Ebbene, pensavo che non ne avrei mai
scritta una... ed invece eccola qui! una pwp scritta in occasione del
compleanno di hinao! Enjoy! raiting: PWP ^////^ Disclaimers: i personaggi non mi
appartengono, ma sono del maestro Inoue ^^ tranne qualcuno di mia conoscenza XD Hinao, AUGURI!
Untitled di SaraNeikos
Sospirò per la quarta volta. Era seduto su uno dei due divani di casa
Rukawa da almeno dieci minuti, teso e con gli occhi che si rifiutavano di
rimanere fermi in un unico punto per più di una manciata di secondi. Si alzò di colpo, girando per l’ennesima
volta per la stanza, dirigendosi nuovamente verso il mobiletto a lato della
grande finestra, sul quale erano appoggiate alcune cornici con le foto di
famiglia della Volpe. Ormai le aveva viste talmente tante volte da saperle
anche disegnare ad occhi chiusi, ma lo stato di tensione in cui si trovava
era tale che, qualsiasi cosa fosse ancora in grado di distrarlo dal fuggire
da lì, seppur minima, andava bene. Lanciò un’occhiata di traverso alla
porta: della Volpe non c’era ancora traccia. Come diavolo aveva fatto a cacciarsi in
quella situazione? Era la decima volta che se lo ripeteva,
contando anche il momento stesso in cui Rukawa lo aveva invitato a casa sua,
appena finito l’allenamento. Perché diavolo aveva accettato? Beh, la risposta era semplice, e lui lo
sapeva: per poter passare un po’ di tempo in più con l’altro, magari
coccolandosi. Da diversi mesi il loro rapporto aveva
subito una netta trasformazione, passando dalle dichiarazioni reciproche di
odio e mal sopportazione a quelle di amore. Il tutto sotto la costante
protezione delle due sorelle maggiori dei ragazzi, uniche a sapere della
loro relazione e fautrici del chiarimento dei loro sentimenti. In mezzo agli altri compagni di squadra
continuavano a comportarsi come se nulla fosse realmente cambiato,
insultandosi e picchiandosi come al solito, ma appena si trovavano soli gli
insulti diventavano baci e i pugni carezze delicate, nate a confermare il
loro amore per l’altro. Baci e carezze. Questo era il problema. Sospirò per l’ennesima volta. Dopo sei
mesi che stavano assieme, non erano ancora andati più in là di questo, un
po’ perché lui si vergognava, un po’ perché entrambi non sapevano bene
come dovevano fare. Era da settimane che ci pensava e sua sorella Hinao
aveva intuito, in un modo tutto suo, quale era il problema. Arrossì miseramente al ricordo. Era piombata in camera sua, mollandogli sul
letto una pila di giornali e fumetti, accompagnando il tutto con un’unica
frase. “Leggiteli e impara! Ti saranno molto
utili!” Lui ne aveva sfogliato uno perplesso,
rimanendo poi letteralmente gelato sul posto adocchiandone una pagina.
Doujinshi yaoi. Lei era filata via subito, ridendo, prima che il rosso
potesse ritornare padrone di sé stesso e iniziare a urlare e ad inveirle
contro. Arrossì ancora di più, ma questa volta di
rabbia. Non solo gli aveva buttato quei... quei “cosi”… sul letto, ma
si era permessa di infilarglieli addirittura dentro la cartella. Per poco
non gli era venuto un infarto quando, cercando il quaderno per copiare i
compiti di matematica, gli era capitato in mano uno di quei fumetti! Aveva
fatto appena in tempo a nasconderlo prima che gli altri se ne accorgessero. Gliel’avrebbe fatta pagare, poco ma
sicuro! “Vedi di non rompere niente” Per la sorpresa, Sakuragi lasciò cadere
una delle foto che aveva preso poco prima in mano, afferrandola giusto un
attimo prima che toccasse il pavimento. Rukawa, dietro di lui, lo fissava
leggermente perplesso. “Stupida Volpe spelacchiata! Piantala di
entrare di soppiatto in una stanza!” sbraitò, sempre più agitato, il
rosso. “Paura?” chiese il moro, inarcando un
sopracciglio e facendo comparire sul viso l’ombra di un sorriso. “Figurati se io ho paura! Sono il genio,
il migliore in assoluto! Nulla mi spaventa!” proclamò a gran voce,
chiudendo la frase con una risata sguaiata e poco convinta. Rukawa lo osservò un attimo, sorridendo
internamente. Impossibile sbagliarsi. “Quindi, quella volta che hai voluto
dormire per forza con me, nel mio letto, dopo aver visto The Ring è stato un caso, vero?” Hanamichi deglutì rumorosamente. “Quello… quello… era perché ero
certo che una stupida Volpe di mia conoscenza non sarebbe riuscito ad
addormentarsi senza la presenza rassicurante del sottoscritto…!”
bofonchiò in modo poco convincente. Kaede lo guardò scettico. “E quella volta che non hai dormito per
tre giorni, perché temevi che il dentista venisse a casa tua di notte per
toglierti tutti i denti?” “Ehi, quella non vale! Avevo nove anni!
Se becco Hinao, giuro che la strozzo…!” urlò il rosso, furioso. Era ancora intento a elencare i suoi
propositi fratricidi, quando si affacciò alla porta della stanza Nei, la
sorella di Rukawa. “Ragazzi, scusatemi… Kaede, devo uscire
per incontrare alcune colleghe e probabilmente cenerò fuori. Vedete di non
sfasciare la casa in mia assenza, d’accordo?” “Nh” mormorò con un cenno d’assenso
infastidito il moro. Nei sorrise. “Bene, ci vediamo. Hanamichi, salutami
tua sorella, ok?” disse mentre si chiudeva la porta alle spalle. Sakuragi era imbambolato. Ora erano soli.
Soli. Non sapeva perché, ma cominciava a
sentirsi sempre più teso, agitato e ansioso. “Hana…” Rukawa lo aveva abbracciato da dietro,
soffiandogli il nome nell’orecchio. Il rosso si tese come una corda di
violino, per poi staccarsi dall’altro velocemente, rifugiandosi dietro il
divano. Kaede lo guardò, esasperato e scocciato.
Che diavolo era preso alla scimmia rossa? Hanamichi tentò in tutti i modi di
cambiare discorso, allontanandosi al contempo dall’altro. “Ehm… ecco… che ne diresti di berci
un tè?” propose il rosso poco convinto. “Hana” Rukawa si appoggiò stancamente una mano
alla fronte. Cosa poteva fare? “Beh, allora, un caffè! O preferisci un
gelato? Se vuoi lo vado a prendere, faccio in un attimo!” continuò
Sakuragi, afferrando al volo la cartella e la sacca sportiva e lanciandosi
verso la porta. Ma non riuscì a fare che pochi passi,
prima che l’altro lo prendesse per un braccio, tirandoselo contro e
facendolo cadere. “Ahia! Ma sei scemo?!” gridò Hanamichi
con sguardo truce. “Se qui c’è un idiota, quello non sono
certo io” Il rosso stava per ribattere aspramente,
quando vide Kaede osservare qualcosa sul pavimento. Seguì lo sguardo
perplesso della sua Volpe, curioso di scoprire il perché di quella
reazione. E gli si gelò il sangue nelle vene. Una delle doujinshi di sua sorella ora si
trovava aperta, in bella vista, proprio in una pagina decisamente hot. Avrebbe voluto morire. Un fulmine. Una tegola piovuta da chissà
dove. Una voragine che si apriva in mezzo alla stanza e lo inghiottisse. Tutto, fuorché rimanere lì. Rukawa osservava sorpreso a tratti quel
fumetto che giaceva ora sul pavimento del salotto di casa sua, a tratti il
suo ragazzo, semi-sdraiato accanto a lui, ora muto e pallido come un cencio.
Si alzò con grazia e allungò una mano a raccogliere il manga, per poi
iniziare a sfogliarlo. Sakuragi si sentiva morire. Cosa avrebbe
pensato Kaede di quello? Non era poi tanto sicuro di volerlo sapere. “E questo?” Le parole della Volpe lo riportarono
bruscamente alla realtà. “Io non c’entro! È colpa di mia
sorella! È lei che me le ha messe dentro la cartella! Leggi e impara, dice!
Ma ti sembra il caso?!” tentò di difendersi, rosso di vergogna. Kaede intanto guardava attentamente i
disegni. Leggere e imparare, eh? Beh, lì c’erano parecchie cose da
provare, e in fretta, anche! “Hana…” “E pensa, me le ha pure infilate nella
cartella! E se le vedeva un prof? Che facevo?!” “Hana…” “Oddio, certo, le ho guardate anch’io
un attimo, ma giusto un attimo… ma mi sembrano tanto improbabili! E poi mi
verg…” Hanamichi spalancò gli occhi. Rukawa lo
stava baciando, trascinandolo lentamente in un intreccio di lingue
estremamente passionale che ebbe il potere di calmarlo e farlo finalmente
tacere. Si staccarono dopo alcuni minuti, il respiro affannoso e gli occhi
che si squadravano, liquidi. “Dici che sono improbabili. Controlliamo
di persona?” E iniziò nuovamente a baciarlo, infilando
le mani sotto la maglia del rosso, accarezzando più pelle possibile,
cercando di aumentare ancora di più il contatto con l’altro. Hanamichi,
intontito dalle sensazioni forti che avvertiva, stava lentamente calmandosi,
allontanando completamente i pensieri avuti fino a poco prima. “Vieni.” Gli soffiò Kaede sulle
labbra, quando si staccarono, per poi trascinarselo dietro sulle scale,
correndo per il corridoio e giungendo nell’ultima stanza in fondo.
Sakuragi lo seguiva, eccitato e un po’ agitato, desideroso di ricevere
ancora baci, carezze e qualcosa di più dalla sua amata Volpe. “Perché qua?” chiese il rosso. Quella
era la stanza per gli ospiti, usata saltuariamente dalla sorella di Kaede
come sorta di studio. “Quel letto è il più comodo” “Ah” Gli sorrise nuovamente, prima di
abbracciarlo stretto e affondare la sua lingua nella bocca dell’altro,
lasciandosi cadere a peso morto sul letto. Kaede continuava ad accarezzare
il corpo del rosso, seguendo con le dita i contorni dei muscoli torniti,
levandogli lentamente anche la maglia. Hanamichi, sotto di lui, si muoveva
voluttuosamente, mugolando di piacere dentro la sua bocca. Passarono diversi minuti ad accarezzarsi e
baciarsi, fino a quando il moro non si staccò dalla dolce bocca
dell’altro per scendere a baciargli il torace, accarezzando nel contempo
sui fianchi. Dopo un attimo di titubanza, si chinò a leccargli e
succhiargli i capezzoli inturgiditi, accompagnato da una serie di gemiti
sorpresi e mal soffocati da parte del rosso. Hanamichi sentiva caldo. Bruciava. Di
passione, di eccitazione, di tutto. L’unica cosa che voleva, in quel momento,
era sentire in eterno la lingua della Volpe baciare e succhiare i suoi
capezzoli, e nient’altro. Perdersi nel piacere di quel gesto e dimenticare
tutto il resto. Man mano che il tempo passava, Kaede
sentiva aumentare dentro di sé l’urgenza e la fretta di continuare e
aumentare l’intimità delle carezze che si scambiavano, fino a raggiungere
il massimo piacere. Insieme. Era ora di mettere in pratica ciò che
aveva visto in quei disegni. Gli sbottonò i pantaloni, da diversi
minuti diventati troppo stretti, e glieli levò, infilando poi una mano nei
suoi boxer e stringendogli il membro. Hanamichi, che stava togliendo a sua
volta i jeans all’altro, si fermò, inarcandosi di colpo sotto di lui ed
emettendo un grido di sorpresa misto a piacere. Rukawa si abbassò lentamente, togliendogli
infine anche i boxer. Ora Sakuragi era completamente nudo, sotto al suo
corpo, e tremava leggermente. Davanti a lui, svettava eretto il membro
dell’altro. Per la prima volta gli sorse un dubbio: era
curioso di conoscere il sapore dell’altro, ma al tempo stesso la cosa gli
metteva un po’ di ansia e agitazione. “Kae..” Alzò gli occhi, e questo bastò a farlo
decidere: davanti a lui, stava sdraiato uno splendido angelo infuocato,
dagli occhi languidi e liquidi e dal respiro affannato. Si chinò sull’altro, prendendolo in
bocca e cominciando a succhiarlo, dapprima titubante, poi sempre più
deciso. E i gemiti del rosso, sempre più alti e spezzettati, lo spingevano
a continuare sempre più quell’opera. Hanamichi non capiva più niente, perso in
una girandola di emozioni sempre più forte e violente. All’improvviso il
moro si staccò da lui, finendo di spogliarsi per poi sdraiarsi accanto a
lui, appoggiandosi su un gomito. “Mettiamo in pratica alcune cose…”
sussurrò Kaede con un mezzo sorriso stampato in volto. Il rosso, confuso, lo fissò perplesso, per
poi ritrovarsi seduto sullo stomaco dell’altro, con la schiena rivolta
verso il viso del compagno. “Ru, ma cosa…” “Shhh… ricordi la pagina di prima?” Sakuragi arrossì ancora di più, annuendo
poco convinto. “Ecco… quello…” Hanamichi era a dir poco imbarazzato e si
voltò a cercare sul viso dell’amato la conferma di quella strana
affermazione. Certo, l’idea era allettante ed eccitante, però continuava
a non esserne totalmente sicuro. Fissò il proprio sguardo in quello calmo e
profondo dell’altro, trovando il coraggio e le conferme che gli servivano.
Si girò nuovamente, arrossendo sempre più e chinandosi titubante verso il
membro della Volpe, eretto e bagnato da alcune gocce di sperma. Kaede
aspettava che il rosso iniziasse la sua opera, per poter cominciare a sua
volta a lubrificarlo. Sentì la lingua dell’altro lambirlo, lentamente, e
il piacere gli invase ogni cellula del corpo. Era una sensazione forte, che
annullava la poca razionalità che ancora gli rimaneva. Afferrò i fianchi
dell’altro e allungò quindi la sua lingua verso l’apertura
dell’altro, dapprima leccando la parte di coscia più vicina, per poi
spostarsi sempre più verso la sua meta, baciando e leccando ogni centimetro
di pelle che incontrava, lubrificando il tutto. Nel frattempo Hanamichi faticava ogni
secondo di più a mantenere il controllo: la lingua della Volpe lo stava
facendo letteralmente impazzire, infilandosi in luoghi che mai avrebbe
pensato, stordendolo sempre più e accompagnandolo verso il piacere
assoluto. Rukawa stava per perdere definitivamente il
controllo e se ne rendeva conto. Si staccò da lui, spostandoselo da sopra
ed ottenendo un gemito di sconforto da parte del rosso. Lo fece sdraiare sotto di lui, mentre
Sakuragi apriva meglio le gambe per permettere al moro di posizionarsi più
comodamente. Fu a questo punto che Kaede si fermò a
guardarlo. Il suo compagno, sempre così forte e indomabile, ora se ne stava
fremente sotto di lui, aspettando lui, pronto a donarglisi completamente.
Accaldato, col respiro affannoso e gli occhi socchiusi. Eccitante
all’inverosimile. “Ru…” mormorò l’altro. “Sì…” E si chinò, abbracciandolo con un braccio
ed iniziando a penetrarlo. Hanamichi si tese subito, colpito da una
sensazione di bruciante dolore mista a piacere, e artigliò le spalle del
moro, soffiando a denti stretti nell’orecchio dell’amante. Solo le
parole sussurrate da Kaede riuscirono a tranquillizzarlo, mentre l’altro
continuava ad entrare in lui. Rimasero fermi alcuni interminabili minuti,
tempo che il rosso impiegò per rilassarsi completamente ed abituarsi alla
sensazione di fastidio dovuta all’intrusione di quel membro duro e
fremente dentro di sé. Le spinte lo sorpreso, facendolo
inizialmente mugolare dal dolore. Rukawa, sentendolo, portò una mano tra
loro, iniziando a stimolare il sesso dell’altro, cercando di dargli più
piacere. Ignorava come si sentisse l’altro realmente, poteva solo
immaginare il fastidio che provava. Un gemito di piacere lo riscosse,
accendendolo sempre più e portandolo a spingere più velocemente e con più
forza dentro l’altro, per poter sentire ripetersi nuovamente quel suono
così eccitante. Hanamichi non capiva più nulla. Si
spingeva a sua volta contro il bacino di Rukawa, gemendo senza limite e
andando incontro ai suoi fianchi, perdendosi in un oceano di sensazioni
forti e confuse, intrecciate tra loro. Fino al raggiungimento del piacere totale,
l’uno a pochi secondi di distanza dall’altro, uniti nel corpo e
nell’anima. Rimasero fermi diversi minuti, il rosso
intento a mettere in ordine le idee e il moro sdraiato accanto a lui, perso
nell’ascoltare il respiro dell’altro farsi man mano più calmo. Sakuragi gli si accoccolò accanto,
appoggiando la testa sul suo torace. “Alla fine non era poi così improbabile,
no?” sussurrò Kaede, passando lo sguardo dal soffitto al volto
dell’amante. “Già” borbottò in risposta,
arrossendo. Il silenzio calò nuovamente tra loro. Sul
viso della Volpe comparve un’espressione divertita. “Controlliamo anche le altre?” Hanamichi si alzò di scatto, furioso. “Insomma, Ru! Ti pare che mph…” Ma non terminò la frase, dato che Rukawa
gli afferrò la testa, premendo le sue labbra su quelle gonfie e rosse
dell’altro. “Oh, ma io sono curioso… tu no?” gli
soffiò sul viso, subito dopo il bacio. “Volpe, mi sa che mi stai contagiando
…” e ricadde sul letto, ridendo, portandosi dietro il corpo del moro. “Vorrei sapere com’è finita” sbottò
Hinao piccata. Si trovava seduta al tavolino di un bar in
compagnia di Nei. “Boh. Forse si sono dati una mossa,
finalmente.” Rispose la sorella di Rukawa. “È appunto quello che voglio sapere”
ribatté stancamente, guardando distrattamente la fetta di torta alla frutta
davanti a lei. “Sai… un giorno mio fratello mi ha
detto che gli piaceva molto il letto del mio studio.” Iniziò Nei,
allungando una mano e rubando una fragola dalla torta dell’altra. “Ehi! Giù le mani! E questo che
c’entra?” “Lo trovava molto comodo… adatto per
fare tu sai cosa…” “Oh… e allora? Dici che siano là?”
chiese, perplessa. “Sai… credo proprio di aver lasciato casualmente la mia videocamera accesa là dentro…
proprio rivolta verso il letto…” continuò, sorridendo sempre più. “Nei, ti adoro!” E scoppiarono a ridere, mentre dall’altra parte della città due ragazzi dormivano abbracciati su un enorme letto matrimoniale.
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