Disclaimers: I personaggi sono tutti di mia creazione, e anche se purtroppo non sono reali vi sono molto legata! Ergo, trattateli col massimo rispetto!

 


Under my skin

parte I

di Snowhite


 

Saranno state le cinque e mezza del mattino quando Awen si svegliò trasalendo dal sonno.

Con il respiro ansante e la fronte madida di sudore non riusciva bene a ricordare quello che aveva appena sognato, ma le sensazioni di paura e terrore avvolgevano ancora la sua mente come una ragnatela invisibile. Cercando di calmarsi guardò distrattamente fuori dalla finestra; c’era ancora buio, ma le prime luci dell’alba cominciavano ad illuminare il cielo.

In quel silenzio assoluto Awen poteva sentire il respiro tranquillo dei suoi fratelli stesi nel pagliericcio vicino a lui, e nella stanza accanto, il profondo russare di suo padre gli ricordò che doveva andare al fiume a prendere l’acqua. Nonostante fosse molto presto il ragazzo decise che sarebbe stato meglio partire subito, non voleva rischiare un’altra volta di farsi picchiare e rimproverare dal padre che non aveva trovato l’acqua appena sveglio.

Il ricordo delle percosse ricevute di recente lo svegliò completamente, si alzò il più silenziosamente possibile cercando di non svegliare il resto della famiglia.

Si vestì velocemente e uscì dalla piccola capanna.

 

Il gelido vento del mattino carezzò dolcemente le guance di Awen che si arrossirono leggermente per il freddo. Il piccolo villaggio era silenzioso e avvolto in una leggera foschia che lo faceva apparire quasi spettrale, ma oltre questo le verdi colline scozzesi davano una visione paradisiaca a quel luogo, che per qualche secondo fece dimenticare ad Awen il suo compito.

Nonostante fossero 16 anni che viveva lì non si era mai stancato di restare a contemplare l’alba che inondava di luce le colline e i boschi circostanti.

‘Solo uno sciocco o una donna sprecherebbero il loro tempo a bearsi della luce del mattino!’,

‘ Dovresti pensare a diventare un guerriero come i tuoi fratello, invece tu perdi tempo a non far nulla!’ di solito questa era la parte in cui suo padre si incolleriva con lui offendendolo e picchiandolo,

[Di certo non è colpa mia se sono così debole da non riuscire nemmeno a sollevare una spada!];

‘Sei una vergogna per la tua famiglia e per tutto il nostro Clan; cosa può mai servirmi un figlio esile come te che non è nemmeno in grado di badare a se stesso?!’

Sapeva bene che quello era un momento molto critico, i vari Clan erano in lotta tra loro e l’intera Scozia era sotto il dominio dell’Inghilterra; da quando Edoardo I aveva nominato Giovanni di Warenne governatore di Scozia si erano verificate molte sommosse ma tutte erano state sedate.

Il re, inoltre, aveva donato ai Lord inglesi delle terre in Scozia per assicurarsene l’intero dominio; i vari Clan avevano provato più di una volta a ribellarsi ma il potere inglese era troppo forte;  molti di loro erano morti nelle battaglie sicché le loro forze belliche si erano indebolite ancora di più, per questo servivano il maggior numero di uomini per sferrare delle nuove offensive contro gli invasori inglesi. Nonostante questo alcuni Clan si erano alleati con I Signori Inglesi che gli avevano promesso aiuto e protezione.

Awen aveva un fisico troppo esile e sottile, non sarebbe mai diventato un guerriero come il resto della sua famiglia.

[Sono davvero inutile…se non fossi mai nato avrei risparmiato l’umiliazione di avere un figlio che non combatte alla mia famiglia e al mio Clan].

 

 

Gli uccelli stavano già cantando; Awen decise di passare per il bosco per arrivare al fiume nel minor tempo possibile. Non ci avrebbe messo molto, dieci minuti a piedi di buon passo; sarebbe riuscito a tornare a casa prima che suo padre si svegliasse.

[Almeno per oggi non dovrò preoccuparmi di farlo incollerire per non essere riuscito a portare l’acqua in tempo.]

I due secchi di legno che si portava appresso erano pesanti nonostante fossero vuoti; quando arrivo alle sponde del piccolo fiume era così stanco che si mise seduto per riprendere fiato.

[Forse mio padre ha ragione, sono veramente troppo debole, se mi stanco solo a portare due secchi vuoti di certo non durerei molto in una battaglia.]

Dopo aver riempito i suoi fardelli con dell’acqua fresca rimase ancora qualche secondo ad osservare le calme acque del fiume ‘Enaid’, che attraversavano il bosco per tutta la sua lunghezza; quando finalmente si decise ad incamminarsi.

Il sole ora era già alto nel cielo limpido,

[Si è fatto tardi, sarà meglio che mi affretti!] pensò Awen un po’ preoccupato.

 

**************

 

Erano partiti dal castello solo da un’ora ed Adam già non sopportava più la presenza dei suoi ospiti.

‘Gradirei molto se potessi fare una battuta di caccia coi miei vassalli mentre io non sarò presente, è importante mantenere il più possibile rapporti amichevoli con persone della loro risma, te ne accorgerai presto anche tu figlio’, queste erano state le parole di suo padre prima che partisse.

Aveva fatto una promessa ma la presenza di quegli individui tanto gretti e rozzi stava mettendo a dura prova la sua pazienza.

Adam era ancora assorto nei suoi pensieri quando udì qualcuno che diceva:

“Adam, vostro padre si vanta tanto della vostra abilità come cacciatore che non vedevamo l’ora di poterne avere una prova. Si vocifera che la vostra bravura sia anche superiore a quella del qui presente Baldwin!”

“Davvero non merito questo titolo sir William” disse Adam guardando il volto storpiato del suo interlocutore, una lunga cicatrice attraversava la parte sinistra del suo volto, probabilmente un fendente che aveva quasi rischiato di fargli perdere l’occhio sinistro;

[Di certo voi non siete il più abile nell’arte della guerra a giudicare dalle vostre ferite!]

“Mio padre mi lusinga come ogni buon genitore farebbe col proprio figlio. E di certo la mia bravura non è paragonabile a quella sir Baldwin.”

“Ciò nonostante non ci vorrete di certo negare il piacere di vedervi all’opera. Cosa ne dite di abbattere voi stesso la prima predo?” disse un terzo vassallo che aveva ascoltato la conversazione tra i due.

“No di certo miei signori, caccerò per il vostro diletto e per tenere alto il nome della mia casata”

Disse Adam, tirando il più possibile gli angoli della bocca in un sorriso che ad un’occhio più attento sarebbe parso davvero poco amichevole.

 

********************

 

Quei secchi erano davvero pesanti e Awen dovette fare più di una sosta per poter riprendere fiato; era a metà strada da casa e si concesse di bere un sorso d’acqua ai piedi di un’enorme albero per recuperare un po’ di forze.

I corti capelli biondi erano scompigliati e sudati in fondo alla nuca, nonostante non facesse caldo lo sforzo l’aveva accaldato notevolmente.

Sedutosi comodamente su delle foglie secche si mise ad osservare l’ambiente circostante, gli alberi in quel punto del bosco erano imponenti, le loro fronde lasciavano poco spazio alla luce che cercava di filtrarvi attraverso, enormi cespugli di mirtilli, fragole selvatiche e menta ricoprivano il sottobosco. C’era anche della malva e Awen, notandola, decise di raccoglierne qualche foglia.

“Così potrò farne un infuso per far passare la tosse a Gaёl!”

Gaёl era il maggiore dei tre fratelli, più grande di Awen di tre anni, aveva un fisico possente e vigoroso, totalmente diverso dal più giovane, ma nonostante questo sempre gentile e disponibile verso tutti, soprattutto verso i suoi due fratelli che lui adorava.

Dopo aver preso una decina di foglie le legò con un pezzo di corda per essere sicuro di non perderle; era il momento di ripartire.

Andò a recuperare i due secchi che erano rimasti vicino all’albero per poi rimettersi in marcia, quando uno stano rumore attirò la sua attenzione.

Sembrava un rumore di passi lontani,

[No! Non sono passi sono cavalli. Chi mai potrebbe venire a cavalcare qui cosi di buon’ora?]

Awen era disorientato, nonostante il rumore si avvicinasse la flora era troppo alta e rigogliosa in quel punto per consentirgli di vedere abbastanza lontano.

Stava fermo cercando di capire da che direzione provenissero quando tutto si acquietò…

[Che strano….non si sente più nulla]

Restò in ascolto ancora qualche secondo ma il bosco era tornato tranquillo, si sentiva solo il canto degli uccelli.

Rassegnato, Awen decise che doveva esserselo solo immaginato,

[Probabilmente è perché non ho ancora mangiato nulla]

Con questo pensiero nella mente stava per ripartire quando lo sentì, un fischio che si faceva sempre più forse. Si giro nella direzione dalla quale proveniva il fischio quando qualcosa lo colpì.

Awen gridò per lo spavento, una freccia l’aveva colpito alla spalla facendolo cadere a terra.

 

********************

 

“Beh Adam sembra che alla fine voi abbiate catturato qualcosa!!”

 

********************

 

Una piccola folla di uomini a cavallo si stava avvicinando, erano di sicuro dei nobili, i ricchi indumenti che portavano non lasciavano spazio ad altre ipotesi.

Awen era terrorizzato, ognuno di quegli individui doveva essere almeno il doppio lui; erano tutti adulti con barbe lunghe e ben curate, i loro occhi beffardi lo stavano osservando burlandosi di lui.

“Si, mio caro Adam si direbbe che  voi abbiate ferito un grazioso cerbiatto!! Ah ah”

Disse sarcasticamente uno di loro.

Tutti presero a ridere di quella battuta quando un ragazzo spunto da dietro la fila.

Awen ne rimase impressionato e impaurito allo stesso tempo; era alto, aveva una muscolatura asciutta e il corpo ben modellato si muoveva con eleganza, i lunghi capelli erano di un nero così intenso da sembrare quasi innaturale, e i suoi occhi di un blu oltremare lo stavano osservando con apprensione.

 

*********************

 

“Santo cielo! Ti ho ferito?” disse Adam correndo incontro al ragazzo che si era accasciato a terra.

 Un rivolo di sangue scorreva sul braccio ferito.

Adam s’inginocchio di fronte al ragazzo; sir William aveva sarcasticamente detto il vero perché quel ragazzo sembrava veramente un cerbiatto, esile ed elegante aveva i capelli biondi scompigliati e lo sguardo spaventa e gli occhi..

“I tuoi occhi sono—“

Adam non aveva mai visto due occhi cosi insoliti in vita su, il destro era blu mentre l’altro era verde, ma non sapeva se questa definizione potesse andare bene per descriverli, sembrava quasi che essi cambiassero colore in base alla luce.

Quando il ragazzo si accorse che Adam lo stava fissando distolse gli occhi fissandoli a terra. Ora era ancora più spaventato di prima.

[Forse temeva teme che lo rimproveri per avermi fissato?]

“Non avere paura non voglio farti del male…cioè in verità te ne ho già fatto, ma non mi ero accorto di aver mirato a te invece che a un’animale, ti prego di perdonarmi”

“Oh andiamo Adam è solo uno sporco contadino non vale la pena di angustiarsi per lui, e poi la ferita non è così grave. Tra un paio di giorni starà di nuovo bene.”

Adam era furente, quelle parole non fecero altro che spaventare di più il ragazzo ferito che cominciò a tremare.

“Niente affatto, io l’ ho ferito e io ho intenzione di prendermene cura! Se la sua ferita dovesse peggiorare non me lo perdonerei mai.”

“E la nostra battuta di caccia? Non abbiamo ancora catturato nulla…certo a parte lui.”

Tutto il gruppo scoppio a ridere, ma non Adam.

[Certe persone non capiranno mai!]

“Se le cose stanno così continuate pure senza di me. Io porterò questo ragazzo al castello per curarlo.”

Il tono di Adam si era fatto duro e non lasciava spazio a commenti o discussioni.

“Bene, vorrà dire che ci divertiremo anche per te! A più tardi Adam”

Dopo essersi congedati gli uomini si allontanarono rumorosamente lasciando Adam da solo col ferito.

[Finalmente se ne sono andati, non credo che sarei riuscito a sopportare la loro presenza per tutto il giorno]

Adam si girò verso il ragazzo che si ostinava a tenere lo sguardo basso tremando dalla paura.

“Perdonami ancora ti prego, se fossi stato più attento ora tu non saresti qui ferito. Come ti chiami?”

Nessuna risposta, doveva essere davvero terrorizzato.

Ed era tutta colpa sua.

Decise di avvicinarsi ancora, prese tra le mani il viso del ragazzo che sussultò a quel contatto.

[Che pelle morbida].

Nonostante gli avesse sollevato il volto il ragazzo continuava ostinatamente a tenere gli occhi bassi.

“Guardami non avere paura, non ti rimprovererò per questo” gli disse con voce dolce per rassicurarlo.

Finalmente la sua insolita preda si decise a guardarlo, il suo sguardo lasciava trapelare paura e soggezione.

[Dio, i suoi occhi sono…incredibili…]

“Non devi avere paura di me, voglio solo curare la tua ferita, dopo ti lascerò andare ma devi permettermi di aiutarti va bene?”

 

********************

 

Le parole di Adam sembravano aver calmato un po’ Awen; si lasciò esaminare la ferita che continuava a sanguinare.

[Avrebbe potuto lasciarmi qui e seguire i suoi compagni nella caccia, invece non l’ ha fatto…perché è così gentile con me?]

“Per fortuna la freccia ti ha colpito solo superficialmente, ma la ferita sembra essere più profonda di quanto credessi, se ti togliessi la tunica la potrei curare meglio.”

“NO! Ehm….n-non occorre che vi preoccupiate tanto per me…di certo il mio Signore avrà cose più importanti che occuparsi di un contadino.”

Adam era rimasto impietrito, come poteva pensare che uno sciocco passatempo come la caccia potesse essere più importante..

“La sola cosa che ora mi preme di fare è prendermi cura di te, con o senza la tua approvazione.”

Con queste parole Adam si alzò in piedi prendendo in braccio Awen, che emise un piccolo urlo per la sorpresa.

[Santo cielo è più leggero di una piuma! Quand’è l’ultima volta che ha mangiato?]

Si avvicinarono al cavallo e Adam depose il suo fardello sulla sua cavalcatura, dopo essersi assicurato che il ragazzo non cadesse vi salì anch’egli sopra.

 

*********************

 

“Non hai ancora risposto alla mia domanda” disse Adam mentre si dirigevano verso quello che Awen supponeva essere il castello del suo Signore

[Quale domanda?] si chiese Awen

“Qual è il tuo nome? Se hai un nome ovviamente? O mi toccherà chiamarti cerbiatto!?”

“I-io mi chiamo Awen” disse in su sussurro

“Io sono Adam, mio padre è il Lord che governa su queste terre, il castello verso cui ci stiamo recando è suo; a quale Clan appartieni? Non ricordo di aver mai visto i colori del tuo Kilt”

Awen non rispose, sapeva fin toppo bene che rivelare certe informazioni, ed in particolar modo ad un inglese poteva rivelarsi fatale per la sua gente.

“So quello che pensi, ma non ti devi preoccupare, non ho intenzione di mettere a ferro e fuoco il tuo villaggio solo perché sei scozzese”.

Awen osservava con la coda dell’occhio Adam che stava sorridendo, un sorriso dolce e gentile che lo fece rilassare momentaneamente.

Nel frattempo erano finalmente arrivati al castello; era alto ed imponente, con alte mura di cinta che ne proteggevano gli abitanti. Awen non aveva mai visto nulla di simile in tutta la sua vita e ne rimase seriamente impressionato.

“Ah-a!” il braccio cominciava a fargli davvero male. Si portò automaticamente la mano sulla ferita per cercare di attenuare il dolore.

“Stai bene?” disse preoccupato Adam

“Si, solo…una fitta.”

“Non temere siamo arrivati; ecco, ce la fai a scendere da solo?”

Adam scese agilmente da cavallo aiutando Awen che poteva contare sull’aiuto di un solo braccio.

[Questo ragazzo è così esile che sembra fatto di vetro]

“Seguimi, ti porterò in una camera dove potrai riposa mentre io cerco dei medicamenti per la tua ferita.”

Awen segui Adam che lo stava conducendo attraverso intricati corridoi.

[Se mi dicessero di tornare indietro da solo dubito che ci riuscirei] si ritrovò a pensare.

Era davvero un ambiente lussuoso, niente a che vedere con la sua misera capanna, costituita da due stanze soltanto e una piccola finestra che faceva entrare il sole.

Arrivati davanti a una massiccia porta di legno Adam si fermò e l’aprì facendo entrare per primo Awen e facendolo accomodare sul grande letto a baldacchino che si trovava sulla parete opposta della stanza.

Awen non poteva credere ai suoi occhi non aveva mai visto una stanza più bella in vita sua. Il pavimento era ricoperto di morbide pellicce, sotto la grande finestra c’era uno scrittoio in legno di quercia sommerso di pergamene e da una quantità di carte non indifferente, una porta-vetro si apriva su un balcone che dava sul giardino interno del castello e dalla parte opposta un’enorme camino acceso riscaldava la stanza con le sue dolci fiamme.

“Queste sono le mie stanze, qui nessuno ti disturberà mentre io vado a prendere delle bende per fasciare la ferita.”

Detto questo, Adam usci di corsa dalla stanza lasciando Awen da solo.

“No aspett--!”

Le sue stanze? Quello su cui era comodamente seduto ora, era il letto del suo Signore?

[Dev’essere un sogno, nessuno nobile fare una cosa del genere…soprattutto per una persona insignificante come me..lui invece…]

Ripensò al tocco delicato delle mani di Adam e arrossi violentemente dei suoi pensieri.

 

****************************

 

Appena uscito dalla stanza, Adam, si fermò un attimo appoggiandosi alla porta.

[Cosa sto facendo? Devo davvero aver perso il senno per aver portato qui un…un ragazzo cosi dolce e leggero…con due occhi di un colore indefinibile…la pelle bianca e morbida…] si riscosse violentemente dai suoi pensieri, non era proprio il caso di pensare a certe cose in un momento del genere, corse velocemente a prendere delle bende pulite e un pò d’acqua fresca per lavare la ferita.

 

Awen era ancora seduto sul grande letto di Adam quando questo tornò. Vedendolo Awen ebbe un tuffo al cuore…era davvero affascinate…

[Cosa? Io…non dovrei pensare cose simili di lui..].

“Eccomi, ho trovato delle bende pulite, ma se la ferita fosse molto profonda temo che dovremmo metterti dei punti…”

“Punti?!” disse Awen scattando in piedi a fissare Adam e con una nota di panico nella voce.

“Ah ah non allarmarti, non credo che sarà necessario, ma nel caso la ferita non si chiudesse temo che sarà inevitabile”

Vedendo che Awen non si tranquillizzava Adam gli poso una mano sulla guancia sorridendogli.

Awen arrossi e abbassò lo sguardo.

[E’ così dolce e indifeso che vorrei solo abbracciarlo].

“Bene ora togliti la tunica, cosi posso medicarti”

“N-no non serve che lo facciate voi, ci penserò da sol--“

“Assolutamente no! La responsabilità è mia perciò ora ti toglierai quella veste. E ti avverto se non lo farai di tua spontanea volontà te la toglierò io con la forza!”

Awen era rimasto impietrito, non avrebbe voluto svestirsi proprio di fronte a lui ma non aveva scelta, lentamente si sfilò la veste cercando con questa di coprirsi il torace il più possibile.

 

Adam non riusciva a credere ai suoi occhi, il corpo di Awen era disseminato di lividi, ematomi e tagli e cicatrici, nonostante il ragazzo cercasse di coprirsi il più possibile con l’indumento che si era appena tolto, era impossibile non vedere.

[Ecco perché non voleva togliersi la tunica…]

“Oh mio dio, chi ti ha fatto questo?”

Adam lo stava fissando ma lui non riusciva a ricambiare il suo sguardo, sapeva bene cosa vi avrebbe letto: disgusto e orrore.

“Guardami Awen!”

Il tono di Adam era imperativo e Awen si trovò a fissare il suo signore e al contrario di quello che si sarebbe aspettato sul viso del suo Signore trovò solo apprensione.

[E’ preoccupato per me?! No di certo mi sto sbagliando perché dovrebbe esserlo..]

“Awen chi è stato a picchiarti così?”

Adam era veramente preoccupato e infuriato, non riusciva a concepire che qualcuno potesse picchiare cosi violentemente una creatura tanto bella e fragile.

“Nessun—“ cercò di dire ma Adam lo interruppe

“Non può arrese stato “nessuno”, avanti dimmi chi ti ha trattato così”, di certo non poteva obbligarlo a parlare, ma voleva…doveva sapere.

“E-ecco..io.. non riesco ad essere all’altezza…mio padre cerca solo di--“

“Tuo padre?! E’ tuo padre che ti ha fatto questo?!”

Adam non riusciva a credere alle sue orecchie, come poteva un padre percuotere in maniera così selvaggia il proprio figlio?! Anche lui quando era bambino aveva ricevuto più di una volta delle punizioni corporali, ma mai da lasciare segni così profondi nel corpo e nell’anima.

La voce di Awen lo distolse dai suoi pensiri.

“Oh No! Ora lui si arrabbierà con me….sarei dovuto tornare a casa con l’acqua…invece sono qui”dicendolo cerco di uscire, ma Adam non glielo permise.

“Non essere sciocco, se ti avessi lascito laggiù con questa ferita non saresti comunque stato in grado di portare quei secchi fino a casa”

“No no, voi non capite a lui non importerà ciò che mi è successo e--!”

Awen si era reso conto solo allora di aver alzato la voce e si vergogno di aver avuto un’attacco di panico, e quella che gli sembrava ingratitudine, verso colui che voleva aiutarlo.

“Perdonatemi…” disse in fine

“Non devi scusarti. Ora siediti, la tua ferita necessita di essere medicata”.

 

Adam curò la ferita sul braccio di Awen lavandola e bendandola diligentemente, poi senza dire una parola lavò anche tutte le altre ferite che il ragazzo presentava sul resto del corpo; ogni tanto lo sentiva sussultare per il dolore, così cercò di fare il più delicatamente possibile.

[Questi scozzesi devono essere dei veri selvaggi se permettono una cosa del genere!]

Pensò Adam frustrato. Avrebbe voluto proteggere Awen da quell’ingiustizia, ma non sapeva come.

“Ecco fatto, spero di non averti fatto troppo male, le mie sono mani da cavaliere non da “meddyg” e potrebbero risultare davvero poco delicate.”

“N-no al contrario….il vostro tocco era davvero gentile…”, non si rese conto di aver pronunciato quelle parole a voce alta finché non vide il sorriso compiaciuto sul viso di Adam, e arrossi.

[Ah ah com’è timido questo ragazzo]

“Molto bene è ora che ti riporti dove ti ho trovato, non è il caso che tu torni a piedi, la strada sarebbe troppo lunga.”

 

********************

 

Si stavano dirigendo a cavallo verso il bosco dove Awen aveva lasciato i secchi, ormai erano parecchie ore che mancava da casa e suo padre di certo si sarebbe molto incollerito per quel ritardo, senza accettare le sue spiegazioni, come faceva sempre. Era nervoso e preoccupato per quello che gli sarebbe potuto accadere di lì a poco, ma il caloroso contatto col corpo del suo Signore sembrava fargli dimenticare le sue paure.

Adam era seduto dietro ad Awen, con le mani teneva saldamente le briglie del suo cavallo così che avrebbe anche potuto abbracciarlo.

“Vorrei che tu diventassi il mio valletto” disse improvvisamente Adam.

Awen era rimasto sconcertato da quelle parole così inaspettate; le più diverse emozioni sfilarono sul suo viso,

“Cosa?” disse alla fine fissando i lineamenti decisi del suo signore.

“Non fare quella faccia, mi hai capito bene, vorrei che tu diventassi il mio valletto; è parecchio tempo che non me ne prendo uno e tu saresti la persona adatta”.

Adam gli stava sorridendo, con quel suo sorriso di solito rassicurante stavolta non funzionò.

“E-ecco io davvero non posso…mio padre…. E voi sapete bene che i Clan sono in lotta con i Lord inglesi, questo non porterebbe a nulla di buono”

“Basterà inventarsi una scusa; se dicessi a tuo padre che vai a servizio da un qualsiasi Capo Clan sono sicuro che ti darebbe il permesso, io ti darei vitto e alloggio naturalmente cosi tu potrai vivere al castello di mio padre, così eviterai di fare tutta la strada a piedi…[ed eviterai anche di essere picchiato a sangue da tuo padre]” pensò tra se.

Awen lo stava guardando senza dire nulla, un’espressione confusa sul viso.

“Non credo che riuscirei a mentirgli…” disse semplicemente Awen tornando a guardare davanti a sè la strada di terra battuta che si snodava come un serpente.

Adam non si aspettava un rifiuto del genere, era sempre stato abituato ad avere tutto quello che voleva, e questa volta non sarebbe stato diverso; certo conosceva bene il carattere deciso e testardo che caratterizzava tutti gli scozzesi, e Awen non era diverso dagli altri.

“E se gli dicessi la verità? Se tu diventassi il mio valletto, io potrei assicurare un’alleanza col tuo Clan. So che la situazione è molto tesa ultimamente; organizzerò un banchetto per accogliere i Capi Clan di queste zone, così mi assicurerei la loro alleanza”

[…e te].

Awen non sapeva che rispondere, Adam non aveva tutti i torti, quella poteva rivelarsi un’astuta mossa politica per cercare di riappacificare i Clan…Tuttavia la questione era molto più complessa di quanto si potesse credere; Awen dubitava che suo padre gli avrebbe dato il permesso di prestare servizio presso un Lord inglese che lui detestava, e lui stesso non volva diventare un servo, tuttavia l’alleanza con un signore poteva rivelarsi molto utile…

“Potrei provare a parlare con mio padre…ma dubito che accetterà…e anch’io--”

“Non preoccuparti di questo ora, tra una settimana il banchetto sarà pronto, e io chiederò pubblicamente al tuo Clan il permesso di tenerti con me; davanti a tutte quelle persone non potrà di certo rifiutarsi non credi?”, il sorriso sul volto di Adam era così rassicurante che per un momento avrebbe voluto credere alle sue parole, ma purtroppo sapeva bene quanto fosse orgoglioso il popolo scozzese; non sarebbe stata un’impresa facile.

Eppure avrebbe voluto accontentare il suo signore.

[Lui è l’unico che si sia mai preoccupato per me], voleva ricambiare la sua gentilezza, perché quello che sentiva era gratitudine verso il suo signore…ma c’era anche qualcos’ altro, una sensazione, un sentimento mai provato prima che lo confondeva.

“Benissimo, allora è deciso! Manderò dei messaggeri al Capo Clan per avvertirlo del banchetto al più presto”.

 

Quando arrivarono al limitare del bosco Adam aiutò Awen a scendere da cavallo.

I due ragazzi si stavano guardando quando improvvisamente Awen disse,

“Ma vostro padre non si arrabbierà con voi per ciò che intendete fare? Non dovreste prima chiedere la sua approvazione?”

Adam non sembrava preoccupato, anzi, sorrise apertamente al ragazzo quasi volesse prenderlo in giro,

 “Non temere, mio padre non c’è e ha lascito a me il compito di comandare sulle sue terre, perciò, anche se provvisoriamente, sono io il signore del castello e non devo rendere conto a nessuno”.

Awen sembrava dubbioso, “Vostro padre ha abbandonato i suoi possedimenti in un momento così critico? Doveva di certo avere un’importante mansione da assolvere per…ehm--“.

Il viso del nobile si rabbuio d’improvviso al suono di quelle parole.

“E’ tornato per un breve periodo a Londra…da mia madre.”

“P-perdonatemi questi non sono fatti che mi possano riguardare…non volevo mancarvi di rispetto, vi chiedo scusa”. Awen era preoccupato, non aveva mai visto il viso di Adam così triste,

[sarei dovuto star zitto…].

“Non hai nulla per cui chiedermi scusa, non potevi saperlo.”

La tristezza era sparita dal suo viso che era tornato a sorridere come al solito; tuttavia le sue parole avevano turbato la felicità di Adam e Awen si chiedeva il perché.

Sarebbe voluto restare ancora un po’ assieme al suo signore, ma aveva trascorso troppe ore via da casa e sicuramente suo padre e i suoi fratelli si stavano chiedendo che fine avesse fatto.

Suo padre in particolare, si sarebbe arrabbiato molto.

 

Adam si accorse che Awen era preoccupato per qualcosa, ma non osò chiedere quale fosse il motivo, perché credeva di saperlo già.

[Sicuramente starà pensando alla punizione che gli aspetta per non essere tornato a casa… vorrei potergli evitare questa tortura ma per ora non posso far nulla…] pensò Adam amareggiato.

“Ora debbo andare è  tardi e devo ancora recuperare i secchi. Vi ringrazio per la vostra cortesia. Addio mio signore”.

Awen si era voltato dirigendosi verso il bosco, Adam avrebbe voluto chiamarlo mentre si stava allontanando ma non sapeva cosa dirgli, così lo guardo finche non sparì.

 

 

FINE CAPITOLO I

 

 

 

 

Note:

 

1)     Enaid = Vita

2)     Meddyg = Dottore

 

Ragazzi che fatica!!!!! *__*

Davvero non pensavo che scrivere una storia fosse così estenuante, mi ha tolto un sacco di                                                    energie psichiche, e molte ore di studio….beh per quelle fa anche lo stesso!

Cmq il capitolo uno è finalmente finito, la mia prima storia yaoi…ahahahahah che emozione! E’ ambientato nel XIII sec, cioè il periodo in cuoi gli inglesi conquistarono la Scozia…di fatti mi piacerebbe inserire le battagli di William Wallace contro gli inglesi…vediamo se ci riesco….Cmq spero che la storia vi piaccia, e vi ringrazio per averla letta!

Ora mi metto subito all’opera x scrivere il resto!