Spoilers: c'è qualche spoilerino, per chi non ha visto l'anime e ha iniziato a leggere il manga con la ristampa... Questoi avrei dovuto dirlo dai primi capitoli, ma sono molto sbadata... -______-
Disclaimers: Quel bonazzo di Takehiko Inoue ed i suoi editori hanno la fortuna di ìpossedere' questi ragazzi... Io ci gioco solo un po' e NON a scopo di lucro! ^o^
Note: Nel quarto capitolo avevo messo degli asterischi... Peccato che poi mi sia dimenticata di spiegarli! ^^''''''' Vi va bene uguale se lo faccio ora?!?!
1) Succo d'uva nera: gli occhi di Rukawa mi hanno sempre ricordato gli acini d'uva nera... *______*
2) Burro di arachidi: mi sono sempre chiesta che sapore avesse ma non l'ho mai assaggiato! Mi è rimasta una morbosa curiosità al riguardo!
3) 'Anni e anni di pratica!'----> era una citazione di Naika! ^o^

Una volta per tutte

parte V

di Chocolat



Era un venerdì , nel tardo pomeriggio.
Hanamichi si stava allenando da solo al terzo tempo nel  campetto in mezzo al parco, quello in cui era solito recarsi anche il maledetto kitsune tutte le mattine all'alba. Certo che, quando si trattava di giocare a basket, quella specie di monolite ambulante riusciva a superare persino la sua narcolessia...
Narcolessia...
Il ragazzo saltò, riuscendo ad infilare un canestro perfetto. Strano... Era distratto, non pensava affatto a come si stava muovendo... ed era riuscito a segnare.
Osservò la palla rimbalzare a terra, si guardò la mano.
Narcolessia... Aveva visto qualcosa in TV sull'argomento, una volta... nell'ambito di una di quelle trasmissioni sulla salute per massaie... E la mamma, che era infermiera, gli aveva spiegato più o meno in cosa consistesse quella strana malattia.
Strano...
Non gli era mai venuto in mente di associarla allo stato di catatonia cronica in cui riversava costantemente il volpino, a meno che non avesse una palla da basket in mano.
E se... Rukawa ne avesse sofferto davvero? Da quanto aveva capito, l'eziologia della narcolessia era abbastanza incerta... Però le persone ad esserne colpite erano quasi tutti soggetti con qualche tipo di problematica psicologica, relazionale o sociale...
E se il kitsune non fosse stato così glaciale, antipatico, scontroso ed arrogante perché c'era nato, ma piuttosto avesse avuto qualche problema, per esempio, in famiglia, oppure...
'AAAAAAAAAAAAGH!!! Ma che faccio, tento anche di giustificarlo, adesso?!?!?!' Hanamichi scosse la testa, affrettandosi a recuperare la palla; corse di nuovo verso il canestro palleggiando, senza pensare troppo a quello che stava facendo e segnò altri due punti.
Sbatté le palpebre, guardandosi di nuovo le mani e di nuovo lasciando che la palla arancione rotolasse fino al bordo del campo... Dove fu raccolta da qualcuno che, evidentemente, aveva osservato interessato il suo allenamento. 
"Ci sei riuscito perché l'hai fatto istintivamente..."
Hanamichi si voltò, di scatto.
Un idiota dai capelli a punta e dal sorriso *troppo* confidente stava facendo roteare la sua palla (beh, non era proprio sua, l'aveva presa in 'prestito' dalla scuola... Ma questo era un altro paio di maniche!) sul lungo dito indice.
Che ci faceva lì il dannato porcospino?
"Sendoh!"
"Buonasera, Sakuragi-kun!" Akira Sendoh lo salutò, allegro.
"Buona... Sera. Che ci fai qui, Sendoh?" Chiese Hanamichi, la cui curiosità stava alimentando la sua già spropositata fantasia.
"Ah, certo! Sei venuto a farmi gli auguri per il campionato nazionale... Eheheheh... Beh, ma il grande Tensai non ha bisogno di simili incoraggiamenti, sai... Oppure sei venuto a spiare i miei allenamenti per cercare di carpire i miei segreti da grande campione? Già, deve essere così, ahahah!!! In questo modo, magari, il prossimo anno vi va meglio!!!" 
Sakuragi continuò a sproloquiare per un po', sapendo bene che avrebbe potuto rimanersene zitto ed evitare di fare l'ennesima figura da buffone. 
Era più che consapevole del fatto che Sendoh gli fosse superiore, come lo era Rukawa, del resto; ma riuscire a dirgli in faccia tutte quelle amenità lo faceva sentire più sicuro di se stesso, come se davvero, in quel modo, potesse autoconvincersi di essere il migliore, l'imbattuto... Di essere *qualcuno*. Perché lui era sempre stato insicuro... E scoprire di avere talento in qualcosa non era bastato a dargli un po' più di autostima... 
Quindi, cercava di crearsela a parole. Con il solo risultato di sentirsi incredibilmente stupido.
Ma Sendoh, a differenza dei suoi compagni di squadra che non vedevano l'ora di fargli notare quanto fosse inutile autocelebrarsi in quel modo, soprattutto quando si era una testa di rapa come lui capace solo a collezionare figuracce (senza rendersi conto che, in realtà, Akagi e gli altri lo consideravano più di quanto non dessero a vedere), rideva divertito.
Esattamente come il giorno in cui si erano conosciuti, durante l'amichevole, quando se ne era uscito con il suo : 'Sendoh, io ti annienterò!', il neo-capitanto del Ryonan rideva; e la sua non era una risata di scherno, o di sufficienza: era una risata schietta, sincera, che veniva dal cuore.
Hanamichi arrossì, senza nemmeno sapere bene perché.
"Ehm... Ti faccio ridere, Sendoh?", chiese imbronciato, tenendo il viso abbassato per cercare di nascondere l'imbarazzo. Non era arrabbiato con il porcospino... Provava solo uno schiacciante, inspiegabile, terribile senso di imbarazzo.
"Si, Sakuragi-kun... Sei troppo simpatico!"
Hanamichi risollevò lo sguardo, perplesso eppure.. Lusingato. Sendoh lo trovava simpatico? Era la prima volta che qualcuno gli faceva un simile complimento... Di lui si dicevano tante cose... Ma *nessuno* lo aveva mai trovato *simpatico*...
Il suo imbarazzo superò la soglia di guardia, facendolo sentire indifeso; così, utilizzò l'unica arma di cui si era sempre servito, ovvero l'attacco.
"Hei, Sendoh... Vedi di non prendere in giro il Tensai, altrimenti te lo tolgo io quel sorriso stampato dalla faccia! Non ti basta aver perso il campionato prefetturiale? Devi per forza cercare di farti rompere tutti i
denti da me?" Oh, no... L'aveva fatto di nuovo. E dire che Sendoh non aveva evidentemente nessuna intenzione ostile... E di certo non voleva provocarlo.
"Non sei gentile a ricordarmi la sconfitta, Sakuragi... E io che ero venuto fin qui per allenarmi un po' con te!"
Il capitano del Ryonan aveva appena assunto la sua famosa espressione cucciolo_abbandonato_e_tanto_triste, cominciando a palleggiare distrattamente la palla sul cemento del campo.
Hanamichi arrossì di nuovo, violentemente. Si rammentò di quanto gli era bruciata la sconfitta contro il Kainan e si sentì improvvisamente un incommensurabile idiota per aver rimarcato a Sendoh la sua... Ma... Ma cos'è che aveva appena udito dalla bocca del porcospino? 
"Scusa, ho capito bene? Tu vorresti allenarti con me?"
"Sì, sempre che tu non ti senta troppo schifato dal fatto di doverti confrontare con un perdente come me..." Sendoh aveva cambiato faccia, pronunciando quella frase: non rideva più, il suo viso aveva assunto l'aria di sfida che Sakuragi gli aveva visto in partita; il suo sorriso era obliquo e vagamente inquietante.
Di nuovo lo scudo.
"Ahahahahahahahah!!!! Non preoccuparti, Sendoh! Per me sarà un piacere dividere il mio genio con chi ha bisogno di imparare qualcosa...
AHIAAAAAAAAAA!!!!"
La palla da basket che Sendoh stava negligentemente palleggiando l'aveva colpito in piena faccia.
Sakuragi si portò una mano sul naso, massaggiandolo; alzò due occhi di brace sul viso di Sendoh, che però non sembrava assolutamente intimidito e continuava a fissarlo con il sorriso obliquo di prima e una strana malizia che gli brillava negli occhi.
"Sakuragi... Lo sappiamo benissimo tutti e due che non sono *io* quello che ha bisogno di migliorare... Tu sei bravo... Hai un talento naturale per giocare a basket e in pochi mesi hai fatto tanti progressi... Ma hai ancora molto da imparare. "
"Co... COSAAAAAAA?!?! Sendoh, come ti permetti?"
"Vorresti dire che non è vero? Ah, Sakuragi, Sakuragi... Quando imparerai ad ammettere i tuoi limiti?"
Hanamichi si sentì andare pericolosamente in ebollizione. Se qualcuno gli avesse dovuto fare una caricatura in quel momento, l'avrebbe ritratto con i fumi che gli uscivano dalle narici ed il piede che batteva a terra, come lo zoccolo di un bufalo inferocito.
Cosa voleva quel maledetto? Certo, lui si era comportato da cinghiale... Ma perché Sendoh doveva ad ogni costo cercare di abbassargli le difese, di fargli guardare in faccia una realtà che a lui non piaceva per nulla, perché doveva per forza fargli fare i conti con le sue insicurezze? Come si permetteva? Non erano neppure amici!
"Allora, Sakuragi, sai che facciamo? Ti sfido! Così avremo modo di provare se quello che affermi è verità o meno! Vediamo chi è davvero più bravo, tra noi due!" Propose Sendoh, riesumando la faccia sorridente e rilassata di poco prima.
Sakuragi deglutì, strinse gli occhi, cercò di trattenere le parole che gli stavano salendo dal petto con tutto se stesso, ma non vi riuscì:
"CERTO!!! Accetto la sfida!!! Credi forse che abbia paura di te, Sendoh?!?!?" Quasi gridò, paonazzo di rabbia. Era arrabbiato più che altro con se stesso, perché non sapeva affrontare le difficoltà in nessun altro modo... Dentro di se, anche se non lo voleva ammettere, sapeva che avrebbe perso. Lo *sapeva*. Eppure, a quel punto, non poteva certo tirarsi indietro...
"Bene, Sakuragi! Allora, dato che sei così sicuro di vincere... Accetterai anche di pagare pegno, qualora invece perdessi... Diciamo, per farti perdonare di avermi trattato così male poco fa!" Lanciò Sendoh, strizzando un occhio, ammiccante.
Sakuragi quasi non lo udì. Si stava cacciando in una strada senza uscita, lo sapeva, ma ormai non poteva più  fermarsi... Quindi, sarebbe andato fino in fondo...
"Io non ho paura di perdere! Quindi si, accetto! E sarò *io*, a far pagare pegno a *te*! Hai capito?!?!"
Sendoh scoppiò in una fragorosa risata, avvicinandosi alla palla e raccogliendola.
"OK, OK... Se vinci tu, pagherò io... Ma se perdi... Dovrai fare quello che ti chiedo!"
"E sarebbe?"Domandò Hanamichi, furioso, i pugni stretti e gli occhi che mandavano scintille.
"Eh, no... Prima accetti, poi se perdi si vedrà!", Esclamò Sendoh, sempre più allegro, con la sua eterna espressione serena ed ilare sul bel viso affusolato.
"No! Non se ne parla! Non mi fido di te! Chissà cosa saresti capace di propormi, tu!" Hanamichi batté un piede a terra, arrabbiato e fuori controllo come un bambino che sta facendo i capricci.
"Sakuragi-kun... Hai paura? Ero convinto che un tipo come te non avesse paura di  niente, sprezzante del pericolo, della fatica e..."
"PAURA, IO?!?!?!? Ti ho già detto di no!"
"E allora... Che problema c'è, scusa?"
"C'è che non mi fido! Non mi fido di te! Con quella faccia sempre sorridente...  Con quella voce sempre allegra... Con il tuo modo di fare, sempre gentile con tutti..."
'Gentile'...
Gentile con tutti...
Hanamichi si fermò, le parole gli si bloccarono in bocca come  se qualcuno avesse improvvisamente spento l'interruttore del suo centro del linguaggio.
Sendoh era sempre così... *gentile*. Perché lui, invece, non poteva far altro che comportarsi da idiota?
"Non ti fidi di me, Sakuragi-kun? Andiamo, cosa vuoi che ti chieda mai? Dai... Ti prometto che non sarà nulla di illegale, che non ti farà male, che rimarrà tra noi... Ehm.. Tra noi e che non sarà nulla di particolarmente faticoso... O difficile... Beh, più di così!!! Allora, accetti?!?!"
'Non sono certo io quello che ha qualcosa da imparare... Credevo non avessi paura di niente... Non ti fidi di me? Resterà tra noi...'
Le parole di Sendoh cominciarono a ronzare nella testa di Sakuragi come un nugolo di api. Lo stava confondendo... Quell'atteggiamento era disarmante... Ma l'unica cosa che non avrebbe mai voluto, era che si pensasse che lui, Hanamichi Sakuragi, il Tensai, fosse un codardo... E che avesse paura di pagare uno stupido pegno dopo aver perso una sfida...
Perso, poi! Perché mai avrebbe dovuto perdere? Era o non era un campione di basket?
'No, deficiente, non lo sei... Stai diventando bravino, d'accordo, ma non lo sei... No... Taci, stupida coscienza, taci, taci, taci...'
"Va bene! Sia!!! Accetto!!!"
Le parole gli uscirono dalla bocca prima che riuscisse a rendersene conto, come al solito... Il suo ego insicuro e chiassoso aveva preso un'altra volta il sopravvento. Si morse la lingua, ma, ormai, l'aveva detto: aveva accettato la sfida di Sendoh e non avrebbe più potuto tirarsi indietro.
Sakuragi era talmente preoccupato da non rendersi neppure conto dell'espressione di trionfo che si dipinse sul bel viso del neo-capitano, il quale gli dispensò un sorriso sfavillante, lanciandogli la palla.
"Perfetto, Sakuragi-kun!!! Iniziamo, allora?"
'Iniziamo?!?! Oh, cavoli...'
"CERTO! Sono pronto, Sendoh!!!!"
"Bene... Palla a te! Fammi vedere un bel tiro sotto rete come quello che hai fatto prima... Io cercherò di stopparti e rubarti la palla. Chi arriva prima a dieci punti vince... Via!!!"

***

(NdA Qui avrei voluto descrivere un bel match tra i due, ma, onde evitare di fare figuracce, ho infine deciso di lasciare perdere... ^___^'''')

Sakuragi era riverso carponi sul cemento del campetto, sudato ed ansimante.
  Il suo stato d'animo e la sua espressione ricordavano tantissimo quelli del famoso one-on-one post allenamento con Rukawa; era assolutamente, completamente, irrimediabilmente sconvolto.
Non riusciva più a far funzionare i suoi celeberrimi meccanismi di difesa, ma nemmeno ad ammettere con se stesso la sconfitta, esattamente come quel giorno.
Giocare con Sendoh era stato... Disarmante.
Non gli aveva lasciato nemmeno toccare la palla... Dopo avergliela rubata nel giro di pochi secondi, durante il suo primo, patetico tentativo di andare a canestro.
E dire che, prima che arrivasse il dannato porcospino, era riuscito ad effettuare quei tiri da sotto rete così bene...
"Dai, Sakuragi-kun, non te la prendere... Eri troppo teso, ecco tutto!"
La voce allegra di Sendoh lo riscosse un poco. Alzò la testa, trovandosi di fronte il solito sorriso perfetto ed una faccia gioviale e paciosa che riuscì  a renderlo nuovamente reattivo, attivando le sue riserve nascoste di adrenalina.
Scattò a sedere, a gambe incrociate, mutando l'espressione attonita di poco prima in un cipiglio battagliero.
"CERTO che ero solo teso!!! Ci puoi giurare!!! Era più di un'ora che stavo qui ad allenarmi, ero stanco e poi cercavo di concentrarmi sul terzo tempo!!! TU mi hai distratto!!!", accusò, puntando platealmente l'indice contro Sendoh.
Quest'ultimo scoppiò in una risata fragorosa, mentre faceva roteare la palla, rimasta sempre in suo possesso, sul dito medio.
"Ahahah... Certo, Sakuragi-kun, certo... Io te l'avevo detto che quei tiri ti erano riusciti perché non stavi pensando troppo a cosa facevi!"
Hanamichi si sentì avvolgere dalle fiamme violacee dell'ira. Come poteva continuare a sorridere così, come se nulla fosse successo? Con quell'aria da 'tanto lo sapevo'?
"Falla finita, Sendoh!!! Non ho chiesto un tuo parere... E comunque il Gorilla mi ha insegnato che ci si deve sempre concentrare su quello che si fa!!!"
Akira sollevò le sopracciglia.
"'Gorill...' WAHAHAHAH!!! Vuoi dire Akagi?!?! Sei troppo forte, Sakuragi-kun!!!"
La pressione arteriosa di Sakuragi  salì a livelli pericolosamente alti; una vena bella gonfia cominciò a pulsargli  sulla tempia.
"Senti, Sendoh... Perché devi per forza chiamarmi con il vezzeggiativo? Siamo per caso amici, noi due? Abbiamo mai mangiato insieme, eh?!?!"
Il capitano del Ryonan fermò la palla, la mise sottobraccio e si accucciò a terra.
"Ma, Sakuragi-kun... Abbiamo giocato insieme! Siamo entrambi promesse del basket giapponese... E' *ovvio* che tra noi ci sia un minimo di confidenza, no?", disse, con un'altra delle sue più convincenti espressioni da cucciolo_abbandonato_e_coccolone e sbattendo un po' gli occhi in modo civettuolo; era un metodo di persuasione molto efficace, funzionava un po' con tutti: da sua madre, ai suoi insegnanti, a Taoka-sensei... Beh... Forse con Hiro-kun non tanto, ma comunque...
Infatti, si ritrovò a meno di cinquanta centimetri di distanza due bellissimi occhi nocciola dal taglio allungato, che avevano perduto ogni intento omicida ed ora erano sgranati, fissi nei suoi, una luce di vago stupore che vi brillava dentro.
'Centro!', esultò mentalmente Sendoh.
Certo che...
Visto da vicino, con i capelli un po' cresciuti... E senza quella maschera di sguaiatezza... Senza dire cavolate... Insomma, con la faccia seria e non corrucciata...
Quella testa rossa era davvero...
*Bello*.
Davvero... Magari non una di quelle bellezze appariscenti che le ragazze si girano a guardare per strada...  Tipo il fascino glaciale di Rukawa o l'ambigua grazia di Fujima, il capitano dello Shoyo... Oppure, ancora, la *sua* bellezza, delicata e un po' esotica...
Il viso di Hanamichi era uno di quelli che si apprezzano di più mano a mano che li si guarda, notando ogni volta un particolare diverso; i lineamenti delicati e regolari, che nemmeno quelle espressioni esasperate che assumeva di continuo riuscivano a mascherare; il naso diritto, perfetto, né troppo piccolo né troppo grande, importante quanto basta in un viso maschile; quella labbra bellissime, accattivanti, perfettamente disegnate, né sottili, né troppo piene e  di un rosso scurissimo, quasi marrone; e gli occhi... erano splendidi. Allungati, senza essere troppo a mandorla; di una tonalità di marrone che Sendoh non aveva mai visto in nessun altro sguardo: color cioccolata al latte, con una miriade di pagliuzze dorate che brillavano, come in quel momento, alla luce del sole. E la carnagione... Di uno spettacolare color bronzo. Per non parlare del suo corpo... Aveva un fisico bellissimo, probabilmente tutti quei muscoli ben delineati ma non troppo trofici c'erano già anche prima di iniziare a giocare a basket... 
"...Allora ti do il permesso"
Il capitano del Ryonan si riscosse. Che cosa aveva appena detto Sakuragi? Era talmente intento a contemplarlo che non l'aveva neppure ascoltato.
"Eh? Si, certo!!!", si risolse comunque a rispondere, sorridendo conciliante.
"Ehi, porcospino... Mi stai a sentire almeno, quando parlo? Ti ho appena detto che io, il Tensai, ti do il permesso di chiamarmi Sakuragi-kun... Perché hai ragione, condividiamo lo stesso talento!!! Anche se non c'è paragone tra le mie potenzialità e le tue, ovviamente!!! AHAHAHAH!!!!"
"Già, Sakuragi-kun... AHAHAHAHAH!!!!"
La risata sincera di Sendoh si unì a quella un po' forzata di Hanamichi e i due rimasero a ridere come due idioti lì, seduti per terra, in mezzo al campetto da basket.
Akira era sinceramente divertito: quel ragazzo era così... così... Così eccessivo, nella sua prepotenza, da fare tenerezza. Magari alla maggior parte della gente poteva sembrare soltanto un arrogante presuntuoso, ma, ad una persona un po' sensibile che guardasse oltre alle apparenze era abbastanza chiaro che quell'atteggiamento eccessivamente aggressivo e rumoroso serviva a mascherare qualcosa... Esattamente come quello glaciale ed indifferente di Rukawa...
'Questi due sono fatti l'uno per l'altro...'
Il pensiero attraversò la mente di Akira come un treno in corsa.
'...Hanno bisogno di qualcuno che glielo faccia capire...'
...E la coscienza del giovane capitano si sentì notevolmente sollevata... A quel punto, il suo piano sarebbe servito ad avvicinare due potenziali innamorati...  E non solo ad approfittare spudoratamente della situazione...
'Ehi, un attimo... Non correre troppo, Akira... Concentrati, concentrati...' 
Sendoh si schiarì la voce, cercando di smettere di ridere. Si asciugò gli occhi e aspettò che anche la sguaiata risata di Hanamichi si placasse...
Non dovette attendere molto, dato che il ragazzo con i capelli rossi si ricompose non appena notò che lui era nuovamente serio... O quasi. "Sendoh, senti..."
"...Si? Oh..."
Sendoh ebbe un moto di sorpresa, quando guardò di nuovo in viso Sakuragi. 
Era... Non serio, di più. Ogni segno dell'ilarità da ebete o della rabbia che gli deformavano il viso  poco prima erano sparite... Ed era in momenti come quello che si potevano ammirare i piccoli particolari che lo rendevano tanto bello...
"Senti... Perché mi hai detto che i tiri di prima mi erano riusciti perché li ho fatti senza pensarci troppo?"
Akira sollevò un sopracciglio. Allora era davvero come pensava... Sakuragi *sapeva*, nonostante tutto, di avere ancora molto da imparare...
"Beh... Il tuo capitano ha ragione a dirti che ci si deve concentrare, quando si gioca... Però è anche vero che, una volta che hai imparato a muoverti e a posizionarti in maniera corretta, devi cercare di effettuare le tue azioni con naturalezza... Insomma, far combaciare la tecnica con l'istinto... So che non è facile capire... Non è facile nemmeno spiegartelo... Diciamo che dovresti imparare a giocare anche per divertirti, oltre che per dimostrare a te stesso e agli altri di essere un campione. Riuscirai a dare il meglio di te solo quando imparerai ad amare *davvero* il basket. Quando ti divertirai a giocare. Mi capisci, Sakuragi-kun?"
Hanamichi annuì, serio. Aveva ascoltato il discorso di Sendoh con la massima attenzione, affascinato. Il suo lato sono_cosciente_dei_miei_limiti era rimasto molto impressionato dalle parole del neo-capitano del Ryonan.
All'improvviso, però, a Sendoh parve vedere di nuovo quell'impressionante 'morphing' sulla faccia del rossino, che assunse in breve un'altra delle sue espressioni ebeti, tra il sospettoso ed il corrucciato.
Era davvero incredibile... Sembrava fatto di plastilina per quanto facilmente riusciva a mutare espressione, fino a sembrare una persona completamente diversa.
Prima che Akira potesse chiedergli cosa c'era che non andava, Sakuragi si alzò, incrociando le braccia sul petto e guardandolo con occhi torvi.
"Adesso, Sendoh... Mi vuoi dire che cavolo di pegno dovrei pagare?!?!"
Certo, la sfida! Sendoh se ne era quasi dimenticato, tra il piccolo one-on-one, la constatazione del fascino di Hanamichi e tutto il resto...
Riesumò l'aria maliziosa ed il sorriso obliquo di  prima.
Si alzò in piedi anche lui, alzando le braccia e stiracchiandosi come un gatto, soffocando uno sbadiglio.
Poi, guardando Hanamichi diritto negli occhi, gli si avvicinò e, chinandosi leggermente verso l'orecchio del ragazzo, sussurrò qualcosa... Qualcosa che ebbe il potere di far arretrare Sakuragi di almeno cinque metri con un solo balzo all'indietro.
"C... COOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA?!?!?!?!?!?!?!"
"Hai dato la tua parola, Hana-kun. Ricordi?" Sendoh strizzò l'occhio. E quel piccolo segnale fece capire ad Hanamichi che il porcospino *non* stava scherzando. Nemmeno un po'.
Il 're dei rimbalzi' rimase senza parole in mezzo al campetto, immobile, come pietrificato.
Sendoh  pensò che se gli fosse andato vicino e l'avesse spinto, sarebbe caduto giù come uno stoccafisso, a mo' di statua. E, cadendo a terra, probabilmente si sarebbe pure frantumato in mille pezzi. 
Il capitano sorrise, soddisfatto: se Sakuragi non l'aveva ancora preso per le orecchie, propinandogli una delle sue famose testate, senz'altro era perché tutto sommato era un uomo d'onore. E sapeva che ormai, una volta accettata la sfida, non avrebbe più potuto tornare indietro.
Queste erano informazioni carpite un po' dal notes di Hikoichi (avrebbe dovuto fare un bel regalo alla matricolina, quegli appunti apparentemente insignificanti si erano rivelati essere molto utili, ultimamente.), un po' da Rukawa.
.Che osservava, non visto, tra i cespugli lì accanto a scuoteva la testa, mentre un piccolo sbuffo rassegnato gli usciva dalle labbra e i suoi occhi si sollevavano verso il cielo.
"Domani  sera a casa mia. Qui c'è una piantina per arrivarci. E *so* che verrai, Hana-kun. Bye bye!"
Sendoh lasciò cadere una piccola busta per  terra, poi fece un cenno di saluto a Sakuragi e si voltò, allontanandosi.

***

"Capitanooooo! Finalmente sei arrivato!"
Hikoichi lo salutò dal tavolo a cui erano seduti, agitando freneticamente la mano.
I ragazzi del Ryonan erano nuovamente al ristorante dei Uozumi, dopo l'allenamento del venerdì; Sendoh era appena arrivato ed il suo sorriso sembrava ancora più radioso del solito.
D'altra parte, invece, sulla testa di qualcuno sembravano incombere nuvole nere e temporalesche. Qualcuno che, come ogni volta che si sentiva depresso, ordinava gamberetti fritti e riso bianco e poi non toccava cibo.
Sendoh gli lanciò un'occhiata preoccupata e deglutì, sforzandosi di continuare a sorridere; raggiunse i compagni e si accomodò sulla sedia che Aida-kun gli aveva appena scostato premurosamente dal tavolo.
"Saaaaaaaaalve!", salutò allegro.
"Ehi, Sendoh!"
"Buonasera, capitano!"
"Akira." Fukuda lo salutò strizzandogli l'occhio.
Akira focalizzò l'attenzione su Koshino.
"BUONASERA, Hiro-kun! Sono buoni i gamberetti?"
. Che gli rispose con un suono molto simile ad un grugnito, senza sollevare gli occhi dalla scodella.
"Ehi, Sendoh! Che hai fatto all'occhio?"  La voce di Uozumi, che stava arrivando con un vassoio carico di ciotole, richiamò la sua attenzione, impedendo ad un fastidiosissimo nodo di formarglisi in gola.
Ultimamente Hiro-kun lo stava trattando davvero male. Anzi, lo *ignorava*.
E dire che lui si stava dando tutto quel daffare per  assecondarlo.
"S. Si, Uozumi?", si sforzò di chiedere, ignorando la fitta di dolore che aveva avvertito proprio in mezzo al petto, lì, all'altezza del cuore..
Allora era vero che faceva così male, quando si voleva davvero bene a qualcuno? 
"L'occhio! E' tutto blu! Non mi dire che hai fatto a botte. Proprio tu!" 
Sendoh si sentì andare a fuoco, mentre dalla tavolata si levava la solita risatina sommessa e Koshino sembrava essere diventato tutt'uno con i suoi capelli, che gli ricadevano spioventi sugli occhi; si portò una mano sullo zigomo. Accidenti, non pensava si notasse ancora tanto.  Era passata quasi una settimana.
Ai suoi compagni aveva raccontato che, mentre lui e Koshino stavano facendo quattro tiri al campetto vicino a casa sua, gli era 'accidentalmente' volata una pallonata in faccia... E, naturalmente, questa era stata la versione che aveva dato anche a sua madre, pure se un po' distorta. A lei aveva detto che la pallonata gli era arrivata *prima* di tornare a casa...
Dato che, in realtà, era stato il suo dolce Hiro-kun a fargli un occhio nero e non certo con un pallone da basket.
Il lunedì prima, quando lui era rientrato a casa dopo la  *performance* con Rukawa, aveva trovato ad attenderlo un Koshino assolutamente fuori di se dalla rabbia. Si era dimenticato di avere appuntamento con lui per studiare assieme!
Risultato: si era precipitato in salotto, dove Hiro-kun lo stava aspettando seduto al tavolo da pranzo una volta che la signora Sendoh, arrivata dal lavoro, lo aveva fatto accomodare;  Akira, senza avere nemmeno il tempo di pronunciare un sillaba, si era visto correre incontro un metro e settantaquattro di furia cieca, che gli aveva assestato un formidabile pugno in piena faccia.
Aveva dovuto lottare contro il bisogno di urlare, dal dolore e dalla sorpresa: non voleva dare spiegazioni a sua madre sul perché il sempre educatissimo Hiroaki-kun l'aveva preso a cazzotti in quel modo... Era riuscito a trattenere Hiro-kun per le braccia, in modo da non prenderne altre e l'aveva forzatamente rimesso a sedere, salutandolo e scusandosi a voce alta riguardo al ritardo, ignorando la sequela di insulti che sibilavano da quella deliziosa boccuccia, capace di cose ben più interessanti... E, inifne, si era precipitato in cucina da sua madre, salutandola e baciandola sulla guancia, chiedendole se c'era del ghiaccio nel congelatore e tenendo una mano sull'occhio offeso, raccontando di una fantomatica pallonata.
Alla fine, Hiro-kun era rimasto a cena a casa Sendoh e, tutto sommato, avevano anche studiato inglese come prestabilito...
Solo che, dalla mattina dopo, Koshino non aveva più rivolto la parola o il saluto al povero Akira, né a lezione, né tanto meno  agli allenamenti... E dire che avrebbe dovuto essere lui, Sendoh, quello ad avere il diritto di arrabbiarsi! D'accordo prendersela per il ritardo... D'accordo la gelosia... Ma arrivare a picchiarlo gli sembrava decisamente troppo!
Insomma, mettere le mani addosso a qualcuno non è mai giustificabile... E si permetteva anche di tenergli il broncio...
...Si, però...
...Nonostante tutto...
Più lo trattava male, più si negava, più gli sembrava irraggiungibile...
Più si rendeva conto di tenerci davvero tanto, al suo Hiro-kun.
"EHI!!!! Ma che hai oggi, Sendoh? Sei più svampito del solito!"
"Eh?!?! Ah, scusa, Uozumi... Mi ero distratto... Ehm.. Non è successo niente, non preoccuparti... "Il neo-capitano fece un cenno con la mano al ragazzone, per tranquillizzarlo. "Solo una palla scappata di mano a Kosh in maniera un po' troppo... Ehm... Irruenta, ecco!"
A quelle parole, il playmaker del Ryonan si alzò da tavola si scatto, correndo verso i bagni in una perfetta replica del venerdì precedente.
Fukuda guardò Sendoh con un mezzo sorriso, scuotendo la testa. 
"Capitano, capitano... Ma che gli hai fatto stavolta?", chiese, dopo aver sbuffato, alzandosi e incamminandosi nella stessa direzione di Koshino.
Akira si guardò in giro, sinceramente confuso.
"Io? Io gli avrei fatto qualcosa?!? Ma..."si fermò appena in tempo, prima
di farsi scappare la verità sull'occhio nero.
I suoi compagni di squadra facevano finta di nulla.
"Uozumi, avresti dovuto vedere oggi Hikoichi! Sta diventando davvero bravo, se continua così avremo presto un nuovo playmaker da utilizzare in partita, sai? E' vero, Sendoh?", se ne uscì fuori Ikegami, posando la mano sulla testa del piccolo Aida-kun, seduto accanto a lui, che ridacchiava sommessamente con le guance leggermente arrossate.
"Eh? Si, Ikegami, è vero..." Akira rispose distrattamente: la sua attenzione era tutta rivolta alla porta delle toilettes, dietro alla quale era sparito Hiro-kun.
"E dai, non adularmi Ikegami... " La risata imbarazzata di Hikoichi lo distolse appena; si girò brevemente verso il suo kohai sorridendogli con dolcezza... Per poi concentrarsi di nuovo sulla porta dei bagni, non recependo nemmeno più quello che dicevano gli altri.
Finalmente, quella porta si aprì; Koshino ne uscì  a capo chino, sospinto da Fukuda, che lo teneva per le spalle; il numero tredici del Ryonan guardò il suo neo-capitano, sorridendo e strizzandogli l'occhio.
Meno male che c'era Fuku-chan... Sembrava l'unico in grado di trattare con un Hiro-kun arrabbiato...
Sendoh sospirò, indugiando sui jeans bianchi che indossava quel giorno Koshino...
"Ehm... Hikoichi, per favore, mi passi la salsa di soja?", chiese, redarguendosi mentalmente per l'essersi isolato in quel modo dalla conversazione.
"Oh, certo, Capitano... Ecco..."
"Ma scusa, Sendoh... Non potevi chiederla a me? Almeno io non avrei dovuto attraversare tutto il tavolo per dartela..."
"AHAHAH!!! Si, hai ragione, Uekusa... Ma mi piace far lavorare Hikoichi!!!"
Beh, l'unica cosa che poteva fare, a quel punto, era cercare di alleggerire l'atmosfera... Oltre a constatare che Hiro-kun lo stava osservando con una vaga aria colpevole sul bel visetto imbronciato...
Com'era *adorabile*...
Sendoh versò un po' di salsa di soya sugli yakitori che Uozumi gli aveva appena portato.
Aveva deciso: doveva concentrarsi su Rukawa e Sakuragi, ormai era in ballo... E poi, aveva fatto una promessa a Kaede...
L'indomani, sarebbe riuscito a portare a compimento il suo piano... E avrebbe raggiunto la sua meta, vincendo la sfida con se stesso. E, finalmente... Avrebbe potuto dedicarsi completamente ad Hiro-kun e a risolvere i loro conflitti...
Per ora, la cosa migliore era senz'altro cercare di godersi la cena assieme ai suoi compagni e la serata che lo aspettava... Senza lasciarsi rovinare l'umore dagli isterismi di qualcuno.
Sollevò uno degli spiedini di pollo e ne assaggiò un pezzetto.
'In fondo', pensò il neo-capitano del Ryonan, 'Domani è un altro giorno...
A proposito... Sakuragi non s'è nemmeno accorto del mio occhio nero... Ma certo, lui è abituato a fare a botte... Mmmhh... Mi devo preoccupare?!?!
Massì... Ci penserò domani!'
Akira sollevò il suo bicchiere d'acqua, sorridendo.
"Al nostro ex Capitano che cucina gli yakitori più buoni di Kanagawa!", esclamò.
"Kampai!" , risposero in coro i suoi compagni.

***

- fine quinto capitolo -



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