Note: I personaggi non sono miei ma del mio papà (Inoue, ovviamente) e dei suoi editori, io non voglio farci soldi, lo so io, lo sapete voi, quindi non ci sono problemi , giusto?!?!?


Una volta per tutte

di Chocolat

Parte 2/?


Akira Sendoh se ne stava tornando a casa a piedi, il borsone gettato su una spalla, la sua solita andatura noncurante, le mani in tasca e il suo usuale sorriso stampato sul viso.
Quel giorno gli allenamenti erano stati più impegnativi del solito...
E poi, il nuovo ruolo di capitano glieli faceva sembrare ancora più pesanti.
Faceva parte del suo carattere fare il trascinatore, ma un conto era infondere fiducia ed iniziativa alla squadra durante le partite, un altro addossarsi una tale responsabilità quotidianamente, nell'ambito delle sessioni di allenamento...
Beh, in fondo non gli dispiaceva, era  pur sempre un modo di sentirsi al centro dell'attenzione; l'affetto, la fiducia e l'ammirazione dei propri compagni erano la cura migliore per il suo ego un po' ferito, dopo la sconfitta da parte dello Shohoku. 
Certo, adesso oltre al fatto di essere diventato capitano, l'asso del Ryonan aveva anche un'altra preoccupazione: come sarebbe mai riuscito a conquistare le grazie di Rukawa e Sakuragi, sfogando così il suo lato hentai e guadagnandosi il grado di boyfriend nei confronti di Koshino-kun?
Erano passate una paio di settimane da quella domenica mattina e Koshino stava saldamente mantenendo i suoi propositi. 
Si comportava da amico, ma nulla di più... E, non appena lui tentava qualche approccio che andasse al di là della semplice chiacchierata, della sessione di studio o dello scambio di battute... Insomma, ogni volta che si avvicinava a lui con l'intenzione di tentare un qualsivoglia contatto fisico, veniva irrimediabilmente bloccato da due occhi assassini e un paio di sopracciglia talmente corrucciate da far paura ad un oni.
Sendoh sospirò.
Doveva fare qualcosa, al più presto... Ma cosa? Avrebbe potuto andare a trovare i ragazi allo Shohoku, con la scusa di augurargli buona fortuna per il torneo nazionale... Poi, avvicinarsi a Rukawa e... E chiedergli di andare a letto con lui davanti a tutti?!?! 
'Brillante idea, Akira... Magari Rukawa nemmeno reagirebbe, ma di certo non raggiungerei il mio scopo... E, se tentassi un qualsiasi approccio con Hana-kun, sicuramente mi ritroverei qualche dente in meno...'
Akira chiuse gli occhi e scosse la testa.
Il pensiero di rovinare il suo celeberrimo sorriso, la sua più efficacie arma di seduzione, gli mise i brividi lungo la colonna vertebrale... 
"Ehilà."
Sendoh riaprì gli occhi di scatto. Quella voce... Non aveva avuto modo di udirla così spesso, dato che il suo possessore era loquace quanto un manico di scopa; eppure, quel tono incolore e apparentemente vuoto l'avrebbe riconosciuto anche durante un terremoto...
Si fermò, il suo sorriso lievemente accentuato; cercò di controllare il flusso di ormoni che si agitavano dentro di lui alla vista di Kaede Rukawa, in jeans chiari e maglione blu scollato a 'V', indossato senza niente sotto, che gli aveva sbarrato la strada sul marciapiede con un pallone da basket sottobraccio e adesso lo stava fissando diritto negli occhi. I suoi mandavano scintille, brillavano come due onici incastonati nell'avorio ed esposti nella vetrina di una giolielleria con i faretti puntati contro. 
"Ehilà!!!!" Ripsose, con entusiasmo malcelato.
Forse la fortuna si era decisa a dargli una mano, nonostante l'esclusione dal campionato nazionale... essersi svegliato con Koshino tra le braccia era stata una discreta sorpresa, ma trovarsi Rukawa sulla strada di casa era una sorpresa forse ancora più grande.
"Ti va una sfida?"
Diretto, tagliente, duro... Sempre il solito. Certo, perché mai Rukawa avrebbe dovuto andare a cercarlo, se non per proporgli un one- on-one?
Ovvio...
Sendoh lo considerò per un attimo; poi  il suo sorriso si allargò, mentre negli occhi gli passava un lampo di malizia.
"Certo, Rukawa... Sarà un vero piacere!" 
Rukawa annuì leggermente e si voltò, invitandolo nel suo tipico modo a seguirlo.
"...Ad una condizione, però" Aggiunse Sendoh; le spalle dell'asso dello Shohoku si irrigidirono.
"Cioè?" domandò quest'ultimo senza voltarsi, con la solita voce incolore.
Il sorriso di Sendoh si tramutò in un ghigno.
"...Devi promettermi che farai una cosa per me, se io accetto la tua sfida"
Rukawa si voltò. Incrociò le braccia sul petto e a Sendoh parve di vedere la sua testa inclinarsi leggermente di lato, come nell'atteggiamento di chi è curioso e vuole saperne di più. 
"Sentiamo", fu la sola parola che uscì da quelle labbra che parevano non muoversi neanche.
"... Ecco... Io giocherò con te, ma solo a patto che tu venga a letto con me."
'Beh, davanti a tutta la squadra no, ma mi sa che con uno come lui questo è l'unico modo in cui potrei mai  proporre la cosa... O la va o la spacca!'
Per un attimo, su quel viso inespressivo e bellissimo si dipinse un accenno di sbigottimento; in effetti, gli occhi a mandorla di Rukawa si sgranarono e la sua solita maschera di freddezza scomparve. 
A Sendoh parve anche di intravedere un lievissimo tono rosato sugli zigomi delicati... Solo per un momento.
Poi, accadde qualcosa di ancora più imprevedibile: la bocca piccola ma ben disegnata di Rukawa assunse una piega che... Si, che ricordava moltissimo l'accenno ad un sorriso!
Ma non poteva essere... Infatti, un altro mezzo secondo ed ecco di nuovo l'espressione indifferente e lo sguardo vacuo che meglio si addicevano al viso del... Come lo chiamava Hanamichi? Ah, si... 'Kitsune'. Volpe... O entità demoniaca dalla pelle bianchissima che assume le sembianze di bellissimo essere umano... Beh, considerando il tutto, avrebbe davvero potuto trattarsi di un demone o qualcosa del genere...
"Nh. Allora non mi sbagliavo. Sei davvero un pervertito."
Sendoh rimase a bocca aperta e si sentì arrossire fino alla punta delle orecchie.
Rukawa, che sembrava indifferente a tutto e tutti, si era accorto del suo particolare interesse verso di lui?
"...Guarda che non sto scherzando, Rukawa", rimarcò Sendoh. Certo, forse il giocatore dello Shohoku aveva pensato che non parlasse sul serio...
"Lo so."
Sendoh deglutì a fatica, sul suo volto si dipinse un'espressione di rassegnato stupore.
Rukawa era un duro, niente da dire; non si riusciva a metterlo in imbarazzo, non era possibile strappargli un sorriso, rispondeva a monosillabi senza possibilità di replica... Ma aveva trovato pane per i suoi denti.
"Allora... Accetti?", lo sfidò di nuovo Sendoh, cercando di ignorare la sensazione di gelo che lo stava pervadendo nel venire fissato da quegli occhi imperscrutabili e, allo stesso tempo, riesumando il suo famoso sorriso.
Rukawa si passò il pallone da una mano all'altra un paio di volte, continuando a fissare il suo rivale per eccellenza con quella che pareva essere un'ombra di curiosità nello sguardo.
"Si"
Il monosillabo uscì da quelle labbra quasi immobili senza una punta di esitazione.
Sendoh si sentì il cuore balzare in gola.
Sbatté le palpabre un paio di volte, incredulo.
Certo, da bravo seduttore aveva tentato di psicanalizzare Rukawa (per quanto fosse abbastanza difficile inquadrarlo in un qualsivoglia schema comportamentale) e aveva pensato a come avrebbe potuto suscitarne la curiosità... In nessun modo. Rukawa era troppo indifferente a tutto, da quanto ne sapeva lui (ovvero: chiedendo spudoratamente a Hikoichi il suo notes e sbirciando tutti gli inutilissimi dati personali su tutti i giocatori di Kanagawa) non si filava una sola delle decine di ammiratrici che si ritrovava, anzi! 
Pareva che trattasse persino male quelle tra loro che si facevano più audaci e tentavano di confessargli il proprio amore o, eresia delle eresie, di chiedergli un appuntamento.
Che sepranze avrebbe potuto avere lui?
A quanto pareva, l'unica cosa ad interessare Rukawa era il basket... 
L'unica. E nel basket ci metteva anche tutto se stesso: tutta la passione, la rabbia, l'amore, l'impegno... Tutto quello che non riusciva ad esternare, lo esprimeva quando giocava a pallacanestro. 
L'asso dello Shohoku parlava pochissimo ed evitava di interagire con gli altri; quindi, se in quel momento di trovava lì, davanti a lui, chiedendogli un confronto, doveva tenerci davvero tanto... E, allora...
Perché non sfruttare la situazione?
Nel momento in cui Rukawa gli aveva proposto la sfida, il cervello di Sendoh aveva elaborato in una frazione di secondo tutte le informazioni che era riuscito a raccogliere sul bel Volpino e il neo-capitano del Ryonan si era illuminato...
...Ma non pensava di riuscire davvero ad averla vinta così facilmente.
Forse aveva capito male...
"Hai detto di si?", chiese, quasi timidamente.
"Sei sordo?"
Sendoh rimase di nuovo senza parole, per la seconda volta in vita sua e in meno di un mese di distanza l'una dall'altra. E, anche se gli seccava parecchio ammetterlo con se stesso, persino un po' imbarazzato.
"Ehm... Bene, allora andiamo!" , si risolse a rispondere, lasciandoschiudere le labbra in un ennesimo sorriso. "Ah... A giocare, intendevo!!!"
Notò appena lo sbuffo di Rukawa, più di commiserazione che di fastidio; il ragazzo si voltò senza più dirgli una parola, cominciando a camminare nella direzione opposta a quella da cui era venuto, continuando a palleggiare il pallone passandolo da una mano all'altra.
Sendoh rimase impalato dov'era.
Certo che quella matricola aveva il potere di lasciare di stucco chiunque... anche una faccia di bronzo come lui.
"A... Aspettami, Rukawa!", lo chiamò, mente cominciava a seguirlo a passo veloce.
Rukawa si fermò e voltò solo la testa all'indietro, guardandolo da sopra una spalla con un altro impercettibile accenno del suo inquietante sorriso.
"Non abbiamo nemmeno incominciato e già non ce la fai a starmi dietro?" Lanciò, sarcastico.
Sendoh arrossì di nuovo. Questa volta il tono di Rukawa non era stato neutro... Nella sua voce erano vibrate una sfumatura di malizia e una carica di doppi sensi da far tremare le ginocchia anche al più grande seduttore tra i teen-agers della prefettura. 
Nonostante questo, si sforzò di continuare a sorridere.
"Oh, non preoccuparti, Rukawa... Ti assicuro che in quanto a resistenza io non ho nessun problema... Provare per credere!"

***

Si stava quasi facendo buio e Rukawa non accennava a deconcentrarsi sul gioco.
I ragazzini, a bordo del campetto, guardavano lui e Sendoh ammirati: sembrava una sfida tra due superstars del basket americano... Ed invece era soltanto un one-on-one tra due studenti delle superiori particolarmente alti, particolrmente bravi e... particolarmente affascinanti.
"Ehi... "lanciò Sendoh, ansimante, "...Non ti stanchi proprio mai tu, eh?"
Non ottenne nessuna risposta, solo un'occhiata indagatrice. 
"Su... Andiamo a casa, ormai non si vede quasi più il canestro..." , aggiunse Akira, sfoderando uno dei suoi sorrisi più convincenti....
Che, di solito, non avevano effetto su Rukawa; questa volta, invece, il ragazzo-frigorifero sembrò esserne colpito. Si fermò, considerando il viso di Sendoh per qualche istante, con la palla sottobraccio. 
"...Senti"
Sendoh sollevò un sopracciglio. Chissà cosa gli voleva dire...Certamente che aveva ripensato al patto che avevano stipulato un paio d'ore prima e che se lo poteva scordare, di portarselo a letto... Oppure... Voleva chiedergli ulteriori ragguagli sulla cosa? 
Per esempio... Dove, quando, a che ora...
"...C'è qualcuno più bravo di te tra i giocatori che partecipano al torneo nazionale?"
Il sorriso dell'asso del Ryonan rischiò di trasfromarsi in un muso lungo fino a terra.
'Certo. Che idiota. Che volevi che ti chiedesse?'
"...Si", si risolse a rispondere, automaticamente e sofrzandosi di mantenere un'espressione facciale serena e distesa.
"Si chiama... Mi pare... Kitazawa ...O Sawakita, qualcosa del genere" 
Pronunciare quel nome gli aveva fatto un certo effetto. Il suo sorriso assunse una nota di malizia, ma non a causa dei soliti pensieri che gli si affollavano nella mente quando guardava gli occhi d'onice e le labbra rosse di Rukawa; sorrise malizioso perché pensò che per il 'volpino', come lo appellava sempre Sakuragi, sarebbe stata una bella lezione scontrarsi con il piccolo e saccente Sawakita...
Rukawa non parlava, continuava a fissarlo in silenzio con una faccia assolutamente inespressiva.
Sendoh si decise a voltargli le spalle ed andare via. 
Se aveva capito appena un po' com'era fatto il ragazzo che aveva appena finito di giocare con lui...
"Ehi."
...Appunto.
"Per quella cosa..."
Il sorriso di Sendoh si addolcì. Si girò per guardarlo da sopra una spalla.
"...Quando vuoi, Rukawa. Lascio decidere tutto a te... Ah, ovviamente mi aspetto che tu sia un uomo di parola e non rinunci."
"Non preoccuparti di questo."
"Allora d'accordo. Sai dove venirmi a cercare... Anche per giocare di nuovo assieme, ovviamente. Ciao!!!"
Sendoh raccolse le sue cose, gli fece un cenno con la mano e se ne andò, senza voltarsi indietro.
Stuzzicare la curiosità di Rukawa e sfidarlo era l'unico modo per attirare la sua attenzione... Stargli troppo dietro l'avrebbe senz'altro irritato; quindi, la falsa indifferenza era senz'altro il modo giusto di agire.
Certo, Akira dovette far forza su se stesso per non girarsi nemmeno una volta a guardare l'asso dello Shohoku e inebriarsi ancora un po' della sua bellezza glaciale, ma... Doveva resistere, pena il fallimento del piano.
Naturalmente, non poteva sapere che Kaede Rukawa lo guardava allontanarsi sì con la stessa espressione neutra sul viso, ma anche con il cuore che gli batteva all'impazzata nel petto e un ronzio nella testa che equivaleva ad un gomitolo di pensieri sconnessi che cominciavano con: 'Idiotamachetièsaltatoinmentedidirglidisì' e finivano in: '....ESakuragi?!?'

***

"Hikoichi... Ehm... Mi presteresti di nuovo il tuo notes, per favore?"
Alcuni dei ragazzi del Ryonan erano andati  a mangiare qualcosa assieme, come ogni Venerdì pomeriggio, dopo gli allenamenti; avevano deciso per il ristorante del papà di Uozumi, così avrebbero anche salutato il loro ex-capitano che, quando li vide, si commosse al punto di piangere per mezz'ora buona davanti a tutti.
E lì, seduto ad un tavolo con i suoi compagni, Sendoh sfoderò un sorriso di quelli del suo repertorio 'ad effetto'; in particolare, stavolta era un sorriso 'tanto-lo-so-che-nessuno-è-capace-di-negarmi-niente': guardò il suo giovane e petulante kohai con gli occhi dolci e allungò una mano, in attesa che ciò che aveva appena richiesto gli venisse dato.
Koshino aveva una faccia che ricordava motissimo una prugna secca, tanto era stizzito; giocava nervosamente con i gamberetti fritti e teneva lo sguardo fisso sul tavolo.
Hikoichi rovistò nervosamente nello zaino per cercare il suo preziosissimo blocco degli appunti.
"Oh, certo certo, Sendoh, Ehm, Capitano... Ecco, ecco, adesso lo tiro fuori..."
Le labbra carnose di Fukuda si incurvarono in un sorriso divertito, anche se appena accennato: Sendoh lo vide con la coda dell'occhio e gli sfuggì una risatina, Fuku-chan riusciva ad essere quasi inespressivo quanto Rukawa... Quasi. Almeno lui ogni tanto sorrideva... E, quando voleva, dimostrava un caustico senso dell'umorismo.
"Non credo che sia il *tuo* quello che vuole, Hikoichi...", disse il numero tredici del Ryonan, scambiando un'occhiata complice con Akira. 
"FUKU-CHAN!!!!!!!!"
"Scusa, Koshino, scusa..."
"Eh?!? Cosa?!?"
"Si, buonanotte Hikoichi... Su, dagli in fretta quegli appunti, se no rischia di farsi venire una crisi di astinenza..."
Il povero Aida passò senza ulteriori indugi il notes a Sendoh, mentre sulla sua testa sembravano materializzarsi decine di punti di domanda, suscitando ancora di più l'ilarità di Fukuda, che però cercava di contenersi per non fare arrabbiare ulteriormente Koshino; Uekusa arrossiva e teneva gli occhi bassi, sorridendo timido e Ikegami, che li aveva raggiunti per passare un po' di tempo con loro, scuoteva la testa divertito.
"Graaaaaaaaazie, Hikoichi!" Sendoh ringraziò lanciando un bacetto in direzione della matricola, poi aprì il quaderno e vi si immerse,letteralmente.
Uozumi sedette insieme a loro, approfittando di un momento di pausa. 
"Come mai tutto questo interesse per un quaderno di appunti?" domandò il ragazzone al neo-capitano. "Fammi indovinare... Non è nulla che c'entri con la scuola, vero?"
Fukuda si sporse in avanti, mettendo una mano davanti alla bocca come se dovesse confidare un segreto.
"Sta 'studiando' i dati raccolti da Hikoichi su quell'idiota di Sakuragi", sussurrò a Uozumi, che alzò gli occhi al cielo e scosse la testa con aria di rassegnazione.
"Preferisco non commentare...", disse l'ex capitano, in tono disapprovante.
"Ma perché, scusa, Uozumi-san? Non c'è niente di male a studiare i propri avversari, in fondo lo fanno tutti! Io lo trovo molto professionale!" Hikoichi aveva parlato con la sua solita aria ingenua e l'innocenza che gli trasudava da ogni poro strappò una risata ad Ikegami, che però cercò di soffocarla come meglio poteva per evitare reazioni inconsulte... Che arrivarono comunque, quando uno dei bastonicini che Koshino stava utilizzando si spezzò nella sua mano ed il giovane playmaker si alzò dalla tavola, furente, dirigendosi verso i bagni.
A quel punto, tutta la piccola tavolata diventò una risatina sommessa e un unico sguardo pieno di sottintesi, a parte Hikoichi che non ci capiva niente e Uozumi, il quale continuava a scuotere la testa e a mugugnare la sua disapprovazione in perfetto stile 'Lurch' della famiglia Addams... E, naturalmente, Sendoh, che ostentava falso stupore.
"Beh?", esclamò, abbassando il quaderno e fissando la porta delle toilettes dietro la quale era saprito il suo Hiro-kun, "Che gli ha preso?"
Altre risatine soffocate, altri sguardi interrogativi da parte di Hikoichi... Fukuda si alzò dalla tavola e, sorridendogli,  rispose: "Credo che non sia d'accordo sull'abitudine di *studiare* gli avversari... Vado a tentare di farlo ragionare..."
"Ma... Ma io..." 
Sendoh era davvero stupito, anche se, a modo suo, stava fingendo... 
Ovvero, cercava di fare il finto ingenuo con i suoi compagni di squadra, non rendendosi conto che tanto ormai la sua vita privata era diventata per tutti più interessante di una telenovela; ma, comunque, non riusciva a capire il comportamento di Koshino... Che voleva ancora? Non era stato lui ad insistere perché riuscisse a 'consumare' con Rukawa e Sakuragi? E adesso cosa c'era, allora,che non andava? 

***

Koshino picchiò il pugno sinistro sul muro con tutta la forza che aveva.
Quell'idiota!!!
Non aveva capito nulla. Non aveva capito cosa intendeva, quando gli aveva proposto il loro accordo... Doveva immaginarselo.
Era troppo... Troppo... *maiale*, per poter passare sopra ad una sfida del genere... E pensare che...
'Oh, al diavolo!!!!'
Ma se gli stava dimostrando esattamente il lato della sua personalità che più lo metteva a disagio, che più lo terrorizzava nell'ipotesi di intraprendere una relazione con lui, allora... Allora perché non aveva il coraggio di urlargli in faccia il suo disgusto e decidersi a lasciarlo perdere?
Un'altra volta le nocche di Koshino raggiunsero la parete dei bagni con violenza, mentre, senza nemmeno che se ne accorgesse, le lacrime avevano cominciato a scorrergli sulle guance, nonostante stesse stringedno gli occhi il più possibile per cercare di scacciarle indietro...
"...Siete davvero due idioti" Una voce annoiata lo sorprese, facendolo sussultare. "Non varrebbe nemmeno la pena di perdere tempo con voi..." Un sospiro.
Koshino trasalì; sgranò gli occhi per la sorpresa e vide l'immagine di Fukuda, appoggiato al muro di fronte, riflessa in uno degli sepcchi sopra ai lavandini.
Hiroaki asciugò velocemente le lacrime con il dorso della mano, poi si voltò e rimase a capo chino, fissandosi lapunta delle scarpe, con le guance rosse per la vergogna di essersi fatto sorprendere a piangere ed i pugni chiusi a causa della tensione che ancora doveva sfogare.
Fukuda sospirò.
"Su, lavati la faccia, soffiati il naso e torna di là. Non vorrai mica farti vedere in questo stato..."
Koshino scosse la testa. 
"Bene... Allora ti aspettiamo"
Fukuda si voltò e fece per uscire dai bagni; poi, si fermò e aggiunse: "Senti, scusa se mi faccio gli affari tuoi, ma... Non dovresti comportarti in questo modo. Se continui a tenere sempre il muso, *lui* si stuferà prima che tu sia riuscito a legarlo a te."
Koshino alzò la testa e si mise a fissare la schiena del compagno con gli occhi spalancati.
Era tutto così evidente?
"F... Fuku-chan, s... senti..." Koshino non sapeva nemmeno cosa stesse cercando di dirgli; forse voleva pregarlo di non dire nulla agli altri, forse voleva chiedergli un consiglio, o forse, ancora, voleva soltanto ringraziarlo per essersi preoccupato per lui...
Fukuda scrollò le spalle.
"Non so cosa tu gli abbia detto, ma... a Sendoh piacciono le sfide.
Non puoi misurare il suo affetto per te provocandolo con certe...
*cose*. E' ovvio che non ottieni la reazione che desideri *tu*" 
Gli occhi di Koshino erano quasi usciti fuori dalle orbite. Ma come era possibile che Fukuda avesse capito tutto? Proprio lui, che sembrava non interessarsi mai dei fatti degli altri e stava ben attento che nessuno si facesse i suoi? Lui, quel mezzo teppista piantagrane?
"Ma... Ma tu come lo sai... Voglio dire... ???"
Finalmente, Fukuda si voltò, piantò le mani sui fianchi e regalò a Koshino un'occhiata mista a commisertazione e comprensione. 
"Le tue reazioni sono un po' troppo violente per passare inosservate... E poi, per quel che so di Sendoh, se si impegna tanto nella lettura di qualcosa,  pettegolezzi o dati personali che siano, le cose sono due: o qualcuno l'ha sfidato, o gliel' hai chiesto tu" 
Hiroaki arrossì fino all punta dei capelli.
"C... Come... Cosa ti salta in mente?"
Fukuda scrollò le spalle.
"Sei l'unico che risce a fargli fare qualcosa anche controvoglia... 
L'anno scorso, quando eravamo matricole e lui faceva di tutto per scomparire quand'era ora di pulire la palestra o lucidare le palle, tu eri l'unico che riusciva a farlo lavorare... Nemmeno Taoka-sensei ha mai avuto tanto potere su di lui"
Koshino sbattè la palpebre, ancora incredulo, mentre Fukuda si voltò e, finalmente, aprì la porta e uscì dai bagni, con un'ultima alzata di spalle.
Il playmaker del Ryonan sospirò profondamente, mentre sentiva di nuovo le lacrime solleticargli il naso e bruciargli gli occhi, minacciando di cendere di nuovo.
Si, forse aveva ragione Fukuda, se l'era davvero cercata... E adesso doveva stare al gioco.



-Fine seconda parte -



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