Un grido silenzioso

 

parte II

 

di Vikysweetgirl

 

 

 

2) NO

 

L’appartamento di Luca non è di certo una reggia. Tre stanzette e un televisore sono il massimo del lusso che il ragazzo possa permettersi. Non è di certo un tipo di tante pretese ma una tv la voleva a tutti i costi. È una di quelle cose delle quali un ragazzo non riesce a fare a meno.

Si toglie la giacca e si fionda nel minuscolo bagno, buttandosi sotto la doccia fredda.

L’acqua è gelida. Lui odia il freddo, lo blocca non solo fuori ma anche dentro, paralizzandogli i muscoli e gelandogli le interiora quasi fino all’anima; ma adesso non importa, importa solo togliersi di dosso l’impronta di quell’uomo, di quel vecchio pervertito che l’ha usato come spasso per poi gettarlo fuori dalla sua stanza senza nemmeno un sorriso; lavarsi via l’impronta delle sue mani sui fianchi, eliminare il ricordo disgustoso di quella lingua viscida che l’ha violato ovunque; così spera, come ogni volta invano, di cancellare anche il ricordo di quest’ultimo cliente…

 

Ma tanto lo sai che non succederà, vero Luca?

 

Giovane Luca, incatenato a nottate d’incubi in cui ti svegli nel cuore del buio più profondo in preda agli spasmi, agitato e convulso, tremante, cadaverico e con lo stomaco in gola, soffocato dai conati di vomito e rigetti tutta la tua nausea e la tua ansia in quel bagno rimbombante del silenzio interrotto solo dalle tue rimesse.

 

Vulnerabile.

 

Poi torni barcollante, distrutto, sconfitto nel tuo letto e ti porti le ginocchia al petto, stringendole a te, piangendo, sopraffatto dalla vita e da tutti quegli uomini. Piangi l’amarezza che porti dentro e che non si esaurisce mai. Anche stanotte sta succedendo tutto questo.

 

Ti senti solo Luca?

 

Ti senti sconfitto?

 

Sai perfettamente che non riuscirai mai a buttare fuori tutto, anche con tutti i pianti di questo mondo.

 

Non serve a nulla piangere, lo sai, ma non puoi farne a meno, vero?

 

Ma è solo un breve sfogo, sai che domani dovrai tornare ad essere il solito ragazzo perfetto e sicuro.

Chi vorrebbe mai un ragazzino problematico e piagnucolone?

 

Non puoi permetterti di essere te stesso.

 

Finite anche le lacrime, i tuoi occhi arrossati, spauriti e contornati da profonde occhiaie scure, simbolo di parecchie notti insonni per motivi anche più vergognosi di questo, fissano sconvolti la luna piena che manda i suoi raggi argentei ad illuminarti da quella finestra che hai spalancato.

La guardi e sei arrabbiato.

La guardi e sei sconvolto.

La guardi e tremi ancora.

La guardi e ti mordi il labbro inferiore che fai sanguinare… di nuovo…

 

Luca, creatura della notte, Luca dagli occhi splendenti, fiore del deserto che ammali donne e uomini con uno sguardo, con i tuoi movimenti, con la pelle liscia e morbida, Luca che inevitabilmente attrai e fai godere, Luca che sei così sicuro di te, così tanto che sembra non ci sia nulla che possa farti crollare, che fai qualsiasi cosa, anche la più scandalosa e spudorata per denaro.

 

Luca guardati ora. Sei solo l’ombra di te stesso…

Finirà mai la tua agonia?

 

L’alba finalmente arriva.

Si sveglia. I suoi occhi sono più riposati e le occhiaie sono solo lievi ombre sul suo viso. Anche questa notte del rammarico è passata, come se non fosse accaduto nulla, come se nel tuo letto avessi dormito tutta la notte serenamente. Si specchia e vede un fantasma bianco, unica traccia dell’ennesimo orrore passato. Mangia una fetta di pane intinta nel latte. Si sciacqua il viso, un leggero colorito sembra farsi vivo sulle sue guance. Si sistema, indossa gli stessi jeans di ieri, una felpa smanicata azzurra con un cappuccio ed esce di casa; deve fare un po’ di spesa.

Appena mette piedi fuori la donna dalle lunghe ciglia, sua vicina di casa, lo guarda con disprezzo e si affretta ad allontanarsi. Capita spesso. A buon ragione non ha una bella reputazione. Entra ed esce ad orari assurdi e spesso riceve la clientela dentro casa. Tutti uomini. Infatti non gli è mai capitato di andare a letto con una donna per lavoro. Sono gli uomini quelli più attratti da lui, quelli che lo desiderano maggiormente e che fa arrapare  di più. Sorride al pensiero.

 

Sei bello Luca.

Sei giovane, esperto ed eccitante.

Ma per tutti sei solo questo: un bel corpo con cui divertirsi, nient’altro.

 

Esce dal palazzo e prende a camminare con le mani in tasca per le strade della città, che ha ricominciato un nuovo giorno.

La gente cammina e fortunatamente non si accorge della vera natura di Luca e dei suoi sfoghi nel sonno. Fa la spesa e poi ripercorre la strada per tornare a casa. Fino a che non si farà notte, rimarrà a casa, a crogiolarsi davanti alla tv o tra le lenzuola… che vita intensa eh?

 

Dall’altra parte del marciapiede, un ragazzo in giacca e cravatta parla con un signore vestito più o meno alla stessa maniera. Parla e ride.

Il suo sorriso è bellissimo! I denti bianchi e perfetti sono contornati da labbra ben disegnate, sottili e sensuali. In più quel suo sguardo accattivante lo rende davvero poco comune.

Questo si volta, come fosse stato guidato da una mano magica e si accorge di un ragazzetto dai capelli rossi che cammina dall’altra parte della strada. Ehi, ma è proprio il ragazzo della notte precedente! Con una scusa lascia cordialmente il tizio con cui stava parlando e assumendo un’espressione decisa e sicura di sé, attraversa e si avvicina a Luca.

Quando il rosso lo vede avvicinarsi con un sorriso strafottente, ragiona su chi possa essere. Ma ci vuole un secondo affinché si ricordi di lui. Il tipo del bar.
_Guarda, guarda chi si rivede!_ esclama il moro con faccia seria ma con ironia.

_Sei tu maledetto! Come hai osato svignartela ieri sera eh?!

 _Ancora ragazzino?

_E smettila di chiamarmi ragazzino! Ho 17 anni io!

_Ma davvero?!_ dice con un’espressione altolocata e fintamente sorpresa_ ne hai esattamente 10 meno di me.

_Comunque voglio ancora le tue scuse. Cosa ti costa razza di babbione, dirmi “scusa tanto”?!

_Sai cosa c’è pivello? Che più mi ordinano di fare qualcosa e più mi viene da fare l’opposto. Specie se quel qualcuno che me lo ordina ha una faccia arrogante come la tua.

Il rosso è estremamente irritato. Com’è possibile che quel tipo lo mandi tanto in bestia?

_Stronzo._ e riprende a camminare come se nulla fosse:
_Come?! Ti arrendi?

_Non ho tempo da sprecare con te.

_Ma davvero? Però così non è molto divertente.

Viene interrotto da un pugno in pieno stomaco. Luca si è sfogato.
_Te la sei cercata. _dice solamente, alzando un sopracciglio e sorridendo soddisfatto.

Riprende a camminare. L’uomo, piegato in due, si rimette dritto e guarda nella direzione dove sta andando il ragazzo. Si è permesso un po’ troppo quel pivello. Però ha fegato. Quell’espressione di chi è troppo sicuro di sé, gli fa rodere le mani dalla voglia di stenderlo.

Lo segue, sta entrando in un condominio. Dallo stesso palazzo esce la signora dalle lunghe ciglia a buttare la spazzatura. Il moro le si avvicina.
_Mi scusi signora.

_Mi dica.

_Sa dirmi chi è quel ragazzo che è appena entrato in questo palazzo?

_Cosa vuole da lui?_ chiede ad un tratto accigliata.

_Devo… restituirgli una cosa che gli è caduta.

_E’ un ragazzaccio.

 

_ “Bhe, bravo bravo non è…”

 

_E’ un poco di buono!

 

_ “Addirittura?!

 

_Si chiama Luca. È una persona riprovevole! Si diverte a fare cose immorali con altri uomini. Li riceve persino in casa!

_Scusi, non credo di aver capito.

_Si prostituisce su qualche marciapiede. Disgustoso, osceno, orribile! Non le conviene farsi vedere con lui. Quella cosa che deve dargli, la getti via. Ora devo andare, mi scusi.

 

Il moro è senza parole. Dunque quel fighetto è… un… interessante…

 

Bussano alla porta.

Chi diamine sarà a quest’ora del mattino? Luca scocciato va ad aprire. E chi si ritrova davanti? Il solito moretto, appoggiato al muro, di lato e che lo guarda con sguardo malizioso e alquanto maligno, di chi ha la situazione in pugno.
_E tu che cosa vuoi?_ chiede aspro.

_Mpf! Ma come, non lo immagini bel faccino?

_... sparisci._ sta per chiudere la porta ma l’altro la blocca con una mano.
_Ma come, tratti sempre così i tuoi clienti… Luca?

Un sussulto percuote il rosso. Sa chi è. O meglio cosa è.

 

Ha capito cosa vuole da lui…

 

_Non è orario, vattene.

_800._ Luca rimane immobile_ 800 euro. Sei nella posizione di potere rifiutare?

Luca è spiazzato. È sconfitto. È rassegnato. Si fa da parte per permettere a quell’orrido essere di entrare. Il moro con un’espressione vittoriosa, sorride e si fa largo nella sua abitazione. Il rosso richiude a chiave la porta, poi si volta e vede la schiena grande dell’altro.

Il moro si volta e gli sorride bieco.
_Allora. Sei pronto?_ gli chiede allusivo.

_Lo stai facendo apposta vero?_ inizia Luca_ Perchè sai che non ti sopporto. E va bene._ deglutì per mandare giù anche la rabbia.

Sorride con dignità e lo oltrepassa.
_Il mio nome è Dimitri. Ricordalo e gridalo quando starai per venire.

 

Senza pietà gli pronuncia queste parole, parole che Luca si sente rivolgere continuamente ma che feriscono l’orgoglio, sempre.

 

Dimitri entra nella camera da letto e si siede su una poltroncina davanti al letto. Posa una gamba sopra l’altra e si accomoda guardando la sua giovane “vittima”.
_Spogliati. E mentre lo fai toccati.

Luca esita solo per un istante impercettibile poi le sue mani vanno a toccare la propria maglietta, sfiorandola. Se la sfila lentamente sotto lo sguardo attento di Dimitri.

Luca rimane con lo guardo imperturbabile, tanto quanto quello dell’altro, che comincia ad essere compiaciuto. Poi va a toccarsi i capezzoli, carezzandoli quel tanto da farli diventare turgidi.

Il moro inizia ad allentarsi la cravatta e a slacciare i primi bottoni della camicia con dita leggere ed esperte. Dischiude leggermente le labbra.

Luca va a slacciasi i jeans con voluta lentezza, che spazientirebbe chiunque. Poi si accarezza con la mano destra sul fianco sinistro e la sinistra su quello destro, toccando ogni muscolo, ogni solco. Si muove con ostentata lentezza, con modi tranquilli. Lo sguardo sempre fisso su Dimitri, impassibile, duro.

 

 Il moro inizia ad eccitarsi.

_Strusciati sul letto…

E Luca, silenzioso, ubbidisce. Sale lentamente sul letto e si abbassa piano piano, fino a toccare le lenzuola col viso e sentire il fresco del tessuto sul petto nudo. Inizia a strusciarsi, con movimenti lenti e sensuali, gli occhi fissi su Dimitri che inizia ad agitarsi sulla poltrona, a respirare profondamente.

Il moro, probabilmente al culmine della sopportazione, si alza in piedi in tutta la sua prestanza.
_Basta, alzati.

Luca senza fiatare esegue i suoi ordini e si alza. Dimitri gli si avvicina, sovrastandolo con la sua altezza. I due si guardano negli occhi e il moro lo guarda pago. Il più grande si china a baciargli le labbra ma Luca si irrigidisce d’un tratto e sposta leggermente la testa di lato, sospirando quasi impercettibilmente.
_Cosa c’è?_ gli chiede l’altro a bassa voce.

_... è che nessuno… vuole baciarmi le labbra di solito.

_Sul serio? Chissà dove avranno gli occhi..._ gli va ad afferrare il mento con le dita e col pollice gli accarezza le labbra lentamente, guardandole._ ... queste labbra sono così seducenti… morbide e rosee… delicate… tutte da baciare.

Luca trattiene il respiro, lievemente turbato da quell’interesse per la sua bocca. Dimitri va a guardarlo negli occhi e poi sorride. Si allontana di qualche passo da lui.
_No.

Luca appare confuso.
_Cosa? Non ti vado più bene?
_No, così non va bene. In realtà sei molto… beh, attraente, ma… chissà quante volte e con quante persone avrai fatto le stesse cose che stai facendo con me.

_Si, dopotutto sai cosa sono. Mi dispiace, non puoi avere il privilegio del primato.

_Io non voglio essere solo uno dei tanti che ti hanno toccato, no, non ci sto. _ Luca alza un sopracciglio assumendo un’espressione interrogativa. Dimitri esce dalla camera e prima di andarsene da quella casa lascia una banconota liscia e perfetta sul tavolo. Poi guarda il rosso e sorride._ Per aver fatto tutto quello che ti ho chiesto._ esce e richiude la porta dietro di se.

Il rossino rimane in piedi e guarda la porta confuso. È davvero strano quel damerino. Lo vuole umiliare ma non lo fa fino in fondo.

 

Luca si ricompone e sistema il letto sgualcito. Si deve preparare, stasera tornerà a cercare clienti.