Parte 3/?
Note:
1)ancora tra i due non succede niente, questo è più un capitolo di collegamento che altro.
Prometto che nel prossimo le cose cambieranno.
2) chiedo perdono alla vera Simona, che nella realtà è ben diversa dal personaggio della fic , però quel "Simona ti devo parlare"  rimarrà negli annlai della storia e non ho resitito alla tentazione di metterlo nela mia fic.


Un invito a cena

di Ottavia


" ..... e vissero per sempre felici e contenti, almeno così dice la storia.
In verità le cose andarono diversamente"
Silvia mi guarda poco convinta.
Le sto raccontando la fiaba della sirenetta nella versione Disney, solo che ho deciso di aggiungere qualcosa di mio alla storia Silvia è la mia figlioccia, ha cinque anni ed è una bambina adorabile.
O meglio lo è quando è calma e tranquilla, quando invece inizia a fare i capricci, a piangere e strillare è molto difficile da sopportare.
Per fortuna questo tipo di grana lo riserva a sua madre.
Con me è sempre buona, dato che io mi limito a *viziarla*, lasciando il ben più difficile compito di educarla ai suoi genitori che, in questo campo, sono più competenti di me.
Fosse per lei non se ne andrebbe mai da qui.
Qui può fare tutto quello che le piace, ma soprattutto in casa mia può trovare più fumetti e cartoni animati che in una libreria specializzata.
"perché che è successo veramente?" mi chiede curiosa.
"Dopo qualche mese la sirenetta si rese conto che sposandosi non aveva fatto poi questo grande affare. Il principe si rivelò leggermente diverso da quello che sembrava.
Se gli proponeva di andare a qualche ballo le rispondeva ' gio' che ci andiamo a fare? Poi torniamo tardi e non va bene" - mentre racconto cerco di imitare al meglio l'accento di Tim - Al supermercato era insopportabile 'gio' non vanno bene quei biscotti, questi costano sempre mille lire ma ci sono 50 gm in più ', 'non prendere il detergente alla camomilla, prendi quello normale che ci sono 30 ml in più '
A casa poi era altrettanto taccagno e rompipalle 'non mettere altro detersivo, non vedi che la spugna fa ancora schiuma?' 
'non andare al bagno così spesso che se no consumi troppa acqua ' 
Aveva licenziato la servitù perché costava troppo e così toccava a lei fare i lavori di casa.
Ma a lui non andava mai bene niente.
'ci sono due gocce d'acqua sulla vasca, non hai asciugato tutto!'
Alla fine stufa marcia, chiese il divorzio, tornò in fondo al mare da suo padre e decise che da single si stava meglio.
Come vedi il per sempre non esiste, lo scrivono nelle favole per farle finire bene.
La realtà è molto diversa."
"MARK ! " - Elena entra giusto in tempo per sentire l'ultima parte della mia storia. - "Ti sembra il caso di distruggere così i sogni romantici di una bambina?"
Forse era più opportuno lasciare la favola inalterata, però credo sia meglio che Silvia non si faccia troppe illusioni sulla vita di coppia.
L'amore eterno non esiste, così come non esiste il principe azzurro. 
Sono tutte cose buone per le favole, ma nella vita vera è tutto diverso.
Anche se lei è un po' troppo giovane per porsi questo tipo di problemi, mi sembra giusto che sappia cosa le riserverà la vita.
Cmq non mi sembra che sia rimasta particolarmente sconvolta dal mio discorso.
Infatti è lì sul tappeto che sta sghignazzando come una matta.
"non sto distruggendo i suoi sogni romantici, semplicemente la sto preparando alla realtà"
"Solo che tu vedi sempre il bicchiere mezzo vuoto. Sei troppo pessimista"
"non sono pessimista, sono solo disincantato.
L'amore alla fine ti fa solo soffrire, dovresti saperlo anche tu.
O ti sei forse scordata come ti sentivi quando hai lasciato Tim?"
"no, non l'ho scordato; però io non mi sono arresa al primo fallimento. Tu invece sei caduto e non ti sei più rialzato, sei rimasto a terra per paura di cadere di nuovo. Ti sei convinto che non vale la pena tentare perché tanto finirà male, però in fondo lo sai anche tu che quest'atteggiamento non ti porterò a niente."
Colpito e affondato.
Se continua di questo passo finirà per convincermi ad abbandonare il mio atteggiamento difensivo.
Io lo so che tutto quello che ha appena detto è logico e giusto.
In teoria è la strada da seguire.
In pratica però io non ho abbastanza forza d'animo per intraprenderla.
Non credo sopporterei un'altra delusione.
"Senti lasciamo stare, smettila di impicciarti degli affari miei.  La mia vita è affar mio e di nessun'altro"
Elena non si lascia impressionare dal mio tono sgarbato, ma lascia lo stesso cadere il discorso.
"Sissi, amore andiamo è ora di tornare a casa. Lasciamo che a Mark passi la luna"
Se ne va lasciandomi in pace.
Strano però che abbia lasciato cadere il discorso a quel modo.
Non è da lei.
Solitamente continua ad insistere per ore quando è convinta di avere ragione.
Del resto anch'io sono così.
Quando da bambini litigavamo, nessuno dei due voleva ammettere di aver torto.
Eravamo capaci di andare avanti con dispetti e ripicche per settimane.
Non so come facesse quella santa donna di Clara a sopportarci.
Clara è la nonna di Silvia ed era la nostra tata, anche se definirla  così è riduttivo.
In effetti Clara è la persona che ci ha cresciuto.
È grazie a lei se alla fine siamo diventati delle persone normali e non ricchi rampolli viziati senza obbiettivi,  che passano la loro vita dediti all'alcol e alla droga.
Fosse stato per i nostri genitori credo avremmo sicuramente fatto questa fine.
Certo definire le due persone che ci hanno messo al mondo dei genitori è un'esagerazione.
Mia madre se n'è sempre fregata di noi, l'unica cosa che ha fatto è stata portarci in grembo per 8 mesi.
Le abbiamo anche risparmiato un mese di gestazione. Credo dovrebbe ringraziarci per questo.
Per il resto passava il suo tempo fra feste e the con le sue * amiche * dell'alta società, spendendo i soldi che mio padre guadagnava.
Mio padre, be' lui all'inizio ci ha tentato. 
Le poche volte che era a casa cercava di interessarsi a noi, poi però ci ha rinunciato.
Trovava che il suo compito di genitore fosse molto più semplice da realizzare se si limitava a pagarci le rette delle migliori scuole private, a riempirci di giocattoli quando eravamo bambini e a passarci un sostanzioso mensile, una volta cresciuti.
Il resto lo hanno delegato alla tata.
Ma come ho detto prima credo che questo sia stata la nostra fortuna. 
Non so come saremmo diventati se fossimo stati cresciuti da due persone meschine ed egoiste come loro.
La casa di Clara non poteva certo essere paragonata alla lussuosa villa in cui vivevamo ma ai nostri occhi era mille volte più affascinante.
In quella casa viveva una vera famiglia e non due adulti e due bambini estranei tra loro.
A casa sua abbiamo imparato cosa fosse l'amore, il rispetto e che i soldi non possono comprare tutto.
Lei e suo marito, sono stati i nostri veri genitori e la loro figlia Dana è per noi come una sorella.
Penso che il giorno più bello della mia vita sia stato quando Dana ha chiesto a me e mia sorella di far da padrini alla sua prima figlia.
In quel modo entravamo * ufficialmente * nella famiglia. 
Sento la porta sbattere.
Come mai Elena è già tornata?
Eppure mi pareva che avesse un appuntamento con Lucas stasera. 
Non sarà tornata per riprendere il discorso che ha lasciato a metà?
No, troppo strano, non avrebbe certo rinunciato ad uscire con il suo ragazzo per questo.
O forse sì?
"Quella gallina schifosa"
Il suo tono non promette niente di buono.
E' evidente che qualcosa l'ha irritata parecchio.
Credo che questo qualcosa abbia a che fare con il suo appuntamento.
Probabilmente qualcosa è andato storto.
Per fortuna non ce l'ha con me.
Mi preparo ad ascoltare la sua sfuriata.
"chérie c'è qualche problema ?" chiedo con il tono più innocente del mondo.
So benissimo qual è la risposta ma mi diverto a stuzzicarla.
Elena mi lancia un occhiata assassina.
Se si potesse uccidere con lo sguardo, ora sarei ridotto a brandelli.
Credo che l'unica cosa che la trattiene dallo strozzarmi, sia il fatto che in fin dei conti mi vuole bene.
"certo che ci sono dei problemi, altrimenti non sarei così irritata " - mi risponde con un tono fintamente calmo.
"il tuo problema riguarda Lucas per caso?"
"Esatto."
Strano non mi pareva che avessero problemi, giusto ieri al telefono erano tutto zucchero e miele.
Era quasi disgustoso starli a sentire.
A volte li trovo indisponenti tanto sono svenevoli.
Eppure deve essere di sicuro successo qualcosa di grave mi capita di rado di vedere mia sorella tanto irritata.
"dunque mi vuoi raccontare che cosa ti è successo?"
"Tutto stava andando bene, una volta tanto Lucas aveva scelto un bel posto, non troppo affollato e soprattutto senza truzzi. Stavamo parlando tra noi quando si avvicina una ragazza. Si presenta come Simona e subito dopo m'informa di essere una sua ex. Si è autoinvitata ed ha passato tutto il tempo praticamente appiccicata a lui, incurante del fatto che io fossi presente. Mi guardava come per dirmi 'lui è mio e me lo riprendo quando voglio '.  E Lucas quel cretino, la lasciava fare. Quando siamo rimasti soli ha avuto anche il coraggio di chiedermi cosa avessi. Ti rendi conto? Ancora un po' e avrei commesso un duplice omicidio." 
Ecco che sono arrivati i problemi anche per loro.
È proprio per evitare questo genere di questioni che ho deciso di lasciare le storie d'amore fuori dalla mia vita.
È passato qualche giorno ma Elena non si ancora calmata. 
Per fortuna ha perdonato Lucas, ero veramente stanco di sentirmi preso tra due fuochi.
Lui che mi chiedeva come poteva farsi perdonare da mia sorella, mentre lei mi diceva che non lo voleva più vedere.
Sfortunatamente Simona continua a farsi sentire, nonostante Lucas cerchi di liquidarla in tutti i modi e questo rende Elena molto infastidita.
Per cercare di migliorare il suo umore l'ho accompagnata a comprare i regali di natale.
Ho pensato che fosse un ottimo modo per prendere due piccioni con una fava: mettere lei di buonumore e farmi aiutare a scegliere i regali.
Con i regali io sono un vero disastro. 
Non so mai cosa comprare, mi riduco sempre all'ultimo momento e la maggior parte delle volte finisco col comprare cose inutili e costose.
Così quest'anno ho pensato di farli scegliere a lei.
Purtroppo mi sono dimenticato un piccolo particolare: mai andare in Corso Buenos Aires il sabato pomeriggio sotto natale.
Non si riesce neanche a camminare tanta la gente che c'è! 
Meno male che abbiamo finito e siamo quasi arrivati a casa.
Improvvisamente Elena si ferma.
Fissa con uno sguardo che non promette niente di buono una ragazza in fondo alla strada.
Prima che abbia il tempo di chiederle qualcosa mi pianta in mano le borse e si dirige verso la sconosciuta.
Sento solo un "Simona, ti devo parlare" e poi vedo mia sorella che le molla due ceffoni in piena faccia.
"mi spiego?"
Credo sia la 98esima volta che lo dice.
All'inizio ho tenuto il conto, ma poi mi sono distratto.
Meno male che la lezione è finita, così posso andarmene.
Per la verità per me non è mai cominciata, non ho seguito niente di quanto ha detto la prof.
Anche adesso cammino distratto, la mia mente continua a pensare alla scena di sabato.
Non so come riesco a non scoppiare a ridere.
La distrazione però ha le sue conseguenze e così finisco dritto addosso a qualcuno.
Quando dopo un attimo di sconcerto mi riprendo e alzo gli occhi per scusarmi, rimango di sasso.
Non ho urtato una persona qualunque, bensì qualcuno che non pensavo proprio di rivedere.
Indovinate chi?
Si proprio lui Davide!


 
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