Una questione di ruoli di Crazy Penetrami il cuore e gli occhi. Fammi godere più volte, fino al paradiso. (versi della somma Sensei Minekura!)
- Allora, cosa avete scoperto? Esiste un rimedio? - Quella domanda, posta in tono ansioso e preoccupato, era stata fatta da un ragazzo di circa 18 aa, non molto alto, con lucenti capelli corti dello stesso caldo colore delle castagne e due grandi, luminosi, occhi di un particolare bellissimo colore dorato. I suoi due interlocutori, un giovane alto e snello dai corti capelli scuri, il sorriso gentile ed un monocolo sull’occhio destro, offeso tempo prima per sua stessa mano in un gesto disperato ed autolesivo, ed un ragazzo alto e muscoloso con lunghi capelli rossi fluenti e due occhi dello stesso calore e turbolenza delle fiamme dell’inferno, si guardarono l’un l’altro molto, molto, imbarazzati. - Beh… ecco…Sì, qualcosa abbiamo scoperto, ma è un po’….ehm..uhm, come dire, particolare! - Rispose infine quello con il sorriso gentile - Particolare? - Ripeté l’altro con gli occhi dorati un tantino perplesso. - Sì, sì, …uhn! Sarebbe il caso di parlarne in privato! Sanzo si è svegliato?- Il ragazzo annuì. – Si è risvegliato circa mezz’ora fa, ed ha ancora la febbre molto alta, per questo ero andato giù a prendergli dell’altro ghiaccio. – Raccontò, mostrando loro la catinella piena di piccoli cubetti gelati che teneva tra le mani. - Questo è l’unica cosa che gli da’ sollievo! Però…- - Però? - Lo incoraggiò il giovane bruno. - Beh, ecco, mi sembra che si comporti in modo strano, sarà la febbre, ma si muove e parla in un modo che…. – Il ragazzo tacque ed improvvisamente divenne tutto rosso in volto, e per l’imbarazzo non si rese conto del breve sguardo complice che il bruno ed il rosso si scambiarono. - Andiamo ! – Tagliò corto alla fine quest’ultimo. Entrano tutti e tre nell’anonima stanza di albergo presa in affitto il giorno prima. La camera era buia, l’unica luce esistente era quella che proveniva dalla finestra aperta, spalancata su una notte luminosa di luna piena che brillava tonda come una lanterna, strizzando l’occhiolino al letto, posto accanto alla parete laterale. Il materasso, con le sue lenzuola stropicciate e sfatte e l’impronta concava sul cuscino candido, recava tracce recenti del corpo del suo occupante, che al momento, però, se ne stava accanto alla finestra con un solo misero lenzuolo semitrasparente a malapena drappeggiato a celargli le parte intime. Sanzo era seduto sul vano della finestra, i pallidi raggi lunari inondavano d’argento la sua pelle candida, donando riflessi perlacei al torace glabro ed al ventre piatto e creando maliziosi giochi di ombra e luce tra i rilievi e le pieghe dei muscoli evidenti al di sotto della pelle. La curva sinuosa del suo fianco e della sua coscia destra, lasciati scoperti dal drappeggio del lenzuolo che sfidando la forza di gravità rimaneva tenacemente appoggiato al suo inguine, brillavano lucenti, riflettendo i raggi lunari, e dandogli l’aspetto di una visione eterea ed evanescente. Possedeva la stessa bellezza trasparente e luminescente di un sogno effimero, e l’identica malinconica impressione che potesse svanire al primo battito di ciglia. I tre rimasero a fissarlo con occhi interdetti spalancati, e quando ad un certo punto la mano diafana del bonzo si sollevò lentamente, andando a detergersi il sudore che gli colava dal collo al petto quasi accarezzandosi, mentre al contempo gettava all’indietro la testa, scostandosi i capelli dalla fronte sudata in un movimento estremamente languido e voluttuoso, socchiudendo le labbra tumide e gli occhi d’ametista, qualche mascella si scardinò dalla sua articolazione ed un suono simile ad un rantolo di genuina sorpresa e sgomento risuonò nell’aria, divenuta estremamente pesante a causa dello strana atmosfera fortemente erotica che si era venuta creare. Tale rumore sembrò riscuotere i presenti ed attirò l’attenzione del bonzo. - Beh, che avete da guardare ? – Li accolse Sanzo con una strana voce bassa e roca. - Non mi avete mai visto?Sembrate una manica di deficienti! – - Uhm, sono contento che almeno la tua sublime gentilezza non sia stata alterata dalla febbre!- Lo prese in giro il kappa con il solito tono ironico. - Muori! – Fu la cortese replica, poi, ignorandolo, il biondo si rivolse al ragazzo moro al suo fianco. - Beh, allora ? – Questi si rimise a posto il monocolo con un gesto imbarazzato, puntando il suo sguardo di smeraldo su un punto imprecisato della stanza. - Uhm, temo non ti piacerà affatto quello che abbiamo scoperto! – Iniziò incerto. – Dunque, abbiamo parlato con un famoso alchimista, spiegandogli il nostro problema, cioè del morso che quello strano demone ti ha inferto e della misteriosa febbre di cui conseguentemente sei stato preda. Quest’uomo, una persona molto seria e competente, ci ha spiegato che le ghiandole salivari di una particolare razza di demoni contengono un raro veleno che agisce sui centri nervosi della vittima, ed in particolar modo sul centro deputato al controllo della temperatura corporea, per cui chi ne viene a contatto, dopo alcuni giorni, muore per l’alterato equilibrio termico che sconvolge ogni naturale processo chimico delle sue cellule cerebrali e di ogni altra cellula del suo organismo. – - E l’antidoto ? – Domandò a quel punto l’interessato con espressione immobile. - Beh, ecco.. un vero rimedio al veleno, non sembra essere stato mai ricavato naturalmente né sintetizzato chimicamente. Però…. - Il demone gentile si bloccò, mentre le sue gote diventavano rosse e gli occhi verdi saettavano qua e là sulla parete come tanti animaletti pudichi e vergognosi. - Però? – Lo interrogò ancora il bonzo. - Però? - Lo incalzò impazientemente il giovane dagli occhi dorati. - Già, però? – Ripeté anche il rosso con l’aria di uno che se la stia ridendo sotto i baffi. Il ragazzo bruno sospirò, maledicendo mentalmente quel suo scomodo ruolo di latore di notizie decisamente imbarazzanti. - Ecco, in realtà un metodo per guarire esiste, ma è un po’… come dire disagevole ed scabroso!– - Uff, Hakkai, per poco non mi facevi prendere un colpo! – Lo rimproverò il giovane dagli occhi dorati ritrovando il sorriso. – Se esiste una cura, allora diccela! Cosa sarà mai di così terribile?- - Uhm…. Vedi Goku. Proprio terribile non è, ma, insomma, dipende dai punti di vista … e poi il carattere di Sanzo è così….. e dover dire certe cose proprio davanti a te… ed io.. Ehm…io.. Continua tu, Gojyo!!! - Stabilì infine con un tono del tipo: adesso sono fatti tuoi! - Sesso! - Annunciò questi ghignante, cogliendo la palla al balzo. - L’unico rimedio esistente e conosciuto è il sesso!! – - Eeeh? Sta..stai di..dicendo che S..Sanzo…. Sanzo deve… deve f.. fare… ? – Balbettò tutto rosso e sconvolto il giovane demone dalle iridi d’oro. - No! No! No! Ed ancora no! - Ribadì poi concitato, mentre l’imbarazzo nei suoi occhi lasciava posto ad una strana, esagerata, fiammante, rabbia. - Non permetterò mai che Sanzo faccia quella cosa con una tizia qualsiasi! Ci deve essere un’altra soluzione!! – - Su, scimmia datti una calmata! Non è il caso di alterarsi così! Mica stiamo parlando di una tortura, sai? E poi nel nostro caso, per aver effetto la cura, il nostro prezioso bonzo non dovrebbe farsi una tizia qualsiasi, ma vedi….- Pausa ad effetto con sorriso maliziosamente maligno del rosso. - Dovrebbe essere lui stesso la tizia qualsiasi! – - Co..co..co….co…?- - See, guarda che sei una scimmia, mica una gallina! E’ unitile che fai la cova, tanto l’uovo non ti viene comunque!- A quella freddura del kappa, il ragazzo dagli occhi dorati iniziò a digrignare i denti ed assumere un preoccupante colorito cianotico prima di esplodere. - Tu! Razza di scarafaggio strisciante e sbavante dall’odore nauseabondo e dall’aspetto rivoltante! Smettila di scherzare! Che diavolo vai dicendo? Spiegati meglio!! – - Come mi hai chiamato, eh, idiota di una scimmia decerebrata??! Ma io ti distruggo, ti maciullo, ti disintegrooo!! - Prima che i due potessero venire alle mani e massacrarsi di botte a vicenda, lui dal sorriso gentile ed i modi pacati si frappose fra loro, riportandoli a più miti consigli. - Ehm, sì, dunque, è necessario specificare, a questo punto, che un’altra particolarità del veleno suddetto è quello di essere, anche a piccole dosi, un afrodisiaco molto potente.- Riprese a raccontare il ragazzo bruno, dopo aver sedato la rissa. - Il saggio alchimista ci ha raccontato che nei tempi antichi, questa determinata stirpe di demoni veniva ricercata, perché bastava una sola goccia di tale composto per fare cedere alla.. ehm lussuria di un uomo anche la donna più onesta e virtuosa esistente. La poverina di solito cadeva preda di una febbre strana e misteriosa, che cessava subito dopo l’atto sessuale, e tranne che per la perduta virtù, la vittima di turno ritornava poi in piena salute. Lo stesso veleno però, se ingerito o assorbito da un uomo ha, sì, un effetto eccitante di ineguagliabile potenza, ma.. ma.. per contro l’antidoto non sarebbe, come si può pensare la congiunzione carnale con una donna, ma bensì una..ehm… partecipazione in ruolo di passivo all’atto con un altro uomo, poiché pare che durante l’orgasmo vengano prodotte e liberate dall’organismo infetto delle sostanze che, unite a quelle presenti nel liquido seminale espulso durante l’atto sessuale da un altro uomo, agirebbero come antidoto!! - Goku che aveva seguito, concentrato al massimo, quel discorso sbatté più volte le palpebre dei suoi grandi, bellissimi, occhioni dorati, poi fissò il volto tutto rosso del suo gentile e comprensivo amico, quindi si grattò la nuca, infine disse solo: – Cioè? – A Hakkai caddero letteralmente le braccia, mentre una risata isterica gli gorgogliava nel petto. Gojyo si diede una manata sulla fronte, sbuffando e sollevando esasperato gli occhi scarlatti al cielo. - Cioè, scimmia tarda, idiota e demente, se quel bonzo malefico vuole salvarsi al pellaccia deve farsi sbattmpft….! - Gojyo venne interrotto, dallo specificare cosa dovesse farsi fare Sanzo e da chi, dalla previdente e veloce mano di Hakkai, che continuando a tenere il palmo schiacciato sulla bocca di un cianotico kappa rivolse un sorriso imbarazzato al giovane ed ingenuo amico. - Goku, tu sai che esistono uomini che si innamorano di altri uomini, vero? - Gli domandò poi in tono mooolto paziente. Questi arrossì violentemente, poi annuì con un cenno del capo. Il demone gentile continuò. – Non c’è niente di male in questo, poiché l’amore è un sentimento talmente elevato, puro ed universale da superare ogni limite di razza e sesso. Ma esso ha anche una importante componente fisica. E’ naturale per chi ama desiderare e volersi unire fisicamente al proprio amato, ma se tale atto in una coppia normale, per ovvi motivi anatomici, ha dei ruoli ben chiari e distinti, in una coppia dello stesso sesso, invece, tali ruoli vengono decisi in base all’indole ed il carattere, di solito chi riceve il proprio compagno dentro di se ha un carattere dolce e remissivo, mentre chi dona il proprio amore è più forte, autoritario ed aggressivo, almeno, generalmente è così! E nel nostro caso particolare…….- Il ragazzo si interruppe, perché preso dal discorso si era dimenticato di tenere ancora la mano sulla bocca dell’amico dai capelli rossi, il quale aveva cominciato ad agitare le braccia come un forsennato ed ad emettere strani rantoli, come in preda ad un attacco violento di asma, mentre la faccia gli era divenuta più rubiconda degli stessi occhi e capelli. - Ohi! Ma sei scemo o cosa? – Urlò il mezzosangue all’amico, una volta che fu libero e solo dopo aver fatto almeno una dozzina d’ampie e profonde inspirazioni. - Mi volevi uccidere, forse? Stavo per morire soffocato! - - Ehm…Se hai tanto fiato per strillare, forse non eri poi così moribondo. Comunque, scusami tanto Gojyo, me ne ero proprio scordato. – Hakkai gli rivolse un sorriso contrito e sincero, fissandolo con uno sguardo smeraldino luccicante di divertimento e malizia, che ebbe lo strano potere di calmare le escandescenze dell’altro. Borbottando di malagrazia, il placato rossino accettò le scuse. Il moretto poté così continuare il suo impegnativo ed imbarazzante discorso. - Dunque stavo dicendo, nel nostro caso particolare, ecco, l’antidoto al veleno e quindi alla febbre consiste nel fatto che l’uomo che è stato infettato, cioè Sanzo, deve avere il ruolo di colui che, come dire, gode ricevendo passivamente l’amore dell’altro! Ti è tutto chiaro adesso? - Il giovane dagli occhi dorati annuì in silenzio. - Ma… Hakkai, non c’è un altro modo? – Mormorò poi tra l’angosciato ed il disperato. - Ci deve essere un altro modo! Sanzo, non permetterà mai a nessuno di…. E nemmeno io! Nemmeno io voglio che.. che…..- Si interruppe ed abbassò il volto scarlatto, fissandosi ostinatamente la punta degli stivali. - Tsk! Patetico! - Tutti e tre si voltarono verso il diretto interessato della discussione, l’unico che ancora non aveva detto niente ed anzi se ne era stato tutto il tempo languidamente seduto sul vano della finestra, gli occhi socchiusi, a godersi la fresca brezza serale sulla pelle accaldata. - Che cosa Sanzo? – Domando con cortesia il ragazzo dagli occhi di smeraldo. Lui dai capelli di sole e dagli occhi di viola fece una specie di risolino morbido e sarcastico. - Per tutta la vita ho dovuto subire le occhiate lascivie di squallidi, irritanti, rifiuti umani che guardavano al mio corpo come se fosse un qualcosa da possedere ed insudiciare, ciò mi ha sempre talmente disgustato che non ho mai concesso a nessuno anche solo di potermi sfiorare con un dito. Il contatto fisico con un'altra persona per me è, ancora oggi, una cosa da evitare comunque e volentieri! Ed ora invece, dentro di me c’è tutto questo…questo calore e voglia e desiderio…. .. Non trovate sia davvero patetico tutto ciò? - Hakkai a quel tono roco, basso e sensuale rabbrividì lungamente, al suo fianco udì chiaramente Gojyo deglutire rumorosamente un groppo di saliva, mentre Goku fissava il suo mentore come se si trovasse dinanzi ad una creatura sconosciuta e misteriosa, che era l’incarnazione stessa della notte con tutti i suoi molteplici e seducenti misteri. Era sicuramente l’effetto del veleno in circolo a farlo parlare così apertamente ed a farlo muovere a quel modo sensuale. Considerò il demone gentile. L’alchimista aveva detto, infatti, che era uno tra i più potenti afrodisiaci conosciuti dagli antichi, e se ne bastava una sola goccia per far capitolare la più virtuosa delle vergini, chissà quale scombussolamento stava creando tutto il veleno assorbito dalla cute, durante quel fatidico morso, sugli ormoni e sul sistema nervoso dello stesso Sanzo. Una bomba ad orologeria, ecco cosa avevano davanti, un concentrato di feromoni e di sesso sul punto di esplodere! - Sì, forse…Ma, nonostante la stranezza degli effetti collaterali, è pur sempre un veleno! Una sostanza tossica che agisce sul tuo organismo danneggiandolo e l’unico rimedio conosciuto è questo! Ne va della tua stessa vita, non scordarlo. Che cosa vuoi fare ? - Gli domandò pertanto, cercando di essere il più lucido e razionale possibile, cosa del tutto impossibile, data la situazione totalmente, assurdamente, irrazionale. - Voglio godermi il fresco della notte! Questo vento è così piacevole….ed il mio corpo è così bollente… - Quell’essere fatto di puro erotismo e voluttà in cui si era trasformato il gelido bonzo dagli occhi d’ametista reclinò il capo, offrendo il collo candido ai baci dell’avida luna e socchiuse le labbra passandosi la punta rosea della lingua sulla pienezza del labbro inferiore, rendendolo lucido e brillante sotto quei raggi argentati che inondavano il suo viso rosato, accaldato dalla febbre, gli occhi chiusi, l’espressione ammorbidita dal piacere del momento, la posa sensualmente rilassata del corpo. Era l’incarnazione stessa del sesso! Una deflagrazione di ormoni vaganti impazziti ed eccitati! L’elogio all’erotismo! Un inno allo stupro !! Un vero e proprio pericolo pubblico per ogni individuo di qualsiasi religione, razza o sesso dagli 11 ai 70 anni, insomma! - Lasciatemi solo! - Un ordine pronunciato con toni rochi e morbidi, tali e quali un amante che sussurri nel buio della notte all’altro: Amami! Prendimi! Fammi godere! Gojyo da uomo vissuto qual’era lo riconobbe subito, lo aveva udito troppo volte per non riconoscerlo, e sentì il suo corpo reagire come non aveva mai fatto prima. Questo fatto lo scioccò e terrorizzò al tempo stesso! Cioè, lui era eterosessuale, giusto? Sì, giusto! Si rispose mentalmente. Ma allora, perché il suo corpo sembrava essersi dimenticato di questo particolare insignificante??? - Ma Sanzo…- L’incanto del momento fu rotto dalla voce chiara ed argentina del ragazzo dagli occhi dorati, una fresca cascata di genuina purezza e sincero profondo affetto che disperse l’atmosfera torbidamente morbosa che si era venuta a creare nella stanza. - Non possiamo lasciarti in queste condizioni !- - Portami dell’altro ghiaccio scimmia, e poi va’ a mangiare! Domani penseremo ad una soluzione alternativa! Ora toglietevi dai piedi tutti quanti, altrimenti vi ammazzo!!- Insieme, così com’erano entrati, i tre uscirono dalla stanza del bonzo. Mentre Goku correva tutto ansioso e trafelato a procurarsi del ghiaccio, Hakkai, anch’egli preoccupato per la situazione, sbirciò di sottecchi l’espressione allampanata dell’amico al suo fianco. Il rosso, da quando erano usciti dalla camera, aveva gli occhi sbarrati e tondi come uova sode, era leggermente pallido e andava ripetendo sottovoce tra sé una specie di mantra cantilenante. Che Gojyo fosse improvvisamente diventato tanto devoto da innalzare una preghiera ai kami per la guarigione di Sanzo? Si chiese il demone gentile sconvolto da tale novità, ma subito si tranquillizzò, anche se poi dubitò fortemente della sanità mentale dell’amico, quando tendendo l’orecchio udì che questi andava ripetendo tra sé in una nenia ossessiva: - Sono etero, sono etero, sono etero, sono etero, sono etero, sono etero, sono etero….. - La cena si svolse più tranquillamente del solito! Sia il kappa che la scimmia, infatti, furono molto silenziosi, limitandosi a mangiare senza dare vita alla solita pantomima di rumorosi litigi e dispetti che li caratterizzava da sempre. Goku tentava di fare finta di nulla, ma i suoi occhi dorati erano velati dall’apprensione, ordinò quindi solo 3 tipi di primo, altrettanti di secondo e vari contorni rigorosamente fritti, untuosi ed immersi nella pastella, qualcosa di dietetico e leggero, insomma! Normalmente avrebbe ordinato anche dei dolci, ma in quella circostanza aveva davvero lo stomaco chiuso, perciò si limitò a spazzolare via il cibo dai numerosi piatti che aveva ordinato, che equivaleva, però, solo alla metà di quanto era abituato ad ingurgitare. Gojyo invece, dal canto suo, mangiucchiava svogliatamente, lo sguardo perso, la mente concentrata in riflessioni personali, che a giudicare dall’espressione del suo volto non dovevano essere molto divertenti e piacevoli. Hakkai li osservò entrambi, per tutta la durata della cena, come una madre apprensiva ed ansiosa. Sapeva bene cosa angustiava la scimmietta, i suoi sentimenti per il bonzo erano troppo palesi per non capire cosa frullava in quella testolina un po’ svagata, ma chi non gli riusciva di comprendere in quella particolare situazione era proprio Gojyo, il suo migliore amico, la persona a cui lui era più legato in assoluto. Di solito riusciva a leggere nella sua mente come un libro aperto, ma da quando erano usciti dalla camera di Sanzo, si vedeva che c’era qualcosa che lo turbava, ed il moretto percepiva istintivamente che tale sconvolgimento fosse derivato da tutto quel parlare di sesso e dalla strana esplosione di sensualità ed erotismo che aveva coinvolto e sconvolto tutti quanti! Già, aveva notato la reazione del kappa nei confronti di Sanzo in quella stanza, e ciò lo portava a fare alcune strane ipotesi circa i poco casti pensieri che dovevano vorticare nella testa del rosso, che gli provocavano un crampo fastidioso allo stomaco ed un nervosismo per lui a dir poco inusuale. L’intuire quello che il suo amico dagli occhi scarlatti doveva stare ponderando, sotto quella sua fluente chioma fiammeggiante, rischiava di bloccargli la digestione e non farlo dormire la notte! Il risultato fu che, quella sera, da quella tavola si alzarono tre persone relativamente affamate! I sospetti del demone gentile divennero quasi certezza mentre risalivano nelle loro stanze, allorché vide l’amico dirigersi non verso la propria camera, ma verso quella di Sanzo. - Ehi, Gojyo che fai? – Lo chiamò. Questi si portò una mano alla testa, grattandosi la nuca con un modo di fare sospettosamente imbarazzato. - No, è che mi è venuta una certa idea per risolvere la situazione. E vorrei parlarne con il bonzo corrotto! – - Parlare ? – Ripeté Hakkai perplesso. - Sì, perché? Solo per il fatto che quello mi sta antipatico come le tasse, non vedo perché non dovrei tentare di parlarci, no? – Il ragazzo bruno gli rivolse un occhiata talmente scettica e dubbiosa che il kappa distolse lo sguardo e scrollò le spalle. - Beh, ci vediamo .- Lo salutò, tanto per chiudere il discorso, mentre si girava con fare deciso per bussare alla porta del bonzo. Avendo ricevuto dall’altra parte un brontolio sommesso in risposta, Sha Gojyo varcò quell’uscio come un uomo che stava per andare incontro al proprio destino! Effettivamente, come già intuito dal perspicace demone dagli occhi verdi, il rossino era stato per tutta la durata della cena a riflettere su quanto era accaduto nella stanza del bonzo malefico. In un primo tempo aveva cercato di accampare deboli scuse, quali la stanchezza, lo stress, la suggestione, l’inequivocabile carica erotica che impregnava fortemente l’ambiente e non per ultimo il fatto che Sanzo stava facendo apposta la commedia, proprio per fargli un dispetto, ma poi essendo un individuo abbastanza sincero con se stesso, aveva dovuto ammettere che il suo corpo aveva inequivocabilmente reagito al fascino sensuale ed erotico di un altro corpo, e che tale corpo era pure inequivocabilmente di sesso maschile!! Dopo averlo ammesso si era sentito notevolmente meglio! Così, alla fin fine, essendo più un uomo di azione che di pensiero era arrivato a tre fondamentali conclusioni: punto 1, affrontare nuovamente Sanzo e vedere se, per così dire, il suo inquilino dei piani inferiori si risvegliava di nuovo; punto 2, se per caso ciò accadeva, cosa purtroppo molto probabile, beh, provare ad approfondire la questione e vedere fino a che punto sarebbe stato capace di arrivare con un uomo; infine punto 3, questo inaspettato risvolto, poteva risolvere anche il problema di Sanzo, sempre se questi non lo avesse ammazzato con al sua S&W prima, naturalmente. Così adesso si trovava davanti al bonzo corrotto, che sempre succintamente coperto, gli aveva riservato un occhiata indifferente e seccata, prima di degnarlo con un sgarbato: - Che diavolo vuoi, kappa ? - Il kappa in questione sentì tutti i peli rizzarsi in un brivido prolungato che aveva e non aveva a che fare con il terrore. Sì, perché quella domanda, nonostante il suo aspetto innocuo ed irritante, era stata pronunciata con una voce così dannatamente sexy, calda e seducente, che era una vera minaccia per i poveri sensi di chiunque! Sanzo si era spostato dalla finestra al letto, era sdraiato con in braccio dietro la testa e stava fumando una delle sue malboro morbide, disgustosamente insipide, con lunghe voluttuose aspirazioni. L’unico indumento che lo ricopriva, era il solito lenzuolo bianco posto in mezzo all’inguine, a celargli a malapena le parte intime in un vedo non vedo più malizioso ed intrigante della completa nudità. Ma non aveva alcun pudore e vergogna, quell’uomo? Vabbé, che aveva caldo, ma almeno poteva mettersi addosso qualcosa, che ne so, tipo un’armatura, no? Si domandò incoerentemente il rosso, mentre si avvicinava al letto, completamente preso da quella visione di perdizione e peccato. Arrivato ad una distanza tale dal bonzo, da poter prendere nota di ogni minimo particolare di quel corpo, forse un po’ troppo magro, ma ben proporzionato ed armonico, e da riuscire a percepire l’aroma di tabacco mescolato all’odore intenso di quella pelle lattea, un forte calore ed eccitazione gli invase i lombi e l’allegro risveglio del suo voglioso inquilino dei piani di sotto non gli lasciò più alcun dubbio. Ca**o!!!Non era un incubo!!Desiderava davvero un altro uomo!! La questione era, sarebbe riuscito a mettersi ulteriormente alla prova e vedere fin dove questo desiderio era capace di portarlo? - Beh, si può sapere che accidenti vuoi? - Il ragazzo dagli occhi e dai capelli scarlatti udì quella domanda rimbombargli in testa in un ritornello ossessivo. Già, che accidenti voleva? Non lo sapeva! Non lo sapeva più, alcune delle sue certezze erano state ribaltate e stravolte e lui non sapeva più cosa voleva! C’era solo quello strano desiderio e poi null’altro! Sha Gojyo agì d’istinto senza pensare a niente. Fu Sanzo stesso, involontariamente, a dargliene l’opportunità. Infatti, mentre il bonzo si sollevava leggermente in avanti per schiacciare la cicca consumata della sua sigaretta nel posacenere sul comodino a fianco a letto, il kappa gli afferrò strettamente il polso con una mano ed, approfittando della sua sorpresa e della propria superiorità fisica, lo tirò giù sul letto, mettendosi a cavalcioni su di lui e tenendogli bloccate le braccia sopra la testa con entrambe le mani. Osservò per un attimo quel volto candido, di una bellezza androgina, che si andava alterando per la rabbia e furore, dopodichè chiuse gli occhi di fiamma e si buttò come qualcuno che si getti da un aeroplano senza il paracadute. Le labbra di Sanzo erano morbide e calde, piacevoli sotto le sue, facendo appello a tutta la sua vasta esperienza cercò di forzarle, cosa non facile visto che lui non era propriamente d’accordo, ma alla fine un po’ per la sua insistenza, un po’ per la cedevolezza dell’altro, vi riuscì, la sua lingua invase prepotentemente quella umida cavità e la esplorò con avidità. Aveva un gusto forte e buono, diverso da quello femminile, sapeva di tabacco avidamente aspirato, di afose notti d’estate passate a fare l’amore fino a crollare, di corse sotto la luna d’agosto tutti nudi e sudati dopo un focoso amplesso per gettarsi nel fresco abbraccio del mare, di passione infuocata e di sano, semplice, complice sesso. Sì, quel sapore era forte, buono, sapeva di sesso e lo eccitava oltre misura! - Maledetto idiota pervertito! Come hai osato! Io ti ammazzo! - Gli ringhiò contro Sanzo una volta che fu libero dalla presa possessiva delle sue labbra. Gojyo lo osservò, sempre tenendolo bloccato sotto di se, gli occhi viola del bonzo, come specchi della sua mente e della sua volontà, lanciavano fulmini e saette promettendo rivalse terribili e mortali, ma i segnali che gli mandava il suo corpo erano di tutt’altro tipo, il suo corpo era bollente, la sua pelle arrossata, da lui emanava un profumo di desiderio irrefrenabile, sicuramente frutto del veleno che gli intossicava il corpo ed i sensi. Il ragazzo dai capelli rossi sapeva per esperienza che se avesse insistito, mettendo in atto ogni tecnica di seduzione appresa, quel corpo gli avrebbe ceduto, la sua mente forse no, poiché quegli occhi esprimevano una volontà troppo ferma per cedere e piegarsi di fronte a chiunque, ma il suo corpo, grazie al potere afrodisiaco della sostanza che gli circolava nelle vene era in sua balia, e questo pensiero era stranamente esaltante! Il sapere di avere l’orgoglioso, scorbutico, scostante “Signor so tutto io” in proprio potere, era un pensiero perversamente, sadicamente e pericolosamente stuzzicante! - Sta’ buono, stupido bonzo! Non voglio farti niente! Volevo solo una prova!- - Che accidenti vai dicendo? Mi hai infilato quella tua lurida linguaccia in gola solo per una prova? Quell’unica cellula cerebrale che ti rimaneva si è forse suicidata per la solitudine?- - Sempre gentile, vedo! Beh, anche se mi taglierei la suddetta linguaccia, piuttosto che ammetterlo proprio con te, volevo vedere cosa avrei provato a baciare un uomo e devo ammettere che mi è piaciuto molto! Ok! E’ ufficiale, sono bisessuale! - - Sai quanto me ne frega! Metti un annuncio sul giornale! Basta che ti togli di dosso!- - Guarda che è anche colpa tua! Non puoi mica pretendere di andartene in giro mezzo nudo, spargendo ormoni a piene mani ad ogni singolo movimento e parlando in un tono che è concesso solo in una camera da letto tra due amanti, senza poi trovarti in situazioni del genere !- - Io non centro niente! Sono stato avvelenato, idiotissimo idiota!- - Sì, vabbé! Appunto! Riguardo a questo, ho riflettuto molto ed ho pensato che…..- - Perché, adesso sei anche capace di pensare e riflettere? E’ preoccupante! – -Eeh, che cavolo vai dicendo? Smettila di interrompermi bonzaccio malefico. Non ti conviene, potrei anche decidere di baciarti di nuovo!- - Tsk! MUORI ! – - Tzé, dopo di te! Dunque, come stavo dicendo prima della tua cortese interruzione, mi sono accorto che.., sì, insomma, che gli uomini non mi sono indifferenti come credevo! Ed in questa situazione la cosa potrebbe risultare vantaggiosa sia per me, per mettermi alla prova, sia per te per risolvere il tuo problema. Che ne dici? – - Che dico? Dico che ti sei bevuto il cervello, razza di kappa maniaco! Solo ad un pervertito come te, poteva venire in mente un’idea del genere! – - Che cos’ha che non va’ la mia idea, eh? A meno che tu non voglia morire stupidamente a causa del veleno di quel demone, questa è la tua unica alternativa! Guardati! Sei letteralmente in calore! Sei talmente eccitato e sessualmente voglioso che potrei fare di te quello che voglio e tu, o meglio il tuo corpo, non farebbe niente per impedirmelo! Dovresti essermi grato per l’offerta, sempre meglio farti sbattere da uno che conosci e che non si approfitterebbe della situazione, piuttosto che da un perfetto sconosciuto! Certo potresti sempre decidere di crepare e fare così un favore ai nostri nemici! Chissà come ti deriderebbero, quelli là ad ovest, sapendo che sei praticamente morto dal desiderio! Già, si sbellicheranno dalle risate! Davvero una gran bella morte per l’irriducibile e feroce Genjo Sanzo! – - Sta zitto, idiota! – - La verità brucia, eh? – Lo schernì il ragazzo dai capelli rossi, poi non ebbe più volta di scherzare. Fissò i rabbiosi ed ardenti occhi viola con serietà - Allora? – - Quale magnanimità! Posso scegliere? Ma dimmi, cosa ne pensa il tuo caro amico dagli occhi verdi di questa tua generosa offerta? E’ d’accordo anche lui? – Quella domanda da parte del bonzo stupì il rossino non poco. – Hakkai non ne sa nulla!- Fu costretto ad ammettere, poi per difendersi dallo strano imbarazzo e dolore che si stava impossessando di lui al pensiero che il suo più caro amico potesse provare ribrezzo per ciò che stava facendo, reagì come reagiva sempre per difendersi, cioè in modo aggressivo e pungente. - Ca**o, Sanzo, lasciami respirare! Ho appena scoperto che mi piacciono anche gli uomini!! Non credi che, nonostante tutto, persino un tipo come me possa rimanere un tantino sconvolto da una scoperta del genere, eh? Come potevo confidarmi con Hakkai?? Se lo venisse a sapere, come minimo mi deriderebbe a vita, sempre ammesso che accetti ancora di parlarmi!! - - Tzé! Ho ragione, sei proprio un idiota! - - Si può sapere che significa questo insulto, adesso? Cosa vuoi dirmi? E spiegati chiaramente, per una volta se ci riesci stupido bonzo, senza irritanti borbottii e considerazioni malevoli! – - No!- - No??- - No! Rispondimi, tu invece, pervertito di un kappa, senza false ipocrisie e stupidi moralismi, se ne sei capace! Dimmi: chi è la persona a te più vicina in assoluto? Chi è che ti toglie sempre dai guai? Chi vai a cercare ogni volta che vuoi confidarti? Su quale spalla vai a piangere quando sei triste ? Chi ti fa sentire bene standoti semplicemente vicino? Chi allevia i tuoi malumori e seda l’irascibilità del tuo carattere con la sola forza di uno sorriso? Ti ho visto rinunciare ad un appuntamento galante solo per stare al fianco di questa persona, perché quel giorno era un po’ triste! E vedo la luce che si accende nei tuoi occhi quando lo guardi! Dimmi, Sha Gojyo, se ne hai coraggio, tu, per chi saresti disposto a morire? – - Che diavolo vai insinuando, Signor so tutto io! – Il rosso infuriato dalle parole schiette del bonzo strinse più forte la presa ai suoi polsi ed avvicinò il volto al suo. – Stai solo aprendo quella tua boccaccia malefica ed avariata e gli stai dando fiato! – - Tzé! Stupido e pure vigliacco! – - Cos.. ? – Una porta che veniva spalancata con furia interruppe l’irritato mezzo-demone. Nella stanza entrò, come una specie di uragano vivente, un ragazzo non molto alto, con morbidi capelli castani e grandi occhi dorati che, al notare la posizione piuttosto equivoca dei due sul letto, si sgranarono ulteriormente, accendendosi di pericolose scintille incendiarie di pura rabbia. - Tu! Kappa maledetto, togli quelle tue luride zampacce di maniaco pervertito dal mio Sanzo! – Ringhiò Son Goku, facendo apparire il suo Nyoibò. Le braccia magre, ma decisamente forzute del giovane eretico brandirono il suo bastone come una mazza da baseball che intercettò al volo la testa rossa del maniaco suddetto quasi fosse una palla, catapultando il corpo attaccato ad essa giù dal letto e quindi lontano dal “suo” Sanzo, in quello che in gergo tecnico di gioco sarebbe stato definito senz’altro come uno spettacolare fuoricampo! - Ahia! Scimmia, ma sei uscito fuori di cervello a colpirmi a questo modo? Se la mia testa fosse stata meno dura adesso sarei in paradiso a cantare nel coro dei belli che defunti!- Strillò il rosso massaggiandosi la fronte, dove, a causa del colpo, si era formata una escoriazione da cui stava scendendo un rivolo di sangue. - Tu.. Tu… Vorrei spaccartela sul serio quella zucca bacata da maniaco che ti ritrovi!!! - Lo minacciò, vistosamente alterato, il ragazzo dagli occhi dorati, puntandogli addosso un dito accusatore. – Quando Hakkai mi ha confidato i suoi timori per quello che tu volevi fare, non potevo crederci! Invece tu.. tu eri addosso a Sanzo, lo tenevi bloccato e.. …stavi per… Ah! Maledetto! Dovevo aspettarmela una cosa del genere da un dannato maniaco pervertito del tuo calibro. Gli sei sempre stato addosso! Lo sai che Sanzo detesta essere toccato, eppure per te ogni minima occasione era buona per strusciarti contro di lui, mettergli le tue manacce dappertutto, toccarlo, abbracciarlo e lanciargli battutine ironiche equivoche, persino la prima volta che ci siamo conosciuti, persino allora, per fermarlo non hai trovato una mossa migliore che stenderti sopra di lui! Credevi che non me ne fossi accorto, eh? Razza di scarafaggio depravato!! – - Ma che diavolo vai blaterando, scimmia? – Urlò a sua volta l’accusato, infiammandosi per tante e tali ingiuste accuse. – A te la gelosia ti ha completamente mandato in pappa il cervello, sempre ammesso che tu ne abbia uno! Non ho mai fatto niente del genere!! Io il tuo bonzo non l’ho mai cagato neanche di striscio!! Fino a ieri andavo ancora dietro alle donne! Figurati se pensavo ad uno yogurt andato a male come questo!! Soltanto oggi mi sono accorto, non solo di essere attratto dagli uomini, ma pure di essere innamorato di Hakkai!!– - Eeh?? – Verso della stupida scimmia. - Eeh??- Eco dello stupido kappa. - C.. cosa hai detto??– Domanda stupita della suddetta scimmia. - C.. cosa ho detto??– Risposta ancora più stupita del suddetto kappa. - Tzé! Due deficienti!!! - Affermazione esasperata del bonzo corrotto con mano sulla faccia ad osservare i due girati verso di lui come… due deficienti, appunto!! - Ho a che fare con due deficienti! - Brontolò ancora Sanzo, mentre due venuzze violacee gli comparivano sulla fronte, in tono con i suoi occhi porporini tempestosi. - Tu scimmia! Il kappa non mi ha fatto nulla! Si stava solo offrendo di aiutarmi e mi stava dando una dimostrazione pratica della sua.. uhn, tsk, disponibilità! – Spiegò rivolto al ragazzo dagli occhi dorati, poi si spostò sul rossino – Tu kappa, togliti dai piedi, se non vuoi che ti ammazzi per quel bacio! Vai ad avvertire quell’altro disgraziato, perché se mi ritrovo pure lui in questa stanza stasera, giuro che vi ammazzo tutti quanti!!! – - Già, già! Non ti smentisci proprio mai tu, eh? – Lo prese in giro il mezzosangue alzandosi da terra, poi rivolse uno sguardo ammiccante al ragazzo dagli occhi dorati. - Ehi, scimmia gelosa solleva il braccio! – Gli ordinò Questi parzialmente rabbonito dalla spiegazione del bonzo, obbedì automaticamente un po’ perplesso. – Eh? Così? – Il rosso si avvicinò a lui e batté la propria mano su quella dell’altro, come a decretare un cambio di pairing in un combattimento piuttosto difficile. - Bene scimmia. È il tuo turno adesso! Io non ci sono riuscito, ma a te sicuramente non potrà rifiutare nulla!! A dire il vero avremmo dovuto pensarci sin dall’inizio, ma un po’ per la tua tontaggine ed ingenuità, un po’ per il ruolo, non ti ci vedevo proprio in questa parte!! Bah, tieniti il tuo bonzo malefico e non preoccuparti se ringhia, tanto non morde! - Lo avvertì malizioso, avviandosi verso la porta della camera, ma sull’uscio si girò verso il biondino non resistendo alla tentazione di lanciargli un ultimo lazzo. - Beh, Sanzo, tesoro, la nostra storia è stata breve, ma intensa! Ti lascio alla tua stupida scimmia che ti prenderà.. ops si prenderà degnamente cura di te, spero! – La risposta del bonzo giunse letteralmente tra capo e collo, cioè proprio tra l’epistrofeo e l’alante, sotto forma di harisen scagliato con forza tale da fare crollare giù, faccia a terra, il povero kappa che aveva incautamente dato le spalle al vendicativo ragazzo dai capelli biondi. - Bonzo maledetto! Quante volte te lo devo dire che gli harisen non si usano come armi da lancio?!- Sbraitò inferocito, massaggiandosi la nuca dolorante, non bastava la fronte? Quei due dannati avevano scambiato la sua testa per un punch-ball? Sbattendo risentito la porta della stanza, il ragazzo dagli occhi e capelli scarlatti si avviò in direzione di un’altra camera, che ancora una volta non gli apparteneva. Era arrivata l’ora della resa dei conti con un certo demone dalla faccia d’angelo, dal sorriso luminoso, dolce ed ironico insieme, ed dallo sguardo verde smeraldo come l’oceano più incontaminato e profondo, che, meraviglioso e pericoloso insieme, con le sue molteplici correnti marine, poteva trascinare un uomo fin nei suoi misteriosi recessi, tanto da farlo perdere o forse solo da fargli ritrovare la parte di migliore di se stesso. Dopo che il kappa fu uscito dalla stanza, lui dai capelli dei caldi toni della terra e dagli occhi di sole, lanciò uno sguardo timoroso e sfuggente in direzione del suo bonzo, quindi, mentre un soffuso rossore gli infiammava le gote, parlò spinto da un impulso irresistibile. - Io…Sai Sanzo, quando Hakkai mi ha detto cosa stava succedendo, è stato come se qualcuno mi avesse pugnalato, proprio qui, in mezzo al petto, inferendomi una ferita terribile e dolorosa.- Confessò indicandosi con un dito un punto al di sotto del capezzolo sinistro, là dove la maggior parte delle persone aveva il cuore. – Mi fa male, Sanzo! Il solo pensiero che qualcuno possa toccarti, accarezzarti e baciarti, mi strazia fin dentro l’anima! Non voglio! Nessuno deve osare insozzarti ed insudiciarti! Ti ho sempre considerato come il sole! E come tale, mi sono sempre accontentato di guardarti da lontano, di ammiranti ed amarti a distanza, perché se mi fossi avvicinato troppo a te il tuo splendore mi avrebbe accecato, ed il tuo calore avrebbe avuto il potere di incendiarmi l’anima! So, che non sopporti che la gente ti tocchi, ma… ma io ti voglio bene, ti voglio più bene che a chiunque altro, più bene che a qualsiasi cosa! Sarei disposto a morire per te! Ti voglio bene ed ho sempre desiderato starti vicino, accarezzarti… baciarti…. Perciò…, lo so che per te è una cosa intollerabile, lo so che preferiresti morire, ma…. Per una volta sola, una soltanto, io… io vorrei… vorrei….. – Tacque, timoroso e vergognoso, abbassando il capo e fissando un punto imprecisato ai suoi piedi. - Tsk! Baka saru! Vieni qua! – Quel ordine pronunciato in tono perentorio e sensuale lo fece sobbalzare, il ragazzo dagli occhi dorati obbedì incerto. Una volta giunto davanti al letto, osservò estasiato la meravigliosa visione del suo sole disteso sul letto, la pelle di luna lucente, la posa languida e rilassata del corpo, il capo maliziosamente inclinato verso di lui, i brillanti, suadenti, occhi di viola socchiusi. - Baciami!!- - Eh? – Il ragazzo sobbalzò dinanzi a quella richiesta e deglutì intimorito ed eccitato insieme, esitando paurosamente, si sentiva come qualcuno in procinto di gettarsi in alto mare senza sapere nuotare e sprovvisto di alcun supporto! - Io…Non.. non credo di sapere come si fa! – Fu costretto ad ammettere. - Tsk! Stupida scimmia! – Lui dai capelli di sole all’improvviso lo afferrò per un braccio e se lo attirò addosso, il caldo contatto con quel corpo nudo e bollente, sebbene filtrato dai vestiti, fece rabbrividire il giovane eretico dal piacere. - Sei una scimmia, no? – Gli soffiò rocamente il bonzo sul volto arrossato dall’imbarazzo. – Sei bravo a mangiare! Usa l’istinto e mangiami! - Gli suggerì con voce irresistibile, prima di appoggiare le labbra arroventate sulle sue! Goku chiuse gli occhi e si lasciò trascinare dal suo ardore. Le bocca di Sanzo si muoveva carezzevole, la sua lingua gli leccò le labbra e per istinto il ragazzo le schiuse permettendogli di invaderlo, di esplorarlo, di cercarlo, coinvolgendolo in una danza sensuale ed erotica che li accese entrambi. Quando si staccarono erano ambedue senza fiato, e la luce che brillava nelle iridi d’oro, adesso, non conteneva più alcuna incertezza o timore, ma solo una fame inesauribile del corpo sotto di lui. Il giovane eretico prese a coprire quella calda pelle lattea di lente carezze inframmezzate a piccoli baci bollenti, iniziò dal volto triangolare con le gote inusualmente arrossate, per scendere lungo il collo elegante fino al torace glabro, divorando i rilievi e le fossette dei muscoli con rapace avidità, poi fu attirato come una calamita dai piccoli capezzoli rosei impudentemente eretti, li baciò entrambi, suggendoli istintivamente, lambendoli con la punta della lingua in lenti movimenti sinuosi e mordendoli con i denti alternativamente, ottenendo come ricompensa un gemito fortemente eccitato liberato dalle labbra del suo amante, che lo rassicurò circa il suo agire e lo infervorò oltre ogni dire. Esaltato ed eccitato da quel primo successo, Goku proseguì la degustazione di quel corpo bruciante e saporito, come un affamato sul punto di morire di fame che si trovi dinanzi ad una tavola imbandita, la pelle del bonzo era buona sotto la sua lingua, stuzzicante ed ubriacante come il più forte degli alcolici. Lui dai capelli dai caldi colori della terra e dagli occhi più lucenti dell’oro assaporò voluttuosamente il ventre piatto e teso del suo sole, le sue labbra si soffermarono con tocchi di fuoco dappertutto, la sua lingua penetrò più volte il piccolo ombellico, mimando inconsciamente l’atto sessuale, fino a che le dita pallide del suo amante si insinuarono tra i suoi capelli per interrompere quella dolce tortura e spingerlo impazienti più giù, verso il centro del suo desiderio, dove pulsava vistosa ed ardente la sua virilità. Il ragazzo spalancò gli occhi dorati, dinanzi alla vista di quel membro sfacciatamente eretto, divenendo nuovamente incerto. - Toccami! - La voce di Sanzo alterata dal piacere e dal desiderio, accese nuove scintille di eccitazione e fuochi di esaltante, spasmodica voglia, rompendo ogni indugio, lui dalle iridi d’ambra e di miele accarezzò la pelle straordinariamente morbida e vellutata che ricopriva quella carne dura e pulsante, e fu tentato di saggiarne la consistenza ed il sapore con la bocca e la lingua. Era bravo a mangiare, no? Dopo il combattimento era forse la cosa in cui era più capace! Beh, adesso avrebbe messo a frutto, tutta la sua lunga esperienza in quel campo, saziandosi di quel boccone prelibato che aveva davanti. Iniziò pertanto a baciarlo su tutta la lunghezza dell’asta, alternando lingua e denti in piccole lappate e morsi che fecero emettere gemiti ed ansiti terribilmente stuzzicanti al suo Sanzo. Trovava davvero esaltante, travolgente ed oltremodo eccitante avere quella sorta di potere sul suo bonzo! Perciò proseguì a lungo con quella squisita tortura, almeno finché il suo biondo amante, inarcando il bacino non rafforzò la presa delle sue mani tra i suoi fili castani, pretendendo una soddisfazione immediata ed improrogabile. Goku comprese istintivamente tale ordine e decise di soddisfarlo sia per il proprio piacere che per quello dell’altro. Sigillò la bocca su quel membro offerto e prese a suggere, muovendosi allo stesso ritmo con cui il suo bonzo sollevava il bacino per andargli incontro. Il movimento divenne ben presto frenetico ed incalzante, insistente e profondo, cosicché poco dopo il giovane demone ebbe la soddisfazione di assaggiare la calda essenza del piacere di Sanzo sulle sue labbra, se le leccò lentamente, avidamente, gustando quel liquido bollente, aspro e salato insieme, con un retrogusto un po’ amaro, ma stranamente buono e soddisfacente, diverso da qualsiasi cosa aveva mai assaporato prima, sentendo già che non avrebbe più potuto fare a meno! Non ebbe modo di riflettere oltre su quella nuova sensazione, perché lui dai capelli di grano e dagli occhi di viola lo afferrò saldamente per la nuca, tirandolo prepotentemente verso di sé. Il giovane eretico ebbe solo il tempo di osservare due iridi scure come la notte, illuminate da mille fuochi fatui, prima che le sue labbra venissero prese d’assalto da quelle del bonzo, in una seducente fusione di bocche e lingue e sospiri mescolate a quel nuovo gustevole aroma, coinvolgendolo in un bacio profondo ed aggressivo di una lunghezza e voracità davvero estenuante. Lui dai caldi colori della terra, sentì su di sé i tocchi e le carezze delle eleganti e bramose mani di Sanzo, rabbrividì quando queste gli tolsero la maglietta con pochi gesti veloci e bruschi e tremò violentemente quando le stesse lo privarono dei pantaloni con altrettanta urgenza, lasciandolo nudo con l’epidermide d’ambra che sovrastava il biancore di porcellana del suo amante, i ventri che si incastravano l’uno nell’altro, facendo sfiorare i loro sessi bollenti ed eretti e portando entrambi ad emettere flebili lamenti di beatitudine. Il suo bonzo prese a baciarlo dappertutto, mordendo la sua carne soda e mescolando il lieve dolore di quei morsi al sublime piacere di quella ruvida lingua sulla sua pelle torturata, in un cocktail esplosivo che faceva crescere il desiderio a livelli intollerabili e tormentosi, poi quelle dita diafane ed affusolate si strinsero sul suo sesso eretto, regalandogli una lunga carezza allusiva, e costringendo il ragazzo ad espellere un sibilo spezzato che era insieme dolorosa protesta e delirante necessità. Lo voleva! Aveva un bisogno disperato di lui, tanto intenso ed assoluto che se il loro amplesso si fosse per qualche motivo imprecisato improvvisamente interrotto, lui ne sarebbe morto! Non sapeva se si poteva morire di desiderio, ma a lui sarebbe accaduto, sì, se non avesse saziato al più presto quella fame spasmodica che gli tormentava i lombi, sarebbe sicuramente morto! - Sanzo! – Gemette ad alta voce esternandogli il suo ardente, estremo bisogno. Il bonzo comprese quel grido disperato. Lui dalle iridi come lucenti ametiste, interrompendo il tocco sul suo sesso, gli prese una mano dello stesso colore del bronzo, portandosela poi alle labbra ed iniziando a succhiare e leccare allusivamente quelle dita agili una ad una, bagnandole abbondantemente di saliva, dopo di ché si distese sensualmente sul letto e sollevata una gamba gliela appoggiò sulla sua spalla destra, indicando a quella mano bagnata la via d’accesso verso il punto più nascosto e segreto del suo candido corpo. - Avanti, baka, preparami! – Gli ingiunse con quella intonazione rocamente sensuale che da un po’ di tempo ammorbidiva i suoi toni gelidi e perentori. Goku obbedì volentieri a quell’ordine, ancora incredulo, estasiato e felice del dono che il suo freddo bonzo gli stava facendo, accarezzò quell’intimo recesso con insistenza, poi cautamente introdusse un dito nel suo interno bollente. Sanzo a quel gesto, gemette morbidamente e si tese in modo sensuale, rispondendo con ogni nervo e cellula del suo corpo a quella carezza profonda. Il ragazzo castano osservò estasiato quel movimento, rabbrividendo e sudando, si morse quasi a sangue il labbro inferiore, non sapendo quanto ancora sarebbe riuscito a resistere prima che l’impetuosa urgenza che faceva pulsare ferocemente il suo inguine, esplodesse in una stupefacente deflagrazione, che lo avrebbe condotto oltre le soglie dell’estasi, così, solo guardandolo. - Ora! Fallo adesso!- Il suo bonzo risolse quello spinoso problema con un ordine in cui ferma autorità, decisione, prepotenza, ardore e passione si sposavano in un connubio curioso e contraddittorio, ma tipico del suo assurdo carattere. Il giovane eretico ancora una volta trovò quel comando estremamente piacevole e desiderabile. Si posizionò sul suo focoso amante, accingendosi a sostituire le dita con il proprio sesso, tentando di non procurargli troppo dolore. Kami! Era… era indescrivibile! Così stretto ed ardente ed irresistibile…. Il piacere di essere dentro di lui gli mozzò totalmente il respiro, rischiando di incenerirgli l’anima! Lo stava bruciando! Sanzo era davvero ustionante come il sole, dopotutto! - Muoviti, baka! Cosa stai aspettando? Un invito scritto?- - Sa..anzo…- Lui dai liquidi occhi d’oro fuso rantolò dolorosamente, cercando di contrastare l’istinto selvaggio che lo portava ad affondare prepotentemente e con forza in quel corpo invitante. - Possibile che tu mi debba insultare anche mentre facciamo l’amore?- Protestò con fatica ed affanno. - Perché è questo, sai, che sto facendo!? Ti amo Sanzo! Ti amo e ti sto offrendo tutto il mio amore! Con tutto me stesso! Non voglio farti male! – - Tsk! Sei proprio un baka! – Con un movimento veloce ed improvviso il suo bonzo ribaltò le loro posizioni, torreggiando su di lui e muovendo il bacino sensualmente, facendo così gemere entrambi, poi si chinò a baciarlo profondamente. - Dammelo, Goku!- Gli soffiò in faccia in tono basso, seducente e prepotente. - Dammi tutto il tuo amore, stupida scimmia! E’ mio! Ed io lo pretendo adesso! - - Sì! - Il ragazzo ansimò felice, poi si sollevò, inarcandosi più volte per affondare in lui in un’intima unione che non aveva a che fare solo con la congiunzione fisica di due corpi, ma anche con quella spirituale di due cuori e anime. Le membra dei due amanti diedero inizio al loro rituale magico ed antico, costituito da movimenti ipnotici ed ossessivi che spezzavano il respiro ed acceleravano il battito del cuore in tumultuosi ed assordanti martellii. L’aria si fece satura di ansimi e gemiti e del forte odore, torbido ed inebriante, del sesso. Calda pelle ambrata sudata incontrò più volte candida epidermide resa scivolosa e bollente dal desiderio, e fu come se il sole e la luna, non più separati dallo ritmo incessante dello scorrere del tempo, finalmente si unissero, come se il vasto mare si fondesse con l’infinito cielo, come se le due metà di un corso d’acqua affluissero, mescolandosi e confondendosi, in una corrente unica tumultuosa e trascinante. Simile ad una marea, ondata dopo andata, il flusso di piacere saliva, incessante come il pulsare frenetico dei loro cuori, incontenibile come un uragano, ed eterno come il sottile filo che univa le loro anime, invadendo ogni singola fibra del loro essere finché, inesorabile e liberatoria, l’estasi squassò fin nel profondo i due corpi avvinti, catapultandoli oltre la realtà, nell’infinito, libero, universo dell’ appagamento dei sensi, in un luogo fatto solo di pura beatitudine ed estasiante squisita esultanza. Con un grido ed un ultima spinta più profonda Goku si sciolse dentro Sanzo e questi, quasi contemporaneamente, dopo aver inarcato la schiena come se il raggiungimento dell’estasi lo stesse spezzando in due, liberò il suo godimento sul ventre bronzeo del suo amante, ricadendo infine esausto e soddisfatto su di lui. Il silenzio, complice da sempre degli amanti, aleggiò a lungo nella stanza, interrotto ad intervalli regolari solo dai loro respiri accelerati e sibilanti che pian piano ritornavano alla normalità. Lui che univa in sé i colori del sole e della luna infine si sciolse dall’abbraccio della sua scimmia lasciandosi ricadere pesantemente supino al suo fianco. Il giovane eretico si girò, tenendosi la testa sollevata con un braccio, per contemplare liberamente il suo unico amore ed amante con grandi occhi dello stesso splendore dell’oro e della stessa dolcezza del miele. Il suo Sanzo teneva ancora le palpebre chiuse, mentre un espressione di pace, che raramente egli aveva veduto in precedenza, gli rilassava il volto appuntito, ancora leggermente arrossato dal piacere. A quella impareggiabile visione un sentimento di infinito amore e gratitudine misto a virile orgoglio gli gonfiò il cuore con tanta e tale prepotenza che non poté trattenersi da esternarlo. - Grazie! - Gli sussurrò sottovoce, quasi a non voler disturbare il suo riposo. - Grazie, Sanzo! - Questi sollevò lentamente le palpebre, rivelando ametiste lucide e brillanti. - Tsk! Non c’è bisogno che mi ringrazi, scimmia! Mi sono solo preso ciò che mi apparteneva! Ribadì con un tono secco, solo lievemente attenuato dalla precedente voluttà, segno evidente che la ehm…cura stava facendo effetto sul veleno che gli circolava in corpo. - Ma non illuderti troppo! Questa è stata un’eccezione, io sono e rimango sempre e solo me stesso! Fatti bastare questa esperienza per l’eternità, scimmia! – Avvertì brusco prima di aggiungere. -Perché la prossima volta le cose andranno molto diversamente! - - La… la prossima volta? – Goku che in primo momento si era sentito gelare, a quelle ultime parole avvertì una felicità indescrivibile esplodergli dentro, tutto il suo essere sorrise in maniera fulgida e solare, gettando entusiasticamente le braccia al collo del suo amante. - Oh, sì! Sì, Sanzo! Io.. io voglio essere tuo come tu sei stato mio! Ti amo e voglio essere tuo per sempre! – - Tzé, baka! Tu sei sempre stato mio! Non ho bisogno del tuo permesso per prenderti! – Il ragazzo gli rivolse uno sguardo un po’ perplesso. - Cioè? Significa che anche tu mi vuoi un po’ di bene? – Lui dai capelli di sole lo abbracciò forte e lo fece distendere sotto di sé. - Significa che tutto ciò che mi appartiene io me lo tengo ben stretto, baka saru, per sempre!!- Gli soffiò detto a pochi centimetri dal volto prima di baciarlo con passione. Goku rispose con entusiasmo al bacio, mentre la sua anima continuava a sorridere, perché quella prepotente affermazione di possesso da parte di quel suo bonzo scorbutico ed antipatico, equivaleva quasi ad una dichiarazione d’amore eterno, perciò si lasciò voluttuosamente trascinare in un nuovo esaltante amplesso, saturo di fiducia ed amore, sicuro che il suo desiderio di appartenergli in tutti i sensi sarebbe stato soddisfatto al più presto. Intanto in un’altra stanza un'altra coppia era ad un punto di svolta decisivo! Gojyo dopo aver lasciato quelli che dentro di sé aveva già ribattezzato come i due “fidanzatini del Togenkyo”, si era diretto a passo di carica verso la camera del suo amico dagli occhi verdi. Una volta giunto davanti ad essa però, esitò penosamente. La scoperta dei suoi reali sentimenti per Hakkai, in verità, l’aveva sconvolto più del suo recente interessamento carnale nei confronti di un individuo del suo stesso sesso! Era avvezzo all’impulso sessuale in tutti i suoi molteplici aspetti e nelle sue strane ed irresistibili alchimie, e seppur rivolto verso un universo virile usualmente considerato anomalo, era qualcosa per lui di familiare e conosciuto che sapeva controllare e gestire a suo piacimento! Altra cosa, invece, si poteva dire per l’amore! Questo strano e complicato sentimento gli era sempre stato crudelmente negato, e poiché gli aveva portato troppa sofferenza e dolore in passato, non aveva mai più provato a ricercarlo in se stesso e negli altri, quindi gli era rimasto tristemente sconosciuto! La sua esperienza nel campo delle emozioni che concernevano il vero amore, era pressoché nulla come quella di un bimbo non ancora svezzato! Era per così dire emotivamente vergine, ecco! E pertanto si sentiva anche insicuro nel proprio agire e ridicolmente imbranato! Lui che non aveva mai provato alcun pudore o vergogna dinanzi ad una qualsiasi procace pulzella, adesso stava esitando come un verginello imberbe al solo pensiero di dover affrontare il dolce e comprensivo amico di sempre. Alla fine rimproverandosi aspramente per tutte quelle esitazioni che non gli erano assolutamente proprie, abbassò con decisione la maniglia della porta ed entrò senza annunciarsi! Hakkai se ne stava seduto sul letto, un libro spalancato sulle sue ginocchia e Jeep morbidamente acciambellato attorno al suo collo, il suo sguardo di smeraldo lo accolse come se lo stesse attendendo, cioè affatto sorpreso ed un tantino malizioso. Gojyo deglutì in preda al panico, avvicinandosi al letto con finta disinvoltura ed afferrata al volo una sedia, vi si lasciò cadere scompostamente in silenzio. - Vedo che Goku non l’ha presa molto bene! – Esordì il ragazzo bruno in tono gentile, accennando all’ematoma gonfio e violaceo sulla fronte del rosso, su cui spiccava anche un’escoriazione con del sangue scuro raggrumato. Questi si toccò distrattamente la ferita, abbozzando un sorriso imbarazzato. – Sì, era piuttosto furioso! – Confermò. – Mi hai giocato proprio un bello scherzo, spedendo quella scimmia gelosa in salvataggio del bonzo. Per un attimo ho temuto che mi avrebbe ammazzato sul serio! – - Non era mia intenzione metterti in pericolo di vita! - Dopo aver deposto Jeep nella sua cesta, con un movimento fluido ed elegante del corpo snello Hakkai si sollevò dal letto, dirigendosi nel bagno adiacente alla camera, da dove ne uscì tenendo tra le mani una cassetta di pronto soccorso. Il mezzo-sangue lo seguì con lo sguardo con una nuova dolorosa coscienza delle linee morbide di quelle membra in apparenza fragili e della sinuosità intrinseca dei suoi passi. Era stato davvero un povero stolto, pazzo e pure cieco per non essersi mai accorto prima dell’innata grazia ed eleganza e fascino che emanava da ogni sua più insignificante azione o movimento!! Il moretto si sedette nuovamente sul letto, mettendosi di fronte a lui ed armeggiando con i medicinali nella scatola, quando il ragazzo dagli occhi scarlatti sentì le sue dita affusolata passargli delicatamente un batuffolo umido sulla fronte, si ritrovò a deglutire penosamente, sentendo arrivare alle sue narici il suo profumo fresco e leggero mescolato a quello asettico del disinfettante. La fragranza di Hakkai era qualcosa di pulito ed avvolgente che inebriava l’anima, facendo vibrare corde profonde ed inesplorate del suo essere. Era un qualcosa di sottile, impalpabile e lieve eppure vivo e tangibile. Quel ragazzo dal sorriso gentile aveva sempre avuto lo straordinario potere di farlo sentire un uomo più completo e degno, ed il suo aroma lo faceva stare bene così come pure il calore della sua vicinanza ed il tocco delicato delle sue dita sulla fronte. Il suo sguardo di smeraldo protettivo ed ironico placava i venti di tempesta che infuriavano implacabili dentro di lui da sempre, facendolo sentire in pace con se stesso e con il mondo intero, quegli occhi disperdevano ogni incertezza e timore, e lo rendevano capace di qualsiasi impresa, anche della più temeraria e pericolosa, pur di poter godere del privilegio della loro presenza su di sé. Il loro legame poi era più profondo di qualsiasi rapporto avesse mai avuto con una donna, poiché non coinvolgeva solo ed esclusivamente il suo corpo, ma anche la sua mente, il suo cuore e la sua stessa anima ! Gojyo inspirò profondamente ed avidamente quella fresca essenza morbidamente profumata, desiderando assorbirla dentro di sé per non lasciarla più andare via, mentre il cuore gli faceva curiose capriole nel petto ed un dannato insistente sfarfallio iniziava a fargli tremare il basso ventre ridestando il suo amico dei piani di sotto. - Mi dispiace! - La voce calma e pacata di Hakkai anziché sedare quello sconvolgimento gli penetrò nel cervello più affilata di una lama, provocando un ulteriore tumulto nei suoi sensi ipersensibili. - Non volevo questo! Ma comprendimi! Non potevo assolutamente lasciarti mettere in atto i tuoi propositi. La tua azione avrebbe recato dolore a molti, non per ultimo te stesso, in quanto non credo che Sanzo ti avrebbe perdonato così facilmente! Alla fine, anziché ringraziarti, avrebbe sicuramente preteso la tua testa come posacenere!- Continuò a giustificarsi il suo amico dagli occhi verdi con vellutata e morbida ironia. – Goku lo ama da troppo tempo, ed anche Sanzo, al di là del suo carattere assurdo, prova del sincero affetto per quel ragazzo. Non potevo permetterti di intrometterti in qualcosa di così grande e prezioso! Benché non veda adeguati i loro ruoli in questa circostanza, questo non potrà certo danneggiarli, anzi penso potrebbe portare più equilibrio nel loro rapporto, fino ad ora troppo impari.- - Il trionfo del vero amore, insomma! – Non poté impedirsi di replicare in tono un tantino pungente. Hakkai gli rivolse un piccolo, sconvolgente, sorriso che lo colpì più duramente di un violento pugno al plesso solare, lasciandolo boccheggiante. - Per così dire ! – Confermò, applicando un cerotto sulla sua ferita, quindi allontanò il piacevole tocco delle sue mani sulla sua pelle, e si voltò per riporre i medicamenti nella cassettina sul comodino. Sentendosi come abbandonato e perso senza quel dolce contatto su di sé, Gojyo agì d’istinto, afferrò al volo il polso dell’amico e si portò la sua mano alla guancia, come se da questo dipendesse la sua stessa vita. Il brunetto, a quel a quel gesto inaspettato, sussultò dalla sorpresa e sgranò gli occhi, fissandolo con quello splendore smeraldino, maliziosamente innocente, che erano le sue iridi di giada. - E’ solo questa la tua giustificazione? O c’è dell’ altro? – Indagò lui dagli occhi e dai capelli di fiamma, trattenendo il fiato in attesa della sentenza al pari di un condannato a morte in attesa di giudizio. Il ragazzo dal sorriso gentile distolse il proprio sguardo, mentre un pudico, etico, rossore andava a colorargli delicatamente le guance di miele. - Potrebbe! – Confessò in un soffio. A quelle parole il rosso sentì la sua anima ed il suo cuore elevarsi fin al cielo, tanto che se fosse stato una persona devota avrebbe innalzato una preghiera ai kami, ma siccome non lo era, rivolse la sua sincera devozione al ragazzo seduto di fronte a lui, portandosi le sue mani alle labbra e baciandogli le dita affusolate una ad una. - Perdonami! – Mormorò tra un bacio e l’altro. - Come ti dissi una volta, non ho mai posseduto niente di importante in tutta la mia vita. Quindi, quando ti ho incontrato, non ho compreso a fondo i miei reali sentimenti per te!- Lui dal sorriso dolce e dagli occhi verde acqua della stessa profondità di certi oceani tropicali, a quelle parole tremò e vacillò come una pudibonda scolaretta. - Ed ora, li hai compresi, infine? – Domandò semplicemente. - Sì! – Occhi scarlatti pieni di passione, desiderio e tenerezza si fusero con foreste cristalline, brillanti come la rugiada del mattino su un sempreverde illuminata dal sole nascente, intraprendendo con esse un dialogo muto e silenzioso che chiariva qualsiasi dubbio o timore da entrambe le parti, con più forza ed efficacia di quanto avrebbe potuto fare il suono fallace delle parole. Dopo un istante magicamente eterno, Gojyo protese il viso verso quello dell’altro ad incontrarne le labbra. La bocca di Hakkai era tenera e cedevole al suo tocco, sotto le sue insistenti carezze si schiuse come un fiore al sole, lasciandosi invadere ed esplorare con abbandono e facendogli assaporare il suo caldo nettare interno. Se il sapore della bocca di Sanzo gli era piaciuto e gli aveva ricordato cose concernenti esclusivamente il sesso, il dolce umidore di Hakkai invece gli fece pensare all’avvolgente calore di un fuoco scoppiettante durante una tempesta di neve, a lunghe, lente, passeggiate mano nella mano sul lungomare al tramonto, alla dolcezza ed alla tenerezza del sorriso di un bambino, alla luce abbagliante della speranza in un mondo di tenebra e violenza, alla gioia dove c’era il dolore, alla completezza dove fino a poco tempo prima vi era stata solo, desolante e vuota, solitudine. Hakkai sapeva di sincera e vera amicizia, di serena pace e sì, di eterno, infinito, amore. Lui che era cresciuto maledicendo il peccato intrinseco del suo concepimento e che per questo non aveva mai conosciuto né saputo cosa fosse l’amore, ed aveva quindi sempre e soltanto goduto dell’incanto dei sensi, adesso in un unico bacio stava scoprendo un intero universo di sentimenti ed emozioni, più appaganti di un focoso orgasmo, che non poteva non essere definito, semplicemente, che come: AMORE! Le loro lingue si incontrarono e si riconobbero, muovendosi con un ritmo seducente ed eccitante. Il loro bacio divenne via via sempre più intenso ed appassionato, facendo reagire ed infiammare tutti i sensi ed ogni singola cellula vivente del corpo. Caddero entrambi sul letto, avvinghiati ed ansimanti, in un tripudio di mani avide che cercavano morbidi lembi di pelle al di sotto dei vestiti ruvidi e di labbra affamate del reciproco gusto e calore. Gojyo spogliò lentamente il suo dolce amante, abbeverandosi di quella epidermide rosata che andava pian piano scoprendo come un assetato nel deserto. Leccò e gustò il suo sapore dolcemente salato, assaporandolo come un esperto estimatore davanti ad una rara prelibatezza, tracciando con la lingua un sentiero che andava dal collo di cigno del ragazzo, al torace magro, dove si dedicò con particolare cura ed attenzione ad un capezzolo scuro, titillandolo e torturandolo insistentemente con bocca, lingua e denti, in lenti movimenti circolatori, curioso di scoprire se anche per un uomo fosse una zona così sensibile ed erogena, quanto quello di una donna. La stuzzicante risposta gli sovvenne dai sospiri soffocati e dai flebili lamenti del suo amante e dallo sfacciato ergersi di quel bottone di carne scuro oltre che da quello di un’altra protuberanza, situata un po’ più in basso, a cui aveva intenzione di fare visita al più presto. Con un sorriso malizioso il mezzosangue scese sull’addome, ma una volta che le sue labbra giunsero al ventre, avvertì nitidamente il disagio del ragazzo sotto di lui, allora sollevò il capo incontrando i suoi occhi verdi appannati ed intorbidati dal desiderio. - Hakkai…? - Lo chiamò con voce rauca, non comprendendo la sua titubanza. Questi scosse la testa e si coprì l’addome con entrambe le mani. - E’ brutta! - Disse solo con amarezza, riferendosi all’appariscente cicatrice che tentava di celare al di sotto. Gojyo spalancò gli occhi con comprensione, poi gli afferrò le mani con le proprie, costringendolo ad allontanarle da essa. – Fa parte di te! – Mormorò in tono suadente, accarezzando quel lembo di pelle frastagliata ed irregolare con le labbra e la lingua da un estremità all’altra. – E nessuna cosa che faccia parte di te, può essere considerata brutta. Per me, anzi, è meravigliosa, perché mi dice che sei vivo e che sei qui con me! – - Gojyo! - Sospirò il suo koi, rilassandosi sotto di lui e prendendo ad accarezzargli voluttuosamente le spalle e la schiena muscolosa. Infiammato dal suo tocco, con un gesto deciso il ragazzo dai capelli di fiamma tirò giù i pantaloni dalle gambe del suo amante, denudando il suo corpo snello in un unico veloce movimento. - Sei bello, sai. – Gli sussurrò, ammirando bramoso l’armoniosa compattezza di quello che, per chiunque altro sarebbe stato solo un insieme di semplici ossa, muscoli e tendini, ma che per lui rappresentavano l’incarnazione stessa della perfezione e bellezza. – Molto bello! – Ribadì tremante di voluttà, il cuore che gli scoppiava nel petto ed il respiro affannoso e pesante per il desiderio, quindi senza più alcun indugio o tentennamento, posò le labbra sul morbido interno coscia di quella gamba snella, per poi arrivare con esasperante, sadica, lentezza al sesso pulsante, sfacciatamente eretto e desideroso delle sue intime attenzioni e carezze. Gojyo assaggiò con la punta della lingua le goccioline perlate lucenti che ne contornavano l’apice, trovando il loro sapore forte e salato più buono, afrodisiaco e seducente, di qualsiasi altro umore assaggiato in precedenza. Perciò con avida bramosia lambì e succhiò la virilità del suo amante facendogli ansimare con forza e passione il suo nome e portandolo quasi a singhiozzare dal piacere, almeno fino a che il suo dolce, remissivo, ragazzo dagli occhi di smeraldo non prese a tirarlo per i capelli, fino a farlo desistere dai suoi perversi scopi e lo costrinse a distendersi sulla schiena, schiacciandogli le labbra con le proprie e coinvolgendolo in un rovente incontro di lingue e respiri. Stravolto dalla passionalità e dal fuoco nascosto, sotto la placida serenità di quei calmi occhi di smeraldo, il mezzosangue si ritrovò a subire un assalto in piena regola, mentre il suo focoso koi lo baciava ed accarezzava dappertutto, liberandolo al passaggio della sua bocca e delle sue mani di ogni fastidioso ed inutile indumento che ancora ricopriva il suo corpo muscoloso. Quando fu alla sua mercè completamente spoglio di ogni barriera o difesa, rabbrividì lungamente percorso dal desiderio e da un pallido barlume di timore, poi ogni pensiero evaporò in nebbia evanescente, quando si ritrovò prigioniero, felice e consenziente, della calda cavità del suo amante che si muoveva insistentemente su di lui, suggendo avidamente la punta con le labbra e mordicchiandogli piano i testicoli con i denti. Quella bocca… quella bocca avida e lussuriosa lo stava facendo letteralmente impazzire, suadente e tentatrice come nessuna, pareva volergli succhiare via l’anima, consumandolo lentamente. - Ah…Hakkai.. – Ansimò alla fine sull’orlo del baratro, questi interruppe il suo tormento e rivolgendogli un sorriso perversamente malizioso, presa la sua mano se la portò alle labbra suggendola e cospargendola di abbondante saliva. - Ti voglio, Sha Gojyo! – Gli mormorò in tono sensualmente erotico, fissandolo con giade torbide e lucide di desiderio. – Voglio sentirti dentro di me! Vuoi donarmi il tuo amore, a me e solo a me, per sempre ? – A quella implicita richiesta di un formale impegno, reciproco e duraturo, il kappa avrebbe dovuto avvertire una ben nota sensazione di claustrofobica minaccia alla sua sacrosanta libertà, che, come era accaduto in altre, simili, circostanze, lo aveva portato a fuggire a gambe levate non solo dalla stanza dell’amante di turno, ma anche dalla città ed addirittura dalla stessa nazione! Già, avrebbe! Solo che, con quella particolare persona al suo fianco invece, il suo cuore e la sua anima, soggiogati dall’estasi della passione e dalla sublime seduzione dell’ infinito amore, non anelavano altro che essere prigionieri, schiavi compiacenti e compiaciuti, legati da strette catene eterne fatte di amicizia, devozione e rispetto al cuore ed all’anima del suo Hakkai. - Adesso che finalmente ti ho visto, non potrei fare un simile dono a nessun altro o altra! Il mio amore è stato, è , e sarà solo tuo, Cho Hakkai! - Gli rispose pertanto con estrema sincerità. Il sorriso del suo koi lo abbagliò e lo lasciò stordito per la sua impareggiabile sublime dolcezza e luminosa bellezza. - Dimostramelo, allora! - Non necessitando di ulteriori incoraggiamenti, il mezzo demone dagli occhi fiammeggianti prese ad accarezzare intimamente ed a preparare quell’ingresso nascosto alla via del piacere. Una volta che fu sicuro che il suo amante bruno fosse sufficientemente pronto ed eccitato da non sentire troppo dolore, allora si posizionò su di lui, cercando di farsi largo in quel caldo anfratto, stretto e sinuoso, che lo avrebbe catapultato dritto fino al cielo, sparato come un proiettile tra le vaste galassie dell’universo infinito, fino a fargli toccare un angolo di sublime e perfetta eternità. Era.. meglio di qualsiasi donna, meglio di qualsiasi esperienza vissuta, meglio di qualsiasi altra cosa mai provata in tutta la sua misera ed inutile vita! Essere dentro di lui era come morire per rinascere in un mondo nuovo, più bello e migliore! Lui dagli occhi ardenti come le fiamme e dai capelli infuocati come il tramonto afferrò, con le sue mani grandi e forti, i fianchi sinuosi del suo dolce amante e respirando a fatica iniziò ad assestare le prime spinte, lente e profonde, imponendo un ritmo che li avrebbe condotti presto oltre le soglie dell’estasi, portandoli a cavalcare le impetuose onde della beatitudine. Il giovane dagli occhi di foresta e dal sorriso di luce rispose con appassionato ed incondizionato abbandono all’impeto del suo amante, dopo un attimo di incertezza e di dolore, avvolse le gambe snelle attorno alla sua vita forte e muscolosa e si aprì totalmente a lui, iniziando ad inarcare il bacino per riceverlo, gemendo e chiedendogli di più, con zelante ed affannoso fervore. All’udire quelle richieste pressanti e nel sentirsi prepotentemente risucchiare da quel corpo avido, inebriante ed irresistibile, il ragazzo dalle iridi scarlatte si sentì perduto! Nessuna altra esperienza precedente lo aveva preparato ad una simile irrefrenabile desiderio di possesso, Hakkai era suo, solo suo, gli apparteneva totalmente, anima e corpo, e Gojyo prese possesso di entrambi con urgenza, diritto e riconoscenza come se da questo dipendesse la sua stessa sopravvivenza. Persa ogni lucidità e controllo, il rosso iniziò a spingere con forza, con violenza quasi, entrando a fondo per poi quasi uscire dal bollente anfratto del suo amante in movimenti sempre più veloci e frenetici, mentre il suo gentile, ardente, koi lo incoraggiava ed accompagnava nei movimenti, gioendo del suo impetuoso assalto e donandogli tutto se stesso con incondizionato abbandono. Erano entrambi prossimi alla devastazione consumante e totale dell’orgasmo, quando in uno sprazzo di lucidità Gojyo udì Hakkai mormorare in un rauco, estasiato, sussurro. - Amore, amore mio! Finalmente….. – Quella semplice frase lo portò a toccare vette di piacere mai raggiunte prima. L’estasi crebbe esplosiva e bruciante come non mai. Entrambi vibrarono e sussultarono all’unisono in violenti spasmi liberatori che portarono il rosso, ormai perso nell’oscuro mare del godimento a sciogliersi dentro il suo dolce amore, mentre il moretto gridò, toccando il culmine e bagnando i loro ventri uniti con il succo del suo piacere. Affannato, svuotato e soddisfatto Gojyo crollò sul suo amore, abbracciandolo come un naufrago perso nella tempesta e tenendolo stretto a sé con la ferma intenzione e promessa di non lasciarlo mai più andare via, Hakkai ricambiò la sua stretta senza esitazione alcuna in un gesto che equivaleva ad una muta promessa. - Sono costretto a chiederti perdono ancora una volta. - Disse lui dai capelli e dagli occhi di fiamma una volta che ebbe ritrovato il fiato e la ragione. - Quanto tempo abbiamo perso a causa dei miei stupidi pregiudizi e della mia ottusa cecità! Se ripenso a tutte quelle noiosissime, interminabili, serate passate a giocare a mah jong, mentre avremmo potuto utilizzare il tempo in varie, piacevolissime, attività di coppia, mi viene quasi da piangere! - Lui dal sorriso dolce e dagli occhi splendenti di smeraldo, gli diede un buffetto scherzoso. - Beh, la perspicacia non è mai stata una tua qualità preponderante! – Lo prese in giro in tono morbidamente ironico. – Però, sai supplire a tale mancanza con altre e… uhm, decisamente più interessanti, doti e capacità!- - Ehi! Mi stai forse dando cortesemente dell’idiota bravo solo a letto? – Si inalberò il rosso arruffando il pelo, ma bastò un sorriso ed una frase dell’altro per placarlo magicamente, oltre che un corpo sinuoso che si incastrò perfettamente contro il suo, avvolgendolo con il suo calore irresistibile ed inebriandolo con il suo fresco profumo. - No! Tu sei molto di più, Gojyo. – Gli sussurrò a pochi centimetri dalla sua bocca. – Molto, molto di più! Per me, sei tutto! - Gli disse rocamente, prima di cercargli nuovamente le labbra in un bacio possessivo ed infuocato. Il kappa si lasciò avvolgere dalla spire del suo vivace ed esigente amante, segretamente sperando in cuor suo di sopravvivere alla lunga, lunghissima, notte di intensa e bruciante passione che ancora li attendeva, in caso contrario, si disse con il fatalismo che gli era proprio, sarebbe stato il cadavere più sorridente e contento mai visto in tutto il Togenkyo!! Il giorno dopo, inutile dirlo, si ritrovarono tutti e quattro a fare colazione ad un orario che sarebbe stato più congeniale per il pranzo. Una dinanzi all’altra, alla tavolata che accoglieva le varie portate ordinate, le due coppie esibirono il loro consueto atteggiamento, concordando tacitamente nel tenere certi intimi risvolti notturni al di dietro di una porta chiusa di una camera da letto, certe cose erano troppo sacre e private, per poterne parlare anche solo tra di loro apertamente, per cui ritornarono ai soliti ruoli, di scimmia petulante ed affamata, bonzo corrotto, gelido e scorbutico, kappa pervertito e sarcastico, demone gentile e sorridente. Vi era solo una piccola grande differenza, cioè l’aura di gioia e felicità che aleggiava quasi estatica su tutti loro riflettendosi nel sorriso a trentadue denti di Hakkai, nella allegra ed entusiasta voracità e parlantina di Goku, nelle prese in giro e nelle battute di uno spumeggiante Gojyo. Sanzo essendo Sanzo, celò ogni sentimento, sotto una coltre di gelo ed indifferenza così esagerata ed accentuata da essere proprio per questo sospetta e rivelatrice. Il bonzo quindi si comportò, almeno in apparenza, in modo ancora più scostante ed antipatico del solito, se è possibile, tanto che ad un certo punto quello sconsiderato di un kappa fece partire le sue corde vocali senza aver prima connesso il cervello, uscendosene con una infelice battuta. - Ehi, bonzo corrotto, oggi sei ancora più acido del solito! Forse ho sbagliato a lasciarti alle cure di quella scimmia imbranata, se fossi rimasto io con te adesso saresti un uomo sicuramente meno imbronciato e senza alcun dubbio molto più soddisfatto! - L’espressione del bonzo, della scimmia e persino del suo amato koi gli dissero che forse, probabilmente, i tre non avevano compreso il suo sottile umorismo e che erano incavolati neri più di un gatto nero a cui era stata pestata la coda. Un onorevole fuga a quel punto era l’unica soluzione per salvarsi l’esimia pellaccia, ma non fece in tempo ad alzarsi dalla tavola che la furibonda punizione divina calò fulminea giù dal cielo sotto forma di colpi di harisen sulla zucca da parte di un bonzo psicopatico e di tremende randellate un po’ ovunque da parte di una scimmia morbosamente gelosa. Dopo tante e tali mazzate da parte della coppia offesa, il ragazzo dai capelli scarlatti sollevò gli occhi supplici, sperando almeno nel perdono del suo dolce amante, ma questi, con un bellissimo e serafico sorriso, sollevò una brocca contenete dell’acqua gelata e la rovesciò impietosamente sul cavallo dei suoi pantaloni, congelandogli temporaneamente quello che lui soleva definire il suo inquilino del piano di sotto. - Per sedare i tuoi bollenti spiriti! – Gli spiegò poi in tono controllato e cortese. - I miei bollenti spiriti non sembravano dispiacerti tanto stanotte!- Bofonchiò il kappa a mezza voce, mettendo su il muso. Il suo koi gli rivolse un sorriso dolce, piegandosi verso di lui con un fare allusivo che gli fece battere più forte il cuore. - No, infatti! – Gli sussurrò sottovoce in un orecchio. – A patto che il destinatario di tali bollenti attenzioni sia solo io! Prova solo a guardare in modo un po’ strano Sanzo o qualsiasi altro essere vivente di qualsiasi sesso o età che ti viene vicino, ed io ti dimostrerò in modo pratico come ho fatto a sterminare quei famosi mille demoni! - Il mezzo-sangue rabbrividì sia per la calda carezza di quel alito profumato sulla guancia, sia per la velata serietà della minaccia. - Ehi, ma secondo quanto hai detto ieri sera a proposito dei ruoli… Non dovresti essere tu, tra noi, quello dolce e remissivo, eh? - Protestò in tono un po’ petulante. - Beh, non a caso… avevo aggiunto un “generalmente” ! – Gli ricordò l’altro con un sorriso ed uno sguardo tali che dispersero ogni arrabbiatura e lamentela, facendo desiderare al kappa di tenere quel demone dall’anima bollente ed appassionata come l’inferno e dalla limpida faccia d’angelo e sorriso serafico al suo fianco per l’eternità ed oltre. Quel viaggio verso ovest si stava rivelando per i nostri quattro eroi oltremodo faticoso, pieno com’era di giornate impegnative, trascorse tra pericolosi e mortali combattimenti, furiosi litigi e rumorose risate e di nottate esaltanti e piacevoli passate a crogiolarsi in infuocati amplessi d’amore con il proprio inseparabile ed unico compagno! Beh, di certo, almeno, non rischiavano di annoiarsi!!Voi che ne dite^^???
The End
ANGOLO PSYCO Ehm… non pensate male di me vi prego>///<! Non sono una maniaca sessuale come può sembrare! Questa PWP demenziale, senza senso e trama, molto OOC, ideata con il solo scopo di fare copulare i saiyu boys come ricci, mi è uscita fuori in un lunghissimo week end di pioggia, triste e solitario, passato in compagnia di un cellulare che non squillava mai! Ero praticamente sull’orlo di una crisi di nervi, quando mi sono messa al computer e …ZAC, sono entrata in modalità hentai, ci tengo a precisare però che in condizioni normali sono una tanto brava ed onesta ragazza da essere addirittura noiosa ed insulsa!! Mi ha suggerito l’idea una sensuale fan art vista qualche tempo fa’ sul sito Fated Guys, dove vi erano disegnati un bellissimo Sanzo a mezzo busto, coperto solo con un lenzuolo drappeggiato e con le gote arrossate (sbav, sbav) e due imbarazzati Hakkai e Gojyo che lo guardavano un po’ allupati con gli occhi fuori dalle orbite (come li capisco!) non ricordo il nome dell’artista, ma la ringrazio per la sublime visione*ç*! Vabbé, perdono a tutti se vi ho scioccati, spero di non avervi arrecato nessun danno che una buona aspirina non possa risolvere! Dedico questa (ohibò!) fic alla dolce Hisoka per avermi sempre simpaticamente incoraggiata, ispirata ( vedi “ALWAYS”) e dulcis in fundo perché mi piacciono molto le sue Goku x Sanzo^^!! ( puccina se dopo di ciò non vorrai più rivolgermi la parola, ci rimarrò male, ma ti comprenderò perfettamente ç_ç!!) Ah! Un ultima cosa! I pg. ucci-ucci belli non sono miei purtroppo, ma della somma Sensei Minekura, lei non me li voleva assolutamente prestare, ma io me li sono presi lo stesso (speriamo di non finire in galera per questo 0_=!!) Baxini, baxini a tutti!! PS. ARGH!!! Devo studiare, devo studiare, devo studiare, devo studiare!!DEVO STUDIARE!! Non ho tempo di correggerla ulteriormente xciò vi tocca tenervela così com’è!! Xché se non si fosse capito io devo studiareeee !! Ho solo una settimana di tempo!Non ci sono x nessuno!! Ci risentiamo dopo il 2, se sopravvivo all’esame ç_ç!!!! Bye-bye a tutti!!
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