Tutti i personaggi appartengono a Mr. Inoue.
Chiedo scusa agli studenti di medicina, agli infermieri, ai medici e a tutti quelli che se ne intendono un po' per quello che sto per scrivere…io di medicina non ne so nulla, ma mi serviva nella fic, quindi…portate pazienza!


Un prato coperto di neve

capitolo II

di Hymeko


"E questo è tutto"
Akagi terminò di raccontare l'accaduto alla squadra di basket radunatasi per l'abituale allenamento. Ormai tutta la città lo sapeva, era anche sul giornale.
"Cestista in ospedale dopo aver salvato ragazze da aggressori"
era il titolo a caratteri cubitali.
Il capitano aveva ricevuto telefonate da Uozumi, Maki e Fujima, che avevano a loro volta spiegato tutto alle rispettive squadre.
Nessuno, nessuno poteva credere che proprio Sakuragi fosse in ospedale.
"E come sta Hanamichi?" chiese preoccupato Miyagi, profondamente toccato dall'incidente capitato all'amico.
"Non lo so con esattezza. Il dottore ha detto che per sapere qualcosa di più, bisognerà aspettare che si svegli"
"Ma non gli è successo niente di grave, vedrete. Hanamichi ha la testa dura" ricordò Kogure fingendosi allegro, cercando di tirare su il morale a tutti, anche se lui stesso non credeva minimamente alle sue parole.
"Kogure ha ragione! Basta frignare! Sapete cosa ci direbbe, se ci vedesse così giù? Che facciamo ridere! Perché dovremmo sapere che il Genio è indistruttibile!" Mitsui aveva colto subito l'intenzione del vice capitano, e gli aveva dato man forte.
"Giusto! Senpai Akagi, perché non andare a trovarlo, dopo l'allenamento? Scommetto che gli farà bene sentirci!"
"No Ayako, purtroppo non possiamo"
Il silenzio calò di nuovo nella palestra.
"Perché?"
"Perché il dottore ha ordinato che non venga disturbato da nessuno. Solo Yohei è autorizzato ad entrare, visto che sua madre non potrà rientrare ancora per qualche mese"
Yasuda espresse il pensiero che molti avevano in mente:
"Ma suo padre?"
Fu Miyagi a rispondere:
"Il padre di Hanamichi è morto due anni fa a causa di un infarto"
Tutti sobbalzarono scioccati: nessuno poteva immaginare che il passato di un ragazzo tanto allegro e spensierato fosse segnato da una simile tragedia.
Persino Rukawa, di solito indifferente alle disgrazie altrui, spalancò gli occhi:
'Il do'aho…è un orfano?'
Non ci credeva. Aveva sempre pensato che gli orfani fossero persone calme, gentili e un po' tristi…il contrario di Sakuragi, questo è poco ma sicuro.
Yasuda balbettò:
"No. È uno scherzo, vero?"
"Purtroppo è la verità. Suo padre è mancato improvvisamente, e Sakuragi non ha potuto fare niente per salvarlo. È per questo che è rimasto così segnato quando io ho avuto l'infarto"
"Signor Anzai…"
"Non vi preoccupate, Sakuragi è molto forte, come ci ricordato Kogure. Non abbattetevi, o anche lui ne risentirà"
"Sentito il mister? Forza, è ora di iniziare! Iniziamo a correre!"
"Sì!!!!!!!" e la squadra dello Shohoku iniziò il riscaldamento, tentando invano di ignorare il vuoto che si era creato.

All'ospedale, nello stesso momento, Yohei era seduto vicino all'amico.
Non riusciva a smettere di rivedere quella scena. Hanamichi che si lanciava verso di loro per liberarlo.
Il teppista che cadeva all'indietro.
Lui che si sentiva trascinare via, verso il basso.
Hanamichi che cercava di salvarlo, ma che invece rotolava giù per la scala con loro.
E sangue…tanto sangue.
Il sangue del suo più caro amico.
"È colpa mia. Solo colpa mia!"
"Perché dici così?"
"Ah, dottore, che spavento. Non l'ho sentita entrare"
"Ormai è da ieri che non ti muovi da quella sedia. Sarai stanco. Che ne dici di andare a dormire?"
"No, voglio essere qui, quando si sveglierà…"
Un pensiero improvviso ghiacciò la mente di Yohei
"…perché si sveglierà, vero? Il mio amico non rimarrà in coma?"
"Certo che si sveglierà, vedrai. Ma sarà più felice di trovarti riposato, invece che mezzo morto di sonno"
"Dottore…io…non ce la faccio, a tornare a casa"
sussurrò Mito, asciugandosi gli occhi.
"Non è stata colpa tua"
"Sì invece, se non mi fossi distratto, quell'energumeno non mi avrebbe colto di sorpresa, e Hanamichi sarebbe qui, arzillo e pimpante come sempre. E invece…è in un letto d'ospedale, solo per colpa mia"
e uscì di corsa, per non disturbare con il suo pianto dirotto il riposo dell'amico.

"Ci vediamo domani!"
"Ciao!"
Ogni componente dello Shohoku si stava dirigendo verso la propria abitazione. Nessuno aveva proposto di andare a bere qualcosa, o di fermarsi per un boccone in qualche paninoteca.
Nessuno aveva voglia di ridere. Sembrava strano, eppure quell'uragano coi capelli rossi era entrato nel cuore di tutti.
Casinista, strafottente, irrispettoso, ma comunque leale, sincero e fidato.
Se c'era da incitare qualcuno, era pronto a tirare fuori il fiato, e a urlare per tutta una partita il suo incoraggiamento.
Se un teppista osava infastidire un membro della squadra, bè, era sistemato a dovere, e in fretta.
Tutti potevano contare su di lui.
Sempre.

Rukawa schiacciò a canestro per l'ennesima volta. Non riusciva a capire la strana sensazione che lo aveva invaso. Perché quel senso di…
Scosse la testa, e schiacciò ancora.
'Non può essere vero. Non è possibile! Finalmente riusciamo a fare un allenamento decente, e io che vado a mettermi in testa? Si sta molto meglio senza di lui!'
Ma sapeva che non era vero. Sakuragi…
Per la prima volta in vita sua, Kaede Rukawa fu costretto ad ammettere con se stesso che l'assenza di qualcuno lo infastidiva.
'Ma perché lui? Non mi sono mai preoccupato nemmeno per i miei genitori, perché per lui sì?'
Tirò da tre, e mancò clamorosamente. Recuperò il pallone, e fece un terzo tempo. Al momento dello stacco, rivide Sakuragi che si allenava con la Akagi, una mattina di alcuni mesi prima. Sbagliò di nuovo. Scocciato, afferrò la palla e saltò per uno Slam Dunk.
Incredibilmente, centrò il ferro. In uno scatto di rabbia, gettò la palla contro il tabellone. Poi si sedette su una panchina, parlando da solo e infischiandosene di chi lo additava ridendo.
"È tutto inutile. Finché non avrò capito che mi tormenta, non riuscirò più a giocare come prima.
Allora: Sakuragi è in ospedale.
Non me ne frega niente.
Anzi: almeno mi lascerà in pace per un po'. Non dovrò sopportare i suoi insulti, e mi potrò concentrare solo sul basket. Spero che ci resti per un bel pezzo!
Ma allora perché non riesco a concentrarmi?"
Si prese la testa fra le mani, cercando di schiarirsi le idee.
Niente.
Si alzò, e bevve da una fontana.
Di nuovo, la risposta non arrivò.
Tornò a sedersi, e rimase a fissare le stelle accendersi nel cielo.
Quando una folata di vento lo fece rabbrividire, capì che era il momento di tornare a casa.
Si lavò e cenò, cercando di togliersi quell'orribile, indefinita sensazione dalla mente.
"Cosa c'è che non va? Dovresti solo essere felice che sia volato giù dalle scale! Magari non potrà mai più giocare a basket, e tu sarai libero di dimostrare che sei il migliore…"
D'un tratto capì.
Quello che aveva sempre negato.
Anche se era limpido per i suoi occhi esperti.
Che aveva fatto di Sakuragi uno dei prediletti di Anzai, sempre pronto a perdonargli tutto.
Ciò che gli aveva sempre dato enormemente fastidio.
La verità da cui era sempre fuggito: Hanamichi Sakuragi aveva il suo stesso talento.
E poteva essere lui il migliore.
Aveva un rivale…in Sakuragi.
Non Mitsui, o Sendo.
Semplicemente Sakuragi.
Improvvisamente tutti i pezzi del puzzle combaciarono.
La sua altezza.
'Come la mia'
La sua forza…
'Come la mia…o addirittura superiore…'
La sua agilità.
'Come la mia'
La sua bravura.
'Come la mia'
Solo, ancora da sviluppare.
E se…fosse risultato lui, il più bravo?
Se il suo talento…gli avesse permesso di superarlo?
Che cosa avrebbe fatto, lui?
Tutto si schiarì: rispondeva sempre ai suoi dispetti perché…non voleva che sfruttasse appieno il suo potenziale.
Le loro risse, i pestaggi e le liti durante gli esercizi...avevano l'unico scopo di distrarlo dall'allenamento.
E non farlo migliorare ulteriormente.
Perché non era più così sicuro di poter reggere il confronto con lui.
Aveva appena iniziato a praticare il basket, eppure…si era già conquistato il ruolo di titolare come ala grande…a lui era occorso il quintuplo della fatica, per farcela…gli altri compagni lo giudicavano insostituibile, tanto si fidavano di lui… una sicurezza, una colonna della squadra. Ed era un principiante.
"Accidenti a te! Perché ti sei messo a giocare a basket? Non te ne potevi stare buono buono e continuare a fare il teppista? È tutta colpa tua, e di quella gallina della Akagi di cui sei innamorato! Io ti odio! Ma non ti permetterò di superarmi! Sarò io il migliore!"
esclamò sbattendo un pugno sul tavolo.

Fine capitolo secondo

Hymeko…n.d.Hana
Sì, Hana-chan? n.d.Hymeko
Dimmi la verità, sei sicura che sia una bella storia tra me e il mio Ru? Perché qui mi sembra che vada un po' male, la faccenda…n.d.Hana
Che c'è, non ti fidi? n.d.Hymeko
Per niente, n.d.Hana
Ah sì? Sendo, Rukawa, che ne dite di una bella SenRu? n.d.Hymeko
Sìììììììììììììììììììì ^___^ n.d.Sendo
Nooooooooooo ç___ç n.d.Hana
Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzz n.d.Ru
Allora vedremo…n.d.Hymeko




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