Disclaimers: i personaggi di Slam Dunk appartengono agli aventi diritto ecc. ecc. tutto come al solito.
Volevo scrivere qualcosa su questa coppia e quando ho risentito questa vecchia canzone, “Bella storia” di Eros Ramazzotti, la fic è venuta da sola! Una storia di vita di Simos
Ancora
un’altra notte. Un altro ritorno a casa per questa via, questa via che
conosco così bene…già, ormai è più di un anno che vivo in questa
zona, ne conosco ogni angolo, ogni rumore, ogni sfumatura. Un altro giorno
uguale agli altri è finito, un’altra notte come le altre mi accompagna
a casa… Cammino lentamente, mani in tasca, non ho fretta di arrivare da
nessuna parte. Nessuno
mi aspetta, nessuno si preoccupa. E’ la mia scelta. Do
un calcio ad una lattina… Tum
tum tum… Cosa
voglio dimostrare? Niente, non doveva mettersi sulla mia strada. Eppure
quel rumore sordo continua a riecheggiare nella mia testa… Tum
tum tum… …una
stupida lattina vuota, vuota come la mia vita. Bella
storia di vita Sta
arrivando qualcuno. Strano,
per questa mia strada non passa mai nessuno. Sono sempre solo qui, come se
il mondo avesse deciso di lasciarmi solo con le mie scelte… e le mie
sconfitte. Ci studiamo da lontano. Non ho molta voglia di fare a botte, ma non mi tiro certo indietro. Lo osservo. E’ un ragazzo molto alto, faccia da bambino impertinente e un’assurda pettinatura… Lo
sguardo è di uno che vuole essere lasciato in pace, di chi sta fuggendo
dai propri problemi e non vuole trovarne altri. E
poi quel sorriso… mi blocco, sorpreso da una sensazione di familiarità:
quel sorriso lo riconosco… è uno scudo, una maschera come quella che
indosso io. Rabbia,
frustrazione, dolore: tutto nascosto dietro quel sorriso, vero? Per
proteggerti dal peso delle aspettative degli altri e, ancora peggio, dalle
tue. Lo
so bene. Lo
guardo e rivedo me stesso, un anno fa, sul punto di crollare. Così
all’improvviso mi sento vicino a lui. Mi
sento in sintonia con lui. Mi
sento attratto da lui. Lentamente
faccio un passo, poi un altro, e mi avvicino a lui, lui che sta aspettando
la mia mossa, insicuro di quello che sta per accadere… Ma
io ho preso la mia decisione. So quello che voglio. E non ho bisogno di
parole perché conosco già la tua risposta…
Mi
dirai che va bene L’affare
sai ci conviene Sì,
è proprio quello che voglio, penso mentre un sorriso sfiora i miei
pensieri… non arriva alle labbra, no, la strada è troppo lunga, ma lo
sento dentro. Ti
bacio. Prima
piano, per darti il tempo di realizzare, mentre immobile subisci il mio
attacco, ma in tanto ti tiro verso di me, per farti capire che non ti
lascerò andare facilmente. Poi
comincio ad approfondire il bacio, con forza, con determinazione: non so
essere gentile e non mi interessa esserlo. Finalmente
cominci a reagire e rispondi al mio bacio, mentre ti aggrappi con forza a
me. Per sentirmi reale? Per non farmi fuggire? Non preoccuparti, sono qui
e non me ne vado da nessuna parte. Con una mano ti sfioro i capelli, la
guancia, il collo… e ci perdiamo in un vortice di baci e carezze,
scambiandoci amarezze e paure, qui, in mezzo alla strada. Bella
storia di vita Lascio
le tue labbra, per respirare. Faccio
un passo indietro, per guardarti negli occhi. “Vieni
con me”, dico senza mezzi termini. Un
lampo di panico nei tuoi occhi. Sei indeciso, non sai cosa fare. Si
capisce subito che sei ancora innocente… ma ingenuo no. Oh no. Sai
benissimo a cosa vai incontro. Ed
eccoti qui, cammini al mio fianco. Non
ci parliamo. Non
ci sfioriamo. Solo
il rumore dei passi e il nostro respiro.
Casa
mia. Queste
due piccolissime stanze che ora chiamo casa. E’
la prima volta che ci porto qualcuno. Cosa
mi è venuto in mente? Il
mio nascondiglio. Il mio santuario… Chissenefrega.
Stanotte
è stanotte. Domani sarà un altro giorno, uguale agli altri.
Ti
guardo ancora. Mi piace guardarti. E non ho fretta, mi diverto a spiarti
da sotto le ciglia mentre ti guardi intorno, appoggiato al muro. E
mi piace guardarti Non
sai cosa fare. Fissi ogni cosa pur di non incrociare il mio sguardo. Sei
nervoso. Io
non aiuto certo ad alleviare la tensione, mi diverto troppo a vederti così.
Sei in mio potere. Ma
capisco che il gioco deve finire. Ti offro una birra, la accetti con un
cenno del capo. Bella
storia di vita Una
goccia di birra ti scivola lungo il mento. Quanto
basta a farmi perdere il controllo. Ti tolgo la bottiglia e mi impossesso
un’altra volta della tua bocca, mentre ti blocco contro il muro. Sei
più alto di me. Sei
più grosso di me. Ma
questa volta non ti serve.
Questa
notte comando io.
E’
questo che penso, mentre ti spingo sul letto. E’
questo che ti dice ogni cellula del mio corpo. Bella
storia di vita Ma
ora non sorridi più. Bene. Non hai bisogno di fingere questa notte. E
neppure io. E
poi sono solo più labbra. Mani.
Pelle. Contatto.
Calore. Cosa
importa chi sono? Cosa importa chi sei? Siamo
solo due anime fragili che cercano un po’ di conforto in una notte
scura, in una notte, per una volta, senza ombre. E
ancora le mie mani, sul tuo petto, le tue fra i miei capelli lunghi. E
ancora un bacio disperato, dal sapore amaro, dal sapore di lacrime. Le
tue. Le mie. Senza
vergogna. Non
ti aspetti niente da me, non mi aspetto niente da te. Siamo liberi. Per
questa notte, per tutta la notte. L’affare
sai ci conviene E’ quasi l’alba. Lo tengo abbracciato a me con fare possessivo, ma so che sta per finire tutto. Ho
la tentazione di svegliarlo e di dirgli di combattere la sua battaglia, e
di vincerla. Ma non posso. Questo patto fra di noi non prevede parole. E
nemmeno ce n’è bisogno. So che lo farà, lui riuscirà dove io,
rinunciando, ho fallito. Ora
è sveglio anche lui. Ci guardiamo stregati per quella che sembra
un’eternità, sappiamo che l’incantesimo sta per finire, ma ne
vogliamo imprigionare ogni istante, finché possiamo. In
silenzio ci alziamo e ci vestiamo. Lentamente. E’
già sulla porta quando si volta per l’ultima volta, un sorriso sincero
sulle labbra, un sorriso che non dimenticherò semplicemente… “Grazie” Non
parlo, ma rispondo al tuo sorriso, quasi senza accorgermene, sorprendendo
anche me stesso… grazie a te, amico mio…
Resto
ancora qualche secondo a fissare la porta chiusa, poi cerco di scuotermi
dal mio torpore. Vado in bagno e mi getto acqua fredda in viso. Fuori
ormai è giorno. Un altro giorno. Mi
guardo nello specchio… sì, sono sempre io. Mi
chiamo Hisashi Mitsui, ho 17 anni ed odio il mondo. Ma
più di ogni altra cosa… odio il basket. Bella
storia di vita OWARI
Per eventuali commenti simosakuragi@yahoo.com
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