Tutti i personaggi appartengono a Mr. Inoue.
Chiedo scusa agli studenti di medicina, agli infermieri, ai medici e a tutti quelli che se ne intendono un po' per quello che sto per scrivere…io di medicina non ne so nulla, ma mi serviva nella fic, quindi…portate pazienza!


Un prato coperto di neve

capitolo III

di Hymeko


"Signor Mito!!!!"
Yohei sobbalzò: era la voce dell'infermiera personale assegnata al suo amico. La luce dell'alba rischiarava appena il corridoio in cui si era appisolato.
Un freddo improvviso lo avvolse: Hanamichi…gli era sicuramente successo qualcosa.
"Signor Mito, venga, presto! Si sta svegliando!"
"Che cosa?"
"Sta riprendendo conoscenza! Si sbrighi!"
"Arrivo!"
Yohei si precipitò giù dalle scale, e per la foga quasi si schiantò contro un distributore di bibite.
Saettò per i corridoi, attirandosi le occhiatacce di buona parte delle infermiere e dei pazienti, e si fermò solo davanti alla stanza di Hanamichi.
Dentro c'era il dottore che lo stava visitando, non poteva entrare.
Così si sedette vicino alla porta, pronto a riabbracciare il suo più caro amico.
E anche a fargli una bella ramanzina, per lo spavento che gli aveva fatto prendere.
"È finita. È andato tutto bene. Presto sarai dimesso dall'ospedale, tornerai a uscire con noi e ad allenarti, e allora potremo di nuovo sfotterti perché non sei affatto un genio, e ci prenderai a testate e sarà tutto come prima…Dio Hanamichi, mi hai fatto prendere un colpo!"
Visto che il dottore la tirava per le lunghe, Yohei decise di chiamare gli altri.
Tutta l'Armata Sakuragi fece i salti di gioia, sollevata dalla completa ripresa del suo leader.
Poi telefonò ad Haruko, che scoppiò a piangere.
"Sei sicuro che stia bene?"
"A dire la verità non l'ho ancora visto, c'è dentro il dottore, ma sono sicuro che è tutto ok!"
"Meno male, come sono contenta!"
"Già, è un vero sollievo per tutti noi"
"Aspetta, ti passo mio fratello"

"Yohei? Sakuragi si è svegliato? È vero?"
"Sì, il dottore lo sta visitando, ma l'infermiera mi ha assicurato che è sveglio"
"Grazie al cielo"
"A Okuso, Noma e Takayama ho pensato io, ma avvertiresti tu Miyagi e gli altri? Vorrei andare a trovarlo al più presto"
"Non ti preoccupare, salutalo da parte nostra e digli che domani lo voglio in palestra ad allenarsi!"
"Agli ordini!"
Yohei mise giù, e corse vicino alla porta. 

"Fratellino, pensi che stia bene?"
"Ma certo! Pensi davvero che quello si faccia mettere k.o. solo da una caduta?"
"Hai ragione! Sai cosa faccio? Gli preparo i biscotti portafortuna e glieli porto oggi pomeriggio, per ringraziarlo!" 

Mito sobbalzò, appena la porta si aprì.
Si era quasi riaddormentato, tanto il medico era rimasto nella stanza insieme a Sakuragi.
Però adesso…dopo l'iniziale euforia, aveva di nuovo una sensazione bruttissima. Inspiegabilmente agghiacciante.
E lo sguardo scuro del medico non prometteva nulla di buono.
"Dottore, cosa c'è? Cos'è successo a Hanamichi? Sta bene, non è vero?"
Il medico sospirò profondamente, pesando attentamente le parole prima di rispondere.
"Fisicamente, sì. Si ristabilirà completamente in una settimana, date le sue incredibili capacità di ripresa. Ma…c'è un problema inaspettato. Il suo amico…ha perso la memoria"
"Cosa?!"
"Sì, ha capito bene. Il paziente soffre di una forte amnesia"
"Ma…ma…non si ricorda niente?"
"…è meglio che lo constati lei stesso" 

Così Yohei entrò nella stanza del suo amico.
Hanamichi era sveglio, e guardava il cielo fuori dalla finestra.
Solo una fasciatura bianca attorno alla sua testa ricordava quello che era successo solo poche ore prima.
Hanamichi girò lo sguardo verso di lui, appena si rese conto che era entrato.
E Yohei capì ciò che intendeva il dottore.
In quegli occhi…non c'era assolutamente nulla.
Erano vuoti, privi di affetto e di qualsiasi altro sentimento. Neutri.
Erano gli occhi di chi incontra un estraneo per strada.
Di chi non ha nessun rapporto con chi gli sta davanti.
"Ha-Hanamichi…"
Il rossino lo guardò, senza cambiare minimamente espressione. In quel momento, sembrava Rukawa. Aveva la sua stessa totale indifferenza, sul volto. Sembrava non gli importasse niente di lui.
"Chi sei?"
disse, dopo un interminabile, imbarazzante silenzio.
"Allora è vero…non ti ricordi davvero di me?"
"No. Chi sei?"
"Sono io, Yohei. Yohei Mito. Il tuo…migliore amico"
Sakuragi sembrò ridestarsi a quelle parole. Un guizzo gli attraversò gli occhi. Sembrava interessato, più che in procinto di ricordarsi qualcosa.
"Il mio…migliore amico?"
"Esatto! Siamo sempre stati insieme, fino dalle elementari! Anche adesso siamo nella stessa classe!"
Yohei si rese conto che i suoi occhi erano cambiati, la luce improvvisa si era spenta, rapida com'era venuta.
"Se sei davvero il mio migliore amico, allora ti prego di aiutarmi, perché ho bisogno di riempire il vuoto della mia mente"
Mito rabbrividì al tono freddo delle sue parole.
Sembrava che…oltre alla memoria, avesse perso anche i suoi sentimenti. 


Quel pomeriggio, Yohei si recò nella palestra della loro scuola. Non sapeva come fare a dirlo agli altri.
'Hanamichi…cosa posso fare?'
Entrò mentre i ragazzi attorniavano Haruko e Fujii, che si preparavano ad andare a trovare Sakuragi. Tutti a parte Rukawa, che si stava scaldando vicino al muro.
"Yohei!!!!"
"Oh, ciao, Haruko"
"Come sta Hanamichi? È vero che si è svegliato?" chiese Miyagi correndo vicino a lui.
Rukawa tese le orecchie, maledicendosi nello stesso tempo.
'Perché mi dovrebbe interessare?' e riprese a fare stretching, senza riuscire però a evitare di ascoltare.
"Bene" riuscì a dire Yohei.
"Lo sapevo, quella testa calda non poteva essersi fatta male sul serio!"
………………………
"Non è tutto. Lui…sta bene solo fisicamente"
La palestra si zittì di colpo. Un brivido gelato corse lungo la schiena di molti, e anche Rukawa smise i suoi esercizi.
Miyagi afferrò per il colletto Mito:
"Che cosa vuol dire solo fisicamente? Yohei! Rispondi!"
"Lui…ha perso la memoria. Non si ricorda assolutamente nulla, né di me né di voi. Ho provato a parlargli, ma sembrava completamente disinteressato alla mie parole. Quasi che…l'unico suo pensiero fosse colmare il vuoto dentro di lui, il più in fretta possibile. Anche coi ricordi sbagliati"
Ryota lasciò la divisa di Yohei, restando a testa bassa.
'Hanamichi...che ti è successo?'
"Il dottore ha detto che probabilmente passerà tutto, prima o poi, ma mi ha ordinato di raccomandare a tutti di non stressarlo, cercando di farlo ricordare a tutti i costi. Perché potrebbe andare in blocco, se troppo pressato. E allora non ci sarebbe nulla da fare"
"Ma allora…come dobbiamo comportarci, con lui?"
"Semplice. Come se lo incontraste per la prima volta" 

Hanamichi tornò a scuola dopo una settimana. I suoi professori erano stati convocati dal Preside su richiesta del medico, che aveva spiegato loro la situazione del ragazzo.
Non lo dovevano più considerare come Sakuragi, il teppista coi capelli rossi, il pazzo scatenato della squadra di basket.
Ma semplicemente come Hanamichi Sakuragi, "nuovo" studente del liceo Shohoku. Alla riabilitazione mentale ci avrebbe pensato uno psicologo.
I professori provvidero a informare gli altri ragazzi.
Così nessuno gli fece domande, nessuno lo infastidì in quelle ore.
Solo Yohei e gli altri dell'Armata gli stavano vicini, non che Hanamichi si ricordasse di loro, ma semplicemente perché, visto che erano i suoi migliori amici e lo conoscevano meglio di chiunque altro, avrebbero saputo come metterlo a suo agio.
Almeno questa era l'opinione dello psicologo.
Con loro, il suo paziente avrebbe avuto più possibilità di recuperare ciò che aveva perso.
Così, dopo la lezione, i cinque ragazzi si avviarono verso un bar.
Yohei aveva chiesto al dottore se fosse una buona idea portarlo a vedere gli allenamenti, ma questi lo aveva sconsigliato.
"Credo che sia meglio evitare per lui un'altra fonte di stress. Vedere i ragazzi della sua squadra lo porterebbe a cercare di ricordare, ma questo processo non deve essere assolutamente forzato, al contrario lasciando che la memoria torni naturalmente si farà il bene del paziente. Per favore, tenete lontano la squadra di basket da lui"

Hanamichi non aveva obbiettato, anche perché non sapeva che altro fare. Si comportava come un robot, dalla mattina alla sera. Si alzava, usciva per andare a scuola seguendo una cartina della città portatagli da…ah, sì, Yohei, e seguiva le lezioni non certo perché gli interessassero. Lo faceva solo per impregnarsi di qualcosa, qualsiasi cosa.
Andava ormai avanti così da un po', ma la situazione non migliorava affatto. Anzi, semmai il contrario.
Dentro Hanamichi continuava ad aleggiare quella sgradevolissima sensazione di vuoto che aveva provato appena svegliato, ma in più se ne era aggiunta un'altra, che non era ancora in grado di decifrare.
A stare con i quattro ragazzi…non era male, ma c'era un non sapeva che di…sbagliato.

Si sedettero tutti attorno a un tavolo, sempre lo stesso tavolo da almeno quattro giorni, gli avevano detto che era uno dei suoi posti preferiti. Non aveva obbiettato, ovunque andava bene, bastava che lo distraesse dai suoi pensieri. I primi giorni aveva funzionato, le risa, le chiacchiere, i giochi con i videogame del bar… era tutto così affascinante per lui…si sentiva come…un bambino nel Paese dei Balocchi, così gli aveva spiegato Mito quando gli aveva descritto questa sensazione. Gli aveva raccontato la fiaba che parlava di quel paese, ed a Hanamichi era piaciuta la similitudine. Calzava a pennello per lui, che era alla scoperta di un mondo nuovo.
Ma quella sensazione di novità se ne era andata ben presto. I suoi amici, nel timore di sovraccaricare la sua mente, non osavano portarlo in nuovi posti, non gli mostravano altre persone conosciute, non gli raccontavano niente del suo passato…e lui non ce la faceva più.
Si sentiva in gabbia, costretto tra le mura di quei quattro ricordi recenti che aveva…imprigionato nella monotonia degli stessi avvenimenti.
"Ehi Hanamichi, che ne diresti di andare a casa a mangiare un boccone con tutta calma, bere una tisana tranquillante e poi una bella dormita?"
"Che ore sono?"
"Le sei. Dai, che ti riaccompagniamo a casa"
"………………………………………………………………………………..no"
"Non hai voglia di dormire, eh? Ma guarda che il dottore ha detto che ti devi riposare, e noi siamo qui per questo"
"Non hai capito. Io dicevo no a voi. Me ne vado. Da solo"
L'Armata sbiancò. Yohei balbettò:
"Hanamichi, che vuoi dire?"
"Che vi mollo. Non ce la faccio più, siete asfissianti"
"Ma che dici? Aspetta, ti perderai!"
"Allora chiederò a un passante, e poi ho la tua mappa. Non provate a seguirmi. Ciao" e uscì dalla porta.
Nessuno osò contraddire quell'ordine. 

Fine capitolo terzo

Qui va sempre peggio…n.d.Hana
E mo' che hai? n.d.Hymeko
Prima mi fai perdere la memoria, Ru amore mi odia, poi mi dividi dagli amici, quasi non ti riconosco più! n.d.Hana
Su dai, vedrai che andrà tutto bene…n.d.Hymeko
Io continuo a non essere convinto, ma ho scelta? n.d.Hana
Certo che no! ^_____^ n.d.Hymeko
Ah, ecco…ç_____ç n.d.Hana




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