Dediche: L'intera fic è per la mia vampira preferita, nonché mio angioletto custode, Tes! ^^
Disclaimer: i personaggi di SD sono di Takehiko Inoue, io scrivo solo per mio diletto e non ci guadagno niente.
ATTENZIONE: Il capitolo è piuttosto forte, io reggo bene le scene macabre, ma qualcuno potrebbe non apprezzare... la storia è leggibile anche se saltate questa parte, quindi non mi offenderò se lo fate, anzi! Cmq, se volete leggere lo stesso, fatelo, ma non cercate di immaginarvi la scena, è meglio! Un bacio. Kia.
Vampire: The Nightmare
di Kieran
Parte 6 di 17
Quei due maledetti bastardi! Aveva tanta rabbia in corpo che avrebbe volentieri spazzato via l'intera popolazione di Kanagawa! Come si erano permessi? Come avevano potuto anche solo OSARE PENSARE di poterlo affrontare?
Certo, Raziel ragionava da demente, visto che il sangue puro di quel traditore di suo padre era stato mescolato con quello di un'umana; e capiva il fatto che non si rendesse conto di aver sfidato un vampiro di stirpe nobile.
Ma Hanamichi non lo capiva! La paura che aveva letto nei suoi occhi durante il loro primo incontro, e che aveva fatto tremare il suo corpo quando se l'era trovato davanti in quella camera, aveva lasciato il posto alla rabbia.
E l'eccitamento che aveva attraversato il suo membro nel momento in cui lo aveva sfiorato, era stato sostituito dal ripudio. Hanamichi non si era minimamente eccitato quando aveva sfiorato il suo viso. Ma era stato scosso da fremiti quando la lingua di quel verme gli aveva accarezzato la mano.
Preferiva un mezzosangue a lui! Il Signore della Notte! L'essere perfetto, che tutti i vampiri del mondo onoravano e temevano! E che tutti gli umani del mondo avrebbero imparato ad onorare e temere. Ma il suo Hanamichi non aveva ancora capito quale privilegio gli era capitato, quale grande onore, quello di poter essere amato da uno dei Cinque. Oh, ma non si arrendeva. No! Hanamichi sarebbe stato suo, anche se forse era già stato contaminato da un mezzosangue!
Ed avrebbe torturato Raziel per questo: gli avrebbe tolto ogni brandello di quella sua pelle umana, avrebbe spezzato ogni sua più piccola vena, avrebbe frantumato ogni suo minuscolo ossicino. E Hanamichi avrebbe assistito a tutto quello. Ed avrebbe goduto! Oh, sì, gli avrebbe urlato di non smettere mai, di lacerare ogni più piccola fibra di quell'essere ripugnante chiamato Raziel. Ed avrebbero scopato sul suo cadavere! Si sarebbero saziati del suo sangue! Avrebbero goduto fra le sue ossa! Per giorni.
Poi finalmente lo avrebbe reso un essere perfetto: gli avrebbe donato il grande privilegio di avere i suoi canini nella carne, di avere il suo veleno in corpo.
E quando entrambi sarebbero stati vampiri, allora avrebbero distrutto la razza umana. E sarebbero diventati i Signori indiscussi dell'intero pianeta, popolato solo da vampiri.
Ah sì, dovevano togliere di mezzo anche quell'impiastro di Gamariel...vampiro scaduto! Che viveva la sua esistenza da essere umano! Imbecille! Poteva conquistare il potere e si limitava a giocare a fare l'umano! Lui e Kainel (Altra citazione! ^^ NdK), il padre di Raziel, erano i due Signori che avevano svergognato la loro nobile razza. Ma Kainel ora non era più un problema, e presto non lo sarebbe stato neppure Gamariel.
Ma ora era stanco di pensare a tutto quello: ora voleva solo sfogare la sua rabbia incontenibile, che rischiava di farlo implodere! E lo avrebbe fatto a modo suo...come sempre.
Appoggiò la mano sull'anta chiusa di una portafinestra, che si aprì silenziosamente lasciando che un alito di vento inondasse la stanza buia: non gli piaceva entrare nelle tane delle sue prede, lui adorava coglierli di sorpresa in luoghi affollati, dove rischiava di essere scoperto in ogni istante. Ma questa sera era diverso: doveva sfogarsi e subito! E non voleva una riserva qualsiasi; no! Doveva essere la LORO riserva! Per quel motivo sarebbe entrato in casa sua. Ma solo per quella volta.
Mosse qualche passo all'interno della stanza e si guardò intorno senza interesse: una scrivania, un armadio, una libreria...dettagli insignificanti di cui si circondavano gli umani. Quello che interessava a lui, era solo il letto sulla sinistra, nel quale era disteso un ragazzo che dormiva su un fianco. Si avvicinò silenzioso e lo guardò senza provare il minimo piacere: non voleva lui! Voleva Hanamichi! Il suo chiodo fisso, che gli aveva impedito di mietere vittime in quella settimana.
Ma per quella sera si sarebbe accontentato: perché avrebbe fatto soffrire quei due bastardi, ed il giorno successivo avrebbe guardato i loro volti frustrati, fingendo di provare compassione per loro. Ed avrebbe porto la sua spalla ad Hanamichi, per piangere la terribile tragedia. Oh, sì, ora cominciava ad eccitarsi!
Allungò una mano scostando le lenzuola con un'unghia, rivelando il corpo ben fatto di un ragazzo di sedici o diciassette anni, coperto da un fastidioso pigiama scuro. Con la stessa unghia tracciò una linea sottile lungo la sua schiena, lacerando il pigiama e la biancheria del ragazzo, che si aprirono lasciando che potesse rimirare la sua schiena snella ed il suo fondoschiena sodo...mm...niente male.
Lentamente, accarezzando con lo sguardo ogni centimetro di quel corpo, si tolse gli abiti piegandoli ordinatamente ai piedi del letto; finalmente libero, si chinò sul ragazzo sfiorandogli le scapole con dita ferme. La sua pelle fu scossa da brividi di freddo e le sue mani vagarono alla ricerca delle lenzuola; Evriel sorrise compiaciuto e la sua mano gelida s'infilò tra i resti del pigiama, andando a tracciare gli addominali del ragazzo. Belli. Scolpiti. Oh, cominciava a pensare che si sarebbe divertito un mondo.
Mugugnando senza svegliarsi, il ragazzo si piegò per andare a cercare le lenzuola ai suoi piedi, ma non trovandole, si costrinse ad aprire gli occhi che cocciutamente volevano rimanere addormentati. Vide le lenzuola raggomitolate in fondo al materasso e si alzò su un gomito per andarle a recuperare; Evriel si raddrizzò restando con un ginocchio appoggiato al letto, guardandolo quasi con divertimento.
Il ragazzo prese le lenzuola e se le tirò sul corpo, ma qualcosa cadde a terra e, un po' più sveglio, si sporse per vedere di cosa si trattasse; corrugando la fronte, cercò di mettere a fuoco il mucchietto sparso ai piedi del letto.
- Vestiti? - mormorò infine e Evriel lasciò che un ghigno gli trasfigurasse il volto.
- Sono i miei. - bisbigliò al suo orecchio; il ragazzo fece un balzo cadendo quasi dal letto e lanciò un urlo che però fu subito tappato da una mano affilata del vampiro. Ora i suoi occhi esprimevano terrore allo stato puro e quello bastò perché un principio d'erezione muovesse il membro di Evriel.
- Come ti chiami, piccolo? - mormorò ancora con voce così bassa da risultare cavernosa; sapeva che il ragazzo non avrebbe mai potuto rispondere, ma a lui bastava leggere nella sua mente le risposte alle sue domande. Ma quel bel tipo aveva la mente annebbiata dal terrore, e sembrava prossimo a svenire.
- Non importa, me lo dirai più tardi.
Lasciò il suo viso incatenando a sé il suo corpo, poi cominciò lentamente a togliergli i brandelli di pigiama che gli erano rimasti addosso, lasciando che le sue mani gelide sfiorassero quella pelle cocente; brividi scossero quel corpo umano, brividi di puro piacere. Lo sapeva. Ne era certo. Scese a sfilargli quello che era rimasto dei boxer, tagliando la stoffa con le sue unghie, sfiorando con il dorso della mano il suo pene ancora floscio. Ma che a quel contatto ebbe una pulsione.
Troppo facile. Quel pivello era già suo; forse poteva anche scioglierlo dall'incantesimo, ma era più sicuro aspettare un altro po'. Fece vagare le mani sul petto liscio, sfiorando appena la pelle con le unghie, ma lasciando piccoli graffi affilati; avvicinò il viso al suo e fece scivolare la lingua lungo le sue labbra secche e contratte. Premette appena, ma subito il ragazzo gli lasciò libera la strada per la sua bocca: e quello non era stata una sua costrizione. Il ragazzo aveva agito di propria volontà.
Ma poteva trovare un barlume di lucidità o avere uno scatto di nervi. Non l'avrebbe liberato. Non subito.
Esplorò tutta la sua cavità con la lingua, assaporando il gusto della sua saliva, intrisa di terrore; poi tornò sulle labbra e con i suoi canini ormai esperti, lasciò due piccoli puntini sanguinanti sul labbro inferiore. Ne leccò il sangue, godendo di puro piacere: un vergine! Illibato. Mai sfiorato da anima viva...o morta! Non poteva chiedere di meglio: gli ultimi due non erano stati granché, ma questo...sentì crescere la propria eccitazione.
Le sue mani vagarono lungo la schiena del ragazzo, fermandosi poi sulle sue natiche ed allargandole leggermente mentre con un'unghia sfiorava la sua fessura. Il ragazzo gemette contro la sua bocca ed allora Evriel gli lasciò libera la mente: ora poteva agire come meglio credeva. Ma, come si era aspettato, il ragazzo non si mosse.
Con la lingua tracciò una linea fino al suo orecchio, infilandosi poi dentro e mordicchiando il lobo per assaporare altro sangue vergine; e di nuovo il giovane gemette.
Evriel manovrò fino a metterlo seduto di lato sul letto ed a fargli allargare le gambe; poi gli si mise davanti prendendogli il viso e premendolo contro il suo petto nudo. Ed il ragazzo cominciò a deporvi leggeri baci, intervallati a morsi...niente male, visto che era la sua prima volta.
D'improvviso, però, il vampiro gli afferrò i capelli e lo costrinse ad alzare il capo verso di lui, che ora guardava sogghignando quegli occhi resi vitrei dal desiderio: stupidi umani, che si lasciavano comandare dal loro ca**o! Con la lingua gli percorse ogni tratto del viso e quasi scoppiò a ridere quando il ragazzo cercò debolmente di prendere il controllo del loro bacio. Ma gli piaceva: non era uno smidollato come gli altri. Aveva un po' di spirito, dopotutto...come il suo Hanamichi.
No! Non doveva pensare a lui in quel momento! O la rabbia lo avrebbe riassalito e non sarebbe riuscito a combinare nulla! Tirandosi il ragazzo contro il petto, riprese le sue sembianze umane e senza tanti cerimoniali gli infilò tre dita nella fessura; il corpo contro il suo s'irrigidì, ma in pochi attimi prese a muoversi ritmicamente al tempo delle sue dita.
E Evriel si calmò: era stato un po' brusco, ma ora era passata. Si chinò sul viso del ragazzo e lo baciò infilandogli la lingua in bocca di prepotenza, quasi soffocandolo; ed il giovane si avvicinò con l'inguine alle sue ginocchia, sfregandosi contro.
Guarda, guarda, un tipetto impaziente: che strano, di solito gli altri erano sì eccitati, ma non prendevano mai l'iniziativa. Si abbandonavano semplicemente a lui. Forse perché non erano vergini...o forse perché, in fondo, lui era un vampiro. A meno che...merda, al buio il ragazzo non l'aveva visto in faccia! Credeva si trattasse di un semplice maniaco cui non poteva resistere! Da scompisciarsi dalle risate!
Senza staccare la lingua dalla sua, lo spinse mettendolo supino, poi scese a leccare il suo collo, il petto, i capezzoli; e lui gemette quando li morsicò per assaporare di nuovo il suo sangue. E, mentre le sue dita continuavano a muoversi dentro il ragazzo, con la mano libera scese ad afferrare il suo membro, in una presa di ferro; il ragazzo sussultò, ma allargò di più le gambe.
Evriel cominciò subito a muovere la mano, a tempo con le dita nella fessura, mentre lasciava piccoli segni dei suoi canini su tutto il suo corpo: che delizioso antipasto. Quanto avrebbe voluto succhiare tutto il suo sangue: ma sentirsi così, al limite dell'orgasmo, mentre lui gemeva e sudava sotto di lui, mentre godeva e lo supplicava con il corpo di non smettere...sentirsi così era più appagante di qualsiasi banchetto a base di sangue.
All'improvviso smise di fare tutto: si raddrizzò togliendo le dita e la mano dal suo corpo ed il ragazzo mugugnò in segno di protesta. Ma Evriel non aveva certo terminato: si alzò in piedi e lo sollevò a sedere prendendolo per una spalla, poi indirizzò il suo viso verso il suo pene eretto. Ed il ragazzo non si fece pregare ed aprì la bocca accogliendolo per intero; Evriel gli mise una mano dietro la nuca facendolo muovere al tempo che voleva, godendo quando i denti del ragazzo lo graffiavano.
E spalancò gli occhi per la sorpresa quando la mano dell'altro si fece spazio tra le sue gambe, afferrando il suo scroto e cominciando a massaggiarlo...cazzo, quel ragazzo ci sapeva fare! Forse poteva tenerselo per un'altra volta...doveva pensarci!
Quando si sentì ormai prossimo all'orgasmo, lo spostò da sé e lo spinse di nuovo, poi gli afferrò le cosce e se lo tirò contro penetrandolo senza tanti complimenti; sentì la pelle e le piccole vene nella sua fessura rompersi ed il ragazzo gemere di dolore. Ma cominciò a muoversi con spinte sempre più violente, ed il ragazzo venne quasi subito.
Con un dito andò a prendere un po' del liquido seminale che ora aveva sul ventre ed assaporò quel nettare illibato succhiandosi il polpastrello. Poi finalmente venne.
Uscì subito dal corpo del ragazzo, guardandolo con occhi diversi: ora non era più eccitato, ora non voleva più niente da lui. Solo il suo sangue...la sua anima...la sua vita. Ma il ragazzo aveva ancora un'erezione pulsante e si chinò su di lui infilandogli di nuovo le dita nella fessura e ricominciando a massaggiare il suo pene; ed il ragazzo gemette di piacere.
- Guardami. - sospirò allora Evriel ed il ragazzo aprì gli occhi cercando di scorgere i suoi lineamenti nel buio; allungò una mano verso il comodino e riuscì ad accendere l'abat-jour illuminando il suo viso. E sgranò gli occhi.
- Senpai? - disse solo e Evriel annuì prima di sogghignare.
- Sì, io...ma ora ti mostrerò il mio vero volto.
Si trasformò assumendo le sembianze da vampiro; ed il volto del ragazzo sfigurò, ma non per il terrore. Dentro lui, le unghie di Evriel erano tornate ad essere lunghe ed affilate come rasoi ed ora gli stavano lacerando l'intestino; il ragazzo urlò. Un urlo agghiacciante. Disperato. E Evriel si sentì di nuovo eccitato e scoprì i canini mentre si chinava sulla sua giugulare. Sarebbe venuto mentre gli succhiava tutto il sangue. Come sempre.
Ma questa volta era diverso. Perché era nella tana della preda. E delle voci nella stanza accanto lo disturbarono: i genitori del ragazzo! Merda, si era dimenticato di dove si trovava! Si spostò sfilando lentamente gli artigli insanguinati dal suo corpo e tracce di intestino liquido colarono lungo le cosce del ragazzo.
Evriel raccolse i vestiti, pronto ad andarsene, ma si fermò ad osservare per un attimo il viso cereo del ragazzo; con un dito scese a toccare il liquido melmoso che lentamente colava dal suo ano ed un ghigno si dipinse sul suo viso mentre se lo portava alle labbra e con la lingua ne assaggiava il sapore. Poi si voltò e saltò dalla finestra, proprio mentre la porta della stanza si spalancava; l'urlo agghiacciante di una donna gli accarezzò i timpani.
**********
Nobu - Scusa...
Kieran - Ehi, dove vai?
Nobu - A vomitare!
Kieran - Eh, sì, fa un po' schifo...
Nobu - Un po'? Ma che mi***ia di mente malata hai? Come ti saltano in mente certe scene?
Kieran - Pensa che l'ho un po' censurata perché mi sembrava di esagerare! ^^;;
Nobu - Fortuna che non hai scritto la scena integrale!
Kieran - Eh sì...ma cerca di dimenticare questa scena e continua a guardare.
Nobu - Che c'è da guardare?
Kieran - Ehm...credi che due lemon nella stessa fic siano un po' esagerate?
Nobu - RuHana?
Kieran - Sì, ma mi sa che non la metto...
Nobu - Fortuna che quei due non sono qui, altrimenti chi li sentirebbe!
Kieran - Mah, adesso guardo...vediamo cosa salta fuori, se c'è spazio...
Nobu - Mm...credo che una lemon fra quei due sarà un po' più accettabile.
Kieran - ...sì, ma non dimenticarti che Ru è pur sempre un vampiro...
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