Ti sbagli la mia occasione deve ancora arrivare… sono
un tipo abitudinario io-. Fine (mah^^)
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