Una nuova opportunità

di Neko


Oggi è il 21 maggio.

Un giorno come tutti gli altri, questo per l'altra gente.

Ma non lo è per me.

Non di certo quando questo stupido, insulso giorno ha significato la fine della mia vita.

Una vita che ero riuscito a costruirmi.

Un futuro che preparavo a vivere pieno di speranza e di amore.

Ridere.

Riderebbero tutti quelli che mi conoscono a questo mio pensiero.

Sì, io il grande campione che si preparava a vivere un futuro tutto rose e fiori.

Ma chi sono io.

Sì chi sono? Che qualche dannato uomo, donna o bambino.

Che una qualsiasi persona, bè mi andrebbe bene pure un animale.

Ma che qualcuno.

Cazzo, voglio che uno mi risponda.

Sono forse una persona di ghiaccio.

Solo e unicamente perchè non ho reagito a quello che lui mi ha sbattuto in faccia.

Una parola dietro l'altra.

Ghiaccio.

Come i suoi occhi.

Come il suo atteggiamento verso di me.

Come se io non fossi la metà della sua anima.

Ma di cosa mi sono illuso fino ad ora?

Illusione.

Sì questa è stata la parete sottile che avevo creato attorno a noi.

Attorno ad una vita che non ci apparteneva.

Perchè eri tu a non appartenermi mai.

Perchè per te ero solo uno stupido giocattolino di cui ti servivi quando non avevi niente di meglio.

Morire.

Ci ho pensato.

Vi ho riflettuto.

Ma che senso avrebbe la morte.

Ti darebbe solo un'altra piccola soddisfazione.

O forse no?

Crudeltà.

Forse sono io che ti ho classificato come un essere crudele.

Forse sono io che ti facevo reagire in quel modo.

Eppure posso ricordare con enorme piacere i gemiti, i sospiri che riuscivo a provocare in te.

Quei piccoli e dolci suoni che uscivano dalle tue labbra.

Quelle piccole e dolci labbra che ho baciato.

Di cui non ero mai sazio.

Eppure ora che mi trovo di fronte a questo paesaggio.

Su questa scogliera che mi potrebbe liberare dal dolore.

Sì basterebbe fare un piccolo passo e la morte mi accoglierebbe tra le sue braccia.

Eppure mentre mi ritrovo a fissare le onde.

Quelle onde sbattere contro la scogliera mi accorgo che la morte non mi ama.

Sì neppure lei desidera un disperato come me.

Eppure sarebbe tutto così semplice.

Se io morissi toglierei tante persone dai problemi.

Se io morissi mai madre non sarebbe costretta a sopportare tutte le critiche dei vicini.

Se io morissi mia madre non verrebbe derisa dai vicini, compatita di avere un figlio gay.

-Sì sono gay... che cazzo avete da ridere-

Questo insulto lo rivolgo agli uccelli che volano a contatto con l'acqua.

Che mi passano accanto e sembrano ridere di me.

Ridere come lo fanno tutti.

Ridere come ho fatto io stesso dopo che mi hai detto quella inutile frase.

<Perchè dovrei stare con te... io non ti amo>

E allora che cazzo ci sei stato a fare tutto questo tempo con me.

A chi cazzo erano rivolte quelle dolci frasi.

M viene ancora una volta da ridere.

Dolce non è un aggettivo a cui tu sei collegabile.

Eppure io non aspettavo altro che sentirti dire che mi amavi.

Sarebbe stato tutto così semplice.

Bastava che tu le pronunciassi e per me si sarebbero aperte le porta per il paradiso.

Falsità.

Un paradiso di falsità e menzogne.

Perchè tu no mi ami.

Non mi hai mai amato.

E non lo avresti mai fatto.

-Lo sai che sei patetico-

Una voce alle mie spalle.

Non sò a chi appartiene e non ho nessuna voglia di scoprirlo

Sono stanco.

Stanco della falsità che rispecchia questo mondo.

La gente che ci circonda è piena di falsità.

Ti attacca un marchio addosso solo per la tua apparenza.

Non ha nessuna voglia di guardare come sei dentro.

Gli basta sapere come sei fuori.

Sento le risate della gente, gli scherni che ho subito, gli insulti riecheggiare nella mie mente. Sono una tortura e io non ce la faccio più ad essere torturato. Non voglio più andare avanti in questo modo. Sentire in continuazione la falsità della gente.

E come se nulla fosse, non me ne rendo quasi conto, le mie gambe si muovono e i miei piedi conducono il mio corpo ad un passo.

In bilico su questa scogliera.

Posso sentire il profumo del mare inondarmi i sensi.

Allargo le braccia e mi spingo in avanti.

-Addio...-

Questa è l'unica parola che esce dalla mia gola e prende libertà dalle mie labbra.

Sento un urlo provenire dalle mie spalle.

Ma non ci faccio caso.

Non più, ormai non faccio più caso a nulla.

Non faccio caso al vento che mi vuole trascinare via.

Non faccio caso a qualcosa di caldo che mi avvolge.

Non faccio caso di essere riportato a forza sulla terra.

Terra?

Strano ma non dovevo cadere tra le onde.

Non dovevo essere purificato dall'acqua?

Ma alla fine sento qualcosa di bagnato sul mio viso.

Apro gli occhi. Ed un angelo dai capelli rossi è lì col volto colmo di lacrime.

Gli angeli hanno i capelli rossi?

Che strano paradiso che mi accoglierà.

Oppure sono all'inferno per pagare i miei errori.

Forse questa è la cosa più probabile visto che il rosso identifica l'inferno.

Ma non è possibile perchè quello che ho di fronte è un angelo.

L'angelo che io ho mandato via per avere al mio fianco il diavolo dai capelli neri e dagli occhi di ghiaccio.

Ho rifiutato il suo amore per stare accanto ad una persona che mi ha solo usato.

E lui continua a piangere mentre mi stringe una mano.

Sempre più forte, come se avesse paura che io potessi sparire.

E io mi sento come in paradiso.

-Hanamichi...-

Apre gli occhi.

E in quel momento maledico me stesso per quello che leggo nel loro profondo.

Amore, tristezza e tanto dolore.

Sentimenti che gli ho provocato io.

Sentimenti che mi ha provocato Rukawa.

Ma che ora stà provocando lui in me.

Sento qualcosa di bagnato percorrermi il viso.

Lui allunga una mano e mi asciuga le lacrime.

Quelle stesse che vorrei asciugargli io.

Ma ho paura.

Di lui, della sua reazione.

L'ho ferito abbastanza e se ora accettassi questo suo amore rischierei di farlo soffrire ancora di più.

-MI dispiace...-

Dispiacere.

A lui? Lui che è stata l'unica persona che non mi ha mai chiesto nulla in cambio.

Che voleva offrirmi solo il suo amore più sincero.

Che cazzo hai da farti perdonare idiota.

Idiota? Do'aho?

Lo stesso modo che lo chiamava Kaede.

Dio ma perchè sono stato così cieco.

Perchè non mi hai fatto capire prima quello che solo ora riesco a comprendere.

Perchè non mi hai spiegato che io non lo amavo.

Vedo che mi fissa con quei suoi occhi innocenti, specchi puri della sua anima.

E non riesco a non sorridere.

Con Rukawa non avevo mai sorriso.

E in questo momento mi accorgo della cosa più importante.

Il dio che ho sempre disprezzato esiste.

E' stato lui a far sì che Hanamichi venisse qui e mi salvasse.

E credo che questa sia la nuova opportunità di vita che mi si offre.

E mi accorgo che il paradiso è così vicino. Perché un angelo è sempre stato e sarà sempre al mio fianco.

Fine......



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