Dedicato: A Ise con tutto il mio cuore. Che ha letto la storia originale e mi ha dato la conferma che sarebbe carino come AU di Slam Dunk. Oltre che mi ha dato il titolo ^_^
Note: Questa era una storia che inizia a scrivere ormai 5 anni fa, ancora prima che conobbi il mio ragazzo. Ma non l’ho mai finita. Adesso l’ho ritrovata e mi è venuta l’idea di trasformarla in Au Slam Dunk, e devo solo ringraziare Ise che ha deciso di seguirmi in questa impresa assurda ^_^


Universe

Parte I - La fine di un Pianeta

di Saya

Il cielo era di un colore rosso sangue, significava disgrazia per gli abitanti della stella chiamata Mao, colui che più temevano era arrivato per distruggere ciò che loro avevano faticato a costruire, l’imperatore della morte Rukawa era arrivato perché loro non avevano rispettato gli ordini. Tutti sapevano che l’imperatore era molto intollerante con i pianeti che aveva difficilmente colonizzato, sembrava quasi che detestasse tutti, tranne quelli che appartenevano alla sua razza. Una razza antica di millenni, che seminava terrore nell’universo da tante generazioni, anche se si diceva che gli imperatori vivevano anche per più di quattrocento anni, terrorizzando tutti. Solo una volta negli ultimi mille anni si era presentato un periodo di pace, visto che il nonno di Rukawa amava la comodità e odiava combattere, trovò il modo per tenere buoni i coloni grazie alla sua diplomazia ed al carisma, però alla nascita di Kaos il padre dell’attuale imperatore, tutto andò a farsi benedire, per colpa della sua sete di sangue. Fece crescere i figli nel suo credo di distruzione. L’imperatrice amava dal profondo del suo cuore il marito, ma soffriva nel vedere come faceva crescere i loro figli, e così si chiuse in se stessa per poi infine scomparire nel nulla.

“Hiroaki, ci sei?”

“Ma certo fratello, con te sempre.”

Lo sguardo gelido di Rukawa passava sugli alberi, campi e montagne che tra poco sarebbero stati distrutti dalla sua ira. Soltanto lui poteva distruggere le bellezze di un pianeta come questo. La stella Mao era famosa per la sua natura, che era colorita. Non era come la terra, i suoi colori erano insoliti. Le piante che crescevano variavano tra il lilla, nero, rosso, blu, formando un arcobaleno quando s’osservava il pianeta dallo spazio, ti veniva voglia di sorridere, perché dava l’idea di un pianeta felice. In simbiosi con le piante vivevano due razze. Erano esseri dal corpo umano, ma con orecchie da gatto oppure da cane. Esseri pacifici che condividevano la loro esistenza con il pianeta.

“Mhm, che stupidi che sono, opporsi a me, colui che ha in pugno tutto l’universo, il più magnifico guerriero mai esistito…”

“Fratello, io ritiro le mie truppe, è meglio se battiamo la ritirata prima che l’ira si scateni,…”

“Ok, aspetterò fino a quando non mi comunicherai che è pronto.”

La figura di Hiroaki si allontanò dal posto chiamando un soldato dicendogli che doveva recuperare tutta l’armata presente su quel pianeta. Poi si girò verso suo fratello maggiore ammirando l’immensa regalità di esso, ma come poteva una creatura cosi essere cattiva? I misteri della vita. L’uomo che stava ad osservare aveva dei bellissimi capelli neri, portava un’armatura antica basata sull’energia dell’exorus, mentre le sue spalle erano ricoperte con un mantello nero di un materiale che nessuno riusciva a riconoscere. Sempre assieme a se portava le sue due spade, una katana e una wakizashi, per difendersi nel pericolo, se mai fosse capitato. Erano due spade molto belle, ma al quanto inutili, almeno fino a quel momento visto, che nessuno riusciva ad arrivare vivo a lui, c’era sempre suo fratello minore a fermare le teste calde e senza cervello che si buttavano in un impresa senza futuro, come uccidere l’imperatore della morte. Hiroaki sorrise e poi segui l’esercito sulla nave.

<Fratello, qui siamo pronti.>

<Allontanatevi il più possibile,…, lo sai che io posso sopravvivere nello spazio senza nulla,…, ti raggiungo tra poco.>

<Sta attento…>

<Non preoccuparti,…>

Hiroaki era uno dei due fratelli rimasti all’imperatore, se Rukawa poteva amare, il suo amore era solo per i suoi due fratelli. I suoi unici due raggi di sole nella notte della perfidia insediata nel suo petto. Concentrandosi alzò le mani verso il cielo recitando una formula magica, la formula che esisteva per poter distruggere un pianeta intero, e questo destino era stato scelto per la stella Mao. Le parole della voce bassa e calma ondeggiavano nell’aria, e gli abitanti rimasti alzarono lo sguardo, nei loro occhi non c’era più vita ne speranza, sapevano benissimo che per loro non c’era scampo.

“Io invoco gli dei onnipotenti che mi danno la forza di regnare, quella forza che mi è stata data da quando sono nato, padre mio, tu che mi hai donato la forza della morte, dammi il sacro potere di distruggere questo insignificante pianeta che ha osato ribellarsi,…, Morte a coloro che osano ribellarsi!!!”

In un secondo il cielo divenne di colore nero, la fine ormai era vicina, l’imperatore aveva recitato una delle sue formule più potenti e antiche.

Dallo spazio si vedeva un spettacolo unico, apparvero delle crepe rosse come il sangue, distruggendo con una velocità enorme le pianure e la vegetazione ed infine il pianeta esplose in mille pezzi assieme ai suoi abitanti, ma Rukawa non batté ciglio, non era nella sua indole rimanere impressionato dalle sue opere di distruzione. Quasi contento si trasportò sulla nave madre, detta Fortezza della Morte.

Rukawa entrò nei suoi alloggi e tolse l’armatura, quando lo raggiunsero il principe Hiroaki e il principe Kyota.

“Rukawa, fratello hai fatto un eccellente lavoro.”

Si congratulò Hiroaki con un sorriso freddo, mentre Kyota osservava i fratelli maggiori, sapendo che un giorno anche lui avrebbe fatti parte delle truppe incaricate agli attacchi sui pianeti. Era eccitante sapere che faceva parte di una famiglia che teneva da secoli sotto controllo l’intero universo. Però Kyota era l’unico diverso da loro, era un ragazzo dai lungi capelli neri, che normalmente lasciava liberi di cadergli sulle spalle, i suoi occhi brillavano, mostrando qualcosa che i due maggiori non avevano, la voglia di vivere e divertirsi. Se il giovane Kyota non avesse ricevuto una educazione ferrea Imperiana, il suo carattere avrebbe permesso a molti di volergli bene. Era pieno di vivacità e molte volte, anche se rispettava i fratelli maggiori ci litigava per cose inutili… era il più piccolo ed assomigliava in modo impressionante alla loro adorata madre, ed era per questo che Rukawa era riluttante a permettere Kyota di combattere assieme a loro, pur sapendo che con l’arco in mano ormai il ragazzo era imbattibile.

“Lo so Hiroaki, questa volta l’incantesimo mi è riuscito perfettamente,…”

“Nostro padre sarebbe stato orgoglioso di vedere come il suo primogenito domina.”

“Lo so Kyota,…, ragazzi scusatemi, ma vado a farmi un bagno,…, Hiroaki mandami le prigioniere giovani che hai portato con te dalla ex stella Mao.”

“Sarà fatto fratello”

La cosa che Rukawa adorava di più era farsi il bagno nel sangue delle vittime che uccideva da solo. Le prigioniere giunsero nella sala da bagno, erano più di 40, però prima di morire potevano ammirare la rara bellezza dell’imperatore. La pelle estremamente pallida, gli occhi freddi come il ghiaccio ed dal colore del cielo notturno, accompagnava le vittime alla morte. Infondo chi vede il viso senza maschera dell’imperatore, non può fare altro che morire.

Rukawa sorrise a se stesso prendendo in mano la sua spada ed avvicinandosi alla sua prima vittima. Prima la baciò sulle labbra e poi la fece entrare nella vasca vuota, alla fine con la spada le tagliò la gola e con un sorriso gelido guardò l’agonia di una ragazza che forse non aveva compiuto nemmeno 20 anni. Nello stesso modo fece con tutte le prigioniere. Poi con una grazia naturale entrò nella vasca piena di sangue. Il calore del liquido rosso lo avvolse e chiuse gli occhi rilassandosi, senza nessuna espressione sul viso, mai espressioni potevano tradire i sentimenti che provava dentro di se, i sentimenti che nemmeno lui sapeva di avere.

“Mmm, che profumo dolce, il sangue è una vera rarità heh.”

Hiroaki entro nella sala, chiedendo:

“Fratello, cosa ne faccio dei cadaveri?”

“Quello che vuoi,…, anzi no, dalli in pasto a miei animaletti.”

“Hn,…, voglio proprio vedere che faranno di loro.”

“Hn…”

La splendida figura di Hiroaki lasciò la sala, il ragazzo aveva capelli neri con riflessi sul blu. Aveva la forma di un vero guerriero, ma questo non distoglieva il suo fascino. Anche quando non erano in battaglia Hiroaki portava addosso la sua armatura scura, che fasciava bene ogni parte del suo corpo ma lo lasciava libero nel movimento, e sul suo fianco lo accompagnava sempre la sua fedele Diablo, la spada magica che gli aveva forgiato suo fratello maggiore tempo fa. Il secondogenito dell’imperatore Kaos era cattivo, dotato di una malvagità strana, magica, impiantata in lui quando era ancora un bambino, un seme che stava crescendo e che forse qualcuno avrebbe potuto estirpare da lui. E siccome il suo destino non era ancora segnato, come non lo era ancora nemmeno quello di Ru e Kyota, forse qualche miracolo poteva accadere in futuro..

Con la morte delle ultime fanciulle del pianeta Mao, anche il pianeta si estinse del tutto,… e così la promessa di Ru si compì.

---fine 1---

Saya: ecco, corto ma …
Hana: sta scritto che è una RuHana, dove sono io?
Saya: tu appari nel 2 se non ricordo male, no forse nel 3…
Ru: Scusa… Kosh e Nobu miei fratelli?
Saya: preferivi Maki e Sendoh?
Ru: -.-


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