Note: Ci abbiamo messo tempo ma alla fine questa fic è conclusa!
Keith è il pg di Dragoneyes mentre Atnas è una mia creazione u__u Entrambi facevano parte di un vecchio (ed abbandonato) gdr sui vampiri ma visto che ci dispiaceva non usarli più abbiamo deciso di scriverci una fic.
Kieth e Aaron sono gestiti da Dragon mentre Atnas e la famiglia di Keith da me u__u

 


Undead Love

di Dragoneyes & Miyuki


 

La libreria era illuminata da una luce calda e soffusa, tutto ciò rendeva l’ambiente confortevole ed adatto ad una tranquilla sessione di lettura, c’era solo da scegliere uno dei numerosi libri che ricoprivano le pareti dal pavimento fino quasi al soffitto. Ma il padrone di casa sembrava aver già fatto la sua scelta.

Era comodamente seduto su un divano di pelle marrone, con un abajour accesa sul tavolino lì accanto che gli illuminava le pagine che stava scorrendo rapidamente con lo sguardo.

Fuori era appena calata la notte ma lui non aveva ancora voglia di uscire…la sua fame poteva aspettare qualche ora e poi il suo compagno non era ancora sceso, giaceva nella loro stanza a bearsi della confortevolezza del loro letto…lo avrebbe atteso e sarebbero usciti assieme per la loro caccia notturna.

Il ragazzo dai corti capelli corvini continuò a leggere indisturbato per un quarto d’ora prima che il suono del telefono disturbasse la sua concentrazione. Corrugò la fronte irritato cercando di ignorare quel trillio insistente, ma chiunque ci fosse all’altro capo della linea non sembrava voler demordere così facilmente. Alla fine distolse lo sguardo dal libro e puntò le sue iridi azzurre su quell’infernale marchingegno…e dopo l’ennesimo squillo decise di alzarsi per andare a rispondere.

Con passo veloce e secco che mostrava la sua irritazione Keith arrivò finalmente all'oggetto che aveva osato disturbare la sua lettura e alzò la cornetta.

"Pronto" disse in tono calmo ma che tradiva una certa nota di fastidio nascosta nella sua profondità.

“Keith…” disse una voce profonda e fin troppo famigliare dall’altra parte della linea “Finalmente, stavo quasi perdendo la speranza che rispondessi…ti ho forse disturbato?”

Per un attimo il viso di Keith si contrasse in una smorfia tutt'altro che contenta nel sentire quella voce: forse sarebbe stato meglio se avesse esitato ancora un po' prima di rispondere, in quel modo forse avrebbe potuto evitare di parlare con lui, ma ormai il danno era fatto.

"Buonasera padre" disse in tono calmo "Non mi avete disturbato, ero solo intento nella lettura di un libro"

“Oh perdonami per averti interrotto…non era mia intenzione…ma dovevo parlarti con urgenza e sapevo che a quest’ora era più facile trovarti in casa…non ti ruberò molto tempo”

In realtà il padre non era affatto dispiaciuto come sembrava ma come al solito era abile a modulare la voce in modo da far sembrare l’esatto contrario di quello che in realtà voleva intendere…non per nulla era il loro capofamiglia.

Keith sospirò mentalmente: l'ultima volta che suo padre gli aveva detto di volergli parlare con urgenza avevano avuto un'accesa discussione riguardante il suo fidanzato ed il fatto che secondo suo padre avrebbe dovuto mirare a ben altro...

"Capisco...cosa volevate dirmi, padre?" domandò poi mantenendo sempre il suo tono cortese.

“Bene, vengo subito al dunque. Questo fine settimana nel nostro maniero si terrà una festa, alla quale è superfluo dirti che parteciperanno i più illustri componenti delle altre famiglie non che della nostra razza…si parlerà come al solito di politica, nulla che tu non abbia mai affrontato prima, quindi è richiesta la tua presenza” spiegò sintenticamente Raphael.

Keith si concesse un istante per alzare gli occhi al cielo: perchè non era sorpreso che la chiamata avesse come oggetto una cosa del genere?!

"Mi dispiace padre ma temo di non poter venire" sospirò. In realtà poteva, ma il problema era che non gli andava.

“Keith…per un avvenimento di questa importanza temo che tu debba rimandare qualsiasi altro impegno tu abbia preso in precedenza” disse il padre con voce tranquilla che però sembrava non voler ammettere repliche “La tua presenza è necessaria e lo sai bene…sei l’erede dei Laysenber, non puoi mancare!”

"Quanto vorrei potermene dimenticare" replicò con un sospiro Keith "Immagino che non mi lasci molta scelta vero?" commentò poi chiedendosi come avrebbe reagito se gli avesse detto che ci sarebbe andato e poi non si fosse presentato...ma no purtroppo lui aveva il brutto vizio di essere leale alla parola data...

Raphael decise di ignorare il commento che si era lasciato sfuggire suo figlio, non volendo iniziare l’ennesima discussione quando aveva già abbastanza cose a cui pensare per organizzare la festa.

“Temo di no”

"Va bene, verrò" acconsentì, ma le sue labbra si piegarono in un sorrisetto divertito quando continuò ciò che fino ad allora aveva solo pensato "Ma a condizione che venga pure Atnas in qualità di mio fidanzato ufficiale" aggiunse.

Ci fu un attimo di silenzio dall’altra parte della cornetta durante il quale Raphael cercò di controllarsi dall’assalire verbalmente suo figlio per ciò che aveva appena pronunciato.

“Spero tu stia scherzando…” disse dopo aver riacquisito un minimo di autocontrollo, anche se dal tono della sua voce si poteva chiaramente percepire la sua totale disapprovazione.

"Temo di no" replicò Keith imitando le parole dette dal padre poco prima "Se non verrà anche lui ti assicuro che non mi presenterò a meno che tu non venga qui personalmente e mi trascini lì di forza. E se anche lo facessi ti rendo immediatamente noto che nel caso tu ci riuscissi farò qualsiasi cosa pur di farti sfigurare di fronte ai tuoi preziosi 'amici' " aggiunse mentre i suoi occhi si socchiudevano con fare minaccioso nonostante sapesse bene che l'altro non poteva vederlo.

“Keith…ho portato fin troppo pazienza per questa tua ‘infatuazione’! Quel…ragazzo…non è adatto a te! Devo forse ricordarti di che famiglia fa parte!? E’ un emarginato!” disse con voce bassa ed inquietante “Sono stato fin troppo clemente con te ma se pensi che gli permetta di mettere piede nella mia dimora e permetta a te di annunciarlo come tuo fidanzato ufficiale sei pazzo!”

"Perfetto, allora puoi tranquillamente dimenticarti della mia presenza alla festa" replicò Keith cominciando ad alterarsi anche lui: odiava quando suo padre parlava in quel modo di Atnas.

"E per la cronaca" aggiunse con fare velenoso "La mia non è un'infatuazione, quindi smettila di tentare di sminuire il nostro rapporto chiamandolo in quel modo!"

“Per me la tua resterà sempre e soltanto un’infatuazione! Mi proibisco di pensare qualcosa di diverso con un simile elemento!” ruggì “Tu sei l’erede della famiglia Laysenber, una delle più nobili e potenti della nostra razza! Dovresti sceglierti un compagno o una compagna più adatti al tuo rango…non un…un…impuro come lui!!”

"Un compagno od una compagna più adatti a me?!" replicò Keith sentendo una furia gelida farsi strada dentro di sè "Per quanto mi interessa la nostra casata può anche venir rasa al suolo se questo mi permetterà di stare con lui in tranquillità" affermò con voce glaciale.

“Non osare dire una cosa del genere! Non te lo permetto! Verrai a questa festa senza fare storie e ti comporterai in modo impeccabile, sono stato chiaro!?” disse il padre più furioso che mai…era tutta colpa di quel ragazzo che aveva traviato suo figlio e lo aveva portato a ribellarsi contro la sua stessa famiglia.

"Mi dispiace" replicò Keith in un sibilo pericoloso "Ma ti ho già detto l'unica condizione esistente per farmi venire e non ho alcuna intenzione di cambiare idea in merito! Non sono più  il ragazzino che ti ubbidiva per paura di essere cacciato di casa, ora sono una persona autonoma, con una propria casa ed un proprio reddito, e tu non hai più alcun diritto per comandarmi!"

“Io sono tuo padre ed il capo di questa famiglia, ho potere di vita e di morte su tutti i suoi membri! Solo perché tu sei mio figlio non pensare che le regole non valgano anche per te…se continuerai a contrastarmi in questo modo un giorno potresti pentirtene amaramente…e tieni presente che il tuo amichetto vive ancora per mia decisione…potrei ritirare il mio ordine in qualsiasi momento e tu non potresti fare nulla per salvarlo…vedi perciò di esserne grato” tenne a precisare con voce profonda e tagliente, sulle sue labbra con tutta probabilità era comparso un ghigno malevolo nel sapere di tutto il potere che aveva nelle sue mani “In ogni caso portalo pure se questo ti farà venire alla festa…ma sappi che nessuno di noi ne dei nostri ospiti lo riconoscerà mai come tuo compagno di vita!”

"Fate come volete" replicò Keith con uno sbuffo "Illudete solo voi stessi se credete che io possa innamorarmi di qualcuno che non sia lui" aggiunse ignorando la minaccia fattagli dal padre: in fondo ormai era diventata di rito comune ogni volta che si parlava di Atnas, senza considerare che se avesse davvero tentato di portarla in atto avrebbe provveduto personalmente a spaccare il cranio di suo padre contro uno dei suoi tanto amati e costosi mobili.

“Ti aspetto sabato sera…alle 10 in punto…vedi di non mancare!” e con questo Raphael interruppe la conversazione.

Con un suono simile ad un ringhio Keith ripose la cornetta al suo posto trattenendosi a stento dallo scaraventarla con furia: se non altro aveva avuto il consenso di portare Atnas con sè...ma a proposito di Atnas ora sorgeva un problema.

"E ora come glielo spiego che deve venire con me a quella festa?" sospirò Keith passandosi una mano tra i capelli scuri. Scuotendo il capo prese a salire le scale dirigendosi verso la camera che divideva con il suo compagno.

Una volta entrato nella stanza, arredata in modo impeccabile come il resto della casa, notò il letto matrimoniale sfatto come lo aveva lasciato un’ora prima…solo che al suo interno non vi era la figura addormentata del suo compagno. Evidentemente si era già alzato.

Infatti Atnas se ne stava in piedi in tutto il suo splendore sulla porta del bagno…addosso aveva solo un paio di pantaloni bianchi di tuta, che gli stavano bassi sui fianchi snelli…il petto era nudo e umido d’acqua, come i suoi lunghi capelli rossi che erano adagiati su una spalla mentre era intento ad asciugarli con un telo asciutto.

“Ehi…si può sapere cos’è successo? Ho sentito le tue urla fin quassù.”

Per un istante Keith non rispose, limitandosi a sorridere appena mentre ammirava la bellezza del suo compagno. Poi con passo veloce gli fu d'innanzi dandogli un lieve bacio sulle labbra mentre gli passava le braccia intorno alla vita per trarlo a sè.

"Era mio padre" sospirò scuotendo il capo.

Una smorfia di disgusto comparve sulle labbra del rosso nel sentire quelle semplici parole.

“E che cosa voleva sua maestà il grande Raphael?” disse con evidente tono di scherno…ad Atnas andava a genio quell’uomo tanto quanto a quest’ultimo andava a genio lui…il loro era un odio reciproco, anche se ad essere sinceri Atnas andava d’accordo con ben poche persone visto il suo passato.

"Distruggere il nostro fine settimana" replicò Keith alzando gli occhi al cielo "Siamo costretti ad andare ad una di quelle feste che sembrano piacere tanto a lui e ai suoi compari, e in cui l'unica cosa che si fa è parlare tentando di tessere o sciogliere alleanze tra le varie casate..." spiegò con un sospiro.

Atnas smise di asciugarsi i capelli e lo fissò attentamente socchiudendo un po’ gli occhi, dandogli un taglio più duro del solito.

“Non mi starai dicendo che ci devo venire anche io spero?”

"Mi sa di sì invece" replicò Keith con un piccolo sorriso di scusa: forse aveva fatto male a metterlo in mezzo...

"Sono riuscito a convincerlo a farti venire come mio fidanzato ufficiale e volevo approfittarne per far capire a tutti loro che non ho alcuna intenzione di mollarti né tanto meno di mettermi con uno dei loro figli..." aggiunse.

Il rossino lo fissò ancora qualche istante prima di svicolare dal suo abbraccio per avanzare nella stanza e mettere una certa distanza tra loro.

“Apprezzo il tuo sforzo ma no grazie! Non ci tengo affatto a mischiarmi con quei nobilotti che non farebbero altro che guardarmi dalla testa ai piedi bisbigliando tra di loro il loro disgusto per uno della mia ‘specie’!” disse con voce leggermente alterata “Fosse solo per questo potrei anche sopportarlo…ma è come se stessi chiedendo a cappuccetto rosso di andare a braccia aperte nella tana del lupo…e risparmiati le battute a riguardo! Sai bene che ho passato la maggior parte della mia esistenza a nascondermi da gente simile che voleva la mia testa…quindi se vuoi andarci vacci pure da solo!”

Per alcuni istanti Keith non disse nulla, poi si riavvicinò ad Atnas prendendo una delle sue mani nella propria per poi portarsela al viso e posarvi sopra le proprie labbra.

"È questo il punto. Io non voglio che tu debba nasconderti; voglio vederli rodersi il fegato per non essere riusciti ad escluderti dalla loro 'gabbia di perfezione'; voglio che tu stia con me e che mostri loro tutto il tuo orgoglio" mormorò fissandolo intensamente con i propri occhi chiari.

Atnas fissò Keith con attenzione, con i suoi occhi sempre assottigliati che esprimevano chiaramente il rancore che provava nelle profondità della sua anima per la maggior parte della loro gente.

“Questo però non cambierà le cose e tu lo sai.”

"Non importa, è sempre bene tentare" replicò Keith "Se ci si affida al destino le cose non cambieranno comunque" disse con un mezzo sorriso agitato nel profondo dalla tristezza, tristezza nata dalla sua coscienza del dolore che quelli 'come lui' avevano portato ad Atnas.

Uno strano guizzo attraversò le iridi dorate del rosso e le sue labbra si piegarono in una smorfia dura e colma di rammarico.

“Sono stanco di tentare, ho provato troppe volte cambiare le sorti della mia vita ma non è servito a nulla…serve solo ad aumentare la propria delusione dopo il fallimento” disse abbassando il capo per evitare di farsi vedere in volto dal moro.

Keith sospirò debolmente mentre alzava le mani e le posava sulle sue guance per fargli sollevare il viso e fissarlo negli occhi.

"Ma il tentare...non ti ha forse portato a me? Il tentare disperatamente non ci ha forse fatti trovare? Se io non avessi tentato ora non sarei qui con te ma costretto da mio padre in qualche altro luogo da me odiato..." sussurrò gentilmente.

“Questa è forse stata l’unica cosa positiva che è successa da quando esisto…e sono già abbastanza tormentato dal fatto di temere che prima o poi tutto questo finisca…pretendere che qualcos’altro vada per il verso giusto è troppo…”

"Non finirà" disse sicuro Keith i cui occhi azzurri per un istante sembrarono di una profondità senza fondo "Non permetterò che accada, non permetterò che qualcuno ti faccia soffrire ancora, non permetterò a nessuno di mettersi tra noi, noi saremo felici, ne abbiamo tutto il diritto"

Atnas lo fissò attentamente per poi chiudere gli occhi e scuotere il capo.

“Quando parli così sembra che tutto sia davvero possibile…” sussurrò con voce triste.

"Lo è" replicò l'altro con sicurezza "È davvero tutto possibile, il primo passo per renderlo tale è crederci ed impegnarsi, è impossibile cambiare il destino se non si crede di poterlo fare"

“Ti odio quando fai così…” sospirò appoggiando il capo contro il suo petto “Non riesco ad arrabbiarmi e protestare come vorrei.”

"Attento a rivelarmi certe cose" replicò l'altro con un sorriso divertito mentre gli passava le braccia intorno alla vita "Potrei approfittarne più spesso..."

Atnas lo fissò con la coda dell’occhio e le sue labbra si incresparono in uno dei suoi soliti sorrisini.

“E tu attento alle richieste che mi fai…se anche sono sulla buona strada per accettare questa tua folle proposta non ho intenzione di farlo gratuitamente sai? Recarmi dalla tua famiglia e partecipare ad una delle loro feste ha un prezzo piuttosto altro…”

Keith ghignò appena e lo fissò con gli occhi luccicanti di una strana luce.

"Ah sì? E cosa vorresti in cambio?" domandò tranquillamente.

“Mhh…non lo so…chissà cosa potrei mai chiederti che abbia così tanto valore…” rispose con espressione fintamente assorta mentre passava con innocenza le mani sul suo petto ricoperto dalla seta nera della sua camicia.

"Già, mi domando cosa..." replicò con un sorrisetto Keith mentre gli accarezzava la schiena con le mani e andava con la bocca a succhiare delicatamente il collo dell'altro.

Atnas ridacchiò lasciandogli campo libero sul suo collo ma non trattenendosi dal provocarlo ancora un po’…adorava stuzzicarlo, soprattutto perché adorava come rispondeva Keith a questo loro piccolo gioco. Con tutti i ricordi spiacevoli che erano stati rievocati da questa breve seppur intensa discussione aveva proprio bisogno del calore dei gesti e delle parole del compagno per tirarsi su di morale…e soprattutto se voleva davvero mettere piede in quella casa maledetta.

“Mi sembra che tu abbia già formulato un’idea di pagamento…chi ti dice che è la stessa che sto pensando io…” disse con voce maliziosa continuando a far vagare la sua mano.

"Perchè hai cominciato tu" replicò l'altro lanciandogli un'occhiata divertita, una delle sue mani ancora vagava sulla schiena dell'altro mentre l'altra stava salendo ad affondare nei suoi capelli.

“Oh, è sempre colpa mia vero?”

"Diciamo che è colpa comune visto che siamo maniaci entrambi" ghignò Keith dandogli un veloce bacio sulle labbra.

“Mh…forse…” mormorò sollevandosi quel tanto che bastava per riprendere possesso delle labbra del compagno e racchiuderle con le proprie in un bacio più serio.

Negli occhi di Keith parve passare un lampo divertito mentre succhiava le labbra del compagno e le accarezzava con la propria lingua. Il rossino schiuse le labbra e lasciò che la lingua del compagno entrasse nella propria bocca in esplorazione, andandole incontro con la propria per iniziare un lento gioco di seduzione.

Keith assaporò a fondo il calore della sua bocca, gli occhi socchiusi in un'espressione soddisfatta mentre faceva scivolare una mano sul petto di Atnas e sfiorava appena uno dei suoi capezzoli. Il ragazzo emise un lieve gemito che si perse nel loro bacio a quel contatto ed istintivamente si fece più vicino al corpo dell’altro…le sue braccia scivolarono lentamente attorno alle sue spalle per assicurarsi un abbraccio saldo.

Keith fece passare la mano che prima era sul suo petto lungo il suo fianco, sfiorando appena la pelle come a provocarlo e la fece scendere fino a farla entrare nei suoi pantaloni e accarezzare le natiche di Atnas.

“Mhh…Keith…” gemette il rossino allontanandosi finalmente dalle labbra del moro per poterlo fissare con occhi socchiusi ma colmi di passione.

"Sì, amore?" domandò l'altro con finta innocenza mentre continuava le sue carezze e andava con le labbra a succhiargli il lobo dell'orecchio.

Atnas non rispose bensì iniziò a sbottonargli la camicia, nonostante i suoi tocchi continuassero a distrarlo dal suo compito.

Keith intanto continuò a prendersi cura del suo orecchio, leccandolo con la lingua e mordicchiandolo appena, mentre le sue mani continuavano ad accarezzare la pelle dell'altro. Atnas fremette a tutte quelle stimolazione ed una volta che la camicia fu totalmente sbottonata la getto subito a terra e si strinse a lui, facendo aderire i loro petti nudi e creando una piacevole frizione delle loro pelli perfette.

Keith si lasciò sfuggire un mugolio di approvazione mentre le sue labbra cercarono nuovamente quelle dell'altro, intanto istintivamente stava cominciando a far in modo che Atnas indietreggiasse fino al loro letto. Quest’ultimo, nonostante fosse inebriato dalle sensazioni che il compagno stava generando in lui, capì al volo le sue intenzioni e si mosse verso il letto tenendoselo il più stretto possibile…e quando lo urtò si lasciò subito cadere sul materasso tirandosi Keith addosso.

Keith si sistemò su di lui, facendo perno con le mani ai lati della testa di Atnas e riprendendo immediatamente il bacio interrotto in quella piccola parentesi. Atnas rispose subito al bacio rendendolo molto passionale e passò le mani tra i suoi capelli corvini in febbrili carezze.

Quando i due si separarono Keith scese lungo il suo collo con la lingua, mordicchiò un po' le clavicole e scese ancora fino a prendere tra le labbra uno dei suoi capezzoli, succhiandolo appena.

Atnas gemette di nuovo e si inarcò contro quel tocco, artigliando i suoi capelli e le sue spalle mentre cercava di avere di più di quella sensazione inebriante. Keith prese tra i denti il capezzolo che fino ad allora aveva toccato solo con lingua e labbra, e lo mordicchiò piano, una delle sue mani intanto percorse la linea dei suoi addominali scendendo sempre di più verso il basso.

“K-keith…” ansimò percorso da brividi di piacere mentre le sue mani presero a vagare sulla sua schiena ed il suo corpo si strusciava voluttuosamente sotto quello del compagno.

Keith sorrise appena a quel live ansito e la sua mano raggiunse finalmente il cavallo di Atnas stringendolo un po' tra le dita, i suoi occhi chiari erano fissi sul volto del suo compagno. L’espressione di Atnas era deformata in modo deliziosamente invitante dal desiderio che stava provando, il suo corpo fu attraversato da una scarica elettrica quando la mano di Keith toccò la sua virilità eretta attraverso la morbida stoffa dei pantaloni ed il suo corpo si mosse d’istinto verso quel tocco per aumentare la pressione.

Keith diede un morsetto un po' più profondo alla pelle morbida del suo capezzolo e con calma infilò la mano nei pantaloni di Atnas, toccando così finalmente il suo sesso senza l'impiccio della stoffa.

“Mh…non s-smett…ah…re…” sussurrò artigliandogli le spalle e muovendo di più il bacino.

"Non ne ho alcuna intenzione..." soffiò Keith sulla sua pelle mentre con la mano stuzzicava la punta del suo sesso, con le labbra intanto era risalito a baciagli il collo.

Atnas si sciolse in altri versettini d’apprezzamento, affidandosi completamente alle dolci cure di Keith, che come sempre sapeva perfettamente dove toccarlo per farlo impazzire. Keith salì ancora fino a baciare nuovamente le sue labbra e affondare al suo interno, la sua mano intanto aveva afferrato completamente la virilità di Atnas cominciando a stimolarla.

Il rossino mugolò nel bacio e rispose con fervore stringendosi a lui ed allargando le gambe per farci accomodare in mezzo Keith.

L'uomo moro si sistemò meglio su di lui mentre continuava a toccare con la mano la sua virilità. La sua lingua affondava con desiderio crescente nella bocca di Atnas e la sua mano libera era andata a toccargli la pelle del petto, accarezzandola appena. Atnas si inarcava e contorceva sotto di lui con movenze sensuali ad ogni tocco, Keith stava facendo la maggior parte del lavoro ed una piccola vocina nella sua mente offuscata dalle sensazioni gli fece notare che non era affatto giusto. Non era corretto che il compagno si divertisse in quel modo da solo, in oltre aveva addosso decisamente più vestiti di lui…no, non era affatto giusto. Quindi decise di porre rimedio alla cosa. Con mani tremanti si avvicinò ad i suoi pantaloni e cominciò a trafficare con i bottoni e la cerniera cercando di mantenere un contatto con la realtà sufficiente da fargli portare a termine il suo lavoro…dannato Keith che era così bravo in quello che faceva…non che gli dispiacesse poi tanto in fondo.

Keith ghignò immaginando cosa stesse passando nella mente del suo compagno ma per nulla intenzionato a rendergli il compito più semplice. Con le labbra ora libere andò a succhiare il suo orecchio mentre le sue dita continuavano il proprio lavoro.

“B-bastardo….” ansimò quando fu travolto dall’ennesimo brivido di piacere, cosa che gli fece scivolare dalle dita la cerniera che era riuscito ad abbassare per metà.

"Uhm...sì...è possibile..." commentò Keith con un sorrisetto divertito mentre continuava a torturargli l'orecchio con la lingua, i suoi occhi chiari erano illuminati di una luce famelica che danzava nelle loro profondità.

Il rosso gemette leggermente frustrato ma riuscì a slacciare del tutto i suoi pantaloni. Ora con un po’ più di libertà di movimento decise di ricambiare le attenzioni che gli erano state date. Afferrò il sesso al di sotto dei boxer e cominciò a massaggiarlo con un ritmo simile a quello imposto dalla mano di Keith sul suo.

Il moro mugolò di approvazione mentre le sue labbra tornavano verso quelle di Atnas.

"La prendo come una sfida..." vi soffiò sopra per poi assalirle con le proprie affondando nella sua bocca, la sua mano si muoveva un po' più velocemente sul sesso del compagno.

Atnas emise un versetto simile ad un basso ringhio sensuale e mosse il bacino contro la mano del compagno mentre a sua volta seguiva il ritmo della sua mano con la propria…una sfida era una sfida e lui non avrebbe perso tanto facilmente.

Keith continuò ad affondare nella sua bocca per poi scendere lungo il suo collo e mordicchiarlo con i canini, la sua mano libera stava giocando con uno dei capezzoli di Atnas facendolo inturgidire. Il respiro del rossino si era fatto ancora più irregolare e annaspante, odiava arrendersi per primo ma il piacere che stava provando era troppo e se avessero continuato in quel modo non avrebbe resistito ancora a lungo e lui non voleva che finisse così.

“Keith…smettil…ahh…basta……non voglio v-venire così…” mormorò stringendo con la mano libera una sua spalla per avere la sua attenzione.

Gli occhi azzurri di Keith si focalizzarono su di lui mentre annuiva appena. Velocemente si liberò dei propri vestiti per poi finire di sfilare i pantaloni di Atnas  per riposizionarsi infine tra le sue gambe. Atnas lo fissò con i suoi intensi occhi dorati, da sotto le palpebre leggermente socchiuse. Si leccò le labbra in anticipazione nel vedere e sentire Keith stendersi sopra il proprio corpo e far combaciare le loro pelli scoperte, senza esitazione allargò maggiormente le gambe e mosse il bacino verso l’alto, facendogli capire che cosa desiderava…ma sapendo quanto amava Keith sentirgli pronunciare certe parole, decise di esprimere anche a voce ciò di cui aveva bisogno.

“Ti voglio Keith…adesso…dentro di me…” sussurrò con voce dolce e sensuale, un caldo invito.

Un piccolo sorriso piegò le labbra di Keith a quelle parole mentre le posava su quelle dell'altro.

"Come comandi, mio amore" replicò appena cominciando ad entrare lentamente dentro di lui per far si che si abituasse alla sua presenza.

Atnas abbozzò un sorriso intenerito alla delicatezza con cui Keith lo stava penetrando, temendo di fargli troppo male visto che non gli aveva permesso di prepararlo…ogni volta che il moro lo toccava o baciava il quel modo, ogni volta che facevano l’amore prendendosi tutto il tempo del mondo per godersi quel momento di unione, si sentiva la persona più speciale che esistesse…così amata e desiderata.

Però quella sera voleva qualcosa di diverso, quella sera aveva bisogno di sentirlo, voleva che ogni nervo del suo corpo bruciasse di passione così gli passò le braccia attorno al collo e le gambe attorno alla vita.

“Non aver paura…di farmi del male…” sussurrò a pochi millimetri dalle sue labbra prima di spingere il bacino contro di lui e farlo scivolare in un’unica rapida mossa dentro il suo corpo.

Keith gli succhiò le labbra fissando i propri occhi nei suoi per poi ubbidire al suo comando: con spinte profonde affondò dentro di lui sentendo l'eccitazione crescere dentro di sè insieme al piacere per la sensazione di essere unito insieme al proprio amato.

Atnas chiuse gli occhi e gettò la testa in dietro gemendo di piacere ad ogni spinta…il dolore della penetrazione era stato praticamente inesistente ma comunque ben accetto. Amava tutto ciò, lo faceva sentire così ricco di energia…così vivo…anche se quel termine non era poi molto adatto a nessuno dei due.

Sentendo i versi di piacere del proprio compagno Keith aumentò le spinte mentre i suoi occhi lampeggiavano di bramosia: amava vederlo in quello stato e sentirlo gemere sotto di sè.

“K-keith…” ansimò come un mantra mentre si stringeva maggiormente al compagno ed assecondava i suoi movimenti per avere di più di quelle intossicanti sensazioni che lo stavano facendo impazzire. Keith era tutto per lui…non lo aveva mai ammesso a voce però era convinto che il ragazzo lo sapesse…gli aveva mostrato una felicità che non avrebbe mai sperato di ottenere, per questo temeva di perderlo da un momento all’altro. Non lo avrebbe sopportato.

Come avvertendo i pensieri di Atnas  si protese verso di lui, baciandogli le labbra come a volergli dimostrare la propria presenza accanto a lui, per poi scendere a mordicchiargli il pomo d'Adamo con i canini, graffiandolo appena. Atnas fu attraversato da un brivido di aspettativa a quel tocco, si leccò inconsciamente le labbra e reclinò il capo per lasciare in bella vista la pelle candida del collo, in totale balia delle attenzioni di Keith.

L'uomo moro lo fissò mentre i suoi occhi chiari venivano attraversati da un lampo famelico nelle loro profondità e si chinò verso di lui poggiando le labbra al lato del suo collo. Con lentezza leccò la sua pelle e la succhiò un po' per poi morderlo e lacerarla con i canini fino a far sgorgare il suo sangue nella propria bocca.

Atnas spalancò gli occhi facendo uscire dalle labbra un gemito roco di puro piacere, poi si lasciò andare sul materasso in preda all’estasi, permettendo al compagno di attingere alla sua fonte vitale. Il suo corpo era completamente rilassato mentre Keith continua a possederlo e man mano che beveva il suo sangue e le sensazioni diventavano sempre più intense ed incontrollabili, si sentiva sempre più vicino al punto di non ritorno.

Anche Keith sapeva di stare per cedere, la sua mente era doppiamente inebriata dalla sensazione del dolce sangue che gli scorreva in gola e dall'eccitazione nel sentire i versi di piacere del proprio compagno. Alla fine, qualche minuto dopo, Atnas non resistette oltre e riversò la propria essenza tra i loro corpi, aggrappandosi con forza a lui e gemendo il suo nome.

Sentendo Atnas raggiungere l'orgasmo, Keith a sua volta non potè resistere, riversandosi dentro di lui con un gemito soffocato contro il suo collo.

Il vampiro dai capelli rossi si accasciò sul letto completamente privo di forze ma allo stesso tempo appagato, le sue mani si misero ad accarezzare lentamente la schiena del compagno mentre se ne restava ad occhi chiusi a godersi quella sensazione di totale appartenenza a qualcuno.

Keith uscì da lui, stendendoglisi accanto, e lo trasse a sè per abbracciarlo, il suo sguardo era gentile e dolce mentre osservava il suo compagno e gli dava un leggero bacio sulla fronte. Atnas aprì un po’ alla volta gli occhi e fissò il moro con espressione dolce ed un leggero sorriso felice sulle labbra, che si scontrava un po’ con i ghignetti o le solite smorfie che caratterizzavano il suo viso.

Keith lo osservò ancora alcuni istanti, infine un piccolo sorrisetto divertito apparve sulle sue labbra.

"Se diventi così carino finirò per saltarti addosso di nuovo" gli soffiò sulle labbra mentre le sue iridi ridevano gentilmente.

Una bassa risata uscì dalle labbra del rosso, alzò una mano e sfiorò il viso del compagno con le dita.

“Sei sempre il solito…ma quando mai io mi sono lamentato delle tue attenzioni, eh?” mormorò sfiorando appena le sue labbra in un bacetto.

Keith sorrise appena traendolo maggiormente a sè e accarezzando con le mani la sua pelle senza malizia.

"In effetti non è ancora capitato...devo dedurne che sono un vero esperto, vero?" ghignò ammiccando con fare divertito.

Atnas si accoccolò contro di lui usando la sua spalla come cuscino e lo fissò a sua volta con sguardo divertito.

“Mi chiedi solo ora un giudizio sulle tue arti amatorie? Dopo più di un anno che ci conosciamo…”

"Uhm...probabilmente siccome non replicavi non avevo premura di sapere il giudizio visto che era scontato" replicò Keith passandogli una mano tra i capelli mentre ghignava di rimando alla sua espressione.

“Se non ti avessi ritenuto sufficientemente…capace…ti assicuro che lo avresti saputo.” lo punzecchiò.

"Ne sono sicuro considerando la tua arte oratoria" affermò Keith facendogli una linguaccia giocosa.

Atnas rise di nuovo.

“Cretino…piuttosto, quali erano i programmi della serata? Anche se non mi è dispiaciuto questo ‘esercizio’ extra.”

"Andare a caccia si suppone" replicò Keith con tranquillità "Poi se vuoi possiamo anche ripetere gli esercizi di cui sopra..." aggiunse con un lampo nello sguardo chiaro.

“Beh…mi sembra il minimo…sei ancora lontano dal ripagarmi anticipatamente per l’enorme favore che ti farò questo week-end, sai?” disse Atnas sollevandosi un po’ sulle braccio e mettendosi leggermente sopra a Keith fissandolo biricchino.

"Uhm...sarò ben felice di ripagarla al massimo delle mie possibilità" commentò Keith con un'aria biricchina mentre protendeva una mano ad accarezzargli la guancia.

Atnas sorrise. Si chinò e baciò leggermente le labbra del compagno prima di lasciarle andare.

“Direi che come inizio ci starebbe una bella doccia, possibilmente assieme…poi ci rivestiamo ed usciamo, che dici?”

"Dico che sono accettate entrambe le proposte" ghignò giocherellando con le dita con una ciocca di quei capelli che tanto adorava.

“Bene…allora andiamo…” disse Atnas tirandosi a sedere e scendendo dal letto, prima di porgere una mano a Keith per farsi seguire.

Alcuni attimi dopo i due sparirono oltre la porta del bagno per farsi l’ennesima doccia di quella sera.

 

***************************

 

“Keith, ripetimi un’altra volta perché ho accettato di partecipare a questa festa?” chiese Atnas mentre controllava il suo abbigliamento davanti allo specchio con espressione per nulla felice. Primo motivo perché odiava indossare simili abiti formali! Secondo perché sapeva già in anticipo che sarebbe stata una serata infernale…avrebbe dovuto chiedere un pagamento più alto a Keith per un simile favore…

"Uhm...perchè mi ami tanto e ti ho corrotto con una serata di passione?" replicò con un sorrisetto divertito Keith mentre anche lui finiva di sistemarsi addosso i vestiti "Sei piuttosto economico, sai?" aggiunse con fare scherzoso avvicinandosi a lui e dandogli un'occhiata per vedere come stesse in quegli abiti: anche se sapeva che Atnas li odiava, secondo lui gli stavano davvero bene indosso.

“Tsè…economico…non mi sembra che a te sia dispiaciuto poi tanto il metodo di pagamento…” borbottò il rosso sistemandosi il colletto della camicia color cremesi, sopra indossava un’elegante giacca nera abbinata ai pantaloni e scarpe laccate talmente rigide da dargli fastidio…avrebbe pagato oro per poter indossare un paio di comode scarpe da ginnastica, decisamente più nel suo stile.

"È appunto per questo che dicevo che sei economico" commentò Keith avvicinandosi ancora di più a lui per passargli una mano tra i capelli e sistemarglieli meglio. Lentamente poi la fece scivolare lungo il lato del suo viso mentre accarezzava la guancia di Atnas con le nocche e avvicinava il viso al suo.

"Sopporta questa serata per me, amore" gli disse piano "Ti assicuro che poi mi farò perdonare per averti costretto a questo"

“Mh….sarà meglio…a fine serata avrò un bel po’ di stress da scaricare…” mormorò con espressione sempre un po’ scocciata “E ti avverto che ho intenzione di difendermi se qualcuno è tanto stupido da cercare rogna…non mi fido di tuo padre e men che meno dei suoi ospiti…”

In fondo lui era sopravvissuto così a lungo al contrario della maggior parte della sua gente proprio perché non si fidava di nessuno.

"Non preoccuparti, a questo proposito..." sospirò Keith "...hai carta bianca...basta che non mi togli tutto il divertimento e lasci anche a me qualcuno a cui rispondere per le rime" aggiunse ammiccando con fare cospiratore mentre si protendeva a dare un lieve bacio sulle sue labbra.

Atnas a quel gesto ed a quelle parole abbozzò un sorriso.

"D'accordo...farò del mio meglio per lasciarti qualcuno da malmenare..."

"Molto bene..." replicò Keith "...riflettendoci meglio probabilmente a fine serata non sarai l'unico a dove scaricare un bel po' di stress...che dici, vuoi provare a fare una maratona quando torniamo?" ghignò poi mentre i suoi occhi chiari scintillavano.

“Se riesci a tenere il ritmo, mio caro…” rispose il rosso con un sorrisino malizioso.

"Oh, sta sicuro che quello non è un problema..." commentò Keith "...dovresti saperlo che non crollo tanto facilmente..." disse mordicchiando appena le labbra dell'altro come a volersi appropriare del suo sorriso malizioso.

Atnas allungò la lingua verso la sua in un gesto provocatore.

“Lo scopriremo presto…”

Per tutta risposta Keith si protese accogliendo la lingua di Atnas nella propria bocca ed impegnandosi con lui in un bacio profondo ma quieto. Il vampiro dai capelli rossi non si fece pregare e rispose al bacio con trasporto, stringendosi un po’ a lui con il proprio corpo.

Keith continuò a baciarlo ancora per alcuni istanti infine, dopo essersi separato da lui, gli mordicchiò appena il naso con fare scherzoso.

“Consideralo un anticipo per l'indennizzo" disse "Per il resto vedremo che si può fare più tardi”

“Mhh…me lo farò bastare…” mormorò leccandosi le labbra prima di scivolare fuori dal suo abbraccio e darsi un’ultima occhiata allo specchio. Storse la bocca in una leggera smorfia…non era il suo stile ma era passabile “Ti conviene portarmi via prima che cambia idea…sei pronto?” mentre si legava come tocco finale i capelli in una coda con un nastro di velluto verde scuro.

Keith annuì mentre osservava i suoi ultimi gesti e poi protese una mano a prendere la sua nelle proprie.

"Allora andiamo" disse fissandolo con dolcezza e sperando di tutto cuore che gli altri non se la sarebbero presa con lui con troppo accanimento...non voleva vedere l'altro arrabbiarsi...odiava quando succedeva.

 

Arrivarono alla tenuta dei Laysenber in perfetto orario. Il castello si ergeva su una piccola collina un po’ fuori città e gli ci vollero alcuni minuti per giungere all’entrata dell’edificio dal cancello che delimitava i confini della proprietà, visto che quest’ultima comprendeva buona parte del terreno della collina stessa.

Il viale alberato era tutto illuminato come il castello stesso…suo padre non aveva davvero badato a spese per questa festa, come al solito. Amava fare le cose in grande per far sapere che i Laysenber erano sempre e comunque una delle famiglie più nobili ed influenti della loro razza.

Keith fermò la macchina ai piedi dell’enorme portone e scese assieme ad Atnas, per dare poi le chiavi ad un servo umano che avrebbe pensato a parcheggiare la sua vettura da qualche parte.

Il vampiro da capelli rossi fissò il castello con una smorfia, osservando gli altri invitati, stretti nei loro vestiti costosi, avviarsi altezzosi verso l’entrata. Stava già rimpiangendo di essersi fatto convincere a venire.

Notando lo stato d'animo del proprio ragazzo Keith gli si avvicinò sfiorando la sua mano con la propria per attrarre la loro attenzione.

"Non essere nervoso" gli disse "Ricorda che tra di loro, qualunque cosa possano dire, tu sei il migliore..."

“Non è quello che diranno che mi preoccupa…” borbottò fissando davanti a sé con aria torva.

Keith strinse la sua mano nella propria e se la portò alle labbra baciandola con sguardo un po' triste ed in colpa.

"Perdonami..." mormorò "...non avrei dovuto portarti qui..."

“E’ un po’ tardi per i ripensamenti…” disse togliendo con fare leggermente seccato la mano dalla sua, le effusioni in pubblico, seppur minime, lo infastidivano un po’, in questo momento dove era più nervoso che mai lo infastidivano ancora di più “Entriamo e facciamola finita, porta a termine il tuo dovere di primogenito e poi filiamocela…”

Keith lo fissò ancora alcuni istanti con lo stesso sguardo di poco prima, poi un debole sorriso gli piegò le labbra mentre annuiva.

"Allora andiamo..." disse semplicemente.

I due si avviarono così verso l’enorme portone, mischiandosi tra gli altri invitati, alcuni dei quali lanciavano occhiate curiose nella loro direzione.

I due servitori che stavano all’ingresso a controllare gli inviti riconobbero all’istante Keith e subito si esibirono in un riverente inchino.
”Padrone Keith…bentornato al castello” dissero all’unisono.

Keith volse verso di loro un cenno del capo per poi rivolgersi a loro anche con le parole.

"Dove si trova mio padre?" domandò mentre con un'occhiata osservava velocemente gli invitati presenti.

“E’ nel salone ad accogliere gli ospiti padrone”

Keith annuì verso di loro per poi spostare lo sguardo verso Atnas indicandogli così di seguirlo.

*E speriamo che la scenata non duri troppo a lungo...* pregò mentalmente mentre cominciava a muoversi.

Il rosso seguì ubbidientemente il compagno all’interno del palazzo, guardandosi attorno con sguardo cupo, che si scurì maggiormente quando automaticamente alla loro comparsa, gli sguardi dei presenti si voltavano nella loro direzione…ma soprattutto nella sua direzione. Lo fissavano con disgusto e rabbia nel sapere di avere un “impuro” tra di loro e non poter far nulla per toglierlo di mezzo…definitivamente.

Ormai quelli del suo clan erano stati sterminati quasi tutti…perché non potevano lasciare in pace quei pochi che erano sopravvissuti!? Avevano così tanta paura di loro? O era solo invidia?

Anche Keith si accorse di quegli sguardi, e quasi immediatamente l'espressione dei suoi occhi si indurì mentre si avvicinava di più al proprio compagno mentre osservava con fare tagliente coloro che si erano girati a fissarli. Quando vide suo padre accelerò lievemente il passo verso di lui con in mente l'unica idea di lasciare al più presto quel luogo per dare finalmente tranquillità ad Atnas.

Raphael stava conversando con alcuni dei suoi ospiti. Era vestito in abiti antichi ed eleganti, tipici di un’altra epoca…molti dei presenti vestivano abiti delle epoche alle quali erano più legati, visto che la maggior parte di loro potevano vantare una notevole età. In fondo quella di oggi non era una festa per novizi.

Il capofamiglia dei Laysenber era un uomo sulla quarantina, aveva corti capelli neri ed occhi azzurri. Sulle sue labbra spiccava un sorriso cordiale…sembrava quasi un uomo dal buon carattere, quando chi lo conosceva bene sapeva che era l’esatto contrario. Era un uomo rigido e senza scrupoli, era disposto a fare qualunque cosa per mantenere intatto l’onore ed il potere della sua famiglia.

Accanto a lui stava una donna dalla rara bellezza, era alta ed aveva lunghi capelli castano scuro ed occhi di un azzurro più chiaro di quelli dell’uomo. Elaine, la madre di Keith, era avvolta in un lussuoso abito nero, lungo fino ai piedi con uno spacco frontale…seguiva il marito in ogni suo spostamento, come se fosse la sua ombra.

Keith attraversò velocemente la sala, raggiungendo i suoi genitori mentre faceva in modo che sul suo viso non si leggesse nulla dell'agitazione che provava in quel momento, non a causa loro, ma per Atnas: quando si trovavano in luoghi del genere, infatti, si sentiva sempre come se tutti i presenti fossero stati pronti ad azzannare alla gola il suo amato.

"Padre, madre" li salutò chinando appena il capo quando fu di fronte a loro.

“Oh Keith, finalmente! Ti stavamo aspettando con ansia!” disse Raphael fissando il figlio con espressione soddisfatta, prima che la sua attenzione cadesse sul rossino, che fissò con malcelato disgusto e fastidio.

“Ben arrivato, figlio mio” disse la donna con sguardo imperturbabile, al contrario del marito non mostrava aperta ostilità nei confronti del compagno di Keith, anche se visto il suo controllo impeccabile sulle proprie emozioni era difficile capire cosa pensava realmente.

Atnas invece si limitò a starsene vicino a Keith, un paio di passi in dietro rispetto a lui. Non parlò e non salutò i due anziani, in quel momento avrebbe preferito passare inosservato a tutti i presenti ma sapeva bene che questo non era possibile.

Keith socchiuse appena gli occhi mentre un lampo li attraversava quando si accorse dello sguardo lanciato da suo padre verso Atnas, per poi esibire un sorriso appena accennato verso la donna accanto a loro.

"Sono contento di rivedervi, madre" disse gentile: lei era l'unica di quella casa con cui riuscisse almeno un po' ad essere naturale, perchè, a differenza di suo padre, aveva almeno la buona creanza di cercar di salvare le apparenze per non far dispiacere a suo figlio.

“Vedo che le mie speranze che in questi giorni fossi stato illuminato da un po’ di buon senso sono state deluse…” disse l’uomo continuando ad osservare Atnas.

Quest’ultimo ricambiò l’occhiata di Raphael con occhi altrettanto ostili ed un sorrisino velenoso gli comparve sulle labbra.

“Cos’è temete che la mia umile presenza rischi di sabotare la vostra festa? Se è così dovrei essere lusingato da un simile complimento…non pensavo di avere simili influenze.”

Raphael mostrò leggermente i canini appuntiti in una smorfia collerica.

“Come osi rivolgerti così a me, reietto!” sibilò.

"Padre" lo interruppe Keith frapponendosi tra loro "Vi ricordo che l'unica motivazione per cui mi trovo qui ora è perchè avete insistito, e non per mia volontà, e quindi vi pregherei di non portarmi altro fastidio offendendo Atnas" disse mentre socchiudeva appena gli occhi con fare di sfida.

Raphael era sul punto di rispondere qualcosa quando una mano dalle dita affusolate si posò sulla sua spalla e lo zittì di colpo.

“Sono certa che tuo padre saprà trattenersi per un evento così importante” disse Elaine lanciando un’occhiata di ghiaccio al marito che la fissò come se i due stessere avendo una conversazione che solo loro potevano sentire “Ma ricordati Keith che come erede hai degli obblighi questa sera…gli ospiti sono molti ed aspettano con ansia di essere intrattenuti da noi quindi suggerisco che ti immerga nella sala e cominci a comportarti da ottimo padrone di casa – puntando di nuovo lo sguardo sul figlio e poi su Atnas – Sono convinta che se ognuno penserà al proprio lavoro i contrasti saranno minimi.”

Keith si lasciò sfuggire un debole sospiro mentre lanciava uno sguardo verso la madre, la sua espressione poteva essere benissimo interpretata come 'non sono stato io a decidere di essere vostro erede', ma si limitò ad annuire.

"Credo sia la cosa migliore" commentò piano.

Elaine fece un cenno col capo e poi si voltò verso il consorte, prendendolo sotto braccio ed allontanandolo dai due ragazzi con notevole facilità, nonostante l’uomo avesse lanciato un’occhiata tutt’altro che felice nella loro direzione.

“E’ quasi divertente vedere quel dittatore di tuo padre venir rigirato in questo modo da una donna, seppur di normale tua madre ha davvero poco” borbottò Atnas.

Keith si lasciò sfuggire un sorrisetto a quelle parole mentre ancora per alcuni istanti osservava i suoi genitori allontanarsi, per poi voltarsi del tutto verso Atnas.

"Credo sia uno dei pochi esseri al mondo in grado di fargli fare quello che vuole senza che lui se la prenda a male" commentò divertito.

“Mh…” fu la sua unica risposta prima di avvicinarsi meglio al moro ed appoggiarsi a lui, era solo l’inizio serata e già si sentiva esausto.

Il sorriso di Keith si addolcì nel vedere il suo gesto e gli sfiorò la mano con la propria per attrarre la sua attenzione.

"Facciamo gli onori di casa il prima possibile, così poi possiamo appartarci in un angolo sperando che a nessuno venga la brillante idea di venire a disturbarci" gli disse con voce tranquilla.

Il vampiro dai capelli rossi sollevo appena lo sguardo verso il suo e sbuffò tornando a fissare la sala.
”Allora conviene darci una mossa…i tuoi ospiti stanno aumentando a vista d’occhio…” ci tenne a precisare.

"Fosse per me sarebbero molti di meno..." commentò Keith per poi avviarsi verso un primo gruppo di ospiti.

Atnas lo seguì stando un paio di passi alle sue spalle, cercando di non infastidire le conversazioni che il suo compagno stava tenendo e cercando farsi notare il meno possibile dalle persone, anche se con i suoi capelli color rosso fuoco era impossibile non attirare l’attenzione…soprattutto perché ogni persona in quel palazzo conosceva la storiella del “principe” Keith invaghitosi di un membro della famiglia maledetta dei Gerlacht.

Sospirò guardandosi attorno con fare annoiato e nervoso…lui che era abituato a starsene sempre per i fatti suoi, fino a poco tempo fa addirittura costretto a vivere di nascosto al resto del mondo, non era abituato a trovarsi nel mezzo a tutta quella folla…tra di essa, però, scorse una figura famigliare e non sgradita come tutte le altre avvicinarsi a loro…increspò appena le labbra in un sorriso.

Keith finì di parlare con alcuni ospiti, per poi voltarsi verso il proprio compagno accorgendosi anche lui di dove fosse puntato il suo sguardo.

"Oh bene" commentò mentre un sorrisetto gli increspava le labbra "Abbiamo trovato una presenza amica!" aggiunse lanciando un'occhiata verso Atnas.

“Così pare…”

Keith sorrise nella direzione di Atnas per poi dirigersi verso l'oggetto della loro discussione. Poco più in là stava un ragazzo dai corti capelli biondi, le cui ciocche ricadevano in parte sul suo occhio destro, e dai chiari occhi celesti tendente al viola. Era insieme ad altri due vampiri che Keith riconobbe come i suoi genitori, ma il ragazzo sembrava essersi estraniato dalla conversazione che questi stavano avendo con alcuni loro conoscenti. Il vampiro moro si avvicinò un poco, facendogli notare la propria presenza per poi dirgli con un gesto della mano di avvicinarsi a lui e ad Atnas. Con il viso improvvisamente illuminato dalla speranza il vampiro biondo disse alcune parole a suo padre per poi dirigersi a tutta velocità verso Keith ed Atnas.

"Finalmente vi ho trovati!" esclamò "Stavo morendo per della compagnia intelligente!" affermò con le labbra piegate in un piccolo ghigno divertito.

"Non dubito a crederlo..." fu la risposta un pò acida del rosso, che continuava a sorridere leggermente "Ti vedo bene"

"Non c'è male" replicò il biondo avvicinando il capo al suo con un largo sorriso "Spero che il mio compare, qui..." continuò lanciando un'occhiata verso Keith "...ti stia trattando come si deve!"

Con un sospiro, il vampiro moro scosse il capo a quelle parole mentre si lasciava sfuggire un sorrisetto divertito.

"Probabilmente meglio di come faresti tu: a differenza di certe persone di mia conoscenza, io non sono una piattola appiccicosa, mio caro Aaron..." commentò rispondendo tranquillo all'occhiata imbronciata dell'amico a qulle sue parole.

Atnas sorrise maggiormente fissando i due amici litigare. Aaron era l’unica altra persona in tutta quella corte che non lo trattava diversamente per quello che era…forse era per la loro similitudine che i due vampiri erano sempre andati d’amore e d’accordo per tutti quegli anni.

"Sei cattivo, Keith!" esclamò Aaron sempre continuando con la sua espressione fintamente offesa "Io vengo qui in cerca di conforto e tu mi tratti in questo modo?!"

Keith si concesse un istante per alzare gli occhi al cielo per poi fissare un istante il proprio sguardo su Atnas.

"Secondo te continuerà ancora per molto a straparlare?" gli domandò tranquillamente.

“E’ amico tuo…dovresti conoscerlo meglio di me…” sorridendo e fissando Aaron divertito.

"Uhm...già...ma lo sai anche tu quanto delle volte sia incoerente ed imprevedibile..." replicò Keith ammiccando nella direzione di Atnas.

"Scusate!" li interruppe Aaron "Non per dire ma io sarei presente eh!"

A quelle parole Keith riportò la propria attenzione su di lui e si limitò a sorridere candidamente.

"Davvero? Non ce ne eravamo accorti..." sentenziò con espressione angelica ricevendo per tutta risposta una linguaccia da parte dell'amico biondo.

“State dando spettacolo, lo sapete?” disse il rosso incrociando le braccia al petto.

"Uhm...sì, probabile" commentò Keith, ridacchiando appena. Aaron dal canto suo si limitò a sorride con fare di finta innocenza mentre si portava una mano al petto con fare ferito.

"Noi? Spettacolo?" replicò "Ma ci stiamo solo limitando a mostrare il nostro affetto fraterno, no?" aggiunse rivolgendosi al vampiro moro.

"Più che altro credo che ormai abbiano fatto l'abitudine alle nostre scenate..." ridacchiò con un sorrisetto da diavoletto.

“Mh…non ne dubito…” disse Atnas guardandosi attorno “Ehi Keith…se hai finito di salutare gli ospiti possiamo andarci a sedere da qualche parte?”

"Sì, direi che con questo qui..." disse Keith indicando Aaron "...ho finito il mio 'dovere da bravo figliolo'..." commentò "...tu che fai, Aaron? Vieni con noi?" domandò poi rivolto all'amico. Aaron scrollò le spalle sorridendo.

"Sì, direi di sì visto che al momento non ho nessun altro a cui dannare l'esistenza..." replicò candidamente.

Atnas sbuffò divertito e poi si avviò verso i divanetti senza dire una parola ai due, sicuro che lo avrebbero seguito. Una volta raggiunto un divanetto abbastanza isolato vi si sedette sopra con fare svogliato…stare in quegli abiti eleganti e soprattutto quelle scarpe costose stava cominciando a dargli noia.

Keith gli si sedette accanto, guardando con una punta di divertimento l'aria annoiata dell'altro. Aaron nel frattempo si era seduto a sua volta dall'altro lato di Atnas ghignando sempre con quella sua aria da cospiratore.

"Noi dobbiamo incontrarci più spesso" dichiarò alla fine lanciando un'occhiata all'amico moro "Voi due scomparite sempre...e io poi come faccio a coccolarmi questo qui?!" aggiunse imbronciato mentre passava le braccia intorno al collo di Atnas e se lo stringeva contro con la stessa espressione di una madre apprensiva.

Il rosso inarcò un sopracciglio fissando l’altro ragazzo con espressione scocciata ma in modo quasi affettuoso, dandogli una leggera gomitata tra le costole.

“Ti sembro forse un tipo che ha bisogno di essere coccolato?”

Aaron sembrò valutarlo con fare serio per alcuni istanti poi le sue labbra si piegarono in un ampio sorriso.

"Ovviamente sì!" replicò "Considerando il carattere di quell'altro..." disse facendo una linguaccia verso Keith "...sono sicuro che soffri di carenze affettive!"

"Grazie per la fiducia..." commentò divertito il moro mentre si passava una mano davanti alla bocca a nascondere il ghigno che vi stava nascendo sopra.

“Oh ti assicuro che non è poi tanto male……sa come soddisfare tutti i miei appetiti quindi posso perdonargli la carenza affettiva…” sogghignò fissando Keith con sguardo divertito, parlando senza il minimo pudore…lo stava stuzzicando “Tu sapresti forse fare meglio?” tornando a fissare Aaron con sguardo biricchino.

Aaron ghignò mentre Keith scosse il capo ed alzò gli occhi al cielo all'affermazione di Atnas, poi il primo avvicinò il viso a quello del rosso e gli diede un bacio sulla fronte.

"In quanto a fare e ricevere coccole credo di essere una vera autorità in materia!" affermò ghignando.

“Mhhh….vorrà dire che lo terrò presente in caso Keith inizi a deludermi….”

Aaron ridacchiò lasciandolo andare quando vide che Keith aveva proteso una mano poggiandola sulla testa di Atnas e scompigliandosi i capelli.

"Oh beh..." replicò avvicinando il viso al suo orecchio "...vorrà dire che provvederò affinché io non ti deluda..."

“Sarà meglio per te” disse il rosso sorridendo e sporgendosi a rubargli il primo bacio da quando erano arrivati in quel palazzo.

Keith sorrise dolcemente a quel suo gesto e fece scivolare il braccio usato per scompigliargli i capelli intorno alle sue spalle traendolo un po' di più a sè.

"Come comanda il mio padrone" replicò piano dandogli un bacio veloce sul collo.

“Mh…bene…” e con questo si appoggiò a lui sospirando e rilassandosi un po’, lasciandosi coccolare proprio come si era offerto di fare Aaron “Quanto dobbiamo stare ancora qui?”

“Perfetto…perché tu devi ancora saldare il tuo debito…” sorridendo con malizia.

"Oh giusto...quello..." ghingò Keith dandogli un altro bacio sul collo.

"Ah, ecco!" commentò nel frattempo Aaron "Mi stavo giusto chiedendo come avesse fatto a convincerti a venire qui..." ridacchiò.

Atnas inclinò di late il capo per permettere a Keith di baciarglielo mentre con la coda dell’occhio fissava il biondo.

“Mi ha incastrato……ma ovviamente sono riuscito ad estrapolargli un giusto risarcimento…”

"Sì..." ghignò Aaron "...stavo giusto notando!"

Keith gli lanciò un'occhiata mentre sorrideva appena, divertito, per poi dare un bacio sulle labbra del suo compagno.

"Diciamo che alla fine siamo riusciti a contrattare un accordo" replicò solamente ammiccando verso l'amico.

 

La serata continuò senza imprevisti, annoiando i tre ragazzi che non vedevano l’ora di potersene andare, Keith ed Atnas in particolar modo. Il giovane padrone di casa si aggirò tra gli ospiti ancora per qualche tempo prima di dichiarare conclusi i suoi obblighi e quindi la sua serata nel palazzo dei genitori.

Una volta avvistato il padre Keith si avvicinò a lui con il compagno per rendergli nota la sua intenzione di congedarsi…sia mai che gli desse la possibilità di rinfacciargli qualcosa.

Keith adocchiò al padre, accompagnato come sempre dalla madre pronta a fare da paciere nelle dispute verbali in cui capitava coinvolto, e fece per dire le proprie intenzioni.

"Padre" lo chiamò "Io ed Atnas ci congediamo per questa serata" affermò con calma.

Raphael si voltò verso i due e li fissò con la solita espressione severa e per nulla soddisfatta.

“Di già? Manca ancora molto alla fine della festa.”

"Sì...beh..." replicò Keith socchiudendo gli occhi e fissando il padre in modo inespressivo "Devo ricordarvi che non sono stato qui fino ad ora di mia volontà?"

Raphael stava per rispondere di sicuro qualcosa di tagliente ma il solito intervento divino della madre lo bloccò per tempo.

“Potete andare…” disse Elaine posando una mano sulla spalla del marito “Ti ringrazio di essere venuto…hai fatto un ottimo lavoro con gli ospiti…”

Keith ringraziò la madre con lo sguardo per il suo intervento provvidenziale e, dopo aver salutato nuovamente entrambi, prese Atnas per una mano e con lui si diresse verso l'uscita della casa.

"Aria!" sospirò alla fine quando furono fuori e Keith poté finalmente rilassare le spalle che non si era accorto di aver tenuto contratte per tutto quel tempo.

Da parte sua Atnas, non appena fuori, si slacciò subito qualche bottone della camicia, dandogli un tocco un po’ più vissuto e pratico…l’altra cosa che voleva fare al più presto era togliersi quelle dannate scarpe.

“Beh, dove sta la macchina?”

Per tutta risposta Keith gli mostrò le chiavi che gli erano state consegnate da un servitore quando erano usciti, e sorrise tranquillamente.

"Seguimi" disse dirigendosi verso il punto in cui sapeva essere stata parcheggiata: in fondo, essere primogenito di una famiglia del genere significava anche avere dei 'privilegi' anche per le questioni più piccole.

Il compagno lo seguì senza dire nulla, ansioso di raggiungere la loro vettura per poter così tornare a casa.

Keith lo osservò con la coda dell'occhio, sorridendo appena alla sua eccitazione: sembrava quasi un animale selvatico che non vedeva l'ora di ritornare nel proprio ambiente naturale!

Ben presto i due arrivarono all'auto e Keith fece per aprire la portiera al compagno con le chiavi. In quel preciso istante delle figure scure sbucarono dall’ombra della boscaglia che circondava il castello e li accerchiarono.

Atnas si voltò di scatto verso di loro, subito pronto a venire alle mani ancor prima di sapere le loro intenzioni. Troppe volte erano stati tesi a lui agguati in passato ed ormai aveva imparato ad agire per riflesso.

Vedendo quelle figure, Keith si fece anch'egli guardingo anche se non lo diede e vedere, e si avvicinò ad Atnas con gli occhi azzurri che fissavano penetranti i nuovi arrivati.

"Che cosa volete?" chiese con voce ferma.

Uno dei cinque intrusi, ovviamente vampiri, parlò facendosi avanti di qualche passo.

“Siamo venuti qui per lei…principe…” pronunciando quella parola quasi con disgusto mentre i suoi compagni sfoderavano da sotto i loro mantelli delle armi affilate “Ci avete fatto attendere a lungo…ma finalmente siete qui”

Sentendo quelle parole lo sguardo di Keith si assottigliò, diventando ancora più penetrante. Velocemente lanciò un'occhiata verso il suo compagno, per poi portare nuovamente il proprio sguardo su di loro senza dire una parola.

Atnas ricambiò lo sguardo di Keith prima di tornare a tenere sotto controllo i loro aggressori…a quanto sembrava per una volta non era lui il loro obiettivo, non che la cosa lo rincuorasse molto. Non voleva che succedesse qualcosa a Keith! Stupida festa…lo sapeva che era meglio starsene a casa quella sera!

“Se cercate rogne vi conviene andarvene! Sono già di cattivo umore quindi non fateci perdere tempo e toglietevi dai piedi!” disse il rosso senza troppi mezzi termini.

Le sue parole fecero ridere quello che sembrava essere il capo di quel piccolo gruppo.

“Oh, vedo che avete un cane da guardia piuttosto aggressivo…spiacente piccolo ma ce ne andremo solo a missione completata…” e con questo tre di loro si avventarono contro Keith.

Vedendoli arrivare verso di lui, lo sguardo di Keith si fece di ghiacciò mentre schivava con agilità uno dei loro attacchi e si preparava a rispondere con i propri artigli. Atnas a sua volta andò in aiuto del suo compagno, afferrando uno dei suoi aggressori per sbatterlo a terra ed allontanarlo da lui in modo da potersi mettere nel mezzo. Il vampiro si alzò subito, piuttosto irritato da quel fastidioso imprevisto.

Keith nel frattempo aveva bloccato la mano armata di uno dei suoi assalitori colpendolo ad una guancia con i propri artigli e, quando questi si era ritirato, si era concesso un istante per lanciare un'occhiata verso Atnas. Quest’ultimo se la stava cavando egregiamente contro i suoi due avversari, abituato da tempo a cavarsela con le proprie forze.

Lasciandosi sfuggire un mezzo sorrisetto come di compiacimento al comportamento dell'altro, Keith atterrò uno dei loro assalitori prendendolo per il collo e sbattendolo a terra. Non potè tuttavia colpirlo nuovamente con i propri artigli perchè un suo compagno vide bene di attaccarlo proprio in quel momento costringendolo ad allontanarsi dal vampiro steso a terra.

Atnas si stava letteralmente rotolando per terra con uno degli avversarsi, nel tentativo di predominare sull’altro e prendere il controllo. Le sue mani, però, erano inutilizzabili visto che l’altro cercava di tenerle impegnate così da non permettere loro di infliggere alcun danno ma in questo modo era lui stesso incapacitato a combattere. Alla fine il rosso, stanco di quella situazione di stallo, premette un ginocchio contro il suo petto e facendo leva se lo tolse si dosso. Poi con un balzo felino gli fu nuovamente sopra ma questa volta per affondargli dita ed artigli nella carne e sventrarlo.

Keith, dal canto suo, dopo aver evitato il colpo che gli era stato rivolto contro, aveva ripreso ad attaccare uno dei suoi due avversarsi. Era quasi stato sul punto di colpirlo quando avvertì un forte dolore alla spalla e si sentì sbalzare in avanti. Per alcuni istanti strisciò contro l'asfalto per effetto del colpo alle spalle appena ricevuto, ferendosi ulteriormente il braccio.

“Keith!” urlò Atnas che aveva assistito da lontano a tutta la scena. Vide i due vampiri scagliarsi contro il suo compagno ancora accasciato al suolo, stordito, incapace di reagire. Lo avrebbero ferito, gli avrebbero fatto del male…al suo Keith…non poteva permetterlo. Così agì ancora prima di pensare. Con una velocità incredibile raggiunse il moro e gli si gettò davanti per proteggerlo, parando un colpo ed incassandone un altro. Poteva sentire gli artigli dilaniargli la carne e farlo sanguinare copiosamente ma non gli interessava, doveva proteggere Keith a qualunque costo.

Keith non era del tutto sicuro di essere cosciente di ciò che stava accadendo, per un istante quando aveva battuto al suolo aveva perso la cognizione di ciò che lo circondava, ma quando sentì il corpo del compagno su di sè e, ancora più chiaramente, il sangue che gli stava colando addosso, i suoi occhi si fissarono immediatamente sul vampiro rosso con fare allarmato.

"Atnas!" lo chiamò tra lo stupito, l'infuriato e lo spaventato mentre tentava di muoversi anche se il suo braccio continuava a protestare vivacemente per i suoi tentativi.

“Bastardo…togliti di mezzo! Non è te che vogliamo!” ringhiò uno dei vampiri pronto a colpirlo di nuovo per allontanarlo dal loro bersaglio ma Atnas gli fermò il braccio prima che potesse toccarlo.

“Non posso farlo. Non posso permettere che facciate del male a Keith.” mormorò sollevando lentamente lo sguardo su di loro. Le sue iridi dorate brillavano di una luce inquietante ed innaturale, era come se avesse perso il contatto con la realtà.

Ad un certo punto posò anche l’altra mano sul braccio dell’avversario e dopo pochi istanti questo prese a bruciare, avvolto da fiamme di uno strano colore blu. Il vampiro urlò straziato dal dolore allontanandosi di scatto dal rosso e cercando di spegnere le fiamme che gli stavano disintegrando la carne.

Keith sbattè le palpebre, fissando le fiamme blu ed intuendo immediatamente di cosa si trattasse: tutti conoscevano il potere della famiglia di Atnas, anzi, quello era uno dei motivi principali per cui era sempre stata vista di cattivo occhio dagli altri vampiri...

Purtroppo per il loro assalitore la fiamma dei Gerlacht non era un fuoco normale e non era altrettanto facile da estinguere, come se non bastasse infliggeva il doppio dei danni sugli altri vampiri perciò del povero malcapitato non rimase altro che cenere nel giro di pochi secondi. I suoi compagni rimasero paralizzati dal terrore a quel macabro spettacolo e fissarono Atnas come se lo avessero visto per la prima volta.

“E’ un membro della famiglia rinnegata!”

“Questo non era previsto!”       

Atnas fissò quegli sconosciuti con quegli occhi ardenti e nel palmo di una mano fece comparire una sfera di fuoco.

“Vi ucciderò tutti se osate avvicinarvi di un altro passo.” ringhiò.

I loro assalitori si fissarono a vicenda per alcuni istanti, incerti su quello svolgimento inaspettato della situazione. Keith nel frattempo si era rialzato lentamente in piedi fissandoli a sua volta.

"Vi conviene dargli retta" disse con un piccolo sorrisetto, come se fosse stato soddisfatto di Atnas "Lui non è esattamente tipo da bluff"

Nel frattempo da lontano si potevano scorgere i soccorritori che si avvicinavano velocemente, probabilmente attirata dal rumore e le urla del loro combattimento. I superstiti di quella missione ormai fallita si lanciarono una rapida occhiata prima di balzare nell’ombra e sparire, avevano deciso che non era il caso di mettersi contro un membro dei rinnegati e tutte le guardie del palazzo.

Atnas esitò ad abbassare la guardia, l’adrenalina teneva i suoi sensi all’erta. Alla fine ritirò il proprio potere e la fiamma sparì, l’attimo dopo il rosso crollò tra le braccia del compagno esausto e con il respiro affannato.

Keith lo prese al volo, stringendolo a sè con delicatezza con il braccio sano, per poi inginocchiarsi in modo da farlo sdraiare al suolo ma così che la schiena del rosso potesse poggiare in parte contro di lui. Con dolcezza gli passò la mano tra i capelli.

"Grazie, amore" gli mormorò mentre continuava a coccolarlo ignorando gli altri che stavano arrivando.

Atnas socchiuse gli occhi e fissò Keith.

“Stai…bene?” sussurrò con difficoltà.

Keith gli accarezzò ancora per alcuni istanti i capelli dandogli un lieve bacio sulla guancia.

"Sì, amore, sto bene..." rispose piano fissandolo con fare dolce "Tu, come ti senti?" domandò poi.

“Sono stato meglio…” chiudendo gli occhi, usare il suo potere consumava un enorme quantitativo della sua energia, per questo si sentiva così stanco in quel momento…in oltre le ferite incassate non aiutavano, maledetti bastardi.

Keith continuò ad accarezzarlo con dolcezza finchè l'arrivo tempestoso di un loro ben noto amico non li costrinse a portare la loro attenzione su di loro.

"I miei cuccioli!" esclamò Aaron arrivando per primo accanto a loro e inginocchiandosi per abbracciare entrambi mentre i suoi occhi si fissavano su di loro con fare preoccupate "State bene, vero?" domandò con fare serio e lo sguardo che li pregava di dirgli di sì.

"Uhn...braccio a parte..." commentò Keith lanciando un'occhiata verso Atnas.

“Starei meglio se la smettessi di strapazzarmi biondino…” borbottò il rosso socchiudendo un occhio per fissare Aaron, la ferita che aveva sul ventre e torace parlava da sola.

"Ma come faccio a non preoccuparmi per te, stella?" replicò il biondo dandogli un bacio sulla fronte mentre Keith ruotava gli occhi con fare esasperato: una volta accertatosi che erano se non altro ancora vivi, Aaron era tornato a essere sè stesso con estrema facilità.

Atnas gli avrebbe mollato una sberla se avesse avuto ancora qualche briciola di forza, invece si dovette limitare a sbuffare.

“Che cosa è successo qui?” chiese ad un certo punto una voce fin troppo conosciuta.

Raphael avanzava verso di loro con passo deciso, preceduto dalle guardie di palazzo che intuita la situazione iniziarono a sorvegliare la zona ed a cercare i fuggiaschi.

Per un istante Keith sospirò mentalmente vedendo il padre poi rispose con tranquillità alla sua domanda.

"Siamo stati assaliti da dei vampiri sconosciuti che volevano portarmi via con loro" disse "Ma hanno deciso di fuggire quando hanno capito con chi avevano a che fare..." aggiunse accarezzando di nuovo i capelli di Atnas con occhi pieni di orgoglio per ciò che aveva fatto.

Raphael ascoltò il breve riassunto, poi fece scorrere lo sguardo sui due e sui resti degli aggressori abbattuti. Non dovette neppure chiedere come uno di loro fosse stato incenerito, lo sapeva già.

“Capisco…”

Intanto anche Elaine aveva raggiunto il gruppo e si stava avvicinando a Keith con espressione leggermente preoccupata.

“Keith, come stai?”

Keith sorrise appena vedendo la madre arrivare.

"Sto bene" rispose tranquillamente annuendo appena per sottolineare le sue parole "Grazie ad Atnas, sto bene"

La donna lo fissò e poi abbassò lo sguardo sul rosso.

“Allora spero accetterà i miei più sinceri ringraziamenti.”

Atnas fissò la donna con occhi socchiusi e si limitò a fare un cenno con la mano come a voler dire che li accettava e che non doveva preoccuparsi.

“Faccio preparare subito la tua stanza Keith, non siete in condizioni di andare da nessuna parte questa notte.” disse Elaine dopo aver lanciato un’occhiata al marito intimandogli silenziosamente di non fare obiezioni.

Keith lanciò un'occhiata ad Atnas, come a volergli chiedere conferma, ma, notando nuovamente le condizioni in cui si trovavano entrambi, decise che per il bene dei loro corpi avrebbe sopportato qualche suo brontolio e avrebbe deciso da solo.

"Come desiderate voi, madre" disse solamente con un piccolo sorriso.

Il compagno storse le labbra in una smorfietta ma non aggiunse altro.

“Molto bene” disse la donna “Venite in casa, ritengo che la situazione qui fuori sia ormai sotto controllo.”

Keith annuì per poi rivolgersi al compagno.

"Ce la fai ad alzarti?" domandò mentre Aaron si intrometteva nuovamente nella discussione.

"Vi do una mano io" disse tranquillamente cominciando ad aiutare Atnas ad alzarsi.

“Ce la faccio…sono solo quattro graffi…” disse il rosso alzandosi, appoggiandosi in ogni caso al biondo per supporto.

"Oh" replicò Keith alzandosi a sua volta "Ma io mica mi preoccupo dei graffi...è della tua mania di strafare che mi preoccupo" replicò ammiccando con fare divertito.

I tre così rientrarono nel palazzo e salirono fino al secondo piano raggiungendo quella che un tempo era la camera di Keith. La stanza, come il resto del palazzo, era arredata in modo sfarzoso, ma presentava alcune caratteristiche che sembravano far capire immediatamente a chi appartenesse. Sul muro di fronte al letto ricco di coperte di seta e stoffe pregiate, vi era una libreria in mogano scolpito piena di libri di tutti i generi. Alcuni di questi libri, a contrasto con l'ambiente che li circondava, possedevano copertine anche molto consumate, come se il loro possessore, nonostante si fossero fatti vecchi, non avesse voluto separarsi da loro per una questione affettiva.

Atnas, che non era mai stato in quella stanza, si guardò attorno per quel che gli era possibile, stando appoggiato ad Aaron per sostegno.

Keith fece segno ad Aaron di aiutare Atnas a raggiungere il letto mentre lui chiudeva la porta alle loro spalle sperando di non ricevere visite inaspettate (ancora non era molto sicuro di quanto avrebbe reagito suo padre senza reagire a quello che era accaduto).

“Ti macchierò tutte le lenzuola…” osservò il rosso riferendosi alla ferita che ancora perdeva sangue.

Keith si limitò a scrollare le spalle e sorridere.

"Le sporcherò anche io" commentò avvicinandosi a lui mentre si indicava il braccio ferito. Aaron ridacchiò a quelle parole e esibì un sorrisetto verso Atnas.

"E poi non possiamo mica permettere che il nostro dolce cucciolo rischi di spaccarsi la testa cadendo per uno svenimento, no?"

“Non chiamarmi dolce cucciolo biondone…” sbottò sedendosi sul letto per poi lanciare un’occhiata a Keith e sorridere leggermente senza trasformarla in una smorfia di dolore “Ed io che speravo che le avremmo sporcate in un altro modo.”

Keith si sedette accanto a lui con un sorrisetto divertito.

"Oh, ma caro, sarei ben felice anche di soddisfare questo tuo desiderio!" replicò avvicinando il viso al suo.

"Se volete vi lascio soli e metto un cartello 'non disturbare' davanti alla porta!" rise Aaron divertito da tutta quella scena.

Atnas appoggiò la testa alla spalla di Keith rilassandosi e sogghignò in direzione dell’amico.

“Lo faresti davvero? Ma che gentile…in effetti sono cose che gente candida come te non dovrebbero vedere…”

"Gentile? Candida? Di chi stai parlando, amore?" replicò Keith con un sorriso innocente mentre Aaron metteva su un broncio offeso.

"Keith, cattivo! Tu non mi vuoi più bene, ammettilo!" disse Aaron facendo il gesto di asciugarsi delle finte lacrime con la mano.

Il vampiro dai capelli rossi chiuse gli occhi ma continuò a parlare.

“Perché…quali aggettivi preferiresti? Impiccione? Chiacchierone?” proseguendo la sua presa in giro a spese di Aaron, in questo modo riusciva a non pensare al terrore che lo aveva attanagliato al solo pensiero di poter perdere Keith per colpa di qualche stupido aggressore.

"No, adorabile e premuroso sarebbero molto migliori" replicò tranquillamente il biondo con un ampio sorriso mentre Keith accarezzava i capelli di Atnas con fare quieto.

All’improvviso qualcuno bussò alla porta della camera attirando l’attenzione dei tre vampiri e rovinando quell’atmosfera gioviale. Ad entrare senza aver ricevuto risposta fu uno dei ghoul del palazzo, che era stato mandato da loro personalmente da Elaine con una bottiglia piena di sangue di ottima qualità, così che nutrendosi avrebbero potuto rimarginare le ferite più in fretta.

Vedendo il ghoul, ed immaginando da dove provenisse quella bottiglia, Keith si alzò per andarla a prendere, e, dopo che il ghoul li avesse nuovamente lasciati soli, il vampiro moro tornò dagli altri due.

"Ecco a te" disse porgendo la bottiglia a Atnas con un sorriso tranquillo.

Il compagno la prese ed ignorando l’esistenza dei bicchieri se la portò direttamente alle labbra. Ne prese delle lunghe sorsate, assaporando quel dolce nettare che gli scivolava sulla lingua. Quando si fu nutrito a sufficienza passò la bottiglia a Keith così che potesse attingervi lui.

Sospirando si stese poi con la schiena sul materasso, tenendo premuto un braccio contro il torace ferito mentre si concentrava per rimarginare un po’ il danno.

Keith bevve a sua volta mentre continuava ad osservare il suo compagno, e quando ebbe finito si sedette sul letto accanto a lui concentrandosi anch'egli per rimarginare la ferita alla spalla. Il rosso socchiuse gli occhi e lo fissò con sguardo intenso,  allungando una mano per stringere la sua.

Keith intrecciò le dita con quelle dell'altro e le strinse mentre finiva di rimarginarsi la ferita. Nel frattempo Aaron osservava la scena, senza dire una parola, anche se un lieve sorriso rincuorato gli piegava le labbra.

Atnas si portò la mano alle labbra e la baciò, per poi tenersela contro il viso e chiudere gli occhi, in attesa che il moro finisse di bere e curarsi. Non diede peso alla presenza Aaron che ancora li fissava in quanto non gli dava fastidio farsi vedere in quelle condizioni da lui.

Keith terminò la propria guarigione, poi avvicinò il viso a quello di Atnas e gli diede un bacio sulle labbra.

"Tranquillo, sto bene" gli disse con un sorrisetto.

“Lo so che stai bene…” borbottò lasciando sottinteso il ‘ma hai rischiato di non esserlo’.

Keith si limitò a sorridere a quella sua frase e ad accarezzargli la guancia con la mano.

"Scusami tanto, mammina" ghignò "La prossima volta starò più attento"

“Mh…sarà meglio per te…sarebbe una scocciatura se ci lasciassi la pelle…poi mi toccherebbe riportarti in dietro per prenderti a calci…”

Keith gli fece una linguaccia ritirandosi indietro.

"E io che speravo mi avresti riportato indietro perchè senza di me non riesci a vivere!" fece con fare melodrammatico mentre Aaron accennava un applauso come per lodare la sua brillante interpretazione.

Atnas abbozzò un sorriso.

“Prima ti avrei preso a calci per avermi fatto perdere tempo…poi avrei pensato a curare il tuo orgoglio ferito…”

"Uhn...vorrei proprio sapere come..." commentò intanto Keith ma venne interrotto da Aaron.

"Visto che so già dove tutto ciò andrà a parare" disse mentre stava facendo un evidente sforzo per non scoppiare a ridere "Vi lascio soli prima di dover essere in prima linea quando voi deciderete di copulare!"

“Ed io pensavo che ti saresti offerto per partecipare” rise Atnas tirandosi un po’ a sedere per fissarlo con espressione divertita.

"Benchè tu sia il mio adorato amore" replicò Aaron ammiccando verso il rosso "L'idea di andare a letto anche con quello lì non è esattamente tra le migliori che potrei avere!" aggiunse indicando con un cenno del capo Keith che si limito a ridacchiare.

“Vorrà dire che dovremo incontrarci di nascosto alle sue spalle per avere un po’ di privacy” ammiccando nella sua direzione, fissando poi maliziosamente il suo moro compagno.

"Questo sempre se riesci ad allontanarti da me tanto a lungo" replicò Keith prendendogli delicatamente il mento tra due dita mentre avvicinava di nuovo il viso al suo.

“Mhhh…penso che troverei un modo se volessi…” mormorò con voce vellutata prima di colmare la distanza che li separava ed unire le loro labbra in un bacio leggero.

Keith ridacchiò per poi sporgersi a baciarlo con un po' più di insistenza. Dal canto suo Aaron li osservò per alcuni istanti poi sorrise e fece per andarsene lasciandoli così alle loro effusioni.

Atnas non face caso alla ritirata del loro amico, limitandosi a passare un braccio attorno al collo del compagno per attirarlo maggiormente su di sé e poterlo baciare con più libertà. Poterlo avere così vicino lo faceva sentire bene, tranquillo e sicuro di aver scampato il pericolo di quella notte senza troppi danni. Kieth lanciò un'occhiata ad Aaron quando questi sparì dietro la porta per poi concentrarsi sul bacio che stava condividendo con Atnas, una delle sue mani gli affondò nei capelli mentre l'altra gli circondava la vita.

Il rosso si lasciò cadere completamente sul materasso con l’altro steso sopra di sé, la ferita non era stata rimarginata del tutto in quanto piuttosto grave e quindi gli dava un po’ fastidio ma non era un dolore nuovo per lui e non avrebbe faticato a sopportarlo, soprattutto se Keith avesse trovato il modo giusto per distrarlo. Fece scivolare la lingua contro le sue labbra e poi cercò di insinuarsi nella sua bocca per approfondire il contatto. Keith gli andò incontro con la propria lingua, cominciando una piccola battaglia per stabilire chi dei due avrebbe avuto il predominio nel bacio.

Atnas glielo cedette volentieri, rilassandosi tra le sue braccia e godendosi il piacere che quel semplice contatto generava in lui. Keith affondò nella sua bocca, assaporandola come si farebbe con qualcosa di estremamente dolce e desiderato, mentre fece scivolare una mano sotto la sua camicia.

“Fai attenzione alla ferita…” mormorò il compagno staccandosi appena dalle sue labbra, senza però interrompere i suoi gesti di esplorazione.

Keith gli diede un bacio sul collo in gesto di assenso mentre con la mano sfiorava il suo fianco fino a salire al suo petto evitando accuratamente la zona ferita. L’altro sospirò soddisfatto a quelle carezze e fece scorrere le sue dita tra i capelli scuri dell’amato in un gesti di apprezzamento, inclinando di lato il viso per lasciargli più spazio sul suo collo.

Keith gli succhiò piano la pelle del collo, scendendo in piccoli morsetti fino alla spalla, mentre con la mano gli sfiorava un capezzolo. Ciò strappò sottili gemiti dalle labbra del compagno che si inarcò contro di lui in cerca di maggiore contatto.

Il vampiro moro strisciò un po' i denti contro la spalla di Atnas per poi farlo muovere in modo da potergli sfilare la camicia e scendere con le labbra sul suo petto. Quest’ultimo assecondò la sua richiesta sollevandosi dal letto quel tanto che bastava per rimuovere l’indumento, il tutto mentre cercava di ricambiare il favore sbottonando la camicia di Keith. Voleva sentire la sua pelle contro la propria. Keith si concesse un attimo per fare come gli chiedevano le mani del compagno, e si sfilò la camicia lasciandola cadere a terra accanto al letto per poi tornare contro di lui facendo così che i loro corpi si toccassero senza il fastidio della stoffa.

Atnas tornò a stringergli le braccia attorno al collo, gemendo. La sua ferita premeva contro il ventre dell’altro, macchiando entrambi del proprio sangue che non si era ancora rappreso…il giorno dopo quel letto sarebbe risultato un vero disastro, per non parlare dei loro vestiti che erano praticamente da buttare, non che ad Atnas dispiacesse liberarsi di simili scomodi abiti.

Keith gli tornò a succhiare il petto scendendo fino ad arrivare all'altezza della ferita. Una volta lì passò la lingua sui suoi bordi, intingendola del sangue di Atnas e poi li succhiò mentre alzava lo sguardo su di lui.

“K-Keith…” ansimò chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro per il brivido di piacere e dolore che gli attraversò il corpo, deliziandolo ed eccitandolo maggiormente. Kieth continuò a succhiare i bordi della ferita, sentendo la propria eccitazione aumentare sia per l'ansito del suo compagno sia per il sangue che gli stava bagnando le labbra.

Atnas si inarcò contro di lui affondando nuovamente le ditra tra i capelli del compagno, cercando di indirizzare le sue attenzioni verso il basso, dove la sua virilità aspettava di essere liberata e saziata.

Keith ebbe un sorrisetto a quel suo gesto e gli ubbidì liberandolo dei pantaloni e dei boxer. Sempre guardando il viso del proprio compagno, leccò appena la base del suo sesso. Il rosso gemette contorcendosi sotto di lui impaziente mentre con le mani cercò di rimuovere a sua volta i pantaloni del compagno.

"Uhn...con calma, con calma..." commentò Keith passando la lingua lungo il suo sesso e non permettendo alle mani dell'altro di toccare i vestiti che ancora aveva indosso.

Il compagno emise un basso ringhio contrariato, non era mai stato un tipo paziente. Voleva che Keith lo prendesse senza troppe cerimonie e lo facesse sentire “vivo” come solo lui sapeva fare. Il vampiro moro, dal canto suo, non era intenzionato a finire il proprio divertimento così facilmente e ignorò i suoi ringhi mentre prendeva tra le labbra la punta del suo sesso e succhiava un poco.

“Bastardo…” mormorò movendo il bacino verso il suo viso per cercare di aumentare quella stimolazione.

Keith bloccò i suoi fianchi con le mani, evitando che si muovesse troppo, mentre prendeva completamente il suo sesso in bocca graffiandolo un poco con i canini appuntiti. Atnas fremette nel sentirsi avvolgere in quell’antro umido e si lasciò sfuggire versi incomprensibili ma di evidente apprezzamento. Cercò di muoversi per assecondarlo ma Keith lo teneva ancora immobilizzato, allora artigliò le lenzuola cercando un modo per scaricare la sua frustrazione.

Continuando a succhiare la sua erezione con calma, Keith fece scivolare un dito dentro di lui cominciando a muoverlo per prepararlo a cosa sarebbe venuto dopo.

“A-ah…Keith…” anismò mordendosi un labbro, forando la pelle con uno dei canini e generando un rivoletto di sangue che scivolò lungo il suo mento indisturbato.

Keith continuò a dargli piacere succhiando con più intensità e passando la mano libera sulla sua pancia in una carezza provocatoria. Lentamente aggiunse un secondo dito dentro di lui e cominciò a muovere anch'esso per farlo abituare.

Atnas emise un altro dei suoi bassi ringhi, puntando i suoi occhi dorati liquidi di eccitazione sul volto del compagno che lo stava appagando, ma non quanto e come vorrebbe.

“Smettila…ah…se continuo così io…” mormorò strattonando un po’ i capelli con le dita per farlo smettere, se avesse raggiunto l’orgasmo in quel momento non era certo avrebbe trovato la forza per continuare.

Keith gli lanciò un'occhiata, immaginando quali fossero i suoi pensieri, e lasciò andare il suo sesso, salendo poi a baciarlo sulle labbra mentre faceva scivolare le dita fuori dal suo corpo. Il rosso non seppe se sospirare di soddisfazione o contrariato per la mancanza di quella, seppur frustrante, stimolazione. Si attaccò così alle sue labbra, divorandole e mescolando i loro sapori in un cocktail inebriante. Con le mani cercò finalmente di andare a rimuovere l’unico indumento che ancora li separava dal raggiungimento del totale appagamento e slacciò i pantaloni abbassandoglieli lungo i fianchi.

Keith contribuì con molta felicità a quel bacio appassionato mentre lasciava che le mani di Atnas lo liberassero degli indumenti ormai diventati di troppo, per poi stringersi di più a lui e sistemarsi meglio tra le sue gambe. Il compagno le sollevò e gliele allacciò attorno alla vita così da dargli tutto lo spazio e l’accesso del quale aveva bisogno, poi si staccò dalle sue labbra e lo fissò con sguardo ardente di desiderio, i capelli color del fuoco sparpagliati confusamente sulle lenzuola.

“Muoviti…ti voglio…” sussurrò con voce invitante.

Keith ebbe un piccolo ghignetto divertito a quelle sue parole e mordicchiandogli il labbro inferiore gli sussurrò un "come desideri" mentre entrava dentro di lui con un'unica spinta.

Atnas si lasciò andare ad un vocale gemito stringendosi alle spalle del moro ed accogliendolo con gioia nel proprio corpo. Quella sensazione di dolore misto a piacere lo eccitava terribilmente e faceva vibrare ogni cellula del suo corpo. Amava Keith per il modo in cui lo faceva sentire, riusciva soddisfare ogni suo desiderio. Quando aveva bisogno di dolcezza gliela dava, quando aveva bisogno di essere preso con forza lo faceva…ancora stentava a credere che esistesse una persona così perfetta, perfetta per lui, e che non si fosse già stancata di stare con lui…solitamente tutti, in un modo o nell’altro, finivano per abbandonarlo.

Si inarcò sotto di lui e si mosse con gesti languidi, facendogli capire che non doveva fermarsi, che doveva continuare.

Keith ubbidì alle sue pretese, movendosi dentro di lui ma mantenendo un ritmo non molto veloce, perchè voleva lasciargli il tempo di abituarsi a lui almeno un po' nonostante la sua eccitazione crescente gli stesse suggerendo di fare il contrario. Atnas si accontentò per il momento di quel ritmo, assecondandolo e cercando le sue labbra per poterle baciare e placare i versi che gli uscivano spontanei dalla gola.

Keith gli andò incontro con la bocca, affondando con la lingua dentro di essa ed andando ad accarezzare la sua mentre lentamente aumentava il ritmo dei propri movimenti dentro il corpo dell'altro. Il rosso si perse nel bacio e nel gioco sensuale delle loro lingue, il suo corpo fremette quando il compagno andò a colpire quel punto sensibile che lo avrebbe fatto urlare se solo la sua voce non fosse stata smorzata dalla sua bocca. Strinse volutamente i muscoli attorno alla virilità di Keith, procurandogli un maggior piacere e facendogli sapere tutto il suo gradimento.

Il vampiro moro emise un gemito soffocato tra le loro labbra al gesto dell'altro e socchiuse gli occhi mentre prendeva il suo labbro inferiore tra i denti, mordicchiandolo quasi a sangue mentre si spingeva con maggior vigore dentro di lui.

Atnas sussurrò il nome dell’amato lasciando le sue labbra per affondare il viso contro il suo collo ed abbandonarsi a quelle spinte. Inarcandosi contro di lui cercò un modo di appagare la propria virilità eretta, creando una piacevole frizione tra i loro corpi.

Keith affondò i denti nel suo labbro, facendolo sanguinare e succhiando quel liquido rosso così importante per entrambi, per poi scendere con le labbra insanguinate lungo il suo collo per succhiarlo e mordicchiarlo. Le sue spinte dentro di lui si fecero sempre più frequenti e profonde mentre portava una mano al suo sesso per poterlo stimolare anche lì.

Il giovane vampiro dai capelli rossi non riuscì più a controllarsi. Eccitato com’era quel semplice tocco da parte del suo compagno bastò per fargli raggiungere l’orgasmo e bagnare la sua mano con il proprio seme, stringendosi saldamente a lui nell’impeto del piacere. Sentendo l'altro venire, Keith si morse il labbro, con un'ultima spinta si liberò anche lui al suo interno mentre un gemito rauco gli uscì dalle labbra. Poi, quando si fu ripreso, scivolò fuori da lui e gli si sdraiò accanto ripulendosi la mano dal suo seme con la lingua.

Subito Atnas si girò e si andò a rannicchiare contro di lui, standosene ancora con gli occhi chiusi e con il respiro affannato, in un’emulazione di un gesto puramente mortale. Keith gli lanciò un'occhiata ed un piccolo sorriso gli piegò le labbra, poi con una mano gli carezzò i capelli posandovi sopra un bacio mentre con l'altra lo traeva di più a sé.

“Non farmi più prendere simili spaventi…” mormorò ad un certo punto il rosso lasciandosi coccolare con gioia dai suoi tocchi, capaci di tranquillizzarlo e di farlo sentire bene.

"Uhn...non dovrei essere io quello a dire una cosa del genere?" replicò Keith continuando a coccolarlo con dolcezza "Fino a prova contraria sei tu quello che si è quasi ucciso da solo..." ghignò appena arruffandogli un po' i capelli.

“Esagerato…- sbuffò – E comunque non avrei dovuto ricorrere a certi mezzi estremi se tu per primo non fossi stato in pericolo…”

"Oh beh!" replicò con una piccola risata divertita l'altro "Chiedo venia per essere stato io la causa di tale attacco, la prossima volta starò ben attento a non farla preoccupare, mio caro ed adorabile rossino!" ghignò alla fine dandogli un bacio sulle labbra.

Atnas sbuffò di nuovo al suo sarcasmo e non lo degnò di una risposta, limitandosi ad avvicinarsi ulteriormente a lui per cercare una posizione comoda e soddisfacente nella quale riposare. Keith lo strinse a sè, ben felice di averlo così vicino, e continuò tranquillamente ad accarezzargli la testa mentre lo fissava con sguardo improvvisamente dolce.

I due rimasero al palazzo dei Laysenber per alcuni giorni, fin quando le loro ferite non furono del tutto rimarginate ed i responsabili dell’attacco non furono stati tutti catturati ed eliminati dagli uomini di Raphael…nessuno poteva permettersi di arrecare un simile affronto alla sua famiglia senza essere poi punito in modo esemplare.

La piccola dimostrazione di potere di Atnas, nonostante fosse servita a salvare la vita a Keith, non gli fece ottenere i favori dei suoi genitori e dei membri del clan anzi, forse per questo fu addirittura guardato con più sospetto, ora che il ricordo di cosa era in grado di fare quel potere era stato riportato alla luce.

Dal canto loro, tuttavia, nè Keith nè Atnas si preoccuparono della cosa, ormai troppo abituati a quella situazione per darvi più peso del necessario, e, una volta guariti, tornarono alla loro casa e alla vita a cui erano abituati.

 

*Fine*