Uno su un milione

di Francine


Accettami così, ti prego non guardare,
Nella mia testa c'è un mondo da ignorare
Voglio che tu sia mio complice discreto
Accettami e sarai la mia bambola di seta


Nelle mie orecchie sento ancora l'eco delle onde che s'infrangono sulla battigia: un suono lento e ritmico che mi culla dolcemente. Le tue braccia, forti e protettrici, mi stringono, creando un rifugio in cui perdermi e sentirmi al sicuro.
Il profumo della tua pelle, dei tuoi capelli color del fuoco.
Il suono del tuo cuore e della tua voce.
Il tuo tocco vellutato, il sapore dei tuoi baci...
E i tuoi meravigliosi occhi castani, scuri e profondi come due buchi neri in cui anelo perdermi...
Ma è solo uno splendido sogno, purtroppo: tu non sei qui con me, ma nel tuo letto, a casa tua.
Ancora non riesco a credere che sia successo quello che fino a questa mattina era solo una delle mie più sfrenate fantasie; eppure, è accaduto, così, naturalmente, come se fosse la cosa più semplice del mondo, come respirare.
Già: respirare. Hanamichi, tu per me sei come il respiro, fondamentale come la luce del sole o l'ossigeno nell'aria. Eppure, quanto tempo mi è servito perché me ne rendessi conto e mi decidessi ad esternarti i miei sentimenti!
Avevamo un rapporto solo ed esclusivamente attraverso litigi e scazzottate: tu sparavi le tue solite fanfaronate, ed io rimbeccavo con le mie frecciatine. I pugni partivano sempre da te, ma io non mi sono mai tirato indietro quando si trattava di menare la mani!
Ma perché non mi era possibile lasciar correre, ignorare semplicemente le idiozie che uscivano dalla tua bocca?
Sarebbe stato tutto più facile, senza zuffe e litigi: ignorandoti, avrei anche smorzato ogni tua aspettativa, vero, Hanamichi?
E invece no: rispondevo ad ogni tua sparata, persino a quelle più ingenue, quando lasciar correre avrebbe permesso a tutti noi di esercitarci in un clima più sereno e disteso.
In un primo momento pensavo fosse per un sadico divertimento: poi, pian piano, ho scoperto che era l'unico modo per instaurare un rapporto con te.
Ma io, Kaede Rukawa, volevo instaurare questo rapporto con te?

Accettami e vedrai, andremo fino in fondo
Non pensare a ciò che è giusto e a ciò che sta cambiando
Andiamo al Polo Nord o al Sud se preferisci
Accettami ti prego, dimmi che ci riesci


Me lo sono chiesto mille volte chi diamine me lo facesse fare a perdere del tempo con un pivello come te! Hai del talento, è vero, ma non sei costante e non ti applichi.
E, cosa che mi ha sempre fatto salire il sangue al cervello, hai iniziato a giocare a basket solo per amore di una ragazzina! Una come Haruko Akagi, per di più!
Critico Ryota perché ha ripreso a praticare il basket solo per amore di Ayako, ma almeno lei, la nostra manager, ha del sale in zucca, e non è rumorosa come la sorella del nostro capitano o quelle quattro oche che seguono i nostri allenamenti gridando frasi assurde nei miei confronti!
Non puoi neanche immaginare quanta rabbia mi assalisse quando ti vedevo correre da lei, pigolando come un cretino il suo nome!
Quel "Harukina cara!" che sbraitavi dopo ogni azione corretta, mollando il campo nel bel mezzo della partitella d'allenamento, mi scuoteva fino alla punta dei piedi! Avrei strozzato te, per aver fatto casino, e lei per averti dato corda!
Un giorno, tornando a casa in bici, mi sono chiesto e richiesto cosa realmente mi desse così fastidio di te. Ero talmente preso dalle mie elucubrazioni che non mi sono addormentato, finendo per stupirmi io stesso.
Com'era possibile che spendessi così tante energie per uno che a mala pena conoscevo?
Perché costringevo i miei neuroni a pensare a qualcos'altro che non fosse il basket o i compiti per il giorno seguente? Persino in classe mi addormento, dato che non nutro alcun interesse per la scuola!
La mia vita era tutta tesa verso il basket: tu che cosa c'entravi?

Non ho detto mai di essere perfetto
Se vuoi ti aiuto io a scoprire ogni mio difetto
Se ne trovi di più ancora mi sta bene
Basta che restiamo ancora così insieme


Niente: eri solo uno dei miei compagni di squadra.
Ma chissà perché non riuscivo a togliermi i tuoi occhi scuri dalla testa.
Certo che sono proprio strano!
Sono un orso, evito ogni rapporto con le persone e cerco di dar loro il minor spazio possibile, eppure ho scelto di praticare uno sport di squadra.
Folle, vero?
Quantomeno è incoerente, ma che ci posso fare se ogni volta che vedo il pallone rimbalzare sono assalito da un desiderio, quasi animale, di tenerlo tra le mani e farlo avanzare a mio piacimento?
Avevo due alternative: lasciar perdere il basket, oppure instaurare una qualche minima reazione con i miei compagni di squadra.
Inutile dire che ho scelto il male minore, anche spronato da mia madre, che, su consiglio del medico di famiglia, mi ha fatto praticare uno sport di squadra, " per aiutarlo a socializzare".
Illusi!
In uno sport di squadra bisogna potersi fidare dei propri compagni, io, invece, perseguo uno stile di gioco più individualista, che metta in evidenza le mie doti e il mio talento.
So di essere bravo, e sarei ipocrita se dicessi di non esserlo.
Tu, invece, Hanamichi, hai ancora molto da imparare, eppure ti sei definito "Genio del basket"...
"Idiota" dico guardando il ragazzo dai capelli neri riflesso nello specchio del mio bagno.
Incredibile: ancora non riesco a non chiamarti così, neppure adesso che ti ho confessato di amarti! Certe abitudini sono dure a morire, eh, Hacchan?
Sorrido, ripensando al tuo viso mentre mi avvicinavo a te, sotto le docce: la tua espressione terrorizzate era semplicemente sublime!
Avrei voluto stringerti e rassicurarti, come si fa con un bambino piccolo che ha paura dei tuoni.
Sono cambiato, Hacchan. Tu, mi hai cambiato.
I sentimenti che ho scoperto di provare nei tuoi confronti hanno letteralmente allargato i miei orizzonti emotivi: mai avrei detto che avrei potuto provare l'istinto di proteggere qualcuno! Non perché io sia un algido pezzo di ghiaccio, come le malelingue affermano, ma semplicemente perché non mi era mai capitato di avere a che fare con qualcuno da dover proteggere.
Quando mi sono accorto di essermi innamorato di te?
So con certezza che da quando ricevetti quella sonora testata, senza avert fatto nulla di male, non sono più riuscito a toglierti dalla mia testa.
Quando sarà stato di precico non lo so, so solo che vedendoti assieme a quella oca della Akagi mi sentivo a disagio, ma non per lei, quanto..per te!
Quando l'ho capito, mi sarei voluto prendere a pugni da solo!
Ero geloso!
Io, Kaede -pezzo di ghiaccio- Rukawa geloso di te!
Di uno stupido idiota dai capelli rossi e il sorriso ebete stampato sulla faccia.
Di uno scriteriato che si butta a testa bassa in tutto ciò che fa...
Forse, ho scoperto di amarti quando ho visto i teppisti amici di Mitsui picchiarti, quel giorno in palestra.
Sapevo che se solo avessi fatto un passo sarei stato nei casini anch'io, ma non ce l'ho fatta!!
Dovevo fare qualcosa, perché non ti ammazzassero di botte1 Peccato però che quel Ryu mi abbia spaccato lo spazzolone sulla testa, mandandomi lungo per terra....
L'ho capito durante la nostra permanenza sulla panchina nella partita contro il Myuradai.
Il signor Anzai voleva farcela pagare per aver risolto la cosa con le mani, rischiando di mandare in fumo i sogni e i sacrifici dei nostri compagni: cavolo, se c'è servita la lezione!
Prima di farci scendere in campo ci ha chiesto se avremmo più fatto a botte...
" Forse..." ho risposto io, mentre tu, Mitsui e Ryota avete detto subito di sì.
Che ci posso fare se non so resistere alle provocazioni?
In questo siamo simili, Hacchan...

Amo, amo è qualcosa che si muove
Su e giù per lo stomaco più freddo della neve
Amo, amo è un buco alla ciambella
La sua dolcezza effimera la rende così bella


E' così bello potersi prendere cura di qualcuno!
Sentire una sensazione di calore sprigionarsi nel cuore e raggiungere ogni estremità del mio corpo: questo è ciò che provo fisicamente quando sussurro appena il tuo nome.
" Hanamichi".
Affondo la testa nel cuscino, per donare un po' di refrigerio alle mie guance in fiamme.
Arrossisco persino a pronunciare il tuo nome!
Non so come abbia fatto oggi a prendere il coraggio a due mani e a confessarti tutto!
Ho deciso che ti avrei parlato, o quantomeno trattato con più considerazione, dopo lo slam dunk che hai realizzato ai danni dello Shoyo... e di Hanagata.
Mi è dispiaciuto seriamente vedere quello splendido canestro annullato dall'arbitro, e quando ho visto la faccia che hai fatto mentre lasciavi il campo, mi sono detto che dovevo dimostrarti la mia solidarietà!
Dovevo dirtelo, dirti che avevi fatto un'azione da manuale, che forse neanche io, io, la matricola d'oro Kaede Rukawa, sarei riuscito a fare e dirti che ti capivo!
Capivo cosa potessi provare nel vedere la tua magnifica azione andare in fumo: lo capivo da giocatore e da innamorato.
L'amore che nutro nei tuoi confronti mi ha regalato la sensibilità necessaria per capire quali siano i tuoi reali sentimenti, Hacchan. Tu sei spontaneo e istintivo, chiaro e trasparente come l'acqua, ma anche tu hai dei lati del tuo carattere che mostri solo a poche persone.
Ed io, pur di capirti al cento per cento, ho affinato la mia sensibilità, riuscendo a leggerti nelle pieghe dell'anima.
Chissà che cosa avrai provato nel vedermi rammaricato per te!
Ti ho lasciato di stucco, lo so, ma non potevo lasciarti uscire dal campo senza dirti quanto mi dispiacesse per te. Ho anche messo su un'espressione dolce, te ne sei accorto, vero?
Hai visto anche tu che persino la volpe artica Rukawa ha dei sentimenti: ben nascosti, magari, ma li ha! E sono tutti per te!
Lo ammetto: se non mi fossi svegliato per i lamenti di Ryota non avrei notato la tua assenza e non mi sarei alzato per cercarti.
Ho temuto che fossi già tornato a casa e che avrei dovuto aspettare ancora per dirti tutto.
Mi sembrava di impazzire: non potevo, non volevo aspettare ancora. Volevo togliermi questo peso di dosso, qualunque fossero state le conseguenze.
Forse mi avresti preso a pugni, ma tanto c'ero abituato.
Ho sentito l'acqua scorrere sotto le docce e così sono venuto a cercarti.
Non mi saresti sfuggito: mi avresti ascoltato fino alla fine, e poi mi avresti anche potuto massacrare. Sempre meglio che continuare a vivere così!
Ho aperto cautamente la porta a vetri, con la mia roba sotto il braccio per giustificare la mia presenza, ripassando mentalmente tutto il discorso che mi stavo preparando da tempo.
Non hai idea di come mi sia sentito ascoltando la tua confessione.
Tu...mi amavi!
Non era un sogno: Hanamichi Sakuragi mi ama!
Mi sono anche dato un pizzicotto per accertarmi di essere ben sveglio.
Con un polso ancora dolorante ho preso il coraggio a due mani e mi sono avvicinato a te e ti ho preso un po'in giro!
Sei sbiancato, lo so, ma ti sta bene!
Pazzo incosciente!
E se ti avesse sentito qualcun altro?
Però...sono stato un pazzo anch'io a fare tutta quella commedia, con il resto della squadra dall'altra parte della porta a vetri!
Ma sapere che forse ci avrebbero sentiti era così eccitante...
Stringo il cuscino, nell'utopico desiderio di supplire la tua mancanza accanto a me.
Chissà se anche tu starai facendo lo stesso...
Lascio il cuscino e mi ritrovo a fissare il soffitto: è inutile, sono le due, ma non ho sonno.
Non faccio che pensare a te, a noi, a oggi, e a tutto ciò che ci aspetta da ora in avanti!
Una coppia... siamo una coppia.

Accettami e vedrai, insieme cresceremo
Qualche metro in più e il cielo toccheremo
Più alti dei giganti, più forti di Gozzilla
Faremo una crociera su una nave tutta gialla


Già, una coppia a metà...
Se penso che non posso dichiarare al mondo intero il mio amore per te, mi sento frustrato.
Vorrei che tutti sapessero che persona meravigliosa tu sia, e quanto sia io fortunato nell'essermi innamorato di te e, soprattutto, per essere ricambiato!
E invece, non posso.
Non posso, perché la nostra assurda società non ci consentirebbe di vivere il nostro amore alla luce del sole. Due ragazzi che si amano vanno bene per gli shojo manga, la realtà e tutta un altro paio di maniche!
Se i miei sapessero che amo un ragazzo, come minimo mi diserederebbero: non me ne importa granché, saprei camminare con le mie gambe.
Ma che cosa succederebbe se lo sapessero anche gli altri?
Sorrido, anche se so di aver fatto una smorfia.
In primo luogo, perderemmo tutti gli amici: poco male, meglio soli che con amici falsi e ipocriti alle calcagna.
In secondo luogo, ci farebbero un bel richiamo disciplinare: chi se ne frega, tanto a me la scuola non interessa e per Hanamichi è la stessa cosa.
In terzo luogo, ci espellerebbero dalla squadra di basket: mi dispiacerebbe, certo, ma nessuno mi potrebbe impedire di tirare a canestro nel campetto dietro casa! Quello stesso campetto dove vado ad allenarmi ogni domenica mattina, quello stesso in cui ho ti visto allenarti sotto lo sguardo vigile, si fa per dire, di quella gallina dell'Akagi. Ancora adesso mi chiedo perché tu non abbia chiesto a qualcun altro di insegnarti a non commettere falli!
Posso capire che non ti saresti rivolto a me neanche morto, ma perché non chiedere a suo fratello? O a Miyagi? O a Kogure?
Ma l'ipotesi che mi toglie il respiro e mi gela il sangue nelle vene, è che i nostri genitori possano dividerci.
Mi metto a sedere di scatto e mi stringo tra le braccia per rassicurarmi: questa è, ancora, una pura e semplice ipotesi, per quanto orrenda possa essere.
Io morirei, se non potessi più vedere Hanamichi, se mi costringessero a stare mille chilometri lontano da lui!
Mi sentirei perso, come se non avessi più la terra sotto i piedi. Voglio poter crescere accanto alla persona che amo, crescere con lui e maturare con lui. Condividere con Hacchan le mie esperienze, le partite di basket, le vittorie e le sconfitte, i miei ed i suoi progressi.
Ma adesso non mi è possibile.
Non so se i nostri compagni accetterebbero la nostra storia o meno: so solo che non voglio rischiare, almeno finché il nostro amore non sarà abbastanza forte da resistere anche alle malignità della gente o ai pettegolezzi di quattro idioti.
L'unica cosa sensata da fare è aspettare di essere maggiorenni. Ancora sei anni e poi io e Hacchan potremo sbandierare al mondo la nostra relazione, senza più doverci nascondere!
"Sbandierare" è una parola un po' grossa, visto che qui in Giappone la gente è molto inquadrata e segue ciecamente delle convinzioni radicate: non potremo mai girare mano nella mano, come due fidanzati qualsiasi, ma almeno potremo andare a vivere insieme, sotto lo stesso tetto.
E potremo farci forza di fronte alle nostre rispettive famiglie: che mi diseredino pure! A me, per vivere, basta solo l'amore del mio Hacchan.

Andremo su un'isola che sembra disegnata
Con colori enormi e un mare da sfilata
Per quanto mi riguarda ho fatto già il biglietto
Ti prego, non lasciarlo accanto a un sogno in un cassetto


Hacchan!
Come vorrei fregarmene di tutto e tutti e partire con te per un'isola deserta!
Io, te e il nostro adorato pallone da basket!
Che altro ci serve per essere felici?
Vorrei poter stare solo con te, senza dovermi curare di nessuno, genitori, amici, professori...
Soli, io e te, abbracciati a cullarci con il nostro amore, stretti in un guscio che nessuno potrà mai spezzare.
Ti prego, Hacchan, dimmi che il nostro sogno diverrà realtà!
Io ne avrei un altro... ma non so se riuscirò mai a realizzarlo, e adesso come adesso, neanche me ne importa!
Sai cos'è, Hacchan?
Giocare nel NBA!
Sì, il sogno di ogni cestista che si rispetti, ma credo che resterà un sogno da custodire in un cassetto e da tirare fuori quando avrò cinquant'anni per ricordare la mia passata gioventù.
Non sono assolutamente sicuro che sia questa la mia via, né che io possa farcela: però, sono sicuro di amarti, Hacchan e di voler stare con te per tutta la vita.
Sono parole grosse, in bocca ad un ragazzino di quindici anni, lo so; tuttavia, i miei sentimenti sono questi.
Tu sei la mia metà della mela, Hanamichi, la faccia positiva della medaglia.
Io sono la parte apollinea, tu la dionisiaca.
Freddo e caldo.
Nero e bianco.
Pensiero e azione.
Acqua e Fuoco.
Terra e Aria.
Alzo il lenzuolo che mi copre e mi dirigo verso la finestra per guardare il mare, quello stesso mare che è stato testimone del mio grido d'amore al mondo intero.
" Hanamichi" sussurro stringendo le braccia, nel vano tentativo di averti qui con me.

Amo, amo, è qualcosa di speciale
Giù e su per lo stomaco è come un temporale
Amo, amo è il sugo sulla pasta
Finché non è finito non saprò mai dire basta


Il cielo al di là del vetro è solcato da lampi che squarciano il nero della notte.
Anch'io mi sento così.
La mia anima è dilaniata dal desiderio che ho di gridare a tutti quanti che io amo un ragazzo meraviglioso, e dalla prudenza che mi impone di celare questo sentimento, di conservarlo solo per me e per te, amore mio.
Posso la mia fronte sul vetro: il contatto è freddo e mi riporta alla realtà.
Il mare non si vede, c'è solo una massa scura, in fondo, che sospinge le sue onde a rive con veemenza.
E' selvaggio come te, Hacchan, e amo il mare anche per questo suo aspetto, perché mi ricorda tanto un certo ragazzo dalla testa dura e dai capelli dello stesso colore del fuoco.
Quello stesso fuoco che si è acceso nel mio cuore e che si spande ogni qual volta la mia mente mi regala la tua immagine, il tuo viso, il tuo sorriso.
Mi metto una mano tra i capelli, liberando la fronte dalla frangia.
"Devo tornare a dormire..." dico a bassa voce, riuscendo a svegliare il mio gatto, che si avvicina a me e si struscia contro la mia gamba nuda.
Mi chino a raccogliere quell'esserino peloso, capace di cose strane e senza senso, proprio come te, amore.
" Che c'è, Hanamichi? Ti ho forse svegliato?" gli chiedo sollevandolo sopra di me.
Il micio mi fissa, specchiando le sue iridi verdi nelle mie.
Restiamo così per un po', fin quando lui non socchiude gli occhi ed inizia a ronfare.
Lo abbraccio come se fosse fatto di cristallo e lo appoggio sul mio cuore: il ronfare calmo e placido del mio gatto mi mette in pace con il mondo intero.
Ho tante paure, Hacchan.
Sono sicuro che anche per te è così. Non deve essere stato facile innamorarsi di un ragazzo, vero?
Per di più proprio del tuo nemico numero uno, nonché tuo rivale in amore.
Peccato che io, la Akagi, non l'abbia mai degnata di uno sguardo...
Un po' mi offendo: come potevi pensare che a me piacesse quel tipo di ragazza?
Le fusa del mio gatto sono diminuite d'intensità.
Stringo quell'animaletto, che reagisce con vive proteste e scende, tornando ad accoccolarsi ai piedi del mio letto.
Hanamichi.
Mi è venuto naturale chiamarlo così, mi ricorda tanto te, amore mio!
Chissà che faccia faresti se sapessi che il mio gatto si chiama come te!
Tiro le tende della mia finestra e spengo la luce.
Entro nel letto, costringendo il gatto a scansarsi di poco, e mi copro con il lenzuolo.

Amo, amo è un dono di natura
Perché la nostra storia non è solo un'avventura


Sono felice.
Talmente felice da non dormire, da aspettare con ansia il momento in cui potrò rivederti, amore mio.
Domani, dopo gli allenamenti, dovremo rimettere a posto la palestra e allora potrò stringerti e abbracciarti e coccolarti come vorrei poter fare adesso.
Forse, riuscirò ad avere un altro contatto con te, durante gli allenamenti: tanto abbiamo deciso di continuare con la nostra farsa, giusto?
E allora, quale motivo migliore di una bella rissa per poterti toccare impunemente?
"Sono un vero genio..." sussurro compiaciuto.
Apro gli occhi di scatto: oddio, adesso inizio anche a parlare come te!
Soffoco una spontanea risata con la mia mano destra: che faccia faresti se sapessi che ti ho fregato una battuta, Hacchan?

Amo, amo è una semplice canzone
Che serve a me per dirti che sei uno su un milione.


Hacchan...
Sei come una perla rara, unico nel suo genere.
Sei goffo, sgraziato, irruento, irascibile, impulsivo, testardo...
Sei vitale e a volte faccio fatica a stare dietro ai tuoi ritmi; tuttavia, sei capace di slanci di tenerezza impensabili.
Essere cullato da te, in riva al mare è stata la cosa più dolce che mi sia mai capitata in quindici anni di vita; non provavo queste sensazioni da quando mia madre mi stringeva da piccolo e mi abbracciava, cantandomi la ninnananna.
Stringo il lenzuolo, frustrato per la tua assenza: ogni fibra del mio essere ti reclama, Hanamichi, non ce la faccio più a stare lontano da te. Bacio il cuscino, vacuo palliativo alla tua assenza, amore mio.
Mi giro su un fianco e tento di dormire un po'.
Domani mattina... cioè tra poco più di quattro ore, ci saranno gli allenamenti mattutini e dovrò essere in forma per poter giocare con te!
Voglio essere al massimo.
Vanitoso?
Sì, per te voglio essere bellissimo in ogni occasione.
Voglio lasciarti senza fiato, voglio che il tuo cuore sia incatenato al mio per sempre, Hanamichi.
Perché ti amo.
Ma non sperare che io riesca a dirtelo spesso, Hacchan, perché sento che mi si spezzerebbe il cuore.
Lascerò che i fatti parlino per me più di mille dichiarazioni e lascerò che tu mi ubriachi di parole d'amore con la tua voce argentina, che mi fa vibrare come una corda di violino.
"Buonanotte, amore mio" sussurro strizzando tra le braccia il cuscino, cullato dalle fusa del mio gatto.


 

 


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