I personaggi sono di T. Inoue, miei, no di certo (Fortuna loro!) DEDICHE:A Mel e Shaka, per la poesia racchiusa nella loro grande anima; A Lilij e ad Ashlynx, con la speranza di strapparvi sempre un sorriso; Alla piccola Lucy, l'Hana...*ç* è per TE! A Pierre e Parcifal, la Nonnina-Hentai è tutta per voi!!!
Grazie a tutte voi!
Una nuova vita parte IV - Cuore di Madre di Gojyina-chan
"Se non pieghi le ginocchia, non farai mai canestro, Do’hao!" commentò Rukawa. "Perché? Ho ancora delle ginocchia?!" borbottò Hanamichi, sbuffando come una locomotiva. Erano giorni che si allenavano come matti. Il Kitsune si era trasformato in un dittatore spietato. Gli mancavano solo i baffetti e il ciuffetto untuoso. Da quando Hana aveva accennato all’America, il corvino era diventato una belva assatanata di Basket e…altro.
"Senti, Ru. Io domani ho delle foto da fare, quindi salterò gli allenamenti."
Così gli aveva detto quella mattina e Rukawa, aveva deciso di triplicare la sessione pomeridiana. Risultato: il rossino stava per avere un embolo. Ma Hana aveva capito che lo stava facendo anche per distrarlo. Mancava una settimana a............ "Ehi, Tensai! Già stanco?" lo provocò il suo aguzzino. "Figurati! Sto solo sputando un polmone!" rispose Sakuragi, meditando vendetta. "Do'hao!" "Baka!" Con la coda dell'occhio, Hanamichi vide un ragazzo appoggiato allo stipite della porta della palestra deserta. Alto quanto Mitsui, sui sedici o diciassette anni, castano scuro. Lo stava guardando in modo strano.......... Una pallonata, lo colpì alla testa. "Non ti deconcentrare!" sibilò Kaede. "AHI!" gemette il povero ragazzo, massaggiandosi la parte ferita. Si voltò verso lo sconosciuto, ma era sparito nel nulla.
Sakuragi stava camminando per le strade del suo quartiere. Che foto assurde, aveva fatto! Meno male che il padre di Rukawa, suo tutore legale, prima di firmare il contratto, aveva specificato: "Niente nudi!" Purtroppo, non aveva menzionato i perizomi pitonati.........SIGH! Non sapeva come dirlo a Kaede, ma.....dannazione, con tutti i soldi che gli davano, sarebbe potuto partire per l' America senza problemi! Era stato quel pensiero, a spingerlo ad accantonare l' imbarazzo e mettersi in posa. Il Guntai lo avrebbe sfottuto a vita!......Sempre che Mito, sopravvivesse a Kaori.......Tsk! Era il colmo! La sorella del volpino, un' allupata! Svoltò l' angolo, sogghignando tra sé, mentre si dirigeva verso casa, e lo vide. Ancora quel ragazzo..... Era appoggiato al muretto dei vicini, illuminato da un lampione a pochi metri. "Ciao. Sei Sakuragi, vero?" lo salutò, con voce melodiosa. "Sì. Che vuoi?" rispose lui, mettendosi sulla difensiva. "Mi chiamo Hiroshi Yane. Avrei bisogno di parlarti, se non ti dispiace." gli disse educatamente, con un timido sorriso.
"Sei sicuro che sarebbe tornato per cena?" domandò Midori, guardando l' ora. "Hn" annuì il volpino. Erano le nove passate, e del rosso, nessuna traccia. "Chissà cosa gli avranno fatto mettere! - vaneggiò Kikyo-san, sospirando - Spero qualche bel pantaloncino aderente che metta in risalto il suo culet...." "NONNA" urlarono i familiari, all'unisono. In quel momento, la porta si aprì.
Kami Sama! "Hana, tutto bene?!" gli chiese Rukawa, andandogli incontro. Era pallido e tremante, gli occhi sbarrati...... Se veniva a sapere che, quel porco del fotografo, gli aveva messo le mani addosso.....GRRRR!!! "Bene.......tutto bene....- balbettò senza guardarlo in faccia - S.........Scusate il ritardo.....io.........non.....ho fame...." così dicendo, salì in camera sua. Dopo cena, Kaede andò da lui, ma lo trovò nello stesso stato. "Piccolo, cos'hai?" chiese preoccupato, stendendosi sul letto, accanto al rosso. "N....Niente....Sono solo....un po' stanco....." si limitò a dire, girandosi per abbracciarlo stretto. La notte, gli incubi di Hanamichi erano peggiorati, così il volpino, aveva preso l' abitudine di dormire, sempre, insieme a lui. Attese che fosse addormentato, per poter scendere in cucina. "E' tutto a posto?" domandò la nonna-hentai "Non credo" sbuffò, sedendosi al tavolo. "Lascia passare questa brutta settimana e vedrai che andrà meglio!" lo rassicurò Midori, porgendogli una tazza di the. "Come fai ad esserne sicura?" le chiese, scettico. "Una mamma certe cose le sa!" rispose allegramente, la donna.
Il giorno seguente, arrivati a scuola, Kaede vide un ragazzo andar loro incontro, sorridendo al suo rossino. "Ru, lui è Hiroshi Yane. E'....un mio amico" gli spiegò Hanamichi, un po' imbarazzato. "Sei Rukawa, l' asso del club di Basket, vero? Lieto di conoscerti!" il ragazzo fece l' inchino. "Hn" al volpino, quel tizio non piaceva. Si prendeva troppe confidenze, col suo Do'hao. "Vieni, Hana-chan! andiamo a lezione, dai! Non so qual' è l' aula giusta!" disse Hiro, aggrappandosi al braccio di Sakuragi, trascinandolo via. "E' arrivato da poco.....Non conosce bene la scuola! Ci vediamo sulla terrazza!" lo salutò il rosso da lontano. Non gli piaceva per niente!
All'ora di pranzo, Hana ed Hiro, erano appoggiati con i gomiti sulla ringhiera, guardando il cortile sotto di loro. "Sembrano tante formiche, vero?- commentò il moro - Con le loro mediocri esistenze........Per un brutto voto o un' unghia spezzata, tenterebbero il suicidio! - sogghignò, ironicamente - Se conoscessero il significato del dolore, quello vero, probabilmente, il loro piccolo cervellino andrebbe in tilt ed esploderebbe, vero, Ami-chan?" mormorò, guardandolo in tralice. Hanamichi, trasalì violentemente. AMI-CHAN.... "Mi domando perché respirino! Inquinano solo l' aria. L' effetto serra. è solo colpa loro!" scherzò il nuovo studente. Sakuragi osservò quella macchia d' umanità, tutti vestiti uguale, tutti impegnati nelle solite, scialbe discussioni, tutti soli, chi più, chi meno coscientemente... Insignificanti adolescenti, con corazze di latta, ma cuori di porcellana. "Basta sfiorarli, che vanno in mille pezzi..." mormorò assorto. "Esatto! Lo vedi che ci capiamo al volo! Noi due siamo uguali, Ami-chan. E' solo il dolore, che ci rende forti. Noi, lo sappiamo bene, no?" sorrise con aria complice, guadagnandosi un ghigno rossino.
Gli allenamenti in vista dell'amichevole contro il Ryonan, si svolsero in totale tranquillità, evento più unico che raro. Non vi era serenità, ma un tetro silenzio, dovuto, soprattutto, ad Hanamichi, il quale svolse i propri esercizi, senza aprir bocca... Sembrava...assente. Pensieroso. Tuttavia, svolse un buon lavoro e nessuno lo redarguì in alcun modo. In particolare Rukawa, che non proferì "Do'hao" per tutto il pomeriggio.
"Hn?" Kaede si guardò attorno, perplesso. Il cortile, era ormai deserto. "Kaori non torna a casa con noi - lo delucidò Hanamichi, incamminandosi - Ha rapito Yohei, costringendolo a farle da facchino..." "Hn?!" "SALDI" sospirò gravemente. "Hn!!!" sobbalzò il volpino, pregando per la giovane anima di Mito. Sua sorella, diventava una belva inferocita, quando leggeva -50%! Peccato. Era tanto un bravo ragazzo... Percorsero qualche isolato, senza proferir parola. Infine, fu stranamente Rukawa a rompere il silenzio. "Cos'hai?" si limitò a chiedere. "No...niente...pensavo... - mormorò assorto - Ti chiedi mai, perché vivi? Cioè, perché stai vivendo più a lungo di altri che invece sono deceduti a...non so...dieci o tredici anni...Cos'avevano le loro vite che non andava?" "Hn - scosse le spalle volpine, con noncuranza - Non mi domando, il perché, ma mi preoccupo di cosa fare, nella mia vita. Nessuno scenderà dal cielo, con candide ali ed arpa in mano, a spiegarmi il motivo della mia esistenza. Già che ci sono, vivo!" "Sempre il solito pragmatico!, Kitsune!" sbottò Hanamichi, irritato dalla superficialità del suo compagno. "Do'hao. Se ti angosci, sprecando il tuo tempo a chiederti perché esisti, non vivrai affatto!" borbottò il corvino, tirando fuori le chiavi di casa, dalla tasca dei pantaloni. "Sì, ma...Ci deve essere un motivo, se uno vive sei mesi, ed altri, fino a cent' anni! - insistette il rossino - Forse, sono i più forti, ad essere longevi..." "Che immane cazzata! Che c' entra, la forza, con la durata d' una vita?!...E poi...Come puoi stabilire quanto, qualcuno, sia realmente forte? Fai una classifica? Vai a percentuali, come sui cartelli dei saldi? Chi è forte al cento per cento, vive centodieci anni, chi lo è solo all'ottanta ha a disposizione novant'anni, e così via... Mi sembra molto improbabile, sai?" commentò, posando il borsone ai piedi del letto. "E' il dolore a decretare la nostra forza..." mormorò Sakuragi, tristemente. "Hn?!" "No...niente...Lasciamo stare questi discorsi complicati! Mi è venuta fame!" sbottò, stiracchiandosi pigramente. "Do'hao come sei, avrai sovraccaricato l'unico neurone che hai a disposizione!" "Mi piaci di più quando ti limiti a mugugnare! Hai fatto un corso di Cabaret per corrispondenza?" s'imbronciò il rosso, incrociando le braccia al petto. "Mmm...Allora ti piaccio?" Kaede gli si avvicinò, con grazia felina. Pericoloso e sensuale. "A fasi alterne!" concesse Sakuragi, cingendogli il collo con le braccia dorate.
Hanamichi chiuse gli occhi, accarezzando le spalle larghe di Kaede, chino su di lui. Le labbra volpine, gli succhiavano voracemente i capezzoli, mentre le mani, tracciavano percorsi immaginari sulla sua pelle sudata. L'amore per lui, era una delle poche certezze della sua vita. Ma allora... Perché?! Perché sentiva quel sottile malcontento? Non aveva alcun senso, ma non riusciva a rilassarsi... Doveva...Voleva... Prendendolo alla sprovvista, ribaltò le loro posizioni, facendo affondare la schiena nivea di Rukawa, sul morbido materasso. "Hn?!" Senza badargli, Sakuragi, facendo leva sulle braccia, s' impalò di colpo sul membro gonfio del corvino, iniziando a muoversi subito. "Ma che...?! Aspettaaaah!" gemette Kaede, sentendo il suo corpo avvolto dal calore dell'altro. Mordendosi le labbra a sangue, nel tentativo di non urlare di dolore, il rossino aumentò le spinte, portando entrambi al punto di non ritorno. Stava bene. Il male che sentiva, in quella zona così delicata, cancellò il disagio avvertito poco prima. Il ragazzo sotto di lui, ansimava forte, ancora scosso dalla violenza dell'orgasmo. Si separò dal volpino, per stenderglisi accanto, non riuscendo a trattenere un gemito. Prontamente, quelle braccia candide, lo avvolsero in una stretta rassicurante. "Piccolo, stai bene? Ma che ti è preso?!" si sentì chiedere, da quella voce, carica di preoccupazione e stupore. "Niente...Magari i tuoi tornano prima...Così...per far qualcosa di nuovo..." Maledizione! Non era davvero capace a dir le bugie. Rukawa scostò una ciocca di capelli purpurei dalla sua fronte sudata, limitandosi a guardarlo negli occhi. "Dormi, ora. Domani c'è la partita" gli mormorò all'orecchio. Finalmente sereno, Hanamichi si abbandonò tra le braccia di Morfeo.
Ora di pranzo. Spalancata la porta della terrazza, Rukawa sbuffò spazientito, notando che il rosso era nuovamente in compagnia. Hiro lo salutò cordialmente " Vi lascio soli, Ami-chan. Ci vediamo in palestra. Oggi c'è l'amichevole contro il Ryonan, vero?" chiese a Sakuragi, che annuì sorridendogli. Kaede si stupì, vedendolo scattare quasi sull'attenti quando il tizio si sollevò in piedi, andandosene. Da quando era entrato nelle loro vite, il suo Do'hao aveva iniziato a comportarsi in modo anomalo e l'amplesso del giorno prima, aveva confermato i suoi sospetti. Era strano. "Non mi piace quel tizio!" lo informò, una volta rimasti soli. "CHE CAZZO VUOI? NON LO CONOSCI NEMMENO!" tuonò Sakuragi, tremando di rabbia. Ok. Era ufficiale: quel tizio, non gli piaceva affatto! Senza scomporsi, Rukawa gli chiese" Come mai ti scaldi tanto?....E perché ti chiama in quel modo?" "No.....beh.....così.. .- bofonchiò Hanamichi, evitando il suo sguardo - Scusa ma, devo copiare matematica. Ci vediamo in palestra..." e scappò via, sotto lo sguardo sempre più preoccupato, del corvino.
"Ehi. Ti devo parlare." annunciò a Mito, seduto all'ombra di un albero del cortile, insieme s Kaori, che lo fulminò con lo sguardo. "Se è per lei..." esordì il moro, un po' a disagio. "E' per Hana.- tagliò corto il volpino - Conosci un certo Hiroshi Yane?" "Mai sentito nominare, perché?" Yohei aveva intuito che doveva essere qualcosa di grave, altrimenti Rukawa non gli avrebbe MAI rivolto la parola....E se riguardava il rosso...... "Hana dice che è un suo amico, ma quel tizio è strano, ed ha un effetto pessimo sul Do'hao," "Indagherò!" promise il ragazzo, serio e preoccupato.
Appena uscito dagli spogliatoi, Kaede vide il tizio, seduto accanto ad Haruko. Entrambi, avevano occhi solo per il rossino, a centro campo. Resistendo all'impulso di fargli fare testa contro testa, si concentrò sul gioco. Non c' era niente di meglio di una partita contro il Ryonan, per scaricare i nervi!
Fine primo tempo. Silenzio di tomba. Tutti i presenti, guardavano, perplessi, il numero dieci dello Shohoku. Si poteva percepire quasi fisicamente, un’ aura negativa, attorno a lui. Sembrava emanasse un……calore pericoloso, malato….. Stava giocando benissimo. Aveva preso tutti i rimbalzi e stoppato, per ben cinque volte, Sendoh. Ma non aveva detto una parola, limitandosi a guardare Hiro, che gli sorrideva soddisfatto. In quel momento, era seduto per terra, vicino a lui, mentre Yane gli mormorava qualche parola all’orecchio. Quando, poco prima di tornare in campo, Rukawa lo vide scompigliare affettuosamente i capelli del SUO Do'hao, fremette di rabbia. Sakuragi, ricominciò a giocare, con un ghigno poco rassicurante sulle labbra. Il Ryonan, non resistette alla furia del volpino e alla forza di Hanamichi e perse clamorosamente, con più di venti punti di distacco. A fine partita, Akira si avvicinò al numero undici dello Shohoku, corrucciato " Che cavolo avete?!" "Non lo so..." sbottò, frustrato. "Aki? Andiamo!" Mitsui, chiamò il suo ragazzo, che sorrise, vedendolo avvicinarsi " Certo, tesoro!" Il Kitsune li vide andar via, fianco a fianco, mentre si guardavano con affetto. Anche lui e Hana, erano così, una volta, almeno fino all'arrivo di..... "Ami-chan? - trillò il soggetto in questione - Sei stato bravissimo! Andiamo a festeggiare in centro?" "Do'hao! - sibilò, mandando lampi dagli occhi tempestosi - Gli allenamenti!" gli ricordò, cercandolo con lo sguardo. "Per una volta che li salto, non muore nessuno." replicò, infastidito. "Hn" ringhiò il corvino, aggrottandosi. "Piantala, Rukawa!- sbottò esasperato - Tu, non sei mia madre!"
Vide Sakuragi uscire dalla palestra, seguito da Hiro, che sogghignava soddisfatto. Lo aveva chiamato..... "Rukawa! - era Mito, serio e nervoso- Devo parlarti!"
"Questo Hiroshi Yane, si è trasferito qui, due settimane fa. E' nato e cresciuto a Tokyo. So per certo che è stato nel vecchio quartiere di Hana, facendo un sacco di domande in giro, su di lui....Non mi piace!" concluse il ragazzo, accendendosi un' altra sigaretta. "Lo chiama Ami-chan..." borbottò, ripensando al modo in cui lo aveva trattato il suo rossino.... "N...Non è possibile...- per lo stupore, a Yohei andò il fumo di traverso - E' il nomignolo....con il quale...... lo chiamava sua madre!" riuscì a dire, con voce strozzata.
Hanamichi tornò a casa molto tardi. Varcata la soglia, trovò Kaede seduto sul divano. Gli aveva risposto male, in palestra e si sentiva mortificato. "Ru, scusa per oggi........Non so cosa mi sia preso.... - mormorò, andandogli vicino - Però abbiamo stravinto, vero?" cercò di spostare la conversazione, su un argomento più sicuro. "Che legame c'è tra Hiro e tua madre?" domandò gelidamente il volpino.
"Lui........ha il cuore di mia madre. Quando è morta, ho acconsentito al trapianto dei suoi organi. Hiro, ha saputo il suo nome ed è venuto a Kanagawa, per conoscermi...." "Ha qualcosa di strano - commentò, guardandolo negli occhi - Ed ha una pessima influenza su di te!" "Che dici?! Lui.....sembra......parla come lei.......Il modo in cui mi chiama.....Mi sembra di averla di nuovo vicino, capisci?" si difese con veemenza, cercando di spiegargli cosa provasse. "Non è tua madre, piccolo!" la voce del corvino, si fece più dolce. Alzò una mano per accarezzarlo, ma il rosso si scostò bruscamente. "Se sei geloso, non è colpa mia! - sibilò - Tu che cazzo ne sai, eh? Chi non conosce il dolore, quello vero, non può capire quello che sentiamo io e lui!" lo fulminò con lo sguardo, ed andò a dormire. Da solo. Kaede si trattenne a stento dal prenderlo a pugni. Non era il suo Hana. Cosa gli stava facendo, quel bastardo?!
Nei giorni successivi, i due ragazzi non si rivolsero la parola. Il rosso era perennemente fuori casa, con Hiro che lo seguiva come un' ombra; mentre Kaede attendeva notizie da Mito, il quale aveva smobilitato i teppisti di mezza Tokyo, alla ricerca di notizie sul tizio. Rivoleva il suo Do'hao. Gli mancava. Nemmeno il Basket, riusciva a colmare la voragine che sentiva dentro.
Infine, giunse il fatidico giorno. L'anniversario della scomparsa dei genitori di Hanamichi. Il rosso, aveva passato la notte in bianco ed era uscito di casa quasi all'alba. Kaede, lo aveva intravisto per i corridoi della scuola, circondato dal suo Guntai. Silenzioso, gli occhi arrossati, depresso... Non gli si era avvicinato, evitando nuove tensioni tra loro, ma desiderava fargli sentire la propria presenza, in quel momento così delicato........ Con un sospiro, si diresse sulla terrazza, tentando di parlare con Sakuragi. Doveva almeno provarci.
"Ami-chan, il mondo è proprio squallido, non trovi? Che differenza può fare una vita invece che un' altra? Tanto, l'umanità andrebbe avanti lo stesso, come se uno non fosse mai esistito...." "Ma....resti nel ricordo di chi ti ha amato!" disse il rossino, confuso. Erano seduti sulla ringhiera, di nuovo. Hana, teneva un piede sullo scorrimano ed uno che penzolava nel vuoto. "Tu pensi mai a tua madre? Ne parli? - vedendolo abbassare lo sguardo, sorrise malignamente - Ne ero certo! Sei un bimbo mooolto cattivo, Ami-chan! Tua madre non ti vorrà più bene, sai? Le hai ferito il cuore!" sibilò, toccandosi il petto. Appena intravide la sagoma di Kaede, aspettò che fosse abbastanza vicino per notarli, poi urlò forte "RUKAWA!!!!" agitando la mano, in segno di saluto. Il suo grido, fece sobbalzare Hanamichi, che rischiò di perdere la presa e finire di sotto.
KUSO! Rukawa, con uno scatto felino, riuscì ad acchiappare Sakuragi per la cintola, appena in tempo. "DO' HAO!!! QUANTE VOLTE TE LO DEVO DIRE DI NON SEDERTI COSI'?!!!!! - tuonò adirato - E tu.....Sparisci o ti spezzo le ossa!" sibilò all'indirizzo di Yane. "Non l'ho fatto apposta! Scusate!" aveva le lacrime agli occhi ed un' espressione sinceramente mortificata, quando scappò via di corsa, lasciandoli soli. Kaede si rese conto di star tremando dalla paura. Se si fosse attardato, per un qualsiasi motivo, a quell'ora.... "Hana? - non gli rispondeva. Seduto per terra, lo sguardo perso nel vuoto. Non sembrava minimamente preoccupato.... - Ti rendi conto di quello che hai rischiato?!" lo scosse per le spalle, sfogando l' agitazione. "Allora? Che differenza fa? Il mondo, avrebbe continuato a girare lo stesso...." mormorò il rossino, quasi annoiato. In uno scatto d' ira, Rukawa lo afferrò per la maglietta, schiaffeggiandolo con forza. "Te lo dico io, deficiente! IO SAREI MORTO CON TE!!!" gridò sconvolto. La mente ottenebrata di Hanamichi, parve riacquistare lucidità. "Sono cattivo..." mormorò guardandolo con occhioni da cucciolo abbandonato. "Sei Do'hao, è diverso!" bofonchiò abbracciandolo forte.
"Cos'ha fatto, quello stronzo?!" tuonò Mito, indemoniato, come nessuno lo aveva mai visto prima. In quel preciso istante, Rukawa si sentì un boss dello Yakuza. Appoggiato alla porta della palestra, circondato dal Guntai, Miyagi e Mitsui con i suoi sbandieratori personali, nonché teppisti.... "Notizie?" chiese ai quattro amici del suo ragazzo. "Hiroshi, l'anno scorso, ha avuto un incidente stradale. Il guidatore, è morto sul colpo, mentre lui necessitò di un cuore nuovo..." spiegò Noma, lisciandosi nervosamente i baffetti. "...ed ha avuto il cuore della mamma di Hana. Questo, lo sappiamo - lo interruppe Mitsui - Ma chi è? Che vuole da Sakuragi?" "Questo è il punto! Non lo so! - sbottò Yohei, con un sospiro frustrato - E' di buona famiglia, figlio e studente modello..." "I tipi peggiori!" sentenziarono i ragazzi, in coro, annuendo gravemente. "Hana, prima....ha detto di essere cattivo......" mormorò il volpino, ripensando alla strana espressione sul viso amato. Quelli del Guntai, si guardarono tra loro, tristemente addolorati e tesi. Poi, Mito, decise di parlare. "Dopo la morte del marito, la signora Sakuragi ebbe un forte esaurimento nervoso. Era fuori di testa. Davvero! Un giorno, urlava ad Hana che era lui il responsabile della morte del padre e gli tirava dietro di tutto....Addirittura, lo lasciava chiuso fuori casa per tutta la notte per poi, magari il mattino seguente, tornare la mamma dolce e premurosa che tutti noi conoscevamo.... Altre volte, con voce lagnosa, gli parlava come se lui avesse avuto cinque anni, dicendogli che era stato cattivo e, per questo, non meritava niente... - sbuffò, stizzito - Hana era a pezzi. Cazzo! Aveva solo quattordici anni! Un giorno, siamo tornati da scuola e l' abbiamo trovata sdraiata sul divano, in un lago di sangue. Si era tagliata le vene. Ho chiamato l' ambulanza, ma appena arrivati in ospedale, è morta davanti agli occhi del figlio....In questo particolare periodo, Hana è emotivamente fragile e se quel bastardo sta facendo leva su questo, io... " la minaccia rimase sospesa, mentre un pesante silenzio, cadde su di loro. "E se il ragazzo morto nell'incidente, fosse stato un parente, o il fidanzato di Hiro?"chiese Ayako, alle spalle dei presenti, facendoli sobbalzare. "AYAKUCCIA!!! Quando sei arrivata?!" sbottò Miyagi, toccandosi il petto. "Ero dentro a sistemare alcuni appunti. Dicevo.....Il suo attaccamento morboso ad Hana, secondo me, può solo riguardare il suo incidente.....Altrimenti, non si spiega, il perché di...... - si interruppe bruscamente, guardandosi attorno - A proposito del rossino....Dov'è Hana?!" Un brivido freddo, attraversò la spina dorsale di Rukawa. Si erano separati per le lezioni pomeridiane....Perché non era ancora arrivato? Era tardi... "Hanamichi? - chiese Haruko, giungendo in quel momento - L' ho visto salire sulla terrazza con Hiro..."
"....davvero, scusami! Non l' ho fatto di proposito! - gli stava dicendo Hiroshi - Hana, noi due siamo uguali, sai? Anch'io ho perso una persona cara. Esattamente un anno fa, è morto Shun, il mio amore......I miei, non sapevano nulla di noi..... - la voce, divenne sprezzante - Quei fottuti perbenisti del cazzo, non avrebbero mai accettato di avere un figlio frocio! Anche i tuoi, non l' avrebbero presa bene......- commentò, guardandolo di sottecchi - Shun, mi propose di scappare via insieme, ma poi c'è stato l' incidente....Guidava lui... - gli accarezzò il viso pallido - Ami-chan, Questo mondo è troppo brutto, che senso ha viverci? E' pieno di gente squallida, che tenta di dare un senso alla propria, mediocre, esistenza. Mettiamo fine a tutto questo dolore!" gli propose, avvicinandosi alla ringhiera della terrazza. "I...ricordi......fanno male..." mormorò Sakuragi, lo sguardo perso nel vuoto. "Sì, tanto male! Oggi è un bel giorno per concludere la nostra triste vita, vero? - scavalcò la ringhiera, appoggiando i piedi sul cornicione - Andiamo via, Ami-chan. Dove non c' è tormento, dove non esiste niente, nemmeno il dolore! Finalmente liberi! Prendi la mia mano. Non soffrirai mai più, te lo giuro!" Hanamichi allungò il braccio verso di lui. "Vieni con me! Saremo felici!"
"TU NON VAI DA NESSUNA PARTE, CON IL MIO RAGAZZO, BRUTTO STRONZO!" tuonò Kaede, seguito dagli altri compagni. "Che cazzo ne sai? - sibilò Hiroshi - Io non volevo sopravvivere a Shun! LUI! - indicò il rossino - Lui ha permesso che mi fosse dato un cuore, salvandomi! E adesso, verrà con me!" afferrò Sakuragi per un braccio, tirandoselo vicino. "Hana!" gridò Rukawa, lanciandosi verso di lui, seguito da Hisashi e Yohei. "No! Lui è mio!!!!" sibilò Hiro, che nell'agitazione, perse l' equilibrio, volando giù insieme al rosso. Il Kitsune, fece in tempo ad acchiappare Sakuragi per la cintola, mentre Mito e Mitsui, gli afferrarono le gambe, cercando di tirarlo verso l' interno. Sotto di loro, urla isteriche e grida spaventate di alcuni studenti, rimasti a scuola per le attività dei vari club...... "Li senti, Ami-chan? Sono grigi e vuoti! Vieni con me!" gli sorrise Hiro, con gli occhi di un folle, mentre penzolava nel vuoto, aggrappato al braccio del rossino. "Piccolo, non lo ascoltare! - gemette Kaede, disperato - Torna da me! Torna da me!!!"
"R...Ru?" Hanamichi si voltò, seguendo quella voce familiare, le sue iridi dorate riacquistarono lucidità. Sentiva le braccia dei suoi due amici, tenerlo per le gambe e il calore del corpo del suo volpino, attorno a sé. "Ho tanti motivi per vivere, sai? - disse a Yane, ancora sospeso - Non ne ho mai avuti così tanti! Amore, amici, Basket. Sono tutti qui, con me! - gli afferrò un polso, tirandolo verso la salvezza -Torna su, ti prego!C' è un mondo intero, con cui giocare!" "E' troppo tardi per me! Ma tu, hai ancora qualcosa da fare.... - Hiroshi gli sorrise debolmente - Ciao, Ami-chan!" così dicendo, liberò la mano da quella del rossino e, con una grande serenità dipinta sul viso, si lasciò cadere, precipitando nel vuoto. "HIROOOOO!!!" gridò disperatamente Hanamichi, mentre dietro di sé, Ayako si strinse a Miyagi e gli altri ragazzi, distolsero lo sguardo, scossi. Con un colpo di reni, Rukawa spinse il suo Koibito sul pavimento, facendolo atterrare sul pavimento con un piccolo tonfo, per poi, inginocchiarsi accanto a lui, stringendolo per le spalle. "Piccolo! Piccolo!!!" sospirò, spaventato. Era preoccupato per lui. L'ennesimo trauma, proprio quel giorno! Non sapeva come avrebbe reagito il suo sistema nervoso, messo così a dura prova, nelle ultime settimane. Anzi. Negli ultimi due anni, per l'esattezza.
"Ru! - gemette Hanamichi, nascondendo il viso sul suo petto - Perdonami! Sono stato uno stronzo, ti ho trattato..." "Shh...E' passato, piccolo. E' passato...." lo cullò dolcemente, felice di poterlo ancora tenere tra le braccia. Confortato dal calore del suo ragazzo, circondato dall'affetto degli amici , qualcosa in Sakuragi si spezzò, permettendogli così, di dare libero sfogo ad anni di drammatica solitudine e tragici ricordi. Pianse. Perché era umano. Perché aveva qualcuno accanto. Perché era ancora vivo. "Finalmente!" mormorò Mito, con gli occhi lucidi. "Così, piccolo. Bravo!" lo incitò Kaede, accarezzandogli la schiena tremante. Mitsui, inghiottendo il magone, si alzò, dando una pacca sulla spalla di Sakuragi, dirigendosi verso il suo capitano. "Bisogna avvertire il signor Anzai e chiamare la polizia. Dovremo essere interrogati." "Ok, andiamo!" acconsentì Miyagi, iniziando a scendere le scale. "AH! Ti sei commosso anche tu, nanetto!" lo prese in giro Hisashi, tentando di smorzare la tensione. "Piantala, sdentato! Anche tu hai gli occhi rossi!" "E' allergia!" si schernì l' altro. "Sì. Alle idee intelligenti!" rispose ironicamente, Ryota. I ragazzi andarono via, lasciando da soli, i due compagni.
"Quando.......Quando è morta......io......per un attimo......ne sono stato felice.....Faccio schifo, davvero......Faccio schifo!" singhiozzò Hanamichi. "Non è vero! Stava male e ti faceva, del male! Non odiavi lei, ma la donna che quella malattia aveva creato!" lo rassicurò il volpino, con parole che uscirono direttamente dalla sua anima. "C'è stato un momento in cui....ho pensato sul serio di....." gli confidò, imbarazzato. "Ma non lo hai fatto, piccolo! Sei rimasto con me!" sorrise Rukawa, scostandogli una ciocca di capelli rossi dalla fronte. "Adesso, ho tante ragioni per vivere....Se mi fossi arreso, due anni fa, non avrei mai iniziato a giocare a Basket e.....non ti avrei mai incontrato! - sospirò profondamente, riacquistando un po' di calma - Ru, andiamo via da qui. Oggi è un bel giorno per ricominciare!"
Fu una giornata interminabile. Ore ed ore di deposizioni al Commissariato di Polizia ed un imprecisato numero di documenti da firmare ma, alla fine, riuscirono a tornare tutti a casa. In silenzio, Hana e Kaede, si stesero sul letto del rossino. "Stai bene, piccolo?" gli chiese il corvino, accarezzandogli la schiena. "Insomma! Mi sembra di essere uscito da un thriller.......- borbottò, stancamente - Hiroshi aveva saputo tutto su di me e......mia madre, dai nostri vicini di casa.....Anche se ha cercato di uccidermi, non riesco ad odiarlo....Sono proprio un Do'hao! - rise amaramente - Aveva perso il suo grande amore e......Non so....Mi fa pena....." Rukawa se lo tirò più vicino " Non mi è piaciuto per niente, quello che ti ha fatto ma, credo di capirlo....- la sua voce tremò - KAMI SAMA! Quando...Ti ho visto...." non riuscì a continuare. "Ehi, Ru! Che c' è?!" chiese Sakuragi, cercando di guardargli il viso. "DO'HAO! - tuonò il Kitsune - Nel giro di poche ore, ti ho visto rischiare di sfracellarti per ben due volte!!!" Stava..............piangendo?! Sakuragi leccò via quelle gocce salate, mormorando un dispiaciuto" Scusami. Ti ho fatto preoccupare...." "Hn" borbottò Kaede, iniziando a rilassarsi un po'. Dopo un attimo di silenzio, il rosso, tornò a guardarlo in viso. "Essendo il Tensai quale sono...- esordì, tentando di migliorare il suo umore volpino - Se fossi precipitato, probabilmente avrei....rimbalzato!!!" ridacchiò, guadagnandosi un rassegnato "Do'hao!" Ma ad Hanamichi, non sfuggì il sorriso divertito che Rukawa nascose tra i suoi capelli purpurei.
Dopo qualche altro momento di riflessione, Sakuragi chiuse gli occhi, sospirando tristemente. "Aveva ragione Hiroshi. Temo di averli davvero uccisi, i miei..." "Che cazzo dici, Do'hao! Ti devo prendere a botte?" sibilò Kaede, infuriandosi. "Non parlo mai di loro.......Non riesco nemmeno a pensarli....Ogni volta che ci provo, me li ricordo agonizzanti per terra....Credo la si chiami morte civile....o roba simile..."concluse, con filo di voce. "Un giorno, riuscirai a non sentire più tutto questo dolore - lo rassicurò il Kitsune, accarezzandogli il viso - Allora, mi racconterai ogni cosa, di loro. Promesso!" lo rassicurò. "Gli saresti piaciuto!" sorrise Hanamichi, accoccolandosi meglio tra le sue braccia, prima di addormentarsi, finalmente sereno. Rukawa coprì i loro corpi con le lenzuola e spense la luce della lampada sul comodino. Ora che lo teneva stretto a sé, era certo che sarebbe andato tutto a posto. Domani, è sempre il giorno migliore da vivere.
- FINE QUARTA PARTE -
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