Note: scusate ancora ... é veramente una
stupidaggine.
Untitled
di Giulia
E così anche tu mi hai lasciato.
Questa sera, tornando a casa dal lavoro, ti ho incontrato sulla soglia di
casa. Mi hai baciato come tutte le sere quando torno, poi mi hai detto che
dovevi uscire, che saresti tornato presto e sei scappato.
Così sono entrato a casa, non ho notato niente di diverso rispetto al
solito.
Mi sono preparato la cena con calma ed ho mangiato di fronte alla tv, come
faccio sempre quando tu non ci sei.
Quando sono entrato in camera da letto ho visto la tua lettera.
Certo che avresti potuto anche scrivere più di due righe...
Te ne vai perché hai bisogno di tornare ad essere quello di prima, prima di
noi.
Prima che io ti facessi cambiare tanto.
Come poi io ti abbia costretto a cambiare, non lo so.
Ma evidentemente l’ho fatto, in qualche modo.
In quel momento non sono riuscito a capire se provassi troppe emozioni o
nessuna.
La realtà é che anche adesso mi sento talmente svuotato che non riesco
neanche a piangere.
Ci crederesti?
Io, che appena c’é qualche problema, scoppio immediatamente a piangere,
da quando te ne sei andato non ho versato neanche una lacrima.
Mi sono seduto su una delle poltrone del salotto.
Queste poltrone le abbiamo scelte insieme, ricordi?
Quando abbiamo deciso di vivere insieme.
Io ricordo perfettamente.
Ero così emozionato.
Hai detto che erano belle ed eleganti come me.
E’ stupido paragonare un uomo ad una poltrona, ma in quel momento ero
troppo felice per pensarci.
O forse era solo perché lo hai detto ridendo, e quando ridi sei così
bello...
Ho pensato che sono grato a me stesso di non averti detto che ero passato al
supermercato, prima di tornare a casa, per preparare i tuoi piatti
preferiti.
Avevo pensato ad una serata romantica.
Senza avertelo detto mi sento meno stupido.
Poi ho pensato che forse in questa storia c’entra un altro.
Non mi stupirebbe.
E penso che se non me ne sono accorto, forse, ce ne sono stati degli altri.
Sono sempre stato molto geloso, ma ho sempre fatto del mio meglio per non
fartelo capire.
Sono geloso anche adesso, anche se non ne ho diritto.
Mi chiedo con chi tu sia ora.
Ho controllato gli armadi, hai portato via la maggior parte dei tuoi
vestiti.
Mentre guardavo nei cassetti semi vuoti i ricordi sono saliti prepotenti
nella mia testa.
Mi é ritornata alla mente quella sensazione di felicità indescrivibile che
provavo ai tempi del tuo trasloco qui.
E’ strano, ho vissuto tre anni solo in questa casa prima che tu ci venissi
a vivere, ma solo ora mi sembra troppo grande per una sola persona.
Prima o poi dovrai tornare a prendere il resto delle tue cose.
Mi chiedo se avrò il coraggio di guardarti negli occhi.
Probabilmente sì.
Sono molto più forte di quanto tu non abbia mai pensato, o forse di quanto
io non ti abbia mai dimostrato.
Quando ero con te mi lasciavo sempre andare, sentivo di non dover essere
forte.
Eri come una quercia, paragone fin troppo abusato lo so, ma non me ne viene
in mente nessun altro, a cui potevo appoggiarmi, che mi avrebbe protetto.
Non ho mai sentito bisogno di dimostrarti la mia forza.
Ora mi rendo conto che, forse, avrei dovuto.
Mi hai sempre considerato debole.
Forse hai avuto l’impressione che fossi completamente dipendente da te.
Non credo sia vero.
Mi torna in mente il nostro primo incontro.
La prima volta che ti ho visto ho pensato che fossi ancora un ragazzino, lo
so abbiamo la stessa età, ma ti sei sempre comportato come un ragazzino,
arrogante e bello, molto bello e molto cosciente di esserlo.
Non mi sono mai lamentato per questo tuo modo di essere.
Non ne avrei avuto diritto.
Mi eri piaciuto proprio per quello.
Sembrava che te ne fottessi di tutto e di tutti.
Solo per il fatto che eri tu, ti si doveva perdonare tutto.
Eri assolutamente incredibile per uno come me, pieno di insicurezze, di
problemi.
Nei primi mesi in cui siamo stati insieme non ti ho mai sentito parlare del
futuro.
In fondo anche il modo in cui ti sei trasferito in questa casa, é coerente
con te stesso.
Una domenica, senza nessun preavviso, sei piombato qui dentro con una
valigia in mano.
Mi hai detto che il tuo coinquilino ti aveva rotto e se potevi restare per
un po’.
Sei rimasto per tre anni, fino ad oggi.
E mi ritorna alla mente anche quando ci siamo messi insieme, la nostra prima
volta.
Non ero più un ragazzino, non eri il primo uomo con cui andavo a letto.
Eppure con nessuno prima ero stato così bene.
Mi riuscivi a far sentire speciale, importante, bello.
Non credere che mi sia dimenticato delle cose meno piacevoli.
E’ solo che in questo momento tornano i ricordi più belli, più felici.
Non ho dimenticato le liti, i pianti, quando uscivi sbattendo la porta.
Ma ho sempre considerato più importante il nostro amore.
Il nostro o il mio?
Mi chiedo da quanto trovi il nostro stare insieme soffocante al punto di
voler scappare.
Mi chiedo cosa tu abbia pensato negli ultimi tempi quando facevamo
l’amore, quando ti preparavo la cena, quando ti chiedevo di stare
abbracciati davanti alla tele.
Se per caso tu non mi trovassi asfissiante.
Se, quando ti dicevo che ti amavo da impazzire, tu non provassi
insofferenza.
Ma non serve a niente pensare a queste cose, quando, e se, ti rivedrò te lo
chiederò, forse.
Si é fatto tardi, devo andare a dormire, domani lavoro.
Sai cos’é più triste?
Che neanche tu fossi indispensabile.
Che posso sopravvivere senza di te, come senza gli altri.
Come senza i miei genitori, posso andare avanti senza di te.
Mi chiedo se mai incontrerò qualcuno di cui non possa fare a meno.
Forse non tornerai mai da me, forse lo farai.
Chissà, magari dicendomi che ti eri sbagliato.
Non sarebbe la prima volta.
Mi chiedo se ti accoglierò di nuovo a braccia aperte, come ho fatto altre
volte.
Non lo so.
Per quanto mi sforzi non riesco a trovare una risposta.
Ma neanche questo serve.
Lo saprò se e quando tornerai.
Ora vado a stendermi nel letto che abbiamo diviso per tante notti.
Domani ricomincerò a vivere senza di te.
Come ho fatto per ventiquattro anni, prima di conoscerti.
So di potercela fare.
Mi chiedo, però, cosa speri realmente il mio cuore.
Ma si é fatto davvero troppo tardi.
Vado a dormire, mi manca il tuo calore nel letto ma mi addormento lo stesso.
Ti sogno, sei bello e dolce.
Mi manchi.
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