Parte 2/?
Note: il personaggio dell'ex fidanzato di Elena, è ispirato ad un ragazzo realmente esistente.
Spero tanto che lui si renda conto delle cattiverie che sta facendo e che la sua ragazza , si decida ad aprire gli occhi e capisca che per colpa sua sta perdendo le persone che più le volevano bene.
Scusate questo piccolo sfogo ma giusto ieri ne ho saputa un'altra e sinceramente non pensavo che arrivassero a tanto.


Un invito a cena

di Ottavia


È tutto il giorno che Elena non fa che decantarmi le qualità del nostro ospite.
È sicura di aver trovato il candidato perfetto.
Io non sono altrettanto convinto.
Tendo a diffidare delle persone che trova perfette.
Lei è troppo fiduciosa.
Io invece sono convinto, che tranne rare eccezioni, le persone sono pronte a tradirti per il loro interesse.
Le note di patience, fanno da sottofondo ai miei pensieri.
Non poteva esserci canzone più azzeccata.
Una buona dose di pazienza è esattamente quello che mi serve per evitare di strozzare mia sorella.
So già che ha organizzato le cose per far in modo che io e questo tizio, di cui ora mi sfugge il nome, restiamo soli.
Finita la cena, riceverà una telefonata da parte di qualche amica e si troverà "costretta" ad uscire.
Ma questa volta non ho intenzione di farmi fregare.
Questa volta sarò io a trovarmi costretto ad uscire.
Non mi frega nulla di sembrare scortese, dopotutto è amico suo.
E poi lo ha detto lei, che "non è un appuntamento, è solo un invito ad un amico".
Dunque io sono liberissimo di andarmene
Do un'occhiata all'orologio, pare che il nostro invitato sia in ritardo.
Magari non viene del tutto..
Forse ora suona il telefono ed è lui che avverte che non può venire..
Così io posso passare una serata tranquilla.
Invece del telefono, purtroppo suona il campanello
Mi alzo dal divano di malavoglia.
Elena è impegnata, così tocca a me andare ad aprire.
Prima di farlo, mi do un'occhiata allo specchio che c'è in anticamera.
Nonostante di questo tipo non m'importi assolutamente nulla, voglio controllare di essere a posto.
All'inizio avevo pensato di non cambiarmi neanche e magari di fare anche l'antipatico.
Però ho abbandonato l'idea.
Elena mi avrebbe tenuto il muso per una settimana, e poi non mi andava di sembrare uno straccione maleducato.
Dunque verifico la mia immagine allo specchio.
Non male.
Non per peccare di superbia, ma so di essere un bel ragazzo.
I capelli biondi e gli occhi grigi me li ha donati madre natura.
Il fisico invece lo hanno modellato gli anni passati in palestra.
Mentre apro sfoggio un sorriso amichevole, che più finto di così non potrebbe essere.
Fosse per me lo lascerei fuori di casa, talmente poca è la voglia di conoscerlo.
Ho pensato a lungo al comportamento da adottare questa sera.
Alla fine ho deciso che sarò cordiale ma distaccato e che non mi farò assolutamente impressionare.
Fosse anche il padreterno in persona.
Tutti i miei piani però rischiano di andare in fumo in meno di un secondo, quando incrocio lo sguardo del nostro ospite.
Il ragazzo che mi trovo di fronte è a dir poco stupendo.
Alto, capelli scuri e un paio di incredibili occhi dorati.
Rimango immobile a fissarlo per qualche istante.
Poi mi riprendo.
Noto che anche lui mi sta fissando, il suo è uno sguardo stupito, meravigliato quasi.
Non mi piace che qualcuno mi fissi a quel modo.
Probabilmente ciò che sto pensando traspare dal mio sguardo, perché il ragazzo arrossisce e abbassa lo sguardo.
"scusami, ma vedi  la somiglianza tra te ed Elena è impressionante"
"è naturale, siamo gemelli" la risposta mi esce con un tono sarcastico, che non intendevo usare.
Non è il primo che si stupisce del fatto che io ed Elena ci somigliamo tanto.
Del resto biologicamente noi siamo solo fratello e sorella, con l'unica differenza che siamo nati a pochi minuti di distanza l'uno dall'altra.
Elena mi ha lanciato un'occhiataccia, il mio tono non le è sfuggito.
Il tizio che ho davanti, invece, sembra non averci notato.
Infatti, continua come niente fosse.
"a proposito, non mi sono presentato; io sono Davide"
"io sono Mark, il fratello di Elena" lo dico anche se non ce n'è bisogno.
Durante la cena, mi accorgo che oltre che bello, Davide è anche simpatico.
Infatti, ha raccontato vari aneddoti sui suoi studenti e su alcuni suoi colleghi, che mi hanno fatto sorridere nonostante non intendessi farmi coinvolgere.
Lui lavora come assistente nella facoltà che frequenta Elena.
Si sono conosciuti durante un esame.
Lei era giù di morale perché aveva appena lasciato quell'idiota di Tim, così lui le aveva un 18 d'incoraggiamento anche se la sua interrogazione non era stata proprio il massimo.
Ricordo che me ne aveva parlato, solo che aveva omesso di dirmi quanto fosse carino....
"non è vero Mark ?"
Oddio ho perso il filo della conversazione.
Che cosa stava dicendo Elena?
Ah si, stava raccontando di quando da bambini ci scambiavamo i ruoli, senza che nessuno se ne accorgesse.
"si, era veramente divertente. Peccato che ora non possiamo più farlo"
Questa serata si sta rivelando più piacevole e coinvolgente del previsto.
Davide è simpatico, carino, intelligente.
Chissà perché nessuno dei miei insegnanti gli somiglia anche solo lontanamente.
Se così fosse andare a lezione sarebbe decisamente più piacevole.
Anche se forse, più che seguire la lezione passerei il tempo a guardare lui.
Mia sorella non ha per nulla esagerato nel descriverlo.
No, no e poi no.
Questi pensieri non vanno affatto bene, sto rischiando di cadere in trappola.
Se continuo di questo passo finirò con l'innamorarmi di lui.
Questo non deve succedere.
A salvarmi dalla capitolazione arriva lo squillo del cellulare.
Mi alzo da tavola e vado a parlare in camera.
È  Diego, un mio amico, cui avevo chiesto di chiamarmi per potermi inventare un impegno.
Ringrazio Dio di essere stato previdente, prima me ne vado da lì meglio è.

.........................

Mentre cammino per strada la mia coscienza continua a darmi del vigliacco.
Ammetto che il mio non è stato certo un comportamento dignitoso, ma non credevo di avere così poco controllo su me stesso.
Ancora qualche minuto e avrei chiesto a Davide di uscire con me.
Stavo per mandare in frantumi tutti i miei propositi.
Eppure la ferita è ancora lì, per quanto sia rimarginata ci vuole poco a farla riaprire.
Mi sono dunque già scordato il dolore, l'amarezza che si provano quando l'amore finisce?
Quando la nuvola rosa su cui si viaggia, si schianta a terra?
Quando della dolcezza, dell'affetto, della passione iniziale, non restano che la rabbia, la delusione o l'indifferenza?
Per quanto l'inizio sia bello e speciale, non compensa quello che si prova quando tutto finisce.
No, decisamente il gioco non vale la candela.
Nemmeno per Davide.



 
Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions