Note: Dedicata alla mia guida spirituale
Choco-sama!
Underneath
the Lies parte
I
di Akira14
Kazuya aveva lo sguardo perso nel nulla.
Difficile dire se stesse guardando qualcosa o fosse perso nei suoi
pensieri.
A che cosa poteva pensare, poi, un uomo del genere?
A come trucidare la sua prossima vittima?
Al modo per uccidere più persone nel minor tempo possibile?
O come organizzare un attentato, commissionare una strage, uccidere
migliaia di giovani con la propria droga di infima qualità e uscirne
puliti come un bambino alla prima comunione?
Io non so che dire.
Penso che non dovrei prendermela così.
Cosa fa mio fratello dovrebbero essere fatti suoi.
Dovrebbero, appunto
Il mio pensiero invece corre troppo spesso a lui.
Comunque, stavamo dicendo?
Ah sì…Eravamo al quarto Iron Fist Tournament ed io e Kazuya siamo tornati
entrambi in grande stile.
Roba da far crepare quel vecchiaccio rimbambito di Heihachi di paura.
Beh, veramente siamo ancora durante il torneo…
Molte cose sono cambiate dalla seconda edizione…Mi sa che sono mancato
troppo a lungo.
C’è mio nipote, prima di tutto.
Quando l’ ho visto mi è venuto un colpo…Assomiglia così tanto a Kazuya che
mi fa stare male solo a vederlo…
Si ridurrà anche lui come Kaz? Diventerà anche lui un demone senza
sentimenti?
In fondo nel suo corpo scorre il sangue dei Mishima…Non mi sorprenderebbe
affatto.
C’è una parte di me che giustifica Kazuya. Si dice “Se tu fossi stato
gettato in un vulcano dal tuo padre naturale, ora come ti sentiresti?”. Ed
io rispondo sempre che mi sentirei un tantino incazzato.
Poi però mi viene in mente che anche prima di finire in quel cratere il
mio fratellastro non era poi questo stinco di santo.
Non lo sono neanche io se è per questo.
Ma questo non giustifica né la sua crudeltà né il suo sadismo…
Mh…Mi chiedo come quella donna si sia potuta innamorare di lui.
Doveva essere proprio una filantropa! Secondo me, era una di quelle che si
scelgono il più bastardo in circolazione per redimerlo e così fare
un’opera per il bene del mondo.
Stiamo qui.
Nel nostro hotel. A prendere il sole sulle sdraio a lato della piscina.
Sembra un immagine impossibile da associare al boss senza scrupoli della
yakuza conosciuto come Kazuya Mishima e me, Lee Chaolan, suo fratello.
Oggi però, è una di quelle giornate durante le quali ti succede di
tutto…Che nemmeno in tutta la tua vita, ti accadranno tante cose come in
un giorno del genere.
Naturalmente, si era visto già stamattina che avrei dovuto aspettarmi
qualsiasi cosa.
Heihachi voleva parlare con Jin, e mi ha mandato a chiamarlo.
Siccome non mi apriva, ho tirato giù la porta con una spallata.
C’era Jin, e stiamo parlando di Jin Kazama, che dormiva tranquillamente
abbracciato alla sua nemesi!
A dirla tutta, erano pure molto carini!
Il rosso poi, aveva un sorriso soddisfatto che gli andava da un orecchio
all’altro!
Quando ho incontrato Kazuya lungo il corridoio, poi, la situazione si è
fatta ancora più surreale.
Ero arrossito per quello che avevo appena visto, a pensare a mio nipote e
a quel coreano che facevano l’amore…
Avevo finito per immaginare me e Kaz! Me e Kazuya che davamo sfogo alla
nostra libido, alla nostra brama lussuriosa e scopavamo dal mattino fino
alla sera.
Insomma, rendetevi conto! Due secondi dopo mi sono trovato davanti
l’oggetto delle mie, non molto caste, fantasie.
Sono diventato quasi viola dalla vergogna!
Lui mi fa “A quanto pare hai scoperto il segreto di mio figlio…Peccato!
Essere l’unico a saperlo mi dava l’opportunità di poterlo ricattare.
E poi, sai che voglio fare?”
Io non sapevo che cosa rispondere.
Lui è talmente contorto, che potrebbe avere in mente qualsiasi cosa!
“Voglio dimostrare a Jin che non c’è niente di duraturo nella vita.
Che le persone che più ami possono lasciarti senza alcuna remora.
E che io posso avere quello che voglio, quando voglio!”
Tremai dallo sdegno, dall’ira. Dal disprezzo verso quel essere che avevo
davanti.
Volevo quasi prenderlo a pugni.
Ma poi mi sono detto che presto sarebbe cominciato il torneo, e allora
l’avrei massacrato di botte.
Rendetevi conto!
Quel pazzo ha intenzione di sedurre Hwoarang per sottrarlo al figlio!
Kazuya è capace di minacciare quel ragazzo, dimostrargli che è capace di
uccidere Jin come e quando desidera, e portarselo a letto.
Farsi scoprire dal figlio e distruggere la felicità di due persone con il
minimo sforzo.
Non che me ne freghi molto, ma questo genere di comportamento non mi
piace.
Nei miei sogni Kazuya è un uomo capace di provare dei sentimenti…Peccato
che questo accada solo nei sogni…
In ogni caso, penso che sia del tutto inutile che io continui a
rimuginarci sopra.
E che io mi chieda perché, poco fa, quel demone avesse lo sguardo sperso!
Non me ne frega un cazzo di lui!
Che se ne vada pure all’inferno quel bastardo!
Allora perché i miei occhi non si staccano dal suo torace muscoloso, da
quella cicatrice che mi ricorda della sua metà demoniaca? Da quegli occhi
ove non sembra albergare altro che una cinica cattiveria?
“Lee, c’è per caso qualcosa che non va?” mi domandi alzandoti dalla tua
sdraio.
Se c’è qualcosa che non va?
Perché me lo chiedi?
Ti do forse l’impressione di qualcuno che ha bisogno della tua ipocrita
pietà?
Per favore!
Smettila di divertirti con i miei sentimenti. Non pensi di aver già
provocato troppo dolore in tutti noi?
Non vedi come mi ferisci? Vorrei non amarti. C’è chi descrive l’amore come
il sentimento più dolce che possa esistere.
Non per me.
Continuo a vivere di illusioni, di sogni che non si realizzeranno mai.
Sono masochista.
Pensa, Kazuya… In questi anni ho perfino sentito la tua mancanza!
Vederti riesce già a risanare le ferite del mio cuore.
Però non riesco a starti lontano. Devo per forza andare a sbattere contro
la disarmante verità che non esiste qualcuno di più meschino e stronzo di
te.
E nemmeno questo riesce a farmi desistere.
Sono terribilmente testardo.
Forse, se avessi usato questa testardaggine nel secondo torneo, adesso non
saremmo arrivati a questo punto.
Mi sarei liberato di te prima di farmi del male innamorandomi del peggior
essere sulla faccia della terra!
Che cos’è tutto questa zelante cura nei miei confronti, Kaz?
Un’esplosione di amore fraterno, dovuta a qualche cocktail di troppo
stamattina?
Perché è tardi per fare l’amorevole fratello maggiore Kazuya.
“E’ tardi per chiedermi se qualcosa va male, Mishima.
Anche se fosse non sarebbero comunque fatti tuoi.
Lasciami in pace.
Sono stanco di aver a che fare con te.
Perché non possiamo ignorarci fino all’inizio del torneo?”
“Ok.” Rispondi raccogliendo i tuoi effetti personali.
Non mi degni di uno sguardo, mentre io mi volto prima di tuffarmi per
guardarti mentre te ne vai dandomi le spalle.
Sento gli occhi bruciarmi.
Che cosa mi aspettavo?
Che gli dispiacesse se non volevo più vederlo?
Ma ce la faccio un minimo?
Nuoto, continuando ad interrogarmi sulla mia stupidità.
Sembra che mi vada in liquefazione il cervello quando vedo Kazuya.
E questo non è un bene.
No, no.
Qualcosa deve cambiare, e subito!
Non posso essere succube di un uomo del genere!
Per quelle che paiono sembrare delle ore, vado avanti così.
Sì, è confermato dai fatti.
Sono masochista al 100%.
“Chaolan, non ti sembra il caso di uscire?” mi chiede una voce famigliare,
che non riesco però a riconoscere.
Non alzo nemmeno il volto per vedere di chi si tratta.
Apprezzo comunque la sua preoccupazione. In effetti è parecchio che sono
in acqua, e le mie labbra devono essere ormai viola per il freddo, visto
che ormai si alza la brezza della sera.
“Dai esci e non fare il bambino, che potresti essere mio padre!”
Mi allunga la sua mano per convincermi che è meglio uscire, o mi prenderò
una polmonite.
Alzo gli occhi.
E’ una visione?
No, è reale…Kami-sama! Ora capisco come mio nipote possa farsela con un
tipo del genere…La luce del tramonto accarezza dolcemente i suoi
lineamenti delicati, filtrando attraverso i suoi lunghi capelli ramati. I
suoi occhi nocciola sono ricolmi di tenerezza, e non di quello sprezzo che
avevo visto fino ad alcuni giorni prima.
Sembra un'altra persona!
Sarà Hwoarang o qualcuno che gli somiglia.
Esco dalla piscina, ed il coreano mi poggia un asciugamano sulle spalle.
Che cos’è tutta questa premura nei miei confronti, oggi?
Mica sto per morire!
Lui anticipa la mia domanda.
“È da quando esco con J…Insomma, con Kazama…In parole povere, sono un
santo da quando è diventato il mio ragazzo!
Avrei bisogno di qualcuno con cui sfogarmi!
No, non ti preoccuparti, non in quel senso-aggiunge notando il mio
sbigottimento-…Intendevo, qualcuno con cui andare in giro a fare un po’ di
cazzate…Divertirsi un po’ insieme, insomma!”
Mi guarda speranzoso.
Io non so cosa fare…In effetti manca anche a me la vita mondana.
Quasi vivo in un convento, tra impegni, allenamenti, regole ferree che mi
sono imposto e orari da rispettare! Un po’ di svago non potrà che farmi
bene.
Entriamo nell’ hotel, continuando il nostro discorso.
“D’accordo, rosso.
Dammi solo dieci minuti per salire in camera e vestirmi.
Portati anche Steve Fox, se ti va…Mi pare che voi due ve la intendiate
particolarmente!”
Arrossisce.
HWOARANG ARROSISCE!!!!!
L’avevo detto io che questo non era un giorno come gli altri.
“Si vede così tanto? Eppure siamo solo amici!”
“Eh sì, dicono tutti così!”
Saliamo sull’ascensore.
Su di noi cala un silenzio imbarazzante.
È di nuovo lui a prendere la parola, proprio quando sto per scendere.
“Lee?”
“Sì?”
“Tu fatti scappare qualcosa con Jin e giuro che saranno le tue ultime
parole.
Non puoi neanche immaginare quanto Kazama sia geloso, e io non voglio
casini.
Ok?”
Sorrido.
Anche se il suo sguardo assassino conferma ciò che ha appena detto, non
posso fare a meno di divertirmi ad osservare sul suo volto…Mi ricorda
quello di Kazuya…Nella sua capacità di cambiare repentinamente
espressione: rabbia o malinconia, intendo.
“Take it easy, Hwoarang!
Jin non saprà niente. Non da me…Comunque, questa sfiducia nei tuoi
confronti mi sembra del tutto infondata!
Sono certo che tu non sia quel tipo di persona si diverte a fare la
sgualdrina. Che fa del modo di dire ‘quando il gatto non c’è i topi
ballano ’ la sua filosofia di vita!
Forse mi sbaglio, ma anche se fosse così non sarebbero cazzi miei!”
Questa volta è il suo volto ad illuminarsi.
“Sai che ti dico Chaolan?
Mi piaci!” aggiunge prima di dirigersi verso la sua camera.
Che tipo!
Rinuncio a capirlo. Mi sta simpatico, in fondo.
Nonostante la sua strafottenza e la sua arroganza, perfino uno come lui
nasconde dentro di se amore.
A differenza di Kazuya, come ho potuto constatare.
Perché?
Perché non riesco a smettere di pensare a lui?
Sarebbe stato meglio se in quel vulcano ci fosse morto!
Ne avremmo giovato tutti della sua scomparsa!
Sì, Lee, sì. Vai pure avanti così, se è questo che desideri.
Menti a te stesso.
Riempiti la testa di una montagna di bugie. Fuggi di fronte ai tuoi
sentimenti. Sono sbagliati, immorali.
Ti sei innamorato di tuo fratello.
E non importa se non lo siate di sangue, visto che sei stato adottato.
Quell’uomo rimane tuo fratello!
Ed è cattivo. (ma questo fa parte del suo fascino)
Sadico. (ed io sono masochista, quale migliore accoppiata?)
Un crudele criminale privo di scrupoli, un freddo e razionale calcolatore.
(nessuno è perfetto, e poi sono convinto che abbia anche lui qualcosa di
buono in fondo in fondo…)
Tiro un pugno all’armadio, divellendo una delle ante.
Alcune schegge mi feriscono la mano, ma non me curo.
Mi piace sentire dolore…Mi fa sentire vivo.
Per rimanere in pendant con i miei capelli, prendo una camicia del
medesimo colore.
Ed anche i pantaloni non si discostano molto da quella tinta.
Mi do un’occhiata nello specchio.
Sì, può andare.
Sembro una prugna, ma è passibile quest’abbigliamento.
Forse sono questi fuseaux bordeaux a dare quest’impressione.
O è la camicia lillà?
Siccome si preannuncia una serata freddina, prendo anche il mio maglione
di lana viola.
È molto caldo, e mi piace anche come mi sta.
Ha una zip sul davanti, e le maniche talmente lunghe che superano le mie
mani di almeno una spanna.
Quando è aperto sembra quasi una giacca. (ehi! Quel maglione è mio! E poi
come cazzo ti sei vestito? Ma sai tu cosa sono gli accostamenti? Perché i
tuoi sono terribili! NdA14)
Resto di fronte allo specchio in ammirazione del mio look per cinque
minuti buoni.
Poi qualcuno bussa alla mia porta.
Chi volete che sia?
È Hwoarang.
Mi aspettavo di vederlo vestito nel suo solito look da motociclista ed
invece, per la seconda volta in questa giornata è riuscito a sorprendermi
piacevolmente.
Indossa un paio di pantaloni neri, di pelle. Una magliettina,
probabilmente di lycra o di qualcuno di quei materiali sintetici, molto ma
molto fine. Trasparente oserei dire.Dà quel effetto vedo-non vedo molto
intrigante. Al collo ha il pentacolo, e ai polsi due bracciali con le
punte acuminate. La scurezza dei suoi capi contrasta con la sua carnagione
chiara, ma non in modo eccessivo.
Anzi è piacevole a vedersi. (Hwoarang dark *çççççççç* NdA14)
Vicino a lui, un’altra bellezza da mozzare il fiato.Un ragazzo alto e
biondo, con profondi occhi azzurri che mi sorridono maliziosi.
Muscoloso, anzi statuario.
I suoi lineamenti sono duri, irregolari ma possiedono una freschezza che
mi affascina.
I capelli, lunghi fino alle spalle paiono così morbidi e leggeri che quasi
vorrei accarezzarli con le dita.
Per una volta, anche lui si è liberato del suo solito look.
Indossa un paio di pantaloni beige e una maglia nera di quelle con la zip
e con le due tasche sul fondo.
Che volete farci?
Sono un inguaribile esteta.
Mi piace osservare come si vestono le persone, e giudicare il loro
abbigliamento.
Comunque torniamo al biondo.
A parte due braccialetti d’argento ai polsi, non porta nient’altro.
“Piacere sono Steve Fox.” Dice in un’inglese quasi incomprensibile.
Beh, incomprensibile forse perché lui è britannico, ed io so l’inglese a
livello scolastico.
Mi stringe la mano, e poi c’incamminiamo verso l’uscita.
Mentre scendiamo per le scale, Steve si mette in mezzo a me e Hwoarang.
Quando arriviamo alla hall, inaspettatamente ci abbraccia, mettendo le sue
lunghe braccia sulle nostre spalle.
Ci sorride sornione, come a dirci che ci aspetta una serata di pazzie.
La meta è ancora ignota.
Ma non è un problema.
Ovunque si vada per me va bene.
Ovunque io possa respirare da questo straziante dolore, dove possa
dimenticare Kazuya è il paradiso per me.
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