Prima parte di una ficcina su due personaggi che amo da impazzire di Nana..vediamo un po’ se vi piace..presto scriverò anche la II parte..

Baci..Ireya!

 




Un giorno da dimenticare... un giorno da ricordare

parte I

di Ireya

 

La villetta che avevano affittato al mare per tutta la band era enorme. Nobu si guardava intorno stupefatto da quel panorama meraviglioso.

Gli altri erano in spiaggia, chi a prendere il sole, chi a fare il bagno.

Lui non aveva voglia di fare niente di tutto ciò.

Quel giorno era esattamente un anno da quando la sua storia con Hachi era finita. Quel giorno era uno di quelli che vorresti eliminare dal calendario.

Rientrò in casa, cercando nel frigo una birra ghiacciata. Tornò in terrazza e appoggiandosi all’inferriata, continuò a osservare il mare.

Riusciva a vedere le figure che si muovevano in spiaggia. I suoi amici. I suoi occhi si posarono all’improvviso su una figura isolata su uno scoglio.

Shin.

Un giovane, ormai sedicenne, che aveva sempre fatto di se stesso un oggetto per donne sole, così anche per guadagnarci un bel po’ di soldi per sopravvivere. Nell’anno che era trascorso avevano approfondito molto la loro amicizia. Il giovane gli era stato sempre accanto nei momenti più difficili, quando cadeva nell’assoluta depressione. Gli era stato accanto anche nei momenti felici, ridendo scherzando, prendendosi in giro a vicenda. Voleva bene a quel ‘marmocchio’.

A quel pensiero le sue labbra s’incurvarono in un sorriso divertito.

Continuava ad osservare il giovane, non vedeva bene l’espressione del suo volto, ma a lui sembrava che fosse un po’ giù di morale.

Nobu decise di andare a fargli compagnia. Se non si sarebbero tirati su a vicenda..sarebbero crollati insieme per una volta.

Forse era quello che serviva quel giorno.

Fondamentalmente era inutile ignorare un problema o, un pensiero infelice, ma con accanto qualcuno vi era l’illusione, che presto tutto sarebbe tornato alla normalità.

 

 

Arrivato in spiaggia salutò gli altri come se nulla fosse, sfoggiando un enorme, falsissimo, sorriso.

Andò subito verso lo scoglio dove era ‘ appollaiato ’ l’amico. Quest’ultimo non si accorse del suo arrivo, così appena Nobu gli arrivò alle spalle, sussultò.

 

<Ehi!! Ma sei impazzito?!.. cavolo, mi hai fatto prendere un colpo!>

 

<Scusa..non pensavo tu fossi assorto nei tuoi pensieri, al punto di non sentire il mio arrivo..>

 

Nobu aveva notato, che il volto del giovane era segnato da piccole linee biancastre.

 Shin aveva pianto.

Ovviamente fece finta di niente, tra loro c’era un tacito accordo, che consisteva di non chiedere mai, ma aspettare che uno dei due parlasse per primo.

Nobu gli si mise accanto, guardando il mare splendere sotto la luce intensa del sole.

Stettero a lungo in silenzio, poi questo venne interrotto dal giovane con i capelli azzurri.

 

<Mi dai un po’ della tua birra?!..>

 

Il giovane gli porse la lattina, dopo un lungo sorso, gliela ridette.

Nobu continuò a guardarlo senza dire alcuna parola.

Shin si accese lentamente una sigaretta, poi riprese a parlare..

 

<..non è giornata neanche per te..vero?>

 

<..uh uh..>

 

<Stasera se vuoi andiamo a bere qualcosa..>

 

<Non credo di essere molto di compagnia..perciò è meglio lasciar stare..>

 

<..io intendevo NOI due, non tutti..>

 

<Ah..bè..allora va bene..>

 

Shin gli scoccò un lieve sorriso, poi si alzò, lasciandolo solo e, avviandosi verso casa.

Nobu si sentiva leggermente meglio, solo la vicinanza dell’amico, riusciva a rilassarlo, senza dover per forza parlare.

 

 

Dopo cena salutarono gli altri dirigendosi all’interno del paese.

A Terashima pareva che l’amico sapesse esattamente dove si trovasse il pub. Infatti scoprì, poco dopo, che il locale era di un amico del giovane.

 

S’accomodarono in una saletta privata, ordinando due birre. Ascoltarono in silenzio per un po’ la musica di sottofondo. Musica soft, rilassante e piacevole. Anche se i due preferivano il loro genere, non disprezzavano gli altri.. Infondo era musica.

 

<E’ carino questo locale..>

 

<Uh uh..>

 

<…>

 

<Nobu..ti va di parlare?..>

 

<..adesso..no. almeno non di me e, dei miei patetici pensieri!..voglio invece sapere cos’hai tu..>

 

Shin sussultò, poi rispose talmente piano, che l’altro dovette fargli ripetere ciò che aveva detto.

 

<..Ho detto..che sono un po’ preoccupato..>

 

<Per cosa?..>

 

<…per..te..>

 

Terashima si trovò spiazzato da quell’affermazione. Lo guardò un po’ sorpreso prima di rispondere.

 

<..cosa..intendi..dire?..>

 

<Andiamo Nobuo..non fare il finto tonto..sappiamo benissimo entrambi che giorno è oggi..insom..>

 

Il giovane non finì la frase, vedendo che l’amico stava mettendo i soldi per la birra sul tavolo, per poi girarsi e andare verso l’uscita, prima però, senza voltarsi si rivolse nuovamente al giovane.

 

<..AVEVO DETTO CHE NON VOLEVO PARLARE DI ME!>

 

Così dicendo andò via, lasciandolo solo per qualche istante. Poi il giovane si decise a seguirlo.

L’amico era già molto distante, comunque riuscì a vedere la direzione che aveva preso.

La spiaggia.

 

Shin iniziò a correre per raggiungerlo.

Arrivato in spiaggia Nobu, si buttò a terra fissando il cielo con uno sguardo accigliato.

Tutt’intorno era deserto, le luci erano lontane, creando così, un’atmosfera cupa e, allo stesso tempo magica, con il chiarore delle stelle che brillavano nel cielo.

 

Shin si avvicinò al giovane tutto trafelato per la corsa. Rimase in pedi accanto all’amico.

 

<..Scusami Nobu..non volevo farti..arrabbiare..io..>

 

<Lascia stare Shin!..non importa..>

 

Nobuo si alzò e guardò fisso l’altro. All’improvviso dai suoi occhi iniziarono a scendere lacrime, rigandogli il volto con un getto copioso. Shin lo guardò atterrito. Aveva visto altre volte l’amico piangere, ma non era stato lui in quelle occasioni a farlo sprofondare tra le lacrime.

Il ragazzo dai capelli azzurri non disse nulla, si avvicinò all’amico e l’abbracciò dolcemente. I singhiozzi di Terashima scuotevano entrambi tanto erano forti.

 

<..Scusami Nobu..scusami..non..non..volevo..>

 

Sussurrò Shinichi all’orecchio del giovane.

 

<..non..non è colpa..tua..sono io ad essere un perfetto patetico idiota!..>

 

Shin voleva poter fare qualcosa. Quando si trattava di donne tristi o, bisognose d’affetto, donava solamente conforto e piacere, andandoci a letto e, coccolandole con carezze e parole dolci. Ma, con Nobu?..cosa poteva fare? Il ragazzino era molto affezionato all’amico e, ultimamente provava strane sensazioni quando gli era accanto.

Quella mattina, le lacrime che lui stesso aveva versato erano per l’amico, per il proprio dolore nel vederlo soffrire.

Forse per volere o, forse per pura incoscienza, avvicinò il proprio volto a quello dell’altro, senza dire niente, gli baciò le guance bagnate, asciugandole con la propria bocca. L’amico rimase impassibile, anche se il giovane, lo sentì irrigidirsi nel proprio abbraccio.

Continuò a percorrere il volto magro del compagno col le labbra, fino ad arrivare a quelle dell’altro, le baciò piano, sfiorandole appena. L’altro si riscosse e, si allontanò leggermente, incrociando i pozzi chiari con i suoi occhi. Shin lo stava guardando con un misto di apprensione e dolcezza. Non c’era pena nei suoi occhi, ma solo affetto, puro, incondizionato affetto.

Nobu sentiva le labbra bruciargli. Era confuso, strane emozioni gli si erano scatenate all’improvviso tutte insieme. Shin continuava a tenerlo tra le braccia e a guardarlo in silenzio.

Senza dividersi da quell’abbraccio, Nobuo si rivolse all’amico..

 

<..non..non sono una delle donne che spesso consoli..bisognose di un corpo caldo e di affetto.>

 

<..lo so..>

 

<…>

 

<…>

 

<..allora..perché?..perché, questo gesto nei miei confronti?..>

 

<..io..non lo so..cioè, sei il mio migliore amico e..vorrei vederti felice!..>

 

<..bè..per ora è un po’ difficile..>

 

Shin lo lasciò di scatto, guardandolo in malo modo, poi quasi urlando gli si rivolse contro..

 

<SEI UNO STUPIDO!! Ma non ti rendi conto che a Hachi non interessa più di te?..almeno non nel modo cui interessa a TE!!..la devi smettere di mangiarti il fegato e soffrire per una donna che NON TI AMA!..>

 

Silenzio.

 

<Sei uno stronzo Shin!..tu non ci capisci un cazzo!..>

 

<..certo, io non capisco..perchè sono un moccioso..VERO?..bè, caro il mio Nobu..lo stronzo sei te, che non capisce, che anche un ‘ moccioso ’ riesce a voler bene ad una persona o ad amarla!..>

 

Così dicendo il ragazzino si girò avviandosi verso la via principale del paese. Nobu, lo seguì e, quando lo raggiunse lo prese per un braccio e, lo fece girare verso sé.

 

<..è no!..non te ne vai adesso! Dobbiamo finire il discorso!..>

 

<..io non ho niente da dire!>

 

Terashima lo tirò a sé e lo baciò con violenza. Poi si divise da quelle morbide labbra e parlò nuovamente..

 

<..intendevo QUESTO discorso..>

 

Senza dargli il tempo di replicare, lo baciò nuovamente, questa volta con più dolcezza. Sentì le labbra dell’amico abbandonarsi piano piano per poi rispondere al bacio. Questo trasudava esperienza. Quella che aveva appreso dal suo ‘ lavoro ’. Nobu lo avvolse in un tenero abbraccio, carezzandogli la schiena, così fece anche Shin, salendo poi, con le mani, ad accarezzargli il volto. Si divise leggermente dalle dolci labbra del compagno, guardandolo con un’espressione indecifrabile. Poi a fior di labbra sussurrò..

 

<..non volevo aprire le ferite del tuo cuore..anche se so benissimo, che ancora non si sono chiuse perfettamente..>

 

<…baciami Shin..desidero solo questo..adesso..non voglio pensare a niente. Voglio solo i tuoi baci…>  <Che ironia..eh eh..poco fa ti ho accusato di comportarti con me come con le migliaia di donne che consoli..e adesso..ti sto chiedendo di farlo..>

 

<..tu non sei una di quelle donne sole. Tu..sei ..Nobu. Io non lo faccio perché me lo chiedi..ma perché..è quello che voglio anch’io..e, soprattutto, non sei SOLO..ci sono IO con te.>

 

Rivolgendogli un dolcissimo sorriso, Shin lo baciò nuovamente, con una tenerezza incredibile. I due giovani si accasciarono piano sulla sabbia. Il ragazzino si mise a sedere fra le gambe di Nobuo. I baci come ciliegie, attiravano altri baci. Sempre più intensi, sempre più dolci.

 

<Ti voglio bene..Shin..> sussurrò il giovane chitarrista.

 

<..anche io te ne voglio..>

 

Detto questo, rimasero per un momento uno in braccio all’altro in silenzio, a fissare il cielo pieno di stelle.

Dopo un po’, decisero di tornare a casa, ormai la mezzanotte era passata da tempo.

Si guardarono sorridendo e, dandosi un ultimo bacio, si avviarono verso casa.

I loro cuori battevano all’impazzata, i loro occhi riflettevano una strana pace interiore, come se quello che era appena successo, fosse la cosa più normale del mondo.

 

<Shinichi..se un giorno..volessi di più da te..me lo daresti?..>

 

<..Chissà..>

 

Sorrise maliziosamente il giovane.

 

 

- OWARI – (per ora..)