Una volta per tutte

epilogo

di Chocolat



Sendoh osservava il suo Hiro-kun, bellissimo in quel paio di incredibili jeans bianchi che lo fasciavano come se gli fossero stati cuciti addosso ed un incantevole maglioncino di filo di scozia rosso sangue... Adattissimo alla situazione ed all'espressione più corrucciata che mai del piccolo playmaker.
Koshino era seduto su una delle poltrone del salotto di pelle di sua madre, con le braccia conserte sul petto, le maniche del pullover tirate fino a coprirsi le mani e le sopracciglia talmente aggrottate da (quasi) toccarsi; le sue labbra tremavano, aveva gli occhi lucidi e, ogni tanto, sollevava il braccio e se lo passava sul viso per asciugare le lacrime, che gli si formavano agli occhi, con la manica della maglia.. Stava ascoltando la lunga confessione di Akira... E si stava maledicendo.
"Insomma, l'hai fatto davvero... Te li sei davvero portati a letto entrambi... E dici pure di volermi bene!!! Mi chiedo, in percentuale, di quanto bronzo sia costituita la tua faccia!" Sbottò alla fine, lasciando che due striature calde e salate gli rigassero le guance.
Sendoh si accucciò ai piedi della poltrona dove sedeva Hiroaki, appoggiandogli le mani sulle ginocchia e guardandolo diritto negli occhi con una delle sue *solite* espressioni da cucciolo_abbandonato_etc._etc.
"Ma, Hiro-kun... Me l'avevi chiesto tu! Accidenti, si può sapere cosa vuoi ancora da me? L'ho fatto in buona fede, ho voluto provarti che sarei stato disposto a tutto pur di diventare il tuo ragazzo... "
"MA PIANTALA!!!"
"Hiro-kun!"
"Ma è possibile che non ci arrivi? Per dimostrarmi *quanto* mi volevi bene, quando io ti proponevo quell'assurdità tu avresti dovuto dirmi che non ci pensavi nemmeno, che amavi solo me e che non te ne sarebbe mai fregato più nulla di quei due decerebrati! Invece, eccoti! Ti ci sei buttato a pesce... Meglio di così, avevi anche la scusa che te l'avevo chiesto io!!!"
"Me l*avevi chiesto tu!" Sendoh cominciava a spazientirsi. Hiro-kun gliene aveva fatte passare davvero tante, nell'ultimo periodo... E adesso anche quell'ennesima sfuriata! "E poi, scusa, se pretendi che la gente reagisca come vuoi tu, perché non mi hai preparato un bel fogliettino con la risposta giusta? Ma cosa credi, che tutti pensino con un cervello paranoico e complessato come il tuo?"
Akira si era alzato in piedi e stava parlando con le mani sui fianchi, sovrastando Koshino con la sua impressionante altezza. Non era davvero arrabbiato... Più che altro ferito. Infastidito... Ma non da Hiroaki. Da se stesso, da fatto di non capire ancora come prenderlo... Dal fatto di essersi reso conto che lui *amava* davvero quell'insopportabile, petulante, viziatissimo ragazzino... Che adesso era rimasto senza parole ed aveva abbassato lo sguardo, incollandolo al pavimento.
Sendoh sospirò, alzando le sopracciglia. "Vabbé, forse è meglio che ti lasci sbollire... Tanto con te, quando sei in queste condizioni, non c'è niente da fare. Telefonami quando ti passa, eh!?!" E, detto questo, si voltò incamminandosi verso la porta.
Koshino avrebbe voluto fermarlo, dirgli di aspettare, che non gli importava, che l'avrebbe perdonato, perché per lui Akira era tutto... Perché era innamorato di lui al punto da starci male, al punto di diventare geloso persino di quelle racchie antipatiche del suo fan-club, al punto di piangere di notte solo perché non era capace di dimostrargli *quanto* gli voleva bene... Si rendeva conto di essere un pasticcione, quando c'erano di mezzo i sentimenti: la sua insicurezza lo portava a reagire in modo aggressivo e, come in quell'occasione, ad allontanare da lui le persone a cui teneva... *Avrebbe* voluto fermarlo... Ma non lo fece. Perché Hiroaki Koshino, oltre che ad essere un inguaribile insicuro, era anche un superlativo testardo rinchiuso in una corazza d'orgoglio purissimo.

***
Il telefono di casa Fukuda squillò verso le tre di pomeriggio di una bellissima domenica di luglio. 
Kitcho aggrottò la fronte. Chi poteva essere? Mamma era uscita con otosan ed il fratellino rompiscatole, erano andati tutti insieme allegramente al mare e l'aveva lasciato in santissima solitudine a farsi gli affari suoi... Ovvero, a giocare con la Playstation di suo fratello sul televisore grande del soggiorno, con una pizza e qualche lattina di birra trafugata...
Si alzò dal tappeto, dov'era comodamente sdraiato a pancia in giù e corse all'apparecchio, a dire il vero abbastanza incuriosito... Sollevò la cornetta e rispose, cominciando a farsi un'idea su chi potesse esserci all'altro capo.
"Moshi-moshi... Konnichiwa, Sendoh... Ci avrei scommesso che eri tu! Allora?" 
Le sue intuizioni erano esatte. Fukuda sorrise.
"Cos'hai combinato stavolta? Mh... Si, si, però adesso cerca di calmarti... Si... Ho capito... Ma si, si che hai fatto bene... No!!! No, non farlo assolutamente! Resisti! Siiii, fidati di me, non ti preoccupare... Cosa?!? Uff... Si, si, va bene, ci vado, ma tu adesso calmati, OK? Passo da te dopo? Si... No, non ti preoccupare, tanto non avevo grandi programmi per il pomeriggio... Si... Si, si... Non ti preoccupare. Ci vediamo dopo. Bye!"
Fukuda si guardò nello specchio che sua madre aveva fatto sistemare sopra al telefono, nello stretto corridoietto del loro appartamento. Sbuffò, alzando gli occhi al cielo, prima di passarsi una mano tra i capelli; ritornò in salotto, si avvicinò al televisore e spense la playstation.
Avrebbe giocato un'altra volta; quel giorno aveva cose ben più importanti a cui dedicarsi: entrava in azione Fuku-chan il salvatore!

***

Sakuragi giunse al solito campetto verso le tre e mezza del pomeriggio.
Non sapeva cosa l'aveva guidato lì; probabilmente, la consapevolezza di trovarlo. 
*Sapeva che Rukawa ci sarebbe andato per allenarsi.
E lui aveva assolutamente bisogno di parlargli... Quella notte, si era svegliato a casa di Sendoh con il kitsune tra le braccia... Erano tutti e tre tranquillamente addormentati nel lettone dei genitori del porcospino, dopo aver...
Dopo aver fatto sesso... Tutti e tre insieme.
In tre. Tre ragazzi...
E gli era pure piaciuto. 
*Tanto*.
Ma, quando si era trovato nel cuore della notte a dormire in un letto non suo, in compagnia di quello che fino a qualche ora prima era stato il suo peggior nemico... Quando era stato assalito dalla consapevolezza di quello che avevano appena fatto... Era letteralmente fuggito.
Non voleva affrontarli subito... Non ne aveva la forza, né il coraggio.
Aveva bisogno di andarsene a casa, farsi una doccia, una bella dormita e riflettere con calma.
Non era sconvolto... Solo confuso. E doveva chiarirsi le idee.
Ma anche Rukawa e Sendoh meritavano una spiegazione... Tanto valeva cominciare dalla parte più difficile.
"Rukawa", chiamò, senza nemmeno un po' di esitazione nella voce. Vide la palla arancione sfuggire ai palleggi esperti del numero 11 dello Shohoku, andando a rotolare miseramente a bordo campo.
Rukawa si voltò dalla sua parte e a lui si strinse lo stomaco: il viso del compagno era una maschera di emozioni indefinite, contrastanti, indecifrabili. Qualcosa di totalmente diverso dalla solita espressione apatica e distante. E negli occhi... In quegli occhi incredibili sembrava potersi leggere qualcosa di molto simile allo smarrimento... Alla tristezza.
"Do'aho... Ti sei svegliato solo adesso?"Lo salutò, accennando ad un sorriso che, per qualche strano motivo, fece andare in fiamme le guance di Hanamichi.
Kaede aveva parlato con un tono di voce insolitamente dolce e nella sua battuta non c'era ombra di sarcasmo né il solito tono di sufficienza che usava parlando con lui... Insomma, era rimasto il Rukawa della sera prima. Niente più muro di ghiaccio... Come se ormai, una volta scopertosi, non gli importasse più sembrare un comune mortale, un essere umano dotato di un'anima e un cuore...
Hanamichi gli sorrise a sua volta, un sorriso aperto e sincero.
"Devo... Devo chiederti... Chiedervi... Scusa, per come mi sono comportato ieri. Avrete pensato che sono un vigliacco, ma..."
Rukawa lo interruppe.
"Non c'è bisogno che ti scusi... Anzi... Dovremmo scusarci noi."
L'asso dello Shohoku gli si avvicinò, per raccogliere la palla che era finita quasi ai suoi piedi; lo guardò negli occhi, fissandolo con un'intensità che lo fece andare a fuoco.
"Sakuragi... Davvero, credevo che una volta sveglio ci avresti preso a cazzotti tutti e due... E di certo non mi aspettavo di vederti qui oggi... Così... Tranquillo"
Hanamichi si passò una mano tra i cortissimi capelli rossi.
"Beh... Io invece credevo che non ti avrei mai sentito pronunciare più di tre parole per volta... Ci siamo stupiti a vicenda..."
"Già..."
Un attimo, solo un attimo di imbarazzante silenzio.
"Senti Rukawa.. Adesso mi vedi tranquillo, è vero, ma mi ci sono tormentato tutta la notte. Ecco, io volevo dirti che... Non sono sconvolto, no... Nemmeno pentito. Abbiamo fatto una cazzata, OK. Però... Io ci sono stato bene... E... E, insomma... Penso che non abbiamo fatto nulla di male, se è piaciuto a tutti e tre..."
Hanamichi parlava spostandosi nervosamente da un piede all'altro, tormentandosi le mani e movendo gli occhi da quelli del ragazzo di fronte a lui al cemento del campetto e vice-versa.
Rukawa continuava a fissarlo, in silenzio.
"Ecco... Quello che sto cercando di dirti è che... Non mi importa se a te piacciono i ragazzi, o se piacciono al porcospino... Non è che vi disprezzi per questo, anzi... Ieri sera ho conosciuto una parte di te che... Beh... Ecco, mi ha davvero stupito e sono contento di averla potuta vedere"
Gli occhi di Rukawa si abbassarono impercettibilmente, per poi tornare a fissarsi in quelli di Sakuragi.
"Ascolta, Rukawa... So che sto facendo un sacco di casino, ma solo davvero tanto confuso... OK?"
Kaede inclinò leggermente la testa da un lato.
"OK..." ripeté, annuendo lentamente. Sapeva cosa stava cercando di dirgli Hanamichi. E le cose si erano messe anche troppo bene, rispetto alle sue aspettative... E allora perché quel magone, quel peso sul cuore che rischiava di schiacciarlo con la forza di un macigno caduto dall'alto?
"Rukawa... Io credevo... Credevo di essere innamorato di Haruko fino a ieri... E credo di esserlo ancora... Credo! Però avere fatto... Quello che ho fatto con voi... con *te... Beh... Mi ha un po' spiazzato... ho cominciato a dubitare di me stesso... Si, come se prima fossi un tipo tanto sicuro... Però... Non è che mi sia convinto in una notte di preferire gli uomini alle donne. Ecco, più o meno... Volevo dirti proprio questo"
Un sospiro profondo.
"Si, Sakuragi... Capisco"
"Ecco, io... Vorrei essere tuo amico, se non hai niente in contrario. Mi piacerebbe conoscerti un po' meglio... E non pensare che lo faccia per pietà o altro, perché non è vero niente... Ah, lo dico perché, io, magari, al tuo posto l'avrei pensato... Però sappi che mi interessa sul serio... Se per te va bene..."
"Grazie... *Hanamichi *. Ti va di giocare un po' con me, adesso?"
Il ragazzo dai capelli rossi sbatté le palpebre un paio di volte. Poi, un bellissimo sorriso gli illuminò il viso.
"Certamente! Iniziamo! Chi arriva prima a dieci vince! Ti farò mangiare la polvere, Rukawa!"
"Do'aho..."

***

Il campanello di casa Sendoh suonò intorno alle cinque e mezza. Akira, che stava girando in tondo da circa un'ora e mezza, rischiando di consumare il pavimento della cucina, si precipitò alla porta e, senza nemmeno chiedere chi era, la spalancò.
Si trovò faccia a faccia con gli occhi ridenti ed il sorriso sarcastico di Fukuda; abbassando velocemente lo sguardo, incrociò quello arrossato e liquido di Hiro-kun, sulle cui spalle incassate ed un po' curve erano appoggiate le grandi mani di Fuku-chan.
"Ecco qui, te l' ho portato... Adesso vedete di chiarirvi, una volta per tutte e fate pace... Se non vi dispiace, devo finire Final Fantasy X prima che tornino i miei con il rompiscatole. Va' dentro, Kosh!" Disse Fukuda, abbracciando velocemente Hiroaki e stampandogli un bacio da fratello maggiore sulla tempia, prima di dargli una spintarella sulle spalle e facendolo così caracollare dentro casa di Akira.
"Grazie, Fuku-chan... ci vediamo domani ad allenamento!" 
Fukuda si voltò alzò la mano in segno di saluto.
"Non ringraziatemi... E' la mia missione!" Disse ironico, mentre si allontanava, camminando a passo sostenuto.
Sendoh chiuse la porta, prendendo un bel respiro profondo, si girò ad affrontare Hiroaki...
...Che, con sua grande sorpresa, lo stava guardando con un'espressione colpevole sul bel visino arrossato; teneva il labbro inferiore stretto tra i denti e i cerchi bordeaux intorno agli occhi la dicevano lunga su come doveva aver passato l'ultimo paio d'ore.
Sendoh si sentì sciogliere, ma resistette all'impulso di stringerselo contro e cominciare a sciorinargli tutta una serie di 'scusa' o 'è stata tutta colpa mia'...
...Non ce la faceva a vedere il suo Hiro-kun in quelle condizioni, era più forte di lui... Ma sapeva anche che non avrebbe dovuto cedere: non era dalla parte del torto... O meglio... In cuor suo sapeva bene che Hiroaki gli aveva fatto quella proposta assurda solo per metterlo alla prova; questo però non gli dava il diritto di trattarlo come aveva fatto negli ultimi tempi. E, soprattutto, avrebbe dovuto servirgli di lezione: i giochini psicologici erano soltanto una gran perdita di tempo e di buon umore.
"Scusami, Akira..."
Sendoh aggrottò la fronte. Doveva aver sentito male...
"Cosa?" Chiese, incredulo, sbattendo le palpebre. 
Hiroaki sospirò.
"Ti ho chiesto scusa", ripeté Koshino, sospirando.
Sendoh si voltò e corse in direzione della porta, spalancandola e sporgendosi fuori.
"Fuku-chan!!! Ehi, Fuku-chan!!! Torna indietro !!! Mi hai imbrogliato, questo che mi hai riportato non è il *mio* Koshino!" Gridò al suo compagno, ormai lontanissimo, che scosse la testa senza nemmeno girarsi a guardarlo e alzò una mano, mostrandogli graziosamente il dito medio.
"AKIRA!!! Smettila di fare il deficiente! Sto cercando di parlarti!!!"
"Ah, ecco... Allora sei davvero tu... Mi pareva troppo strano, probabilmente hai avuto un attacco di gentilezza transitorio..." Sendoh rientrò in casa, chiudendo nuovamente la porta alle sue spalle. Si lasciò sprofondare su una poltrona, in modo quasi teatrale. "...Scusa, ti ho interrotto. Dicevi?"
"Io... Ho parlato con Fukuda e... Beh... Ho capito di aver esagerato. Mi sono comportato da *idiota*... Ti ho spinto a fare tutto quelle che non avrei mai voluto facessi, solo per dimostrare a me stesso che non eri degno di fiducia... Che non avrei mai dovuto lasciarti entrare nel mio cuore... Credo che inconsciamente volessi convincere me stesso che non eri la persona gusta perché, in fondo, avevo paura di quello che avevo scoperto... Avevo paura di essermi innamorato di un ragazzo... Di essermi innamorato di *te*."
Sendoh ascoltò in silenzio la piccola confessione di Hiroaki. Non sapeva bene come prendere quelle parole... Che voleva dire? Che non accettava i suoi sentimenti e quindi sarebbe stato meglio rimanere solo amici? Che invece si era reso conto di non poter fare a meno di lui?
Non osava chiederglielo... Aveva paura. Ma *doveva* dire qualcosa...
"Fukuda deve davvero possedere strani poteri per essere in grado di farti ragionare così bene... Potresti metterti con lui!"
Frecciatina... Non era da lui, non gli era mai piaciuta fare il sarcastico... Però in quel momento gli sembrava l'unica cosa sensata da dire. E poi era anche un po' geloso del fatto che il 
*suo* Hiro-kun riuscisse a comunicare così bene con Fuku-chan mentre con lui era sempre un disastro su tutti i fronti.
Sentì Koshino sospirare ancora, stancamente.
"Akira, non scherzare. Fuku-chan è un amico... E' vero, è una delle poche persone che sanno come prendermi... Ma ciò che provo per lui non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello che provo per te. E' tutta un'altra cosa..." Gli occhi cerchiati e stanchi di Koshino si abbassarono un attimo sul pavimento, per poi ritornare a fissarsi in quelli di Akira.
"Akira, te lo ripeto... Mi dispiace. Perdonami. Mi sono cercato tutto quello che mi è successo. E adesso mi sta bene soffrire... E mi sta bene che tu sia andato con quei due stangoni... Potevo darti io quello che ti sei andato a cercare da loro, invece di fare il cretino... E tu sei stato fin troppo buono a non mandarmi a quel paese. Ma se lo farai adesso, non potrò certo darti torto... Ehi!!!!" 
Sendoh era scattato in piedi, si era precipitato verso il divano, inginocchiandosi sul pavimento e stringendo Hiroaki in un abbraccio soffocante; dopo qualche istante, si allontanò da lui, tenendolo per le spalle, guardandolo negli occhi, scotendolo ad ogni parola che gli usciva dalla bocca:
"Cretino, cretino, cretino!!!!! Non ti mando a quel paese... Non ti ci manderò mai! Sei uno scorbutico, hai la puzza sotto il naso, è impossibile comunicare con te e, certe volte, riesci a farmi veramente *incazzare*... Ma sai anche essere dolce e sensibile e *irresistibile* nelle tue insicurezze... E sei... Sei... Terribilmente *kawai*... Hiro-kun... Io ti voglio bene... Non voglio perderti..."
"Akira..."
Koshino abbracciò a sua volta l'amico, affondandogli il viso nell'incavo della spalla. 
Aveva bisogno di fidarsi di Akira... Aveva bisogno di lasciarsi un po' andare, di rilassarsi, di convincersi, finalmente, che non c'era niente di pericoloso nel voler bene a qualcuno.
"Nemmeno io voglio perderti, Akira... Diamoci una chance..."
Rimasero così, abbracciati l'uno all'altro, per cinque minuti buoni; Koshino a godersi il calore dell'abbraccio rassicurante e tranquillizzante di Akira, Akira accarezzando con una mano la schiena, ancora rigida, del compagno.
"Hiro-kun... Sei sicuro di volermi anche così?" Chiese dopo un po' Sendoh, staccandosi dall'amico ed alzandosi, risedendosi poi sul divano accanto a lui; gli passò un braccio attorno alle spalle, stringendolo contro di se, appoggiando una guancia tra i suo capelli.
"Così... Come?" 
"Così... Come sono io. Ecco, Kosh... Io non posso prometterti che non ci sarà mai nessun altro... O nessun'altra... Nella mia vita. Sono fatto così. Sono infedele, sono un tentai... Non ci ho pensato su nemmeno due volte a portarmi a letto Rukawa e Sakuragi... E non posso assicurarti che non accada di nuovo. Questo lo sai anche tu... E lo sapevi anche prima che tra noi... Beh, ci fosse stato quello che c'è stato. Non me la sento di prometterti che cambierò, come non credo sia facile che cambierai tu... Ma io accetto anche i tuoi difetti, fanno parte di te, anche se ogni tanto mi fanno uscire dai gangheri... Tu accetterai i miei? "
Il sospiro di Koshino sembrò tanto un ringhio soffuso. Poi, inaspettatamente, il playmaker del Ryonan si sporse verso il suo capitano, baciandolo lievemente sulle labbra.
"Beh, Akira... Al limite, vuol dire che passeremo un bel po' delle nostre domeniche a chiederci scusa a vicenda..." Koshino sorrise dolcemente, qualcosa che Sendoh gli aveva visto fare troppo di rado; lo baciò sulla fronte, per poi stringerlo in un altro abbraccio.
"Beh, vuol dire che cominceremo a pagare A Fuku-chan le sue intermediazioni..."
"Cretino..."

***

Rukawa fissava con sguardo vuoto la lavagna in fondo all'aula. 
La voce del professore gli giungeva ovattata, lontana... Sentiva gli occhi chiudersi, brucianti di sonno.
Niente di strano, insomma...
Se non fosse stato che quella mattina, invece di addormentarsi sul banco, il suo solito stato di torpore stava scivolando verso un'altro stato da'nimo, a lui quasi ignoto... uno stato di riflessione.
Pensava che era stato davvero bello giocare al campetto con Sakuragi, *giocare* davvero, non dimostrargli di essere superiore o insegnargli qualcosa... Gli era piaciuto andare a bere qualcosa insieme e si era sentito scaldare il cuore quando Hanamichi l'aveva salutato con un 'ci vediamo domani'.
Hanamcihi suo amico...
*Amico*.
Lui, proprio lui...
Non avrebbe mai sperato tanto, invece... Era proprio così. Lui e Sakuragi stavano diventando amici...
"Rukawa-kun..." 
La voce lo fece girare istintivamente verso sinistra. 
Meiko l'aveva chiamato... Strano, di solito nessuno gli rivolgeva la parola, in classe...
"Pro... Professore..."
Che stava succedendo?!? 
"Rukawa-kun... Cosa succede?" 
La voce dell'insegnante... Che si stava avvicinando al suo banco, un'espressione stupita e preoccupata sul volto.
Improvvisamente, sentì qualcosa di caldissimo e bagnato scendergli sulle guance.
Stava piangendo...
Non si ricordava nemmeno più l'ultima volta che era successo... E adesso lì, davanti a tutti, davanti al mondo, la sua maschera di ghiaccio era andata in frantumi...
Si nascose il viso tra le mani, lasciandosi andare, cominciando a singhiozzare in silenzio.
Ormai, non c'era più niente da nascondere...
Avvertì una mano dell'insegnante stringersi sulla sua spalla.
"Rukawa-kun... Su, vieni con me. Ti accompagno in infermeria..."
Lui annuì leggermente con il capo, alzandosi dal banco, tremando un po'; il braccio del professore gli circondò le spalle e lui si lasciò portare via.
Si sentiva apezzi... Ma qualcosa gli diceva che quelle lacrime, mai versate da anni, l'avrebbero fatto presto sentire molto meglio...

***
Sendoh e Fukuda erano seduti sulla terrazza del liceo Ryonan, a prendere un po' di sole durante l'intervallo del pranzo.
"Dove hai lasciato il piccolo Hiro-kun?" Chiese Fukuda a Sendoh, una volta che il compagno lo raggiunse all'ora prestabilita.
"Doveva ripassare scienze, è in classe..."
"Già, lui è un ragazzo serio, mica come noi!"
Sendoh sorrise.
"Si... Anche *troppo*, alle volte... Ma gli voglio bene lo stesso."
"Si, si vede... Quando parli di lui ti viene la faccia da tonno!"
"Oh, grazie, Fuku-chan!"
"Non c'è di che, figurati... Senti... Ma quegli altri due idioti?"
Gli occhi di Sendoh assunsero una sfumatura di vaga tristezza.
"Oh... Ho sentito Kaede, ieri sera. Non è che fosse... Beh... Molto su. Mi dispiace... Speravo che gli andasse meglio"
"Mah... Non è ancora detta l'ultima parola, da quello che mi hai raccontato"
Saendoh si stiracchiò voluttuoso, chiudendo gli occhi e appoggiandosi negligentemente al muro.
"Sai che ti dico, Fuku-chan?"
"Mh?"
"Che siccome stasera Kosh studierà fino a tardi, io, te e gli altri ce ne andiamo tutti al ristorante di Uozumi. E chiamiamo anche Rukawa. E anche Sakuragi!"
"Akiraaaa... Non fare il mezzano, ti riesce male."
"E dai, non farmi la predica... Io cerco di rendermi utile! Allora, ti va bene?"
"Certo che mi va bene"
"Allora è fatta! Mando un sms a Kaede!"
"Sei incorreggibile... quanto è che state assieme tu e Kosh? Cinque giorni?"
"Ma no, guarda che non è come pensi..."
"See, see... Io intanto comincio a mangiare, eh?"
"Sei un amico, Fuku-chan!"
"Lo so!"

FINE di Una volta x tutte!




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