Dediche: L'intera fic è per la mia vampira preferita, nonché mio angioletto custode, Tes! ^^
Disclaimer: i personaggi di SD sono di Takehiko Inoue, io scrivo solo per mio diletto e non ci guadagno niente.
Noticina: Ehm... me l'ero dimenticata nei capitoli precedenti, ma i pg (purtroppo) sono OOC... ç__ç
Vampire: The Nightmare
di Kieran
Parte 3 di 17
Era trascorsa una settimana da quella sera e Hanamichi era ancora appoggiato alla famiglia di Yohei; non era mai uscito di casa, per non dover affrontare i giornalisti che con insistenza pretendevano che ricordasse quei momenti tragici, che ora, dopo sette giorni, la sua mente cominciava a rifiutare.
Davvero credeva di aver visto un'ombra saltare così in alto da riuscire a scavalcarlo? E allora perché, quando si era voltato, non aveva visto nessuno? E quel corpo? Forse gli occhi del ragazzo erano chiusi, e non riversi verso l'alto; forse non aveva un'erezione, come aveva creduto di vedere in quel nanosecondo, forse non aveva bava alla bocca, ma era solo sporco.
Sì, probabilmente in quel momento era talmente suggestionato dalle balle che avevano raccontato i suoi compagni quel pomeriggio, che la sua mente aveva sovrapposto immagini viste nei film a quello che aveva di fronte. Ed ora cominciava a sentirsi molto meglio: in quei sette giorni non erano più avvenuti altri omicidi "strani", ed aveva potuto godersi quella piccola vacanza che gli era stata concessa.
Saputo quello cui aveva assistito, il preside della scuola gli aveva letteralmente imposto di prendersi una settimana di vacanza, ed anche il coach Anzai lo aveva esonerato dagli allenamenti; i suoi compagni di squadra erano andati a trovarlo per tenergli compagnia, e Haruko trascorreva con lui tutti i pomeriggi. Lui ne era contento, ma non aveva la mente abbastanza lucida per gioire veramente di quella vicinanza. Però era lieto che i suoi amici si preoccupassero tanto per lui e che, soprattutto, non gli chiedessero di ricordare quel momento...ma non aveva ancora fatto i conti con uno in particolare di quegli amici...quello che in realtà non lo era...
Il campanello suonò e la madre di Yohei andò ad aprire: era martedì mattina e Hanamichi continuò a tagliare a fette le carote, visto che non poteva essere nessuno che conosceva. Ma la madre di Yohei si affacciò alla porta della cucina sorridendo.
- C'è una visita per te, vai pure su in camera: qui finisco io!
- Oh, grazie.
Si alzò ripulendosi le mani in un asciugamano, poi andò nel corridoio inarcando sorpreso le sopracciglia.
- Rukawa? Cosa fai qui?
- Ehm...possiamo andare da qualche parte...per restare soli...
Sorpreso dal suo comportamento, Hanamichi si limitò ad annuire con il capo e lo precedette lungo le scale ed il corridoio, facendolo poi entrare nella camera che in quei giorni aveva condiviso con Yohei; mentre si richiudeva la porta alle spalle, notò che lo sguardo di Rukawa vagava per la stanza, andando a sfiorare il letto di Yohei ed il futon appoggiato in un angolo, nel quale dormiva Hanamichi. Il rosso gli indicò di sedersi sul letto, mentre si metteva davanti a lui accomodandosi sulla sedia della scrivania.
- Allora, cosa fai qui? Ti ha costretto il Gorilla?
- No...
Hanamichi aspettò un attimo, scrutando il suo viso basso: sembrava combattuto e non indifferente come sempre. Possibile che fosse davvero venuto fino a lì solo per lui? Ed aveva pure saltato la scuola? Certo non gli allenamenti...non pretendeva tanto!
- Allora, volpe, vuoi parlare o stiamo qui a guardarci?
- Io... - rialzò lo sguardo fissando gli occhi scuri nei suoi - Come...come stai ora?
- Sei qui per sfottere, volpe? Che ti frega di come sto?
Rukawa strinse i pugni probabilmente per controllarsi.
- Idiota, sto cercando di essere gentile. - mormorò, ma Hanamichi si accigliò.
- Mi stai dando la tua pietà? - sibilò tra i denti - Spero per te che non sia così, perché rischieresti di finire ammazzato di botte.
- Non provo pietà per te! - esclamò Rukawa un po' più convinto - E sinceramente non me ne frega un cazzo di come ti senti!
- E allora perché sei venuto?
- Io... - ancora quell'esitazione - Io volevo sapere...cos'hai visto?
Hanamichi rimase impietrito per un attimo, poi si alzò in piedi con uno scatto, rovesciando la sedia.
- COSA?! - urlò infuriato - Vuoi sapere cos'ho visto? Sei venuto qui per questo? Ma cosa sei? Un necrofilo? Un masochista? Tutti cercano di evitare l'argomento, per permettermi di dimenticarlo, e tu vieni qui e candidamente mi chiedi cosa ho visto?
- Calmati. Non m'interessa che tu mi descriva il corpo di quel ragazzo...ma l'ombra. Cos'hai visto di quell'ombra?
- L'ombra? - ripeté Hanamichi sorpreso e confuso - Vuoi sapere...ma perché?
Ora la sua voce era di qualche tonalità più bassa, ma ancora alterata; Rukawa, però, sembrava tranquillo, anche se restio a parlare.
- Ecco...perché temo di averla vista anch'io...
Hanamichi lo guardò per un attimo, cercando di interpretare il tono della sua voce, poi raccolse la sedia e tornò a sedersi appoggiando i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi verso di lui.
- Tu credi di averla vista? Quando?
- L'altra sera...ho avuto l'impressione che mi seguisse...e non cominciare a sfottere, perché sono pronto a menarti anche subito.
Hanamichi però non aveva nessuna voglia di scherzare su quell'argomento: anche solo pensare che una persona che conoscesse...anche se si trattava di Rukawa...potesse fare una fine così tragica, gli mozzava il fiato in gola.
- Beh...non so bene cos'ho visto... - disse infine - Era solo un'ombra, velocissima...e alta...più alta di me, credo...ma si è mossa così velocemente che non ho potuto scorgere altro. Ma sei certo di averla vista?
- No...no...ecco...è una sensazione...di essere seguito...
Hanamichi si raddrizzò senza distogliere lo sguardo da quel viso così abbattuto: eh, sì, stavolta Rukawa non riusciva proprio a mantenersi glaciale! Però, in effetti...neppure lui sarebbe riuscito a rimanere tranquillo visti i fatti che erano successi la settimana prima.
- Tu sai che il ragazzo che ho trovato, giocava nel Takezato? - chiese piano; Rukawa annuì guardandolo.
- Già...saranno coincidenze?
- Beh, forse...forse è tutto finito...forse qualcuno ce l'aveva proprio con quei due...
- Sì...
Nessuno dei due era convinto, ma non lo disse ad alta voce, anche se i loro visi erano più che espressivi; Rukawa sospirò e si alzò in piedi e Hanamichi lo fronteggiò.
- Ora vado.
- Sì...
Lo accompagnò alla porta, rendendosi improvvisamente conto che si erano comportati come persone civili dalla prima volta da quando si conoscevano. Non era poi così male! Passando davanti alla cucina, Rukawa salutò la madre di Yohei, poi si fermò sulla porta voltandosi verso Hanamichi.
- Ehi, volpe, non andare in giro quando fa buio. - disse con tono scherzoso, ma in realtà serissimo; Rukawa annuì.
- Che fai, ti preoccupi per me?
- No...ma non ho voglia di perdere tempo venendo al tuo funerale.
- Mm...non ti ci vorrei comunque!
Hanamichi sorrise e Rukawa mosse appena le labbra, in quello che doveva essere uno dei suoi sorrisi più smaglianti!
- Baka! Avverti gli altri che domani torno a scuola.
- Do'aho, non sono il tuo fattorino.
Si voltò e lo salutò con un gesto della mano.
***
Yohei rincasò verso le sette del pomeriggio e, dopo essersi cambiato, si sedette sul divano accanto ad Hanamichi, che stava guardando un programma in televisione. Guardò il suo amico notando che sembrava seccato.
- Cos'è successo oggi? E perché sei così in ritardo?
- Erano tutti infuriati! Il professore d'algebra bestemmiava contro Rukawa perché ha saltato il compito in classe, ha chiamato a casa sua ma non c'era nessuno; così se l'è presa con noi e ci ha lasciato meno tempo!
S'interruppe quando Hanamichi ridacchiò e lo guardò sorpreso; il rosso spiegò la sua reazione.
- Ora capisco perché Rukawa è venuto a trovarmi proprio oggi!
- Rukawa è venuto a trovarti? - esclamò Mito quasi urlando e facendo un balzo sul divano; Hanamichi confermò.
- Sì, questa mattina: è stato qui per una decina di minuti.
- Oh mamma, avete fatto a botte di fronte a mia madre?
- No, no! Sembra incredibile, ma abbiamo parlato quasi civilmente!
- Incredibile davvero! Se lo sapessero gli altri avrebbero un infarto! Ma cosa voleva? Davvero gli interessavano le tue condizioni?
Hanamichi esitò: se avesse detto che Rukawa si sentiva pedinato, probabilmente Yohei avrebbe creduto che era un codardo, ed effettivamente ora anche lui cominciava a pensarlo. Però in quel momento, il suo viso, il modo in cui glielo aveva confessato, non gli avevano lasciato dubbi...e poi Rukawa non era mai stato un fifone...però in quei giorni aveva scoperto un paio di cose strane su di lui. Sembrava trasformarsi quando si parlava di sangue e vampiri: sembrava terrorizzato. Possibile che si trattasse di semplice paura?
- Hanamichi, a cosa stai pensando?
- Ah? Niente, scusa! Stavi dicendo che erano tutti infuriati! Chi altri lo era?
- Akagi! Urlava e sbraitava per la palestra, sempre a causa di Rukawa!
- Cosa? Non è andato neanche agli allenamenti? Strano, pensavo che avesse saltato la scuola proprio per non saltare gli allenamenti...ehi, vuoi dire che l'ultima persona ad averlo visto, sono io?
- A quanto sembra...
Una paura improvvisa gli serrò lo stomaco e sbarrò gli occhi cercando di ragionare coerentemente, ma Yohei gli afferrò un braccio costringendolo a guardarlo.
- Cosa ti prende, Hanamichi? Sai qualcosa che noi non sappiamo?
- Rukawa...era venuto qui perché temeva di essere seguito! Gli sembrava di essere pedinato e mi ha chiesto cos'avessi visto di quell'ombra...oddio...no...non può...
- Tu...tu credi che sia in pericolo? - esclamò Yohei spaventato e Hanamichi riuscì solo a fissarlo con occhi spalancati.
- Non...non lo so...
- Beh...è da una settimana che non succede niente...
- Sì, ma non hanno ancora preso quell'assassino...e lui colpisce i giocatori di basket. Merda!
Si alzò e scavalcò il divano con un salto, riuscì ad infilarsi le scarpe da ginnastica senza allacciarle e corse in strada; Yohei riuscì ad afferrarlo per un braccio costringendolo a fermarsi.
- Hanamichi, è buio ed è pericoloso! Dove stai andando?
- A casa di Rukawa! Devo essere sicuro che stia bene! Anche se si tratta di lui, non voglio che muoia! Non deve morire nessun altro!
- Ma...non sai dove abita!
- Certo che lo so! L'abbiamo visto entrare in casa sua una volta, non ricordi? Con dieci minuti di corsa sarò là!
- Allora aspettami, vengo con te!
- Non c'è tempo da perdere! Muoviti!
Strattonò il braccio e cominciò a correre verso il liceo Shohoku, accanto al quale abitava il volpino; sentì Yohei urlare qualcosa alle sue spalle, ma non se ne curò. Maledizione, non poteva morire! Non Rukawa! Non il suo nemico numero uno, che lo stimolava a migliorare ogni volta che lo guardava con sufficienza! E poi si sarebbe sentito tremendamente in colpa! Lo aveva lasciato andare anche se gli aveva rivelato di sentirsi pedinato! Doveva accompagnarlo! Doveva costringerlo a rimanere, ad andare alla polizia e denunciare...cosa? La sua paura? Chissà in quanti temevano di essere pedinati, di notte!
"Ragiona Hanamichi, non sai se gli sia successo qualcosa! Ha saltato un allenamento, e allora? Ti preoccupi solo perché non l'aveva mai fatto prima? C'è sempre una prima volta, no? (mamma che frase fatta! NdK) Probabilmente quando è andato via, si è addormentato da qualche parte, ed ora è a casa sua, tranquillo e beato, che si guarda la televisione! Chissà come ti prenderà in giro quando saprà che sei corso per lui!"
"Ti prego, fa che mi prenda realmente in giro! Fa che sia a casa sua!"
Passò accanto al cancello della scuola, lanciando solo un breve sguardo all'interno, poi svoltò in un vicolo a destra; un rumore sopra la sua testa lo allarmò e si fermò di botto quando un'ombra precipitò letteralmente qualche passo davanti a lui. Ansimò pesantemente cercando di comprendere la situazione: una figura scura, vestita completamente di nero, era accucciata davanti a lui, con il viso rivolto a terra.
Alzò lentamente il volto e Hanamichi si sentì quasi mancare: era un uomo dal viso pallido, più bianco di quello di un cadavere, con un'espressione compiaciuta e terrorizzante che gli sfigurava i lineamenti. I suoi occhi cerchiati di viola, avevano le iridi gialle e sottili pupille verticali, ma ciò che era peggio, erano iniettati di sangue e...bramosia...
La figura si alzò lentamente in piedi, senza distogliere gli occhi dai suoi: rivelò capelli neri come le piume di un corvo, lunghi fino a metà schiena e più lisci della seta. Due enormi spalle ed un'altezza vertiginosa: probabilmente avrebbe sovrastato anche Akagi e Uozumi!
Hanamichi indietreggiò istintivamente di un passo, sentendo che le gambe stavano per cedergli: il sorriso dell'uomo si allargò, rivelando due sottili canini appuntiti. Il rossino si morse il labbro inferiore con forza, per mantenersi lucido: quello era un vampiro. Ora non poteva fare altro che credere a tutte le storie che aveva sentito.
- Finalmente, Hanamichi, non sai da quanto aspetto questo momento. - mormorò piano l'uomo; la sua voce era bassa, sensuale, ipnotica. Il rosso rabbrividì sentendo il suo nome pronunciato da quella creatura, ma si risvegliò. Doveva scappare, andarsene immediatamente! Maledetto Rukawa ed a quando gli era venuto in mente di salvarlo!
- Rukawa...ridicolo, volevi salvare Rukawa... - mormorò il vampiro contrariato; Hanamichi si voltò per scappare, ma sentì un vento improvviso intorno al corpo e si ritrovò immobilizzato da mani invisibili. Una voce calda, sensuale, gli sfiorò l'orecchio sinistro, mentre labbra gelide gli lambirono il lobo.
- Che profumo i tuoi capelli; - sussurrò sfiorandogli poi l'orecchio con la punta della lingua - e che corpo sensuale. Da quanto aspettavo di poterti avere, Hanamichi.
Le mani diafane si appoggiarono sui suoi fianchi sfiorandoli lievemente, mentre le sue labbra si posarono sul suo collo; Hanamichi si sentì quasi mancare: stava per morire! Stava per essere morso da un vampiro: avrebbe fatto la fine di quel ragazzo!
- No, tu sei speciale, non ti tratterò come gli altri; tu sei il mio desiderio che si realizza. - mormorò piano il vampiro; Hanamichi tentò disperatamente di muoversi, di sciogliersi da quell'incantesimo che lo teneva fermo tra le braccia di quel mostro, ma ogni tentativo fu vano.
- Non opporti, Hanamichi, ti farò provare sensazioni che la mente umana non può neppure concepire, farò godere il tuo corpo a tal punto che mi supplicherai di non lasciarti mai più libero. E ti permetterò di entrare dentro di me. Tu, mio principe, mia anima gemella. Tu solo sei degno di farlo. Ti ho aspettato per tutta la vita, dal giorno in cui nacqui. Ed ora finalmente ti ho trovato. E non ti lascerò mai più andare.
Hanamichi ascoltava quelle parole capendo ben poco: parlava di sesso o di morte? Voleva farlo suo violentandolo, o rendendolo a sua volta un vampiro? Non lo sapeva. Non capiva. Non riusciva più a mantenersi lucido: la sua mente stava impazzendo per il terrore.
La sua mano destra, con le unghie affilate come rasoi, gli sfiorò il pene con carezze lievi e, nonostante la paura ed il tessuto che lo proteggeva, Hanamichi si sentì incredibilmente eccitato: Kami, il suo corpo reagiva a quelle carezze così ripugnanti! Ma cosa succedeva? Non poteva volere veramente che quel mostro lo toccasse! NO! Un urlo raccapricciante nella sua mente, poi tutto diventò nero e Hanamichi svenne.
**********
Nobu - Povero Sakuragi, non vorrei essere nei suoi panni.
Kieran - Ehi, tu cosa ci fai qui? Dov'è Hana-chan?
Nobu - E' tra le grinfie del mostro...ce l'hai messo tu!
Kieran - Ehm...sì, ma la mia è solo finzione...credo...
Nobu - Ehm...io comincio ad avere un po' di paura...mi defilo, ciao!
Kieran - Nobu-chan, aspettami!
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