Un anno
dopo
parte I
di Kira
-Uffa! Non ce la
faccio più a stare così senza far niente! Sto bene, la fisioterapia è
finita…si può sapere perché mi obbligano a oziare in questo modo? Io
voglio giocare a basket!-
-Guarda che se volevi
allenarti potevi dirmelo,è da un pezzo che potresti fare quello che vuoi...
-CHECCOSA??!?! Si può
sapere cosa diavolo aspettavi a dirmelo Brian!?! L’ispirazione??-
-Calmati Hanamichi!
Pensavo solo che non fossi ancora pronto mentalmente per tornare a giocare!
Sai che alcuni miei amici dopo un infortunio non se la sono più sentiti di
tornare in campo?-
- Allora conosci qualcuno
che gioca?? Presto portami da lui, voglio iniziare oggi stesso!-
- Ehi ma non lo sai che
questa è la patria del basket?? Qui tutti lo conoscono! Io stesso faccio
parte della squadra del liceo, ma le hai mai lette le lettere che ti ho
mandato quando eri in Giappone??-
-…lettere?... No, scusa
forse non ho capito…tu giochi a basket…e non mi hai detto niente in tutti
questi giorni!?!?!!...ma sei pazzo!!!-
Un ragazzo alto poco meno
di 1metro e 90 guardava Hanamichi con aria divertita. Aveva un bel fisico
atletico e gli stessi capelli rossi del cugino, ma i suoi lineamenti erano
marcatamente occidentali e gli occhi azzurri come il cielo.
-Come on! Andiamo da David
allora! Ricordi il mio amico? È anche un mio compagno di squadra, se tu
vorrai per farmi perdonare saremo i tuoi allenatori personali…-
- e come ve la cavate??-
- Mh, non male direi! Si
può dire che siamo gli assi della squadra!-
-Se se….vedremo….-
Arrivati al campetto
Hanamichi iniziò subito a palleggiare, quanto gli mancava la sensazione di
quella palla ruvida tra le dita… se chiudeva gli occhi poteva tornare
mentalmente a quella partita contro il Sannoh, a quella vittoria grazie ai
passaggi con Rukawa e al suo incidente…
Era un mese che si trovava
in america…
Sua madre lo aveva
spedito,contro la sua volontà,dalla sorella. Aveva detto che lì avrebbe
avuto le cure migliori e un’assistenza adeguata: lei da sola non avrebbe
potuto stargli accanto tutto il tempo necessario e non poteva certo smettere
di lavorare… Il rossino aveva provato ad opporsi in ogni modo, le aveva
assicurato che ci sarebbero stati i suoi amici dell’Armata al suo fianco ma
lei era stata irremovibile, non poteva dare una responsabilità così grande a
dei ragazzi, per quanto fossero in gamba.
All’inizio pensava che non
avrebbe mai sopportato i commenti dei suoi parenti.
Cosa credevano? Che non li
sentisse quando parlavano di suo padre alle sue spalle? Non lo avevano mai
visto di buon occhio e non avevano mai avuto alcun riguardo nei suoi
confronti già quando era vivo, ma ora che era morto era anche peggio! Per
suo nonno poi era solo un poveraccio che con qualche bella parola aveva
convinto la sua amatissima figlia a seguirlo nel suo paese, il Giappone. Ma
lui sapeva che non era così: tra i suoi genitori c’era stato amore, quello
vero, importante, incondizionato, illimitato. Non erano una famiglia ricca,
ma di sicuro non mancava l’affetto, che era la cosa fondamentale. Anche ora
che non c’era più sua madre era felice di poter vivere nel luogo che il
marito tanto amava, ma la sua famiglia, ora che si era tolto di mezzo, non
vedevano più alcun ostacolo per il suo ritorno in patria. Hanamichi non
voleva sopportare tutto questo, li odiava e non intendeva passare sopra a
queste cose.
Per fortuna però il suo
soggiorno a casa della zia Vivian non era stato così tragico. Si era
dimostrata dolce e comprensiva con lui e sinceramente dispiaciuta per la
sorte di suo padre. Forse dopotutto aveva fatto un errore di valutazione su
di lei. Anche suo cugino Brian,della sua stessa età, era stato molto
disponibile nei suoi confronti. Lui e il suo amico David avevano cercato in
ogni modo di coinvolgerlo e farlo divertire portandolo in giro non appena le
sue condizioni glielo avevano permesso. In fondo quel mese che aveva passato
lì, anche se era stato per un periodo in ospedale e poi impegnato con la
riabilitazione, non era andato affatto male!
-Hanamichi vacci piano! È
un po’ che sei fermo con gli allenamenti, cerca di non esagerare!-
L’osservazione di Brian lo
aveva risvegliato dai suoi pensieri, senza rendersene conto aveva iniziato a
correre, tirare, fintare, palleggiare come un matto
-Non ce la faccio ragazzi!
Immaginate da quanto volevo avere una palla in mano??-
Senza che potesse farci
niente il basket gli era entrato nell’anima e non poteva più farne a meno
-Che ne dite di una
partita per scaldarci un po’?-
-Sei sicuro di
farcela?...-
-Certo! …e non fare quella
faccia! Dai allora voi due contro di me!-
-Ti ha dato di volta il
cervello?!?!!...-
-Ma no David fidati di me!
Non vi chiedo di impegnarvi al massimo, voglio solo mettermi alla prova! Per
vedere quanto rendimento ho perso, vi prego ragazzi!-
-E va bene...dai
cominciamo...-
Non appena iniziato a
giocare Hanamichi si rese conto che il livello dei due ragazzi era di molto
superiore al suo. Avevano davvero un grande talento e una tecnica
impeccabile. Inoltre erano molto affiatati, il loro gioco era un
concentrarsi di passaggi e azioni fatte in coppia. Solo ora si rendeva conto
che il basket americano era davvero un altro modo di giocare. Confronto a
quei due persino Sendo e Rukawa sembravano principianti! Rukawa….
Improvvisamente un
pensiero si delineò nella sua mente in modo chiaro. Se fino a quel momento
aveva pensato di tornare a casa sua non appena fosse guarito, ora aveva
capito che quella era la sua grande occasione per migliorare come giocatore.
Con dei maestri del genere avrebbe sicuramente fatto dei progressi enormi,
che in Giappone non avrebbe neanche potuto sperare, e avvicinarsi così
sempre di più al livello del suo nemico....LUI....
KAEDE RUKAWA.
Era
già passata una settimana da quando il rossino aveva iniziato ad allenarsi
con Brian e David. All’inizio non era stato semplice riattivare i muscoli
fermi da quasi due mesi e riabituarsi al tenore di un allenamento di basket,
aveva perso molto in resistenza e agilità, tutte le cose che prima gli
sembravano normali ora lo affaticavano tantissimo, ma non si era dato per
vinto, e aveva ottenuto presto dei buoni risultati. Per fortuna anche se era
parecchio dimagrito a causa della degenza, non aveva perso troppa
muscolatura e anche se a fine giornata si sentiva tutto indolenzito, era
stata talmente tanta la voglia di tornare a giocare che ne era persino
contento di quei dolori,che lo facevano sentire più vivo che mai.
Al
termine di ogni allenamento era sempre più estasiato dal talento dei suoi
due amici, e spesso si era ritrovato a guardare incantato le loro azioni in
coppia, avevano un’intesa davvero incredibile… il fatto di passarsi la palla
non era per loro una rinuncia ma una condivisione, non aveva importanza chi
dei due concludesse con un canestro, perché era la ricompensa per l’azione
di entrambi. Grazie a loro finalmente aveva capito che il suo individualismo
non aveva senso, l’importante era aiutare la squadra.
Inoltre tutta la vicenda lo aveva aiutato a capire quanto fosse forte la sua
passione per il basket e quanto ci tenesse a giocare. Anche se sapeva di non
essere bravo quanto i due ragazzi americani non ne era invidioso, ma sperava
di poter imparare da loro il più possibile.
Ogni
allenamento terminava con una specie di one-on-one tra Hanamichi e uno dei
due ragazzi, mentre l’altro faceva da arbitro, e puntualmente il rossino
perdeva ma non per questo si scoraggiava.
Quel
giorno David lo aveva messo sotto con i tiri.
-hey
coi tiri da tre punti non ci siamo proprio! Qui ti mancano le basi!-
-hai
proprio ragione Dave…mi faresti un corso accelerato?? Sono disposto a fare
tutti i tiri che riterrai necessari!!-
-beh
la buona volontà non gli manca di certo al mio cuginetto!…- intervenne Brian
–che dici…si può fare?- i due si guardavano con aria divertita. Il rossino
aveva proprio l’aria di un bambino entusiasta di imparare ogni cosa nuova…
- e
sia… dai vieni qui! che non devi superare col tuo corpo questa riga a
semicerchio lo sai già vero??..-
- mi
stai per caso prendendo in giro???...certo che lo so!-
-non
si sa mai…comunque! Passiamo alla posizione: mettiti così gambe un po’
divaricate, piedi paralleli tra loro e rivolti a formare una linea
immaginaria che va verso il canestro, ci sei?-
-
sissignore!...-
-bene, tieni il busto ben eretto, le spalle sono diritte! Il braccio con cui
tiri deve formare due angoli retti a livello di gomito e polso…così vedi?-
disse mettendosi in posizione
-
busto eretto….spalle dritte…..90gradi….tutto chiaro!-
-
l’altro braccio accompagna il tiro.. ricorda! non deve interferire con la
traiettoria della palla,solo accompagnarla!...-
-
accompagnare…la palla…-
- già
è solo un braccio a compiere il tiro! E……voilà!! Grande canestro! Tutto
chiaro? Ora prova tu!-
-
fatto da te sembra un gioco da ragazzi….non è molto diverso dal tiro da
due..- così dicendo provò a tirare…mancato…
- ops…-
- non
era male sai?..-
-
si…se solo fosse entrata!....-
-
dico davvero!! Lo avevi impostato bene! Mettici più forza il canestro da qui
è più lontano-
- ok…-
disse il rossino poco convinto. Parte il tiro, questa volta colpisce in
pieno il tabellone
-
ehm….non TROPPA forza…una via di mezzo ok??...-
Altro
tiro…ferro…
-
uffa… sono un disastro!!...-
- Dai
non demoralizzarti! È un tiro difficile questo!!-
Passò
diverso tempo a provare e riprovare, ma sembrava che la palla non ne volesse
sapere di entrare nel cesto. Poi….come un flash….gli venne alla mente
l’immagine di quando Rukawa aveva fatto quel tiro da tre punti durante la
partita col Kainan… improvvisamente si sentì come un nodo allo
stomaco…sentì il sangue pulsargli nelle vene… < DEVO FARCELA!> si disse.
Si
mise in posizione, i suoi sensi erano intenti esclusivamente a focalizzare
tutta l’attenzione sul tiro, i muscoli erano tesi, ogni cellula del suo
corpo anelava il canestro, il suo sguardo era pieno di una determinazione
che da tempo non aveva, la sua concentrazione era al massimo……lancia la
palla……………………………
Guardava quella sfera arancione avanzare verso la sospirata meta e intanto
sentiva il cuore tamburellargli impazzito nel petto…….. gli sembrava che il
tempo andasse a rallentatore……
mancavano solo pochi metri……
c’era
quasi…
entrata…
ENTRATA
Ce
l’aveva fatta….aveva fatto finalmente un canestro da tre punti….
I
suoi due amici esultarono
-
Bello!!!!!!!!! È venuto alla perfezione!-
- Un
tiro da manuale Hanamichi!!... complimenti!-
il
rossino disse solo - ….già….-
- che
hai? Non sei soddisfatto??- erano entrambi allibiti…cosa gli era successo
improvvisamente? Cos’aveva smorzato così il suo entusiasmo?
- si
si….è che non riesco quasi a crederci ragazzi…-
In
cuor suo sapeva che non era quello il vero motivo del suo smarrimento…
sapeva che ancora una volta era stata la rivalità nei confronti di Rukawa a
spingerlo a superare se stesso…
Ancora una volta LUI lo aveva spronato a dare di più….a dare il meglio di
sé…
Non
sapeva come ci riusciva, non sapeva il perché, ma solo quella maledetta
Kitsune dagli occhi freddi come il ghiaccio gli faceva perdere il controllo
in quel modo, gli faceva nascere dentro quello spirito cieco di antagonismo
che gli dava la carica come nessun’altra cosa al mondo.
I
giorni e le settimane successive proseguirono con allenamenti molto duri, ma
il rossino migliorava di giorno in giorno. I suoi amici erano entusiasti di
tutte le cose che era riuscito a imparare, avevano capito che quel ragazzo
un po’ ingenuo aveva davvero stoffa da vendere ed erano fieri di poter
vedere maturare con i loro occhi una sicura promessa del basket. Eppure lui
sembrava proprio non rendersene conto. L’aria da sbruffone che aveva
ostentato i primi giorni, aveva subito lasciato il posto ad una grande
umiltà e una profonda insicurezza e fragilità.
Oltre
ad allenarsi insieme, avevano giocato spesso insieme in partite con ragazzi
incontrati al campetto, in quello che da loro era chiamato street-basket, e
il talento di Hanamichi era apparso loro ancora più evidente. Aveva
surclassato decisamente ogni loro avversario, anche quelli più forti, e
probabilmente a questo punto poteva battere anche ognuno di loro in uno
one-on-one.
Avrebbero voluto che restasse ancora lì in America, addirittura lo avevano
pregato di restare a studiare lì a Los Angeles nella loro scuola per giocare
in squadra insieme, ma il rossino aveva rifiutato dicendo che il suo cuore
era del Giappone e che lì voleva tornare.
E da
lì a poco ci sarebbe tornato.
Quello era il loro ultimo giorno utile per allenarsi, perché nei giorni
seguenti avrebbe dovuto preparare i bagagli e salutare i vari parenti ed
amici prima di partire.
-
Allora, qual’è l’ultimo insegnamento che vogliono darmi i miei maestri??-
chiese Hanamichi guardando i due ragazzi con aria curiosa e divertita. Gli
avevano detto che sarebbe stata una sorpresa e ora lo avevano trascinato in
centro, proprio non capiva!
-
Beh, diciamo che la tua ultima lezione te la daranno dei grandi
giocatori….ma grandi davvero!!-
- mh?-
Si
erano fermati davanti ad un affollatissimo ed enorme Palazzetto dello Sport.
-
Tadaaaan!!!!- dissero in coro Brian e David mettendogli sotto il naso tre
biglietti per la partita dei Lakers di quel pomeriggio.
-
…ma?....ma!?....ma siete pazzi!!?? Chissà quanto vi sono costati
ragazzi!!...-
-
ehm…in effetti….ma diciamo che è il nostro regalo per la tua partenza! Così
ti ricorderai per sempre di questo soggiorno qua!-
-.....ehm….allora
grazie …ma me ne sarei ricordato in ogni caso…credetemi!-
- dai
dai entriamo adesso!!!-
Hanamichi era incredulo. All’interno la sala era gremita di gente ancor più
che fuori! C’era una miriade di tifosi di ogni tipo: adulti, vecchi e
bambini; uomini e donne di ogni razza erano lì per vedere i loro beniamini.
La
partita fu davvero emozionante, ogni azione era spettacolare e diversa da
tutte le altre. Ogni palleggio, ogni passaggio, ogni canestro, ogni slam
dunk era un qualcosa di incredibile! Per arrivare all’NBA uno doveva essere
proprio un campione!...
Dentro il suo cuore poteva immaginare se stesso un domani a giocare a quei
livelli, con tutto quel pubblico e quella confusione attorno, doveva essere
un’emozione davvero unica, una scarica di adrenalina pura…
Quello fu un pomeriggio veramente incredibile.
I
giorni seguenti passarono in fretta e arrivò il giorno della partenza.
Non
poteva credere che avrebbe sentito la mancanza di quel posto,che fino a due
mesi prima non voleva neanche sentir nominare e di quei suoi parenti che era
sicuro di odiare….beh…i più tanti li odiava ancora adesso, ma almeno
qualcuno si salvava!
Si
era messo d’accordo con suo cugino che nella prossima vacanza scolastica
sarebbe andato con David a trovarlo in Giappone, toccava a lui ora far da
guida! Glielo avrebbe fatto girare in lungo e in largo. Voleva che anche
loro amassero quel paese come lui e sua madre.
Ecco….ora poteva vedere distintamente la città dall’alto, Tokio….era così
diversa da Los Angeles…
L’aereo stava lentamente avvicinandosi all’aeroporto.
Ora
era in scia di atterraggio…ancora qualche metro e avrebbe toccato il suolo….
Un
piccolo sobbalzo. Però!...a che velocità che viaggiavano! Altro che piano!!
Era
atterrato….frena?...frena??...FRENA?!?!?!! si…sta rallentando…che panico!
“ I
SIGNORI PASSEGGERI POSSONO SLACCIARE LE CINTURE DI SICUREZZA, L’ATTERRAGGIO
SI è CONCLUSO CON SUCCESSO, SPERIAMO SCEGLIATE ANCORA LA NOSTRA COMPAGNIA
PER I VOSTRI VIAGGI! BEN ARRIVATI!...”
Era
vero…era arrivato…
Non
appena scese dall’aereo e mise i piedi a terra inspirò l’aria a pieni
polmoni…
Finalmente era a casa!
Kira: ecco finito il primo
capitolo!!! Grazie per averlo letto! Come vi sembra??
Hana: *_____* finalmente
arriva il mio momento di gloria!!!
Rukawa: ……………
Kira: che c’è Ru,
tesoro???
Rukawa: in tutto il
capitolo mi hai solo nominato…
Kira: si…^^”
Rukawa: sei scema?!?!!
Kira: g____g scusa!!!
Vedrai, arriverà il tuo turno, ma per ora il protagonista è Hana…dai non
fare così Tesorinoooooo!! Smack smack
Rukawa: bella la storia…io non ci sono…e quel Dohao invece è andato
addirittura a vedere i Lakers!...sai che rischi la vita??!! Cmq se hai
intenzione di non farmi partecipare alla fic dimmelo chiaramente!! è___é
Kira:
dai…ora che Hana è tornato in Giappone le cose cambiano, vedrai!!
Rukawa: se se…vedremo..
Hana:
a me piace! Sono diventato un fenomeno e si è tolta di mezzo la Kitsune…*____*
sei un genio Kira!!!!
Rukawa:…tsè….e tu sei solo un dohao..
Hana:
Zitta Kitsune maledetta!!
Kira:
hihihi…
Rukawa: bene… è impazzita del tutto..
Kira:
…vedrete tra un po’ cosa vi combino… ^////^
H&R:
??????????????
Kira:
grazie per avere letto questa….cosa… a presto! Mandatemi i vostri
commentucci! Baciotti tenerosi! ^__^
Hana: tiè Rukawa! Ben ti
sta!
Rukawa: Dohao…
Hana: Baka Kitsune! Come
osi offendere!?!!
Kira: ehm… baci a tutti…..
scrivete please!
Disclaimer: Hana, Kaede e
gli altri di Slam Dunk non sono di mia proprietà ma del grande maestro Inoue!
Io li ho solo rapiti…e mi diverto a torturarli un po’…! ^____^ invece i
personaggi americani sono di mia invenzione…
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