Disclaimers:
cosa posso dire i personaggi sono di mia invenzione … nooooo non è vero
PURTROPPO sono di Inoue sensei eccetto Shinji, Janette e Yumi che sono
miei (almeno loro) e non esistono nel manga. L’unica cosa che devo è
che ovviamente non c’è alcuno scopo di lucro. Se per caso qualcuno ha
il coraggio di leggerla e volesse dirmi qualcosa un commento un
complimento, che è sempre ben accetto, può farlo inviandomi una e-m@il
alla mia posta Un trauma difficile da superare parte III di Nobuko
CAPITOLO
3/12 Stavano giocando una partita d’ allenamento: matricole contro veterani. Erano passati solamente cinque minuti e Mitsui praticamente vedeva gli altri giocare, faceva in modo di non farsi mai toccare e questo l’avevano notato tutti finché la palla non fu tra le sue mani e Rukawa per fermarlo gli fece fallo e gli andò addosso - scusa sempai non volevo, mi dispiace- - togliti da dosso subito- urlò Mitsui, cominciando a tremare e a tenersi la testa con entrambe le mani - non mi toccare, stammi lontano- - ma che gli prende?- - è impazzito- cominciarono a mormorare gli altri giocatori -ehi Micchy datti una calmata ok? Kaede non l’ha fatto apposta stavamo giocando, non c’è bisogno di prendersela in quel modo- rispose Hanamichi all’alterazione subita dal suo ragazzo - calmati Hanamichi, non vedi che non sta bene- disse Akagi prendendo in mano la situazione - Mitsui sei sicuro che non c’è nulla che possiamo fare per aiutarti- - no ho… ho solo b-bisogno di riposare a di andarmene a casa- - bene e allora io e Kogure verremo con te- - no scordatevelo, voglio stare solo, non ho bisogno delle balie che mi seguono passo passo in ciò che faccio- - infatti hai bisogno di qualcuno con cui parlare e noi siamo qui per questo- - non vi sto neanche ad ascoltare, me ne vado a casa- Detto questo se ne andò negli spogliatoi a fare una doccia. **** per strada “ che palle mi seguono come un segugio. Non bastava tutto quello che ho passato, adesso devo anche rendere conto a loro delle mie azioni. Bhè… almeno se mi attaccano di sorpresa quei teppisti avrò qualcuno a difendermi. Però …” - avete intenzione di seguirmi fino a casa- - si Mitsui e riuscire a farti parlare- - aspetta e spera- - Hisashi noi lo facciamo per te- - è un aiuto che io non voglio Kiminobu- Finalmente arrivarono a casa, o pseudocasa visto che in realtà quella non era casa sua. - è qui che vivi ora?- - si Akagi perché qualche problema? Mi pare sia una bella casa, o ti aspettavi una topaia?- - bhe si qualcosa del genere- - o signorino è tornato gia a casa?- - si Janette, preparami qualcosa da mangiare che ho un po’ di fame… ah si anche per loro visto che sono qui anche se non erano stati invitati- disse rimarcando le ultime parole mentre si toglieva il giubbotto e le scarpe - e dato che ormai siete entrati potete accomodarvi in salotto, io me ne vado in camera mia- - hai anche una camera tua Hisachan?- - bhe sono due settimane che sono qui è ovvio che non dormo sul tappeto- rispose Mitsui con una punta d’ironia alla domanda di Kogure - ah Janette potresti avvertire tu Shinji che sono tornato da solo a casa? E quando arriva mandamelo in camera dovrei chiedergli una cosa mi raccomando è importante- - certo signorino come vuole- Dopodiché se ne andò in camera chiudendosela dietro senza lasciar passare i due ospiti, sempre più preoccupati del suo comportamento. Quando Shinji arrivò Janette lo informò subito che Hisashi aveva urgenza di parlargli e che lo aspettava in camera sua. - grazie Janette ci vado subito- Così salì al piano di sopra dove trovò i due “ospiti” di Hisashi - ah voi chi siete, due amici di Hisashi? - si noi siamo Takenori Akagi e Kiminobu Kogure piacere- - piacere io sono Shinji Karukoma… ma che ci fate qua fuori?- - quel deficiente ci ha chiusi fuori voleva starsene da solo in camera- - capisco, mi dispiace ma cercate di avere pazienza è stato molto male in questo periodo- - già l’avevamo capito, vorremmo sapere cos’è successo ma non vuole parlarci lei lo sa cosa gli è capitato- chiese Kogure con il suo solito fare gentile - si me lo ha detto ma dev’essere lui a dirvelo io non ne ho la disposizione sapete silenzio professionale mi dispiace- - come silenzio professionale?- - si sono un medico in particolare uno psichiatra e non posso parlare anche se non è un mio vero e proprio paziente- E così dicendo bussò nella camera di Hisashi - chi è?- - sono io Hisashi aprimi- - entra solo tu però- - d’accordo…allora Janette mi ha detto che volevi chiedermi qualcosa che c’è?- - si ecco prima volevo ringraziarti per non aver detto loro nulla- - ma di che, è vero io non posso dire niente sei tu che devi dirglielo quando ne avrai voglia- - si e comunque volevo chiederti di poter fare una telefonata è importante c’è una persona che non sento da tanto e sarà preoccupata oltre che arrabbiata per non averla chiamata- - ma certo tranquillo fai le telefonate che vuoi poi se è così importante non devi nemmeno chiedermelo fallo e basta va bene? Ma dimmi questa persona sono i tuoi genitori- - no- - non li vuoi proprio sentire allora? Ma perché?- - mi farebbero solo critiche e io in questo momento ho bisogno dei miei tempi, dei miei spazi come stai facendo tu che mi lasci libero di fare ciò che per me ritengo più giusto grazie comunque- - di nulla grazie a te che hai una così grande stima di me- - si allora…- - dai esco così telefoni in pace ok?- - ok- così dicendo compose il numero. … - pronto?- - ….- - pronto? Ma chi è?- - ciao Aki- - ah sei tu- rispose un freddo Sendo - già, io …- rispose titubante - perché hai chiamato?- - io…- - sai hai un bel coraggio a chiamare pensavo che con il fatto di non esserti fatto nemmeno più sentire volessi dirmi che non volevi più stare insieme a me perciò cosa vuoi adesso?- - no non ti ho lasciato mi dispiace so che sei arrabbiato- - tu credi? E da cosa lo capisci?- - io… non ho avuto modo di chiamarti o di farmi sentire, sono stato male- - ah davvero? E cosa hai avuto di così terribile da non potermi, in due settimane, nemmeno chiamare?- - no non mi va di parlarne al telefono preferisco dirtelo a voce… ti va di venire qui da me?- - se proprio ci tieni perché non vieni tu?- - no non posso non sto nemmeno a casa mia, ancora non mi sono ripreso del tutto e ho un disperato bisogno di te- - davvero?- - si non potrei mai mentirti ti amo troppo- - oddio scusami non lo sapevo ero così arrabbiato e ora mi sento così in colpa per averti trattato male prima- - no non preoccuparti è più che ragionevole… allora vieni?- - certo dimmi dove sei?- così Hisashi gli diede tutte le informazioni. *** Nel frattempo fuori dalla stanza- allora signor Karukoma che le ha detto? Possiamo saperlo anche noi?- - certo ha chiesto di fare una telefonata, dice che è importante doveva sentire una persona che sicuramente era arrabbiata con lui per non essersi fatto più vivo sapete chi è? - - si in realtà pensiamo di saperlo…- - fatemi indovinare… uhm il suo ragazzo forse?- - …- - vi chiedete come faccio a saperlo perché lui sapete già che non me l’ha detto di essere un omosessuale vero?- - già soprattutto visto che non è così evidente almeno credo vero Kogure?- - si in effetti come fa a saperlo?- - ragazzi sono uno psichiatra queste cose le vedo tutti i giorni!!! Sentite avete fame? E non ditemi di no perché tanto devo far preparare qualcosa a Janette per me- - ah d’accordo allora accettiamo volentieri- Si prepararono così a mangiare mentre aspettavano che Hisashi si decidesse a uscire dalla sua camera.
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