Dedicato: A Ise con tutto il mio cuore. Che ha letto la storia originale e mi ha dato la conferma che sarebbe carino come AU di Slam Dunk. Oltre che mi ha dato il titolo ^_^;
Note: Questa era una storia che inizia a scrivere ormai 5 anni fa, ancora prima che conobbi il mio ragazzo. Ma non l’ho mai finita. Adesso l’ho ritrovata e mi è venuta l’idea di trasformarla in Au Slam Dunk, e devo solo ringraziare Ise che ha deciso di seguirmi in questa impresa assurda ^_^
Dedica: A capo Naika... in ritardo... ma cmq... BUON COMPLEANNO


Universe

Parte VIII - Le Lacrime Di Rukawa

di Saya

Hanamichi entrò nelle sue stanze e silenzioso guardò l'immensità di esse. E la sua mente venne attraversata dal seguente pensiero:
'Come sarebbe bello se qualcuno mi aspettasse dopo delusioni e troppo lavoro…'
Non sapendo che il suo desiderio sarebbe stato esaudito in un futuro prossimo. Poi si tolse la parte rigida dell'armatura e rimase nei suoi pantaloni blu scuro e la camicia blu chiaro.

----------- * Fortezza della Morte *-----------

Finalmente era giunta l'ora di mangiare per Cerberos, poiché Rukawa non aveva fatto bagni di sangue negli ultimi giorni, Cerberos non era a digiuno già da un po’ di tempo. La fame, dopo giorni e giorni di combattimento, era veramente insistente e fastidiosa, al punto che se non avesse subito messo qualcosa sotto i denti sarebbe anche potuto morire di fame. Ma l'occasione gli si presentò presto e anche piuttosto abbondante: Cerberos si ritrovò di fronte ad una ragazza dallo sguardo stupido, capelli castani scialbi, non era ne grassa ma nemmeno troppo magra. Cerberos immediatamente pensò che con quel pasto avrebbe potuto risolvere tutti i suoi problemi e un fiume di saliva cominciò a colare dalla sua bocca aperta. Una bocca completamente costellata di denti fini e aguzzi che gli conferivano un aspetto simile a quello di uno squalo… solo che uno squalo non avrebbe fatto tanta paura quanto l'aspetto di Cerberos incuteva subito sulle sue vittime. La tipica reazione di chi si trovava di fronte questa enorme creatura consisteva nell'auto immobilizzarsi, quasi che il cervello subisse una sorta di blocco e non riuscisse più ad impartire ordini al sistema nervoso, e questo era il caso della ragazza che si ritrovò di fronte Cerberos. La ragazza non riusciva neanche più a pensare a come si sarebbe potuta salvare, un sudore gelido le colava giù per la fronte e fissava senza sosta quell'orrida creatura con quei denti acuminati che già riusciva a sentire sulle sue carni. Ma ecco che ad un certo punto la femmina umana si accorse di una sbarra di ferro ricurva, posta alla sua destra. Sarebbe stato impossibile afferrarla senza che Cerberos se ne accorgesse e tanto meno sarebbe stato possibile essere più veloce di lui. Sebbene spaventoso Cerberos era molto forte e ciò che subito colpiva di lui era la sua grande mole e imponenza. La femmina decise che se il destino aveva deciso che sarebbe dovuta morire almeno avrebbe cercato di salvarsi in qualche modo: con tutta l'agilità che il suo corpo le permetteva inclinò il fianco destro verso il basso allungando la mano in direzione della sbarra. Ciò che permise alla donna di vivere qualche secondo di più fu solamente la condizione fisica di Cerberos, che in quel momento non era delle migliori: anche se era uno dei tre animali mitologici di Rukawa, per la fame, non realizzò immediatamente le intenzioni della femmina. Ma c'era ben poco da fare: lui era il migliore, l'altra non avrebbe potuto che soccombere tra atroci sofferenze. Cerberos come prima cosa strappò l'arma dalla mano della donna, la difesa era la mossa iniziale di un attacco, solo che con l'arma se ne andò via anche la mano che, tra schizzi di sangue, cadde a pochi metri dalla malcapitata. La ragazza, che non era avvezza a forti dolori, inizialmente non capì bene cos'era accaduto, ma poi, quando vide che la sua mano non era più al solito posto cominciò ad urlare come un'anima in pena dell'inferno. E quello che stava vivendo era niente in confronto all'inferno: Cerberos oltre ad adorare la carne umana godeva nel vedere le sue vittime soffrire, questo atteggiamento l'aveva imparato dal suo padrone, che diceva sempre: ‘non c'è gusto ad uccidere senza vedere la vittima soffrire’. Per la brunetta si presentavano minuti di estrema sofferenza. Quanto avrebbe potuto desiderare di essere bruciata viva o di essere ghigliottinata piuttosto che trovarsi al cospetto di Cerberos. Il divertimento era iniziato e Cerberos decise che se voleva divertirsi al meglio non avrebbe dovuto darle l'opportunità di muoversi più del dovuto: con una zampata staccò la gamba destra all'altezza dell'anca e con la bocca ritorse il piede sinistro sino a quando questo non si staccò da solo. Non ci mise molta forza: solo aspettò che le carni e le ossa si lacerassero da sole. La donna ormai soffriva di dolori lancinanti in ogni parte del suo corpo: non riusciva più a localizzare il dolore, il dolore era in lei e lei desiderava la morte. Ma Cerberos non aveva ancora finito: aveva intenzione di divertirsi ancora un po', prima però aveva bisogno di dissetarsi e mentre la femmina guardava inorridito sé stessa e i pezzi del suo corpo nelle sue vicinanze, Cerberos si avvicinò alla pozza di sangue lasciata dalla gamba e cominciò a leccare assaporando quel gusto dolce e ferroso tipico del sangue umano. La ragazza nella sua sofferenza non riusciva neanche a svenire, niente, ormai si rendeva conto di essere condannata, ma ciò di cui non si capacitava era perché ciò era successo proprio a lei. Timida ragazza, era entrata nei ribelli perché innamoratasi del principe dei ribelli, credeva che l’avrebbero messa in qualche ufficio a spostare carte e invece ecco che anche lei era assieme a tutti gli altri soldati a combattere, il suo nome era Haruko Akagi, persasi durante il combattimento letale di pochi giorni prima. Ormai Cerberos si era completamente dissetato e ciò che gli mancava era qualcosa da masticare: erano giorni che desiderava delle belle carni morbide e quelle della giovane erano grassocce al punto giusto. Prima però volle assestarle un'altra zampata solo per il gusto di vedere come avrebbe reagito. Con uno scatto quasi impossibile a vedersi tagliò di netto il ventre della Akagi il quale vedendo la scena e subendola non poté fare altro che gridare con tutto il fiato che le rimaneva in gola. Il suo viso cominciò a bagnarsi di lacrime salate le quali corsero per tutto il viso sino a bagnare ciò che ne restava della sua maglietta. A quell'urlo ne seguirono molti altri, urla strazianti, che neanche erano abbastanza per descrivere il dolore che le era toccato sopportare. Il sangue scorreva a fiumi da ogni sua ferita e questo era un bene perché con il sangue iniziarono ad andarsene anche i sensi. Haruko iniziò a sentire un senso di torpore: ormai il dolore stava iniziando ad affievolirsi e si rese conto che se ne stava per andare. Si rese conto che la sua vita non aveva avuto senso fino a quel giorno, ma ora stava morendo per qualcosa: per la ribellione. Si sentì quasi soddisfatta e l'ultima cosa che vide, mentre la sua anima si staccava da quello che era rimasto del suo corpo, fu Cerberos che con grande foga stava strappando brandelli di carne dal suo corpo. Dopo il pranzetto, decise di ritornare nella stanza del suo padrone per riposarsi, ma quando lo vide Rukawa rimase di stucco guardandolo tutto coperto di sangue.
"Cerberos… dove… spero che tu non ti sia mangiato qualcuno dei miei sudditi…"
Cerberos fece un segno di diniego con la testa e con la voce bassa esclamo:
"Groarrrr"
Rukawa sorrise con un sorriso candido, non adatto a lui… però si vedeva che dava più importanza ai suoi animali che alle vite umane. Poi gli fece il segno di seguirlo in bagno e lui docile animaletto che era lo segui. Nel bagno Rukawa provò a togliergli tutto il sangue di doso perché non voleva che la sua bella criniera si rovinasse. Togliendogli il sangue trovò una cosa strana, ma capi che apparteneva alla vittima di Cerberos… era una parte dell'armatura del poveraccio, proprio la parte dove c'era scritto il suo nome: Haruko Akagi. Sorrise e pensò:
'Beh almeno uno di noi non si è fatto scrupoli…'
Asciutto e felice Cerberos se ne andò nella stanza seguito dal proprio padrone, poi si trovò un posto e si mise a riposare. Rukawa lo guardò per poi accasciarsi sul morbido corpo di Cerberos e così addormentarsi.

----------- * Pianeta Madre Ribelli *-----------

"Caro a cosa pensi?"
"Al principe e alla sua miracolosa guarigione e alla predizione di Ise."
"Ryota… devo ammetterlo mi preoccupa."
Miyagi sorrise ad Ayako e le fece il segno di avvicinarsi, lei seguì l’indicazione e quando fu abbastanza vicina, lui l’abbracciò. La donna si accasciò sulla spalla del saggio.
"Sai Ayako da quando sono iniziate le battaglie non abbiamo nemmeno un secondo per noi stessi…"
"Ryota ma cosa dici…"
"Ayako mi preoccupa sul serio il principe…"
"Caro ricordati che lo abbiamo cresciuto noi, già da piccolo rappresentava la speranza per l'universo, speravamo che avrebbe sconfitto lui l'imperatore, però dopo quell'incidente, cominciarono le preoccupazioni, e poi la predizione di Lady Ise che ha detto che si innamorerà del nemico…"
"Tesoro… Hana ha gia incontrato l’imperatore Rukawa…"
"Però non ha visto la sua faccia."
"Su questo hai ragione… però Rukawa non si toglie mai la maschera. E poi anche tu…"
"AYAKO non dirlo e già vergognoso vivere con questo segreto, non parliamone più."
"Ma…"
"Niente ma, sai che odio il mio passato!"
"Si non ne parlerò più, ma ricordati io TI AMO, sei la cosa più preziosa che ho, e non voglio che tu soffra."
Ryota sorrise ad Ayako poi le loro labbra si avvicinarono e infine si unirono in un bacio pieno d'amore.

----------- * Ribelli – Sala Riunioni *-----------

"Maki volevi dirci qualcosa?"
"Si Sendoh, ma se Hanamichi non c'è…"
"Dillo, poi tanto lo diremo anche a lui."
"Ecco, mi e arrivata la lettera di mio fratello minore, volevo chiedere l'autorizzazione di far venire Mito qui…"
"Mito? Intendi Yohei?"
"Lo conosci Hanagata?"
"Si… andavamo insieme a scuola…"
"Pensate che può venire?"
"Si!"
Lord Maki guardò i compagni sapendo che non sarebbero così felici dopo averlo conosciuto… si Mito era un ragazzo che si batteva contro l'impero. In molti in quel ragazzo vedevano la debolezza, perché era un ragazzo di carnagione chiara e a prima vista sembrava malaticcio… non erano proprio fratelli, dopo la morte di sua madre, suo padre si era risposato e da lei ebbe il fratellino, sapeva anche molto bene che Yohei avrebbe fatto di tutto per andare con loro in battaglia… era il fiero figlio di una coppia di elfi guerrieri… era naturale…
"Ok, però niente lamentele dopo…"
"E perché dovremo lamentarci?"
Non sapendo che oltre all’elfo… si sarebbe aggiunta un’altra persona alla ribellione, in poco tempo.

----------- * Fortezza Imperiale *-----------

Rukawa si svegliò e si guardò in giro, poi prese la maschera e si arrampicò sulla torre più alta del castello mobile. Il suo bellissimo viso nascosto sotto la maschera era girato verso il pianeta Alfa della costellazione del Capricorno.
'Chi sa se lo incontrerò di nuovo…'
pensò il fiero imperatore. Poi si guardò intorno, se per caso nelle vicinanze non ci fosse qualcuno, alla fine si tolse la maschera ed il suo splendido viso, per la prima vola, vide la luce delle stelle più luminose.
Nel suo cuore tornarono le immagini di quando era piccolo e tutta la sofferenza che aveva passato per diventare ciò che era… ma alla fine l'ultima immagine che vide era il viso di Hanamichi, quel ragazzo che lui non era riuscito ad uccidere, quell'uomo a cui ha dato salva la vita, quel tipo che gli faceva battere forte il cuore e che gli dava una strana sensazione, eppure sapeva che per loro due non c'era futuro, che lui non potrà mai amarlo, e a quel punto si rese conto che infondo anche un demone come lui può amare. Il suo orgoglio gli fece credere che questa era solo una debolezza, che nessuno avrebbe dovuto scoprire… nessuno sa che per lui Hiroaki e Nobunaga rappresentano tutto, ma tanto meno nessuno deve capire e sapere che per lui Hanamichi non è solo un nemico….
In un attimo si accorse che il suo viso era bagnato… anche un imperatore crudele come Rukawa può piangere per essere stato debole e per essersi innamorato del suo più grande nemico, l’unica persona che non avrebbe mai contraccambiato i suoi sentimenti… continuò a fissare le stelle, il moro era interdetto su cosa fare, se avesse incontrato di nuovo il rosso ribelle… ucciderlo durante il combattimento… tanto… la sofferenza dopo un po’ sarebbe scomparsa… oppure catturarlo e costringerlo a divenire il suo schiavo. E si rese di nuovo conto che non poteva fare una cosa del genere, non poteva tenere per se una creatura tanto abituata alla libertà…

----------- fine capitolo 8 -----------

Saya: ecco..
Hana: così corto?
Saya: si u.u
Ru: ma non succede niente…
Saya: tranne che la babba muore u.u


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