Disclaimers: I personaggi sono sempre di papà Inoue e dei suoi editori, ma dato che io non ci voglio guadagnare nulla, me li lasciano usare a mio piacimento.



Una volta per tutte

parte IV

di Chocolat


Sendoh non dovette impegnarsi molto ad 'insegnare' qualcosa a Rukawa.
Sembrava che il ragazzo fosse nato per... Beh, per giocare a basket, ovviamente! Ma non solo...
L'asso del Ryonan si era preparato a ad iniziarlo alle gioie del sesso come aveva fatto diverse volte con le numerose verginelle che aveva incontrato durante la sua brillante carriera di seduttore; Rukawa, però, pur non possedendo alcun tipo di esperienza non sembrava per nulla un novellino, a letto...
Rispondeva ai suoi baci con la stessa naturalezza con cui tirava a canestro, ovvero come se nella vita non avesse mai fatto nient'altro; sospirava e ansimava tra le sue braccia quasi con discrezione, senza troppa enfasi, giusto quel poco da risultare terribilmente erotico ed irrimediabilmente eccitante; dopo pochi secondi da quando si erano ritrovati sdraiati sul letto, gli aveva infilato le mani sotto la maglietta, cominciando ad accarezzarlo con dolcezza ma senza le tipiche esitazioni di chi non si è mai trovato a toccare un altro corpo in modo tanto intimo... In quell'istante, gli stava già sfilando la T-shirt, senza fretta, dolcemente, controllato come al solito...
Sendoh si era sdraiato sopra di lui, ma si preoccupava di tenere la parte inferiore del corpo spostata di lato, in modo che il suo bacino non premesse contro quello di Rukawa, evitando così che certe loro parti anatomiche, particolarmente surriscaldate in quel momento, venissero a contatto. Non c'era nessuna fretta... Non voleva che finisse tutto in pochi minuti, era la prima volta per il suo compagno e avrebbe dovuto essere speciale: voleva fargli assaporare attimo dopo attimo tutte le meravigliose sensazioni che un corpo può provare quando si trova nelle mani giuste... E Rukawa era così ricettivo, sembrava quasi che non avesse aspettato che lui per tutta la vita...
... Anche se sapeva che non era così. Gliel'aveva detto lui stesso, poco prima...
'Mi piace un ragazzo della mia scuola...'
Ah, ma non si sarebbe certo fatto ricordare come una 'seconda scelta', questo no! Si sarebbe impegnato a fondo per rimanere nel cuore di Rukawa come 'colui che gli aveva insegnato tutto'. La matricola d'oro poteva scommetterci...
Lasciò la sua bocca, sfiorando un'ultima volta il labbro inferiore con la punta della lingua; lo vide aprire gli occhi e rimase incantato nel constatare quanta passione stesse velando quello sguardo quasi sempre di ghiaccio, ove adesso poteva leggere un muto interrogativo, qualcosa che poteva essere interpretato come un 'perché ti sei fermato?'
'Non ti farò rimpiangere nulla...'
Sendoh spostò le sue attenzioni sull'orecchio destro di Rukawa, appoggiandovi le labbra per poi sussurrare, dopo un bacio che fece tremare il corpo fra le sue braccia:
"Tutto a posto? Mh?"
"Nnnnnh..." Fu il solito commento, ma stavolta uscì dalla gola del giovane giocatore come un lungo gemito di assenso, invece che con la tipica tonalità nasale.
Sendoh sorrise, cominciando a posare lievi baci lungo il collo del compagno, mentre gli accarezzava allo stesso tempo l'addome cesellato con la punta dei polpastrelli.
Lo sentì gemere più forte quando affondò il dito medio nell'ombelico, per poi scendere più in basso e infilare la mano nella cintura dei pantaloni, appena appena, così, giusto per stuzzicarlo. Prese tra le labbra la pelle candida che aveva appena baciato e succhiò leggermente; Rukawa si inarcò sotto di lui e iniziò a sua volta ad esplorargli il torace con una mano, mentre l'altra... si era spostata sul suo fondoschiena, stringendogli possessivamente una natica!
Certo che ne aveva, di iniziativa, il novellino...
'Vediamo chi la vince...'
L'asso del Ryonan si spostò nuovamente sull'orecchio del compagno, tracciandone i contorni con la lingua e poi affondandola nel condotto uditivo, mentre la mano che stava vagando oltre la cintura si ritirò improvvisamente per andare a posarsi fra le gambe di Rukawa.
Quest'ultimo sgranò gli occhi improvvisamente, aprendo la bocca in un grido che però rimase muto.
Cinque dita bianche ed affusolate si chiusero intorno al polso di Sendoh, senza però accennare a fermare la mano che lo stava accarezzando lentamente. 
Sendoh sorrise con sufficienza, mentre continuava a stuzzicargli l'orecchio, mordendogli piano il lobo.
"Tutto bene, Kae-chan? Vuoi che ci fermiamo?", chiese sottovoce, guardando in viso il ragazzo sotto di lui per godersi l'espressione di stupore misto a piacere che vi  si era dipinta .
"N... No... Non smettere...", rispose Rukawa, con voce tremante e allentando la presa attorno al braccio del compagno. "Ero... Solo... "
"Ssssh... Non preoccuparti, penso io a tutto... ", lo rassicurò il capitano del Ryonan, mentre le sue labbra lasciavano l'orecchio dell'altro per scendere sul collo, riservandogli lo stesso trattamento; Rukawa gli circondò le spalle con entrambe le braccia e se lo strinse contro, lasciandosi sfuggire un gemito molto simile ad un lamento...  Come se gli stesse chiedendo di più... 
Sendoh si mosse in modo da afferrargli entrambe le mani e, allacciando strette le loro dita, gliele bloccò sul materasso, all'altezza delle orecchie; poi, delicatamente, gli si appoggiò con tutto il corpo, lasciando che il proprio bacino di adagiasse su quello del compagno. Spinse piano in avanti, facendo si che le loro erezioni si sfiorassero.
Questa volta Rukawa quasi urlò, stringendo forte le mani intrecciate alla sue..
"S... Sendoh..."
Il giocatore del Ryonan sospirò, concedendosi una risatina. Senza staccare le labbra dal collo dell'altro, sussurrò:
"'Akira'..."
"C... Come?"
"'Akira'! Non puoi chiamarmi per cognome anche mentre siamo a letto insieme!"
"Nh... Okay... "
"Sei bellissimo, Kae-chan..."
"Nh..."

***

Sendoh si era reinfilato i jeans, mentre Rukawa, vestito solo con i boxer e la camicia lasciata sbottonata, rientrava nella stanza dopo essere sceso in cucina a prendere del succo d'uva* e qualcosa da mangiare.
Lo vide entrare in camera, affascinante e felino come al solito, anche nell'atto di trasportate un vassoio di vettovaglie.
Sendoh gli sorrise e lui abbassò timidamente lo sguardo, arrossendo suo malgrado sotto alla cortina di capelli neri che ora, arruffati dalla recente attività fisica, gli ricadevano scomposti attorno al viso.
Posò il vassoio sul comodino e si sedette sul letto, versando un po' di succo per sé ed il suo ospite e, dopo che ebbero bevuto, gli si sdraiò al fianco, circondandogli la vita con le braccia e affondando il viso nell'incavo della spalla.
Sendoh sorrise, allungando una mano per prendere una galletta di riso dal vassoio, mentre con l'altra accarezzava dolcemente i capelli di Rukawa.
Aveva passato un'ora buona, dopo aver fatto l'amore, a coccolarlo in tutti i modi possibili.
"Non ti facevo un tipo così... coccolone", gli disse, posandogli un bacio sulla fornte dopo aver mandato giù il suo cracker.
"Nh... Tu sei bravo a coccolare..."
"Anni e anni di pratica!"*
"Nh...  Credevo che la tua 'pratica' di limitasse alle porcherie...",
lanciò Rukawa, sciogliendosi dall'abbraccio e sollevandosi su un gomito per guardare in faccia il suo interlocutore.
L'espressione di Sendoh era impagabile, in quel momento; aveva assunto di nuovo l'aria ferita e un po' oltraggiata di prima, quando Rukawa aveva insinuato che, forse, non se la sentiva di tenere fede al loro patto...
"'Porcherie?' Ma... Ma Kae-chan, se le chiami così si perde tutta la poesia!" , si lamentò Akira, sfoggiando la migliore delle sue espressioni da cucciolo abbandonato.
Il giocatore dello Shohoku si lasciò andare ad una breve risata, una *vera* risata.
"Baka", gli disse, sempre sorridendo e chinandosi a posargli un lieve bacio sulle labbra. Dopodiché, mettendosi a sedere sul letto, si dedicò allo spuntino, che giaceva ancora quasi del tutto intatto, applicandosi a spalmare del burro d'arachidi* su uno dei crackers al riso. 
Sendoh lo guardava, sbattendo le palpebre.
"Beh? Che c'è? Perché mi fissi, impalato come una statua di sale?", gli chiese Rukawa, dopo essersi mangiato un paio di gallette e porgendogli l'ultima che aveva preparato.
"Ecco... E' che... E' stata la prima volta che ti ho visto ridere. Anzi, che ti ho visto sorridere... Sorridere sul serio."
In cuor suo, pur non conoscendone i motivi, Sendoh sapeva che stava affrontando una questione.. .spinosa. Forse sarebbe stato meglio non dirgli una cosa del genere: di solito, chi non sorride mai e non parla con nessuno hai i suoi più o meno buoni motivi per farlo; d'altra parte, però, era troppo estasiato da quello che aveva appena visto per non esternare il suo apprezzamento.
"Sei... Ancora più bello, quando ridi..." Aggiunse, sorridendo a sua volta.
"E poi... Beh, mi sembra che per la prima volta da quando ti conosco, tu sia finalmente in grado di parlare!" Concluse Sendoh, per poi prendere  direttamente in bocca il cracker che Rukawa gli aveva preparato.
Come aveva intuito, senza sapere nemmeno lui bene come, Sendoh vide il bel viso intristirsi per un istante, solo per un attimo, prima che il ragazzo dai capelli corvini gli rivolgesse un altro dei suoi preziosissimi sorrisi.
"Grazie..." sussurrò poi, mentre spalmava un'altra galletta con il burro di arachidi.
"No... Grazie a *te*"
Rukawa si schiarì la voce.
"No... Per me è stato importante... Mi ha aiutato a capire qualcosa..."
"Beh, per saperlo dovresti provare ad andare anche con una ragazza... Chi lo sa, magari sei b..."
Una mano che gli si posava decisa sulla bocca zittì Sendoh.
"Non credo... L'idea di fare quello che ho fatto con te con una di quelle... " E qui Rukawa si interruppe, scosso da un piccolo brivido, mentre toglieva la mano dalle labbra del compagno "Beh, mi fa venire la pelle d'oca."
Sendoh scoppiò in una risata fragorosa.
"Ehm... Beh... Anche a me farebbe venire la pelle d'oca pensare di portarmi a letto una delle tue fan... Senza offesa, eh, Kae-chan!!!"
Rukawa abbozzò un altro sorriso, poi arrossì, abbassando gli occhi e riesumando l'aria virginale ed imbarazzata che tanto aveva sorpreso Sendoh qualche ora prima.
"Sai... Ho capito anche un'altra cosa... "
Sendoh allungò una mano e fece scorrere le dita tra i capelli corvini dell'altro ragazzo.
"Hai capito... Che ti piace *davvero* quel tipo di cui mi dicevi?", chiese, con un po' di apprensione.
"Si. Cioè... Non è che non... non mi sia piaciuto, con te ... Ma... Non lo so perché... L'ho capito. Io tengo davvero, a *lui*..."
Il capitano del Ryonan sorrise, allegro; si lasciò cadere sul letto, supino, con le braccia incrociate dietro alla testa.
"Dai, adesso che abbiamo rotto il ghiaccio... E che sono riuscito a farti parlare un po'...", cominciò Sendoh, cercando di formulare la domanda che gli scottava sulla punta della lingua in modo da non risultare troppo ficcanaso.
"Vuoi sapere chi è?", chiese per lui Rukawa, diretto come non mai, guardandolo negli occhi; i suoi, però, questa volta ridevano e non mandavano stiletti di ghiaccio come succedeva, solitamente, in quelle occasioni. Gli passò un altro cracker, questa volta posandoglielo lui stesso vicino alle labbra; Sendoh lo prese delicatamente tra i denti, sgranocchiandolo e inghiottendolo velocemente.
"Non vorrei sembrarti impiccione... "
"Nh."
"Oh, no, ti prego... Non ricominciare con quel 'nh'!!!"
"Te lo dico, se vuoi... Te l'ho già detto, mi fido di te..."
"Allora... Facciamo così. Ti aiuto io... Ti dirò un nome... Vediamo se l'ho azzeccato."
Rukawa sembrò sorpreso. Smise di spalmare l'ennesimo cracker e guardò Sendoh nelgli occhi, alzando un sopracciglio.
"... E' Sakuragi?"

***

"Et-chuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!"
"WHAAAAAA!!! Oi, Hanamichi!!!Stai attento!!!"
Un terribile starnuto aveva fatto volare i ramen che Hanamichi Sakuragi stava gustando proprio sulla faccia del suo amico Takamiya, seduto di fronte a lui; mentre il ragazzone tentava ti togliersi gli spaghetti dalle guance rubiconde ed il resto dell'armata Sakuragi se la rideva sotto i baffi; Hanamichi tossicchiava, aiutato da Yohei Mito che gli propinava alcune vigorose pacche sulla schiena.
I cinque ragazzi erano seduti alla solita tavola calda; era da un bel po' che non si ritorvavano tutti insieme a mangiarsi una scodella di ramen e fare quattro chiacchiere, Hanamichi era sempre così impegnato da quando era entrato a far parte del club di basket... Ma quel pomeriggio, dopo gli allenamenti, aveva finalmente deciso di dedicare un po' di tempo ai suoi vecchi compagni.
"Scu... Scusa Takamiya..." gracchiò Sakuragi "Ma... Non sono riuscito a trannenerlo... E comunque ho rischiato di soffocarmi! Non so a chi è andata peggio!"
Noma si unì a Yohei nell'elargire pacche, anche se nel suo caso erano più che altro botte, sulla schiena al suo amico.
"Eheheh... Dai, Hanamichi, vediti il lato buono... Magari c'è qualche bella ragazza che ti sta pensando!", gli disse nel suo tono volutamende stridulo e assumendo la tipica aria da idiota che lui e gli altri ostentavano quando si trattava di prenderlo in giro.
"Ti diverti a sfottermi, eh, Noma?"
"Ovvio, è il mio più grande hobby!"
"BASTA con queste pacche, adesso sto bene.. Ehi, non vi permetto di prendervi gioco del grande Tensai! Adesso non sono più Hanamichi scaricato, sono un campione di basket! Quindi potrebbe essere benissimo che ci sia qualche bella ragazza che mi pensa!"
"...O qualche bel ragazzo...", puntualizzò Yohei, che aveva smesso di prendere a botte la schiena di Hanamichi per lasciare il gravoso compito a Noma; quest'ultimo si fermò, Takamiya smise di mangiare, Okuso rischiò di farsi andare di traverso l'aranciata che stava benvendo e Hanamichi si voltò verso di lui con gli occhi spalancati. L'amico lo guardava con la sua tipica espressione serafica, il sorriso appena accennato che gli incurvava le labbra e il mento sorretto da una mano.
"Yohei-kun... Non è la prima volta che ti sento fare certe allusioni...
Cosa vorresti insinuare?"
"Oh, niente, Hana-kun... Era così, tanto per dire... "
"Comunque stavi mangiando i ramen - intervenne Okuso - Quindi chi ti stava pensando ha un nome che comincia con la 'R'!"
Questa volta fu Hanamichi che rischiò di strozzarsi, mentre beveva la sua coca. I suoi amici si guardarono l'un l'altro per qualche istante, prima di scoppiare a ridere istericamente, peggio di quanto avrebbero potuto fare le fans di Rukawa.
"Beh, che avete da ridere come galline?" chiese Hanamichi, ormai alquanto alterato dalla piega che stava prendendo la conversazione.
"Ehm... Ma dai, ragazzi... magari l'iniziale non era la 'R' di ramen, ma, dato che stava starnutendo, una 'S'... " Yohei si rese immediatamente conto di quanto aveva appena affermato e si tappò la bocca con la mano, prima di scoppiare a ridere lui stesso, unendosi alla generale allegria. 
Hanamichi guardava la combriccola con una faccia a metà tra l'imbronciato ed il preoccupato... Cos'erano tutti quegli sguardi di sottinteso tra i suoi amici?
Il ragazzo dai capelli rossi sentì le guance andare a fuoco e la punta delle orecchie scottare, senza nemmeno sapere perché...

***

"Allora ci ho preso, eh?"
Rukawa sembrava molto interessato al succo d'uva che aveva appena versato nei loro bicchieri. Ci mise un po' prima di guardare di nuovo in faccia Sendoh.
"E'... Così evidente?", chiese.
"No, no, non ti preoccupare... "
Il giocatore del Ryonan si sollevò, mettendosi di nuovo a sedere. 
'Certo che si, è palese!", si corresse tra se e se.
"...Diciamo che io avevo degli indizi per arrivarci..."
'...Quel modo di guardarlo...'
"... Ma per come ti comporti tu di solito..."
'...Quel modo di provocarlo, quasi con nonchalance...'
"... Ovvero, da pinguino della Groenlandia..."
'...E' l'unico a cui rivolge la parola, in partita!'
"...Non credo che nessuno arriverebbe mai a sospettare nulla del genere e..."
"Sono... Patetico. Lui mi odia.", lo interruppe Rukawa, passando a  Sendoh il bicchiere e cominciando a sorseggiare il suo succo.
"...Perché dici questo?"
"Perché è vero. Il do'aho... S... Sakuragi... Mi detesta."
Sendoh alzò le sopracciglia, sorpreso. La matricola d'oro dello Shohoku aveva decisamente bisogno di imparare qualcosa sulla  vita... E sui sentimenti.
"Ma no, che non ti odia... Ti considera un suo rivale... Ti ammira. Lui vorrebbe essere come te. Ti tiene sempre gli occhi incollati addosso, cerca di memorizzare ogni mossa che fai, quando giocate... Non dirmi che non te ne sei mai accorto! Magari è un po' invidioso, questo si... Ma quanto ad odiarti, non credo davvero. "
"Nh. Non vede l'ora di avere un pretesto per insultarmi."
"Mi sembra reciproco, comunque..."
"Ma per me è diverso... Lui ha... Talento. E mi fa innervosire quando lo spreca prodigandosi nelle sue pagliacciate. Lo sgirdo.. Tutto qua."
"Certo... Ovviamente il fatto che picchiandolo tu possa mettergli le mani addosso senza dare adito a dubbi non c'entra nulla..."
"C'entra solo un po'... In realtà... Io ce l'ho a morte con lui anche per tutte le facce idiote ed i versetti da checca che fa quando vede 'quella'..."
Sendoh posò il bicchiere vuoto sul comodino. La faccenda si faceva sempre più interessante... C'era una *lei* di mezzo?
"'Quella'?", chiese, in tono indagatore.
Rukawa sbuffò, voltando gli occhi al cielo.
"La Akagi. La sorella del capitano."
Sendoh deglutì, vedendosi comparire davanti una ragazzona alta quasi due metri con le labbra carnose, la mascella quadrata e dei muscoli degni di Antonio Inoki.
"Akagi ha una sorella? E'... ehm..."
"NO, non è come lui. E' carina... Credo. Non mi importa, comunque...  E lui le perde le bave dietro... Insomma, lui...  Non è... Come me. Come *noi*"
A queste parole, gli zigomi di Rukawa si accesero di nuovo di una bella tonalità papavero. Si immerse nel bicchiere, finendo il succo d'uva.
Sendoh ponderò la situazione per un attimo. A Rukawa piaceva Sakuragi; Sakuragi detestava Rukawa, o almeno così sbandierava ai quattro venti...
Beh, si, ma in fondo anche Rukawa faceva finta di disprezzarlo... Però c'era anche il terzo incomodo... La sorella di Akagi... Inoltre, da quanto risultava sbirciando gli appunti del piccolo Aida-kun, il talento grezzo che il ragazzo dai capelli rossi dimostrava per il basket non si rifletteva anche nella sua vita sentimentale... Se le informazioni di Hikoichi erano esatte, il povero Sakuragi era stato scaricato da ben 50 ragazze...
'Chissà poi perché Hikoichi si prende la briga di indagare anche su questi pietosi particolari... Mah!'
Il capitano del Ryonan elaborò velocissimamente l'intricato filo dei suoi pensieri, finché non si sentì nuovamente illuminare dalla sua genialità ed un sorriso, questa volta malizioso, gli illuminò il viso più di quanto avrebbe potuto fare un raggio di sole.
Insinuò le braccia attorno alla vita di Rukawa, facendolo appoggiare con la schiena al suo torace; poi, posandogli il mento sulla spalla, gli disse all'orecchio:
"Su, su... non vederla così nera. A Sakuragi piace una ragazza? E allora?" 
L'altro si accomodò nell'abbraccio, sospirando.
"E allora... Vuol dire che gli piacciono le ragazze."
"Senti, Kae-chan... La maggior parte di noi... Delle persone, voglio dire... Tante volte, sono ingabbiate in schemi mentali, etici e morali che limitano i loro orizzonti..."
'Non mi era mai passata per la testa l'idea di poter essere gay... fino a stamattina, Akira.'
La fronte di Rukawa si corrucciò. Sendoh stava parlando troppo complicato, per lui.
"... Che stai dicendo?"
"Beh... Noi cresciamo con la convinzione che ai ragazzi debbano piacere le ragazze e viceversa... Ma è una convinzione, appunto... Tante volte dettata dal fatto che non vogliamo, o non abbiamo l'occasione, di provare che può non essere così!"
'Forse sarai l'unico ragazzo che mai mi interesserà, pre tutta la vita...' Rukawa voltò la testa di centoottanta gradi per riuscire a guardare in faccia il compagno.
"...Cosa?"
"E' una questione di... Vedute. Tante volte basta aprire la finestra per avere un panorama più ampio."
"..."
"Voglio dire... Potremmo fargli venire un po' di curiosità sull'argomento." Il giocatore dello Shohoku afferrò i polsi di Sendoh e si liberò dal suo abbraccio, voltandosi e rimanendo seduto sui talloni, sul letto, di fronte a lui.
Il suo viso era di nuovo quello che mostrava a tutti, una maschera di gelida indifferenza con soltanto il luccichìo degli occhi d'onice a tradire le emozioni che si agitavano dentro di lui.
Non era una maschera, dunque... Ma una vera e propria barriera. Quando Rukawa si sentiva insicuro, incerto, in pericolo... Diventava il blocco di marmo che tutti conoscevano?
"...S-e-n-d-o-h."
Aveva sillabato il suo nome a denti stretti ed il capitano del Ryonan dovette tirare fuori tutto il suo sangue freddo per non farsi intimidire. 
Conintuò a sorridere.
"Si, Kae-chan"?
"...Dove vuoi arrivare? E cosa significa 'potremmo'? Lui non mi sopporta, è innamorato di una ragazza, punto e basta."
La malizia che brillava negli occhi di Sendoh era quasi palpabile.
"...Non credevo che Kaede Rukawa si arrendesse così facilmente."
Rukawa sbuffò.
"E che dovrei fare? Stuprarlo?"
"Sarebbe interessante... Ma non è necessario." Sendoh appoggiò le mani sulle spalle del compagno, guardandolo negli occhi. "Kae-chan... ti fidi di me?", chiese, con voce suadente.
"Non ne sono più così sicuro..."
Il sorriso di Sendoh si fece ancora più luminoso.
"Dai, Rukawa... Raccogli anche questa sfida!"
La matricola dello Shohoku alzò gli occhi al cielo e sbuffò di nuovo, nel suo solito modo da gatto annoiato.
"..."
"Allora?"
"Nh."
"E' un si...? Ah... OH, NOOOOOOOOOOO!!!!!!!"
Rukawa osservò il viso di Sendoh impallidire, dopo che gli occhi del neo-capitano del Ryonan si erano per caso posati sulla sveglia che stazionava sul comodino. Un sopracciglio si sollevò.
"Beh? Che succede?"
Sendoh si alzò di scatto, afferrò la sua maglia dal pavimento, se la infilò in fretta, si tuffò nelle scarpe e si chinò, baciando velocemente Rukawa sulle labbra.
"Devo scappare, Kae-chan!!!"
"Come? Ma..."
"AAAAGH, che tardiiiiiiiiiiiiiii!!! Ti spiegherò... Senti... Vediamoci domani alla fermata del treno dove siamo scesi oggi, OK? Dobbiamo stabilire un piano!"
"...Piano?"
Sendoh aveva già raggiunto la porta della stanza.
"Allora, si o no?"
Rukawa sbatté le palpebre. Non era abituato a pensare così in fretta.
"Beh... si..."
"OK allora! A domani! Ah, grazie di tutto..." Il capitano del Ryonan lanciò un bacio in direzione di un sempre più confuso Rukawa e si precipitò giù dalle scale come un tornado, riuscendo appena a percepire la voce di Rukawa che gli gridava dal pianerottolo:
"E non chiamarmi più Kae-chan!"


***

La matita di Koshino si spezzò tra le sue dita.
'Disgraziato... Maledetto... Fetente!'
"Hiroaki-kun, ti ho preparato un po' di the freddo... Ecco, bevi, intanto che aspetti Akira!" La voce allegra della 'zia' Midori lo riscosse dai suoi pensieri che, in quel momento, non erano per nulla rassicuranti. Si prodigò in un forzatissimo sorriso. La donna era tornata dal lavoro e aveva trovato un corrucciatissimo Hiroaki seduto sugli scalini di casa sua.
"Oh, grazie, Zia!"
La bella signora Sendoh, che aveva lo stesso fisico snello e slancio del figlio, guardò l'orologio da polso con aria preoccupata.
"Certo che è strano... Mica gli sarà successo qualcosa? Se avevate appuntamento per studiare... Mi pare impossibile che se ne sia dimenticato!" Koshino digrignò i denti.
"No, Zia... A me pare probabile, invece..."
'Cretino! Deficiente! Io.. Io... Ti odio, akira Sendoh!


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