Disclaimers: Hwoarie é mio marito, quindi mi
appartiene…Gli altri sono proprietà della Namco ^_^
Note: Dedicato a Choco-sama la mia guida spirituale.
Ad Ise, che commenta accuratamente le mie fic, grazie ^*^, ad Estel che se l’è
meritata, ad Acua e a Pam.
Underneath
the lies parte
IV
di Akira14
HWO’S POV
Non avevo mai pianto. Mai. Nemmeno per il mio sensei, Baek Doo San. Non
che non gli volessi bene, anzi.
Per me è stato come un padre, e quando Ogre l’ ha ucciso, è stato come
perdere una parte di me. Ma d’altronde, anche in quell’occasione non è che
io abbia provato dolore…Piuttosto rabbia, frustrazione per non essere
stato in grado di salvarlo. Furente, come quando sono stato battuto da Jin.
Non disperato.
Non ho versato una lacrima, da quando avevo otto anni, penso.Gli uomini
non piangono, pensavo.
I mocciosi, le ragazzine, i deboli frignano. Io no. Io sono forte. Io non
soffro! Niente può ferirmi! Il mio animo può infiammarsi alla prospettiva
di un combattimento con Kazama, o il mio sangue ribollire al pensiero di
una corsa clandestina o posso sentire l’adrenalina scorrere nelle mie vene
quando guido a duecento chilometri orari sulla mia moto, contromano. Non
prova dolore! NO! Non so neanche cosa voglia dire quella fottutissima
parola.
Allora perché cazzo sto piangendo? Perché cazzo singhiozzo come un
poppante? (ah, se nn lo sai tu -_-…NdAki)
Mi ordino di smetterla, ma il mio corpo m’ignora e quasi a vendicarsi di
quest’assurda richiesta sono scosso da spasmi ancora più violenti.
Alla mia mente tornano schegge, frammenti di memorie, piccole e grandi
cose per le quali mi sono morso le labbra, insignificanti eventi, episodi
ai quali, allora, non ho dato alcuna importanza.Che ora pesano come
macigni sul mio cuore. La violenza di Mishima su di me, la morte del mio
maestro, la sconfitta contro Jin, la mia prima caduta dalla moto…Le prese
in giro dei miei commilitoni, i vani tentativi dei miei superiori di
uccidere il mio orgoglio, tutte le persone che ho sacrificato, umiliato,
per il mio tornaconto.
Ho resistito, sono sempre riuscito a camuffare sotto quella facciata
d’arroganza i miei problemi, ma quando è troppo è troppo!
Mi fa male la schiena. Il bruciore è ormai passato. Questo è molto peggio,
in compenso. È una strana sensazione di freddo, mischiata ad un formicolio
insopportabile che va dall’anca alla caviglia, come se le mie gambe si
fossero trasformate in due blocchi di ghiaccio.
Il formicolio è l’unico barlume di sensibilità dei miei arti inferiori,
quindi per quanto possa essere fastidioso, in un certo qual modo ringrazio
che ci sia, perché se no comincerei a farmi le peggio paranoie sul loro
futuro. Infatti, oltre allo stupro e al fatto che quel bastardo, stronzo,
figlio di puttana di Mishima mi ha trattato alla stregua di una
sgualdrina, e già per questo meriterebbe di creparci, stavolta per
davvero, in quel vulcano; ha avuto la splendida idea d’iniettarmi qualcosa
che mi ha paralizzato dalla vita in giù.
Non so per quanto, e non so nemmeno se finiranno mai gli effetti, o se
quello mi ha rovinato per sempre il midollo spinale.
Quanti begli epiteti mi vengono in mente pensando a lui…Penso che
supererei qualsiasi record di sconcezza e di volgarità nel turpiloquio,
più di quando ho maledetto un fottutissimo ladro di strada (che spero sia
crepato girato l’angolo) che mi ha fregato i miei occhiali da
motociclista.
Vorrei addormentarmi, almeno avrei la mente libera da preoccupazioni ed il
male fisico sopito almeno per un paio d’ore, poi in un modo o in un altro
passerei in ospedale, mi farei dare tutta la morfina che hanno, per lenire
il dolore alla schiena in modo da poter partecipare al Tournament.
Invece, sono qui, a soffrire come un cane. Ad ogni singulto è come se i
miei polmoni si richiudessero su se stessi, per non riaprirsi più. Mi
costa un sforzo sovraumano, riuscire a respirare. Potrei anche smettere,
ma adesso non mi sembra il momento adatto. Ora più che mai, sono in
fibrillazione per l’inizio del torneo.
Primo perché devo ancora prendermi la rivincita su “Mr Perfezione
assoluta, guardatemi e imparate” aka Jin Kazama, e secondo perché non vedo
l’ora di spaccare la faccia a Mishima per aver approfittato della mia
debolezza, ed aver infangato il mio orgoglio.
Intanto, non è neanche bello starsene nudi sul cemento, a pazzeggiare come
un coglione! Decido quindi di alzarmi, per quanto mi è possibile. Striscio
sul pavimento, muovendomi sui gomiti fino alla porta del bagno, trovandola
chiusa.Decisamente questa non è la mia giornata!Cominciata con la scenata
mattutina di Jin, e finita che peggio non si può…Alzo un braccio,
tenendomi in equilibrio come posso sull’altro, e cerco di aprirla.
Fallisco miseramente.Come se non bastasse, ricado a terra sulla spalla
sinistra. Cazzo! Che grazia!! Mi sarò slogato la spalla, tanto per
migliorare questa splendida serata!
Ci mancava, porca, fottutissima puttana!
Ignorando le fitte, che ormai pervadono tutto il mio corpo, ci riprovo.
Questa volta, però, decido di lanciarmi sulla maniglia, e tirarla giù con
il mio dolce peso. Contrariamente alle mie aspettative, basate più che
altro dal fatto che oggi la sfiga dilaga, riesco ad aprirla.
Ricado a terra, sempre sul solito braccio, ma ormai non sento neanche più
il dolore. È proprio andato anche lui, cazzo!
Entro nel bagno, strisciando nuovamente come un verme. Non che la cosa mi
esalti, ma bisogna accontentarsi nella vita, no?
Ringrazio Kami-sama che non sia alla giapponese, anche se ci troviamo nel
bel mezzo di Tokyo, in un albergo pagato da quel vecchiaccio di Heihachi
Mishima (mi dispiace non sia riuscito a liberarsi di suo figlio…un vero
peccato, il mondo ne avrebbe avuto un gran giovamento) che come si sa è
affezionato al vecchio stile.
Sarebbe stato impossibile spuntarla su una porta scorrevole, nelle mie
condizioni, ed inoltre mi sarei ritrovato un’altra porta da aprire prima
di arrivare alla mia meta.
Invece ora mi trovo a pochi passi dalla vasca da bagno. Devo lavarmi via
tutta la sporcizia lasciatami in dono da quel gentiluomo di Kazuya. Appena
potrò mi laverò la bocca, in modo da far andare via il sapore disgustoso
dello sperma di Mishima che ancora sento chiaramente e che mi disgusta a
tal punto che mi viene da vomitare ogni due secondi, poi brucerò gli abiti
che portavo. Mi libererò del bastardo, e seppellirò tutta questa vicenda
sotto le sue ceneri.
Mi aggrappo al bordo con le mani, ed anche se la spalla sembra cedere, mi
alzo fino a portare le mie gambe sopra il bordo. Una volta seduto, la
riempio d’acqua bollente. Anche se mi bruciassi, ormai sono talmente
malandato che difficilmente potrei peggiorare le mie condizioni.
Aspetto finché non si riempie quasi del tutto, poi mi lascio andare,
scivolando nella vasca e facendo strabordare una discreta quantità
d’acqua. Chi se ne frega! Si sta così bene qui…Mi rilasso…Mhhhh…I miei
muscoli stanno già parte della loro tensione, ed il dolore è attutito
dalla piacevole sensazione d’abbandono che mi impregna. È come ritornare
nel liquido amniotico a quei tempi, in cui credevi di fare il mantenuto a
vita, in cui sentivi l’amore di tua madre e sapevi già nel tuo profondo
che qualunque strano essere avessi incontrato là fuori difficilmente
avrebbe potuto volerti bene tanto quanto lei. Quei tempi in cui la tua
unica preoccupazione era scalciare nella sua pancia e se ci ripensi
manderesti a fanculo quel dottore che ti ha privato di quel paradiso
terrestre e non ti ha evitato la crudeltà, le atrocità della vita. Questo
calore…È come un abbraccio dato senza aspettarsi niente in cambio, ma solo
per il calore della sua pelle. Come venire svegliati dal sole che filtra
attraverso le fessure di una tapparella in una stanza di pochi tatami con
una dozzina di persone intorno a te che come te stanno dormendo e l’unico
rumore è quello dei loro calmi respiri e non ti puoi alzare perché se no
sveglieresti tutti e perciò te ne stai a guardare il soffitto finché non
ti viene male agli occhi ed intanto sei intossicato dal calore che emanano
e ti senti cullato verso un altro sogno. Come andarsene in giro la
domenica con il pigiama a piedi nudi per casa e con il copriletto sulle
spalle.
Proprio quando sto per addormentarmi, arriva la mucca della Milka alias
Violet per essere più precisi (io mi chiedo perché cazzo si è camuffato,
che tanto hanno capito tutti che è Lee Chaolan) che più rude del suo
fratellastro Kazuya, più invadente di Xiaoyu, entra spalancando la porta,
guardandomi come se si aspettasse di vedermi uscire, come una Venere,
dalle acque e stendere un tappeto d’asciugamani per farlo entrare. Stasera
è davvero senza senso!
Qui manca solo Babbo Natale, e poi ho visto di tutto stanotte!
Devo anche dire che man mano che passano i secondi, qui si sta dimostrando
che il tempo è veramente relativo. Incredibile quanto a lungo stia durando
questa notte.
“Che ore sono?”
“Le quattro e un quarto.”
Mh, me lo aspettavo. Sembra tardare ad arrivare la mattina. Domani che
farò? Riuscirò ad avere il sangue freddo per confessare a Kazama le mie
vergognose colpe, di non aver saputo fermare suo padre e di aver perfino
goduto in quel rapporto? Ci sarà, un domani? Comincio a dubitare che
arriverò vivo a domattina, se qui continua a buttare così.
Ci sarà Jin, nel mio domani? Dopo tutto quello che è successo, penso
proprio di no. Non sono pessimista, né mi sottovaluto. Semplicemente, sono
realista, cazzo!
In ogni caso, questo idiota potrebbe anche degnarsi di dirmi che cazzo
vuole, perché diavolo è venuto qui a rompermi i coglioni in un momento di
merda come questo! Bensì sta lì fermo, a guardarmi mentre mi riposo nella
vasca da bagno. Un altro pervertito, eh? Sembra che io li attiri come
mosche…Chi l’avrebbe mai detto, che essere dei bei ragazzi fosse così
faticoso…Pfff…Ripenso ad un giorno che io e Jin siamo andati in piscina.
Io adoro l’acqua, anche se mi sento più in sintonia con il fuoco e mi
emoziono di fronte ad un incendio, perché mi fa stare bene. Comunque
eravamo là e c’era un gruppo i ragazzine che starnazzavano e
ridacchiavano, facendo commenti anche piuttosto spinti su me e Jin. Lui
arrossiva come un peperone, era così kawaii che me lo sarei mangiato di
baci. Ad un certo punto arriva una di quelle lì e mi palpa il culo.(non è
che quelle ragazze si chiamavano Akira, Pam, Miyuki o Laele?NdKaz ZITTO
TU! NdTutti Vi odio!!!! >.< NdKaz Sai che novità ^_-! NdTutti). Non è
stato una sola “toccata e fuga”, ma sembrava quasi che cercasse
d’imprimersi nella testa quello che stava accarezzando. Io me n’ero
accorto, ma non mi pareva il caso di picchiare una donna indifesa per così
poco. Jin, d’altro canto, non era molto felice di tutta quell’attenzione
nei miei confronti. Digrignava i denti, sussurrando frasi molto cattive
all’indirizzo delle quattro ragazze. Io non capivo assolutamente che cazzo
dicesse, perché il mio giapponese non è proprio perfetto, ma dal suo tono
sibilante non potevano che essere insulti.
Ho cercato di prendergli la mano, lui però mi ha schiaffeggiato e mi ha
respinto con tanto impeto che mi ha fatto scivolare sulle piastrelle umide
del bordo della piscina ed ho avuto giusto il tempo di scorgere i suoi
occhi ambrati guardarmi con sadica soddisfazione, attraverso i suoi ciuffi
corvini poi il sordo rumore della mia testa sbattuta sul freddo pavimento.
Quando ho ripreso i sensi, c’era una di loro (con la quale mi tengo in
contatto ancora oggi) che mi premeva un panetto di ghiaccio sulla testa.
Nivek, quella che mi aveva palpato il fondoschiena, l’unica che può
competere in quanto a stranezza e stupidità del suo nome con il
sottoscritto.
Si era liberata delle sue amiche, Joel, Ashley, Eve e Mileena (non
dimentico mai un nome, io) e sembrava seriamente intenzionata a farsi
avanti. Era proprio una bella ragazza, con dei lunghi capelli rossi
naturali e ondulati e dei grandi occhi verdi e tantissime carinissime
lentiggini sul naso.
Prima che potesse fare qualcosa, le misi le mani sulle spalle e le dissi
“Ehi, guarda che io sono impegnato!”.
Lei rise. “Lo so, lo so…Chi potrebbe non saperlo? La reazione del tuo
ragazzo è stata molto eloquente! Penso di non aver mai sentito tanti
insulti tutti in una volta!Anche se non capivo che diavolo dicesse, visto
che parlava una lingua che non capivo…Ma s’intuiva che fossero parolacce.”
“Giapponese. Siete riuscite a tirare fuori tutta la rabbia che teneva
sopita da anni, complimenti!”
“Mica colpa nostra, se tu sei così sexy. È lui che ti dovrebbe guardare
meglio!”
“Sì, come no. Ci manca solo più che mi metta il guinzaglio!”
Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo messi a ridere. Aveva una risata
chiara e squillante, che a ripensarci mi rallegra ancora ora. Più tardi si
è scusata con Jin per la sua sfacciataggine, e tutto sommato abbiamo
passato una splendida giornata, noi sei insieme.
In ogni caso, non penso che Lee sia venuto per sedurmi. Lo capirebbe
perfino quella babbuina spelacchiata di Xiaoyu, che Chaolan è innamorato
di suo fratello! Mi dispiace per lui, ma quando mi sarò vendicato per
questa sera, di Kazuya non gli rimarrà che il ricordo.
U“Allora, si può sapere che cazzo vuoi Chaolan?” gli chiedo senza nemmeno
alzare lo sguardo per guardarlo in faccia.
“Niente. Volevo solo venire a vedere come stavi. Visto in che stato era
ridotto Fox, ho pensato che magari anche tu non stessi tanto bene. Mi sono
sbagliato, fortunatamente.” Che stronzo. Dice una cosa, ma gli si legge in
faccia che sta mentendo. Un sospetto si fa strada nella mia mente, e
decido che devo esprimerlo. Tanto ne sono così certo che praticamente sarà
una domanda retorica.
“Chaolan…Tu lo sapevi, vero?”
Lui cambia improvvisamente espressione. Il sorriso che aveva sulle labbra
scompare, e i suoi pugni si chiudono fremendo per la rabbia.
“Non ne ero certo, e quindi non potevo dirtelo. E poi mi avresti creduto?
Probabilmente no, dico bene?”
“Effettivamente…Lui l’ ha buttata lì e tu hai pensato che non dicesse sul
serio, è così?”
“Sì. Come potevo confessarti qualcosa cui non credevo nemmeno poi tanto?
Mi sono fidato di Kazuya, non pensavo fosse capace di abbassarsi a tali
efferatezze, pur di far del male a suo figlio.”
“Capisco. Colpire me, per ferire indirettamente Jin. Ingegnoso come piano,
ma penso che le reazioni di Kazama non saranno quelle che si aspetta.”
Veramente neanche io so come reagirà Jin. Ma spero proprio che non la dia
vinta a suo padre. Certo che se Kazuya si aspetta di farlo arrabbiare
tanto da lasciar fuoriuscire la sua parte demoniaca, ha sbagliato strada.
Kazama si limita ad essere gelosissimo e apprensivo in una maniera
soffocante, ed è tanto bravo a parole ma in quanto a fatti non so quanto
farebbe per difendermi.
“Già. Si basa su quello che ha visto in questi giorni, e sulla presunta
somiglianza che avrebbe Jin con sua madre. Io lo trovo molto più simile a
Kazuya, più di quanto quei due vogliano ammettere. Lui spera ti lasci,
disilluso dall’amore, e si deprima a tal punto da rinunciare al torneo.
Non ha contato che suo figlio è più vendicativo di lui, e che già c’è l’
ha a morte con lui.”
Ah, allora è questo l’intento di Mishima…Neanche in questo caso, comunque,
saprei dire se ha operato a suo danno o a suo vantaggio. Jin è così
contorto che pagherei miliardi per conoscere qualcuno che capisca i
ragionamenti contorti di quello stupido. Potrebbe anche restare
indifferente, ed aspettare di arrivare al torneo per vedersela con suo
padre.
Oppure ignorare tutto e basta. O ancora prendersela con me, nella peggiore
delle ipotesi.
Il silenzio cade nuovamente tra di noi. Stavolta, però, Lee non se ne sta
fermo a non far niente ma mi aiuta ad uscire dalla vasca. Mi porge un
accappatoio, e mi dà una mano a mettermelo. Prima che io possa dire
qualsiasi cosa, anche solo grazie, lui mi prende in braccio.
Mi tengo attanaglio al suo collo, rischiando quasi di strozzarlo, ma lui
non si lamenta.
Non oso chiedergli dove stiamo andando, quindi me ne sto zitto fino a
quando non saliamo al settimo piano. Lo stesso nel quale alloggiamo io e
Jin. Non vorrà mica…
Gli lancio uno sguardo supplichevole, e lui sembra capire. Infatti, scesi
dall’ascensore lui si dirige dall’altra parte del piano, davanti alla
camera numero 717. Prende la sua chiave, e anche se con un po’ di
difficoltà riesce ad aprire la porta.
Meno male. Voglio riposarmi, e mettermi nelle condizioni migliori per
discutere con Jin. Non voglio essere di malumore come lo sono ora, perché
finirei per dirgli cose che non penso.
Entriamo. Nella sua camera ci sono tre letti, uno matrimoniale ed un
divano-letto. Quello a due piazze sembra già occupato.
“Steve aveva perso la chiave, e non mi sembrava il caso di farlo dormire
all’addiaccio. Accontentati e dormi.
Vado a prenderti dei sedativi. Io mi porto sempre dietro qualcosa contro
il dolore…Non si sa mai, in questi tornei dove la vittoria è così ambita i
nemici sono capaci di qualsiasi cosa.”
Mentre aspetto Chaolan, Fox si sveglia e mi guarda come se mi leggesse in
faccia tutto quello che mi è successo stasera.
Io non ce la faccio più. Comincio a raccontargli tutto, di getto, senza
mai riprendere fiato. Quasi fosse la storia di qualcun altro.
Quando ho finito, mi sento meglio.
Lui mi bacia la fronte, e mi prende la mano stringendomela forte.
Lo ringrazio.
Lee torna con una dose di sonnifero che farebbe stramazzare chiunque.
Va beh, tanto ormai non ho più niente da perdere.
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JIN’S POV
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN…
E piantala dannato telefono! D’accordo che ho detto alla reception di
svegliarmi alle sei e mezza, per avere un po’ di tempo per allenarmi da
solo, in santa pace prima che tutti gli altri si ammassino negli
stage…Però rompe!
“Hwoarang, potresti rispondere tu?”
Mi rigiro nel letto, aspettandomi di trovarmi faccia a faccia con il mio
rossino, con gli occhi pesti per il sonno e un mal di testa record per
tutto l’alcool che deve essersi bevuto ieri, facendo baldoria con Lee e
Steve. Gli avrei fatto la ramanzina solo dopo il caffè, perché già è
impossibile averla vinta contro Hwo quando è calmo e rilassato,
figuriamoci appena sveglio e con i nervi a fior di pelle.
Invece, con mio sommo dispiacere, mi rendo conto che non è tornato
affatto. Dalla sua parte il letto è ancora a posto, e se avesse dormito
con me, avrebbe tutte le coperte nella sua metà. Inoltre, se se ne fosse
andato via senza aspettare che mi svegliassi, mi avrebbe lasciato almeno
un messaggio.
Niente.
Dire che ieri notte l’ ho aspettato in piedi fino alle due e mezza.
C’eravamo messi d’accordo che stamattina ci saremo allenati in spiaggia
verso le sette, e quindi non pensavo fosse così stupido da rimanere
sveglio fino a tardi.
Non mi è passata l’arrabbiatura! Andarsene così senza dire niente, e
pensare di farsi vedere quando gli pare!
Ma siamo matti?Voglio proprio dirgliene quattro! E sentire che scuse
idiote riuscirà a tirare fuori.
Penso a dove potrebbe essere. Nella stanza di Steve o in quella di Lee,
sempre che non abbia deciso di passare la notte fuori dall’hotel, il che è
molto più verosimile.
Provare non costa nulla, quindi chiamo la reception e chiedo che mi passi
il signor Fox.
“Mi dispiace, il signor Fox non è rientrato in albergo stasera. Ha
lasciato le sue chiavi qui.”
“E il signor Violet?”
“Il signor Violet…Mi faccia controllare…Sì, gli passo subito la camera
717. Resti in attesa.”
Camera 717? È su questo piano!Vado direttamente lì e mi faccio spiegare
tutto da Lee!
“Non si disturbi, non è importante…Forse a quest’ora ancora dorme.
M’interessava solo sapere se era rientrato. Grazie.”
Metto giù, e raccogliendo velocemente tutti i miei indumenti mi vesto.
Esco sbattendo la porta con tanta forza che avrò svegliato tutti quelli su
questo piano.
Guidato dalla rabbia, cammino a grandi falcate, fino a che non mi trovo
davanti alla porta della 717.
Busso una volta.Nessuna risposta.
Due volte. Ancora niente.
Tre, quattro, cinque.
“INSOMMA APRITE QUESTA PORTA O LA TIRO GIU ’ CON LA FORZA!”
Sento ciabattare dall’interno, e lo scatto della serratura. Un Lee più
morto che vivo, con tutti i vestiti spiegazzati addosso mi guarda confuso
e piuttosto addormentato.
“Jin? Abbiamo avuto una nottata difficile, non potresti passare all’ora di
pranzo?” dice richiudendo la porta.
No. Non voglio aspettare ancora, devo chiarire questa questione subito!
Metto il piede nello stipite della porta, prima che possa chiuderla del
tutto e lui mi guarda ancora più stanco, avendo capito che non ci sono
speranze di farmi tornare più tardi.
“No. Voglio solo sapere dov’è Hwoarang, e parlare con lui.” Gli rispondo.
“D’accordo,entra. Sei il benvenuto.”
Apre interamente la porta, e io vedo Hwoarang rannicchiato su se stesso.Indossa
solamente un accappatoio, ed è aperto sul suo torace. Ha un aspetto
terribile, delle occhiaie che non finiscono più. Vicino a lui c’è
qualcuno.
Ma bene!
So fare due più due. È del tutto inutile parlarne con il mio ragazzo, che
ha dimostrato di non meritare la mia fiducia oltretutto. Appena lo
incontrerò per strada gli annuncerò che è tutto finito.
“Lee-kun? Che succede? Chi è? Kazuya?”
Di bene in meglio! Quell’uomo a letto con il mio ex-ragazzo si rivela
essere Steve Fox! Ecco perché non era rientrato in camera. Ed io che lo
credevo un amico!
Sono così sconvolto che non riesco ad andarmene di qui, e rimango a
sentire che cosa replica Lee.
“No, purtroppo. Vorrei proprio averlo fra le mani.Dopo quello che ha fatto
a Hwoarang!”
Vorrei proprio sapere cosa ha fatto mio padre a Hwoarang, ma non appena
Steve mi vede si alza e viene nella mia direzione e prima che Lee possa
fermarlo e io possa capire cosa succede, lui mi tira un pugno. Io rimango
in piedi, massaggiandomi la guancia dove si sta formando un bel livido
violaceo. Non c’è certo andato leggero…
“Scommetto che hai pensato che fossimo andati a letto insieme! Io non
posso negarlo, perché ero ubriaco. Però, sono sicuro che Hwoarang non ti
tradirebbe mai, né lo farebbe con uno che neanche si rende conto di che
succede, ti pare?
La verità è che tu non lo meriti! Non ti fidi di lui, mentre lui gridava
il nome mentre tuo padre lo violentava!”
“Violentato? Chi? Quando? Come?”
Sento che sto per svenire. Mio padre, ancora una volta è riuscito a
rovinarmi la vita. Ha toccato con le sue luride mani il MIO Hwoarie-kun,
gli ha fatto del male! Non gliela perdonerò mai.
NO. Fermi un momento! Perché dovrei credere ad uno che sembra avere tutte
le intenzioni di sparare la prima cazzata che gli veniva in mente solo per
togliersi dai casini, ed odiare mio padre senza motivo.
Forse scoprirei che non è che il capro espiatorio di questi due.
E se mi stesse dicendo la verità.
D’altronde non me la sento neanche di continuare a stare con Hwo e
sentirmi in colpa per non essere stato con lui nel momento del bisogno, ed
accusarlo di avermi escluso dalla sua vita ed essersi andato a cacciare in
una situazione del genere. So bene che anche se fossi stato lì con lui non
sarebbe cambiato niente, ma non riesco a perdonargli di avermi impedito di
essergli vicino ieri sera. C’è una parte di me che pensa, addirittura, che
se lo meriti.
No, sicuramente è meglio che lo lasci. Ci faremmo male a vicenda!
“Hwoarang, ieri sera da tuo padre. Quando è arrivato qua, Lee l’ ha
letteralmente lanciato sopra il letto svegliandomi. Allora gli ho chiesto
che c’era, e lui mi ha raccontato tutto. Era come un fiume in piena…Doveva
parlarne con qualcuno, o non sarebbe riuscito a liberarsi dal peso che
aveva sul cuore.”
Le parole di Fox fanno vacillare per un attimo la mia decisione. Anche
perché ho deciso che per non darla vinta a mio padre, non mi vendicherò
affatto.
Non voglio arrabbiarmi con lui, e rischiare di risvegliare il demone che è
me. Gli darei quello che vuole.
E poi, per quanto cerchi di fidarmi di Steve, non posso credere veramente
che mio padre abbia fatto veramente quello che Fox sostiene.
“Ah, ok. Quando si sveglia, ditegli che devo parlare con lui. È d’estrema
importanza che lui sappia.”
“AH? HWOARANG E’ IL TUO RAGAZZO, E TU TUTTO QUELLO CHE SAI DIRE E’ ‘AH
’?????”
Senza rispondere, me ne vado. Steve cerca di inseguirmi, ma le porte
dell’ascensore si chiudono prima che lui possa raggiungermi.
Sono certo di avere fatto la cosa giusta. Devo solo sistemare tutto con
Hwo.
Anche se erano molto sconvolti dalla mia decisione, sono certi che mi
manderanno Hwoarang senza protestare.
Mi dirigo verso la spiaggia, per il mio allenamento mattutino.
Ci sarebbe dovuto essere qualcun altro con me, ma forse è meglio essere
soli che mal accompagnati, no?
Sono soddisfatto, più passano i minuti più me ne convinco. Era tutta una
montatura…Cercavano di fregare il sottoscritto, approfittando del fatto
che mio padre non è certo uno stinco di santo.
L’ ha già fatto una volta, violentare una persona intendo, e sono nato io
e ciò dimostra che a lui gli uomini non interessano.
Già! Questa storia mi fa veramente incazzare!
Tirare in ballo mio padre! Che bastardi!
Non vedo l’ora di trovarmeli tutti e tre sul ring e massacrarli di botte.
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STEVE’S POV
Maledetto Jin Kazama!
Stavo dormendo così bene, poi è arrivato lui... Avevo talmente tanto sonno
che mi sono riaddormentato, però ho avuto un incubo dopo l’altro e fino
alle dieci e mezza non ho fatto altro che rigirarmi nel letto.
Lee, sembra dormire tranquillo e beato ma io, francamente, sono sconvolto.
Mi sono subito trovato in sintonia con quella testa calda. Io sono
abbastanza tranquillo e posato, mentre lui è estroverso e casinista.
L’accoppiata perfetta. Se non fosse che io non provo niente per lui,
neanche la minima attrazione fisica, così come lui non ha occhi che per
Kazama.
Avrei voluto dire a quello stronzo che tra noi due non era successo
niente, ma ieri sera ero talmente fuori di me che da mezzanotte in poi
potrebbe essere successa qualsiasi cosa. L’unica cosa che ricordo è che
io, Violet e Hwoarang eravamo seduti ad un tavolo del Darkness Realm e lui
mi stava parlando dell’allenamento che avrebbe dovuto fare stamattina con
Kazama.
Come gli brillavano gli occhi, quando parlava del suo ragazzo. Arrossiva
addirittura a parlare di un argomento neutro come dei semplici
allenamenti. Certo, Hwoarang non è il tipo che ti dice “Ti amo” dieci
volte al giorno, o che ti stringe la mano quando ti vuole sentire vicino,
o si spreca in qualsiasi gesto d’affetto insomma. Questo, però, non vuol
dire che non ami il suo ragazzo. Semplicemente, detesta le smancerie.
Non posso credere che Jin non si fidi di lui, che non riesca a sopportare
che Hwoarang sia chiuso e riservato…Forse credeva di poterlo cambiare.
Beh, se così fosse non mi stupisco che la loro storia sia crollata alla
prima difficoltà.
Io penso che l’amore sia anche accettarsi reciprocamente per come si è
fatti. Certo che se uno si convince di poter mutare un’altra persona a suo
piacimento, e trasformala nel compagno perfetto…Cominciata da certi
presupposti, Kazama probabilmente si aspettava che, stando assieme a lui,
Hwoarang si sarebbe trasformato nel principe azzurro.
Illuso!! E pure stronzo, bastardo! Il peggior uomo che abbia mai
conosciuto in tutta la mia vita!
Scegliere per tutti e due…Senza nemmeno dare al suo ragazzo la possibilità
di chiarirsi, dando per certo che Hwo l’abbia tradito. Lo odio. Io
considero Hwo un mio amico ormai, e ho visto com’era conciato ieri sera! E
non merita certo di soffrire per un cretino integrale come Kazama!
Ringrazio solo che non si sia svegliato prima, quando Jin è passato a dire
la sua serie impressionante d’idiozie. Se l’avessi visto in lacrime, non
mi sarei certo limitato ad un pugno.
Invece, è qui che dorme pacificamente. Mi si stringe il cuore a pensare
cosa lo aspetta, se solo potessi glielo eviterei volentieri…Non se lo
merita, maledizione! Sarà anche stato uno stupido pallone gonfiato qualche
anno fa, come mi racconta Xiaoyu, ma questa sarebbe una punizione
terribile per chiunque.
E poi…Quello che più mi sconvolge è che ero convinto che la storia tra il
grande campione di karatè e Hwoarang fosse seria! Lui, invece, lo lascia
alla prima difficoltà!
Sono così arrabbiato che non riesco a riaddormentarmi. Non contando il mio
terribile mal di testa…Giuro che non berrò mai più così tanto!
Siccome so che non posso farci niente, né per il mio amico né tantomeno
per l’emicrania; e in ogni caso non cambierà granché restando qui, scendo
al primo piano per la colazione.
Fortunatamente Kazama è già uscito, altrimenti mi sa che avrei rovesciato
il suo tavolo e l’avrei pestato a sangue.
Me ne sto seduto per un bel po’, anche dopo aver finito di mangiare…Non so
bene perché, ma non riesco a schiodarmi.Il mio sguardo si perde ad
osservare le persone che passano velocemente nel cortile, o sulle macchine
che passano nella strada davanti all’ hotel. Ad un certo punto, nella sala
entrano Kazuya Mishima, un tipo talmente malandato che pare in
putrefazione ed una bellissima donna bionda, sui ventiquattro- venticinque
anni. Darei qualsiasi cosa per sapere di cosa stanno parlando, ma lei mi
osserva stranamente…Come una leonessa che sta studiando la sua preda, per
tenderle un agguato non appena le volterà le spalle.
Do un’occhiata all’orologio. Sono le undici…Forse è il caso che salga a
svegliare gli altri due, o almeno gli porti su la colazione.
Riempio il vassoio con tutto quello che ci sta, e di soppiatto esco dalla
sala da pranzo.
Sento ancora gli occhi della bionda addosso, ma cerco di ignorarli
concentrandomi sul pulsante dell’ascensore che sembra diventare
improvvisamente interessantissimo.
Ad ogni piano mi sento peggio…Come potrò guardare negli occhi Hwoarang,
sapendo quello che so?
Dopo quella che mi sembra un’eternità arrivo al settimo piano. Camminando
quasi per forza d’inerzia, mi trovo davanti alla porta della camera di Lee.
Mi chiedo come fare a bussare senza rovesciare quello che ho in mano,
quando un traballante Hwo mi apre la porta. Ci guardiamo negli occhi, ed
un lampo attraversa quelli di Lee che stava guardando la televisione e non
si era accorto che Hwoarang se ne stava andando per i fatti suoi. Quest’ultimo
ci squadra con uno sguardo inceneritore, come a dire che non ha bisogno
d’aiuto e può benissimo cavarsela da solo. Il suo corpo, però, non è
d’accordo e dopo un attimo le gambe di Hwo cedono. Al suo fianco si
precipita Violet, che lo sorregge per la spalla.
Lui sembra arrabbiarsi ancora di più, ma ci mormora un “Grazie”.
Il MIP, che ancora non si è cambiato quindi posso chiamarlo così, osserva
il vassoio con famelica bramosia. Si risiede sul letto assieme a Hwoarang,
mentre io lo appoggio sul comodino.
A nulla valgono i nostri sforzi per tenere a bada il rossino. Non appena
Violet comincia a mangiare e io mi stendo un po’ sul letto per rilassarmi,
lui si alza barcollando e tenta di nuovo di uscire. Io mi alzo sui gomiti,
fissandolo ancora mezzo sdraiato. Immagino che abbia tutto che gli gira
davanti agli occhi, perché non riesce a guardare bene la maniglia. Poi si
stropiccia gli occhi con le mani, e allora decido di aprirgli la porta.
“Tu non mangi niente, Hwoarang?” gli domando curioso. In questi giorni non
si è mai fatto pregare, ed ha sempre mangiato tutto quel che c’era di
commestibile. Ora però mi guarda come se gli avessi chiesto se ha mai
visto un alieno.
“No. Mi basterà un caffè.” Risponde scorbuticamente.
“Che c’è?” chiedo preoccupato dal suo tono. Spero proprio che non sia per
quello…
“Jin mi ha chiesto di scendere. Mi deve parlare, ed io non so che
raccontargli. Non so come dirglielo.”
Senza che mi chieda niente lo prendo per la vita, mentre lui si aggrappa
alla mia spalla. Non ci scambiamo una parola mentre scendiamo le
scale…Certo sarebbe stato più facile prendere l’ascensore, e anche meno
faticoso ma se qui tutti salgono e scendono ogni cinque minuti, come me, è
normale che si occupato. E noi non vogliamo aspettare. Io soprattutto.
Sapendo già come andrà a finire, non vedo l’ora che i due s’incontrino.
Prima si parlano, prima terminerà questa tortura disumana.
Mi auguro proprio che Hwoarang non riesca ad accorgersi del mio
nervosismo, altrimenti s’insospettirebbe…
I nostri passi risuonano sul pavimento marmoreo del primo piano, e
rimaniamo in silenzio mentre conduco Hwoarang alla stessa sala che ho
lasciato pochi minuti fa. Al tavolo dov’era seduto Kazuya ora si trova suo
figlio, che ci rivolge uno sguardo carico di disapprovazione e di
disprezzo.
Io do una mano a Hwo per sedersi e poi li lascio soli andando verso le
scale. Non me ne torno in camera, ma resto dietro alla porta a spiare quei
due. Jin blatera…Non riesco a sentire bene cosa si dicano, e anche se lo
sentissi non capirei niente, sia il giapponese che il coreano mi sono
incomprensibili; però di una cosa sono sicuro…Quello è un monologo!
Hwoarang ha la testa china, schiacciato dalle parole di Kazama che non gli
lascia spazio per replicare.
Vedo le sue spalle tremare, le sue mani aggrapparsi spasmodicamente alla
tovaglia. Però non cerca di difendersi. Scommetto che lo sta subissando di
false accuse, quel bastardo! Lo sta facendo sentire un depravato, per
qualcosa di cui non ha colpa! Non capisce che se continua così, finirà per
convincere Hwo che la sua è un’onta che si lava solo con la morte? Ok,
forse sono un po’ melodrammatico, e Hwoarang non è così debole…Però fargli
questi discorsi ora è come sparare sulla croce rossa!
Sto per entrare e spaccargli quella faccia da culo, ma è lui ad alzarsi e
a venire verso di me.
Hwoarang è ancora al tavolo, fermo, immobile come una statua…Mi fa tanta
pena, poverino. Ce ne vuole di coraggio, per infierire su uno che sta in
quelle condizioni! Complimenti Kazama!
“È tutto tuo, Fox.” Mi dice sprezzante, andandosene.
“NON HAI CAPITO NIENTE, KAZAMA! NIENTE!” gli grido di rimando.
Lui si gira, regalandomi uno dei sorrisetti sarcastici che tanto spesso
increspano le labbra del rosso.
Mi trattengo dal dargli un pugno su quel sorriso Mentadent a trentasei
denti. Un pugno serio intendo, non come quello di prima che era quasi una
carezza.
Non lo faccio solo perché sono molto più preoccupato per il mio amico.
Lo raggiungo, ma lui non si gira nemmeno per guardare chi sta entrando
nella sala. Non è da lui, solitamente fa molta attenzione ai movimenti
delle persone intorno a se.
Mi accomodo nel posto occupato da Kazama, di fronte ad un apatico Hwoarang.
Lui fissa le nocche delle mani, che ancora stringono forte la stoffa della
tovaglia.
Io gli tiro su il viso, prendendolo con forza per il mento. Non protesta.
Mi ritrovo di fronte il suo volto rigato da lacrime silenziose, segno di
un rassegnato sconforto.
So di non fare la cosa giusta, ma decido di seguire il mio istinto e mi
precipito dall’altra parte del tavolo stringendomi al petto Hwoarang.
Aspettandomi di essere respinto con forza sono nervosissimo, ma lui mi
spiazza. Ricambia il mio abbraccio, stringendosi a me come se al mio posto
vedesse il suo Jin.
“Non può essere…Non è giusto.” Mormora lui fra le lacrime.
Mi verrebbe da dirgli che niente al mondo è giusto, ma non è certo una
frase carina da dire in queste circostanze…
“Lo so. È proprio per questo che a volte vorrei che la vita fosse come in
un film. Lì sono sempre tutti felici e contenti, ed in un modo o
nell’altro i loro problemi si risolvono sempre.
Ma qui non è così
Non c’è il lieto fine e poi
Il buono perde…”
“Già. Mia madre mi aveva avvertito di non illudermi che ci fosse qualcuno
disposto ad amarmi per sempre.
Mio padre è scappato con una sua amica quando io avevo tre anni, pensa un
po’.
Quando gli chiedevo come l’avesse presa, e se l’aveva mai perdonato visto
che io gli portavo molto rancore.
Lei diceva “Non lo so”
E dopo mi stringeva forte ancora un po’
Lei diceva di non prenderla così
Nasce, cresce, poi finisce…E se tradisce, ti sarà chiaro che
La vita non è un film.”
Non so come rispondergli, ed allora me ne sto zitto e lo stringo ancora
più forte.
Kazama, giuro che te la farò pagare.
Lo giuro.
Qualunque cosa succeda tu la pagherai.
Non pensare di sfuggirmi, perché non ci riuscirai.
Sei la prima persona verso cui provo un desiderio così forte di vendetta.
E non sarò contento, finché non assisterò alla tua disfatta.
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Hayate: La canzone in corsivo è “Non è un film” degli Articolo31.
Non rimborsiamo i deboli di stomaco, capito! Sappiamo che è una skifezza,
ma che ci volete fare -____-
Ryu: Haya-sama *__*…Beh, cmq…Dicevamo, si organizzano battute di caccia al
Kazama e sedute di tortura di Mishima.
Ayane: Davvero? Vengo anch’iooooooooooooo! *killing glare*
Steve: Io lo sapevo che giocare a Dead Or Alive ti fa male…
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