Pairing: Black/Piton Censura: VM 18
Nota:
i personaggi sono quasi tutti della Rowling, la storia, invece, le farebbe
arricciare i capelli, ma se lei scrivesse più in fretta io avrei meno tempo per
avere idee strane e “storpiare” le sue creature. E sì che ho sempre trovato
assurda questa accoppiata!
I PARTE
Il nuovo anno si presentava sotto i peggiori auspici per il professor Severus Piton: per l’ennesima volta non aveva ottenuto la cattedra di Difesa dalle Arti Oscure (che Silente ed il Ministero si ostinavano a dare alle persone più inette, pericolose o malintenzionate della Gran Bretagna) e questa volta erano riusciti a scovare un mago basso e tozzo, specializzato in psicologia sessuale, che probabilmente ne sapeva di Arti Oscure quanto Piton ne sapeva di tranert psaco … transert psicoanletico… quello che era! Un mago che, tra l’altro, non si sa per quale motivo, non riusciva a conservare i posti di lavoro…
Ma la Sfortuna aveva deciso di esagerare: il tetto
della casa di Remus Lupin stava cedendo e siccome lui non aveva né i soldi, né
l’energia per accomodarlo e un certo cane doveva restare tale, Silente aveva
pensato bene di invitarli a stare ad Hogwarts, neanche fosse stata una locanda!
Così Piton era decisamente di cattivo umore la sera
di inizio del nuovo anno scolastico e lanciava occhiate torve agli “intrusi”,
cercando di non ascoltare il nuovo professore che, seduto accanto a lui, non
faceva altro che ciangottare ininterrottamente di cose che a Piton non importavano
assolutamente.
Guardando Tartufo, il nuovo “cane” di Silente, si
stava chiedendo se gli sarebbe capitata l’occasione per dargli un bel calcio
nel posteriore e cosa avrebbe potuto fare, senza tradire la promessa fatta al
preside, per evitare che poi il sacco di pulci lo mordesse di rimando.
- Ma ho saputo che lei è un esperto delle Arti
Oscure! È tremendamente interessante… - il nuovo professore adesso si era
lanciato in una dissertazione sul fascino e la pericolosità della magia oscura.
Piton commise l’errore di ascoltare un attimo e poi
gli rivolse un’occhiata disgustata: se non altro questo non affermava di
conoscere ciò che non sapeva, ma era comunque riuscito a fargli venire il mal
di testa e stava blaterando di cose assolutamente senza senso, mischiando
nozioni elementari che si trovavano su qualsiasi libro, miti e leggende senza
alcun fondamento e pregiudizi da mercato! Semplicemente disgustoso!
Lanciò un’occhiata rassegnata verso il tavolo della
sua casa: i nuovi arrivati non promettevano speranze, né dal punto di vista
dell’intelletto, né dal punto di vista di capacità atletiche, erano tutti
piccole vipere, velenose a parole, ma nulla di più.
Lo sguardo si spostò sul tavolo del Grifondoro, dove
Potter era occupato a rimpinzarsi e scherzare con gli amici: sembrava aver
superato il trauma dell’anno precedente e quindi non c’era speranza che se ne
restasse tranquillo e, almeno per un anno, cercasse di restare fuori dai guai.
Un vago malessere attanagliò le viscere del
professore di Pozioni: erano al primo giorno e lui era già stanco delle
malefatte non ancora compiute dal malefico trio, lo sguardo insolente di
Potter, la mano perennemente alzata della Granger, prima che lui finisse di
formulare la domanda (Piton avrebbe desiderato una mano alzata anche tra le
file della sua casa, cosa che non avveniva mai … e Malfoy aveva la faccia tosta
di affermare la superiorità dei purosangue? Anche a Piton sarebbe piaciuto, ma
era dolorosamente consapevole che le cose non stavano così).
E quest’anno ci sarebbe stato pure quella carogna di
Sirius a dar man forte al pupillo!
E Lupin a farlo sentire in colpa: un lupo mannaro
non era assolutamente indicato come insegnante, eppure Silente aveva fatto
gentilmente capire a Piton che se Lupin non aveva i soldi per far accomodare il
tetto era perché aveva perso l’unico lavoro decente che fosse riuscito a
trovare e questo (Silente non l’aveva detto, ma era come se lo avesse fatto)
perché “qualcuno” glielo aveva fatto perdere…
Piton si sentì profondamente depresso e il professor
MacPenny (che nome idiota!) prometteva di far peggiorare il suo stato d’animo.
I primi giorni non servirono a migliorare la
situazione: dovunque andasse Piton aveva l’impressione di essere sotto
osservazione.
Ogni volta che lo incontrava, MacPenny stringeva gli
occhi e lo osservava con sguardo critico e aria assorta.
Irritato Piton avrebbe voluto sapere cosa frullava
in quella testa tonda come una pluffa… questo perché non lo sapeva…
Harry, Ron e Hermione aspettavano con curiosità di
assistere alla prima lezione di Difesa dalle Arti Oscure tenuta dal nuovo
professore.
MacPenny entrò con aria allegra.
- Buongiorno ragazzi, dunque, voi siete… vediamo, il
primo…no! Il quinto Grifondoro! – esclamò osservando il registro.
- Allora, oggi vi parlerò dei grandi maghi della
storia che si sono rovinati per essersi lasciati attrarre dalle Arti Oscure…
In breve la lezione di Difesa si trasformò in una
lezione di Storia, indubbiamente più interessante di quelle del professor Rüf,
ma cosa c’entrava con i modi di sconfiggere Lupi Mannari e Vampiri?
Nessuno di loro era tanto sciocco da farsi
affascinare dalla Magia Oscura.
- … d’altra parte questa è una campana, ma c’è anche
chi pensa che la Magia Oscura non sia in sé e per sé malvagia e che dipenda da
chi la usa, come credo la pensi il vostro professor Piton – i ragazzi si
guardarono: sì, era il tipo!
- … a proposito del vostro professore di Pozioni…
permettetemi qualche domanda: non ha un carattere molto…solare, vero?
I ragazzi sogghignarono, assentendo.
- In effetti non l’ho mai visto sorridere
apertamente o passare il tempo libero a chiacchierare piacevolmente con i suoi
colleghi.
I ragazzi assentirono di nuovo.
- Sapete se ha compagnia femminile o maschile?
I ragazzi lo guardarono allibiti.
MacPenny notò il loro sguardo disorientato.
- Beh, intendevo una compagnia intima, un partner
sessuale.
I ragazzi sobbalzarono al linguaggio esplicito del
professore: sì, avevano capito, ma il pensiero di Piton che scambiava smancerie
con qualcuno… era un’idea assolutamente raccapricciante!!
E poi Piton era un loro insegnante! Non era
pensabile che gli insegnanti avessero sentimenti ed emozioni d’amore…beh,
insomma, di quel tipo, come tutti!
E poi Piton meno di tutti gli altri!!
Scossero vigorosamente la testa e dei mormorii
imbarazzati aleggiarono nell’aula: ma che domande!
Invece il professore assentì.
- Questo spiegherebbe…
Nel frattempo, il professore oggetto delle domande
si trovava nello studio di Silente e se gli stavano fischiando le orecchie non
ci prestò attenzione.
Seduto in una sedia vicino alla vetrata, lasciava
vagare lo sguardo sul paesaggio, cercando di nascondere l’irritazione che si
stava tramutando in rabbia.
Silente si girò a guardarlo.
- Severus, sei dei nostri?
Piton gli gettò un’occhiata bieca senza girare la
testa.
- Avrei cose più importanti da fare che stare qui a
giocare! – rispose con tono acido.
La McGranitt spalancò gli occhi.
- Non mi sembra che stiamo giocando! Decidere se
Potter può andare a Hogsmeade, con Tu Sai Chi che lo cerca, ti sembra uno
scherzo?
- Sì! – rispose Piton furioso – Questa riunione è
una farsa! Possiamo decidere quello che ti pare, tanto Potter farà comunque
quello che vuole, come sempre!! Se gli impediamo di andarci lui non farà altro
che indossare il suo mantello, e direi che chi glielo ha dato è un
irresponsabile: come dare le chiavi di una cassaforte a un ladro!, si infilerà
in un passaggio segreto segnalato da quella dannata mappa, che suppongo sarà
tornata nelle sue mani, e ci andrà! Perché allora stiamo qui, a perdere tempo?!
Silente sussultò, sentendosi dare
dell’irresponsabile, ma non era sicuro che Piton avesse torto: lui stesso si
era chiesto se era stata una mossa saggia. Però lui si fidava di Potter! Ad
altri occhi, e in particolar modo a quelli di Piton, poteva apparire una mossa
molto poco saggia, visto la predisposizione di Harry a trovare o farsi trovare
dai guai.
Non disse nulla: Piton non l’aveva guardato nel
pronunciare quelle parole, anche se Silente sapeva a chi l’altro alludesse, e
non voleva mostrare la coda di paglia protestando.
Rimase pensieroso.
- Comunque qui ho il modulo firmato… – la McGranitt
pensò agli zii, Severus sapeva di chi era la firma e soffiò come un gatto –
quindi immagino che sia meglio dargli il permesso, così sarà possibile tenerlo
d’occhio.
Piton pensò a cosa sarebbe servita la sorveglianza
se Voldemort avesse deciso di andarselo a prendere: chiunque fosse stato
incaricato di sorvegliare gli studenti, sarebbe stato spazzato via come un
fuscello… sempre che Voldemort non decidesse di spazzar via tutto il paese,
giusto per stare tranquilli.
Le orecchie continuavano a fischiare…
- Beh, questo spiegherebbe il suo perenne cattivo
umore – stava continuando imperterrito MacPenny, ignorando deliberatamente che
quelli non erano discorsi da tenere a dei quindicenni, tra l’altro studenti del
soggetto. – Voglio dire: il professor Piton è relativamente giovane,
sicuramente all’apice della funzione riproduttiva e fare sesso è fondamentale
per una vita serena, almeno per la stragrande maggioranza degli esseri umani…
I ragazzi cominciarono ad arrossire, non mancando di
osservare che, comunque, c’erano seri dubbi che Piton fosse un normale essere
umano: i più sospettavano che ci fosse sangue gargoyle nelle sue vene.
- …certo, c’è sempre la masturbazione, per chi non
ha scelta…
- ……!!!
– tuttavia è
sempre un surrogato, mai come un sano rapporto a due!
Inoltre può essere facile se il vostro professore è
eterosessuale o omosessuale attivo, ma le cose si complicano un po’ se è
omosessuale passivo, immagino che capiate perché. Certo, con alcuni dei vostri
strumenti utilizzati a Pozioni…
Quando il quinto Grifondoro finì la lezione, gli
studenti erano rossi come pomodori e completamente senza parole, timorosi di
guardarsi in faccia per la vergogna.
- Allora ragazzi, come è andata la lezione? – Fred e
George erano arrivati alle spalle di Ron, Harry e Hermione. – Com’è il nuovo
prof… ehi, che facce! Guarda Fred: sono rosso fuoco! Cosa è successo?
Hermione sprofondò il viso tra le mani e scappò via,
ridacchiando istericamente; Ron ed Harry abbassarono la faccia mordendosi le
labbra.
- Lasciate stare! – pregò Ron – è irripetibile!
Oddio, non ci posso credere!
E se possibile diventò ancora più rosso.
Logicamente fu la strategia giusta per far
appiccicare i gemelli, che adesso volevano assolutamente sapere: Ron ed Harry
fuggirono via inseguiti.
Quella giorno, a pranzo, Piton si sentiva osservato:
ogni volta che alzava lo sguardo c’era qualche studente del quinto Grifondoro
che abbassava la testa, arrossendo furiosamente. La cosa lo irritava
profondamente!
MacPenny stava nuovamente ciangottando su qualcosa e
il professore di Pozioni stava pensando a come eseguire un incantesimo di
silenzio, mentre sollevava il calice per bere, quando il suo collega si
interruppe e poi, con tono tranquillo, e normale…
Harry e Ron stavano guardando di sottecchi Piton,
quando videro il professore di Difesa dire qualcosa e Piton a momenti si
soffocò con il vino che stava bevendo: non era possibile che il professore
avesse osato chiedere al diretto interessato…
Piton tossì violentemente, poi alzò la testa e si
girò a guardare MacPenny
- Prego? Credo di non avere capito la sua domanda! –
perché, logicamente, non poteva essere quello che gli era parso di capire.
MacPenny ripeté tranquillamente.
- Volevo sapere quando è stata l’ultima volta che ha
avuto un rapporto sessuale.
…. Piton aveva capito bene…
Il professore di Pozioni guardò il collega
completamente sconvolto: neanche suo padre si era mai permesso di rivolgergli
una domanda simile!
Piton guardò MacPenny, che gli restituì uno sguardo
tranquillo, come se gli avesse chiesto che tempo faceva.
Non era arrabbiato: era troppo basito per essere
arrabbiato, ma poi un barlume di consapevolezza lo scosse.
- …questi sono fatti miei! – poi la consapevolezza
lo svegliò del tutto - Come si permette di farmi una domanda simile? Questi non
sono assolutamente fatti suoi!! – Piton era troppo educato per dire parolacce.
Harry e Ron guardarono orripilati l’espressione sul
viso di Piton: MacPenny aveva osato!!
Beh, non avevano avuto abbastanza tempo per
giudicare il professore di Difesa: certo che stava battendo ogni record di
brevità di durata, tra i professori di Difesa dalle Arti Oscure che avevano
avuto, visto che Piton lo avrebbe fulminato a momenti…sempre che Silente,
giratosi a guardarli, non riuscisse a sottrarlo agli strali del collega e
rimandarlo indietro, al mittente, sano e salvo.
MacPenny non sembrava essersi reso conto del
pericolo.
- Vede, mi chiedevo il motivo del suo perenne
cattivo umore e, da quello che dicono i suoi studenti, lei non ha un partner
sessuale, per cui…
- …i miei
studenti…….
Lei ha
chiesto ai miei studenti?!!!! – il colorito pallido di Piton prese
un’improvvisa e pericolosa sfumatura rosa, mentre gli occhi si spalancavano e
le pupille si dilatavano per lo shock.
- Lei… tu… - e a questo punto la buona educazione di
Piton fu travolta da un mix di ira, sconvolgimento, vergogna, orgoglio offeso e
vari altri sentimenti che non contemplavano né la calma, né il perdono.
- °##§***++!!!! – (lasciamo alla vostra fantasia la
traduzione! N.d.A.)
I professori si girarono a guardare stupiti Piton
che urlava insulti in varie lingue e sembrava stare per avere un collasso.
Poi tirò fuori la bacchetta: Silente balzò in piedi,
ma non aveva fatto un passo e sulla sedia di MacPenny c’era un rospo come
quelli che Piton usava per le sue pozioni.
La McGranitt non conosceva le circostanze, ma pensò
bene di afferrare il rospo prima che Piton lo sottoponesse ad una vivisezione
seduta stante.
Silente si avvicinò.
- Severus! Si può sapere cosa succede?
Il professore lo guardò e poi cercò di spiegare, ma
era troppo infuriato.
- Lui! Questo coso!! Ha osato!! … Ah, è assurdo!!
Come ti sei permesso, imbecille che non sei altro?!! ## ! – Scosse la testa e affondò
il viso tra le mani, sapendo troppo bene, se due più due fa quattro, a quale
classe, di quale casa, quel CENSURA era andato a chiedere “informazioni” sulla
sua vita sentimentale!!!
Hermione, Harry e Ron si guardarono in faccia, poi
Piton li guardò tra le dita e lo sguardo folle che gli lanciò li preoccupò: nel
pomeriggio avevano giusto doppia lezione di Pozioni…
*
II PARTE
Piton entrò nella classe un po’ più calmo. Aveva appena passato un’ora nello studio di Silente cercando di spiegare cosa era successo, cosa che era riuscito a fare dopo aver mandato giù una pozione calmante: Silente aveva redarguito animatamente il professore di Difesa e lo aveva severamente diffidato da fare ancora una cosa del genere, pena il licenziamento!
Adesso la storia non sembrava più tanto drammatica e
Piton si vergognava un po’ per aver perso il controllo in quel modo.
Guardò il quinto Serpeverde: Malfoy ed i suoi
compagni morivano dalla curiosità di sapere cosa era successo.
Inconcepibilmente i Grifondoro sembravano saperlo, ma per nulla al mondo i
Serpeverde si sarebbero abbassati a chiedere loro e quindi facevano gli
indifferenti.
Spostò lo sguardo sul quinto Grifondoro: Potter
sapeva! Probabilmente lui ed i suoi amici si erano fatti quattro risate alle
sue spalle: quanti punti sarebbe riuscito a togliergli?
- Oggi prepareremo una pozione di congelamento
immediato. Useremo le alghe vetrose, molto appiccicose, quindi prendete il
mortaio ed il pestello di vetro. – e così dicendo sollevò il suo pestello, di
vetro smerigliato.
La reazione dei Grifondoro fu a dir poco
incomprensibile: i ragazzi alzarono lo sguardo allarmati, e poi riabbassarono
immediatamente lo sguardo arrossendo terribilmente.
Piton li guardò stupito: che diavolo avevano?
- Avete tutti i pestelli in vetro?
I Serpeverde assentirono tranquilli, i Grifondoro
assentirono divenendo ancora più rossi, scossi da risatine isteriche, mentre le
ragazze affondavano il viso bollente tra le braccia.
- Si può sapere cosa succede?! – Piton guardò i
ragazzi scarlatti, mentre anche i Serpeverde si giravano a guardare, sempre più
curiosi.
Solo i Grifondoro avevano quella reazione anormale:
nella mente di Piton cominciò a farsi strada un terribile sospetto…
- Potter! – Harry alzò la testa allarmato – Voglio
sapere che cosa vi prende! Spiega!
Harry trattenne il fiato.
- Qui, davanti a tutti?… Non posso!
Piton chiuse gli occhi: come temeva.
- Prendete il libro a pagine 113 e copiate la
formula, poi iniziate a lavorare. Potter, vieni con me!
Entrarono nel freddo studio di Piton, poco distante
dalla classe: il professore accese il fuoco con la bacchetta e si sedette
dietro alla scrivania (qualcosa gli diceva che era meglio sedersi), facendo
cenno a Potter di sedersi nell’altra sedia, di fronte a lui.
- Adesso non ci sente nessuno. Allora?
Potter si guardò le mani, desiderando di trovarsi in
qualsiasi altro posto.
- Io … mi vergogno troppo!
Piton si alzò furioso, avanzò verso un armadio,
trafficò un po’ e tornò con un calice pieno di qualcosa.
- Bevi!
Il ragazzo guardò allarmato il liquido. Piton
sbuffò, leggendo i suoi pensieri.
- Non è Veritaserum! È solo una pozione che ti
renderà capace di dirmi qualunque cosa, senza vergogna! Bevi!!
Il professore era vicino al limite di sopportazione:
Potter bevve e immediatamente si sentì più tranquillo e adesso la storia
sembrava divertente.
- Allora?
Potter prese a raccontare quello che il professore
aveva detto loro a proposito della masturbazione e sull’utilità di alcuni
strumenti, come i pestelli di vetro, per soddisfare alcuni stimoli…
Per la prima volta Potter vide il viso di Piton
arrossarsi sul serio, mentre il professore si copriva la bocca con una mano e
spalancava di nuovo gli occhi: sentiva di avere immediatamente bisogno di
un’altra dose di pozione calmante, ma non era sicuro di essere in grado di
alzarsi.
Silente stava leggendo tranquillamente la posta
della giornata, quando la porta del suo studio si spalancò ed entrò un Piton
particolarmente imbarazzato che si trascinava dietro un Potter insolitamente
tranquillo.
Il primo pensiero fu che Harry ne aveva combinata
un’altra delle sue, ma entrare senza bussare, comunque…
- Racconta! – intimò Piton al ragazzo e Potter
raccontò.
- Oh, cielo! – fu tutto quello che Silente riuscì a
dire, cercando di nascondere un colpevole divertimento, perché comunque era una
questione seria.
- Preside! – Piton era alquanto agitato – Chiedo il
permesso di eseguire un incantesimo di memoria sul quinto Grifondoro! Il prima
possibile!
Silente ci pensò un po’ su.
- Beh, sì, immagino che si possa fare: Potter, per
quanto tempo ha parlato MacPenny di … ehm, questi argomenti?
- Circa venti minuti.
- Uhm…immagino di poter chiedere a Vitious…
- NO! – Piton scattò in avanti – Non è possibile
spiegargli cosa fare senza dirgli niente ed io non voglio… che qualcuno sappia!
Silente lo guardò curioso.
- Sappia cosa? Severus, è MacPenny che si deve
vergognare, non tu! Non credo che i ragazzi sappiano qualche tuo segreto!
Piton respirò a fondo: era vero!
- Ma non voglio che qualcuno pensi a ciò che quello
sciagurato ha fatto pensare a loro!
Il preside inarcò un sopracciglio.
- Lo sai che sei complesso, Severus?… Comunque sei
in grado di farlo?
Piton lo guardò in tralice: quando era entrato ad
Hogwarts conosceva tanti incantesimi quanto un ragazzo del settimo anno, quando
ne uscì aveva una conoscenza pari a quella di un mago con il doppio dei suoi
anni! Forse era un po’ fuori allenamento con gli incantesimi di Magia Oscura
perché non li aveva più usati da quando aveva iniziato ad insegnare, ma un
semplice incantesimo di memoria…
- Vitious non passa il tempo a far perdere ricordi
alla gente! Lo posso fare come se non meglio di lui!
Silente sospirò.
- D’accordo!
Quella sera, a cena, il quinto Grifondoro era un po’
confuso: Harry e Ron guardavano stupiti Fred e George che volevano sapere a
tutti i costi: sapere cosa? La lezione di Difesa dalle Arti Oscure era stata
più che altro noiosa ed era stata una lezione di Storia, di fatto. Arrossiti?
Non ricordavano di essere arrossiti! E perché, poi?
Al tavolo degli insegnanti MacPenny aveva cambiato
posto ed ora sedeva accanto a Vitious, Piton aveva l’aria di aver avuto una
giornata disastrosa e Silente guardava ora l’uno, ora l’altro, come se temesse
una nuova aggressione da parte del professore di Pozioni – ma perché Piton
aveva aggredito il professore di Difesa? Hermione era sicura di averlo saputo…
ma ora non ricordava più…
MacPenny, al suo nuovo posto, non si preoccupava dei
rimproveri del preside: dopotutto lui stava agendo per aiutare il professor
Piton e aveva saputo quello che voleva sapere. Era chiaro qual’era il problema:
a Piton mancava un po’ di sano, buon sesso.
Beh, evidentemente era troppo timido…forse troppo
controllato, per cercarsi un partner (se aveva indovinato, e di rado sbagliava
in queste cose, il professore era attratto da individui del suo stesso sesso),
ma questo non era un problema: i filtri d’amore erano teoricamente vietati, ma
in casi di necessità, probabilmente si poteva fare un’eccezione! Bisognava solo
scegliere.
In realtà ad Hogwarts non c’era molta scelta: c’era l’ospite, quello magro, dall’aria non troppo sana, che sembrava avere la stessa età…
- vada per quello!
Al suo posto, Piton ebbe un brivido premonitivo!
Il giorno dopo MacPenny mise in atto il suo piano
scellerato: scoperto dove si trovavano le cucine, vi si recò e con la scusa di
un medicinale per il suo cattivo stato di salute, convinse gli elfi domestici a
mostrargli la coppa di Remus Lupin, e dalla disposizione capì qual’era quella
di Piton.
Il filtro Actira era insapore ed inodore:
l’ideale, avendo a che fare con un esperto di pozioni!
Durante il pranzo Piton si servì abbondantemente di
vino: era un periodo decisamente stressante, e MacPenny, calmo e tranquillo, lo
preoccupava ancora di più!
Lupin, riempito il calice, stava per bere quando
sentì un colpetto alla gamba: Tartufo, ciotola in bocca, era grato dei
succulenti ossi che insegnanti e studenti gli mandavano, ma aveva una disperata
voglia di vino, cosa alquanto disdicevole per un cane…
Lupin sorrise e gli versò il vino della sua coppa
nella ciotola: il cane lappò deliziato.
Quel pomeriggio Piton cominciò ad avvertire una
strana sensazione, difficile da definirsi: una sorta di smania, una
consapevolezza del proprio corpo che sembrava aver bisogno di…
Mentre scriveva gli ingredienti della pozione sulla
lavagna pensò che dovevano essere le conseguenze della sconsideratezza di
“qualcuno”: preferiva non pensare a certe cose, dopo aver impiegato tanto tempo
a spegnere i suoi bisogni e desideri. Pensarci rischiava solo di
riaccenderli…come stava succedendo, a quanto sembrava.
Ma con il passar del tempo la smania si faceva
sempre più forte, il corpo si stava tendendo ed il bisogno si stava rendendo
sempre più chiaro ed impellente…
Dannazione! Quelli erano i sintomi di un filtro
d’amore!
Piton sbatté le mani sulla cattedra, facendo
sussultare gli studenti del primo anno: quell’imbecille!! Per questo era tanto
tranquillo!
Calma!
L’importante era non perdere il controllo e capire
quale filtro quel ### aveva usato!
Non ne aveva avvertito il sapore, quindi doveva
essere insapore; non si sentiva attratto dai suoi colleghi, che aveva guardato
mentre mangiava, quindi non era uno di “quei” filtri… questo significava che il
filtro era specifico, portava verso una persona specifica… alla quale
probabilmente era stata somministrata la stessa pozione, per creare attrazione
reciproca e portare verso quella persona e solo quella…Actira!
L’antidoto era semplice…no problem!
Appena finite le lezioni, Piton entrò nel suo studio
e cominciò a preparare l’anti-filtro: dopo avrebbe fatto nuovi esperimenti su
un rospo…
Alga Fucus, polvere di corno di unicorno, Dentella
Bianca…dov’era la Dentella?… Finita?
La Dentella era finita il giorno prima e Piton aveva
dimenticato di chiedere ad Hagrid di procurarsela a Hogsmeade, quando era
andato a fare commissioni…
Poteva chiederla alla professoressa Sprite… no
problem! No problem!! Calma e sangue freddo!
Aprì la porta del laboratorio e si trovò davanti
Sirius sotto forma di cane.
- E tu che vuoi, sacco di pulci? Togliti che ho da
fare!
Ma il cane lo spinse con il muso e una volta dentro
si trasformò, quindi chiuse la porta e lo guardò con uno strano sguardo.
A Piton bastò guardarlo un attimo per sentirsi male:
all’improvviso le vampate di desiderio avevano trovato il soggetto prescelto.
- Dannazione!! Non tu! – gli sfuggì in un ringhio.
Sirius lo guardò furente.
- Lo sai, allora, cosa sta succedendo! Che hai
combinato?
Piton lottò tra il desiderio di fulminarlo e il
desiderio di baciarlo.
- Cosa hai in quella zucca vuota?! Come osi pensare
che sia stato io!! – sputò furente – Hai presente quella sciagura ambulante che
avevo trasformato in rospo?
E si rintanò dietro la scrivania, lottando
eroicamente contro il desiderio raccapricciante di abbracciare l’essere che
forse odiava di più al mondo.
Sirius, addossato alla porta, dalla quale preferiva
non staccarsi, strinse gli occhi e lo guardò sospettoso …però non si era mai accorto del fascino,
forse un po’ perverso, di quel maledetto serpeverde… (!)**##§
- Perché? – sibilò.
- Te lo spiego dopo: adesso togliti da quella porta,
così posso andare a prendere l’ultimo ingrediente per l’antidoto! – disse,
rimanendo ipnotizzato dallo sguardo lucente dell’altro.
Una fugace immagine di loro due avvinghiati sulla
scrivania lo attraversò come un fulmine, facendolo rabbrividire, scosso tra
piacere e disgusto.
Scosse la testa, furente con se stesso, e avanzò di
nuovo verso la porta, deciso ad oltrepassarla e andare dalla professoressa di
Erbologia.
Sirius sembrò farsi docilmente da parte, ma quando
Piton mise la mano sulla maniglia lo afferrò bruscamente, attirandolo a sé e
cingendolo alla vita.
Piton fu preso alla sprovvista, ma riuscì a
bloccargli la testa prima di essere baciato.
- Sei impazzito?!! – strillò, sentendo la propria
determinazione venirgli meno – Lasciami immediatamente!! Concentrati su quello
che provi per me! Disgusto, odio, disprezzo, quello che vuoi, ma, dannazione,
opponiti al filtro!!
Sirius sembrò rientrare in sé.
Per un attimo.
Poi il filtro buttò fuori dal cervello la ragione e
Sirius si ritrovò a pensare che Piton non era affatto disgustoso, e che “odio”
era una parola troppo grossa, e non c’era nulla nell’altro da disprezzare…
anzi! C’era molto da apprezzare… era adorabile… e probabilmente lui era
impazzito, ma non ci poteva fare niente!
E scostando il braccio di Piton che li teneva
separati, baciò famelicamente il suo rivale sul collo.
Piton rabbrividì e si arrese all’effetto del filtro
che gli offuscò la mente, cancellando ogni riserva e precauzione.
Ansimando, le pupille dilatate, si staccò un attimo
dal suo amante, aprì la porta del laboratorio e lo condusse nelle sue stanze,
poco distanti.
Quello che seguì potrebbe essere definito un
combattimento selvaggio: ambedue, per ragioni diverse, non facevano sesso da un
tempo che MacPenny avrebbe definito “scandalosamente e insanamente lungo” e
l’energia repressa che si liberò di colpo li travolse entrambi.
Crollarono sul letto, strappandosi l’uno i vestiti
dell’altro e baciando ogni parte di pelle nuda che si andava liberando,
accarezzando e strofinando il collo, mordicchiando le spalle, graffiando la
schiena.
Troppo impegnati a rotolarsi animalescamente l’uno
sull’altro, non sentirono assolutamente la campana che annunciava la cena.
Gli insegnanti si accomodarono ai loro posti lungo
il tavolo della sala grande, imitati dagli studenti.
MacPenny notò, indegnamente soddisfatto, il posto
vuoto del professor Piton, ma restò sorpreso quando vide entrare Remus Lupin,
estremamente tranquillo, quando il filtro doveva ormai averlo mandato fuori di
testa.
Qualcosa non aveva funzionato, eppure lo aveva visto
servirsi il vino nel calice … però non l’aveva visto bere, adesso che ci
pensava!
E allora con chi era, adesso, il professor Piton?
Il filtro era abbastanza concentrato da non permettere
distinzioni…
E se lo aveva bevuto un elfo domestico addetto a
sgombrare i tavoli?
E se il vino era finito nello scarico, e da qui nel
lago, ed era stato assorbito dalla piovra gigante?!
La fantasia del professore galoppò, sempre più
catastrofica, prospettando scenari sempre più assurdi, perché comunque Piton
era l’unico a mancare … oltre al cane di Silente…
MacPenny era sconsiderato, ma non del tutto privo
d’istinto di sopravvivenza, fattore che gli fece prendere in considerazione la
possibilità di fare immediatamente le valigie e sparire prima che il filtro
finisse il suo effetto!
Nel frattempo anche Silente si era accorto della
mancanza di un commensale e aveva mandato Gazza ad indagare.
Anche Sirius era impegnato ad indagare i recessi più
bui ed umidi del corpo di Piton, mentre quest’ultimo sembrava deciso a voler
staccare il lobo di un orecchio di Black risucchiandolo, quando qualcuno bussò
alla porta piuttosto forte.
Entrambi si immobilizzarono.
Piton non intendeva alzarsi, ma lo scocciatore insisteva.
- Professor Piton, è qui?
Black sbuffò.
- Schiantalo!
Ma Piton scosse la testa, si districò a fatica dal
groviglio di arti e lenzuola impicciate e, presa una vestaglia attraversò il
salotto avvicinandosi alla porta. Un’occhiata all’orologio sulla mensola del
camino spiegò l’inopportuna interruzione.
Aprì la porta di uno spiraglio e cercò di prendere
un’aria confusa e depressa.
- Gazza! Non mi sento affatto bene… scusami con
Silente e gli altri… - fece per richiudere la porta, ma il bidello la fermò.
- Vuole che le chiami Madama Chips?
Nel frattempo Black era strisciato alle spalle di
Piton e gli stava rendendo difficile continuare a fingere, mentre dita curiose
s’intrufolavano dove non dovevano.
Severus sussultò.
- No Gazza, davvero! Non è necessario…solo un po’ di
mal di testa… - e coprì con un colpo di tosse il gemito che avrebbe emesso:
Black stava disturbando zone delicate, che da tempo vivevano in pace senza
visitatori.
Cercò di nuovo di chiudere la porta.
- Se vuole, ho un rimedio eccezionale per il mal di
testa!
Piton era sull’orlo di una crisi di nervi, tra il
piacere che gli stava facendo perdere il controllo e la necessità di mostrarsi
malato.
- No Gazza, voglio solo dormire! – e gli sbatté la
porta in faccia, afferrando poi la mano di Black e togliendola dalle sue parti
intime, scoccando un occhiata piccata a Black. Questi sorrise e lo trascinò di
nuovo in camera da letto.
Di nuovo ripresero a strusciarsi, questa volta con
un po’ più di calma, visto che l’interruzione li aveva un po’ raffreddati, ma
presto la temperatura ricominciò a salire.
Black sembrava avere una certa esperienza e sapeva
quali punti toccare o accarezzare, mordicchiando e succhiando a turno i
capezzoli turgidi o seguendo con le dita la lieve curva dei fianchi, il membro
eretto per finire tra le natiche, un dito dentro un antro ancora inesplorato.
Piton, impegnato a contare con le dita le vertebre
della schiena del suo amante, s’inarcò mugugnando e ponendosi indolentemente un
dilemma: le intenzioni di Black erano chiare, mentre un secondo dito scivolava
dentro la stretta apertura e lisciava muscoli non abituati a ricevere visite
dall’esterno. E da un lato era esattamente ciò di cui lui aveva bisogno… anche
se non aveva mai pensato al pestello da mortaio di vetro…
Black esercitò una lieve pressione in corrispondenza
della prostata e Piton lasciò strisce rosse sulla sua schiena, agitandosi e
addentando le labbra risalite a baciarlo.
… ma dall’altra parte, una sezione del cervello si
ricordava, a livello puramente accademico, che quello era Sirius Black, un
nemico, ed essere posseduti da un nemico crea qualche problema all’orgoglio.
Il dilemma era troppo arduo per la mente appannata
di Piton: concluse che era inutile preoccuparsi prima e se ne sarebbe occupata
dopo che il fattaccio era successo (“dopo”? Nel bel mezzo di una copula il
cervello non riesce a capire bene quando pensa cose assurde!)
Le dita uscirono e Black guardò negli occhi Piton,
quasi a chiedere il permesso. Ritenne che strizzare gli occhi equivalesse ad un
assenso.
Sollevando tra le braccia le gambe di Severus, lo
penetrò lentamente, dandogli il tempo di abituarsi all’invasione, affondando il
membro turgido fino alla radice.
All’inizio l’altro s’irrigidì, ma dopo un po’ si
rilassò, accettandolo con un gemito.
Black cominciò a muoversi, all’inizio dolcemente,
per poi accelerare il ritmo e la forza delle spinte, cercando di raggiungere il
punto d’oro.
Piton si adeguò al ritmo, scuotendo la testa, mentre
il pube dell’altro strusciava e massaggiava la parte posteriore del suo membro.
Il desiderio di fondersi li portò ad accoppiarsi con
più forza, abbracciandosi, gli occhi chiusi, mentre in Piton il piacere si
mescolava ad dolore sordo, che non desiderava spegnere.
L’eccitazione raggiunse l’acme: Piton s’inarcò,
venendo, seguito a breve da Black, che grugnì scotendosi e crollandogli
addosso.
Respirarono affannosamente, cercando di riprendere
fiato e aspettando che il cuore si calmasse. Poi Black uscì dal corpo
dell’altro e si distese di schiena, attirando Piton che si rannicchiò al suo
fianco, appoggiando la testa sul suo petto.
Si asciugarono lentamente il sudore e gli umori con
il lenzuolo ormai stropicciato e zuppo oltre ogni possibilità e si
addormentarono.
Silente aveva ricevuto un gufo dopo l’ora di cena:
la lettera veniva dal Ministero e chiedeva informazioni sul comportamento di
MacPenny, perché era successo che, durante i suoi precedenti incarichi, si
fosse lasciato trasportare da una certa “deformazione professionale”, mettendo
in imbarazzo i suoi colleghi con domande…inopportune.
Il preside si lisciò la barba: simili informazioni vanno date prima e non a un mese dall’inizio dell’anno scolastico!
Piton, già di suo maldisposto verso gli insegnanti
di Difesa dalle Arti Oscure, aveva sviluppato una preoccupante avversione verso
MacPenny, né lo si poteva criticare, visto quello che era successo.
Quella sera, inoltre, MacPenny era parso molto
agitato ed era scomparso appena finita la cena… e Piton non era presente…
Gazza aveva riferito il suo colloquio con il
professore ed il comportamento strano che questi aveva manifestato: Silente
subodorava guai in vista, perché era la prima volta in assoluto che Severus
manifestava mal di testa e saltava per questo la cena. D’altra parte non
riusciva a collegare tra di loro i comportamenti insoliti dei due professori.
Neanche Sirius era presente: doveva collegare anche
questo o erano semplici coincidenze?
Fu con un senso di inquietudine che il preside andò
a dormire.
III PARTE
Il giorno sorse nebbioso ed una debole luce si
insinuò a fatica per la stretta finestrella vicina al soffitto, della camera di
Piton.
Infreddolito, questi prese lentamente coscienza:
perché sentiva così freddo? Ma era ancora troppo addormentato per muoversi.
Ancora lentamente, ricordi sfocati e vaghi si insinuarono nella mente: qualcosa
riguardante il rotolarsi nel letto con Sirius Black… che incubo! Come poteva il
suo subconscio partorire sogni così assurdi?
Ed era così freddo!
Cercò a tentoni la coperta, trovando solo il
lenzuolo e sfiorando la propria pelle nuda…nuda?
Di colpo aprì gli occhi ed alla debole luce si
scoprì completamente nudo, sotto un ammucchiato lenzuolo.
Con il cuore che batteva furiosamente girò
lentamente la testa e restò un attimo pietrificato ad osservare il profilo di
un Black profondamente addormentato e decisamente nudo come un verme, accanto a
sé.
L’urlo di raccapriccio esplose nella testa di Black,
facendolo balzare al sedere sul letto, con il cuore vicino ad un infarto.
Guardò, sconvolto e confuso Piton, in ginocchio sul
letto - anche lui notò che l’altro era completamente nudo – ansimante, che lo
guardava con uno sguardo folle.
Il primo pensiero fu “Che ci fa questo bastardo
nel mio letto?”.
Il secondo fu “Che ci fa questo bastardo nel mio
letto, completamente nudo?”.
Il terzo fu “Ma questo non è il mio letto!!”
Quindi anche la sua mente fu invasa da ricordi nebulosi e, a meno che non stesse ancora sognando, era esattamente ciò che era successo… sì, Piton aveva ragione.
- Aarghh!!!
Accertatosi che anche l’altro aveva realizzato, Piton balzò giù dal letto e afferrò la bacchetta, deciso a porre fine in anticipo, anche quell’anno, alle lezioni di Difesa… per decesso del docente!
Poi si bloccò, pensando che forse era meglio mettersi qualcosa addosso e poi c’era qualcosa di più urgente da fare, prima.
Afferrò la vestaglia, lanciando un’occhiata bieca a Black che si stava lentamente riprendendo dallo shock e si avviò alla porta.
- Dove pensi di andare?! Non puoi andartene! – chiese Sirius, scendendo dal letto e cercando i suoi vestiti.
- Prima vado ai bagni! – gli rispose Piton con un ringhio –Non sopporto di avere la tua puzza addosso! E… - ebbe un leggero mancamento pensando a cos’altro aveva addosso dell’altro, a cosa gli aveva permesso di fare!! - … e poi vado a commettere un omicidio!! E sfido qualsiasi tribunale a condannarmi!!! È più probabile che mi daranno un riconoscimento per averli liberati da quella piaga!
E si sbatté la porta alle spalle.
Sirius chiuse gli occhi per mettere a posto i pensieri, quando la porta si spalancò di nuovo.
- Ed esci immediatamente dal mio letto!! – urlò Piton, facendo capolino – Non voglio trovarti qui, quando ritorno!
E la porta sbatté di nuovo.
Quel giorno fu decisamente una giornata nera: dopo
il bagno, da cui Piton uscì rosso come un granchio per la furia con cui si era
strofinato, il professore si diresse come una furia nelle studio di MacPenny,
solo per trovarlo deserto, e un’incursione nelle sue camere diede lo stesso
risultato, più la constatazione che le camere erano state accuratamente
liberate.
Piton ruggì e, per quanto fosse inutile (era
evidente che il ### se l’era squagliata!), eseguì una minuziosa ricerca per
tutta la scuola, se non altro per sapere se era raggiungibile: risultò che il
professore di Difesa dalle Arti Oscure era sparito dalla sera prima.
Gli studenti che quel giorno ebbero Pozioni non
scordarono facilmente quelle ore: anche quando era di buon umore Piton era
spietato a lezione, quel giorno si comportò da vero figlio di carogna, anche
con i suoi Serpeverde (ma vi sentite di condannarlo?).
E come se non bastasse Tartufo, il cane di Silente,
era in vena di mordere, e studenti troppo spiritosi furono costretti a
ricorrere alle cure di Madama Chips, per lacerazioni da denti sui posteriori o
al polpaccio.
Silente convocò ambedue ed i suoi sospetti furono
confermati: MacPenny aveva colpito ancora, Piton non stava affatto meglio, dopo
aver finalmente liberato la sua energia sessuale, adesso anche il “cane” aveva
la luna di traverso e la scuola aveva bisogno, per l’ennesima volta, di un nuovo
professore di Difesa dalle Arti Oscure!
Fine