Un amore di angelo

parte IV

di Clanes e Seimei


CAPITOLO 4: IL GELIDO DEMONE

Nota: Conscia che Dante si rivolterà nella tomba in quel di Ravenna, mi accingo a descriver lo inferno e i demoni che in esso hanno dimora...
[Stronk, stronk stronk NDDanteCheSiRivoltaNellaTomba ^^;;;;NDSeimei ^^'' NDClanes]



Buio.
E puzza.
Un puzza tremenda, acre, dolorosa.
Un odore che ti penetra nelle narici fino a stordirti, e che ti lascia senza fiato.
Un giovane demone correva a perdifiato verso le stanze del suo signore, cercando di respirare appena lo stretto indispensabile per vivere.
Senza bussare, spalancò la porta delle stanze private del Padrone dei Malvagi, che sussultò, scostando in malo modo la giovane diavoletta che si stava sbattendo nell'enorme letto nero.
Nemesi, la pantera nera, alzò appena lo sguardo per vedere che era entrato, per poi appisolarsi di nuovo ai piedi della poltrona di velluto scurissimo che era in un angolo della grande camera.

"Issiman! Spero tu abbia un motivo più che valido per avermi interrotto a questo modo!"

Il demone Minuto si prodigò in mille scuse. Sapeva perfettamente che il Padrone poteva spazzarlo via con un solo gesto.

Nella classificazione dei Demoni, i demoni Minuti sono di un livello appena superiore di quello dei demoni Infimi. Il che equivale ad essere una mezza calzetta per i potenti.
Issiman si era fatto strada fra i grandi Diavoli dimostrando carattere e determinazione, ma non era mai riuscito a superare il livello di Demone Minuto.
Non che la cosa gli dispiacesse.
Non era permesso alle donne di alto ceto interagire con loro, e per lui quello era un sollievo.
A volte le diavolesse sapevano essere molto crudeli con i demoni meno potenti di loro.
Ma tra le piccole Infime, c'erano delle ragazze veramente carine, e lui godeva di molta popolarità fra le I-girls (ragazze infime) non solo perchè era molto bello, ma anche perchè era uno dei favoriti del Padrone.
Era la prima volta che un demone Minuto riusciva ad arrivare così in alto.
Ma Belial aveva una particolare predilezione per i suoi occhi azzurri e il suo culetto sodo, e quindi l'aveva preso sotto la sua ala protettiva, un ala nera, ovviamente.

"Scusatemi, Vostra eccellenza, ma non potevo aspettare. Ci sono notizie della massima urgenza, direttamente dalle nostre spie nell'Oltremondo."

Belial fece cenno alla ragazza di andarsene.
Questa raccolse i suoi vestiti, ed uscì dalle stanze del Padrone ancora svestita.
Mai discutere un ordine di Belial.

Il grande demone si alzò dal letto e arrivò vicino ad Issiman così velocemente, che il Minuto sussultò per lo spavento. Non si sarebbe mai abituato alla rapidità dei movimenti del Padrone.

Belial poggiò una mano dalle dita lunghe e sottili sul mento del povero ragazzo, accarezzando la pelle morbida con le unghie simili a steli di fiori.

"Dimmi piccolo Issiman, che novità ci sono?"

Issiman deglutì e poi cominciò a parlare.

"Un messaggio da Zelgias (Si legge Zelghias), mio Signore. Dice che la Sala delle Udienze è stata occupata. Qualcuno sta per essere giudicato. Zelgias dice potrebbe essere un buon momento per attaccare, mio signore. Tanto più che la Somma Djibril è stata allontanata."

"Djibril è caduta in tentazione mio caro. Si è lasciata trasportare da quel pessimo sentimento che è l'amore. E senza di lei ora lassù sono in netto svantaggio. E noi dovremmo approfittarne, giusto?"

Issiman non sapeva che rispondere.
A lui quella cosa non sembrava per niente corretta.
Anche fra i demoni esisteva un codice d'onore, e le battaglie fra Cielo e Inferi andavano condotte ad armi pari.
Il ragazzo prese il coraggio a due mani, fissando negli occhi il suo padrone, espresse il suo parere ad alta voce, cercando di mantenere un tono sicuro e convincente.

"Secondo me è sbagliato mio Signore. Vincere approfittando della momentanea difficoltà dell'avversario è da vigliacchi. Non dovremmo attaccare."

Belial allargò gli occhi già enormi, e si fiondò su Issiman.

"Bravo Issiman! Bravissimo!" lo elogiò abbracciandolo stretto.

Issiman si sentì pervadere da uno strano calore, e percepì chiaramente il proprio potere crescere e le sue ali nere e scheletriche ingrandirsi.
Era passato di grado.
E non di un grado solo, ma di ben tre.
Non poteva crederci.
In pochi secondi era passato da Minuto a Sigma, da Sigma a Mendace, e da Mendace a Generale del Male.
Ora era un un diavolo di seconda classe.
Mai un Infimo (il grado in cui lui era nato) si era spinto tanto in là.
Ancora un grado e avrebbe raggiundo la posizione di Impervio.
Belial era stato davvero magnanimo con lui quel giorno.
Non riusciva a capacitarsi di quello che era successo.
E gli venne spontaneo chiedere.

"Perchè solo adesso, mio Signore? Vi servo da quasi 60 anni, e mi avete elargito il semplice grado di Minuto. E ora, in pochi secondi, sono un Generale del Male, appena sotto i grandi demoni Impervi. Perchè?"

Belial lo guardò con un espressione divertita e poi sciolse l'abbraccio in cui lo teneva serrato.
E iniziò a ridere.
Una risata cupa ma veritiera.
Non lo stava sicuramente prendendo in giro.

"Davvero non lo capisci mio piccolo Issiman? Tu hai osato contraddirmi. Sei stato uno dei pochi temerari che si sono permessi di farlo. E ognuno di loro, ora, ricopre una carica molto potente.
Sei stato un servo fedele Issiman. Te lo meriti questo passaggio di grado, anzi, di gradi."

Issiman non credeva alle proprie orecchie.
Poi un dubbio.

"Non è che andare a letto con un Generale è molto più gratificante che con un semplice Minuto?"

Belial rise di nuovo.
Quel diavolo aveva un intuito formidabile.
Decise in quello stesso istante di farlo suo.
Lo gettò sul letto e con un solo gesto del dito indice lo spogliò degli abiti.
Poi avvicinò la bocca al suo orecchio e disse malizioso: "Hai ragione piccolo demone. Ora vedrai quanto è più gratificante fare del sesso, quando si ha un potere più vasto"

***

Poco più di un'ora dopo Issiman si stava rivestendo, mentre gli occhi famelici di Belial lo mangiavano ad ogni movimento.

"Issiman... come ti è sembrato?"
"Fantastico mio Signore, migliore di tutte le altre volte messe assieme..."

Belial si passò la lingua sulle labbra screpolate.
La vista di quel giovane corpo ancora seminudo gliene aveva richiamata un'altra alla mente.

"Issinam, mi andresti a chiamare Rukawa per favore??? Devo affidargli una nuova missione..."

'Sì, una tua esplorazione rettale' pensò il neoGenerale schermando i propri pensieri al potere psichico del suo padrone.
Tutti sapevano, ache se nessuno l'aveva mai detto chiaramente, che il sommo Impervio, il più forte mezzo sangue di tutti i tempi, Kaede Rukawa, era l'unico da cui Belial si lasciasse fottere. Belial era attivo, lo era sempre stato, ma c'era qualcosa in Rukawa che lo constringeva ad essere passivo. Fin dalla prima volta, senza nemmeno bisogno di parlare, erano stati stabiliti dei ruoli ben precisi e fra i due era Rukawa ad essere il Seme.

Issinam annuì e, dopo essersi rivestito, uscì dalle stanze di Belial.
Poco dopo qualcuno bussò alla porta.

"Avanti" disse Belial, conscio di chi fosse il nuovo arrivato.

La porta si aprì. ed entrò un demone a dir poco fantasmagorico.
Non esisteva niente di più bello di lui, ne in cielo, nè in Terra (tranne forse Michelino^^ NDSeichan).
Era alto e magro, ma con un corpo perfettamente tornito, dai muscoli sodi e tonici.
Lunghi capelli corvini gli incorniciavano il viso, cadendo morbidi sulle ampie spalle e i suoi occhi di un blu talmente scuro da sembrare nero, erano posati su Belial, sdraiato sul letto, a gambe aperte, che gli faceva cenno di avvicinarsi.

"Mi vuoi Kaede?" chiese il Padrone in un soffio
"Hn" rispose Rukawa. 

Ghiaccio il suo sguardo.
Ghiaccio la sua mente.
Ghiaccio le sue parole.
Tutto in lui era gelido, tranne forse una cosa.
Ed era quella cosa che Belial più bramava.

Belial si mise sulla schiena, alzando le gambe, ed offrendosi a Rukawa.
IL Sommo Impervio si abbassò i pantaloni e, senza nessun preliminare, era già demtro di lui.
Lo aveva impalato con un colpo solo, spingendogli le gambe più in alto, schiacciandolo sotto il proprio peso, lacerandogli le mucose, facendolo urlare di dolore e piacere.
Non c'erano nè amore nè passione nei suoi gesti.
Era solo foga animale.
Voglia di un posto stretto in cui penetrare.
E Belial era stretto.
Davvero stretto.
E Rukawa impazziva quando si trovava ad allargare quel piccolissimo luogo.
Passare di lì era l'apice del godimento per lui.

Belial venne per tre volte, prima che Rukawa lo inondasse con il suo succo.

Poi come un fulmine a ciel sereno la richiesta.

"Padrone io voglio andare sulla terra per tre anni a studiare il comportamento degli umani. Per metà lo sono, e quindi mi piacerebbe sapere come e dove ha vissuto mia madre, e conoscere quel mondo che mi è del tutto ignoto."

Belial annuì.
Mancava poco più di un anno alla rivelazione dell'eletto.
Presto quell'umano avrebbe compiuto 16 anni, e quindi i suoi poteri si sarebbero rivelati.
Sarebbe stato molto utile avere Rukawa già sul posto.
Comunque gli sarebbe mancato da morire.
Assolutamente mancato.

"Se ti preoccupa il fatto che dovremmo interrompere i nostri... uhm... chiamiamoli meeting, non preoccuparti. Non c'è niente al mondo che mi faccia godere quanto possedere il Principe delle Tenebre. Non ci rinuncerò per un semplice viaggetto sulla Terra."

Belial lo guardò sorpreso.
In effetti non aveva mai saputo di nessun altro essere infernale con il quale Rukawa avesse un qualsiasi tipo di relazione.

"D'accordo Kaede. Puoi andare sulla terra. Assumerai l'identità di uno studente di 16 anni che è rimasto orfano e che vive da solo. So che non ami la compagnia. Figuariamoci quella di uno o più umani... Ti faccio costruire subito una casa e farò anche provvedere a costruirti un passato. Direi che non sarà un lavoro molto difficile. Mi basterà far istruire 4 o 5 umani."

Kaede riflettè un attimo.
Era come se in tutto quel discorso mancasse qualcosa di saliente.
Bhe, in quanto ragazzino doveva pur andare a scuola.
Aveva pensato che lo Shohoku fosse l'istituto giusto.
Era un posto tranquillo, senza problemi.
Ma comunque mancava qualcosa.
E all'improvviso se ne ricordò.

"Avrò anche bisogno di qualcosa di molto impegnativo in cui incanalare i miei poteri. Che posso fare?"
"Iscriviti a qualche club sportivo. Che ne so... nuoto, pallavolo, judo, basket, scherma, qualcosa che ti porti via molte energie"

Rukawa lo guardò stralunato.

"Che hai detto scusa?"
"Che dovresti fare qualcosa che ti porti via molte energie..."
"No, quello l'ho capito, intendevo prima..."
"Ti ho elencato un paio di sport... che avevo detto poi? Pallavolo, Judo, basket..."
"Basket!!! Io... io voglio giocare a basket. Mia madre mi ha insegnato da bambino!!!! Sarò un giocatore di basket!"

Belial rise di gusto.
Era raro vedere uno sguardo così acceso nell'Impervio noto come 'il ghiacciolo dell'Inferno'. 

Owari parte quarta

Rukawa: Mi vi siete bevute il cervello?
Seichan: Cacchio vuoi volpino deficiente?
Clanes: Non sei contento di essere il Seme?
Rukawa: Sì, ma seme non semo...
Seichan&Clanes: ?____?
Rukawa: Conoscendovi se qui sono il Seme, significa che poi qualcosa cambierà... Questa scena mi sa tanto di contentino...
Seichan: Ma cosa te lo fa pensare??
Clanes: Già, cosa?
Rukawa: Se non sbaglio TU Seichan mi hai fatto fare l'Uke di tutti e Tu Clanes sei quella che mi ha chiamato DADE!!!! Ormai mi aspetto di tutto...
Seichan e Clanes si guardano: In effetti ha ragione...
Rukawa: Visto?




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