Un giorno speciale!!

parte I

di Neko


"La notte era calata sulla città, col suo mantello scuro poteva nascondere le strane creature della notte che si mescolavano alle normali persone che camminavano per le vie.

Tutto sembrava andare normalmente anche quella sera. Poi tutto d'un tratto un fulmine squarciò il cielo dividendolo a metà e permettendo che strane creature provviste di ali si precipitassero sulla città. Forse erano angeli che grazie ad un ordine di un essere superiore avevano avuto il compito di cacciare quegli spiriti neri che si nascondevano nelle ombre."

Sono rimasto fermo e tutto concentrato ad ascoltare il suo racconto. Ancora una volta mi ha voluto usare come cavia per i suoi racconti, e se devo dirla tutta non mi dispiace poi tanto. Solo che il bello non è ancora arrivato. Lui, il mio caro compagno ha lo strano vizio di scrivere racconti che trattano di coppie omosessuali e questo mi piace da morire.

No non sono pazzo, almeno non credo di esserlo. Perchè in fondo in ogni libro che scrive c'è una parte di noi. Quando mi ha detto che aveva mollato il suo vecchio stile del cavaliere che salvava la sua damigella mi sono sconvolto, e non poco.

Lui che in un certo senso aveva paura che la nostra storia si sapesse in giro. Paura del giudizio altrui, ora non fa altro che vantarsi di avere come compagno un campione di tennis. Sì è proprio così che mi chiama davanti a tutti, si vanta di me come se fossi un gioiello raro da esporre agli altri. E questo mi riempie il cuore di gioia.

-Allora che ne dici?-

Lo sguardo che posa su di me è pieno di aspettative, ora come ogni volta stà aspettando che dia il mio parere alle poche righe che mi ha letto, anche se la parte che piace a me non è ancora arrivata. Quella parte in cui descrive le notti calde dei due amanti. E non solo perchè le descrive magistralmente ma perchè ogni volta vuole provarle con me, diciamo che in fondo non sono poi innocente come crede.

-Non è male...-

-Non è male? Ma come non hai altro da dirmi-

Mette il broncio, quella smorfia che mi fa impazzire e crollare ogni mia intenzione seria. Ora ho solo voglia di appropriarmi di quelle labbra e fargli capire quanto lui sia importante per me.

-Bè potresti dire che sono uno scrittore fantastico, che non esistono altri al mondo come me, che sono il tuo preferito... Ecco roba simile...-

I suoi occhi neri si illuminano diventando ancora più scuri. Lo sò benissimo che stà scherzando, che stà cercando di provocarmi e lui sa benissimo a cosa porterà tutto questo, solamente ad una cosa.

Ma questa sera non andrà per nulla come al solito, non finiremo sotto le lenzuola del nostro letto in calde effusioni amorose, perchè oggi ho intenzione di fare il prezioso, vedere sin a dove arriverà lui con le sue lusinghe.

Sorrido mentre mi passo la mano tra i capelli.

Lui mi osserva ma non dice nulla, sono i suoi occhi a parlare per lui. Occhi di un nero profondo in cui ci si potrebbe perdere che contrastano così tanto con la sua carnagione chiara e i suoi capelli biondi. Tutto sembra in contrasto su di lui eppure è tutto così meravigliosamente perfetto che credo sia una specie di dio uscito da qualche libro di storia.

-Senti io avrei una certa fame-

-Fame? A quest'ora?-

-Perchè che ore sono?-

-Veramente l'ora di pranzo è passata da un pezzo-

Osservo l'orologio sulla parete e mi rendo conto che sono appena le quattro di pomeriggio. Non mi ero minimamente reso conto dell'orario e poi cosa cavolo vuol dire che non posso mangiare, è ora di far merenda ed ho intenzione di farla cascasse il mondo. Ma ho un dubbio che ho intenzione di svelare.

-Senti ma abbiamo pranzato-

La mia domanda colpisce Cole, credo non se l'aspettasse proprio. In particolare da uno che è sempre preciso e che non dimentica mai nulla. Osservo il mutare del sul viso, dallo stupito sul volto si dipinge una strana espressione che sò bene a cosa porterà ma credo di essermela cercata in fin dei conti.

Cole inizia a ridere, ride di me e della stupida domanda che gli ho fatto. Non sembra intenzionato a smettere e credo non ce la farà tanto facilmente. Quando inizia non riesce più a finirla.

-Ah ah ah... questa si che era buona...-

-Guarda che non era una battuta-

Cade sulle ginocchia e si tiene la pancia con le mani senza smettere di ridere.

-Non mi sembra molto cortese il tuo modo di fare-

-Scusa... scusa... ma eri troppo divertente-

-Ah sì... Ridi ridi che stanotte vai in bianco-

La sua risata lentamente si calma. Si alza da terra mentre si asciuga le lacrime che stavano per scorrere sul suo viso.

-Hai che male-

Si tiene la pancia con una mano segno che ridere troppo fa male. Ti stà bene la prossima volta imparerai a non ridere delle persone altrui per una cavolata simile.

Si avvicina verso di me con uno sguardo che non promette nulla di buono, uno di quegli sguardi che trasformano le gambe in gelatina e ti fanno perdere la cognizione del tempo. Ma questa volta non andrà per nulla come vuole lui nossignore devo dargli una piccola punizione per aver riso di me.

-Ho fame-

-Ma lo sai che sei fissato?-

-Se ho fame non è colpa mia ma del mio stomaco che non la finisce di brontolare e poi ti ricordo che oggi ho una partita al club-

-Veramente non ne sapevo nulla-

-Logico perchè quando parlo non fai altro che sbavare per quello stupido di Ken-

-Ora non verrai a dirmi che sei geloso del personaggio di un libro-

-Forse se tu la smettessi di dire ogni volta che l'hai fatto a somiglianza del tuo tipo ideale-

Ho alzato la voce, ma non era mia intenzione farlo. Possibile che ogni volta che arriviamo a parlare del personaggio preferito dei suoi racconti litighiamo. Cioè ho ragione a prendermela, giusto? Ho dovuto passare un casino di notti in bianco quando una notte sono entrato nel suo studio e l'ho sentito parlare al telefono con sua sorella di questo Ken, pensavo chissà che cosa mentre invece non era altro che uno stupido personaggio di carta.

Mi allontano dalla stanza senza dire una parola, senza dargli la minima spiegazione su quello che stà succedendo. Ma proprio mentre ho la mano sulla maniglia mi afferra un braccio e mi attira verso di sè.

-Dove volevi andare?-

Una domanda a cui vorrei dare una risposta, a cui lui si aspetta una risposta. Ma se tutto fosse così facile non me ne sarei andato. Sono semplicemente amareggiato perchè sono uno stupido che tiene molto di più al suo orgoglio che alla persona a cui vuole bene.

Non ho voglia di prendermela ancora con te, perchè non lo capisci.

Se ora non mettessi piede fuori da questa stanza inizierei col darti dello stupido e dell'egoista quando in fondo questi due aggettivi sono adatti a me. A me che me la prendo per ogni minima cosa.

Avvicina la bocca al mio orecchio e posso sentire il suo respiro su di me. E' caldo e avvolgente, è una sensazione che ho sempre amato e sempre amerò. E nonostante io non voglia dargliela vinta cedo alle sue lusinghe senza opporre la minima resistenza.

-Sei arrabbiato con me?-

-Dovrei?-

-Mah questo dovresti dirmelo tu-

-Sì lo sono-

-Lo sapevo in fin dei conti mi piaci proprio per questo-

Ma allora è un vizio.

Allora si diverte davvero a provocarmi e a farmi perdere la pazienza. Eppure ora che mi sorride vedo il suo volto illuminarsi di quell'amore che prova nei miei confronti e tutto quello che è successo apparirmi come una cazzata creata dalla mia mente da inferiore. Ho mille dubbi su di noi, ancora, nonostante il nostro rapporto sia chiaro a tutti ho ancora paura e non riesco a comprenderne a pieno il motivo. Forse perchè ti amo troppo e non voglio perderti o forse solo per il mio stupido egoismo.

-La sai una cosa?-

-Come faccio a saperla se non me la dici-

Sospira contro il mio orecchio.

Il suo corpo si stringe maggiormente contro il mio provocandomi dei leggeri brividi di piacere nel ritrovarmi così perso vicino a lui. I suoi capelli biondi mi solleticano il collo e si mischiano ai miei neri come la pece.

Le mie mani si muovono da sole guidate da un piacere che vado cercando e che presto troverò non appena riuscirò a fondermi con il suo corpo. Accarezzo la sua schiena sottile e ne sento tendere ogni muscolo attraverso la sottile maglietta.

Mi stacco da lui solo per osservare i suoi occhi, per permettere ai miei occhi di sprofondare nei suoi, pozzi neri nei quali sono convinto di affogare. E' come cadere in un baratro senza fondo e nello stesso tempo trovare l'ancora di salvezza per tutte le paure che ho avuto sino a pochi attimi prima.

-Ti ricordi che giorno è oggi-

-No-

-Sicuro?-

-Sì-

-Se vuoi ti aiuto a ricordare-

-E come?-

-E' un metodo molto efficace ma che posso usare solo in casi estremi-

Mi sorride.

Un sorriso dolcissimo che accentua il suo bel viso. E' così bello e solo io posso assaporare tutti questi particolari, perchè non li riserva solo a me, almeno spero.

Però ancora non riesco a capire di cosa stia parlando. Non riesco a ricordare che giorno possa essere oggi se non il giorno in cui mi stà facendo dannare. Oggi mi sembra non ci sia nessuna festa in programma. Posso solo aspettare che lui parli e mi spieghi cos'è tutto questo mistero.

-Oggi è mercoledì-

-Lo sapevo bene... Ma c'è qualcos'altro, vero?-

-Possibile che tu non ricordi?-

-Ti ho detto di no... Ma è importante?-

-Molto e mi delude sapere che tu non ricordi una cosa così importante-

Prende il mio viso tra le sue grandi e calde mani e lo avvicina piano al suo. Le nostre fronti si toccano mentre lui non allontana il suo sguardo dal mio, incatenati dal più indissolubile legame, lo stesso che ci unisce.

-Cos'è accaduto un anno fa a questa stessa ora?-

-Veramente non lo ricordo-

Sorride e accarezza le mie labbra con le sue, una dolce e lieve carezza per poi allontanarsi ancora una volta e lasciarmi con questo tremendo dubbio che sembra lacerarmi l'anima.

-Camera mia, ti ricorda qualcosa?-

-Bè camera tua mi ricorda tante cose-

-Il mio letto?-

-Senti Cole stai cercando di provocarmi o cosa?-

-No Ryan... Voglio solo sapere cosa ti ricorda il mio letto-

La sua voce è bassa e sensuale e questo non fa altro che farmi perdere maggiormente la ragione. Ogni volta che fa così perdo la ragione, e lui lo sà bene eppure tutto questo giochetto non fa altro che farmi eccitare. Starò al gioco con piacere.

-Il tuo letto mi ricorda tante belle cose... Il mio corpo caldo sopra il tuo, le nostre eccitazioni che si sfiorano, io che entro dentro di te e tu che gridi il mio nome senza nessun freno mentre mi chiedi di più-

Bingo!!!

Arrossisce ed è così carino in questo momento. La colpa non è mia caro Cole, sei tu che hai voluto iniziare questo gioco e di certo non sarò io a tirarmi indietro, anzi ora che mi ci fai pensare è addirittura divertente, quindi perchè non continuare su questa strada?

-Io..non..volevo dire questo-

-Ah no? E allora? Sai pensavo ti fossi dimenticato e volessi che io te lo ricordassi-

-No..io..parlavo di un'altra cosa-

-E allora perchè non mi dici di cosa si tratta?-

Non aspetto che mi risponda, mi approprio delle sue labbra mentre lo spingo verso il divano non troppo distante da noi. Vedo i suoi occhi riempirsi di stupore. Ma velocemente si riprende, proprio nel momento in cui cade con la schiena sul divano con me sopra di lui. I suoi occhi si chiudono e lo stesso faccio io mentre approfondisco il nostro bacio.

Le sue braccia si stringono attorno al mio collo e mi attirano maggiormente verso di lui, mentre le sue labbra si schiudono e lasciano cammino libero alla mia lingua che non chiede altro di incontrare la sua ed iniziare quella lotta per il comando.

Le lingue si incontrano solo per perdersi in vari contatti che mandano scintille nei nostri corpi e non fanno altro che farci eccitare maggiormente. La mia virilità pulsa dolorosamente imprigionata dalla stoffa, ma lo stesso posso sentire la tua e questo mi fa gemere di piacere.

Mi allontano da te per riprendere fiato, ma siamo comunque uniti da un sottile filo di saliva, come a non voler distruggere il nostro contatto. Apri piano gli occhi e permetti ancora una volta che i miei si perdano nei tuoi. E' un vizio Cole? Ma credo non si possa definire vizio capitale. Chi punirebbe questo nostro amore, nessuno, nemmeno dio perchè come scrivi tu in dedica ad ogni tuo libro "Se dio non approvasse l'amore di due persone dello stesso sesso ci toglierebbe la vita lui stesso" e questo non è ancora accaduto quindi noi siamo nel giusto.

-Allora Cole? Qual'era la cosa importante di cui dovrei ricordarmi?-

-Lo sai che non è poi così importante... Ci possiamo pensare anche dopo-

Gli sorrido, mentre le sue mani accarezzano delicatamente il mio viso quasi fosse un cristallo che al minimo contatto brusco si potrebbe spezzare in tanti piccoli frammenti.

-E' la prima volta che vedo due pezzi di ghiaccio brillare-

-Stupido-

-Ma è la verità... Te l'ho detto mille volte che i tuoi occhi sono come il ghiaccio-

-Che ad ogni tua carezza si scioglie-

-E lo stupido sarei io?-

Questi attimi sono magici.

Attimi nei quali ci possiamo perdere nelle nostre romanticherie. A dire la verità lui è il più romantico, io forse sono quello a cui piace agire coi fatti. Proprio come ora che piano infilo entrambe le mani sotto la sua maglietta per venire a contatto con la sua pelle calda e sudata.

Dischiude le labbra per lasciar uscire alcuni sospiri misti a gemiti, e io non resisto e ne approfitto per impossessarmi ancora una volta di quelle labbra così sensuali da essere desiderate in ogni momento.

Succhio piano il labbro inferiore, alternandovi un piccolo morso che non fa altro che ottenere più piacere da parte sua. Alza il bacino e fermo tutte le mie carezze, solo per trattenere un gemito di piacere, perchè quel suo movimento improvviso non ha fatto altro che le nostre virilità "prigioniere" si sfiorassero.

Chiudo gli occhi cercando di riprendere il controllo di me, anche se è molto difficile visto la situazione in cui mi trovo. Li riapro ormai sicuro di aver ripreso il controllo del mio corpo, ma mi devo rimangiare tutto perchè Cole si sfila la maglietta proprio sotto i miei occhi e mi lascia la piacevole visuale del suo petto percorso da piccole gocce di sudore che sembrano luccicare di luce propria mentre scendono lente sul suo torace e si fermano sull'orlo dei pantaloni.

-Sai Ryan che mi sono sempre chiesto cos'era un volée?-

-Eh?-

Ma cosa gli prende?

Gli sembra il momento adatto di parlare di tennis. Certo amo questo sport, anzi potrei dire che fa parte della mia vita più di ogni alta cosa ma ancora di più amo lui anche perchè lui è la mia vita.

-Sono curioso... Me lo dici?-

-Cole lo sai quanto io ti ami, ma perchè me lo chiedi proprio ora... Te lo potrei spiegare dopo, ok?-

-No, io voglio saperlo ora... Dai ti prego-

Quando incomincia a frignare come un bambino piccolo c'è sempre qualcosa sotto. Credo non abbia ancora dimenticato l'argomento di prima e forse tutto questo ci ricondurrà a discuterne. Va bene facciamo come vuole lui, spieghiamogli per bene questa piccola regola.

Mi alzo dalla posizione in cui mi trovo e mi allontano da lui di alcuni passi, ma non distolgo mai il mio sguardo dal suo. Voglio fargli capire le regole basilari del tennis. Mi slaccio i jeans bottone dopo bottone molto lentamente, abbasso piano i pantaloni e con un calcio li allontano da me. Credo di avere colpito qualcosa ma non mi importa, ora ho altro a cui pensare.

Con solo i boxer mi avvicino a lui.

-Siediti-

Allarga gli occhi, ma non ribatte. Anzi asseconda la mia richiesta e aspetta un mio movimento. Ma non sà che in queste cose ci vuole calma, non sono proprio il tipo da fare le cose con fretta, nonostante questa attesa alla ricerca della soddisfazione mi stà facendo impazzire.

Mi avvicino e mi posiziono davanti a lui.

-Dammi la mano-

Il suo sguardo mostra a pieno tutta la curiosità che stà provando in questo momento, ma non si tira indietro. Allunga il braccio verso di me e mi porge la mano. La prendo e la porto tra le mie gambe facendogli sentire come mi ha ridotto e poi lasciato, merito o non merito la mia vendetta?

-Ma..ma cosa?-

-Ti stò spiegando cos'è una volée-

-Veramente non mi sembra che questo c'entri molto-

-Ah no? A me invece sembra che siano molto simili-

-Bè forse per il fatto che tu sei un campione in tutti e due?-

-Non solo mio caro-

La sua mano si stringe piano attraverso il tessuto e intrappola la mia virilità eccitandola maggiormente con questo semplice gesto. Però mi sembra che ancora non ci siamo, manca ancora qualcosina che forse ha a che fare con il tessuto che si frappone tra noi.

La sua mano si muove piano sul tessuto, sento le gambe farsi deboli, se continua così mi cederanno di sicuro entro pochi secondi. Non ero forse io che avevo in mente di dargli una piccola lezione, bè mi sembra tutto il contrario.

-Ti ricordi cos'è oggi?-

-No..mmh..non lo ricordo-

Ancora una volta mette il broncio.

L'espressione da bambino viziato entra in contrasto con quello che mi stà facendo... impazzire ecco la parola più adatta mentre mi porta al piacere.

Si alza dal divano, senza allontanare quella deliziosa mano dal tessuto, avvicina la bocca al mio orecchio, la sua lingua si insinua al suo interno e sento che ormai le gambe stanno cedendo.

E come in un film muto mi appaiono delle immagini nella mente, ricordi che hanno a che fare con la giornata importante di cui Cole parlava con tanto accanimento.

Cazzo!!!

Sono stato un totale cretino a dimenticarmi che oggi è il nostro anniversario. Quattro anni a oggi ci siamo messi assieme e un anno fa abbiamo comprato questa villetta. Era questo che voleva intendere, era questo il giorno tanto importante a cui si riferiva.

Dovrebbe essere il giorno più importante della nostra vita e invece io vado a scordarmelo, ci manca solo che ora se la prenda con me e non mi rivolga la parola per chissà quanto tempo.

Ora devo trovare a tutti i costi una soluzione, sì ma quale?

Piano numero uno, fingo di avere avuto un vuoto di memoria a causa di una pallina da tennis che mi ha colpito nell'ultimo incontro. Al massimo mi prende in giro per alcuni giorni ma poi tutto passa, sarebbe un'ottimo piano se lui non venisse a vedere ogni mia partita. Piano da schifo.

Pensa Ryan..pensa...

Piano numero due, gli dico che mia madre aspetta un bambino e per la felicità di questa notizia mi sono scordato del nostro anniversario. Questa è la soluzione più adatta. Sì devo ammettere a me stesso di essere un vero genio in soluzioni all'ultimo momento. E forse potrei aprire un'agenzia se non fosse per il fatto che ogni qual volta che penso che le mie idee siano geniali cadono come castelli di sabbia. Questa idea è proprio da cestinare visto che mia madre non può avere più figli.

Idiota..idiota..idiota...

-Senti Ryan...-

La sua voce mi riporta alla realtà.

Una realtà troppo bella perchè io possa rifiutarla in un qualche modo. Sento le sue labbra morbide e calde ancora una volta sulle mie solo per poggiarvi un bacio casto e allontanarsi subito dopo. Mi fissa intensamente mentre fa alcuni passi indietro.

-Capisco che ti sei dimenticato di questa data importante solo perchè troppo preso dall'importante gara che dovrai disputare tra alcuni giorni contro quel campione italo-americano e quindi ti perdono... ma..-

-Ma?-

-Sappi che io non me lo sono scordato per nulla, anzi ti ho preparato una sorpresa-

Sorrido, è sempre così. Ogni volta riesce a sorprendermi. Ogni volta che credo di aver imparato tutto di lui fa cadere ogni mia certezza e mi sembra di avere davanti una persona di cui devo ancora scoprire molto. Forse è anche per questo che il nostro rapporto si stà consolidando piano piano, perchè nella nostra vita quotidiana c'è sempre qualcosa da scoprire e che scopriremo insieme.

Prende la mia mano destra e la stringe nella sua. Mi trascina fuori dalla stanza senza dare ascolto alle mie proteste. Bè non posso mica farmi condurre fuori con semplicità, per rendere le cose più interessanti ci vuole un po' di resistenza.

Fine 1° capitolo...





 
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