Disclaimers: I personaggi sono tutti di mia creazione. Dediche: Lo dedico…a ME! Scusate la presunzione, ma non avrei mai pensato di arrivare fino a questo punto, così mi do un po’ di auto incoraggiamento!!!!!! Buona lettura a tutti, spero vi piaccia ^__^ Under my skin parte V di Snowhite Aprì lentamente gli occhi trovandosi per un momento disorientato non riconoscendo la stanza in cui si trovava. [Oh giusto, ora abito nel castello di Lord Cussler…]. Il sole stava sorgendo, ma era comunque molto presto, Awen si stropiccio la faccia contro il cuscino morbido; non sarebbe più riuscito a prendere sonno, perciò decise di visitare la tenuta. Si vesti con calma e uscì dalla sua stanza; i corridoi erano bui e silenziosi, quasi spettrali a quell’ora del mattino. Camminò per un po’; non ricordava la strada che la sera prima l’aveva condotto fino alle sue stanze, così ben preso si accorse di essersi perso. “Cominciamo bene” disse. Nel suo pellegrinare per scale e corridoi non aveva incontrato nessuno che potesse aiutarlo, non un servitore o un cavaliere, dopotutto era ancora molto presto e non si stupiva più di tanto che non vi fosse nessuno in piedi. Dopo un po’ si ritrovò davanti a una grande porta, i cardini in ferro battuto si diramavano sulle assi scure con disegni sinuosi e molto eleganti; sopra a questa era appeso uno stemma, ma nella penombra non riusciva a vederlo chiaramente. La curiosità prese il sopravvento, così timidamente e cercando di non far rumore l’aprì. Era la biblioteca, tutte e quattro le pareti erano munite di scansie stracolme di tomi e libri dall’aria antica, delle scale a pioli permettevano di arrampicarsi abbastanza in alto per poter prende anche i libri più fuori mano. C’erano anche dei tavoli con delle sedie e un grande tappeto al centro della stanza. Di fronte al camino acceso, poi, c’era un’ immensa poltrona che ospitava una figura sinuosa ed elegante di cui Awen subito non si era accorto, aveva un libro appoggiato sulle ginocchia e si era girata quando lo aveva visto entrare. Imbarazzato cercò di uscire prima che questa si accorgesse della sua presenza. “Aspetta, non andartene” Troppo tardi…. Una bellissima donna dai lunghi capelli neri si alzò dalla poltrona e gli fece segno di sedersi. L’aveva vista anche la sera prima a cena, seduta di fianco ad Adam, ma con tutto il trambusto che c’era stato non vi aveva dato particolare attenzione. Lentamente prese posto nella sedia di fianco alla sua; il suo sguardo era profondo e penetrante, gli ricordava qualcuno... “Mia signora, vogliate perdonare la mia intrusione, mi sono perso, non avevo intenzione di disturbarvi” “Tu devi essere il nuovo giocattolo di mio fratello” disse. La sua voce era melodiosa e dolce come i tratti delicati del suo viso, ma le sue parole erano dure come la pietra. Il tono che aveva usato non era di scherno o disprezzo come si sarebbe aspettato, sembrava invece preoccupato. “Vi prego di scusarmi se vi ho offeso in qualche modo, ma dato che non mi sembra di avervi mancato di rispetto, non vedo perché voi dobbiate farlo con me” forse aveva esagerato, ma le sue parole lo avevano ferito e umiliato profondamente, non voleva essere paragonato ad un oggetto di scambio. L’espressione della donna sembrò per un momento sorpresa, probabilmente non si aspetta che qualcuno le rispondesse, dopotutto era chiaramente una nobile. Awen cominciava a pentirsi di quello che aveva fatto; ma contro ogni sua previsione la donna scoppio a ridere; ora era il suo turno di rimanere sorpreso. “Ah ah ah , sei sfacciato ragazzo. A parte mio fratello nessuno ha mai avuto il coraggio di rispondermi a quel modo!” “Vostro fratello? Abita anche lui nel castello, mia signora?” Se non fosse per l’innocenza con cui l’aveva detto, Eleanor era sicura che quel ragazzo la stesse prendendo in giro. “Dire che vi abita è al quanto limitativo. Io sono la sorella di Adam, Lady Cussler, e questo castello è di mio padre”. Se non fosse già stato seduto era sicuro che sarebbe crollato a terra per la sorpresa, [Oh cielo, ora di sicuro mi farà cacciare!!] “Vi prego di perdonare la mia scortesia, non intendevo offendervi e--“ “Basta, non c’è nulla di cui essere perdonato, al contrario. La tua sincerità e la tua schiettezza sono le migliori qualità che tu possa possedere, e se mi prometti di mantenerle son certa che diventeremo grandi amici. Detesto gli uomini falsi e sciocchi e per questo motivo son sprovvista di compagnia la maggior parte del tempo” Non si sarebbe mai aspettato un trattamento così paritario da parte un nobile, se poi il nobile era l’ elegante e bellissima creatura che gli sedeva di fronte la cosa gli sembrava ancora più assurda. Per di più era la sorella di Adam, e solo ora si rese conto a chi assomigliasse. “Perdonate l’ardire, ma forse lord Cussler non sarà felice di sapere che abbiamo parlato, dopotutto io…ecco…sono scozzese” “Hai fatto bene a farmelo notare, dopotutto tutti ci insegnano che voi siete inferiori, dei barbari, totalmente diversi da noi, anche se, personalmente, non ho ancora notato una così evidente differenza fisica, mi sembra invece che noi due ci assomigliamo…due braccia, due gambe, un naso e così via” “Le vostre idee sono pericolose mia signora” disse Awen con tono grave. “Sei un ragazzo molto saggio ed intelligente…ora capisco perché Adam ti ha scelto” lo disse sorridendo; sembrava che tutta l’ostilità e la preoccupazione di poco prima fossero svanite improvvisamente. “Qual è il tuo nome?” “Awen signora” “Awen, il mio nome è Eleanor” Non aveva ben chiaro cosa avesse voluto dire con quel “scelto”, ma gli sembrava scortese chiederglielo, e non voleva peggiorare la situazione più di quanto non avesse già fatto. Nonostante la tensione iniziale però, Awen doveva ammettere che si sentiva a sua agio in compagnia di Eleanor; l’aveva accettato come niente fosse, era diversa da tutti quelli che aveva incontrato…certo anche Adam era sempre stato gentile. Poi un dubbio lo mise in allarme. [Che lei sappia? No…non credo, il mio signore non si sarebbe arrischiato a confidare i suoi piani ad altre persone], gli sembrava improbabile, tuttavia… “Molto bene Awen, la colazione sarà pronta a breve e son certa che avrai fame” Ora che glielo faceva notare era a dir poco affamato; dopo tutto quello che era successo si era praticamente scordato di mangiare. Si alzarono e uscirono dalla biblioteca, Awen stava ben attento a memorizzare il percorso per evitare di perdersi nuovamente quando avrebbe dovuto tornare indietro.
Eleanor stava osservando Awen con la coda dell’occhio, era un ragazzo esile e bello ma non era per niente effeminato, aveva notato subito lo strano colore dei suoi occhi che aveva giudicato a dir poco straordinari. Seppur le suo origini non fossero nobili dimostrava una spiccata intelligenza, niente a che vedere con quegli zotici vassalli di suo padre. Era senza dubbio un ragazzo fuori dalla norma e probabilmente suo fratello ne era rimasto colpito [e come dargli torto]. Eppure Eleanor si era accorta che c’era qualcosa che lo turbava, il suo sguardo era sempre serio e molto spesso triste come se dentro di sé avesse qualcosa che lo torturava impedendogli di essere felice. Ora capiva perché Adam aveva rischiato tanto per prendere sotto di sè quel ragazzo. “Mi sembri un po’ disorientato Awen, c’è forse qualcosa che ti turba?” “Oh no mia signora, sto solo cercando di memorizzare la strada. Questo castello è così grande che tendo a perdermi molto facilmente” “Ah ah, si posso immaginarlo, ma non temere tra qualche giorno ci farai l’abitudine; ma ora sbrighiamoci, Adam ci starà aspettando” “Come dite? Lord Cussler fa colazione assieme a noi?” “Certamente, ora tu sei un nostro importante ospite politico e noi siamo onorati di dividere la nostra tavola con te”
Ecco che ricominciava…perché ogni volta che sentiva pronunciare il suo nome il cuore cominciava a battergli così? Come se avesse preso un’ enorme spavento. Desiderava vederlo, vedere il suo viso, e i suoi occhi che si posavano gentili su di lui come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ma se le cose stavano così perché era tanto nervoso? Domande, domande, domande a cui non riusciva a dare una risposta e la cosa lo frustrava incredibilmente. [Prima di tutto dovrò ringraziarlo per la sua gentilezza e poi…]. Erano arrivati in una piccola sala da pranzo, molto più intima e discreta di quella della sera precedente, le grandi finestre illuminavano l’ambiente, il lungo tavolo di mogano attraversava la stanza per quasi tutta la sua lunghezza, e là, seduto all’estremità più lontana del tavolo c’era lui… [Tutta notte ho sognato di lui e ora vorrei solo fuggire…]. Appena Adam li vide entrare si alzò per salutarli, prese sottobraccio Eleanor accompagnandola e facendola accomodare su una sedia, dopo di che si rivolse ad Awen. “Buongiorno Awen” disse sorridendogli avvicinandosi ed intrecciando le mani dietro alla schiena. “Eh buongiorno a voi mio signore” era così vicino che poteva sentire il suo odore…che gli diede alla testa come se avesse bevuto una bevanda alcolica troppo forte. [Ma che mi succede!!] “Spero che tu abbia dormito bene, era comodo il letto?” “Si, e io…ecco…credo di dovervi ringraziare per ciò che avete fatto” “E per che cosa esattamente mi vorresti ringraziare?” lo disse in tono al quanto lascivo e con un sorrisino malizioso sulle labbra; si avvicinò ulteriormente al suo viso, ora erano così vicini che quasi si sfioravano; Awen si sentiva le guance in fiamme. “Per tutto..per aver aiutato la mia gente e per…” la sua vicinanza lo metteva in agitazione, non riusciva più a pensare e a parlare; avrebbe voluto allontanarlo, ma questo avrebbe richiesto un contatto fisico che non credeva sarebbe stato in grado di sostenere, fortunatamente Eleanor intervenne prontamente salvandolo. “Adam non essere maleducato, credo che il nostro ospite abbia fame e tu lo fai star ancora in piedi” Questo si girò guardando con falsa cattiveria la sorella maggiore, [se solo non ci fosse lei…perché deve sempre mettersi di mezzo?!]. “Credo che tu abbia già avuto la fortuna di conosce la mia, al quanto, arcigna sorella” “I tuoi complimenti migliorano di giorno in giorno fratello, come potrebbe resisterti una donna se le sussurri così dolci parole all’orecchio?” Continuarono a bisticciare per alcuni minuti; nonostante le frecciatine, però, si capiva chiaramente che erano molto affezionati l’uno all’altra, in verità lui non aveva mai avuto un rapporto del genere con nessuno dei suoi famigliari, certo amava molto i suoi fratelli ma lo faceva con discrezione, per quanto riguardava suo padre poi, beh la situazione era evidente, lui non lo aveva mai accettato a causa del suo handicap fisico, lo picchiava e lo scherniva di continuo, non lo aveva mai amato perciò nemmeno lui si sentiva di amarlo. “Awen ti prego di non badare alle nostre infantili schermaglie, siediti pure, ora farò portare la colazione” Adam fece un gesto a un servitore che tornò con un vassoio di pane, burro, miele e latte; dopo averlo posato cominciarono a mangiare; Awen che non era abituato a tanta abbondanza e mangiò poco. “C'è forse qualche cosa che non gradisci? Se vuoi possiamo far portare dell’altro” gli disse Eleanor “Oh no mia signora, sono sazio ed era tutto squisito vi ringrazio” Adam lo stava guardando e sorrideva contento, poi si mise a parlare con la sorella di altre questioni; [Se fosse per me starei a guardarlo sorridere per il resto dei miei giorni…], sapeva che era estremamente sbagliato fare certi pensieri,e in un primo momento aveva anche provato a reprimerli, ma ora non ci riusciva più, così vi si abbandonò di buon grado perché erano dolci e meravigliosi come il suo signore.
“Mi duole di abbandonare la vostra incantevole compagnia” disse Adam guardando verso Awen “Ma delle faccende richiedono la mia presenza altrove, vogliate scusarmi” se ne andò con passo leggero dalla stanza lasciando Eleanor e il loro ospite di nuovo soli. “Molto bene, ora che la colazione è finita mi andrebbe di fare una passeggiata nel giardino, vorresti accompagnarmi Awen?” “Molto volentieri mia signora” I due si alzarono e s’incamminarono all’esterno; la mattinata era limpida e abbastanza calda, l’estate stava per arrivare e i primi fiori stavano già sbocciando sugli alberi; la grande siepe che si trovava proprio al centro del giardino era stata tagliata accuratamente per formare un piccolo labirinto, il vento muoveva le fronde dei grandi alberi che facevano ombra alle panchine in pietra situate sotto di essi. C’erano una quantità innumerevole di piante e fiori, e nel lato più orientale del giardino sorgeva un orto recintato da una staccionata fatta di rami tenuti saldamente insieme da corde. Il paesaggio era a dir poco paradisiaco, c’erto niente a che vedere col bosco in cui Awen aveva passato metà della sua infanzia, ma tuttavia molto suggestivo. Si sedettero all’ombra di un’ albero godendosi il clima che in quei giorni era stato sorprendentemente clemente. “Signora, vorrei farvi una domanda” Eleanor guardò con aria curiosa il suo giovane amico che stava giocando con un filo d’erba che aveva appena raccolto da terra. “Dimmi pure ciò che vuoi sapere e farò il possibile per poterti rispondere” “Beh, riguarda la conversazione che abbiamo avuto questa mattina… Voi nonostante il vostro rango non…ecco…non mi disprezzate, voglio dire per il fatto che io sono scozzese e voi inglese, perché? Scusatemi se vi porgo una domanda tanto sciocca…” Eleanor s’intenerì a quelle parole e gli sorrise. “La cosa ti sembra strana?” Awen annui imbarazzato. “Posso immaginarlo, ma vedi è, se così si può dire, merito di mio fratello. Lui al contrario della maggior parte di noi non ha mai approvato questa assurda guerra che Edoardo sta conducendo contro la Scozia. Un giorno mi disse ‘Pensa a come ti sentiresti tu se loro venissero così prepotentemente in Inghilterra e ci invadessero ’. Adam ha sempre amato molto queste terre e tutto ciò che essere racchiudono… compreso te” Awen si girò di scatto verso di lei. “Mia signora, cosa state dicendo?” ella si volse lentamente verso il suo interlocutore [mi sembra al quanto ingenuo però…meglio così, la cosa sarà ancora più divertente]. “Oh non farci caso Awen, lo capirai presto” e scoppio a ridere felice di ciò che aveva appena detto.
“Temo che sia giunto anche per me il tempo di congedarmi, ho un’ affare da sbrigare e non posso rimandarlo oltre. A più tardi Awen” e se ne andò lasciandolo solo nel grande giardino. La giornata era così bella che non si sentiva di sprecarla rinchiudendosi in qualche stanza buia e umida. Si alzò passeggiando tranquillamente tra il verde e i fiori che profumavano dolcemente l’aria circostante, era strano come, nonostante fosse lontano da casa e da tutto ciò che gli era famigliare, si sentisse così straordinariamente tranquillo. [Ma chi voglio prendere in giro, è perché lui è qui che mi sento così…]. Si allontanò dal giardino ritrovandosi nel cortile interno, una grande costruzione di legno nella parte a ovest fungeva da stalla, entrandovi, Awen, vide che entrambi i lati erano occupati dalle gabbie per i cavalli, sulle travi di legno erano appesi briglie, morso e alcune selle, mucchi di paglia erano ammucchiati ai lati della costruzione che al momento ospitava solo una decina di esemplari, tra questi riconobbe il cavallo di Adam. Vi si avvicinò per accarezzarlo, il manto nero era lucido e ben spazzolato, la sua stazza e la sua eleganza erano totalmente al di sopra di quelle di tutti gli altri cavalli presenti. “Sei davvero bellissimo…certo non quanto il mio signore, ma ugualmente possente” Emperior nitrì contento, avvicinò il muso alla mano di Awen per farsi coccolare. “Dovrei sentirmi disorientato e impaurito, invece non lo sono affatto, soprattutto quando lui è con me, certo la sua presenza m’innervosisce, ma al contempo vorrei che restasse vicino a me per sempre” [Che sciocco a mettersi a parlare con un cavallo] pensò. Dopo aver dato un’ ultimo saluto ad Emperior, Awen uscì dalle stalle. In quel momento un gruppo di uomini a cavallo rientrò dirigendosi verso di lui, erano i vassalli di Lord Cussler. Ad Awen non piacevano per niente, anzi, lo impaurivano. [Sarà meglio non farsi vedere da loro, se mi riconoscessero sarebbe un problema]. L’avevano visto la prima volta nel bosco quando la freccia di Adam l’aveva colpito, ma fortunatamente non avevano dato segno di averlo riconosciuto la sera precedente. Corse via il più rapidamente possibile per scampare al loro sguardo, rientrato nel castello rifece la strada al contrario per cercare di tornare alle sue stanze, solo che sfortunatamente si ritrovò davanti alla biblioteca non sapendo più in che direzione andare. [Che sciocco sono…. Ho memorizzato la strada solo fin qui]. Sconsolato entrò nella biblioteca che questa volta era vuota e completamente a sua disposizione. L’odore del legno unito a quello dei libri era suggestivo e meraviglioso, girò tra le scansie guardando con curiosità crescente i libri che contenevano; ne prese uno e andò a sedersi nella poltrona davanti al camino che poco prima aveva ospitato Eleanor. La copertina era in pelle rossa e delle miniature erano state finemente tracciate da mani esperte, sfogliò il libro con circospezione, non capiva nulla di quello che vi era scritto sopra, per lui quelle lettere era simboli mistici e oscuri che contenevano segreti che mai sarebbe riuscito a penetrare e che comunque lo affascinavano e lo attirava. In quel momento la porta si aprì, Awen si girò per vedere chi fosse entrato.
Adam entrò con passo felpato dentro la biblioteca, rimase al quanto sorpreso quando vide Awen seduto davanti al camino con un grosso libro in mano. “Non sapevo che fossi qui” “Desiderate che vi lasci solo mio signore?” stava per alzarsi e lasciare il posto ad Adam, ma questo gli fecce segno di restare pure dov’era. “No, al contrario…di solito vengo a rifugiarmi qui quando la stupidità di certe persone diventa insostenibile anche per me. Cosa stavi leggendo?” Awen arrossì e abbassò lo sguardo “Beh ecco io non so leggere. Stavo solo…” “Ti piacerebbe se t’insegnassi a leggere?” Awen spalancò gli occhi dallo stupore. “C-cosa? Io non credo che ne sarei capace e..e..” “Oh non dire sciocchezze! Non è poi così difficile, sono certo che sarai un’ eccellente allievo” Awen non sapeva cosa dire, gli sarebbe piaciuto moltissimo imparare a leggere, ma aveva paura di non essere all’altezza delle aspettative del suo signore. In fine annui leggermente. Adam sorrise felice, prese Awen per mano conducendolo fino ad uno dei tavolini e facendolo sedere. “Benissimo, sarà il caso d’iniziare subito allora!”.
Da quel giorno passarono molto tempo insieme, tutti i giorni si trovavano in biblioteca. In un primo momento Awen pensava che non sarebbe mai riuscito ad imparare a leggere, spesso si scordava le lettere e certe parole erano così difficili che non sapeva nemmeno come pronunciarle, tuttavia Adam era un maestro molto paziente, lo incoraggiava quando lo vedeva sconsolato e si complimentava quando vedeva che faceva progressi. Erano passati due mesi dalla prima lezione e ora Awen aveva acquistato una certa sicurezza nel leggere e anche nello scrivere. “Sono fiero di te Awen hai fatto dei progressi notevoli!” “Il merito è solo vostro signore, se non fosse stato per la vostra gentilezza” “Non essere così modesto, certo io ti ho dato un piccolo aiuto, ma anche tu ti sei applicato moltissimo” “Mi avete dato molto più che un piccolo aiuto! Io, ecco è da molto che volevo ringraziarvi per essere sempre stato così gentile con me” Adam guardava Awen e sorrideva, così che quest'ultimo arrossì. Da tempo aveva ormai capito che provava qualcosa per Adam, non era ancora riuscito ad identificare cosa fosse, ma era come se una forza invisibile lo attirasse verso di lui, che gli faceva desiderare di stargli sempre accanto, di sentire il suo calore, le sue mani che lo toccavano gentili e le sue labbra… Non avrebbe mai avuto il coraggio di confessarglielo, aveva troppa paura. [E se mi rifiutasse? Se lo disgustassi?] Perciò gli bastava guardarlo da lontano, anche se a volte era terribilmente difficile… Adam gli mise una mano sulla testa e gli accarezzo con dolcezza i capelli corti. “Non devi ringraziarmi Awen…io sono…felice che tu sia qui” gli disse, sembrava che volesse aggiungere qualcosa, ma si trattenne. Si fissarono intensamente per qualche istante, se solo avessero potuto sentire uno il cuore dell’altro si sarebbero accorti che stavano battendo così velocemente da non permettergli di respirare. Awen distolse lo sguardo imbarazzato. “E’ una così bella giornata. Vorresti accompagnarmi a fare una passeggiata? Vorrei mostrarti una cosa” disse Adam per rompere quel silenzio che si era creato. “Certo, di cosa si tratta mio signore?” Adam rise, era più un ghigno che un sorriso, ma Awen non se ne accorse. “Lo vedrai!”.
Erano partiti dal castello da mezzora e si stavano dirigendo verso ovest, in luoghi che Awen non aveva mai visto. Erano circondati da vasti prati verdi e in lontananza si poteva scorgere una piccola macchia; il cielo plumbeo però non prometteva nulla di buono. “Signore, è verso quel bosco che ci stiamo dirigendo?” “Esattamente” “Sarà bene sbrigarsi allora, minaccia di piovere e se non arriviamo in tempo ci bagneremo” Detto questo spronarono i cavalli; fortunatamente erano vicini agli alberi quando iniziò a piovere e si bagnarono poco. Al sicuro dalle intemperie scesero da cavallo cercando di asciugarsi per quanto era possibile; legarono i due animali ad un ramo e insieme s’ incamminarono nel folto del piccolo bosco. “Mio signore dove stiamo andando?” disse il più giovane dopo qualche minuto “Perché non guardi tu stesso?” Awen superò Adam e si trovò di fronte uno spettacolo meraviglioso; c’era un piccolo lago alimentato da una bassa cascata che si gettava in esso, tutt’intorno gli alberi verdi e la vegetazione dava un senso d’irrealtà al panorama. “Ma è bellissimo” Non aveva mai visto nulla di più bello in vita sua, non si sarebbe affatto stupito se da un momento all’altro fosse sbucato fuori un’ elfo da un cespuglio, proprio come nei libri che aveva letto. Adam lo prese per mano e lo trascino vicino alla riva. “Cos-cosa volete fare?” disse stupito. “Il bagno mi sembra ovvio!” “Ma signore l’acqua sarà ghiacciata e non credete di esservi già bagnato troppo a causa della pioggia?” Adam non lo stava a sentire e si girò per cercare di convincerlo così che mise un piede in fallo. Una radice gli bloccò il passo facendolo cadere come un sacco di patate nell’acqua fredda. Ora era completamente fradicio; Awen scoppio a ridere nel vedere l’uomo che tanto ammirava in una situazione tanto comica. Si piegò sulle ginocchia cercando di attenuare i crampi allo stomaco con le braccia; non riusciva a smettere di ridere e l’aria nei polmoni cominciava a scarseggiare. Improvvisamente senti le mani del suo signore sulle sue guance che lo intrappolavano in una gabbia gentile. Ora non rideva più. Adam lo stava guardando, ci si sarebbe potuto perdere nei suoi occhi più blu del cielo e più profondi dell’oceano. “Non smettere. Ti prego, sorridi ancora per me”
Dopo ciò che era successo nessuno dei due aveva più parlato; la strada del ritorno era stata lunga e stancante, il sole stava già tramontando e le prime stelle della sera avevano già iniziato ad illuminare il firmamento. Quella era stata la prima volta che lo aveva visto ridere, il viso che s’illuminava e la sua espressione che si faceva dolce, solo per lui… Avrebbe voluto che sorridesse ancora, ma quando glielo aveva chiesto Awen aveva abbassato lo sguardo arrossendo terribilmente. Adam aveva capito di amare Awen, amava i suoi occhi così strani, la sua pelle liscia e morbida, la sua intelligenza, la sua timidezza…tutto, anche se aveva impiegato molto tempo per ammetterlo persino con se stesso. Tuttavia aveva paura…paura di allontanare Awen se questo fosse venuto a conoscenza di tali sentimenti. Per questo aveva sempre fatto il possibile per controllarsi, per cercare di non abbraccialo anche quando ne avrebbe avuto una gran voglia; ma quando lo aveva visto ridere…aveva sentito la sua volontà venire meno, schiaccia dalla dolcezza di quella creatura meravigliosa.
Arrivati alle stalle Adam affidò Emperior ad uno degli stallieri. Awen invece pensò da sé al proprio, aveva bisogno di tenere la mente occupata. Vide Adam che si allontanava con la coda dell’occhio e prese un sospiro di sollievo. Sentiva ancora le sue mani che lo accarezzavano e il cuore che gli esplodeva nel petto in tanti piccoli pezzi. Aveva desiderato tanto quel contato che averlo ricevuto gli faceva quasi paura. Gli aveva chiesto di sorridere ancora e lui lo avrebbe fatto se i suoi occhi non lo avessero fissato con tanta intensità da strappargli ogni parola. Sospirò ancora frustrato perché non sapeva come comportarsi quando sentì che qualcuno lo prendeva e lo sbatteva contro il muro. Il colpo era stato tanto forte che ora si sentiva stordito, delle piccole forme scure gli danzavano davanti agli occhi e le gambe sembravano non reggerlo più. “Ora mi ricordo di te” Sentì dire da qualcuno alle sue spalle, era una voce viscida e crudele. L’uomo gli pesava sulla schiena come un macigno; cercò di girare la testa per vedere chi fosse e in quegli occhi crudeli riconobbe sir William che scoppiò a ridere vedendo lo sguardo di puro terrore che si era dipinta sulla sua faccia. Aveva il fiato che puzzava di alcool e la sua mano stretta attorno al braccio gli stava facendo un gran male, avrebbe voluto urlare ma l’altro lo prese per i capelli strattonandolo troncandogli il respiro. “Aaah v-vi prego lasciatemi!” “Oh non ho alcuna intenzione di farlo, so chi sei, pensavi che fossi tanto stupido da non riconoscerti ragazzino? Tu sei il bel cerbiattino che Adam ha curato mesi fa, devi aver corrotto il mio signore per questo ora sei qui” Anche se non era vero, non poteva dirgli la verità solo per salvarsi altrimenti avrebbe potuto mettere nei guai Adam. “Non avendo prove della tua colpevolezza non posso farti cacciare, tuttavia ti darò una lezione esemplare! Sai è molto tempo che non vado con una donna, a causa del mio aspetto e di questa cicatrice mi trovano disgustoso e rivoltante e anche quelle sporche baldracche la pensano così. Ma ora tu sei a mia completa disposizione!” Non era vero, non era vero…[Nonvogliononvogliononvoglio!!!] cominciò a dibattersi per cercare di sfuggire alla stretta del suo carceriere ma senza alcun risultato. “Nooo vi prego lasciatemi!!” lo sentì ridere strattonandogli gli indumenti. Ormai era perduto, sentiva le sue mani dappertutto che lo toccavano con bramosia e cattiveria. Inaspettatamente sentì che qualcuno lo liberava da quel peso. Spossato e spaventato si lasciò scivolare al suolo; vide Adam prendere per il collo il suo assalitore e sbatterlo con violenza a terra, prendere il forcone per il fieno appoggiato alla parete vicino a lui e scagliarlo sulla testa di sir William. Awen chiuse gli occhi per non vedere ma quando li riaprì rimase sorpreso da quello che vide: i denti del forcone si erano piantati nel terreno ai lati del collo di sir William risparmiandogli per miracolo la vita. Adam s’inginocchio avvicinando il suo viso a quello dell’altro e con voce calma e fredda gli disse: “Se proverai ancora a toccarlo, se solo il tuo sguardo si poserà di nuovo su di lui ti giuro che la prossima volta non potrai più vantarti di poter ancora respirare”. Si alzò lasciando il malcapitato dov’era, andanto verso Awen che era ancora steso per terra prendendolo in braccio, questo gli allaccio le braccia attorno al collo e se ne andarono.
Adam era a dir poco infuriato, quando aveva visto ciò che William stava per fare si era scagliato contro di lui con l’impulso di ucciderlo il più dolorosamente possibile! Non sapeva ancora com’era riuscito a trattenersi dal farlo. Awen gli stava ancora stringendo le braccia al collo e tremava. Solo poche ore prima sorrideva felice e ora invece… Lo portò nelle sue stanze e lo adagiò delicatamente sul letto “Aspetta qui vado a prenderti qualcosa di caldo da bere” “NO no no non mi lasciate solo vi prego” era sull’orlo delle lacrime e le sue braccia non volevano saperne di lasciare il collo di Adam. “Va bene resterò qui accanto a te, ma ora calmati va tutto bene, il peggio è passato” gli stava accarezzando i capelli con fare protettivo e questo lo tranquillizzò notevolmente. Sentì Adam che gli alzava il mento con una mano, lentamente, dolcemente; il suo viso che si avvicinava sempre di più e in fine le labbra calde e morbide del suo signore che si univano alle sue.
Finalmente le labbra che tanto aveva desiderato erano sue, in principio sentì Awen che s’irrigidiva a quel contatto tanto intimo ma poi le sue labbra si schiusero solo per lui, morbide, calde ed invitanti. Era una sinfonia per i senti, le loro lingue che si cercavano si esploravano e si togliendosi il fiato vicenda. Continuarono a baciarsi teneramente finché non ebbero più aria nei polmoni e si staccarono. Adam fece scorrere la mano sul bel collo di Awen, giù fino ad arrivare ai lembi del suo indumento, alzandoli venne finalmente a contatto con la pelle calda e morbida del più giovane che a quelle carezze si ritrasse leggermente. [E’ ancora troppo presto] pensò togliendo la mano da dov’era. Appoggiò la fronte a quella di Awen; avevano il fiatone e il cuore che batteva all’impazzata. “S-signore..” “Sssh non parlare ora, riposati. Non permetterò più a nessuno di farti del male” Si sdraiarono entrambi sul letto abbracciandosi, immersi nell’oscurità e nel silenzio gli unici suoni erano quelli dei loro respiri che si regolarizzavano. “Buona notte Awen” “Buona notte mio signore”.
FINE CAPITOLO V
Evvivaaaaaaa!!! E anche questo capitolo è finito!!!! Sono abbastanza soddisfatta di com’è venuto :P
Vè: ^__^ Awen: *__* Adam: Cos’avete voi due? Vè: beh finalmente vi siete baciati!! È il 5 capitolo!! Awen: *__* arross Adam: COME SAREBBE A DIRE FINALMENTE?! Argh Vè: Quanto sei bisbetico! Awen vieni qui dalla tua mamma che ti coccola ^__^ Awen: Mamma!!! Coccole coccole!! Adam: C-cosa? E io niente? Vè: E va bene vieni anche tu! Adam: Coccole coccole!!
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