DISCLAIMERS: I personaggi
non sono miei, ma del mitico papino Inoue che per
disfarsene ogni tanto me li presta!! Grassie papino
ti adorooo!!!!*___*
DEDICHE: Non esistono
parole per augurarti con tutto il cuore un felice compleanno, e dirle non
esprimerebbero affatto la gioia per averti conosciuta. Quindi mi limito a dirti
che ti voglio bene, ringraziarti per le splendide emozioni che mi doni con le
tue fic, ringraziarti per essermi sys.
Tantissimi auguri e che la tua vita sia splendente come il tuo cuore.
RINGRAZIAMENTI: grassieeee infinite Mel!!!*___* Senza di te sarei persa,
sei stata gentile nel diventare la mia beta, non so come altro ringraziarti!!!
Sono commossa!!ç////////ç
NOTE: Che caldoooo!!!!>___< Fate conto che non posso scrivere
di giorno dato che se accendessi il pc, beh, dopo
neanche 10 minuti potrei friggerci sopra un uovo!! E allora lo faccio di sera,
meno male che fa più fresco ^^, anche se.... beh, mi tocca battere i tasti
piano perché‚ se no sveglio i miei!!T___T
Quindi per favore leggete
questo capitolo, e commentate!! Almeno così i miei sforzi saranno
ricompensati!ç___ç
UNO YAKUZA INNAMORATO
II parte
di
La grande sala addobbata
a festa, i lampadari di cristallo pendevano enormi dal soffitto specchiato,
mentre la luce si infrangeva in mille modi diversi sulla superficie per poi
ricadere in altrettanti cristalli argentei sugli abiti degli ospiti. Tutti i
partecipanti della festa erano allegri, felici per il grande patto tra le due
famiglie.
Prestigio e onore per una
e protezione per l'altra, tutto ciò avrebbe legato indissolubilmente le due
casate.
I cinquanta elementi
dell'orchestra suonavano senza sosta, allietando gli ospiti, facendoli
divertire. Altri, invece, erano attenti a chiudere buoni contratti, altri
ancora chiacchieravano su quello che sarebbe accaduto quella sera e i restanti
ballavano nella grandiosa pista da ballo, delimitata da tre colonne.
EEelo, delimitata da tre colonne, lì tra i due
pilastri più vicini si ergeva una
piattaforma.
La musica si interruppe
al gesto deciso di una mano.
Tutti si avvicinarono
alla pedana, al centro della quale le due famiglie si erano appostate, pronte a
sigillare per sempre i loro destini.
Il signor Saromoshi era davanti al microfono, gli occhi vivi e
brucianti mentre il kimono da cerimonia fasciava accuratamente il suo corpo
robusto. L'uomo non era di certo un banalissimo vecchietto, anzi, era un uomo
molto forte per la sua veneranda età. Amava poter discutere e proteggere la sua
famiglia, proprio per questo aveva costretto il suo caro nipote a fare quel
passo. Sapeva bene di costringerlo ad un matrimonio assurdo, dato che mai quell'unione sarebbe stata accettata dal Giappone, ma era
pur sempre un legame che avrebbe sancito la protezione della famiglia.
E per lui la famiglia
veniva al primo posto anche... anche a costo di suo nipote.
Accanto a lui sentiva la
presenza del signor Yuki.
L'uomo era vestito con un
completo
Quel patto avrebbe
richiamato molti infausti problemi.
Le luci si spensero
tutte, tranne quelle sul palco.
Quello fu il segnale per
iniziare il discorso che avrebbe suggellato i destini di molte persone.
"Sono felice che
siate venuti questa sera" disse calmo il signor Saromoshi
"oggi, come sapete, è un giorno importante per la nostra famiglia..."
si passò la lingua sulle labbra per calmarsi "infatti stasera, in questa
sala, sarà stipulato l'accordo tra la famiglia Saromoshi,
che io rappresento, e quella del clan del signor Yuki,
qui presente...." e accennò con la mano al giovane, il quale annuì con la
testa.
"Ed ora facciamo
entrare i promessi sposi! Coloro che suggelleranno, a termine degli studi, il
matrimonio...."
Così dicendo indicò con
le dita un cono d'ombra e da lì, una mano abbronzata si appoggiò su quella più
rugosa.
Piano spostò il braccio
per lasciare vedere Hanamichi il quale, vestito con un completo nero si spostava
verso la luce, guardando dritto davanti a sé, pregando in cuor suo che tutto
finisse presto.
Odiava quella situazione.
Quel sentirsi osservato e
deriso, sì, deriso da quegli occhi finti e schifati.
Dall'altra parte lo yakuza aveva proteso la sua mano verso l'oscurità, facendo
entrare Kaede che, splendido in un completo blu scuro, si guardava attorno con
occhi di ghiaccio, molto simili a quelli del cugino.
"Ed ora lascio la
parola a Rukawa-san..." dicendo ciò si spostò,
lasciando il posto davanti al microfono alla volpe che, con grazia felina si
mosse, e con altrettanta grazia parlò chiaro.
I suoi occhi si posarono
sulla figura del rossino.
Occhi blu in occhi
nocciola.
"Io, Kaede Rukawa,
cugino di Yuki Sagashi,
prometto di sposarti non appena finiti gli studi...." disse con tono
freddo, distaccato, come se parlasse del tempo.
Poi prese la mano di Hanamichi, con un gesto calmo e calcolato gli infilò un
anello, d’ oro rosso, al dito anulare, subito dopo l'altro lo imitò.
Quando ebbero finito,
tutta la sala esplose in un boato di applausi, grida e congratulazioni. Tutti
erano felici di quell'unione, anche se alcuni non
erano d'accordo sulle unioni gay poco importava, quella avrebbe fatto un grande
successo: avrebbe portato a tutti i presenti grosse entrate nelle proprie
società.
"Ed ora continuate a
divertirvi!!" parlò il capo famiglia dei Saromoshi,
spingendo il proprio nipote più vicino a Rukawa.
I due si guardarono.
Nello sguardo di Sakuragi c'era solo un immenso odio, rancore e tant'altro, così il giovane si dileguò, andando verso
alcuni suoi amici tra cui spiccava la figura di Yohei.
Lo yakuza
osservò il ragazzo allontanarsi, piano si avvicinò a Kaede e sussurrò.
"Devi portare
pazienza! Devi essere forte per entrambi…… sono sicuro che prima o poi
conquisterai il suo cuore..."
"Nh...
lo spero. Non sopporterei l'idea che mi odi a vita... non voglio
questo....."
"Allora perché l'hai
costretto a tutto ciò?" chiese dolcemente, allontanandosi verso il
terrazzo seguito dalla volpe che, inquieta, si appoggiò al parapetto.
Gli occhi blu di Kaede si
alzarono verso il cielo.
Le piccole stelle appena
si intravedevano, i suoi occhi seguirono ogni più piccola luce, giungendo
infine davanti alla dea del cielo notturno, l'osservò incantato. L'alone di
mistero che circondava il piccolo satellite lo stregava come un incantesimo ed
i suoi pensieri furono liberi di parlare.
"Sai bene come ci
siamo conosciuti, ma ciò che non sai è il perché del mio interesse verso di
lui. All'inizio lo credevo solo un do'aho, niente di
più, solo un rumoroso, testardo do'aho. Proprio per
questo motivo iniziai ad osservarlo, sempre più e quando mi decisi di
smetterla, beh, era troppo tardi...."
"Capisco, ma devi
stare attento. Non giocare con il fuoco o prima o poi ti brucerai!!"
"Mi sono già
scottato..." mormorò fissando gli occhi in quelli del cugino ".... il
giorno in cui capii che per il rosso ero solo.... il nulla...."
"Va bene, ma ora
andiamo!! Che il tuo fidanzatino ti aspetta!!" disse strizzando un occhio,
mettendo un braccio intorno alle spalle larghe del moretto, trascinandolo verso
la sala.
Appena entrati molte
donne, e anche parecchi uomini, si misero a fissarli.
Non adoranti come sempre,
ma piuttosto impauriti, terrorizzati.
Rukawa fece correre i
suoi occhi per tutta la sala, cercando il suo ragazzo e quando lo trovò per
poco non avrebbe ucciso l'uomo che ballava con lui!!
Chi diavolo era quel
capellone!!!???!!
Cosa diavolo voleva dal
SUO rossino!!??!!!
Una gelosia cieca
s'impossessò di lui.
Strinse le mani a pugno,
socchiuse gli occhi e con voce bassa e grave disse: "Scusami Yu...."
Lo yakuza
lo fissò per poi scuotere il capo.
Il suo piccolo cuginetto era proprio cotto se aveva perso la calma, in
quel momento non sembravano neppure più parenti da quanto lo vedeva ardere di
una fiamma malevola.
Povero capellone, pensò
prima di prendere un bicchiere di champagne da un vassoio, portato da un
cameriere che intimidito, fuggì subito dopo.
Nel frattempo Kaede era
giunto vicino ai due che ballavano un lento, ora, solo per il fatto che il
capellone non la smetteva di ridere lo avrebbe scorticato vivo, ma ciò che non
sopportava era il vedere Hanamichi felice, ridente e
sicuro tra quelle braccia robuste.
No.
Questo non lo voleva
assolutamente.
Non avrebbe permesso a
nessuno, a NESSUNO, di riuscire ad aver il cuore di quell'uragano
rosso.
I suoi occhi divennero di
duro ghiaccio, posò la mano sulla spalla dell'uomo e mormorò tagliente.
"Voglio ballare con
il mio fidanzato..." calcando volutamente la voce sulle ultime parole, rendendo
noto a tutti, rossino compreso, che lui era SUO.
SUO e di nessun altro.
"Mi scusi!!"
rispose il castano, aggiustandosi una ciocca, portandola dietro l'orecchio per
poi riprendere "Io sono Hiroshi Shizuma, piacere di conoscerla."
"Piacere...."
sibilò Rukawa, senza però stringere la mano robusta che gli fu porta da Shizuma il quale, a quella scortesia, dovette mordersi la
lingua: non poteva di certo attaccare Rukawa!
Anche se aveva una voglia
matta di mandarlo a quel paese.
Mise la mano giù, per poi
voltarsi verso Hanamichi che fremeva di rab
Ma chi si credeva di
essere quel maledetto volpino???
Stava per aggredire il
compagno di squadra, ma venne fermato dalla voce dolce e flautata del
capellone.
"Grazie per il
ballo, Hana-chan!!"
Il ragazzo arrossì di brutto per poi sorridere raggiante.
"Grazie a te!!
Senti, ti va di sentirci domani??" chiese speranzoso, gli occhi lucenti di
gioia e di qualcosa, un qualcosa che a Kaede non piacque.
"Mhhh...
no, domani ho da andare a Tokyo per degli affari. Mi dispiace!!"
"Va bene. Allora ci
vediamo quando torni!!"
La sua voce tremò appena.
Solo Rukawa se ne accorse
e gli diede fastidio, così senza
aspettare oltre circondò con un braccio le spalle della scimmietta,
e tirandoselo contro disse: "Ora scusaci, ma dob
"Ma che
diavolo...."
Stava per saltargli alla
gola, quando da lontano vide suo nonno parlare con il ricattatore nato per
eccellenza, ovvero il signor Yuki.
Ma di cosa stavano
parlando??
E poi cos'erano quei
sorrisi così raggianti, si chiese???
Senza smuoversi, senza
neppure reagire venne portato via dal moretto che, incurante di tutti, condusse
il suo futuro sposo verso i due uomini.
"Ok,
allora è fatta!!" esclamò l'anziano signore, sorridendo ed osservando come
suo nipote si stava lasciando toccare da Rukawa.
Svegliatosi dal torpore Hanamichi scostò quel braccio da sé ed osservò in malo modo
i tre.
Non capiva, ma stava per
succedergli qualcosa di molto brutto.
Se lo sentiva sotto la
pelle.
Ne era certo.
Infatti......
"Hana, stasera
andrai a casa di Rukawa-san! Abiterai con lui per
tutto il tempo fino alla celebrazione del vostro matrimonio!!" dichiarò
allegro l'arzillo capo famiglia, sorridendo al volto livido di rab
"COSA!!!???"
gridò Sakuragi facendo girare tutti gli ospiti che li
fissarono interessati.
"Hanamichi!!
Non urlare!!" bisbigliò minaccioso il nonno, per poi far strada ai tre e
condurli in una saletta più intima, dove la rab
"ADESSO
BASTA!!!" urlò esasperato Hana, non voleva andare a vivere con la volpaccia malefica e quello yakuza
ricattatore!
"Posso accettare
questa situazione, ma fino a quando non sarò sposato non voglio abitare con
quella volpe!!" ringhiò minaccioso, osservando sia l'anziano signore che
lo yakuza.
I due uomini lo
guardarono, passando i loro occhi da lui a Rukawa che, si era seduto ed
osservava la scena come se niente fosse.
Ma dentro di sé era
felice.
Avrebbe avuto il suo, e
precisiamo SUO, do'aho con sé!
Era felice certo, ma anche
un po' amareggiato dal comportamento dell'altro, poteva capire che non si
fossero mai sopportati, ma... lui amava quella testa rossa.
Ed era disposto a tutto
pur di averla.
I suoi occhi allora si
posarono su quelli del cugino, e solo allora il biondino parlò.
"Signor Saromoshi, è meglio dirgli la verità..."
L'anziano capo famiglia
annuì.
"Hana, ti ricordi
che giorni fa il piccolo Akito si è fatto
male??"
"Sì...."
rispose il rossino, temendo quella domanda.
Ricordava benissimo quel
giorno, dato che, appena ritornato da scuola, era dovuto correre all'ospedale,
per poi sentirsi dire che il piccolo si era tagliato su un braccio. Nulla di
grave, ma era lo stesso un taglio abbastanza profondo.
Aveva avuto paura, ma poi
l'aveva visto sorridere come sempre..... ed ora quella domanda....
".... devi sapere
che quello non è stato un incidente, ma bensì un attentato. Non si sa bene chi,
ma l'uomo che ha ferito Akito ora è morto...."
dichiarò in un sussurro l’anziano capo famiglia.
"Morto???"
"Sì, qualcuno l'ha
ucciso per non farlo parlare."
Confermò lo yakuza, osservando tutte le emozioni passare sul bel volto
abbronzato.
Dall'altra parte Hanamichi si tratteneva dal prendere a testate tutti, nonno
compreso!!
Non era possibile.
Il suo piccolo cuginetto era stato ferito per.... per colpa del cognome
che portava.
Si sentì improvvisamente impotente, cosa doveva
fare??
Accettare tutto quello e
proteggere la sua famiglia, quella stessa famiglia che aveva fatto del male ai
suoi genitori??
Oppure....
........ oppure lasciare
tutto e che si arrangiassero??
Però non tutti si erano
comportati male con i suoi genitori, il nonno, lo zio e la sua famiglia lo
avevano aiutato quanto potevano…… ed ora.... ed ora, lui cosa doveva
decidere???
Socchiuse gli occhi.
Cercando in sé una
risposta.
Kaede osservava il
ragazzo che aveva di fronte.
Aveva socchiuso gli
occhi.
Questo voleva dire che
stava per prendere una decisone, anzi LA decisone.
Senza potersi fermare,
fece scorrere i suoi occhi sulla figura del SUO fidanzato....... era splendido.
Solo questo gli diceva la
mente ed il cuore, beh, quello batteva un po' più veloce mentre i suoi occhi si
posavano dal volto al petto.
Eh già, era splendido con
quel completo nero.
La giacca era stata
slacciata e lasciava intravedere gran parte della camicia color perla, che
fasciava divinamente il torace ampio e forte, per sparire nei pantaloni i
quali, cadevano a pennello sulle lunghe gambe, fasciandole divinamente.
Era proprio splendido.
Ripeté‚ Rukawa,
osservandolo incantato.
I suoi occhi attenti però
gli permisero di notare la contrazione di una mano: aveva preso la sua
decisione.
"Va bene, ho
capito..... farò come volete...." sussurrò pianissimo, sigillando così la
sua resa nella mani di quell'assurdo patto, ma anche
la sua speranza di scappare, di non lasciarsi avvicinare da loro.
"Bene! Ora andrete a
salutare gli ospiti e poi andremo a casa mia!" esultò lo yakuza, forse il suo caro cuginetto
sarebbe stato felice!
"Domani, andrai a
prendere la tue cose e le porteremo a casa di Kaede, così inizierete la vostra
convivenza." Finì con
uno sguardo meno freddo del solito, e anche la sua voce sembrava più calda e
dolce.
"Forza andiamo e
sbrighiamoci!" riprese il capo famiglia, facendo strada ai tre che lo
seguirono immediatamente.
Per la sfortuna di Hanamichi i saluti furono brevi, troppo brevi, avrebbe
voluto restare ancora, ma non gli era permesso, lui doveva seguire gli ordini
di suo nonno e quelli di quel ricattatore ambulante!
Yohei vide
il suo amico girarsi verso di lui, e lesse in quelle iridi una richiesta di
aiuto, capì che il giorno dopo, o forse la sera stessa, l'avrebbe chiamato per
sfogarsi. Con questi pensieri Mito andò a salutare il capo famiglia, decidendo
di andarsene a casa, dove sapeva che si sarebbe sentito meglio, anzi strabene.
Odiava l'ipocrisia di
quelle persone, dei loro sguardi calcolatori, odiava la loro falsità!
E sapeva bene che anche
il suo migliore amico l'odiava eppure ne era stato coinvolto, ancora una volta,
era stato coinvolto in quei giochi di potere ed ora..... ed ora spettava a lui
stargli accanto, proteggerlo da quella realtà orribile.
La limousine si fermò
davanti ad un cancello, qualche secondo ed entrò nell'immenso giardino, dove
una fontana circolare era posta al centro del piazzale. L'automobile girò a destra
passando accanto alla grande fontana.
Hanamichi restò
incantato.
L'acqua zampillava rapida
e forte, disegnando scie argentee su tutta la sua superficie mentre i raggi
lunari la baciavano con riverenza, donando una bellezza irreale, quasi....
magica al luogo.
Ad un tratto si sentì il
motore spegnersi, una portiera aprirsi e sbattere. Dopo alcuni istanti l'aria
fresca accarezzò il viso del rossino che titubante
scese dalla vettura, non si era mai trovato in un luogo così bello!!
L'immensa villa era sorvegliata
da telecamere, cani e da gorilla pronti ad intervenire in qualsiasi momento.
Sempre a disagio seguì i
due cugini, appena entrati un maggiordomo li accolse con un profondo inchino.
"Bentornato signore.
Desidera qualcosa?" chiese con voce profonda e servizievole.
"No, grazie. Le
camere sono pronte??" domandò, sicuro che fosse inutile fare quella
richiesta, in fondo erano già pronte da un pezzo!
"Sì."
"Bene, puoi
andare."
Sentito ciò l'uomo uscì
dalla stanza, lasciando i tre giovani in un salotto molto piccolo e grazioso.
Le poltrone di pelle
erano sparse attorno ad un tavolino, il divano era appoggiato contro il muro, e
lì vicino una porta finestra, da dove si intravedeva un ampio terrazzo. I vetri
erano protetti da delle tende candide e lunghe che toccavano il pavimento,
osservandolo Hanamichi si accorse che era di un bel
marmo blu.
Solo allora capì che la
villa era in puro stile occidentale e che quindi era per questo che gli aveva
suscitato del timore, infondo di case così non ne aveva mai viste.
Appena alzò lo sguardo
vide lo yakuza chino a cercare qualcosa nel piccolo
frigo bar, poi fece scorrere gli occhi
per la stanza. Notò che la kitsune si era sbottonata
la giacca, aveva fatto cadere la cravatta sulla poltrona per poi lasciarsi
andare sulla medesima.
Solo in quell'attimo i loro occhi si incrociarono.
Occhi sicuri di sé in
altri timorosi di quella sensazione.
Quello scontro tra titani
venne portato a termine da Yuki che, togliendosi la
giacca, iniziò a parlare.
"Puoi metterti a tuo
agio, Hana!"
Il rossino
però non volle accettare quella frase, così senza mezzi termini chiese:
"Vorrei andare a riposarmi..."
"Va bene, Kaede ti
accompagnerà alla tua stan...." ma venne
interrotto dal solito monosillabo del cugino.
"Nh!"
"Grazie....."
".... buona notte
ragazzi!!"
"Buona notte, Yu!" esclamò il moretto, senza timore di far arrab
Certo solo in privato,
mai davanti ad estranei altrimenti gli avrebbe rovinato la reputazione.
Yuki
osservò i due uscire.
Sospirò ed andò fuori in
terrazza.
L'aria fresca della sera
gli scompigliò i capelli, intrecciandoli e facendoli muovere nel vuoto.
Chiudendo gli occhi lo yakuza mormorò alla notte sua confidente.
"Ed ora tocca a voi
ragazzi...."
Strinse il bicchiere che
aveva in mano, lo portò alle labbra e ne sorseggiò il liquore.
Ora era tutto nella mani
di quei due testoni.
La porta venne aperta con
un gesto elegante, ma deciso, mostrando all'ospite la stanza.
Davanti agli occhi
nocciola si rivelò una splendida camera.
Un grande letto
matrimoniale con la testata in ferro occupava la parete a destra, davanti ad
esso c'era una cassapanca con sopra dei cuscini rossi, al centro della stanza
un tavolino in legno con un divano e due poltrone color
Davanti, in fondo alla
stanza, una grandissima vetrata che portava ad un terrazzo. Le tende erano
candide e lunghe, tutte lavorate con ricami in argento.
Hanamichi restò
meravigliato dalla stanza, era splendida.
"Nh...
buona notte" disse il volpino, prima di girarsi e scappare, scappare dalla
sua voglia di stringerlo e baciarlo.
Tutto il tempo che erano
stati assieme gli aveva lasciato addosso una voglia incredibile di
abbracciarlo, baciarlo e coccolarlo, ma non era ancora il momento.
Stava per uscire, quando
la voce ferma e seria del suo futuro sposo lo bloccò.
"Kitsune...."
"Nh???"
Piano egli si voltò per
incontrare un do'aho diverso da quello di sempre, era
serio e deciso.
"Io farò di tutto
per evitare le nozze...." gli occhi di Rukawa si socchiusero minacciosi,
"credo che sposare una persona che non si sopporta, che non si ami sia
ingiusto ed antiquato...."
"Lo sai che se non
lo farai...." Kaede lo minacciò con la voce e con lo sguardo, cercando di
capire dove voleva andare a parare il
suo demone rosso.
"Lo so ed anche se
mi sposerò con te... questo non vorrà dire che ti resterò fedele, certo davanti
agli altri saremo una coppia, ma nella vita: MAI!"
Quelle tre lettere fecero
battere più forte il cuore del bel volpino, che si sentì perduto per un attimo,
prima di controbattere.
"Potrai fare quello
che vorrai, come farò io.... ma fino ad allora dovrai abitare, dormire ed
uscire con me, come se fossimo felici...."
"Lo farò, ma nulla
di più...."
Quelle furono le ultime
battute di quello strano discorso, di quella guerra.
E Kaede voleva vincerla.
Il moretto lasciò solo Hanamichi il quale, si tolse la giacca gettandola a terra,
seguita dalla cravatta e poi si lasciò cadere, stanco e distrutto, sul letto.
Chiuse la luce
dall'interruttore vicino al letto e chiuse gli occhi.
Ora era fatta.
Doveva solo far capire a
tutti che quell'unione era troppo assurda, e
finalmente sarebbe stato libero di amare e di essere felice.
Con questo pensiero si
addormentò sereno.
Continua....
La RUbricHANA
Ru: era
meglio se non lo scrivessi!!! è__é Cosa significa che il do'aho
non mi sposerà???!!! è__é
Ru: grrr..... guai a te se non mi dai il rossino!!
è__é
(ci pensa Mel tua a
salvarti Lu!!
Mel_prende_frusta_e_panchetto:
squishh squishh a cuccia Ru!!!!)