Disclaimers:
I personaggi sono tutti di mia creazione.
Under my skinparte
VI
di Snowhite
Si
svegliò che il sole era già alto, la luce filtrava placidamente dalla
finestra inondando la stanza e tutto ciò che conteneva con i suoi caldi
raggi. Le membra gli dolevano terribilmente e si sentiva ancora stanco, ma
tuttavia incredibilmente felice. Non riusciva ancora a credere a ciò che
era accaduto, aveva paura che fosse stato tutto solo un sogno e
nell'aprire gli occhi si sarebbe accorto di trovarsi disteso sul suo letto
accanto ai sui fratello, eppure le sensazioni che aveva provato erano
ancora così forti e le immagini scolpite in maniera così indelebile nella
sua mente, non poteva esserselo solo immaginato, Adam l'aveva baciato e le
sue labbra erano calde e morbide e il gusto della sua bocca così dolce...si
sentì avvampare al solo ricordo. Lentamente aprì gli occhi, la luce era
così forte che per qualche istante lo accecò, dopo essersi abituato si
guardò per un momento attorno risconoscendo nei dettagli quelle che erano
le stanze del suo signore; nel camino il fuoco si stava quasi per spegnere
e l'aria era piena del dolce odore del legno bruciato che si mischiava a
quello più forte di Adam.
Dopo qualche minuto di contemplazione si alzò a sedere rendendosi conto
che l'altra metà del letto era vuota. La cosa lo rattristò non poco,
avrebbe voluto risvegliarsi tra le braccia di Adam proprio come la sera
prima vi si era addormentato.
[Nulla di che stupirsi ormai è tarda mattina, si dev'essere alzato da un
pezzo ormai]
Allungò la mano nel punto in cui aveva riposato l'altro, il lenzuolo era
freddo e....umido.
Dopo tutto il trambusto della sera precedente si erano coricati con i
vestiti ancora bagnati senza nemmeno asciugarli, i suoi indumenti erano
ormai completamente asciutti, ma rispetto ad Adam lui si era bagnato
relativamente poco.
[Già io per lo meno non sono caduto in una lago gelato...Spero solo che
non si prenda un malanno per questo].
Sbadigliando si decise finalmente ad alzarsi dal letto, andò verso il
camino e vi getto dentro due grossi ciocchi di legno per ravvivare il
fuoco dopo di che usci con calma dalla stanza cercando di non farsi
notare.
[Chissà cosa penserebbero se vi vedessero uscire dalle sue stanze...].
Uscì silenziosamente dalla camera chidendosi la porta dietro le spalle in
modo che i cardini non producessero alcun rumore.
Si avvio verso la sala grande dove avrebbe fatto colazione, probabilmente
a quell'ora non vi avrebbe trovato nessuno dati i molti impegni che
assillavano Adam ed Eleanor durante la giornata, ma sentiva che il suo
stomaco reclamava urgentemente del cibo a causa anche del fatto che la
sera prima non aveva mangiato.
Mentre camminava trovò che i corridoi erano insolitamente silenziosi e ne
fu davvero sollevato, dopo l'aggressione subita aveva a dir poco paura
d'incontrare anche solo lo sguardo di sir William. Si fermò in mezzo al
corridoio e chiuse gli occhi cercando di scacciare quegli orribili ricordi
dalla sua mente anche se sembravano essere scolpiti a fuoco dentro di lui.
Poteva ancora sentire le mani del suo assalitore che lo toccavano ovunque,
che cercavano di stappargli i vestiti di dosso con una rabbia e una
cattiveria che non aveva percepito nemmeno quando era suo padre a
batterlo. Si appoggio con la schiena alla parete fredda per cercare di
regolarizzare il respito che si era fatto più veloce e spezzato, il
ricordo non accennava ad andarsene, sembrava anzi cresce d'intensità a
ogni battito e a pensare a cosa sarebbe potuto accadere se il suo amato
Adam non l'avesse....
Aprì di scatto gli occhi rendendosi conto di ciò che stava pensando.
"Amato? E' questo che provo per lui? Amore?"
Amore...un sentimento mai provato prima.
Sentì un calore nascere dentro di sè, così forte che s'irradiava in tutto
il corpo cullandolo dolcemente come se si trovasse dentro un sogno.
Ora che aveva capito, tutto cambiava, e quei sentimenti che aveva appena
scoperto di possedere lo spaventavano perchè erano così forti e
travolgenti che rischiavano di travolgerlo.
[Non posso...è sbagliato..immorale e sacrilego...un uomo non pò provare
questi sentimenti per un'altro uomo..è sbagliato!]
"Allora perchè a me sembra così giusto?"
Si lasciò scivolare a terra, con le braccia si abbraccio le ginocchia. Era
confuso e triste perchè nonostante tutto sapeva che non poteva far nulla
per cancellare quello che provava e nemmeno lo voleva.
"Anche se le cose stanno così cosa mai potrebbe provare il mio signore per
un contadino come me?"
E' vero, più di una volta Adam l'aveva aiutato e protetto, ma questo non
significava nulla. Probabilmente a muovere le azioni del nobile non era
stato altro che un sentimento di pietà.
Pietà per un ragazzino fagile e incapace di badare a se stesso.
O più semplicemente, anche se si era sempre rifiutato di ammetterlo, lui
non era stato altro che il mezzo per raggiungere l'agoniato patto tra la
casata dei Cussler e il suo Clan. Sentì che il calore che poco prima
l'aveva invaso se ne andava, scompariva, lasciandolo solo, freddo e
disperato.
Si sentiva il corpo pesante come un masso. Si rialzò faticosamente
cercando di reagire, di scrollarsi di dosso quell'improvvisa pesantezza
che gli attanagliava le membra.
[Anche se non mi ama non m'importa, lui...è stato l'unico ad avermi
trattato come se fossi una persona. Anche se non mi ama...me lo farò
bastare...].
Un suono di passi lo distrasse dai suoi pensieri. Si girò nella direzione
dalla quale provenivano e vide Eleanor che gli correva incontro, i lunghi
capelli sciolti gli ricadevano sulla schiena come una cascata.
"Awen!" lo chiamo.
Il panico era più che evidente nella sua voce; aveva il viso pallido e
segnato dalla preoccupazione. Si parò davanti a Awen, il fiato corto per
lo sforzo, gli prese le mani nelle proprie.
"Oh Awen ti ho cercato ovunque, le tue stanze erano vuote e non sapevo più
dove scovarti!" aveva le mani fredde e scosse da violenti brividi.
"Mia signore cos'è successo?" chiese Awen seriamente preccupato.
Nel vedere Eleanor in quello stato gli si era formato un groppo in gola,
aveva un terribile presentimento, ma non osava proferir parola aspettando
che fosse lei a parlare.
"Una cosa terribile! L'esercito è partito questa mattina all'alba, i
McField hanno invaso il confine a nord. Adam e gli uomini del tuo
villaggio si sono dovuti mobilitare subito".
Awen sentì il sangue che gli si gelava nelle vene. Erano partiti per la
guerra...tutti quanti...anche Adam...era partito, forse per incontare la
morte, senza salutarlo, senza dirgli addio. Suo padre e anche i suoi
fratelli, forse non gli avrebbe mai più rivisti.
"Devo andare! Devo andare ad aiutarli!" disse correndo via, anche se non
aveva la benchè minima idea di cosa fare o dove andare. Sentì che Eleanor
lo prendeva per il polso fermando la sua corsa.
"No! Fermati Awen, cosa credi di fare?"
"Voglio andare anch'io a combattere, devo aiutarli, non posso restar qui
con le mani in mano...forse...forse ora stanno morendo e io non sono con
loro!"
"Se fossi la con loro probabilmente saresti tu il primo a cadere! E poi
Adam mi ha ordinato di non lasciarti andare e che avrei dovuto prendermi
cura di te mentre lui non c'era!"
"C-cosa?" nonostante la situazione critica...Adam aveva pensato a farlo
stare al sicuro, nel castello e il più lontano possibile dal campo di
battaglia. Sentì le lacrime che gli salivano agli occhi per la
frustrazione e la felicità che stava provando. S'impose con tutte le forze
di non piangere, non era il momento di lasciarsi andare. Fece un respiro
profondo e con sguardo risoluto guardò Eleanor che lo stava ancora tenendo
per il polso per impedirgli di scappare.
"Avete ragione, probabilmente non durerei a lungo in battaglia e non sarei
di nessun aiuto, anzi probabilmente sarei solo un peso in più, ma
nonostante questo c'è ancora qualcosa che posso fare per aiutare la mia
gente".
Eleanor lo guardò negli occhi per qualche secondo e lentamente allento la
stretta al braccio di Awen.
"Qualsiasi cosa tu voglia fare, io ti aiuterò. Anche se sono una donna non
ho nessuna intenzione di star qui a ricamare mentre altri uomini rischiano
la vita per proteggerci".
Awen sorrire nel sentire quelle parole, ancora una volta Eleanor si era
dimostrata più saggia e forte di molti uomini che aveva conosciuto.
"Vi ringrazio mia signora"
"Non c'è bisogno di ringraziarmi, e ora dimmi cosa posso fare per
aiutarti!"
"Al villaggio sono rimaste solo le donne e i bambini, forse qualche
vecchio, devo portarli dentro alle mura del castello, sono troppo esposti
e vulnerabili, vi prego permettetemi di portarli qui"
"Hai ragione, non possono restare laggiù, basterebbero una manciata di
uomini per sterminarli... Sarà il caso di partire con dei carri...la
strada è troppo lunga da fare a piedi".
I due si guardarono prendendo coraggio l'uno dall'altra.
"Forza Awen, abbiamo molto da fare!"
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Erano partiti con 5 carri al segiuto dopo aver ordinato alle poche guardie
che erano rimaste al castello di organizzare un piccolo accampamento nel
cortile inteno che avrebbe ospitato quello che restava del clan di Awen;
dopo più di un'ora finalemnte arrivarono al piccolo villaggio, i bambini
che prima giocavano in strada corsero in casa appena li scorsero, le donne
e i vecchi uscirono impugnando forconi e tutto ciò che poteva fungere da
arma.
"State tranquilli, sono io Awen!!" disse il ragazzo per cercare di
tranquillizzarli.
Le poche persone che si erano radunate in strada lo riconobbero e gli
corsero incontro felici.
"Oh Awen hai saputo? E' terribile, sono partiti tutti questa mattina
all'alba!" disse una donna che teneva in braccio un bambino.
"Si, lo so, ma non dovete temere nulla, ci penserò io a voi, dovete
andarvene subito da qui, è troppo pericoloso".
"Abbiamo già disposto per portarvi tutti con noi, e fin che la battaglia
non sarà finita vi ospiteremo entro le mura del nostro castello" disse
Eleanor che si era avvicinata.
Tutti la fissarono, con un misto di soggezione e sospetto. Eleanor non
potè fare a meno di notare quanto fossero precarie e misere le loro
condizioni, sporchi, denutriti, i vestiti laceri.
Un vecchio con dei lunghi capelli bianchi e che si reggeva a stento in
piedi graze ad un bastone improvvisato si fece largo tra la piccola folla.
"La mia signora è generosa, ma noi non ce ne andremmo da qui"
"Ma Tehen non potete rimanere qui, non avete nulla con cui difendervi!"
Disse Awen cercando di convincere l'uomo.
"Sciocchezze ragazzo, se ci dovessero attaccare noi ci difenderemo con ciò
che abbiamo, anche a mani nude se necessario". La donna col bambino si
avvicino al vecchio e gli sorrise.
"Awen, Tehen ha ragione, non possiamo scappare. E poi noi dobbiamo badare
alle bestie e ai campi finchè gli uomini sono lontani. Questa è la nostra
casa, e noi la proteggeremo a ogni costo".
[Cocciuti come tutti gli scozzesi] pensò Eleanor.
"Allora io resterò qui e vi aiuterò per quel che mi è possibile" disse
risoluto il ragazzo avvicinandosi ai suoi compagni, ma il vecchio gli fece
segno di fermarsi dov'era.
"No Awen, il tuo posto non è qui. Se restassi, il patto verrebbe meno e
questo non possiamo permetterlo non credi?"
"M-ma io...voi siete la mia gente, io devo aiutarvi! Il mio posto è qui
con voi!"
"Basta Awen. Ora vai, noi staremmo benissimo, non è saggio che tu ti
trattenga ancora qui" detto questo Tehen si rivolse ad Eleanor
"Mia signora vi prego di prendervi cura di Awen, è giovane e impulsivo e
ha bisogno di essere guidato, ora sarà meglio che partiate".
Awen rimase in silenzio col viso basso, era talmente immobile da sembrare
una statua. Eleanor congedò entrambi e insieme ripartirono coi carri
vuoti.
L'avevano cacciato....come fosse un appestato.
[No, come se non fosse più uno di loro] per tutto il viaggio di ritorno
Awen non spiccicò una parola.
Si sentiva depresso e inutile, nonostante avesse fatto il possibile per
aiutare la sua gente loro non solo avevano rifiutato il suo aiuto ma
peggio, lo avevano mandato via. Non riusciva...non voleva crederci.
Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse che Eleanor lo stava
guardando.
"Awen non devi temere per loro, i nostri uomini sono forti e valenti
presto la battaglia sarà finita e il tuo villaggio non rimarrà incustodito
ancora per molto".
Awen non rispose, continuava ostinatamente a tenere il viso basso con
un'espressione dura scolpita sul viso. Eleanor continuava a fissarlo senza
sapere cosa fare per alleviare il suo tormento, provò ad avvicinarsi per
parlargli ma appena Awen se ne accorse spronò il cavallo per superarla.
Lei sospirò "Cocciuto....come tutti gli scozesi"
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