Un grido silenzioso

 

parte VI

 

di Vikysweetgirl

 

 

 

6) DOLORE PROFONDO

Questa sera non può proprio permettersi di dormire. Deve trovare almeno uno o due clienti.
Si sistema come al solito, coi jeans e la maglia rossa con la canottiera nera.

Il marciapiede brulica di ragazzi disinibiti; alcuni uomini li fanno salire sulle loro auto. Luca è seduto sul bordo della strada, con le gambe sensualmente piegate e attende. Ammicca ogni tanto alle persone, che però non lo degnano di uno sguardo. Probabilmente sono etero e sono più interessati alle quinte di reggiseno dall’altra parte della strada. Nemmeno si accorge della mano sulla sua spalla. Si volta di scatto. Si trova davanti il sorriso malizioso di un uomo alto, sui 32-33 anni; le spalle larghe, i capelli biondi, gli occhi azzurri, la pelle pulita…
_ “Meglio lui che un vecchio porco.”
_Quanto prendi piccolo?
_Dipende da cosa vuoi tu, tesoro.
_Alzati._ Il rosso si alza e si porta le mani sui fianchi_ Mmh… davvero molto carino._ e parlando gli gira intorno, tastandolo come fosse un animale in vendita. Poi va a prendergli il mento con una mano_ Hai davvero un bellissimo viso… e un corpo favoloso._ dice roco toccandogli il petto con una mano, lascivo_ Voglio un rapporto completo. Voglio scoparti._ va a toccagli i capelli con la punta delle dita, incurante della gente intorno a lui, che probabilmente nemmeno lo nota.
_600.
_Cosa?!?!
_Prendere o lasciare, non mi va certo di discutere.
_Mmmh focoso il piccolino… mi arrapi troppo, ti voglio. E 500 sia. Vieni, andiamo nella mia auto.
L’uomo lo porta nella sua auto appartata nel boschetto poco distante; una punto sportiva molto bella secondo i gusti di Luca. Il tizio chiude gli sportelli con la sicura e inizia a baciargli eccitato il collo, mordendolo forte._AHI! “ma vuole farlo in macchina? Che razza di taccagno, nemmeno una stanza d’hotel!”_Si, grida dal piacere…
_ “Un altro megalomane… non feriamo il suo ego”.
L’uomo lo spoglia brutalmente ad eccezione dei pantaloni e poi gli si fa sopra, premendo la propria erezione sulla bocca del rosso._Avanti, prendilo in bocca piccolino, fammi godere.
Lo accontenta e l’uomo prima di venire si sposta con gli occhi annebbiati dal piacere.
_... sei… davvero bravo… ma non così…
Il rosso lo guarda perplesso. Il biondo estrae dal nulla un paio di manette e blocca Luca alla portiera, sdraiandolo di colpo._Ehi, ma cosa…!!
_Eh, eh… vedrai piccolo mio quanto ci divertiremo, vedrai…
Detto questo l’uomo inizia a toccargli il petto e i capezzoli ma ad un tratto estrae dal cruscotto degli attrezzi simili a quelli usati nelle torture sadomaso._ASPETTA! COSA VUOI FARE?! SEI IMPAZZITO?!_ grida il giovane spaventato._Buono, vedrai piccolo amore… godrò come un pazzo.
Detto questo prende delle enormi pinze e senza esitazione stringe con forza un capezzolo di Luca, forte._AAAAAAAAAAAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
_Si… e ora l’altro…
_AAAAAAAAAAAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!_ continua in questo modo per un atroce, interminabile tempo, fino a far piangere il ragazzo_ smettila… basta, basta…_ supplica.
_Non ho nemmeno cominciato.
Detto questo l’aguzzino gli tira via i pantaloni e con le manette gli lega le mani dietro la schiena, poi i piedi con una corda e con del nastro adesivo gli tappa la bocca, forte, tanto che il giovane fa fatica persino a respirare. Gli lega una specie di collare al collo, con un filo che passa davanti, legato fino alla sua intimità, tirando tutto il suo busto in modo disumano.
Luca non è mai stato così disperato, singhiozza in modo spaventoso e trema, ha paura, tanta paura, è terrorizzato.
_MH! MH!_ mugola il rosso, senza riuscire nemmeno a parlare.
Quello scotch gli fa male, lo soffoca, gli tira tutta la pelle del viso.
_Si, mi piace che gemi mentre io ti…
L’uomo lo penetra forte, senza pietà, toccando il suo membro e ad ogni spinta il corpo del ragazzo si tende non solo a causa di quel dolore, ma anche di quello dell’attrezzo di tortura.
Gli fa male tutto.
Il biondo geme e gode, viene e poi lo tortura ancora, tirandolo ovunque, pizzicandolo con le pinze, facendogli male anche sul membro, terribilmente male, e Luca non può nemmeno sfogare il suo dolore in urli.

Soffre il giovane Luca, tremante, impaurito, terrorizzato, col cuore che scoppia di dolore fisico e poi l’umiliazione, che comunque non è nulla rispetto al dolore carnale in questo frangente. La sua carne sembra doversi staccare e ogni organo esplodere, staccarsi. Piange, trasformando il suo viso in una maschera di orrore. Sente che sta morendo.

Ma ad un tratto un vetro della macchina esplode in mille pezzi. Il biondo esce violentemente dal corpo del ragazzo, strappandogli un dolore lancinante._COSA SUCCEDE?!E’ Dimitri._RAZZA DI BASTARDO, SPOSTATI SUBITO DA LUI, ORA!!!!!!!!!
Con rabbia, con foga, con una forza inaudita, il moro spacca tutto e prende a cazzotti il biondo ancora intorpidito dall’orgasmo. Poi cambiando espressione, si dirige verso Luca e lo slega facendo attenzione a tutto il suo corpo congestionato e ferito, e quando vede i suoi occhi doloranti, umiliati e spaventati, assume un’espressione rattristata ma al contempo rabbiosa._Ehi, Luca, non preoccuparti. Ora… è tutto finito.
Dopo averlo slegato gli mette la sua giacca addosso che lo copre completamente, poi lo prende in braccio._Ehi, ragazzino! Io ti ho comprato!!_ urla il biondo in collera.
Gli arrivano un paio di calci fulminanti allo stomaco, che probabilmente gli rompono qualcosa dentro. Dimitri lo guarda disgustato._Non azzardarti a chiamarlo ancora ragazzino.
E se ne va, lo stende delicato nella sua macchina; egli geme. Dimitri mette in modo e lo porta a casa sua, una bella villa in stile gotico fuori mano.
Lo mette nel letto, guardandogli meglio le ferite. È impressionato da come un corpo possa resistere a tutto questo._Luca, ora ci sono io con te, smetti di singhiozzare.
_Fa… male!!
_Lo so. Aspetta, prendo qualcosa._ torna poco dopo con acqua, disinfettante ed altro.
Gli disinfetta le ferite._AHIA!!! Ti prego, fa male…

Che impressione per Dimitri sentirlo pregare. Lui, così orgoglioso…
Lui a cui hanno calpestato tante volte quell’orgoglio.

_Se non lo faccio si infetteranno.
_Sono... inguardabile eh?_ piange con un sorriso triste e sconfitto.
Dimitri gli sorride a sua volta.
_Sei sempre molto bello, Luca.
Il corpo del ragazzo è coperto da ferite inflittegli dalle unghie del cliente e i capezzoli sono lividi e violacei. Dimitri si abbassa sul suo petto nudo e inizia a leccarglieli delicatamente.
_Mh!_ Luca geme a quel contatto fresco.
_Ti faccio stare meglio. Non potrei essere delicato con una pezza.
E continua la sua dolce cura, una cura che fa davvero stare bene il ragazzo martoriato, dandogli momentaneo sollievo. È un gesto impersonale, dettato solo dall’affetto che Dimitri aveva da un po’ iniziato a provare per quel rossino tutto particolare.
_... ho avuto paura… ho avuto tanta paura…_ riesce appena a dire in tono strozzato.
Si preme una mano sulla bocca, piange di nuovo e trema, singhiozza.
D’istinto Dimitri lo stringe forte a se e il giovane sente tutto il suo calore; si sente protetto.

Non ricorda di essersi mai sentito così.
Così spaventato, dolorante, insignificante…

Ha sempre saputo di essere solo un mezzo di divertimento per gli uomini, ma ora… si sente davvero solo una cosa, un pezzo di carne lasciato in balia del mondo. Un essere inutile, buono solo a far eccitare. In questo momento si detesta profondamente, davvero, proprio nel profondo dell’anima. Sente di non valere niente e di meritare quello che gli è successo e tutto ciò che gli è capitato sin da quando è nato. Fa male, malissimo sentire di non essere nessuno, di non valere più di quel vestito sporco a terra.

Si può provare più dolore?

_Su… calmati ora.
_... non… non ce la faccio…!
Dimitri gli accarezza la schiena; non ce la fa a vederlo in quello stato, così totalmente devastato._Basta, è finita.
_No, non è finita, non è finito niente e mai finirà!
_Parlami Luca. _ il rosso apre gli occhi pieni di lacrime a quelle parole_ Parlami. Fallo...
_... cosa… dovrei dirti… ahi!
_Piano…_ il più grande gli asciuga il sangue che gli esce dal lato interno del polso_ …di te_ gli dice a bassa voce_ della tua vita, del tuo passato, di te.Voglio conoscerti Luca.
Incredibile. Dimitri ha abbandonato la sua maliziosa aria da uomo sicuro di sé e ha mostrato un lato completamente diverso, più naturale, più sincero.
_... io… non ce la faccio a parlare ora…
Dimitri gli si para col viso davanti, guardandolo dritto nelle sue splendide iridi blu, ora irritate dal pianto._Comincia a parlare. La prima cosa che ti viene in mente, ma permettimi di conoscerti. Più nel profondo.
Luca rabbrividisce a queste parole; abbassa lo sguardo.
_Allora farò io le domande._ il rossino gira la testa di profilo_Lo so che è doloroso, ma se non lo fai ora, probabilmente non avrai più il coraggio di farlo. Ne hai bisogno._ Luca annuisce rassegnato e indossa il pigiama datogli da Dimitri_Da quanto ti prostituisci?
Ecco, una delle domande più difficili._Da 4 anni… si lo so, ero solo un ragazzino… lo so.
_Perchè hai dovuto farlo? La tua famiglia? La tua casa…
_No, vivo lì da quando appunto avevo 13 anni. Mio padre mi cacciò via dalla mia vera casa. Sai, non ho mai avuto un bel rapporto con i miei genitori. Mia madre era una ricca donna che passava le giornate a sparlare delle coetanee con le amiche e suo marito un industriale. A me badava una governante sin da appena nato. Non ho mai sentito nessuno rivolgermi una parola gentile e nemmeno un sorriso.
_Andavi a scuola?_Certo. Sono arrivato fino alla seconda media. Non ero ben viso dai miei compagni. Ero chiuso, parlavo solo quando dovevo fare a botte e credimi, accadeva spesso. La mie insegnanti erano disperate, ma i miei genitori non sono mai andati a nessun colloquio. Non ricordo qual’era il mio problema; era solo la classica transizione adolescenziale, che ne so, o più probabilmente mancanza d’affetto. I pomeriggi li passavo davanti alla tv o al bar in fondo alla strada… è lì, credo, che quell’uomo cominciò ad osservarmi…
_Quale uomo Luca?
Luca continua a raccontare senza badare a ciò che Dimitri dice._Poi un giorno ho litigato con mio padre. Roba da niente, nemmeno ricordo il motivo della discussione… lui mi cacciò di casa. Non mi fece più entrare, né la notte, né i giorni a seguire. Non lo vidi mai più. L’uomo del bar… chissà se aveva un nome… lo chiamavano topo di strada. Vedendomi sempre in giro, un giorno mi si avvicinò. Io ero solo, senza soldi e senza casa, con tutte le mie cose nella mia vecchia stanza e non sapevo cosa fare e lui mi disse che se volevo guadagnare avrei dovuto essere gentile con gli uomini e lasciarmi accarezzare e fare tutto quello che mi chiedevano. Anche se arrogante e attaccabrighe ero molto ingenuo su queste cose. Sapevo cos’era il sesso, ma non immaginavo che degli uomini… si insomma… potessero farlo… con altri uomini e così credevo che si accontentassero di qualche abbraccio o di un bocchino._ la voce di Luca diventa sempre più tremolante e i suoi occhi più lucidi_ topo di strada mi disse dove andare per rimorchiare qualcuno e come vestirmi, che atteggiamento adottare e cose così. Un pomeriggio però… volle…. volle… darmi una prova pratica. Andammo nella sua stanza presa in affitto promettendomi tanti soldi… che stupido ragazzino ero… e iniziò a toccarsi… io mi vergognai e feci per andarmene, ma lui mi disse che anche gli altri avrebbero fatto così e che avrebbero toccato anche me. Io mi feci accarezzare da lui e mi feci leccare dappertutto, anche se provavo ribrezzo e tanta paura…_ si mette una mano per sorreggersi la fronte_ … ma poi iniziò a spogliarmi e a leccare nel… dentro… io… rimasi sconvolto e cercai di allontanarmi, ma lui mi immobilizzò con forza, lasciandomi i segni sulle mani per giorni… e poi… io… che vergogna…
_Luca…
_Mi violentò Dimitri. Senza pietà… senza delicatezza… io piangevo e lo supplicavo ma… a lui non importava un bel niente! Alla fine rimasi sul suo letto, stremato e pieno di vergogna, di paura, ancora tentando di capire cos’era successo… mi prese di peso e mi sbatté fuori casa, davanti alla gente, mezzo nudo e sanguinate, con le lacrime che mi bagnavano il viso. Me ne andai di lì piangendo. Cambiai città. Da allora lo faccio. Da quella prima volta fui più disinvolto le volte successive e alla fine presi in mano io la situazione. Mi vendo solo a caro prezzo, ma tutti continuano a richiedermi…_ sorride, un sorriso amaro, il viso carico di lacrime_ ti faccio schifo vero?... faccio schifo anche a me stesso
Dimitri lo stringe forte a se, lasciandolo sfogare.
_Luca, io… al tuo posto probabilmente avrei tentato il suicidio.
_Tu? Non credo._ rise ironicamente_ Sai, io sono un gran codardo. Ci ho pensato tante volte ma non ho mai avuto il fegato di provarci…
E il moro lo stringe più forte, inalando fino in fondo l’odore dei suoi capelli profumati.

Ora gli è legato profondamente.

L’ha legato a lui con quelle toccanti rivelazioni.

Sente qualcosa di viscerale per lui, qualcosa di veramente profondo.

Non lo lascerà…

Lo proteggerà…

_... ti proteggerò.
_... cosa…?
_Niente… resta pure qui stanotte. _ Luca annuisce._ Bene. Stai tranquillo e dormi pure, io mi sistemo sul divano.
_Ma…
_Ehi, guarda che il mio è un divano-letto. Tu pensa solo a riposarti e a farti un bel sonno ristoratore. È tutto passato. Se hai bisogno di qualcosa non farti scrupoli a svegliarmi, tanto dormo poco.
_… grazie… nessuno ha mai fatto niente per me._ la sua voce è bassa, debole, dolce.
Dimitri gli sorride, un sorriso dolce.
_Senti, domani ti va di andare al mare?
_Al mare?_Forse questo non è il momento, avrai bisogno di riprenderti da…
_No, anzi! Mi piacerebbe. Non ho mai visto il mare dal vivo.
Dimitri gli sorride ancora prima di uscire dalla stanza e chiudere dietro di sé la porta.
Luca si sente strano. Dimitri l’ha ascoltato e non ha espresso alcun giudizio. E gli ha sorriso tante volte in modo dolcissimo…
Tutto a un tratto risente delle violenze subite e sprofonda nel sonno, in quelle morbide e calde coperte che, annusandole bene, profumano di Dimitri…

Sorride e si addormenta nel buio.