Un amore di angelo

parte V

di Clanes e Seimei


CAPITOLO 5: Il primo incontro

"Eccomi qui finalmente."
Hanamichi era di fronte al grande cancello dello Shohoku, con al suo fianco i suoi quattro inseparabili defic... ehm... amici.
Aveva promesso a suo padre che sarebbe diventato una vera stella, e che avrebbe portato in alto il nome dei Sakuragi.
E così avrebbe fatto.

Era un po' sconvolto per quella storia del ragazzo della squadra di basket.
Nessuno lo sapeva, ma Oda era un angelo custode proprio come lui, e la ragazza di cui Hanamichi pensava di essersi invaghito era la sua protetta. Quindi non poteva farci assolutamente niente, lo sapeva bene, ma quella storia del basket gli rodeva.
Era uno sport per lo più sconosciuto per lui, anzi, non ne sapeva proprio nulla, ma si sentiva stranamente attratto da quel nome, e la cosa lo infastidiva.
"Basket..." ogni cosa intorno a lui urlava quel nome.
E lui prendeva a testate chiunque nominasse quella parola, o anche qualcosa che suonasse simile.
Chiunque finchè non incontrò lei.
Haruko Akagi.
Era piccola e con un sorriso radioso.
I suoi poteri residui gli permisero di vedere intorno a lei quella luce particolare che solo gli sciocchi e gli ingenui possiedono.
Un'anima pura quindi.
E gli stava parlando di basket.
E poi quel nome.
Appena sussurrato, solo per fare un paragone.
Rukawa.
Chissà perchè una serie infinita di brividi gli percorse la schiena.
Rukawa.
Rukawa.
Rukawa.
Rimbombava, urlava, gridava.
Quel nome.
Chi poteva essere?
Chi riusciva a farlo sentire così?
Echi lontani di un passato remoto, e un dolce suono d'arpa pervasero la sua mente. Ma nient'altro.
Voleva capire.
Doveva capire.
Come mai quel nome lo agitava a quel modo?
E l'avrebbe scoperto presto.

Quel giorno stesso.
Sul tetto della scuola.
Quattro deficienti teppisti del terzo anno volevano menarlo.
Ma quando era arrivato c'era solo un ragazzo alto e moro, circondato dai corpi inermi di quei quattro energumeni.
Li aveva stesi da solo.

"T-tu hai fatto tutto questo da solo? Ma chi diavolo sei?" 
Mito aveva fatto la domanda.
Ma Hanamichi conosceva già la risposta.
Non poteva essere altri che lui. Doveva essere lui.
"Sono Kaede Rukawa"
Infatti.
Un Arcangelo non sbaglia mai, nemmeno quando gli vengono levati i poteri.
E quel rivolo di sangue su una tempia in un primo momento aveva fatto nascere in lui l'istinto di soccorrerlo e aiutarlo.
Poi era arrivata Haruko, e lui l'aveva trattata da pezzente.
Non bisogna maltrattare così i puri di cuore. Sono sensibili e sciocchi. Non capiscono nulla di quello che li circonda. Con loro si deve essere gentili e mostrarsi amici, altrimenti soffrono come dei cani.
E Allora non ci aveva visto più.
Si era lanciato contro di lui e avvea iniziato a picchiarlo, e ogni contatto con quel corpo era un brivido, una sensazione sconosciuta, volgia di lottare di riavevre i propri poteri, ma anhe voglia di toccare, abbracciare, assaggiare baciare.
Ad Hanamichi cominciò a girare la testa.
Haruko aveva detto di odiarlo ed era fuggita.
Cercava di non pensarci, quando una palla lo colpì in pieno viso.
E pochi istanti dopo era in palestra, ad affrontare un energumeno altro due metri, una partita di basket, e no sapeva nemmeno come fare a palleggiare.
Aveva vinto.
Lo scimmione era stato sconfitto.
Hanamichi esultò, e si vide campione mentre suo padre dal cielo festeggiava con lui.
"IO sono un genio! Ho battutto il gorilla"
E poi l'entrata nella squadra di basket.
La prima partita.
L'incontro con Riyota, la rissa con Mitsui.
E poi c'erano stati i campionati nazionali.
E quella partita contro il Sannonh.
Dopo quell'ultimo canestro avrebbe davvero voluto abbracciare la stupida volpe.
Ma si era limitato a battere il cinque.
Quello era stato èpiù che sufficiente.
Perchè tutto ormai, nella sua nuova vita da uamno, ruotava inesorabilmente intorno a quella volpe fredda, a quello strano essere tanto affascinante e misterioso, intorno a quel Kaede Rukawa, del quale si stava inesorabilmente innamorando.

****************

Il primo giorno da umano.
Belial aveva fatto un ottimo lavoro.
C'erano una marea di figli di Lilith (per chi no avevsse mai visto Evangelion, i figli di Lilith so0no gli esseri umnai) che lo conoscevano.
Soprattutto di figlie di Lilith.
Era come essere all'inferno, solo che quelle stupide galline non avevano nemmeno un millesimo della carica erotica che possiede una diavolessa, a cui basta aprire le ali per far eccitare tutti gli esseri di qualsiasi sesso nell'arco di un chilometro.
E poi a lui le donnine non piacevano.
Lui aveva bisogno di ben altro per eccitarsi.
Di un corpo caldo e muscoloso, di un pene duro fra le sue mani, di un posto stretto dove rifugiarsi.
Il suo pensiero corse a Belial.
Forse quella notte gli avrebbe fatto una visitina.

Varcò la soglia dello Shohoku in silenzio, guardandosi intorno.
Decine di cretine sospirarvano al suo passo.
Una lo colpiì in particolare.
Era la sorella minore di uno dei migliori giocatori di basket della prefettura.
E nell'immagine costruitagli ad hoc da Belial lui era una delle promesse del giappone in fatto di basket.
L'aveva colpito soprattutto per quella sua aura ingenua e stupida.
Forse quella sciocca l'avrebbe aiutato a trovare l'eletto.

Le lezioni erano state di un noioso addirittura nauseante.
Essendo un demone da quasi 400 anni, quello che quegli idiotissimi professori umani raccnotavano lo sapeva già benissimo.
L'unica materia a cui prestò attenzione fu storia.
Si divertiva un mondo a sentire l'enorme quantità di fregnacce che quell'omuncolo sparava su fatti storici che in realtà si erano svolti in modo totalmente diverso.
E lui sapeva benissimo com'erano andate le cose in realtà per il semplice fatto che lui c'era.
E in molte della guerre che il professore stava descrivendo lui aveva avuto una parte più che attiva.

Al cambio dell'ora decise di fare due passi per il corridoio.
Passò in fianco a due ragazzatte che arrossirono e emettendo degli strani risolini.
Mah, femmine.
Poi incontrò quattro strani individui, che emenavano un'aura curiosa.
"Guarda là... è quasi alto come Hanamichi!"
Shock.
Cos'era quella sensazione?
Era bastato che quell'assurdo tizio parlasse per fargli andare in tilt i suoi sensi di demone.
Che cavolo era successo?
Hanamichi...
Quel nome...
Chi cavolo era?????
Non poteva essere l'eletto!
I suoi poteri non si erano ancora manifestati.
E allora?
Hanamichi Hanamichi Hanamichi!
Era un nome che gli richiamava giorni felici, giorni spensierati, ma non riusciva a ricordare altro che il suono dolce delle arpe...

Decise di salire sul tetto per dormire un po'.
Un po' di sonno gli avrebbe giovato.
Un corpo fisico è davero sfiancante a volte.
Era già nelle braccia di Morfeo da un po', quando si sentì prendere a calci.
'E questi chi cacchio sono' pensò il demone decisamente alterato.
Ne colpì uno a caso.
"Sono Kaede Rukawa, primo anno, sezione L. E non perdono che disturba il mio sonno."

Erano tutti e quattro a terra.
Li aveva stesi in un attimo.
Gli era bastato portare la sua aura ad un miliardesimo della normale potenza per farli soccombere.
Era malconcio però.
Un rivolo di sangue gli aveva rigato un tempia.
Quei bastardi l'avevano colpito sulla testa.

Voci alle sue spalle.
Qualcuno era arrivato sul tetto.
Erano quei quattro che qveva vsto la mattina e con loro c'era...
Flash.
Era lui.
Quei capelli rossi, quello sguardo stupito.
Hanamichi.
Doveva essere lui per forza.
Come poteva fare a chiederglielo?
Insomma, non puoi mica andare da uno e chiedergli: 'Scusa tu per vaso ti chiami Hanamichi?"
Non è una cosa normale, nemmeno per un demone come lui.
Poi arrivò la sciocca sorella del Capitano della squadra di basket.

"Rukawa stai bene?"
MAmma che voce irritante.
Decise che era troppo stupida e troppo odiosa.
Non si sarebbe servito di lei.
"Piantala e sparisci! Chi diavolo sei tu?"
Ecco, ora l'aveva ferita.
Se lo aspettava.
Erqa più che logico.
Quella gallina petulante e rompicoglioni era di sicuro innamorata di lui.
Quello che non si aspettava era la reazione del rossino.
Gli si era scaraventato addosso e gli aveva dato una testata.

"Fermo Hanamichi!"
Allora era lui.
La gallina lo aveva chiamato Hanamichi.

Alla testata aveva risposto con un pugno e avevano incominciato a picchiarsi, ma ogni tocco, ogni pugno erano accompagnati da una scarica elettrica incredibile e unica nel suo genere.
E Rukawa oltre a picchiare sentiva il bisogno di far esplodere lapropia potenza ma no contro di lui, ma per lui, per fargli sentire qualcosa che lui stesso non era in grado di comprendere, ma che gli aveva messo la voglia irrefrenabile di toccare, assaggiare, baciare e di avere quel corpo caldo premuto contro il proprio.

Poi tutto era finito.
Lui era andato in infermeria dove gli avevano fasciato la testa.
Il punto in cui Hanamichi lo aveva colpito gli faceva un male boia.
Un demone impervio non è di sicuro abituato al dolore.
Ad un certo punto delle urla provenienti dalla palestra avevano attirato la sua attenzione.
Il rossino era là e si stava confrontando niente di meno che con il capitano Akagi in persona.
Era coraggioso e tenace, e anche intelligente.
Ma non sapeva niente di basket.
Proprio niente.
Però aveva vinto lo stesso.
Era stato superbo.
Aveva un talento innato, e probabilmente nemmeno lo sapeva.

Dopop quel giorno la vita era trascorsa fra lezioni e allenamenti, fra esami e partite. 
C'era stato il rientro del playmaker, un ragazzo decisamente in gamba.
E poi quella rissa, in cui lui e Hanamichi avevano combattuto uno a fianco all'altro.
E aver vinto contro il Ryonan.
IL sogno di andare ai campionati.
Avevano anche vinto contro Il Sannonh.
E lui aveva pensato solo a congratularsi con Hanamichi.
Perchè l'aveva ormai capito.
La sua vita, qin quell'anno da umano, era ruotata su un unioco cardine.
E quel cardine aveva un nome.
Hanamichi Sakuragi.
La prima persona che aveva infranto il ghiaccio che ricopriva il cuore del gelido demone.

Owari 5 parte

CLANES: When the moon it's in your eyes like a big pizza pie that's amore..
SEICHAN: Cla... quante volte ti ho detto di non bere prima di scrivere??
CLANES: Ma non sono ubriaca, sto solo facendo una constatazione!
RU: Si, e dove la vedi la luna??
CLANES: Ma riflessa nei tuoi occhi Dade!
RU: Ma se è giorno??
CLANES *ultramaliziosa*: ma non mi riferivo ad adesso...
HANAMICHI: CLAAAAAAA GIù LE ZAMPE DALLA VOLPE! E TU MALEDETTA KITSUNE, DA QUANDO LE PERMETTI DI CHIAMARTI DADE??
RU : Tze... ormai ciò fatto l'abitudine..
SEICHAN: Cla! che hai combinato con Rukawa?? Sono tua amica voglio i minimi particolari!!
CLA: Si... basta che tu sia onesta con me...
SEICHAN: e su che??
CLANES: sai...Djibril mi ha detto che ieri sera Michelino è sparito... ne sai nulla??
SEICHAN : cosa? come??... ehm... no io non centro... tu invece, non perderti in ciance e mettiti a scrivere il sei!
CLANES : AHAHAHHA okkey okkey... adesso vado!
SEICHAN: Ecco che è meglio! Almeno la finiamo una buona volta di straparlare!




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