Fan fiction che vai …..pairing che trovi.
Quello che ho scelto (GojyoxHakkai) sembra non essere il più gettonato, ma tantè…sono loro che popolano le mie fantasie e così…..ingolosito da quanto già scritto da altri, ho voluto….approfondire l’argomento.
E’ solo una variazione sul tema….ma spero piaccia…
Un mare verde
by Katsushika
PARTE I
La battaglia volgeva al termine, buona parte dei demoni era già stata annientata, anche se alcuni di loro con un attacco in massa erano riusciti a ferire, se pur lievemente Sanzo, che adesso sedeva su un masso, sofferente più che per il colpo ricevuto, per il suo orgoglio, furente con se stesso per essersi lasciato sorprendere ed atterrare, vegliato da un Goku quanto mai guardingo.
Gojyo ed Hakkai si erano lanciati all’inseguimento degli ultimi sei, decisi ad eliminarli prima che potessero riorganizzarsi e tentate una nuova imboscata.
Sfrecciarono fra alberi secolari e presto ebbero ragione dei superstiti, dopo brevi ma animati duelli.
Guardandosi intorno entrambi mossero i propri passi verso un punto dove il bosco sembrava diradarsi e permettere alla luce di filtrare tra i rami.
Da opposte direzioni avanzarono nel sole nello stesso istante e, dopo il sollievo dell’incontro la loro unica emozione fù di meraviglia.
Il bosco si apriva , dando spazio ad una distesa infinita di erba, alta, scura, appena screziata di fiori. Un mare verde che arrivava all’orizzonte, increspato dal vento, che si era alzato, come a preannunciare la notte ormai incombente.
Nessun cinguettare, nessun suono se non quel frusciare tanto simile alla risacca.
Avanzarono entrambi fino a trovarsi fianco a fianco, a godere di quella pace.
- Che meraviglia di posto….niente scimmie lamentose e bonzi dal grilletto facile. Senti che pace!!!!- esclamò Gojyo, alzando le braccia per striracchiarsi nel suo solito modo.
- Davvero non mi aspettavo un simile spettacolo – annuì Hakkai, risistemando la fusciacca e stirando con la mano le pieghe della camicia , un po’ sgualcita dai numerosi scontri, di poco prima.
- Accidenti Hakkai, sei sempre il solito……ma guardati!!… il perfettissimo Hakkai….sembri pronto, tutto in tiro, per un appuntamento con una bella ragazza…..ma come fai , mi domando, non ti scomponi mai……dannazione sei davvero incredibile!- iniziò a canzonarlo Gojyo, con il tono più ironico e petulante di cui era capace.
- Già , mi sa’ che hai proprio ragione…. È nella mia natura, non c’è dubbio- gli rispose per nulla offeso Hakkai, illuminandosi subito in uno dei suoi serafici sorrisi.
- Sai Hakkai….le persone perfette suscitano spesso antipatia….invidia.. spesso timore..- proseguì Gojyo non lo stesso tono, avvicinandosi lentamente a lui. Poi con un gesto improvviso afferrò, strattonandola , la camicia di Hakkai, per lasciarla immediatamente stropicciata e mezza fuori dalla cinta.
- Adesso non sei più perfetto…..- sogghignò allontanandosi da Hakkai, per meglio vedere il risultato delle sue azioni.
- Ma… ch…cosa…..accidenti Gojyo!- il tono era di bonario rimprovero, come verso un ragazzino troppo irruento.
-Manca qualcosa……vediamo….- continuò Gojyo e così facendo strappò un grosso ciuffo di erba e fiori e lo fece cadere, con aria trionfante, sui capelli e le spalle di Hakkai, che troppo sorpreso, non fece altro che alzare il viso e ricevere quella copiosa pioggia vegetale, per poi scuotersela subito di dosso, con gesti rapidi, spintonando nel contempo Gojyo, che era scoppiato in una fragorosa risata.
-Dunque vuoi sfidarmi…..vuoi la guerra…..perfettissimo Hakkai!?!- esclamò Gojyo, assumendo una posizione di guardia, pronto allo scontro, e , senza aspettare risposta, di slancio, investì Hakkai, che dovette faticare non poco per non ruzzolare a terra. Riprendendo fiato rumorosamente, Gojyo, si buttò in un nuovo attacco, questa volta investendo e quasi sollevando Hakkai di peso, ma per la sua stessa foga, incespicò e rotolò sull’erba, trascinando nella caduta l’amico.
Hakkai, tra le risate, cercò di allontanarlo da sé, ottenendo come unico risultato, l’inizio di una nuova fase di “finto” combattimento, corpo a corpo.
Facendosi forza di tutto il suo peso, Gojyo lo immobilizzò supino, bloccandogli i polsi, in una stretta perentoria e minimamente dolorosa.
- Mi arrendo….mi arrendo- inizio a ripetere Hakkai, tra le risate e il fiatone per la colluttazione che l’aveva visto sconfitto.
Anche Gojyo ansimava appena, mentre lo sovrastava, con un sorriso beffardo …sorriso che andò pian piano scomparendo mentre i suoi occhi si fissavano in quelli dell”avversario” sotto di lui.
Un mare verde… mai gli occhi di Hakkai gli erano sembrati così limpidi, del puro colore della giada, mai l’espressione di Hakkai era stata più indecifrabile, adesso che il suo viso perfetto aveva perso quella dolce espressione un po’ trasognata, così intimamente sua, per assumerne una seria, intensa.
Restarono entrambi immobili, quasi trattenendo il respiro, in un istante che sembrò dilatarsi all’infinito.
Hakkai sentiva sulle guance l’impercettibile carezza dei capelli di Gojyo, ormai vicinissimo, ne respirava chiaramente il dolce profumo, mescolato ad un chiaro sentore di tabacco, e poi c’erano quegli occhi rossi nei suoi…e si sorprese a pensare che un tempo erano per lui costante memoria dei delitti commessi, ma che adesso, in questo istante perfetto il loro rosso era quello della forza, della gioia, della vita!
Le labbra di Gojyo si appoggiarono sulle sue, aumentando via via quella sensuale pressione, fino ad obbligarlo a dischiudere le proprie e a lasciarsi invadere dalla sua lingua saettante………..un bacio lungo, profondissimo, famelico…….che gli tolse letteralmente il respiro, ma al quale rispondeva con trasporto il suo intero essere.
Gojyo allentò la presa sui polsi di Hakkai per percorrerne lentamente le braccia e malgrado gli indumenti , gli fu facile indovinare la forma allungata dei muscoli che le ricoprivano. Un respiro brevissimo e poi un altro lunghissimo bacio, ad esplorare ogni anfratto di quella bocca così calda ed accogliente. Le sue mani superarono la barriera della casacca, il contatto con la bianca pelle di Hakkai fu come una scossa elettrica che lo fece quasi tremare. Come un cieco che legge avidamente un libro nuovo, così Gojyo iniziò a percorrere quel corpo sconosciuto, ad esplorarlo con le proprie dita. Dalle spalle scese con le mani aperte sul petto asciutto e liscio, e poi più giù seguendo il disegno delle costole fino a saggiare la consistenza degli addominali. Risalì poi ai capezzoli, che immaginava piccoli e rosei come quelli di una casta fanciulla, ed iniziò a strofinarli coi polpastrelli e a torcerli delicatamente. Niente al mondo aveva mia sentito di più eccitante dei gemiti soffocati che la sua bocca e le sue mani riuscivano a strappare ad Hakkai, che iniziava ad inarcarsi sotto di lui. Quel suono invase la sua mente e fece da detonatore alla sua passione. Senza staccare le labbra da quelle del compagno, cercò freneticamente la fibbia della cintura che quasi divelse con un unico gesto e non migliore fine avrebbero fatto i pantaloni, se non chè in quell’istante, con una spinta decisa Hakkai lo allontanò da sé facendolo rotolare sull’erba al suo fianco.
- NO!- e lo sguardo di Hakkai non ammetteva repliche.
Un sospiro ed una breve, sarcastica risata… e Gojyo era già in piedi e si riavviava i capelli con la mano e gli tendeva l’altra per aiutarlo ed imporgli di alzarsi.
-Che diamine penseranno quei due, se non ci decidiamo a rientrare…..avanti andiamo!- gli intimò Gojyo, dandogli le spalle ed iniziando ad inoltrarsi nel bosco alla volta della strada, su cui avevano lasciato Sanzo e Goku, ad aspettarli.
- Si può sapere perché ci avete messo così tanto!?!- iniziò a sbraitare il monaco appena riuscì a scorgerli tra gli alberi.
-E’ bello sapere che ti siamo mancati…..-l’apostrofò Gojyo, salendo con un balzo a riprendere il proprio posto sulla jeep, senza degnarlo di uno sguardo.
-Hakkai , ti prego….dobbiamo arrivare al più presto al prossimo villaggio….sto’ morendo di fame- iniziò a lagnarsi Goku, mentre Hakuryu-jeep ripartiva.
PARTE II
Furono, purtroppo per Goku e per gli altri, quattro lunghi giorni di viaggio, su sentieri accidentati, tra pietraie e dirupi, quattro notti all’addiaccio, intorno al misero fuoco, che la scarsa legna a disposizione, offriva come unico comfort.
Tutto il gruppo accolse come una vera liberazione, la vista dei primi tetti della vasta cittadina in fondo alla valle.
Una breve passeggiata nelle vie animate, una più che abbondante cena risollevarono il morale generale.
Sanzo prese accordi per la sistemazione per la notte, ma dovette con disappunto accontentarsi di due doppie, perché erano giorni di fiera e tutte le pensioni erano al completo.
- Io vado a fare un giro…-annunciò Gojyo, quando Sanzo ritornò al tavolo per distribuire le chiavi delle stanze.- Non aspettatemi….magari resto fuori stanotte….-aggiunse con un sorriso ammiccante ed uscì in strada.
L’idea di restare solo con Hakkai, era una prospettiva tutt’altro che allettante, Gojyo non sapeva veramente come affrontare un’eventuale, anche minimo accenno a quanto era successo nell’erba. L’amicizia di Hakkai era uno dei pochi punti fermi della sua vita, la fiducia e la stima che quel dolce ragazzo gli aveva sempre dimostrato erano qualcosa di irrinunciabile. Anche durante i combattimenti si era fatto più ardito, aveva lottato con più forza e determinazione, sentendo su di sé lo sguardo di Hakkai, come per dimostrargli di valere il suo affetto.
Adesso, con uno di suoi tanti colpi di testa, il kappa si rendeva conto di aver compromesso l’armonia del legame che li univa da tanti anni.
Eppure non era pentito, questo proprio nò, fino ad allora i contatti fisici si erano sempre ridotti a fraterne pacche sulle spalle o semplici gesti di cura durante o al termine degli scontri più duri, ma quel pomeriggio il contatto col corpo di Hakkai, con le sue labbra, aveva scatenato una brama che mai aveva sentito così prepotente, in nessuno dei suoi numerosissimi incontri amorosi.
Non poteva andare oltre, Hakkai non glielo avrebbe permesso e se ci avesse nuovamente provato forse poi non sarebbe neanche stato possibile proseguire il viaggio tutti insieme.
Gojyo conosceva un metodo rapido ed infallibile per cancellare quei pensieri che tanto lo stavano confondendo e rattristando e svoltò bruscamente in direzione del primo bar che riuscì a scorgere.
Senza accorgersi, assorto nei suoi pensieri, si era inoltrato in una zona malfamata, come dimostrava l’abbondanza di bische e di uomini e donne, dall’aria tutt’altro che raccomandabile, fermi in crocchi o impegnati in dispute, più o meno animate.
Hakkai che fino al quel momento si era tenuto a debita distanza, senza trovare il coraggio di fermarlo e parlargli, dovette quasi correre per non perderlo di vista, e solo dopo un’ultima esitazione si decise a seguirlo dentro il locale.
La luce era a dir poco fioca e a questo contribuiva il fumo che quasi saturava l’ambiente dal basso soffitto; unico arredo un bancone e alcuni tavoli per il pocker.
Le intenzioni di Gojyo erano a tutti manifeste dalla bottiglia che aveva riservato per sè e che andava svuotando con determinata velocità. Presto il vuoto venne sostituito, così come il posacenere ormai stracolmo che aveva accanto. Hakkai continuava a vegliare, pienamente cosciente di essere la causa di tutto ma incapace di affrontare la situazione che andava precipitando. Ad allarmarlo arrivò poi la vista di un giovane, pressappoco loro coetaneo, che si era intenzionalmente piazzato sullo sgabello di fianco a Gojyo. Vide il giovane sporgersi verso il rosso offrendogli il fuoco del suo accendino e poggiargli una mano sul braccio nudo e muscoloso lasciandocela con noncuranza, mentre conversavano. I loro visi erano vicinissimi ed Hakkai credette di scorgere un’abbozzo di sorriso sul viso del Kappa quando lo sconosciuto lasciò scivolare una mano sulla sua gamba, come per tastarne la consistenza, spostandola poi velocemente in direzione della patta. I capelli rossi ondeggiarono in un breve gesto di assenso, poi i due si staccarono insieme dal bancone e ad Hakkai non restò che seguire con lo sguardo il rosso fin sulle scale che portavano al piano superiore dove alcune camere erano a disposizione degli avventori.
A colazione Gojyo si presentò con gli evidenti segni di una notte in bianco, bofonchiò un saluto, evitando con cura di incrociare gli occhi di Hakkai ed, afferrando a caso del cibo dal tavolo, annunciò di essere pronto a ripartire e che li avrebbe aspettati sulla jeep.
Nel pomeriggio si trovarono ad attraversare una profonda e stretta gola, quando una potente deflagrazione fece ribaltare il loro mezzo.
Si parò davanti a loro un nuovo potente avversario che si scoprì presto essere un sicario armato da Homura e praticamente invulnerabile ai loro attacchi, protetto com’era da uno scudo di energia di intensità mai vista.
Gli obiettivi erano chiaramente il sutra e forse lo stesso Goku e, ben presto, Hakkai non potè fare altro che pararsi a protezione dei compagni, mentre il demone potenziato scagliava su di loro una muraglia di fuoco. Proprio in quell’istante con orrore Hakkai vide Gojyo ricomparire da dietro una rupe, dove aveva stanato ed eliminato i gregari che avevano avuto il compito di fermare la loro corsa.
L’onda d’urto che li investì fù di una potenza inaudita e rimbalzando sulla barriera protettiva di Hakkai, si riflesse all’intorno, spostando massi e provocando piccole frane sulle pareti di roccia che li circondavano. La seconda, ancora più potente conteneva in sé un inquietante pulviscolo violaceo, che turbinò a lungo tentando di avvolgerli nelle sue mefitiche spire.
Gojyo non era più visibile ed Hakkai senti la morsa del panico serrargli lo stomaco.
-Dobbiamo fare qualcosa, Sanzo! Gojyo è là fuori! Cercherò di focalizzare il mio Ki e di scalfire così la protezione! Dovrai colpirlo, Sanzo, in quell’esatto istante!- urlò Hakkai senza mai distogliere lo sguardo dall’avversario.
- Sono pronto!- e Sanzo accompagno la laconica risposta col secco suono metallico del grilletto, pronto a far fuoco.
Raccogliendo le forze Hakkai fece quanto aveva annunciato, sprigionando una lama di luce che trapassò lo scudo di energia ed accompagnò il proiettile a conficcarsi nella fronte del demone che subito si dissolse.
Stremato dallo sforzo, quasi incespicando Hakkai, si precipitò verso il punto dove aveva visto per l’ultima volta Gojyo, trovandolo, riverso a terra, privo di conoscenza, ma vivo.
PARTE I
La stanza era debolmente illuminata da una lanterna e l’unica altra luce era quella della luna che , quasi piena, spandeva un chiarore lattigginoso sulla cittadina sprofondata nel sonno.
Erano passate parecchie ore, da quando erano rientrati in città, da quando c’era stato un consulto intorno al capezzale di Gojyo, da quando tutti si erano trovati d’accordo su di un’unica cosa : non c’era nessuna cura.
L’unico suono nella stanza era il debole ma regolare respiro di un giovane uomo dai capelli rossi, immobile in un letto.
Hakkai continuava a vegliarlo, ed era proprio quell’immobilità, così innaturale per l’irruento Kappa, l’effetto più terrificante del male che lo aveva colto. Lo spostamento d’aria ed i vapori velenosi lo avevano portato a quel sonno che sembrava non voler finire.
-Sanzo mi ha mandato a portarti la cena! Ci sono delle cose buonissime! Devi mangiare Hakkai!- disse Goku appoggiando con eccessiva attenzione il vassoio, e facendosi poi timidamente vicino.
- Anch’io sono preoccupato per questo stupido di un Kappa, che non si decide a svegliarsi ma Sanzo dice che Gojyo è un grande combattente e cela farà anche questa volta. Ne sono sicuro! Andra tutto bene Hakkai! Avanti mangia qualcosa…- Goku aveva messo tutta la sua convinzione in quelle affermazioni.
-Certo…..andrà così…..grazie Goku- ma il tono del demone era quello di chi vuole solo essere lasciato solo con i propri pensieri, così Goku uscì, chiudendo silenziosamente la porta alle sue spalle.
“E’ davvero questo il mio destino! Non riuscire a proteggere le persone che amo ed assistere, impotente alla loro morte!?!”a quel pensiero Hakkai si riscosse, come poteva anche solo pensare che Gojyo sarebbe morto, e poi aveva usato la parola AMORE per unire due parti così differenti della sua vita….ma infondo come definire altrimenti quello che provava per Gojyo, era certamente qualcosa di molto profondo, qualcosa di totalmente altro rispetto ai sentimenti che lo legavano a Sanzo e Goku.
Era stima, affetto, ma anche voglia di condividere momenti e pensieri, c’era una sintonia fra loro, c’era sempre stata e quel singolo momento di intimità, aveva dischiuso nuove prospettive, che temeva ed al tempo stesso desiderava esplorare.
-Ti amo Gojyo, svegliati!- iniziò a sussurrare, via via con un tono sempre più forte, con sempre maggiore convinzione, come una preghiera, come un mantra salvifico.
D’improvviso, come riemergendo dopo una forzata apnea, con un profondo respiro, alla disperata ricerca di più ossigeno, Gojyo si inarcò nel letto, spalancando gli occhi. Il lungo sonno senza sogni era finito, era fuori pericolo.
PARTE IV
- Ho detto che sono pronto!...Dannazione Sanzo, ed anche tu Hakkai, non trattatemi da moribondo!...Sto bene e sono pronto a ripartire!-
Da più di mezz’ora i due ascoltavano le rimostranze del Kappa, che a pochi giorni dal risveglio, già dava segni di insofferenza per quella forzata inattività e pretendeva di rimettersi immediatamente in viaggio.
-Tsè…fai come credi…..ma bada! Se ci sarai d’intralcio, non esitò ad abbandonarti al tuo destino!...Mi hai sentito Gojyo!......Sei davvero deciso!?!- sbottò esasperato Sanzo e senza aspettare gli altri uscì e si sedette sulla jeep, fissando torvo il nulla davanti a lui, in attesa che i preparativi per la partenza fossero completati.
Forse richiamati dalla fama dei quattro, alcuni demoni, li attaccarono, poco fuori la città.
Sanzo, Goku ed Hakkai scesero ad affrontarli intimando a Gojyo di restare fuori dalla mischia.
Non era certo sua abitudine sottrarsi allo scontro, ma da molti segnali il mezzo-demone percepiva chiaramente che qualcosa ancora non andava, e sapeva che non poteva essere di alcuna utilità ai compagni. Si rassegnò quindi a fare da spettatore a quello scontro che si stava già concludendo per mancanza di avversari, in buona parte caduti sotto i colpi del solo Goku.
Anche Hakkai stava dando buona prova di sè, ma non si era accorto che un demone alle sue spalle stava immobile , come a studiare le sue mosse , aspettando il momento giusto per colpire. Gojyo vide la scena e capì che gli sarebbe stato impossibile attirare in alcun modo l’attenzione dell’amico, e che doveva agire, se voleva salvarlo. In un solo gesto si liberò della coperta che lo avvolgeva e brandendo la sua shakujyo balzò giù dall’auto, letteralmente fiondandosi a trapassare con l’arma il nemico pronto a ghermire..
La rapidità dei movimenti, la fatica del viaggio, il veleno non completamente smaltito ebbero il sopravvento ed Hakkai non ebbe che il tempo di voltarsi, conscio dell’accaduto, ed affrettarsi a sorreggere Gojyo che si accasciò fra le sue braccia.
Al risveglio la prima cosa che vide furono due occhi verdi, ansiosi, attenti ad esaminare ogni sua reazione.
-Ehi!.....perchè fai quella faccia…..non sono morto…e non morirò ! Ho solo un brutto mal di testa………un po’ come i postumi di una sbronza….tutto qui!- si schernì Gojyo , mettendosi a sedere sul letto.
Con un gesto, dettato dall’abitudine ed anche per dimostrare, che davvero era quello di sempre il rosso allungò la mano verso il comodino in cerca delle sigarette.
Ma Hakkai fù più veloce e con un unico gesto spazzò la superficie spargendo sul pavimento tutto ciò che vi era appoggiato, compreso la lampada ed un bicchiere che andarono in frantumi. L’espressione del suo viso non lasciava dubbi, Hakkai era a dir poco furibondo, quasi fuori di sé per la rabbia, quando tuonò- Che cosa ti eri messo in testa di fare! Hai davvero intenzione di morire! Non avresti dovuto nemmeno alzarti! Come hai pensato di poter combattere! Nulla ha importanza per te!E’ tutto un gioco! …..Non è così!?! Sfidare la sorte! Sfidare i demoni! Sfidare la morte!-
- Stupido,lagnoso, arrogante!....Non osare parlarmi così!...Quel maledetto demone stava per……Ti ho salvato la vita! Lo sai questo? Sì!?!.....Chi sei tu per fare questi discorsi!?!A me!- fù la risposta che Gojyo gli urlò in faccia, alzandosi dal letto ed iniziando a spintonarlo.
- Tu eri immobile in quel letto………ed io non sapevo …..se…- il tono di Hakkai si era improvvisamente smorzato e le parole gli uscivano ora strozzate, mentre a testa bassa continuava ad opporsi a Gojyo, che nel mentre l’aveva costretto contro il letto gemello al suo. Con uno urto più deciso, Gojyo ce lo spinse sopra, bloccando ogni via di fuga con le sue braccia aperte.
-Lo dico per te, Cho Hakkai, non fare MAI più una cosa simile. Intesi!?!-ed era inequivocabilmente serio mentre gli sibilava all’orecchio queste parole. Quello che Hakkai non sapeva era il turbine di emozioni che rischiava di travolgere il Kappa: sentirsi accusare, sentirsi giudicare in quel modo, l’aveva ferito, più di quanto qualsiasi avversario avesse mai fatto, significava aver perduto l’unico affetto che aveva su questa terra, era come essere rifiutato dalla propria madre.
I loro occhi si incontrarono e si sfidarono in un confronto tra i rispettivi orgogli, nessuno dei due voleva cedere ed entrambi volevano capire cosa li aveva portati a quel momento così doloroso.
“Questo verde così intenso, come acqua limpida in cui immergersi per trovare ristoro, un mare in cui perdersi e avere finalmente la pace. Come posso rassegnarmi a perderlo per sempre” e a questo pensiero il cuore di Gojyo iniziò a correre, il respiro divenne affannoso, tanto da costringerlo a socchiudere le labbra per ingoiare più aria.
E proprio come risposta alla sua disperazione, Hakkai si protese verso di lui circondandogli il collo con il braccio, per raggiungerlo ed accoglierlo in un dolcissimo bacio.
Come neve al sole, tutta la paura, tutta la tristezza si sciolsero a quel contatto che per niente al mondo Gojyo avrebbe voluto interrompere. Come se la sua stessa vita dipendesse da quelle morbide labbra, il rosso vi ci si tuffò, bevendone avidamente. Iniziò a percorrerle con la lingua, prima un labbro, poi l’altro, per poi reimmergersi e quasi perdersi in quel contatto così caldo ed eccitante. Con pochi gesti perentori, senza mai smettere di baciare occhi, mento, tempie di quel delicatissimo viso, riuscì a sfilargli la camicia. Lo afferrò per le spalle ed inizio a coprire quella morbidissima pelle bianca di umidi baci, sempre più frenetici fino ad arrivare ai capezzoli ed iniziare a stuzzicarli con le dita, ben attento ai gemiti di Hakkai, sempre più forti e pieni. In un forte abbraccio lo sollevò dal materasso su cui erano distesi e senza lasciare la presa prese a succhiarli e mordicchiarli molto lentamente. Piccoli , scherzosi morsi, furono sparsi ovunque, in un percorso a spirale che portava a quel basso ventre, dove l’eccitazione di Hakkai era ormai inequivocabilmente visibile.
- Non….fermati….ti prego- queste poche parole come un soffio nel suo orecchio , diedero nuova forza al fuoco che gli stava esplodendo dentro.
Gli aprì i pantaloni, e ne impugnò il sesso, ben deciso ad offrire ad Hakkai tutto il piacere di cui era capace. Quel ritmico massaggio riuscì a strappare nuovi spasmi e nuovi gutturali sospiri, e quando Gojyo ne rivide il volto, del “perfettissimo” Hakkai, non rimaneva più nulla, ma al suo posto uno splendido giovane uomo, ormai madido di sudore, squassato da un piacere che si avvicinava precipitosamente al suo culmine.
Ancora una volta al suo orecchio arrivò la voce di Hakkai a sussurrargli
- Prendimi…..ti prego……..adesso! Subito!-
La risposta fu il tintinnio della pesante fibbia della sua cita che si apriva e lo lasciava torreggiante fra le gambe di Hakkai, con la sua virilità già completamene eretta.
Si distese su di lui ed avvolse i loro sessi in un'unica calda stretta, iniziando a pompare lentamente. Fra gli ansimi i loro occhi si cercarono più e più volte, e quando la presa fu interrotta, per ritardare l’inevitabile fine, Gojyo si alzò su di un gomito a fissare il punto da cui si irraggiava quel piacere così intenso da renderlo quasi delirante e bisbigliò
- Guardali, non sono splendidi…..così….insieme…- proseguendo a fissare, come ipnotizzato i loro membri lucidi e congesti per la prolungata frizione.
Si chinò, tornando ad accovacciarsi in messo alle gambe di Hakkai e lentamente gli avvolse i testicoli in una morbida e prolungata carezza, per poi scendere coi polpastrelli umettati verso la porta di quel corpo, ancora inviolata. Ne varcò la soglia prima con una poi con due dita, preparandola con spinte profonde ad accoglierlo.
Incapace di prolungare l’attesa che si era fatta quasi dolorosa, lo invase e travolse , con colpi sempre più devastanti.
Poi lo fece stendere prono sotto di sé, e sentì se stesso gemere e sussurrare sconnessamente, mentre le spinte aumentavano di velocità e potenza.
Infine rallentò e, sollevandolo con sé, lo costrinse sulle ginocchia faccia al muro, cui il letto era addossato, spingendosi così ancora più in lui, tanto da raggiungere punti inesplorati e strappargli grida soffocate, quasi urlando lui stesso per l’avvolgente sensazione di calore e pressione.
La coscienza aveva ormai lasciato la mente di Hakkai ed il piacere ne aveva occupato ogni più piccolo spazio. Niente esisteva al di fuori del suo corpo che Gojo stava vigorosamente possedendo e da quell’unione si irradiavano fitte brucianti, che risalendo la schiena, esplodevano nella sua nuca. Si sentiva ardere, ed era come se il mondo intero divampasse con lui in quell’incendio, tanto che anche l’aria che respirava avidamente pareva incandescente a contatto con la sua gola riarsa. Un ultimo lampo ed il suo corpo esplose in uno spasmo liberatorio, lasciando copiose tracce sull’intonaco..
L’apice del godimento per Hakkai si era compiuto, così Gojyo si concesse al proprio, scivolando subito dopo in uno stordimento narcotico. Ancora stretto a lui, dentro di lui ricadde sul letto sfatto. Incapace di distaccarsene, attese così che i loro respiri si facessero più regolari, avvolto dal profumo di quella pelle, godendo del calore rassicurante di quel corpo.
Il silenzio era sceso nella stanza e con esso una strano senso di sospensione, spezzata infine dalle parole di Hakkai:
- Ti appartengo, Gojyo.-
- Ti appartengo,Hakkai-
Al di là dei dolori dell’infanzia, al di là dello strazio della perdita, al di là del destino che li aveva voluti guerrieri; erano indissolubilmente UNITI: anima e corpo.