Una
notte per non dimenticare
di Hymeko
”Non è possibile…non un’altra
volta”
Kaiba si afflosciò contro lo schienale, emettendo un gemito
di sconforto.
”Stavolta noi non abbiamo fatto nulla”
ridacchiò il Faraone al suo fianco, giocando con la fede che
portava al dito.
”Lo so, però…è lo stesso deprimente”
L’altro annuì, sospirando piano. Erano diretti a Hakata per
un po’ di turismo di coppia sull’isola di Kyushu, capolinea di quella
corsa sul Nozomi, il più prestigioso fra gli Shinkansen. Peccato
che, come parecchio tempo prima, fossero fermi. A Shin-Osaka, a metà
percorso circa.
”Non dire così…oggi è meglio dell’altra volta. Stiamo
assieme, no?”
Lo sguardo di Kaiba lo sfiorò appena, ma lo Spirito del Puzzle
si sentì accendere:
”L’unica nota positiva”
Sorridendo, il suo ragazzo afferrò un lembo del suo soprabito
fra due dita:
”Io spero che ne verranno altre. Dici che troveremo un posto dove
nessuno ci conosce?”
Kaiba inarcò un sopracciglio:
”No”
rispose semplicemente, ricordando la ventina di autografi che aveva
dovuto fare solo su quella carrozza.
”Scommetto che se portassi dei soprabiti più sobri sarebbe
più semplice passare inosservati”
”Invece i tuoi capelli non danno nell’occhio, vero?”
lo preso in giro il presidente, giocando con una delle sue ciocche.
”…fai il bravo…non posso certo tagliarli a zero!”
Questo è poco ma sicuro
lo rimbrottò il vero Yugi, galleggiando per il vagone.
DLIN DLON
”Si avvisano i signori viaggiatori che, a causa di una frana, la linea
ferroviaria rimarrà chiusa per alcune ore. La corsa termina
quindi in questa stazione. La JR si scusa per l’inconveniente, e assicura
che verrà fornita tutta l’assistenza necessaria ai passeggeri.
Vi preghiamo di scendere dal mezzo e di recarvi al punto d’accoglienza
accanto alla biglietteria per lo Shinkansen. Ripeto: si avvisano i
signori viaggiatori…"
”Questa l’ho già sentita…”
ringhiò Kaiba, alzandosi per prendere i loro bagagli.
”Sì, hai ragione. È l’autrice che ha fatto un copia
incolla dall’altra fic”
”Ah, mi sembrava. Andiamo, o ci sarà troppa ressa”
Al punto informazioni ebbero un’altra amara sorpresa: la frana aveva
ritardato parecchi treni, e le migliaia di persone in transito quel
giorno sulla JR erano rimeste bloccate a Osaka.
”…quindi?”
chiese il Faraone con calma, deciso a impedire che fosse Kaiba a prendere
in mano la situazione, o avrebbe fatto licenziare un sacco di gente
incolpevole.
”L’alloggio è garantito, però dovrete…accontentarvi”
mormorò l’impiegato inchinandosi profondamente più e
più volte. Odiava quella situazione…due passeggeri di prima
classe sul Nozomi, e li stava per indirizzare a un misero hotel da
turisti…
”Nessun problema, basta che sia pulito”
Kaiba aveva lanciato un’occhiataccia di fuoco all’impiegato, ma il
Faraone lo aveva bloccato con un cenno della mano. Per una volta,
per una volta sola, voleva provare a convincerlo a…
”C’è un altro piccolo problema…si trova vicino alla stazione
di Shin-Imamiya, sull’Osaka Loop…dall’altra parte della città”
”Ah”
Ecco, quello stava iniziando a fargli passare la voglia di andarci…erano
quasi le dieci e avrebbero dovuto aspettare ancora per poter arrivare
in camera…quasi quasi valeva la pena di lasciar fare al suo ragazzo…
Cedi così facilmente?
lo rimproverò Yugi, curioso di sapere come sarebbe andata avanti.
Non so…che faccio?
Prova a vedere quanto ci vorrà per arrivarci
”Dovremo prendere un altro treno?”
L’impiegato scosse la testa:
”No, la JR ha disposto un servizio di minibus che vi accompagneranno
alla vostra destinazione. Inoltre, data l’ora, il traffico è
scorrevole, non ci metterete più di mezzora ad arrivare”
Il Faraone guardò Kaiba, che si stava mordendo le labbra per
non parlare. Nei suoi occhi la sua volontà era ben chiara:
no, no, assolutamente no. Non voleva usufruire di chissà quale
albergo che la JR aveva elemosinato per loro, quando ne possedeva
di extralusso poco distanti da lì!
’Poi mi ringrazierai’
gli promise silenziosamente, prima di rivolgersi con un sorriso all’addetto:
”Va bene, può indicarci come raggiungere il minibus, per favore?”
disse, pestando un piede al suo ragazzo perché non protestasse.
”S-Sì, certo. Seguitemi, per favore”
Pochi minuti dopo erano seduti sul minibus. Da soli.
”Chissà come mai non c’è nessuno…”
si chiese il Faraone, pulendo col palmo della mano un finestrino e
sbirciando fuori. L’autista sarebbe arrivato in pochi minuti, e prima
delle dieci e mezza sarebbero stati in albergo, o almeno così
era stato assicurato loro.
”Forse perché nessuno è stato tanto folle da accettare
l’offerta della JR? Forse perché ci sono un sacco di alberghi
migliori in cui andare?”
”Dai Kaiba, non essere tanto acido”
L’altro inarcò un sopracciglio, tentando di soffocare l’ira:
”Perché non dovrei, dato che ci siamo anche dovuti caricare
i bagagli?”
Il Faraone ridacchiò:
”Consideralo un divertente diversivo…e poi non è detto che
negli altri alberghi avremmo trovato una stanza. Così almeno
l’abbiamo sicuramente”
”Yugi…”
Kaiba avvicinò il viso al suo, ma senza baciarlo…invece tirò
fuori una carta di credito e gliela sventolò vicino al naso.
”…sai che con questa potrei comprarmi l’albergo più lussuoso
di Osaka e buttare fuori chiunque dalla suite?”
”Sì che lo so”
ribatté il suo ragazzo sulla difensiva, imbronciandosi.
”Allora perché mi stai trascinando in uno squallido alberghetto
vicino a una stazione?!”
”Kaiba…hai ma desiderato di essere una persona normale?”
”Scusa?”
Si fissarono, uno con gli occhi certi delle proprie convinzioni, l’altro
assolutamente spaesato.
”Mi riferisco a quel che è successo in treno, agli autografi
firmati e agli occhi che avevamo addosso. Non vorresti poter camminare
con tranquillità per strada, senza dover incenerire la gente
con lo sguardo per farla stare alla larga?”
Il suo ragazzo scrollò le spalle:
”Ho le guardie del corpo per questo”
”È proprio quello che intendo dire! Vivi in una mega villa,
hai un lavoro pazzesco e un conto in banca da urlo, un sacco di attività
redditizie, un jumbo privato e un jet personale a forma di Drago Bianco!
Non ti sembra un po’ troppo per un sedicenne? Non vorresti essere
un normalissimo liceale, ogni tanto?”
”Tutto questo è leggermente offensivo da parte tua”
commentò placidamente Kaiba. Aveva capito cosa intendeva, ma
l’idea di andare a dormire vicino a una stazione lo indisponeva molto.
”Oh, non fare l’offeso che non ci casco. Sai che voglio dire, quindi
rispondimi: non vorresti per una volta non essere quello che sei?”
Il presidente sbatté piano le palpebre, poi la sua voce si
fece roca:
”Mia madre era dottoressa, mio padre bibliotecario…la cosiddetta vita
normale l’ho provata, sai?”
Il respiro del Faraone si mozzò:
”Ah…scusa. Io…”
Che gaffe…come aveva potuto dire certe cose a un orfano adottato da
un pazzo costruttore di armi?
Chiuse gli occhi. Che poteva fare per rimediare?
Non preoccuparti, riapri gli occhi. Non è arrabbiato
Il Faraone seguì il suggerimento dell'amico e sbirciò
il suo ragazzo. E sulle sue labbra trovò un sorriso sottile
e sornione, e molto divertito.
”Non mi sono arrabbiato…so cosa intendi, non preoccuparti. La mia
vita non è più né normale né tranquilla,
ma a me va bene così. Mokuba è felice, e tu…spero lo
sia anche tu”
gli mormorò sulle labbra, prima di baciarlo e di posargli le
mani sulle cosce.
”Certo che lo sono…”
rispose l’Antico Re fra un bacio e l’altro, scivolando piano indietro,
sul sedile, col suo ragazzo che si stendeva su di lui, il suo profumo
che gli riempiva le narici, e le dita che correvano ad aprirgli la
camicia…tutto già scordato, senza rancori...
Arriva l’autista smettetela subito!!!
Il Faraone sobbalzò e lo spinse via, giusto in tempo per evitare
di essere visti. La portiera si era aperta di colpo, e l’autista era
salito sul mezzo.
”Perdonatemi per il ritardo, signori clienti. Ora vi porto al vostro
albergo, non ci vorrà molto, ve lo assicuro”
”Ah…grazie. Grazie”
rispose il Faraone, mentre il suo ragazzo si mordeva le labbra e fissava
la pioggia all’esterno.
Guarda che mi tocca fare…
pensò Yugi, mentre il mezzo sfrecciava sull’autostrada di Osaka…
………
”Ecco le vostre chiavi. Spero che il soggiorno sia di vostro gradimento”
La gentile signora alla reception indicò loro la strada per
l’ascensore, e il Faraone la ringraziò con un cenno. Kaiba
non disse e fece nulla, a parte trascinarsi dietro al suo ragazzo,
tentando di evitare di guardare dove era capitato. Poltroncine e divani
sfondati in quella che avrebbe dovuto essere una sala relax…computer addossati alle pareti...un
solo televisore e giornali vecchi…appese sulle pareti stampe a colori
delle cartine per arrivare ai luoghi d’interesse di Osaka…
…in poche parole, l’inferno.
L’ascensore si aprì, e i due si infilarono dentro…all’interno
la pubblicità di un Family Mart poco distante, dove si potevano
avere sconti…e gli orari in cui uomini e donne potevano usare l’unico
ofuro dell’hotel.
”Yugi…”
La voce di Kaiba riempì tetra l’ascensore…
”…perché siamo qui?”
gli domandò, sfiorando disgustato la moquette che ricopriva le pareti
di quella misera scatoletta di metallo, un tessuto sottile e usurato,
vecchio e di bassa qualità.
”Perché mi ami?”
”…non so se mi basterà come ragione per dormire”
L’altro sorrise divertito, e si preparò a uscire:
”Oh, allora non ci sono problemi. Perché stanotte tu non dormirai,
stanne certo”
”Yugi…”
DLIN
Trascinarono fuori i loro bagagli, fino alle camere. Il Faraone entrò
per primo, fischiettando, togliendosi le scarpe e controllando per
prima cosa che il piccolo frigo sotto la tv funzionasse.
”Yugi…”
Kaiba apparve sulla sua porta, bianco come un cencio…
”Che c’è? Qualcosa non va nella tua camera?”
”…è piccola. Microscopica”
”Oh, Kaiba!”
L’altro scosse la testa:
”Chiamiamo un taxi e andiamo in uno dei miei alberghi, per favore…”
Il suo ragazzo lo trascinò nella stanza e lo baciò con
tutta la foga che aveva:
”Ti prometto che passeremo una notte meravigliosa. Abbi fiducia in
me…non pensare a null’altro”
”…ma…”
Il Faraone gli posò un dito sottile sulle labbra:
”Adesso vai a fare un bel bagno nell’ofuro, d’accordo? Io esco a comprare
la cena e torno da te”
Kaiba lo guardò leggermente sconcertato:
”D-Da solo? In quell’ofuro infestato da plebei?”
”Kaiba, sono certo che saprai affrontare al meglio la situazione.
Non disperare…io ti raggiungerò presto, promesso”
”N-Non ne sono tanto sicuro…”
Con un sorriso il suo ragazzo lo convinse:
”Sono certo che tu sia abbastanza forte…poi mettila così: dopo
il bagno mangeremo noi da soli qui, poi guarderemo un po’ di tv e
alla fine faremo l’amore tutta la notte. Pensa a questo”
Il presidente annuì e si lasciò convincere, pensando
più che altro all’ultima parte di quel discorso, al rapporto
fisico che presto avrebbero avuto…ammetteva senza problemi di aver
esagerato un po’ con quelle lamentele, ma lui dopotutto era il presidente
della Kaiba Corporation, abituato agli alberghi più lussuosi
del mondo, a essere servito, riverito e idolatrato…non era pronto
a passare la notte in un alberghetto che non offriva neppure i pasti,
solo la colazione dietro pagamento di altri soldi…ma come aveva fatto
a lasciarsi convincere così? Dov’era finita la sua leggendaria
fermezza?
’Speriamo che almeno l’ofuro sia pulito…’
………
”Allora, è stato così terribile?”
Kaiba scosse la testa, sgranocchiando delle patatine e adocchiando
se ci fosse ancora della Melon Soda nella bottiglietta. Avevano mangiato
discretamente bene, certo non l’alta cucina cui lui era abituato,
ma nemmeno male come aveva temuto. Forse l’esser stato disteso per
tutto il tempo contro il petto del suo ragazzo aveva aiutato la cosa,
la sua pelle probabilmente aveva contribuito a fargli pensare ad altro…
”Visto? Dovresti fidarti di più di me”
L’altro sospirò, gustandosi un sorso di bibita dolce. Aveva
comunque una gran voglia di andarsene in uno dei suoi alberghi ed
essere servito come meritava, ma doveva ammettere che il luogo era
pulito, quindi per una notte poteva sopportare. Soprattutto dato che
il piano su cui erano era praticamente vuoto…avrebbe potuto far urlare
il suo ragazzo finché non avesse più avuto fiato.
”Hm. Temevo che fossi stato influenzato da qualcuno…uno particolarmente
scemo…”
Chi fosse quel qualcuno era limpido, ma il Faraone si limitò
a baciargli i capelli. Quella notte era solo per loro, avrebbe fatto
finta di non sentire eventuali commenti negativi, esercitando la propria
infinita pazienza.
”Se non ribatti però non è divertente…”
lo sgridò il suo ragazzo, girandosi fra le sue braccia e spingendolo
indietro, spegnendo poi la tv e guardandolo alla luce notturna della
città. La semplice tendina alla finestra era tirata, e solo
un bagliore di neon indiretto riusciva a rischiarare le tenebre. Eppure
bastava a delineare il suo viso, ad accendere un minimo riverbero
nelle sue iridi. E per vedere un sorriso delinearsi sulla bocca.
”Vorrà dire che per rimettermi in pari faremo qualcosa di nuovo”
gli bisbigliò sulle labbra, usando tutta la sua forza per obbligarlo
a invertire le posizioni.
Kaiba gli lasciò il controllo, incuriosito dalla sua audacia.
Di solito si affidava docilmente a lui, abbandonandosi al suo volere,
fidandosi dei suoi sentimenti…non aveva mai tentato prima di prendere
l'iniziativa.
’Speriamo non voglia fare qualche cosa strana…’
Era lui quello che decideva cosa fare, nella vita sessuale della coppia.
Non che volesse prevaricare il suo ragazzo, o almeno sperava non fosse
mai successo, anche se col caratterino che si ritrovava poteva benissimo
averlo fatto inconsciamente…semplicemente, il suo compagno non aveva
mai proposto niente, quindi aveva dato per scontato o che non avesse
nulla da dire, o che gli andasse bene così. O entrambe.
’Anche se è stuzzicante intravederlo così, dal basso…’
Yugi a cavalcioni su di lui, nudo sul suo ventre, era davvero un bello
spettacolo. Di quelli per cui valeva la pena rischiare qualcosa di
nuovo.
”Di che genere?”
bisbigliò il presidente, deglutendo tutta la saliva che aveva
in bocca…quelle macchiette scure che coglieva appena sul suo petto
dovevano essere i capezzoli…com’erano invitanti…
”Sai, mentre sistemavo il futon ho scoperto una cosa interessante
di questa stanza”
”Hn?”
”Già…”
Il Faraone gli cinse i polsi con le dita, facendogli appoggiare le
mani sulle sue ginocchia per poi risalire, scorrendo piano sulla sua
pelle fino ai capezzoli…gli sfuggì un piccolo grido estatico,
quando Kaiba li pizzicò.
”Yugi…”
”Ah! Fermo!”
Stringendogli gli avambracci lo fece star giù, permettendogli
di seviziargli i capezzoli solo con le dita…sapeva quello che Kaiba
avrebbe voluto fare, glieli voleva succhiare e mordicchiare, voleva
nascondere il viso contro il suo petto e farlo suo così, violentemente
stretti l’uno all’altro, coperti di sudore e avvolti dai gemiti.
Ma quella sera no, non voleva farlo così…
”Yugi…potrei impazzire…”
”Ssshhh…resisti ancora un po’. Non te ne pentirai…”
gli mormorò sulle labbra, dopo essersi chinato in avanti e
aver strofinato casualmente il proprio sesso contro quello eretto
dell’amante.
”No…non impazzirò…morirò direttamente…”
”Non credo…prima dobbiamo fare questo. Alza le braccia…sopra la testa,
bravo”
Kaiba non protestò e obbedì a quella voce roca, bassa
e furiosamente carica di erotismo…lo voleva, aveva le viscere in fiamme,
voleva il suo corpo e la sua anima solo per sé…
”Stai fermo adesso…”
E mentre veniva distratto dalle forme che gli si strusciavano addosso,
Kaiba non badò al tessuto che gli stava stringendo i polsi…le
clavicole a portata della sua lingua erano così interessanti…
”Yugi…”
”Fatto!”
esclamò questi, rialzandosi…Kaiba tentò di seguirlo,
ma qualcosa lo bloccò. Tirò di nuovo, ma i suoi polsi
erano legati.
”Yugi?”
chiese stupito, irritato e sorpreso allo stesso tempo.
”Ssshhh…fa parte del gioco di stanotte”
Gli occhi di entrambi si erano ormai abituati all’oscurità
quasi completa…il Faraone vedeva il suo ragazzo steso sotto di sé,
in suo potere; Kaiba ammirava il suo amante giocare con un sottile
foulard nero, scovato chissà dove…ed entrambi sentivano i loro
corpi nudi pulsare di desiderio, fremere ogni volta che si sfioravano…
”Yugi…”
Non ce la faceva quasi più, il suo pene aveva bisogno di infilarsi
nell’apertura dell’altro e trovare la pace…
”Tra poco, tra poco. Prima…”
e lo bendò con delicatezza, oscurando quello che era il suo
mondo.
”Yugi!!! Non lo sai che la sessualità dell’uomo è prevalentemente
visiva???!!!”
Non protestava solo per quello, ma anche perché il suo ragazzo
era sceso dal suo ventre, non lo sentiva più…perché
aveva interrotto il contatto fra di loro?
Provò a liberarsi, ma il nodo resse.
”Si può sapere a cosa mi hai legato???!!!”
”Sono certo che te la caverai benissimo anche così. E per la
tua seconda domanda, te lo stavo raccontando prima”
Un bacio sulle sue labbra, e Yugi proseguì:
”Mentre preparavo il futon, ho scoperto che c’è un anello fissato
alla parete…non potevo resistere alla tentazione di legarti. Ma comunque…”
e gli leccò l’ombelico…
”…poi se vuoi potrai fare lo stesso”
Kaiba gemette, tentando di nuovo di liberarsi:
”Perché la benda?”
”Per provare!”
Il presidente non ebbe il tempo di ribattere ancora, perché
il Faraone gli aveva preso in bocca il pene.
”Aaaaaaahhhh….aaahhhhh…”
L’altro sogghignò fra sé, inghiottendo il suo sapore,
soddisfatto del proprio operato. Non era usuale sentire Kaiba gemere
in quella maniera, anche quando facevano l’amore di solito era lui
che urlava. E poi non gli faceva spesso una cosa del genere, era sempre
Kaiba a soddisfarlo anche così…doveva esser fiero di sé.
Il glaciale presidente lo stava implorando di smettere…
”Scordatelo…anzi!”
Prese la bottiglietta di Melon Soda e gliela rovesciò sulla
punta…non accadde nulla per qualche secondo, poi alcune gocce caddero
sulla pelle.
”Aaahhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!! Yugi!!!!!!”
”Ssshhh è tutto a posto”
mormorò, allungando la lingua e leccando piano la bibita che,
lentamente, colava lungo il suo sesso ormai allo stremo. Dolce e salata
per il sudore, era uno strano sapore, probabilmente mai assaggiato
da nessun altro…il Faraone socchiuse gli occhi e studiò il
membro di fronte al suo viso. Era grosso e turgido, coperto di sudore.
Non riusciva a vederlo bene nella luce bassa di quella nottata, ma
era comunque impressionante pensarlo affondare in sé, esserne
aperti, e soprattutto pregare per essere preso con più forza.
Come poteva trovare piacevole che qualcosa di tanto massiccio penetrasse
nel profondo del suo corpo?
’Grazie, Yugi’
pensò, rivolto al suo amico chiuso nel Puzzle, appeso a un
appendiabiti. Era solo grazie alla sua disponibilità che aveva
la possibilità di stupirsi e farsi quelle domande…
”Y-Yugi…”
”Non mi sono dimenticato di te”
Era ora di ricominciare a provare piacere, di sbalordirsi ancora di
quanto potesse essere bello fare l’amore con Kaiba.
Si sollevò con leggerezza, tornando a cavalcioni su di lui.
Sperava che la saliva con cui l’aveva cosparso bastasse, perché
quello che voleva fare non l’avevano mai provato.
”Kaiba…dimmi che ami”
lo pregò, afferrandosi al suo costato.
”Ti amo”
bisbigliò l’altro, rocamente, fra i gemiti.
Poi urlò.
Il suo ragazzo l’aveva preso in sé. Violentemente, in un colpo
solo. Come mai avevano fatto prima.
Kaiba passò dal fresco della notte all’inferno del suo corpo.
Senza delicatezza, dal ghiaccio al fuoco. Dalla libertà a una
guaina stretta e carnosa.
”Y-Yugi…aaahhhh”
Respirava affannosamente, afferrato al foulard che lo teneva legato
per non muoversi…anche se non lo vedeva, poteva sentire il suo dolore.
I muscoli contratti che lo stringevano affermavano solo una cosa…il
suo ragazzo stava soffrendo, e anche molto.
”P-Perché?”
gli domandò, cercando di articolare bene…le lettere sembrano
avere una gran difficoltà a uscirgli dalla gola…
”…volevo…farlo. Niente più rimpianti, ricordi? Io…volevo farlo”
”T-Ti fa male?”
Il Faraone sorrise, accarezzandosi il pene per alleggerire il dolore.
Rimpiangeva di averlo legato, perché le sue mani su di sé
lo avrebbero aiutato a dimenticare prima, ma era sempre stato conscio
che per un po’ non sarebbe riuscito a slegarlo.
”Sta già passando”
Non era una bugia. Certo, aveva ancora delle fitte che gli trapassavano
i lombi, ma erano meno intense, e il calore si stava dilatando. Presto
ci sarebbe stato solo quello…e allora si sarebbero entrambi consumati
nelle fiamme.
”Yugi…”
Kaiba si mosse e l’altro gemette, chinandosi in avanti. Era stato…incredibile…strano…
”K-Kaiba…”
Era un gemito strozzato, a metà fra piacere e dolore…il presidente
prese un profondo respiro, e si mosse di nuovo. Non poteva aspettare
ancora, anche per lui era doloroso stare immobile, a rimanere ancora
così stretto gli sarebbe venuto un infarto.
”A-Ancora…fallo ancora”
Il suo ragazzo riprese a muoversi con dolcezza, accompagnato dalle
movenze dell’altro, che lo seguivano…poi il Faraone si sollevò
un po’, prima di lasciarsi ricadere pesantemente su di lui.
E di nuovo Kaiba urlò.
”Yugi!!!”
strillò, tentando di inarcarsi. Aveva forse intenzione di ucciderlo?
”Kaiba…”
Il Faraone riprese a muoversi, stringendolo in sé, godendo
mentre il suo pene scorreva in lui, la punta che raggiungeva le profondità
del suo corpo. La sentiva risalire, arrivare in cima al suo intestino,
raramente Kaiba lo possedeva così a fondo, aveva una gran paura
di fargli male…
…ma quella notte era lui a comandare, a decidere cosa fare, a prenderlo
in sé fin dove desiderava, e l’antico re lo desiderava interamente…presto ci sarebbe stato il rischio che la sua esistenza terminasse, e non
voleva lasciarlo…
…non voleva lasciare Seto Kaiba…
”Stai piangendo?”
Lo Spirito del Puzzle sussultò. Non se n’era reso conto, ma
stava davvero piangendo.
’Kaiba…’
”…è…tutto troppo intenso…non ti preoccupare”
La sua vigliaccheria continuava a impedirgli di rivelare la verità…
”Yugi…”
”Ssshhh”
Il Faraone ricominciò a muoversi, annegando la preoccupazione nel piacere,
facendolo affondare sempre più in sé, marchiandosi totalmente
di lui. Qualsiasi cosa fosse accaduta, anche se non fosse riuscito
a rimanere lì, non avrebbe mai dimenticato Seto Kaiba.
Allungò una mano dietro di sé e iniziò ad accarezzargli
i testicoli, per aiutarlo a venire.
”T-Ti amerò…s-sempre”
gorgheggiò, venendo mentre il seme di Kaiba lo inondava, i
suoi pensieri cancellati da quel dolce calore.
………
”Stai bene?”
”Sì”
Il Faraone strofinò il viso contro il suo collo, rannicchiandosi
fra le sue braccia. Per fortuna il nodo che aveva fatto si era sciolto
in fretta, perché Kaiba non avrebbe resistito un minuto di
più senza poterlo toccare.
”Non fare più certe pazzie”
”Non è stato brutto”
protestò l’altro, sbadigliando. Il calore del suo corpo dopo
del sesso spinto, cosa poteva esserci di meglio?
”Non dico questo. Ma…mi hai fatto preoccupare”
gli confessò il suo ragazzo, posandogli le labbra sulla fronte
umida. Era stato un amplesso meraviglioso, ma quale prezzo era stato
pagato per tanto piacere?
”…stai tranquillo, è tutto a posto”
lo rassicurò lo Spirito, alzando il viso e chiedendo un bacio…quello
era stato uno dei lati peggiori dell’averlo legato. Non si erano potuti
baciare nemmeno una volta, e la cosa gli aveva dato un po’ fastidio.
Le loro bocche erano fatte per rimanere appiccicate…doveva trovare
un modo per rimediare all’errore che aveva commesso.
”Davvero?”
”Sì. Tu piuttosto, come…”
Il presidente fece una smorfia:
”Essere legato non mi è piaciuto…non ho potuto toccarti. La
benda mi ha dato delle belle sensazioni, ma se avessi potuto metterti
le mani addosso sarebbe stato meglio”
”Capito. D’ora in poi, al massimo ti benderò. Ora baciami”
Kaiba lo accontentò, assaporando il gusto morbido delle sue
labbra, mordicchiandogli la carne fino a farlo gemere. Lo voleva ancora,
desiderava possederlo nuovamente, ma era intimorito dal dolore che
aveva sentito. Se lo avesse preso cosa avrebbe provato? Gli
sarebbe piaciuto? O avrebbe finto per compiacere lui?
’…cosa ho fatto di buono per meritarmi lui?’
Ci pensava spesso…con tutte le colpe di cui si era macchiato, come
aveva fatto a conquistare un ragazzo come Yugi? L’angelo redentore
e il diavolo si erano incontrati?
’Probabilmente sì…’
Ringraziava il cielo per quel dono. Era come se fosse sempre stato
immerso nella pece. Poi una mano minuta e chiara, circondata da un’aura
divina, si era protesa verso di lui, e l’aveva tirato fuori dal nero.
E il suo tocco l’aveva purificato.
’Io sono…bianco’
Era solo merito di Yugi se era così. Se la sua anima era stata
redenta, se il suo cuore aveva ricominciato a battere.
’Non posso vivere senza di te’
Cosa avrebbe fatto se lui e Yugi si fossero nuovamente divisi? Non lo sapeva…probabilmente
sarebbe avvizzito, come una pianta senza sole e acqua, senza più
vita.
’…Yugi è la mia vita…’
”Yugi…”
mormorò, facendolo girare sulla schiena e scivolando delicatamente
fra le sue gambe.
”Vieni”
gemette l’altro, mentre il calore iniziava a diffondersi nel suo inguine.
”Ne sei sicuro?”
A dir la verità, Kaiba si era messo in quella posizione per
poterlo baciare meglio, per poter accedere liberamente alla sua pelle,
percorrere lo sterno e giocare con l’ombelico. Non aveva realmente
avuto intenzione di chiederglielo.
”Entra in me…dolcemente”
Le mani del presidente si spostarono sul suo corpo, dalla schiena
alla sua piccola apertura. Avrebbero fatto l’amore, di nuovo, per
ore…non avrebbe mai dimenticato quella notte.
Il treno correva veloce, tagliando la pioggia che
cadeva leggera. Il viaggio era ripreso senza inconvenienti, le squadre
della JR avevano lavorato tutta la notte per liberare i binari.
Il Faraone tornò al suo posto, barcollando leggermente. La
Millenium Tauk gli aveva donato una visione, e il suo animo
era ancora scosso. Non solo per quella, ma anche per la discussione
avuta dopo aver raggiunto l’area delle macchinette, per parlare in
pace al telefono.
Cosa devo fare?
chiese al suo amico, mentre Kaiba batteva sui tasti del portatile.
Aveva alcuni documenti da controllare, gli aveva detto, ma avrebbe
finito in fretta. Lui ne aveva approfittato per rispondere a una chiamata…il
suo cuore aveva perso un colpo quando aveva letto chi c’era dall’altra
parte del telefono…per questo si era allontanato.
Non lo so
rispose Yugi, tremando. Era giunta la fine, per tutti loro?
”Tutto a posto?”
gli domandò Kaiba, chiudendo lo schermo.
”Ah…io…”
Il cellulare di Kaiba tremò, e il ragazzo lesse l’sms.
”Merda…”
imprecò, stringendo il pugno.
”Q-Qualcosa non va?”
”Sì. Era Mokuba, ci sono dei problemi in Canada. Dovremo andare
là”
”Eh? Quando?”
Yugi guardò il Faraone…nel suo animo si scontravano sollievo
e disperazione. Sollievo perché probabilmente Kaiba non sarebbe
potuto andare con loro, disperazione…per lo stesso motivo. Quella
vacanza probabilmente era l’ultima volta in cui sarebbero potuti stare
assieme…
”Quando finirà la nostra vacanza, non ti preoccupare. Partiremo
un paio di giorni dopo, e non dovrebbe volerci molto”
”Ah…”
È la tua occasione per dirglielo, mio alter ego!
Io…
Devi farlo! Potresti non rivederlo più! Ma quella visione illumina
il vostro futuro, devi avere fiducia!
Io...potrei aver condizionato io l’Oggetto Millenario!
…lo so…
Qualcosa si spezzò nell’animo del Faraone, e i suoi occhi si
colmarono di dolore…Yugi seppe che non l’avrebbe fatto. Non avrebbe
detto a Kaiba la verità.
”Kaiba?”
”Hn?”
Incurante del resto della carrozza, il Faraone intrecciò una
mano con la sua:
”Prima, al telefono, era Isis”
”Ah”
Un brivido percorse la schiena del presidente: quella donna portava
solo guai.
”Mi ha chiesto di…raggiungerla in Egitto. Per…”
Lei gli aveva detto che era il momento di compiere il suo destino,
qualunque esso fosse. Di ritrovare la sua memoria, e raggiungere il
luogo cui la sua anima era destinata. Ma come poteva dirlo al suo
ragazzo?
”…per sistemare tutto, definitivamente”
”Hn”
Kaiba non disse nulla, attendendo che continuasse, nonostante un tarlo
avesse iniziato a rodergli la mente.
”Io…lei mi ha detto che siamo inviatati tutti…le farebbe piacere rivederci”
Il presidente rimase in silenzio, mentre quella discussione gli piaceva
sempre meno…il Faraone prese fiato, consapevole che l’altro non avrebbe
detto niente.
”Ha già parlato con Jono-uchi e gli altri…ha anche prenotato
i biglietti aerei”
”…previdente e servizievole”
L’altro annuì, stringendo forte la sua mano:
”La partenza è…il giorno dopo la tua, da quello che mi hai
detto”
”Hn”
Gli occhi blu fissarono la pioggia che cadeva, rendendo tutto più
grigio e triste. Cos’era quella pesantezza che gli gravava sul cuore?
”Kaiba…io devo andare”
Kaiba girò appena la testa:
”Lo so”
rispose con semplicità, senza rispondere alla sua stretta.
”Kaiba…”
Cos’altro poteva dire?
”Mi stai lasciando? Stai…mettendo fine alla nostra storia, per andare
laggiù?”
Il Faraone lo guardò, totalmente stupito:
”No, certo che no”
”Allora è tutto a posto. Quando tornerai mi racconterai tutto,
d’accordo?”
’Se tornerò…’
pensò il suo ragazzo, ricacciando indietro con forza le lacrime.
Devi crederci, credici fino in fondo! Non è possibile che siate
arrivati sino a questo punto senza un motivo!
”Io…ho avuto una visione. Con questa”
e gli mostrò la Millenium Tauk, il collare d’oro portato
da Isis, che dava la possibilità di vedere il futuro.
Come si aspettava, l’altro la guardò molto scettico:
”Non dirmi che credi a quella cosa? Ti ricordo che nel duello fra
me e Isis l’ha portata alla sconfitta. Se non vi avesse fatto affidamento
in quel modo, magari avrebbe avuto una chance in più”
Scuotendo la testa, il Faraone sorrise:
”Lì la Millenium Rod ha interferito con la tua memoria,
non penso che valga. E poi mi ha già mostrato una visione esatta
del futuro, quindi io…voglio crederci”
Kaiba sospirò, giocando con le sue dita:
”E cosa ti avrebbe mostrato, stavolta?”
Non avevano mai parlato di ciò che aveva visto durante il suo
scontro con Isis, quando era arrivato a sacrificare un Dio pur di
evocare il suo Drago. E nemmeno della visione avuta dal suo ragazzo…se
avesse riguardato loro gliel’avrebbe detto, quindi se non era così
allora non gli interessava.
”Noi. Noi due…più o meno”
”Cioè? Devo iniziare a preoccuparmi?”
Il Faraone sbatté le lunghe ciglia:
”No…non credo, almeno. Semplicemente io…ero davvero io. Cioè,
la mia pelle era come l’abbiamo vista nei tuoi ricordi, mentre tu
eri come sei ora, pallido come ti ho sempre conosciuto”
”Ero io e non Seth, insomma?”
”Sì. Decisamente”
”E cosa facevamo?”
L’altro sospirò:
”Eravamo nel tuo ufficio…abbracciati. Tu avevi addosso dei jeans neri
e un maglioncino viola, mentre io pantaloni blu e un maglione leggero
bianco, col collo alto”
”E avevi la pelle scura”
”Sì”
Kaiba picchiettò le dita contro il vetro:
”Manca ancora un po’ all’autunno”
”…già”
”Sei sicuro che quella collana mostri il futuro?”
”Sì”
Ma intimamente non ne era certo…come la Millenium Rod aveva interferito
durante il duello, non poteva il suo Puzzle aver piegato la collana
ai suoi sentimenti?
”Allora non abbiamo di che preoccuparci, giusto? Posso partire tranquillo…tu
tornerai da me”
Le ultime parole furono un sussurro, e il Faraone le percepì
appena, un tocco leggero che gli scaldarono il cuore. Aveva ragione
Yugi…doveva crederci.
”Ricordati sempre che ti amo, Seto Kaiba”
Fine
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