"Unseen" è 1 one-shot FxK, scritto dal POV
di Fuuma.
Questa è 1 traduzione, inizialmente infatti avevo scritto questa fanfic in
inglese... penso che renda molto di + ciò che volevo esprimere, pensieri e
sensazioni, mentre credo che l'italiano sia 1 lingua molto + portata verso
le descrizioni... quindi vi consiglierei di leggere la versione originale,
se vi capita tra le mani, ne.
Questa fic è basata esclusivamente su pensieri e sentimenti, la parte del
trattamento non molto carino di Kamui da parte di Fuuma è stata aggiunta
dopo.
author [+] Miyuun S.
warnings [+] violence, Kamui's torture
rated [+] PG-13/R
Unseen
di Miyuun S
Bellissimo... quel violetto
unico dei tuoi grandi occhi rilucenti di lacrime. Ho sempre adorato
immergere lo sguardo in quell'abisso profondo della tua anima.
Più che mai ora che sei così vicino a me, mentre stringo il tuo fragile
corpo tra le mie braccia, incurante delle tue flebili preghiere di essere
lasciato andare, i tuoi occhi ametista quasi mi chiedessero
silenziosamente perchè, anche se so con certezza ormai, che già conosci la
risposta, ancor prima di domandare.
Ti faccio del male perché voglio vederti soffrire. Mi piace osservarti
mentre ti ferisco. Non mi interessano i tuoi sentimenti. Perché mai
dovrebbero?
E' così divertente tormentarti, ed è così che di proposito gioco con ciò
che provi, semplicemente per crudele soddisfazione.
Dei tuoi sentimenti, non mi è mai importato nulla, non ho mai pensato ad
essi nemmeno per un istante. Sì, non ti capisco, non ho mai cercato di
capirti. Non mi interessa.
Conosci tutto questo, non è così? Conosci il piacere che traggo dal
ferirti così profondamente, tenendoti sempre così vicino a me da poter
percepire il tuo corpo sottile tremare contro il mio, il tuo cuore premuto
così stretto al mio petto che posso sentire la sua tormentata sinfonia
intonare note così discordanti con la mia.
Avvicino la mia mano x accarezzare la morbidezza della tua guancia
diafana, forzando dolcemente il tuo mento verso l'alto in modo da
imprigionare i tuoi occhi nei miei, così da poter osservare il mio
riflesso mostrato in quegli specchi d'ametista annebbiati da lacrime di
tristezza.
Posso vedere ciò che vedi.
Non sono altro che una fredda maschera di indifferenza.
Tutto ciò che pensi di me è vero. Questo è ciò che sono. Niente di più.
Non provo assolutamente nulla.
Nemmeno ora che le mie mani, ormai lontane dall'essere gentili, tracciano
un sentiero di sangue sulla tua pelle d'avorio, intensificando i tuoi
gemiti.
Fuggi.
Fuggi via lontano da me.
Vattene. Non voglio vederti. Non voglio percepire la tua presenza vicino a
me.
Ti spingo via malamente sbattendoti contro un muro che emerge da queste
rovine, le stesse che io ho provocato; l'impatto risulta tremendo e ti
lascia scivolare abbandonato al suolo davanti a me, il tuo viso nascosto
dalla seta dei tuoi capelli ramati.
Stai lontano da me.
Tu, che vedi solo ciò che vuoi vedere. E tutto ciò che vedi è giusto, è la
realtà. Deve esserlo. Non esiste nessun modo in cui potrebbe essere
differente.
Anniento la distanza che ci separa, la mia figura imponente si staglia
davanti a te, segregandoti nell'oscurità della sua ombra. Mi inginocchio
al tuo livello e allungo la mano per catturare il tuo polso, mentre
l'altra prende il tuo mento tra le dita e ancora una volta conduce i tuoi
incantevoli occhi a incontrare la freddezza del mio sguardo.
Tu capisci //tutto// di me, non è forse così? Non sono Fuuma, non sono il
tuo Fuuma, non sono il Fuuma che credevi, colui che ero una volta.
Lui vive ancora, è da qualche parte dentro di me, è questo ciò in cui
credi, vero? Credi che sconfiggendomi lo riavrai indietro in qualche modo.
Che piccolo ingenuo...
Chissà quale sarebbe la tua reazione se ti dicessi che il tuo Fuuma non
esiste più. Che non è mai esistito.
Ma sarebbe inutile, in ogni caso. Non mi ascolteresti nemmeno. Mai lo hai
fatto. Perciò perché dovrei preoccuparmene?
La mia stretta al tuo polso aumenta di intensità, e so bene che ben presto
non riuscirai più a trattenere le grida che minacciano di sfuggire alle
tue labbra per il dolore che ti sto provocando.
Davanti ai tuoi occhi vi è solo la realtà, non ti è mai sfuggito un
singolo dettaglio di essa, ed io sto solo cercando di insidiarti, ed io
sono solo un'ombra, un rimpiazzo di colui che amavi, ed io non sono nulla.
Ed io non sono nulla.
Un lieve sorriso aleggia agli angoli della mia bocca. Compiaciuto della
tua sofferenza? No... sto semplicemente schernendo me stesso.
Forse è vero, non sono davvero nulla. Che senso ha in fondo essere
qualcosa, quando nessuno accetta la tua esistenza?
Che senso ha essere sé stessi, quando nessuno riesce a scorgerti per ciò
che sei veramente? Quando tutto ciò che chiunque può percepire è solo
un'apparenza ingannevole?
Sai, non mi interessa assolutamente nulla di questo chiunque.
Tuttavia tu, come loro, non riesci a vedermi.
Tutto ciò che vedi è una maschera ai tuoi occhi, una maschera che non è
nulla in sè, una maschera che ti separa dal tuo caro Fuuma.
Mai mi ascolterai? Mai riuscirai a percepirmi? Non riuscirai mai a
guardarmi e //vedermi// anche solo per una volta?
Sono reale, la persona che amavi era una maschera. Perché nonostante tutto
è //lui// la persona a cui tenevi ed a cui ancora tieni?
Accarezzo il tuo viso soffice con le labbra, sfregando dolcemente la tua
guancia con la mia, chiudendo gli occhi e sorridendo con distacco.
Tutte le volte che ho tentato di essere me stesso con te, hai chiuso gli
occhi. Fissandomi allarmato, il tuo sguardo pregava silenziosamente che
ciò che gli era davanti svanisse come se non fosse mai apparso.
Non mi avresti mai accettato. Così ho dovuto giocare ad essere ciò che
desideravi. Ho giocato con me stesso per così tanto tempo, per tutto
questo tempo, che stavo quasi per perdere me stesso... per te.
Il mio sorriso presto diventa una ghigno di derisione.
Anche ora, sto giocando con me stesso... e lo sto facendo così bene, che
ancora una volta riesco a farti credere che ti sto mostrando la verità.
Che la mia indifferenza è reale, così come il piacere che traggo dal farti
del male, il mio sorriso crudele, le mie brutali parole e mani su di te.
Un tempo non avrei mai immaginato potesse essere così semplice impersonare
qualcun altro, più semplice che essere sé stessi.
E suppongo la colpa sia solo mia, sono la causa della mia disfatta.
Sto baciando gli angoli degli occhi della mia condanna ora, mentre
silenziosamente gli accarezzo i capelli setosi.
Kamui, pensi davvero che pronuncerei mai le parole che vuoi sentire? Come
sei ingenuo.
Anche se corrispondono a ciò che provo, non le sentirai mai uscire dalla
mia bocca.
Speravo che almeno questo lo avresti capito. Povero piccolo stupido.
Lasci che un urlo sfugga alle tue labbra mentre ti premo malamente contro
il muro, sfregando i miei denti contro il tuo collo e affondandoli nella
tenerezza della tua carne, avvertendo il pulso della tua vita sotto di me,
bramando invano che anche tu possa sentirmi.
L'unico modo in cui riesco a esprimere ciò che provo per te, è questo.
Non faccio che ripetere che sei uno stolto, uno stolto che non vuole
vedere, ma non sono in nessun modo migliore, non è così?
Sono ancora più stolto di te per desiderare così disperatamente che tu
possa tenere a me, ma al vero me stesso, non a colui che tu...
Non posso mai essere me stesso con te e osservare i tuoi occhi noncuranti
rivolgersi oltre a me cercando qualcun altro che non sono io.
Lo sai, non ho mai preteso tu mi capissi. Desideravo soltanto mi
accettassi.
Ho sempre tenuto a te così tanto.
Più di quanto bene tu mi volessi. Più di quanto tu ti sia mai accorto.
Non che niente di tutto questo potrà mai importarti.
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