Disclaimers:
cosa posso dire i personaggi sono di mia invenzione … nooooo non è vero
PURTROPPO sono di Inoue sensei eccetto Shinji, Janette e Yumi che sono
miei (almeno loro) e non esistono nel manga. L’unica cosa che devo è
che ovviamente non c’è alcuno scopo di lucro. Se per caso qualcuno ha
il coraggio di leggerla e volesse dirmi qualcosa un commento un
complimento, che è sempre ben accetto, può farlo inviandomi una e-m@il
alla mia posta Un trauma difficile da superare parte IV di Nobuko
CAPITOLO 4/12 Era lì da ameno dieci minuti ma non aveva
il coraggio di suonare, anche perché non sapeva se quella era la casa
giusta. Sì, è vero che le indicazioni erano giuste e che le aveva seguite
tutte alla lettera, ma quella casa non aveva niente a che vedere con ciò
che lui si era immaginato vivesse il suo Hisashi. Non voleva nemmeno fare la
brutta figura di suonare il campanello alla casa sbagliata, insomma… Bhè non poteva più aspettare, era anche piuttosto impaziente di sapere cosa era capitato al suo ragazzo, e soprattutto preoccupato. “ Basta ora suono” pensò così mentre suonava - chi è?- chiese la cameriera Janette - mi chiamo Akira Sendo, vorrei vedere Hisashi, ehm Mitsui- disse il ragazzo mentre la cameriera apriva la porta di casa - vedo se può parlarle sa ci sono anche altri suoi amici- - scusi quali amici ci sono?- - bhe ce ne sono due, uno ha gli occhiali l’altro è molto alto e massiccio… sono lì- disse mentre gli indicava una saletta attigua all’ingresso “Kogure e Akagi… ma che ci fanno qui? Perché loro sono qui da prima di me? Si sarà confidato prima con loro che con me? Speriamo di no… cavolo sono io il suo ragazzo non loro” - il signorino l’aspetta nella sua camera, l’accompagno- - grazie- *** Mentre saliva le scale si accorse che era una bellissima casa, ben arredata e con molti soprammobili di lusso. “Dev’essere ricca la persona che lo ospita… ma perché vive qui? Ho così tanta confusione in testa, non ci capisco niente” - ciao- salutò Hisashi appena vide la testa del suo koibito fare capolino dalle scale. Appena lo vide Sendo gli saltò letteralmente addosso rischiando anche di farlo cadere. Subito Mitsui si liberò dal suo abbraccio, come se avesse del fuoco sulla pelle. Sendo lo guardò un pò sorpreso della reazione così per non suscitare sospetti in lui disse subito: - sembra che non mi vedi da un secolo- - per me lo è stato, solo Kami sa quanto mi sei mancato- - anche tu da morire vieni in camera dai ho proprio bisogno di parlarti- Così lo fece accomodare nella stanza, sul letto. - ma cosa ti è successo? Hai una faccia così scura… e sembra anche che non dormi da giorni- - però devi promettermi che non mi interromperai mai finché non ho finito e non mi compatirai… io non voglio farti pena- - d’accordo, ma così mi fai preoccupare- - va bene allora da dove comincio?… ehm tu lo sai che io per due anni non ho giocato a basket e che ho avuto dei problemi al ginocchio giusto? Bene in quei due anni sai anche che mi sono unito ad una banda di teppisti, divenendone in poco tempo il capo no? Nell’ultimo periodo avevo cominciato a non sopportare le piccole bande che giravano nei nostri quartieri, così una volta me la presi con una banda di ragazzi che poi ho anche mandato all’ospedale…- si fermò un momento per vedere la reazione di Sendo, ritrovandolo immobile e intento a sentire quello che lui aveva da dire, così continuò: - un paio di settimane fa mi hanno braccato e portato in un vicolo cieco dove mi hanno letteralmente ammazzato di botte…- Mentre parlava gli occhi di Sendo si sbarrarono increduli e il cuore divenne minuscolo come stretto in una morsa che non lo lascia libero di pompare come dovrebbe - e violentato… tutti- Stette un momento zitto per aspettare che la notizia fosse ben digerita dal suo koibito, che teneva lo sguardo basso e rimaneva ancora in silenzio senza riuscire ad aprir bocca sapendo che qualsiasi parola sarebbe stata inutile - ora ti faccio schifo non è vero?- chiese titubante Mitsui - no perché dovrei… solo che non immaginavo una cosa simile, mi hai un po’ spiazzato tutto qui- - è per questo che non ti ho chiamato mi sono ripreso solo oggi, e neanche perfettamente, ho anche provato ad allenarmi ma non ci riesco, ad ogni strusciata da parte degli altri è un immagine di quella sera e io mi sento come se prendessi ogni volta la corrente- - è successo anche prima con me?- - già… mi dispiace- - tu non hai alcuna colpa amore mio non devi colpevolizzarti hai capito? Solo io ho una domanda da farti- - dimmi?- - perché Kogure e Akagi sono qui?- - mi hanno seguito dall’allenamento dicendo che volevano aiutarmi e per sapere cosa mi fosse successo… cos’è eri geloso? Pensavo forse che io mi sarei confidato con loro prima che con te?- - l’ho pensato solo un momento quando sono entrato in questa casa prima di sapere cosa realmente ti fosse successo… scusami sono un bastardo, come ho potuto solamente pensare di chiedertelo- - esagerato solo non mi aspettavo uno scatto di gelosia dopo quello che ti avevo detto, ma non preoccuparti non sono arrabbiato vieni ti presento alla persona che mi ospita qui ti va?- - mi farebbe piacere davvero- Così scesero le scale dove li accolsero Akagi, Kogure e ovviamente Shinji che li invitò tutti a restare per cena. Dopodiché tutti se ne andarono nelle loro case, così il padrone di casa poté affrontare con il ragazzo il difficile discorso che già da qualche giorno aveva in mente di intraprendere: quello dei suoi genitori. - Hisashi- gli disse mentre salivano le scale - dimmi- già dal tono aveva capito che voleva parlargli di una cosa che non gli avrebbe fatto piacere - ti devo parlare- - me lo immaginavo di cosa vuoi parlarmi?- il suo sguardo si era fatto serio - ora stai meglio giusto?- - si devo dire che mi sento meglio anche se non sono ancora molto in forma… psicologicamente intendo- - ah no non dirmi così, perché lo so che vuoi sviare il discorso ma stavolta non te la cavi così capito?- disse Shinji in modo duro, anche se non era sua intenzione aggredirlo - ma cosa vuoi? Tu non sei mio padre o mia madre, non puoi dirmi cosa devo o non devo fare!- rispose alzando la voce - lo so che non sono tuo padre ma ora come ora sei sotto la mia custodia e non ti permetto di parlarmi così, comunque non puoi non far sapere ai tuoi genitori dove sei, saranno preoccupati- - no ti sbagli, a loro di me non importa nulla… sono abituati alle mie fughe da casa e sono mancato anche più tempo di adesso e non hanno fatto una piega perciò non scomodarti a chiamarli, o far loro sapere che sono qui, ti diranno che non sono affari loro, che la vita è mia e che se non sono tornato è solo colpa mia- disse con rammarico - ma stavolta è diverso, hai un grave problema deve importar loro visto che hanno la patria potestà nei tuoi confronti… sai se io volessi potrei denunciarli per questo, perché tu sei un minorenne e loro hanno il dovere di curarti e di badare a te finché non raggiungi la maggiore età, lo sai questo?- - se vuoi provaci ma sarà tutto inutile- - bene grazie domani mi attiverò per questo… adesso andiamo a letto è tardi- - ok buonanotte- - ah Hisashi?- - si?- - simpatico il tuo ragazzo ed è anche molto carino- concluse Shinji chiudendosi la porta della camera dietro di se, mentre Mitsui diventava bordeaux quanto i capelli di Hanamichi.
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