Un prato
coperto di neve capitolo
VI di
Hymeko
"Rukawa, quando te ne vai ricordati di spegnere la luce dello spogliatoio"
"Hn"
e canestro da tre.
"E vedi di pulire bene il pavimento, capito, matricola?"
"Hn"
'Miyagi, certe volte ti prenderei volentieri a schiaffi'
e tiro libero.
"Dai Ryota, lo sai che le matricole non vanno maltrattate...e non dimenticarti di chiudere a chiave!"
"Hn"
e terzo tempo.
"E non allagare lo spogliatoio quando fai la doccia!"
"Hn"
e Slam Dunk.
Poi un altro. E molti altri ancora.
"Ti sei sfogato?"
chiese una voce gentile.
'Sakuragi'
Rukawa scosse la testa, preferiva sorvolare sui suoi...loro compagni. Almeno, su quasi tutti.
Gli unici che gli andassero realmente a genio erano Mitsui, che era un vero talento, e il Gorilla, che era una belva. E anche Ayako non era male, aveva polso ma sapeva anche essere la persona più squisita del mondo.
Ma soprattutto non era innamorata di lui. Rabbrividì, pensando a cosa sarebbe successo se si fosse trovato una delle dannate tipe del suo fans' club come manager....
'Spero che quest'idea non venga a nessuna di loro...'
Gli altri erano giocatori più o meno mediocri... ...compreso Sakuragi, anche se si dava le arie di un dio. Aveva talento, ma esso non basta per essere dei geni. Bisogna anche allenarsi. E forse adesso l'avrebbe fatto sul serio. Grazie a lui.
'Che follia!'
"Sei qui da molto?"
"Dieci minuti, giusto per sentire quello che ti dicevano e essere sicuro che se ne andassero. Certo che te ne hanno dati, di ordini, eh?"
Rukawa lo fissò impassibile.
"Nessuno può darmi ordini. Ciò che faccio, lo faccio solo per mia libera scelta"
Sakuragi lo guardò con occhi malinconici.
"Vorrei essere forte come te..."
sussurrò piano.
"Lo sei, solo non ti ricordi"
"No, se davvero lo fossi, non mi sentirei così...oppresso. Da tutto"
Il cuore di Rukawa sentì una sottile lama gelida trapassarlo da parte a parte.
"Anche...dal basket? Da...me?"
non poté trattenersi dal chiedergli.
Hanamichi lo guardò, come se lo vedesse per la prima volta. Lo studiò con attenzione, fondendo i loro sguardi in un'unica linea di fuoco.
Aveva la strana sensazione che da quella risposta sarebbe dipeso il suo futuro...
"Io...no. Non mi sento schiacciato da questo luogo, dal basket, o da te...ma non riesco a comprenderne il motivo. Io..."
Si passò la mano sugli occhi, cercando di scacciare quel velo di nebbia che lo separava dal suo passato.
Rukawa cambiò argomento.
"Yohei e gli altri?"
"Dopo scuola sono andato direttamente a casa, inventando una balla su un mal di testa lancinante residuo della lezione di matematica. Ho studiato un po', e sono venuto qui"
"Bella scusa!"
"Lo so!"
e finalmente sorrise.
"Allora, ci alleniamo, o no?"
"Subito!"
"Allora, vediamo come te la cavi. Io sono convinto che tu non ti sia dimenticato tutto"
Sguardo confuso del do'aho.
La voce di Rukawa si abbassò lievemente, fondendosi con l'atmosfera di sacralità che la palestra dava ad Hanamichi.
"Ora ti spiego: il basket non è un gioco in cui si pensa, è una questione d'istinto. Non è il cervello che comanda, al massimo suggerisce. Una partita di basket è il regno dell'istinto. Lì il corpo si esprime liberamente: si può quasi affermare che sia il subconscio a guidare le nostre azioni. Il corpo di un giocatore di basket che si allena assiduamente ha memorizzate in sé tutte le posizioni, gli schemi, gli atteggiamenti da prendere: lascialo libero...non legarlo tentando di ricordare...sarà lui a guidarti"
Hanamichi aveva fissato il ragazzo senza dire una parola. Era completamente ipnotizzato, inerme e indifeso.
Se gli avesse ordinato di abbaiare, l'avrebbe fatto.
Avrebbe eseguito qualsiasi ordine dato da quella voce intrigante...
Si era sentito avvolgere dal suo suono...calmo, basso e sicuro...e si era sentito trascinare negli abissi più profondi del mare...
....o forse era solo annegato nei suoi occhi.
"Lascia che sia il tuo corpo a comandare. Segui il tuo istinto, lui non ti tradirà mai. E adesso corri verso di me palleggiando, come se volessi andare a canestro!"
Hanamichi reagì d'istinto, si sentiva in trance. Non aspettava altro, per qualche motivo insondabile.
Avvicinarsi a lui.
Si lanciò verso il compagno, e i movimenti vennero da sé. Controllò perfettamente la palla, si sentì fondere con lei. Erano una cosa sola, lui e quella sfera arancione. Il pallone era semplicemente una parte del suo essere che si muoveva veloce tra l'estremità del suo braccio e il parquet. Si bloccò davanti a lui, continuando a palleggiare, e fissando il compagno con occhi spalancati, frementi.
'Segui il tuo istinto. Lui non ti tradirà mai'
Hanamichi fermò il palleggio, all'altezza della linea dei tiri liberi.
Alzò le braccia davanti la sua testa, e piegò il polso con un movimento rapido e preciso, accompagnando la spinta con le gambe.
Il pallone compì una parabola perfetta e si insaccò senza rumore nella retina.
Stonk! Hanamichi vide il pallone rimbalzare a terra.
'Chissà se avrà capito quello che gli ho spiegato...'
Pensò Rukawa mentre si preparava a difendere l'area sotto canestro.
Lo stava fissando, con occhi inespressivi, ma stranamente vivi.
Non riusciva a spiegarsi quello strano contrasto.
Sakuragi scattò in avanti. Il suo palleggio era perfetto.
'Benissimo! Quando vuole è davvero un genio! E brava anche ad Ayako'
Si fermò poco distante da lui. Il palleggio continuava incessante, ritmico, sicuro. Ma non sguarnito: il moro era sicuro che, se avesse cercato di soffiargli la palla, non ci sarebbe riuscito.
Incontrò i suoi occhi, e per un attimo restò senza fiato.
Non era lui. Non erano i suoi occhi. Non erano pieni di vanesia e arroganza, o a forma di cuore per la stupida Akagi, o glacialmente furiosi come quando si preparava ad una rissa...
Erano gli splendidi occhi puri di un cerbiatto che vede il mondo per la prima volta.
Non era Hanamichi Sakuragi, l'avversario che si trovava di fronte.
O forse sì...che fosse quello, il vero Hanamichi? Che quello che stava vedendo fosse il suo vero animo, finalmente libero...dalla maschera di felicità che indossava ogni giorno?
Una strana luce di consapevolezza delle proprie possibilità gli apparve in quella limpidezza.
Era riuscito a far emergere il vero Sakuragi...si sentì inebriato e stordito, dalla scoperta dell'influsso che esercitava su di lui...era in suo completo potere...
Hanamichi tirò.
Rukawa non riuscì a reagire, e non poté fare altro che limitarsi ad osservare il perfetto tiro da due che entrava nel canestro.
Stonk! Rukawa vide il pallone rimbalzare per terra.
"C-che ne dici? Era decente...o almeno mi sembrava che lo fosse..."
Hanamichi lo fissò, in attesa di una risposta...
Rukawa si limitò a ricambiare il suo sguardo, senza dire nulla.
Il rossino fraintese quell'espressione.
"Va bene, allora riproverò. Spero di riuscire a seguire i tuoi consigli, questa volta"
Rukawa provò una fitta di rimorso. Ripensò ai sentimenti provati dopo aver saputo la notizia del suo incidente. Odio. Rancore. Astio. Gelosia. E...un pizzico di pura invidia.
Di essi non c'era più traccia, nel suo animo. Spazzati via dallo sguardo triste di ragazzo senza passato.
"Era tutto perfetto, non c'è bisogno che tu lo rifaccia"
"D-dici davvero? Non vuoi che riprovi?"
Balbettò Hanamichi tutto rosso.
Rukawa ebbe l'impressione che Sakuragi facesse di tutto per compiacerlo. Scosse la testa.
"Va benissimo così. Basta che ti eserciti tutti i giorni, è inutile che te lo spieghi ancora.
Adesso fammi vedere un tiro libero. È uguale al tiro di prima, solo che lo esegui da fermo in quel punto"
"Uguale...a prima, hai detto?"
"Sì"
'Chissà da dove gli vieni tutta questa insicurezza...'
Hanamichi tirò. Canestro.
"Visto? Uguale"
"Già..."
"Bè? Perché fai quella faccia? Sembra che tu non ci creda"
"In effetti...non pensavo che fosse tanto...naturale..."
"Te l'ho detto. Lascia il controllo al tuo corpo, e tutto andrà bene"
"Ok"
"Bene, adesso...mostrami un terzo tempo"
"Un terzo tempo? Cos'è?"
"Bè, ecco...faccio prima a fartelo vedere"
E iniziò a correre. Poi si rese conto di quanto buffa fosse quella situazione, e iniziò a ridere.
Stava insegnando ad Hanamichi il terzo tempo... come l'altra volta, solo che, mentre mesi prima lo aveva preso a pallonate, adesso lo adorava...che situazione buffa!
Hanamichi lo guardò stupito.
"Ehm...Rukawa? Tutto a posto?"
"Sì, sì, non ti preoccupare"
"Sicuro?"
"Sì, adesso ci riprovo"
Prese la rincorsa, saltò e...si accasciò al suolo, ridendo come un disperato.
Gocciolona sul capo di Hanamichi...
(Hymeko....n.d.Ru con un machete in mano)
(dimmi Ru...perché hai in mano quel coltello? No eh, fermo...buono...no!!!!!!!!! Aiuto!!! Mi uccide!!! Me mata!!!!!!!!! n.d.Hymeko)
Dopo un buon cinque minuti Rukawa si alzò e si asciugò le lacrime.
"Ok, adesso sono a posto. Vedrai, ci riuscirò"
Ed effettivamente riuscì in un magnifico terzo tempo.
"Wow..."
"Visto? Non è difficile, basta che ti ricordi la posizione delle mani"
Si avvicinò a lui e gli mostrò come tenere la palla. Le loro dita si sfiorarono lievemente.
Rukawa si rese conto che quella era la prima volta che si toccavano civilmente, e sorrise di nuovo. Come erano veloci a cambiare, le cose... il destino era davvero scherzoso, con loro...
Gli spiegò bene che fare, poi lo fece tirare in corsa. Perfetto.
'Sono decisamente bravo come maestro...'
"Ce l'ho fatta!"
"Già. Ok, per adesso basta cose nuove. Vai nell'altro canestro, e esercitati sui tre tiri che abbiamo visti oggi. Se hai bisogno, chiamami"
"Sì, sensei!"
e corse via.
Rukawa arrossì un po' a sentirsi chiamare con quel titolo, soprattutto da Hanamichi...
Scosse la testa, e iniziò la sua serie di tiri liberi.
Si sedettero sulla stessa panchina della volta prima, e stavolta era Hanamichi ad offrire. Ma era stato ancora Rukawa a entrare nel fast food, quindi praticamente metà del pasto era gratis...
"Rukawa...non è che mi racconteresti qualcos'altro?"
Rukawa lo guardò inespressivo.
"Dai, io...sono troppo curioso! Mi sento morire, senza sapere nient'altro!"
"Va bene, ma non ti rivelerò nulla su di te"
Hanamichi fece una faccia tenera da cucciolo deluso e anche un po' offeso.
Rukawa non si impietosì per nulla.
"È inutile che mi guardi in quel modo. Non mi sentirò certo in colpa per così poco, quindi vedi di accontentarti"
Faccina sempre più delusa di Hanamichi.
Rukawa sempre più gelido.
"Allora, il pettegolezzo più succulento, per te che non ricordi nulla, è sicuramente questo: il playmaker, ciò quello che imposta il gioco, ovvero Miyagi, è stracotto della nostra manager Ayako...solo che lei non se lo fila nemmeno per sbaglio"
"Il play...e la manager...domani me li faresti vedere?"
"Va bene..."
'Io e lui...insieme in giro per la scuola...'
"Dai Ru, dimmi qualcos'altro!"
"Ru?!"
Hanamichi si imbarazzò...
'Oddio...forse non gli piace...'
"Ehm...non ti sei offeso? È solo un nomignolo..."
"Ru..."
Rukawa lo soppesò per un momento.
"Ru...sì, mi piace!"
"Allora...posso continuare a chiamarti così?"
Il compagno fece sì con la testa.
"Mi racconti altri pettegolezzi?"
"No"
"Perché?"
"Perché se no non so che dirti domani!"
"Dai..."
"Ho detto di no!"
"Ru..."
"No!"
"Allora ti costringo!"
e cercò di torturarlo facendogli il solletico.
Rukawa sghignazzando sgusciò via, e corse lontano, sfidandolo con gli occhi e mordicchiandorsi sensualmente il labbro inferiore.
Hanamichi raccolse subito il guanto, e si lanciò al suo inseguimento.
'Resta comunque velocissimo...'
pensò Rukawa mentre lo scansava di colpo
'Ma io conosco tutti i viottoli'
e si infilò in un sentierello nascosto.
'Dove cavolo si è infilato?'
pensò Hanamichi scrutando tra le ombre buie delle siepi.
Una figura indistinta si mosse alla sua destra, e immediatamente il cacciatore si lanciò all'inseguimento della preda.
'Accidenti...è sparito di nuovo'
...............
'Qui devo usare il cervello!'
"Non dirmi che sei già stanco?"
Lo canzonò Rukawa apparendo da dietro un albero, il fiato corto e gli occhi euforici che scintillavano.
"Mai!"
Rukawa si allontanò in fretta, quando...
"AH!"
Un gemito di dolore lo fece voltare...
'Hanamichi...'
Il ragazzo era a terra, che si teneva la testa premuta con una mano.
Rukawa sentì il cuore fermarsi...e se avesse esagerato...se il suo fisico non fosse ancora pronto a tanti sforzi...se fosse stata colpa sua...
'Dio, che ho fatto...'
Pensò mentre correva da lui...
"Sakuragi! Come stai? Va tutto bene?"
gli chiese, mentre gli si accovacciava vicino...
Un secondo dopo, era steso a terra, con le mano forti di Hanamichi che lo inchiodavano sul selciato per le spalle.
Il rossino era il ritratto della felicità.
"Ci sono riuscito! Ho vinto! Ti ho preso!"
(Haruiko Kasama docet! n.d.Hymeko)
Rukawa sbatté le palpebre, i begli occhi blu spalancati riflettevano l'incendio che lentamente si spegneva nell'infinito sopra di loro.
Tirò un sospiro di sollievo, e contemporaneamente sentì la paura trasformarsi in sfinimento.
"Sei un idiota. Mi hai fatto prendere un colpo"
gli disse. Senza rancore, senza cattiveria.
Solo tanta ansia, e una briciola di amarezza.
Hanamichi l'avvertì, e allentò la presa, tenendolo però ancora a terra.
"Scusami, ma non sapevo in che altro modo prenderti. Non volevo spaventarti"
"E non dovresti nemmeno lasciarmi libero di agire"
Infatti Rukawa capovolse in un attimo le posizioni. Ora era Hanamichi steso a terra, col compagno comodamente accoccolato col busto sul suo petto. I loro visi erano a meno di venti centimetri di distanza, ma nessuno dei due era imbarazzato.
Si guardarono per alcuni istanti, poi Rukawa sussurrò dolcemente:
" Io non ti ho detto nulla di nuovo, e tu mi hai fatto spaventare. Siamo pari, direi. Ma prometti che non lo farai più"
Hanamichi fece sì con la testa, ma non parlò. Era troppo intento ad ammirare la bellezza del compagno, per riuscire ad articolare una sola parola.
Silenzio. Nessuno si mosse.
Rukawa sentiva il cuore di Hanamichi battere tranquillo nel petto sotto di lui, e desiderò ascoltarlo ancora a lungo, appoggiando il suo capo su quel torace muscoloso.
Hanamichi si rilassò, chiedendosi da dove scaturisse quella voglia di abbracciare quel ragazzo.
Il suo corpo era...caldo.
'Forse...voglio sentire più profondamente... questa sensazione stupenda'
Entrambi non trovarono il coraggio rompere quel silenzio carico di complicità, e nel frattempo gli astri iniziarono a farsi più luminosi.
Nessuno seppe dire per quanto rimasero così.
Poi Hanamichi sussurrò:
"Hai dei begli occhi...blu come il cielo punteggiato di stelle"
"Grazie"
Rukawa si risvegliò dal bel sogno in cui era caduto, e liberò Hanamichi dal suo dolcissimo fardello.
Gli tese la mano, e lo aiutò ad alzarsi. Tornarono in silenzio alla panchina, e raccolsero la loro roba.
"Ti accompagno un pezzo, ti va?"
"Sì"
Camminarono a fianco a fianco in silenzio, ancora disorientati dall'incanto percepito pochi minuti prima...
Giunsero a un incrocio.
"A domani, Sakuragi"
"A domani, Rukawa"
Fine capitolo sesto
Però...mica male 'sto capitolo! n.d.Hana
Modestamente...n.d.Hymeko
Infatti mi stupisco che l'abbia scritto tu...n.d.Hana
.....................Sendoooooooooo!!!!! n.d.Hymeko
Scherzavo! Scherzavo! E tu stai lontano dal mio Ru, capito? n.d.Hana
ç_________________________ç n.d.Sendo
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