DISCLAMER: I personaggi sono di T. Inoue, miei, no di certo (Fortuna loro!)

DEDICHE:A Mel e Shaka, per la poesia racchiusa nella loro grande anima;

                   A Lilij e ad Ashlynx, con la speranza di strapparvi sempre un sorriso;

                   Alla piccola Lucy, l'Hana...*ç* è per TE!

                   A Pierre e Parcifal, la Nonnina-Hentai, è tutta per voi!!!

 

                                             Grazie a tutte voi!

 

 


Una nuova vita

parte V - Epilogo

di Gojyina-chan


                                                 DIECI ANNI DOPO

 

 

"Accidenti a te! - gemette Hanamichi, scosso da deliziosi brividi di piacere - Riesci sempre a ridurmi così!" mormorò inarcando la schiena all'ennesima spinta.

"IO?! Sei tu, piccolo! - gli assicurò Rukawa, masturbandolo più velocemente - Tu mi uccidi. Mi uccidi!"

Si chinò a baciarlo, appena sentì le prime contrazioni che annunciarono l' imminente orgasmo.

Ansanti e sudati, si coprirono con il piumone, mentre fuori, iniziava a nevicare.

 

"E' stato strano, rifarlo qui..."  sussurrò il rossino, guardandosi attorno. La sua vecchia camera, era rimasta esattamente come l' aveva lasciata.

"Erano anni che non tornavamo in questa casa... - Kaede, si perse nei ricordi, con un velato sorriso sulle labbra - Su questo letto, abbiamo fatto l' amore la prima volta..."

"E anche la seconda, la terza, la quarta..." rise Sakuragi, ripensando a quel periodo della loro vita - Kami!Sono passati quasi otto anni!"

Dopo il Diploma, i due ragazzi avevano frequentato un Università americana che vantava una formidabile squadra di Basket. Bastarono pochi mesi, per diventarne titolari.

I Rukawa, si erano trasferiti in California, dove vivevano i due fratelli maggiori del volpino. Finalmente, si erano riuniti.

Diventati professionisti, Kaede e Hanamichi, avevano scelto di giocare nei Los Angeles Lakers, così da poter stare accanto alla loro famiglia.

Si erano comprati un villino, vicino a quelli dei loro cari e, da pochi mesi, anche Mito e Kaori, si erano trasferiti in quella zona. C' era molto verde, ed era un bel posto per far crescere i loro due bambini, Kana e Kimi. Adesso, poi, che aspettavano il terzo, la giovane coppia avrebbe avuto bisogno dell' aiuto di tutti loro. Soprattutto per la scelta del nome. Rigorosamente con la K, come voleva la tradizione dei Rukawa.

"Se è femmina, Karin!" sbottò il rosso, all'improvviso .

"Hn?!"

"Il nostro nipote in arrivo. Karin è un bel nome..." gli spiegò, trattenendo uno sbadiglio. Iniziava a risentire del fuso orario.

"Dormi ora. Domattina dobbiamo sistemare casa!" gli disse Kaede, passandogli l' indice sulle sopracciglia, gesto che sapeva rilassarlo molto. Difatti, di lì a pochi istanti, Sakuragi si addormentò profondamente.

 

 

I suoi sensi volpini, si allertarono alla prima carezza. Lo lasciò fare....Adorava essere svegliato in quel modo.

Quando la bocca di ciliegia raggiunse il suo membro, non riuscì a trattenere un gemito traditore.

"Sei sveglio, eh?" sorrise Hanamichi, torturandolo più a lungo del necessario, a mo' di punizione.

Dopo, lo ripulì per bene, mentre le labbra di Rukawa, andarono a cercare le sue, per un muto ringraziamento.

"Sembri il cantante degli Europe!" lo sfotté il corvino, passando le dita tra quella criniera purpurea, che si estendeva, libera e selvaggia, fino a metà schiena.

"Meglio dei tuoi! Mi sembra di stare con Mitsui!" si lamentò il rosso, scompigliandogli i capelli d' ebano, lunghi solo pochi centimetri.

"Hn!" Non gli piaceva che il suo Koibito pensasse ad un altro, quando lo guardava!

"Però ti stanno bene. - mormorò sulle sue labbra, con un sorriso malizioso - Riesco a vedere tutto il tuo viso..."

Rukawa non rispose al suo bacio. Scostandosi da lui, lo guardò corrucciato.

"Rasati, Do'hao. Mi graffi!" lo rimproverò, osservando un accenno di barba sul mento dorato.

"Niente pizzetto?! - si finse rammaricato - Accidenti, mi sarebbe piaciuto un sacco! Mi avrebbe dato un aspetto diabolico!" tentò di trattenere le risate.

"Hn"

"La volpaccia, ha la pelle delicata, eh?" sorrise malandrino, prima di alzarsi dal letto.

Nudo, andò a farsi la barba, mentre Rukawa indossava una vestaglia azzurra, scendendo in cucina a preparare il caffè.

Fortunatamente, quando si erano trasferiti, i suoi genitori non avevano venduto quella casa...Sarebbe stato stupendo, passare lì il Natale, insieme ai vecchi amici!

Il rossino soprattutto, aveva mantenuto i contatti con gli ex compagni di Liceo, via mail o con il video telefono, ma vederli di persona, era tutta un' altra cosa!

Risalì le scale reggendo il piccolo vassoi, che depose sul comodino della vecchia camera di Hana.

Appoggiò una spalla contro lo stipite della porta del bagno. non si sarebbe mai stancato di riempirsi gli occhi con l' immagine di quel corpo, ormai uomo.

I muscoli ben delineati, la pelle meno morbida, ma sensuale e vellutata........ Il viso aveva perso anche gli ultimi tratti infantili, diventando più deciso e maschio.

Dentro gli occhi scuri, si leggeva meno facilmente. Grazie ad anni di interviste con giornalisti impiccioni e ficcanaso, Sakuragi aveva imparato a celare le sue emozioni, diventando addirittura diplomatico!

Solo al riparo da sguardi indiscreti, in quelle iridi dorate riusciva ancora a scorgere l' ingenuità e la dolcezza, proprie della sua natura.

A Rukawa piaceva che donasse esclusivamente a lui, la visione del suo vero essere.

Anche il proprio corpo era più maturo, più bello.

L'essere riuscito a realizzare tutti i propri sogni, gli aveva donato una serenità che lo rendeva ancora più etereo, agli occhi degli estranei.

 

 

"Kitsune Hentai!" borbottò, guardandolo attraverso lo specchio.

"Sei tu quello nudo dei due." gli fece notare, andando ad abbracciarlo da dietro.

"Ru, abbiamo poco tempo per disfare le valigie e addobbare l'albero..." gli fece notare a malincuore, sospirando piano, quando le mani volpine, scesero a giocare con il suo pene.

"Ti restituisco il regalo e poi ci mettiamo al lavoro, piccolo!" promise Kaede, iniziando a toccarlo dove e come piaceva a lui.

 

 

"Finito! annunciò Hanamichi, mettendo la stella in cima all'albero.

"Hn"

"Hai telefonato al nostro procuratore? - gli  chiese, andando a sedersi sul divano, accanto a lui - Lo sai che si agita, quando prendiamo l' aereo..."

"Hn" annuì, sporgendosi per respirare il profumo di muschio bianco di quei capelli rossi.

Mito, suo cognato e migliore amico del suo Do'hao, era diventato incredibilmente apprensivo, probabilmente era un...effetto collaterale della paternità.

Appena arrivavano in  albergo, per una trasferta, o tornavano a casa, dovevano immediatamente avvisarlo o rischiava di andare in iper-ventilazione!

Allungando una mano verso il tavolino, per prendere la sua tazza di cioccolata calda, Kaede notò un quadretto a macchie scure, appoggiato su una poltrona.

"DO' HAO!!!" sbottò, scuotendo la testa, rassegnato.

"BAKA KITSUNE!!! La vuole vedere Miyagi!" arrossì l' altro, imbronciandosi.

"L' hai persino incorniciata!" lo accusò, sbuffando.

"E' una reliquia!" si difese Sakuragi, congiungendo le mani.

"E' una radiografia..." precisò il volpino, cercando di non ridere.

Anni prima, Hanamichi,  si era infortunato ad una caviglia, niente di grave, solo una distorsione...

Aveva appoggiato male il piede, dopo un azione di gioco...Rukawa ancora si ricordava la sua paura, quando lo vide uscire in barella, prima di sapere che era una sciocchezza...

Ma a rendere importante, per il suo Do'hao, quello stupido foglietto era...

"Dato che mi sono fatto male, dopo aver stoppato Michael Jordan, per me, è una reliquia, chiaro?!" si infervorò il suo rossino, pronto a tirargli una testata.

"Hn" era una battaglia persa in partenza!

lo capiva, davvero! Era stato molto orgoglioso di lui, certo.......

Ma....incorniciarla!!!

 

 

"Ru? Cosa dico a MacCabe?" gli chiese il rosso, sovrappensiero.

"Il pubblicitario? - vedendolo annuire, rifletté qualche istante - Sono molti soldi, per quattro foto..."

Però, l' idea di saperlo mezzo nudo nelle edicole del pianeta, non lo sopportava proprio!

Intuendo la causa della sua tensione, Hanamichi gli accarezzò una zigomo con il mignolo.

"Fotografano solo il mio viso..." lo rassicurò, sorridendo compiaciuto. Gli piaceva la sua gelosia, nonostante stessero insieme da anni!

"Niente perizomi pitonati?!" si lamentò Kaede, molto rammaricato.

"Non me li perdonerai mai, vero?" sbuffò, arrossendo.

Il volpino, finse di pensarci un po' su, battendosi l'indice sul mento "Mmm.........NO!" ammise, ridendo sommessamente.

"BAKA!"

Rimase corrucciato, anche quando si sentì stringere da quelle braccia volpine, poi.....cedette. Il suo malumore, un ricordo lontano.

A Rukawa, piaceva il loro rapporto, basato principalmente sulla fiducia e il rispetto.

Hanamichi non aveva mai smesso di fare il modello, passando da Idol a testimonial di varie case di moda, fino agli sponsor della loro squadra.

La sua storia personale, incarnava il sogno americano e il pubblico, sportivo e non, lo adorava! Da qui, le proposte più disparate, per spot o addirittura video musicali!

Benché avesse un notevole istinto, il rosso chiedeva sempre il suo parere, prima di firmare qualunque tipo di contratto. Non che non sapesse scegliere da solo, ma desiderava la sua opinione, tanto quanto il suo corpo, o la sua presenza volpina, accanto a sé.

Si fidava del suo giudizio e Kaede, non poteva che andarne fiero.

Era risaputo che lui era introverso e poco avvezzo al clamore e ai flash. Aveva rifiutato molte proposte del genere, ma Hanamichi, non lo aveva mai spinto ad accettare di prestare la sua immagine per soldi. MAI.

Nel totale rispetto della sua natura taciturna e solitaria.

Vivevano serenamente, di amore, Basket e affetto familiare. I Mass Media, sapevano che Sakuragi era stato adottato dai Rukawa, e nessuno si era mai stupito del fatto che vivessero insieme, considerandoli quasi fratelli.

Nessuno dei due, voleva rivelare la natura del loro rapporto, i tifosi , potevano diventare molto crudeli e non volevano che degli estranei sporcassero la purezza del loro amore.

Magari, un giorno, quando si fossero ritirati entrambi.........

Eccoli lì, il pensiero che assillava il corvino.....

Cosa fare, dopo?

Avevano ventisei anni, nel pieno della loro forma fisica, ma presto o tardi, avrebbero dovuto appendere le scarpe al chiodo...

Smettere con il Basket.

In tutta onestà, Kaede non ci aveva mai pensato seriamente.

Avrebbe passato il resto della sua vita, dormendo e ascoltando musica?

Un lavoro nel mondo dello spettacolo, era fuori discussione.

Nella pubblicità, nemmeno per sogno.

l'allenatore? Impossibile. Troppe parole da spendere...

Per Sakuragi era diverso. Oltre agli spot e alle foto, con la sua parlantina e la simpatia, poteva benissimo fare il commentatore sportivo!

Ma.......lui?

"Qualcosa non va?" gli chiese il rosso, guardandolo negli occhi.

"Hn" distolse lo sguardo. Era un giorno di festa, non voleva preoccuparlo con problemi ancora lontani.

"C'è una cosa che stavo pensando..." esordì Sakuragi, esitando un attimo.

"Hn?" quell'incertezza nella voce, non era da lui. Gli rivolse tutta la sua attenzione.

"Tu hai sempre avuto un occhio speciale!"

"E allora?"

"Lo so che stai pensando al tuo futuro... - gli disse, rivelandogli quanto fosse facile, per lui, leggergli dentro - Potresti fare il Talent Scout! Se dovessi davvero fare il commentatore, assisteremmo insieme alle partite. Io le commento, mentre tu cerchi delle nuove promesse del Basket! Certo, nessuno sarà al livello del Tensai, però........"

"Do'hao!" sbottò stringendolo forte, nascondendogli, così, il viso commosso.

Bastava una sua parola o un sorriso, per manipolare la realtà, trasformando problemi angosciosi, in sciocchezze di poco conto.

Non solo aveva capito che era preoccupato, ma aveva anche pensato ad una soluzione che gli permettesse di fare qualcosa che lo appagasse e, al tempo stesso, di continuare a vivere, insieme, nel mondo del Basket.

A volte era un vero Tensai!

una mano volpina tra i suoi capelli, un 'altra che gli accarezzava la schiena...

Kaede, lo stava ringraziando.

Sbuffò, un po' seccato.

"Mi sa che ci conviene andare a vestirci...Arriveranno tra poco..." mormorò tristemente, stava così bene tra le sue braccia......

"Hn" Rukawa annuì alzandosi e gli tese la mano.

Forse era quella casa....Ma si sentivano i due sedicenni di allora.

Il rossino, scoppiò a ridere all'improvviso.

"Hn?" gli domandò il Kitsune, sollevando un sopracciglio.

"Niente, niente.......Ricordavo!" sorrise, agitando una mano.

"Cosa?"

"Tua nonna che mi palpava il sedere!" rise ancora, mentre apriva l' armadio della sua ex camera.

"Te lo palpa ancora!" gli fece notare lui, incupendosi.

"Già!" sospirò, paonazzo.

Passavano gli anni, ma la nonna-hentai, era una costante della loro vita. Lei, e il suo inquietante bastone.

 

 

Kaede finì di prepararsi. In casa, il riscaldamento era al massimo, quindi optò per una camicia, azzurra come i suoi occhi, pantaloni e scarpe nere.

Si voltò per chiedere a Sakuragi a che ora sarebbero venuti i loro amici, ma il respiro gli si mozzò in gola.

I capelli, resi luminosi dalla spuma, ricadevano sulle spalle, come tante lingue di fuoco, messe in risalto dalla maglietta nera, elasticizzata e a mezze maniche.

I jeans a vita bassa, bianchi come la neve, andavano a modellarsi sulle sue gambe, evidenziando ogni muscolo al minimo movimento.

Gli anfibi neri, donavano all'insieme, un aspetto sensuale e pericoloso.

"DO'HAO-TU-NON-TI-FAI-VEDERE-COSI'-DA-NESSUNO-CAMBIATI!!!" sibilò, riservandogli la sua espressione più glaciale.

"Baka! Ma ti sembra il caso di fare il Kitsune geloso?! Sono soltanto i nostri ex compagni di scuola!" sbottò, esasperato.

"La maggior parte dei quali è gay!"

"Ma fidanzati! - precisò, afferrandolo per la vita e strusciandosi piano - Mi ero vestito così, per te!"

NO: L'espressione da cucciolo abbandonato, no!

Era un uomo fatto e finito. Non si lasciava più irretire da quel faccino dolce, OK?

Non avrebbe ceduto! Assoluta........

"Va bene, piccolo!" ................mente.

...

KUSO!

Ci era ricascato.

Anche se, adesso che lo stava baciando....

Non  ricordava più di cosa stessero parlando....

Il suono del campanello, li strappò da loro piccolo bozzolo d' amore.

 

 

Un'ora dopo, accoccolati sul divano, i due padroni di casa, erano circondati dagli amici di sempre.

Hanamichi, era veramente felice di vedere Hisashi e Akira, ancora insieme.

L' ex guardia dello Shohoku, con i capelli lunghi ed il viso finalmente sereno, sedeva sulle gambe del suo porcospino, i capelli anti-gravità ed uno sguardo innamorato perso...

Due anni prima, quando i due moretti giocavano nei Chicago Bulls, Mitsui si infortunò il già martoriato ginocchio. Costretto a lasciare il Basket, era piombato in una profonda depressione, riducendosi quasi ad un vegetale.

Solo l'affetto e la presenza costante di Sendoh, riuscirono a tirarlo fuori da quel torpore innaturale e malsano.

Per fortuna, era finito tutto bene.

Il rossino, spostò l' attenzione verso Kogure che, in tutti quegli anni, era rimasto sempre lo stesso. Insegnava matematica in una Università di Tokyo e stava per sposarsi con una collega.

Akagi, invece, era il nuovo allenatore dello Shohoku, vincitore dell'ultimo Campionato Nazionale.

Il signor Anzai era andato in pensione, poco dopo la loro partenza per gli Stati Uniti, ma seguiva la loro carriera e telefonava spesso alle sue ex matricole preferite, complimentandosi o dando loro utili consigli.

Haruko, non era potuta venire. Si era trasferita ad Osaka e faceva l'impiegata, non aveva capito bene dove.

Meglio così o chi la sentiva, dopo, la sua volpaccia gelosa!

Seduti accanto a lui, c' erano i coniugi Miyagi con la loro bimba di due anni, Yakko.

 

Mitsui appoggiò la testa sulla spalla di Sendoh, ridendo ad una battuta di Ryota.

Dal modo in cui Akira lo strinse a sé, sorridendo di gioia al suono di quella risata, Rukawa si rese conto di quanto  l'amico-rivale, dovesse aver sofferto.

Se lo ricordava ancora, lo stato in cui era  il suo Do'hao quando era venuto a vivere con la sua famiglia...

Era contento, che i due Sempai avessero superato quei brutti momenti. In fondo, anche quelle situazioni, rinsaldavano i rapporti.

Qualche mese prima, Akira aveva firmato un contratto quadriennale con i Lakers. Mitsui aveva deciso di diventare fisioterapista e, a Los Angeles, c'erano delle Università molto qualificate.

Rukawa, Sakuragi e Sendoh, insieme, avrebbero fatto faville, il volpino ne era certo.

Un tempo, era stato geloso dell'avvicinamento tra il suo rosso ed il porcospino, prima di capire che tra quei due, non poteva che esserci una profonda amicizia...

Ma erano storie che appartenevano al passato e lì sarebbero rimaste.

Tutt'altra cosa per la Akagi...

Dopo un anno passato a sentire quegli insopportabili Harukina cara, con il terrore che quella gli portasse via Hana, Rukawa provava un sottile piacere, immaginandola mentre si vantava con i colleghi di essere stata un amore giovanile del famoso Hanamichi Sakuragi......Probabilmente dovevano averla scambiata per una pazza.

Chi diamine ci avrebbe creduto?!

Era un pensiero un po' meschino, ma proprio non riusciva a non detestarla. Era più forte di lui!

Il suo sorriso soddisfatto, morì quando vide la piccola Yakko, saltare in braccio al rossino.

Ci sapeva proprio fare con i bambini e loro lo adoravano, compresi i figli dei suoi fratelli...

Kaede, invece, pur amando i suoi nipoti - aveva già deciso che Kimi sarebbe diventato un grande giocatore di Basket, certo, doveva ancora avvertirlo, ma voleva aspettare che iniziasse almeno a parlare -   a parte questo, però, era del tutto sprovvisto d'istinto paterno. Al contrario di...

 

 

Hanamichi, appena si rese conto che Yakko si era addormentata, la depositò delicatamente tra le braccia del suo papà, augurandole mentalmente, di diventare più alta di Miyagi e meno irruente di sua madre.

Quando si riappoggiò al divano, sentì il corpo teso di  Kaede. Con un gesto noncurante, stese il braccio attorno alle sue spalle, sentendolo muoversi a disagio.

Allora, avvicinò le labbra al suo orecchio volpino, mormorandogli piano "Io ho te! E' più di quanto avrei mai sperato!" lo rassicurò, venendo ricompensato da un bacio veloce ma intenso, che sciolse i muscoli del corvino.

"Ehi, Romeo e Giulietta! Passano gli anni, ma rimanete sempre due pomicioni !" rise Sendoh.

"Già! - annuì Mitsui, rivolgendosi ad Akagi - Te li ricordi, quando si pestavano in continuazione e dovevamo sempre intervenire a separarli?"

"Chi l'avrebbe mai detto, che sarebbe finita così!" il Gorilla sogghignò, scuotendo la testa.

"IO!!!" esclamò Ayako, sorridendo, orgogliosa di se stessa.

"Solo perché sei un'Otaku di manga Yaoi e Shonen Ai!" borbottò il marito, arrossendo lievemente.

"No. Perché sono sempre stata la più sveglia, tra voi! - tirò fuori dalla borsa, un gigantesco ventaglio, brandendolo a mo' di clava - Qualche obiezione?" chiese, minacciosamente.

Un coro di no terrorizzati, le fece tornare il buon umore.

 

 

Sakuragi gli strinse forte la mano. Era nervoso, lo sapeva. Lo era anche lui!

Rukawa annuì, sorridendogli con gli occhi, in un solido e silenzioso appoggio morale.

Hanamichi, sollevato, richiamò l' attenzione dei presenti.

"Io e Ru, vi abbiamo invitati qui, stasera, non solo per festeggiare insieme il Natale...." esordì, visibilmente imbarazzato.

"E' successo qualcosa?" chiese preoccupato, Kogure, guardando attentamente i due amici.

"Sì! - ammise il rossino - C'è una cosa che crediamo dobbiate sapere..."

 

 

Scendendo dal taxi, pagarono la corsa e si incamminarono in silenzio, lungo quel piccolo sentiero.

Varcato il cancello, furono accolti da una  malinconica quiete e un forte odore di fiori.

Ad ogni passo, le gambe di Hanamichi, diventavano più pesanti. Rukawa, lo prese per mano e, quando il rossino gli sorrise grato, intrecciò le dita con le sue.

Si fermarono a depositare un fiore sulla tomba di Hiroshi Yane. Anche se aveva cercato di far del male a Sakuragi, era stato un ragazzo che aveva sofferto molto, nella sua breve esistenza.

I due giocatori, si augurarono che, ovunque si trovasse in quel momento, fosse in compagnia del suo perduto amore.

Proseguendo più avanti, giunsero in prossimità di due lapidi in marmo bianco, ben pulite e piene di fiori freschi, grazie alla madre di Mito, che se ne prendeva cura da anni.

Hanamichi, iniziò a tremare, mentre il respiro, diventava pesante.

Di nuovo, Rukawa gli fece sentire la sua presenza, accarezzandogli una guancia con le labbra volpine.

Il rosso gli strinse la mano e raggiunsero le due candide lastre.

Rimasero qualche istante a pregare, in silenzio.

La neve caduta in quei giorni, donava al cimitero, un atmosfera di placida quiete e rassegnato torpore.

Stretti, mano nella mano, i due si guardarono a lungo, poi, Kaede, annuì, sorridendogli dolcemente, incoraggiandolo ad affrontare quella difficile prova.

Hanamichi sentì il calore di quelle dita volpine e fu pervaso da una grande forza e determinazione.

Trasse un profondo respiro e parlò, con voce chiara e limpida.

"Mamma, papà! Lui è Kaede, mio marito!"

 

                                                       -OWARI-