Un grido silenzioso

 

parte III

 

di Vikysweetgirl

 

 

 

3) SULLA LINEA DELLO STESSO DESTINO

Salito sulla sua auto, Dimitri fa pressione sul volante e tenta di calmarsi.
È visibilmente eccitato. Lo spettacolino del piccolo Luca che si spoglia e si sfrega sul letto l’ha mandato in orbita. Un corpo così poco robusto come può emanare tanta sensualità? Con quella maglia sembrava un bambino. Quegli occhi orgogliosi tradivano ciò che stava facendo, e quelle labbra… da mordere, da leccare, da baciare…
Basta o non si toglierà mai di dosso la voglia che gli è presa. Gli era costata fatica uscire da quella casa e lasciare lì quel ragazzo mezzo nudo che si toccava per lui.
Non può più trattenersi. Con la macchina fa un breve giro e accosta in una stradina isolata; deve dare sfogo alla sua eccitazione. Con frenesia va ad aprirsi i pantaloni e a toccare la sua intimità con forza. Su e giù, fino a che non viene in un gemito soffocato di soddisfazione.
Rimane un attimo fermo a godersi l’intorpidimento del gesto e poi ripulisce tutto con un fazzoletto. Si ricompone e sfreccia con la macchina sulla strada. Il lavoro aspetta.

Luca si getta sul letto, a pancia in su. Guarda il soffitto.
Che vita è questa? Vive solo per lavorare, per guadagnare i soldi di quel tetto e del suo misero cibo. Cosa vive a fare? L’unica cosa utile che fa è dare piacere ad altri uomini, senza preoccuparsi del suo. Da quant’è che non si masturba? Da quanto tempo non prova più piacere in un rapporto sessuale? Oramai è talmente disgustato dal sesso che non sente più alcun desiderio sessuale.

Basta.

È stufo dell’odore e dell’appiccicaticcio dello sperma, è stanco di sentire grida di appagamento di vecchi e pervertiti, di sentire sguardi libidinosi su di lui. E’ sfinito, stufo di fare questa vita.
Ma è l’unica che conosce. Tenta di tenere lontano il ricordo della sua prima volta con un uomo. Non vuole assolutamente ripensarci. Gli vengono brividi di orrore solo al pensiero di dover tenere alla larga quell’orribile ricordo.
Una nottata d’estate di tanti anni prima, un armadio a due ante l’ha sbattuto per terra e l’ha violentato senza pietà. Le lacrime del piccolo scendevano segnando il suo viso in mille rivoli salati, ma lo stupratore non si fermò.
Quando fu soddisfatto lo lascio mezzo nudo, insanguinato lì dov’era e se ne andò, non facendosi più vedere…
_ “Basta!”
E imponendosi questo, il ragazzo esce di casa. Deve andare a chiedere un prestito alla banca, la stessa dove tiene i suoi pochi risparmi, quelli guadagnati in modo così sporco. Ha bisogno di soldi, è davvero alle strette.

_Mi scusi, sono venuto per un prestito.
L’uomo dall’altra parte della scrivania lo guarda nel modo in cui si guarda una persona che non interessa affatto, poi rimette gli occhi sul suo computer, cominciando a premere tasti._Il suo nome?_Luca Tamaro.
_Mmh... sono spiacente, lei ha gia un debito con noi. Di circa… 300 euro. Anzi sarebbe da risanare. E poi la cifra sul suo conto non è molto elevata.
_Lo so, ma… vede ne ho davvero bisogno. Se lei può… fare qualcosa, io…
_Mi spiace, niente da fare! Non posso infrangere le regole, rischio il posto io, lo sa?
_ “Almeno tu un posto ce l’hai” Ma…
_Davvero, non posso.
E si alza congedandolo in modo molto evidente.

È nella merda.
Non sa assolutamente come pagare l’affitto di questo mese e a malapena potrà mangiare il minimo indispensabile. Perfetto!

Sbuffando, il ragazzo rimane in piedi davanti alla banca. Non capirà mai niente di banche, soldi, quote e pagamenti. Tutto ciò che riguarda quel mondo per lui è qualcosa di alieno. Però questo lo capisce: deve sbarcare il lunario. Senza cibo per un po’ va bene, ma senza un tetto sulla testa… oh, no, davvero!
Mentre nella sua mente si affollano questi pensieri, qualcuno si avvicina a lui che nemmeno se ne accorge:
_Ehi ragazzino!_ Luca alza di scatto la testa. Assume un’espressione imbronciata. È Dimitri. _ sembra che noi due siamo sulla linea dello stesso destino._Ma possibile che tu debba tormentarmi? Non sopporto la tua faccia!_Se rimani qui imbambolato blocchi il passaggio._ dice ironicamente.
_Cosa ci fai qui?_Si dà il caso che ci lavoro qui.
_Ah si?
_Sono il proprietario di questo vecchio edificio.
_Sei un finanziere?_Bingo, tesoro.
_... non chiamarmi tesoro… c’è la gente._ gli dice con voce sommessa, guardando più in basso, dall’altra parte.
_Oh, fai il vergognoso? Scusami allora._ dice divertito.
Luca fa per andarsene ma viene bloccato da Dimitri che lo afferra prontamente per un braccio. Il giovane si volta a guardarlo accigliato ma si ritrova ad osservare i suoi lineamenti perfetti, i capelli lisci, lo sguardo penetrante di un ghiaccio ipnotico. E per un attimo può sentire il suo profumo intenso. Dopo questa esitazione, che non sfugge al moro, Luca riesce a ritrovare la parola._Che cosa vuoi?_ gli chiede in tono freddo ma basso.
_Stasera vieni a cena con me. Offro io, s’intende.
Luca solo al sentire pronunciare la parola cena sente una protesta provenire dal suo stomaco. Poi però decide di non dargliela vinta. Riduce la voce a un sussurro._Io vado con gli uomini solo per soldi. Non sono gay.
_Mh, come sai essere serio a volte… allora ti passo a prendere alle otto, va bene?_ chiede con un tono malleabile e suadente, di chi ha la situazione sempre in pugno però.
Luca, in tutta risposta, ritira il suo braccio di scatto e lo guarda stizzito. Se ne torna sui propri passi.
Dimitri sorride sentendosi vittorioso. È sicuro che abbia gia deciso di andare con lui._ “ Adorabile! Quel ragazzino è semplicemente adorabile! Così cocciuto e testardo, attaccabrighe ma tanto indifeso.”

Lo intriga da morire.

_ “Accidenti! Nel giro di una mattinata me lo sono visto di fronte per ben due volte. Dico DUE volte! Maledizione, quanto mi irrita… solo perché non mi ha toccato non vuol dire nulla… in fondo questo è il mio lavoro! Se si aspetta che mi faccia trovare pronto, si sbaglia di grosso!”